Blue Nile

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  1. Alteraego
     
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    Con il brano che mi hai fatto ascoltare che cosa volevi dirmi? - Jeff fece un altra pausa per fare un tiro di sigaretta e un altro sorso di alcol. - Tu di certo non hai lavorato nei campi di cotone e allora con questo blues cosa vuoi raccontarmi? Perché esprimi questa tristezza? Cosa vuoi urlare al mondo? -.

    Il ragazzo annuisce con brevi cenni del capo nervosi. La mandritta artiglia con le dita il manico all'altezza dei primi tasti, morsa che rapidamente si scompone in un gestualità compositive e polpastrelli che scivolano centimetro per centimetro sulle corde con movimenti a corto raggio. La mancina invece gioca con la tasca, senza mai riuscirci a finire dentro, passando di tanto in tanto sui passanti della cintura, liberi da lacci di cuoio.
    Alla domanda di Jeff sulla sua vita, Ricky comincia a snocciolare di come sia nata la sua passione. Una storia nostalgica di un nonno che aveva questo gruppetto di amici in cui è entrato un ragazzo di colore con la sua chitarra; qualche vecchio vinile ereditato alla morte del vecchio e molti altri aggiunti alla collezione; poi l'ascolto di quel genere diventato più intenso da quando aveva sostanzialmente dieci anni.
    La chitarra che indossa fa parte di quella massa che l'anziano gli ha passato al giorno della sua morte. Un po' sbeccata, un po' rigata - anche se da lontano è impossibile vederlo - e molto vissuta. Al di là del suo tic nervoso, in cui le dita hanno fatto presa sui tasti in modo un po' più pesante, chiaramente è ben tenuta. Anche la custodia, scucita ai lati, ha però l'interno foderato in modo ancora perfetto.
    Ricky racconta di aver provato anche a fare qualcosa, organizzare una band, ma la sua età gli preclude di aver trovato fino a quel momento amici che vivano il country blues al posto delle canzoni pop.
    Sarebbe voluto venire al Blue Nile con qualcuno che l'accompagnava, ma nelle due band in cui suona gli stili sono troppo attuali e a lui interessa più che altro scrivere pezzi e farsi conoscere nell'ambito musicale che ha portato quella sera.

    Quando ho scritto questa canzone guardava fuori fumando una marlboro. La luna era quasi piena, le foglie cadevano, il cielo si stava oscurando e la vecchia resofonica sembrava diventare sempre più scura con la stagione. Stacy, la mia Dobro Duolian mi fissava dall'angolo, quindi l'ho preso in mano e questa canzone ha iniziato a uscire fuori. A volte una canzone ti mette in testa un'immagine, e questa mi ha subito fatto pensare a una baita abbandonata in montagna e ai fantasmi che la chiamano casa. La canzone è più sua che mia, immagino...è Staxy che me l'ha sussurrata

    Spiega e mentre lo fa tocca la steel guitaro, muovendo il dito fasciato di ferro sul manico e lasciando che le corde risuonassero flebilmente, giacchè ancora amplificate.
     
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173 replies since 16/2/2016, 14:43   2410 views
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