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SPOILER (clicca per visualizzare)Continua da qui
L'automobile si ferma in area industriale, davanti a un parallelepipedo prefabbricato, in una zona isolata e tranquilla. Attorno, distanziati a coprire un'ampia superficie urbana, ci sono magazzini fatiscenti e tanto, tanto cemento. il cartello sulla facciata indica che quello è il Red Star Rock Bar.
Scendete. Francy vi aspetta.
Dice Jacquie, indicando uno sparuto gruppo di persone riunito fuori dall'ingresso del bar, che beve e fuma. Sono quattro uomini - tre bianchi e uno asiatico - e una giovane ragazza di colore, Jacquie indica quest'ultima.
Faccio un giro qua attorno per depistare gli inseguitori e buttare la spazzatura.
Guarda con disgusto il sacco nero.
Se è così importante come dici, meglio che ci pensiamo noi a farlo sparire.
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Aurelio Degrassi.
User deleted
la risposta ricevuta dalla donna venne incassata con un cenno molto poco convinto. Capisco abbozzò, tornando a guardar fuori dal finestrino, contemplando la situazione in modo tremendamente scettico. "Demonizzazione dell'altra parte, campagna elettorale, demagogia... Non so un cazzo di Vamp, ma queste sgallettate non mi possono insegnare un cazzo di propaganda."
Corrugò la fronte in un'eìspressione indecifrabile.
Arrivati a destinazione si affrettò a scendere, a stiracchiare le gambe per una camminata. Un altro posto decisamente non dei suoi, l'ultimo di tanti in una serata davvero del cazzo. Le sue elucubrazioni su questi "anarchici" non si erano concluse, ma almeno si erano assottigliate, andando a divenire un brusio di sottofondo all'interno del timpano
Chissà se mi impegno quante similitudini riesco a contare con il tempio del popolo.. Procedette scartando di lato, e guardando gli altri.
non vorremmo far aspettare il nostro salvatore dunque. commentò in favore degli altri.oltre a voi, si intende miss Jaquie chinando il capo debolmente verso la donna.
andiamo.SPOILER (clicca per visualizzare)Entro.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)
Incantevole. Quelle che un tempo erano labbra smuovono una depressa e silente protesta. La mostruosità lotta con i riflessi delle luci sul cristallo per appropriarsi dei particolari del posto. E' il genere di locale che avrei evitato il più possibile. Se vai a Roma... Ed ora chi è Francy? Ho perso un pezzo di storia? Tanti nomi, tanta gente, tante domande ed una matassa tanto intricata da rappresentare il sogno erotico di Alfred Hitchcock.
La portiera, aria fresca. Il posto da su una strada piuttosto ampia, zona industriale; un vicolo da un lato ed una trasversale d'asfalto dall'altra. Forse un po' troppo in vista, specie per il ragazzo e Tosca, ma se è un punto di riferimento anarchico come minimo sarà soregliato. Il sacchetto gli dondola al fianco, il ratto squittisce coprendo l'unico suono gradevole della nottata, la deliziosa inflessione francese. Cosa? Chiede, ruotata la testa bendata pescando i pezzi di parola così da dargli un senso. ... Guarda lei, poi il sacco. Se insisti. Sappi che mi spiace, per questo, era l'impegno preso. Gielo allunga quindi, con un po' di rammarico. Gettare il cucciolo prosciugato così da tenerlo lontano da lei sarebbe stato di certo più originale come gesto, rispetto ad un mazzo di rose. A più tardi, Jaquie. Grazie. Asciutto ma davvero riconoscente.
In attesa degli altri, si approprierebbe immediatamente di un angolo scuro, adombrato, ben più sicuro dei riflettori un tempo confortevoli, specie se da un momento all'altro dovesse avvenire un via vai di avventori.. -
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Rimase senza parole nel vedere il roditore seguire i suoi intenti, girando sul palmo come il migliore dei cuccioli ammaestrati. Come se avesse effettiva intenzione di far tutto ciò. Sono atti semplici ed istintivi, come il loro temporaneo legame.
Dio... Accarezzò il topo, cosa che da viva difficilmente avrebbe fatto, e lo porse con delicatezza al padrone. E' stato strano...come un'intuizione. Si girò verso Jacquie e rispose al sorriso con una copia più lemme, colpita e in pieno processo. Gangrel. Ripeté. Sono una Gangrel E dunque pensò, non riuscendo bene a collocare ma soprattutto comprendere la sua nuova identità e ciò che ne sarebbe derivato. Venne distratta dal frenare della vettura, che la portò a guardare fuori dal finestrino e di contro sorprendersi alla vista del Red Star. Internamente se lo aspettava come un locale...forse un night club visto il nome. Non quella bettola.
Va bene Jacquie, grazie ancora. Saprò sdebitarmi. E così uscì dalla vettura, tutta allampanata per la veloce sequela di eventi. Guardò dietro di sé e una volta controllato che Jonathan li seguisse si mise in coda al gruppo per entrare con loro.
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Il piccolo vampiro annuì alle parole di Jacquie, prima di riprendere a guardare spensieratamente fuori dalla finestra. Anche se aveva annuito in realtà non gli era troppo chiaro cosa intendesse con sangue più antico, gli era tuttavia chiaro che il suo potere ipnotico funzionava sia sugli umani che su altri vampiri, ma non su tutti i vampiri, alcuni potevano facilmente ignorare il comando che gli veniva imposto. Doveva tenerlo bene a mente per il futuro. Non poteva fare a meno di chiedersi quali altri poteri era in grado di utilizzare, col tempo li avrebbe sicuramente scoperti.
Giunti di fronte all'edificio, il bambino, salutata Jacquie, scese dalla macchina e fece una smorfia alla vista del Red Star Rock Bar. Non aveva ancora visto com'era all'interno, ma gli dava tanto l'impressione fosse un luogo noioso, di quelli che potrebbero piacere solo agli adulti, difficilmente avrebbe cambiato idea entrandoci.
Mmmmh borbottò, esprimendo il suo malcontento.SPOILER (clicca per visualizzare)Entro, in compagnia di un adulto, che se entro da solo mi buttano fuori a pedate.
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Il guidatore si lamenta inutilmente, quando Jacquie prende in consegna il sacchetto da Rigoletto. La stessa Toreador lo afferra con reticenza e disgusto, ma dopo aver verificato che non ci fossero perdite, semplicemente rivolge lo sguardo a Lin, e quello è costretto a ingoiare qualsiasi maledizione agli antenati abbia in mente.
Una volta che tutto il gruppo è sceso, la Multipla riparte, allontanandosi di gran carriera.
Prima che possano entrare dalla porta, la ragazza di colore si stacca dal gruppo e si para davanti ad Aurelio.
La giovane ragazza, vestita con un abito a tubino nero che le lasciava le spalle scoperte, non dice una parola, ma guarda con grande intensità Aurelio negli occhi. Passano alcuni secondi, e poi i suoi occhi castani dietro agli occhiali tondi sovradimensionati, vagano sugli altri membri del gruppo. Jonathan, Tosca, si soffermano su Rigoletto che già ha attratto l'attenzione degli altri uomini che fumano e bevono. I loro commenti scortesi e inappropriati sull'aspetto di Rigoletto vengono fatti tacere dalla donna.
Piantatela, ragazzi. Non mi sembra il caso.
Lo dice con la "r" arrotata tipica dell'accento di Marghera, sfoderando un sorriso a trentadue denti, il cui candore risalta sul rossetto scuro, e un ammiccamento. Poi gira la testa verso il gruppo di Neonati, infila un dito nell'angolo della bocca, e tira per mostrare un canino insolitamente lungo e appuntito.
Sono Francy. Seguitemi.
Quindi si volta sugli anfibi neri, salutando con un cenno della mano gli altri avventori.SPOILER (clicca per visualizzare)Nota: Pregio Attraente
L'interno del locale è quello che ci si può aspettare dall'esterno. Un bancone in legno lungo 3 metri, dietro al quale vengono conservate le bottiglie di alcolici su scaffali mai spolverati. Uno sguardo indagatore noterebbe la grandissima preponderanza di bottiglie ambrate di Jack Daniel's. Il barista asiatico è seduto allo sgabello, mentre guarda la televisione 50" appesa all'angolo superiore del locale. Al momento gli avventori sono pochi. Oltre a quelli che hanno deciso di prendere una pausa sigaretta, ce n'è un'altra mezza dozzina, attorno al tavolo da biliardo, oppure che guardano la partita in televisione, con una birra in mano, seduti a sgabelli di legno attorno a botti riciclate come tavolini. L'ambiente è in penombra, immerso in una musica rock classica sparata ad alto volume.
Francy dà uno sguardo al barista che distoglie un secondo lo sguardo dallo schermo per farle un cenno col capo, quindi conduce il gruppo verso l'angolo nascosto dalla fine del bancone.
Benvenuti al Red Star.
Dice agli altri, alzando la voce.
In quell'angolo, una scala a chiocciola scende nel ventre della terra. I Vampiri scendono di poco più di un piano, e si trovano davanti a una porta nera dalla quale filtra della musica. Francy spinge la porta, e il gruppo si ritrova in un ambiente molto diverso. Sembra più grande rispetto al piano superiore, quasi il doppio. Se al piano terra regna una fumosa penombra, qui sono i neon e le luci colorate a dare l'atmosfera a quella che è una discoteca di musica elettronica, tecno e trap, che accompagnano le danze e i flirt di una ventina di giovani.
Francy accompagna i Vampiri verso il bancone del bar, dove una ragazza orientale sta discutendo animatamente col barista, asiatico anch'egli.
Una figura minutissima, è praticamente arrampicata, quasi in piedi sul cuscino rosso dello sgabello d'acciaio, sbattendo la mano sul banco e urlando parole incomprensibili al barista, che non si risparmia dal rispondere a tono.
Ehi! Ehiiiiiii!
Francy la chiama, dandole una sberla sul sedere.
La ragazza asiatica, dall'abbigliamento in linea con i neon fluorescenti della pista da ballo, insulta nuovamente il barista, e poi si volta. Gli occhiali tondi a grandi passano in rassegna i nuovi arrivati, soffermandosi su Aurelio e Tosca, ma passando solo brevemente su Rigoletto.
Sono quelli di Marco.
L'effetto della spiegazione di Francy è che l'asiatica esclama: Ayiaaaaah! con un'espressione ben poco soddisfatta. Butta giù in colpo il cocktail che aveva davanti, lancia un altro insulto incomprensibile al barista, e balza dallo sgabello, facendo strada al gruppo verso una porta riservata al personale, e quindi attraverso una seconda porta chiusa a chiave, attraversato un disimpegno.
La nuova stanza è sempre illuminata da neon colorati, e divanetti la percorrono per tutto il perimetro.
Appena entrati, la porta viene chiusa, e la musica viene lasciata all'esterno. La ragazza asiatica si affretta verso uno dei divanetti, si china e apre uno scompartimento da dove estrae dei lenzuoli, che stende a coprire uno dei divani.
Ecco. Sedetevi lì
Istruisce l'asiatica, per poi sedersi su uno dei divani rimasti senza lenzuolo.
Io sono Lidia. Lei è Francy. Jacquie l'avete conosciuta. Dov'è mio fratello Angelo?
Dice in rapida successione.
È ripartito con Jacquie subito, A Li. Non preoccuparti.
Risponde Francy, mettendosi a sedere accanto a lei. Sposta dei cuscini dietro la schiena, e poi si rilassa sullo schienale.
Ehi! Spero che non avete sporcato la macchina!
Riprende Lidia, rivolta verso i Neonati.
Comunque chi siete voi? Perché conoscete Marco?. -
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Una intraducibile smorfia difforme sta a significare "lo hai chiesto", presso Jaquie; Se ne sarebbe liberato poi, ma questo è. Il congedo, l'angolo scuro ed un poco isolato... Ma non serve. Alcuni, lì, fuori, non mancano di inquadrarlo subito per come appare o ciò che effettivamente è, negandogli di scivolare via chetamente. E questi? Vampiri anche loro, o semplici inconsapevoli? Sorcio in spalla, li squadra a lungo sentenziando un generoso dito medio per tutta la squadra, un sogghigno ed un annuire tutto amichevole mentre muove in tondo l'avambraccio così che nessuno abbia dubbi riguardo l'indirizzo; tutti, eh già. Teste di cazzo... Un vetro rotto nello zigomo e vedi come ridi, poi...
La donna sembra possedere una certa influenza su quel gruppo di stronzi, e sembra pure prediligere la scena parandosi davanti ad Aurelio, piuttosto che intervenire sul soggetto indiretto della sua prima frase. Quel gesto, il canino. Quel gesto, il canino rivoltoci... Questi tizi allora non sono vampiri? Dubbioso, rinfodera il medio ragguardevolmente lungo per studiarla e muoverle un cenno di silenzioso assenso.
L'ingresso è senza storia, l'unica nota forse rilevante è che orgogliosamente ed istintivamente continua a prediligere la vicinanza delle ombre. Schivo e ricolmo di domande sul rapporto tra anarchici ed umani, si guarda attorno tentando di fare spazio nella testa e concentrarsi sulla struttura del locale. Grazie, Francy. Raschia, facendo inerpicare gli angoli della bocca sui lineamenti devastati e coperti di bende ad imitazione di gentilizio sorriso. Si scendono le scale, si passa la porta che ha l'aria di essere il confine tra il pubblico ed il club privato; niente insulti stavolta, l'asiatica su di giri al bancone lo ignora. Devo riflettere se è meglio questo od il pacchetto di disprezzo e compatimento.
Francy spiega, quella urla e se ne va aprendo la via ad un ulteriore scrigno segreto. Boh... Una stretta di spalle, ed il pensiero passa. Indubbiamente tra le due, comunque, c'è parecchia confidenza. Si fa scudo con gli involontari compagni di squadra, per bypassare eventuali attenzioni da parte dei ragazzi impegnati nei bagordi; dubita che si avvedano di quella stranezza vomitatata dal crepuscolo, ma non si sa mai.
Passata l'altra porta, il privé; non sa davvero come interpretare il presentarsi di quelle lenzuola, osserva piuttosto che aprir bocca. Germofobia? Eccesso di zelo? Un tempo si sarebbe fatto di certo molte meno domande, traendo la ben più probabile ipotesi di invito ad un'orgia. Bei tempi; tette, culi, i molti utilizzi di una racchetta da ping pong... Moloch s'annoia e decide che rosicchiare un po' di garza impiastricciata di vitae è una buona idea.
E' una bella domanda. Piuttosto, Marco sembrava conoscere la nostra posizione, sconosciuta anche a noi stessi, all'inizio di questa... Tetra favola. Ci ha pescati in una cucina, subito dopo la nostra evasione dalla cella frigo del Casablanca.* Anche se bella, quindi, è malposta. Piuttosto, perché Marco conosce noi? Non prende ancora posto sul divano, preferendo per il momento starsene in piedi nel suo angolo, dove i neon possono solamente sfiorarlo. Badate, non è irriconoscenza nei suoi confronti o nei vostri, è che francamente non saprei come rispondervi. Di lì, il presentarsi. Potete chiamarmi Rigoletto... A li? Lidia? Domanda indirettamente conferma del suo nome, gesticolando il "più o meno" con la mano aperta e dorso in alto. Un buffetto con l'unghia puntuta alla chiappa del ratto fa smettere questo di rosicchiare. La macchina è ok. Il sacco del mistero non perdeva, me ne sono assicurato.SPOILER (clicca per visualizzare)*Tenterebbe di misurare la loro reazione sul piano empatico/sociale una volta fatto il nome del ristorante.. -
Aurelio Degrassi.
User deleted
Ligio ai suoi pensieri e di atteggiamento contrariato (sebbene infine calmo) il Degrassi fece per entrare nel locale, ma venne intercettato. Davanti ai suoi occhi si parò una soggetta niente male, a cui lui ricambiò lo sguardo intenso.
la sicurezza...? riflettè meditabondo, ignorando gli altri astanti e rimanendo leggermente in contropiede.
Coglie il gesto della donna, l'osservazione di quel dente un po' troppo pronunciato, sospira e segue.
Pieno di scetticismo Aurelio varcò le porte del RedStar con la verve tipica e frizzante di un funerale siculo; Spalle alte, sguardo stanco, e l'atteggiamento di chi da un momento all'altro si aspetta una vedova che si butta in lacrime su una tomba.
l'attesa si fa snervante, e le luci fluo in un primo momento misero in difficoltà la vista del Serpente. Basse, ma se guardate direttamente spezzano gli occhi. Torvo, e ancora più infastidito di prima, si limitò a seguire le indicazioni e a prendere posto sulla prima seduta.
Rigoletto spiega la situazione in modo completo, e lo stesso Aurelio annuisce leggermente alle sue parole, quasi a confermarle.
Una breve riflessione sullo slang usato. Gesti sottili, ma nessuna parola esplicita. quelli di marco. soppesò chiudendo gli occhi. Orecchie tese nel seguire il discorso, ma lasciando perdere l'idea di godere della vista di questa insolita accozzaglia di vampiri. non che prima...SPOILER (clicca per visualizzare)è un po' che non frequento locali, ma mi sa tanto che i neon sono un vero e proprio cazzotto nell'occhio per il Degrassi.
Cercherei di limitare gli sguardi solo se interpellato, ma per il resto sto ad occhi chiusi.. -
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Seguì l'andazzo al primo step, Francy. La adocchiò di lato e, al gesto del canino, si passò la punta della lingua tra i denti, ad incontrare le zanne a riposo. Ma quanti siamo? Si chiese internamente, proprio mentre il gruppetto rideva di Rigoletto. Nel vederli si perse in un verso strascicato, gutturale avviso a cui seguì una lunga e allampanata occhiata.
Istintiva ed umorale qual era smise tutto d'un tratto di torchiare gli sconosciuti e si diresse verso il Red Star, lasciandosi guidare dalla loro nuova amica dapprima verso l'interno e poi nei meandri di un locale del tutto diverso e inaspettato.
Da fuori è un po' fuorviante. Ammise, socchiudendo gli occhi a quelle luci. Immagino che sia stato fatto apposta, si? Non le erano mai andate a genio quel genere di locali, non era il tipo. Ma quello era un luogo sicuro, con gente che non li appendeva ai ganci da macellaio ne che sparava da auto in corsa.
Tosca. Si presentò con tono basso, osservando mentre l'asiatica copriva i teloni. Siamo così sporchi? Si guardò, ricordando solo in quel momento cosa avesse addosso. Dio, ho bisogno di una doccia... No, sono stata attenta. Il sacco...non perde. Assicurò, lasciando il più del discorsivo al Nosferatu. Di suo annuì ai punti salienti, senza però aggiunger altro.. -
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Il piccolo vampiro seguì Francy col resto del gruppo. Proprio come aveva immaginato, quel locale era barboso, non c'era nulla che ai suoi occhi potesse anche solo risultare un minimo divertente, era un locale evidentemente pensato per gli adulti.
Ebbe la stessa identica reazione di noia vedendo la seconda parte del locale, quella da cui si accedeva scendendo delle scale a chiocciola, la musica era decisamente troppo alta per le sue orecchie e quelle luci colorate alla lunga risultavano fastidiose. Eppure, a giudicare da quante persone c'erano, quel posto sembrava piacere molto. Forse era lui quello strano.
Grazie... commentò non troppo contento in risposta al benvenuto di Francy, con le mani sulle orecchie per tapparsele.
Francy li portò da un'altra ragazza, che il bambino salutò con un timido e insicuro Ciao come faceva con tutte le persone che non conosceva. Quella ragazza, decisamente stravagante nel suo modo di fare, dopo aver borbottato qualcosa che il bambino non aveva capito, accompagnò il gruppo in un'altra stanza piena di divani.
Prima di farli accomodare in un divano però lo coprì con dei lenzuoli, gesto che non passò inosservato al bambino, che ne chiese il motivo con la tipica innocenza fanciullesca.
Signora, perché ha coperto il divano con dei lenzuoli?
In una situazione come la sua e il resto del gruppo c'erano mille altre domande che avrebbe potuto fare, eppure lui chiese solo quello, del resto era un bambino, spensierato in quanto tale, e non sembrava ancora aver capito la gravità della sua condizione.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Visto che siamo nella giocata della sperimentazione, permettetemi di fare il prossimo esperimento con le cornici dei png, e fatemi avere un feedback. È tutto molto in divenire, in aggiornamento e in revisione. Sono sicuro che sarà disastroso! 😁
Character: Rigoletto || Situation: Int + Intuito || Date: 22.03.2021 || Time: 12:21
Difficulty: || Dice Pool: 5 || Hunger: 2 || Speciality: No
Success: 6Success: 7Success: 10Failure: 4Success: 7
Successes: 4 || Criticals: 0 || : Result: SUCCESS
Quando pronuncia il nome Casablanca, Rigoletto percepisce una luce di comprensione negli occhi delle due donne. Come se il loro pensiero fosse "Ah, ecco che si spiega". Un lampo che viene subito sovrascritto da dubbio e scetticismo.
Lidia è letteralmente "spaparanzata" sul divanetto, stesa sul fianco con un braccio che le regge la testa, mentre con l'altra mano gesticola in modo vivace ed eloquente, parlando come una mitraglietta.Sun Li "Lidia"
Ok. Tosca, Rigoletto, un moccioso senza nome e un altro tizio che non parla.
Io sono Sun Li, o Lidia. A Li solo per gli amici, e sono la proprietaria di questo posto, perciò siete miei ospiti. Se proprio vuoi saperlo, nanerottolo, le lenzuola sono perché non siete proprio profumati. Che poi, zaogao, chi cazzo è il mostro che abbraccia un bambino? E chi è il mostro che gli ha tagliato i capelli?
Francy, seduta anche lei comodamente tra i cuscini, le gambe nude accavallate una sull'altra, e le braccia larghe stese sullo schienale, interviene con calma ben diversa.Francesca "Francy"
Pregi: Attraente
Dagli una tregua, A Li. Sono stanchi e confusi. Lo vedo io, figurati se non puoi vederlo da te.
La ragazza orientale, mette il broncio, e tira fuori da una tasca una gomma da masticare, la scarta e la mette in bocca, cominciando a masticare rumorosamente.Sun Li "Lidia"
Lo vedo... beniscimo
Mi shta shulle palle dover occuparmi delle stronsciate di...
Dice con aria più sommessa, biascicando sia per la posizione non proprio ideale per le conversazioni, sia per le mascelle impegnate nella masticazione, ma viene
interrotta dalla porta che si apre all'improvviso, facendo entrare un lungo cappotto verde dal taglio ricercato. Una ragazza all'apparenza giovane tanto quanto le altre. La lunga frangia castana le copriva delle sopracciglia folte e degli occhi marroni dallo sguardo acquoso e sognante, incastonati in un volto dalle caratteristiche somatiche che possono ricordare il medio oriente.
Zamora
Marco! Figlio di puttana! Sei qui?
Esordisce così, prima di avere il tempo di darsi un'occhiata attorno e accorgersi dei presenti.
Oh, ciao! Sono Zamora. Piacere.
Saluta, cambiando completamente atteggiamento.
Voi dovete essere i nuovi arrivati. Che bambino carino!
Zamora si avvicina a Jonathan, e gli "spettina" i capelli sulla testa, in modo giocoso.
Benvenuti al Red Star. Lidia ha già cominciato a rompete le palle?
Chiamata in causa, Lidia alza il dito medio, facendo esplodere una bolla rosa fatta con la bocca.
Lasciatela stare. È nervosa perché a nessuno piace occuparsi dei casini di Marco. Non ce l'ha con voi. Datele il tempo di riposare, e sarà di umore migliore.
Quindi si rivolge alle ragazze.
Jacquie dov'è?Francesca "Francy"
Pregi: Attraente
Se n'è andata con Angelo. Probabilmente voleva controllare che fosse tutto a posto. Ettore viene?Zamora
Secondo te Ettore si scomoda a venire ad accogliere degli ospiti?
Risponde a Francy, alzando gli occhi al cielo, quindi torna a rivolgersi al gruppo di Neonati:
Avrete bisogno di riposare, l'alba si avvicina. Abbiamo delle stanze sicure per dare rifugio a chi ne ha bisogno. Sarete al sicuro qui. Vi ci porto subito, così potete sistemarvi, se siete pronti.. -
Aurelio Degrassi.
User deleted
Occhi chiusi in un oceano di luci fluo, e decisamente troppe parole per capirci qualcosa, specialmente nella serata appena trascorsa. Tra celle frigorifere, ristoranti, omicidi, inseguimenti in auto, alberghi di merda, voci sibilanti nel cervello, nuove auto e ora questo al Degrassi non è rimasto altro che la contemplazione.
La contemplazione delle sue paranoie, e di ricordi che riaffioravano in modo sbiadito e inefficace, e si ammassavano confusamente a quanto recepito fino a quel momento. Ma più di tutto, al ministro rodeva la totale mancanza di controllo, l'incapacità di resistere alla tempesta per essere sballottati qui e la come bambini inefficaci. Per un individuo la cui identità si basava esclusivamente sul controllo di altri, l'idea stessa di quelle persone lo stava logorando.
il tempio del popolo non può certo nulla contro gli USA. concluse, portando le mani giunte al naso e bocca coprendosi.
Ma assieme alle amare conclusioni ci sono anche le consapevolezze: quella di non essere assolutamente esperto di quanto gli si sta parando davanti, il sentirsi un orfano in un mondo nuovo e sconosciuto, il fatto stesso che la sua setta avesse infiltrati...
Informazioni "tante", ma grezze. Solo la mente lucida poteva farne uso. Ma fino a quel punto, per quanto convinto di una marea di dettagli troppo strani per essere coincidenze, non poteva che fare buon viso a cattivo gioco.
Così, quando "nominato" come quello che non parla drizza a malapena le antenne, quel tanto che basta per rendersi conto che sta ascoltando, ma ancora rifiuta di aprire gli occhi.
La presenza della nuova voce non lo aiutò. volse il capo in direzione indicativa della fonte sonora. Vi ringraziamo molto per l'aiuto. ribattè, con tono gentile mi chiamo...Aurelio. E temo che nessuno di noi sia nelle migliori condizioni. Ragione per cui una stanza sicura potrei vederla come un dono del cielo. Tutti noi potremmo, sicuramente.
Rilassò l'espressione accigliata, in favore di un volto più calmo e accomodante che lasciasse intendere riconoscenza, celando quindi il sospetto. perdonate gli occhi chiusi, ora come ora sono quasi cieco.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Non ci credo, un successo alto^^
Invece è forte, mi piace e permette di seguire bene gli scambi dei png. Bella idea u.u
Il labbro superiore del mostro in penombra freme di soddisfazione; da quando scovare particolari e rimestare nel torbido è diventato così piacevole? Neppure se lo domanda, troppo impegnato a rovesciare sulle donne il tossico baluginio degli occhi comparabile solamente a quello di un bracco che ha fiutato la pista.
Al tatto, la piccola videocamera divelta nel ristorante e che ancora porta nella tasca del blazer economico gli ricorda che ha un indizio, seppure molto flebile; magnifique. Farebbe anche per intervenire oltre ma il chiassoso battibecco albeggia, oltremodo accelerato dalle azioni di Marco che ne sono con evidenza il combustibile, e così si limita alla gestualità delle mani a mò di resa, inequivocabilmente sottesa a calmare gli animi. ehm...
E dunque una terza, tale Zamora. E andiamo. In questo posto non ce ne è una brutta, che mi faccia sentire meglio con me stesso, magari meno in imbarazzo? Abile gioco dialettico, rovescia il proprio orribile ruolo per mezzo di ironia che altro scopo non ha se non quello di testimoniare la verità; difficile, in quello stato, non sentirsi da meno dopo aver incontrato quattro bellezze del genere. Nessuna? No? ...Ok, mi sentirò uno schifo allora. Sogghigna.
Un cenno vacuo presso Zamora. Nah, nessuna offesa. Anche se la storia delle lenzuola avrebbe potuto risparmiarsela. E difatti neppure s'è seduto. Ha tutta la mia comprensione. Qui siamo in parecchi ad essere incazzati, appreziamo l'aiuto, grandemente. Congiunge le mani e si esibisce in uno di quei pidocchiosi inchini finto namasté tanto cari agli pseudo artistoidi per i quali, evidentemente, l'appropriazione culturale non è un peccato sociale che possa tangerli.
Grazie. Francy, Lidia, Zamora... Sfiata, tumorale, un altro agghiacciante sogghigno di commiato alle due, così da lasciarsi condurre dall'ultima venuta. Se non fosse domandare troppo, l'indirizzo di un posto da queste parti dove sarà possibile trovare animali... Per domani sera, sapete... Rhm. Fogna, bidoni... Un negozio, qualsiasi cosa. La dentatura marcia e storta fa mostra di sé, rendendo piuttosto chiaro come la Fame non sia cheta ora, e men che meno lo sarà l'indomani notte. E se sareste così gentili da fornirgli un paio di occhiali da sole... Chiederebbe vago, in favore del gruppo. Sarebbe magnifico.. -
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La Gangrel aveva scoperto la sua bisessualità da relativamente poco; si era guardata attorno in cerca di svago dopo la separazione dal marito e, metti la curiosità, metti la voglia di cambiare aveva iniziato ad uscire con qualche donna. Il suo stesso abbraccio non fu altro che una serata con una sconosciuta all'inizio, prima che mutasse in tragedia.
Per questo ritrovarsi in mezzo a quel carrozzone di modelle la lasciò decisamente attonita, distratta. Osservandola la prima cosa a cui si poteva pensare era che fosse presa, fin troppo, nel seguire lo scambio tra Lidia, Zamora e Francy. Erano ovviamente delle belle donne, impossibile affermare il contrario, ma quello che la restauratrice aveva in mente non era una veloce sforbiciata quanto un miscuglio di invidia e stupore. Il controllo mostrato, il destreggiarsi di fronte a degli sconosciuti -allo sconosciuto- con così tanta sicurezza. Ben lontane da quel mostro ringhiante che un'ora prima aveva divelto un animale. Semplice e preziosa normalità. Un qualcosa di assurdo per la neonata che era.
Tanto loro quanto Marco, il pornoattore loro salvatore, mostravano una sicurezza sulla loro condizione che riuscì a rassicurarla. Erano un suggerimento, uno sguardo al futuro. Ci si abitua? Diventa normale? Si chiese, priva dell'appeal necessario per vomitare fuori quelle domande così semplici, eppur essenziali.
Alle domande di Zamora scosse leggermente il capo: non si era offesa, in verità non le importava nulla di sedere su un lenzuolo o di beccarsi delle lamentele se questo significava avere un posto sicuro in cui stare. Marco lo fa spesso? Intendo sguazzare nei casini. Era chiaro che in quel caso il casino fossero loro, la nuova muta di cuccioli.
Annuì un ringraziamento e sfilò dietro alla bruna, come sempre assicurandosi che il bambino la seguisse. Siete...siamo in tanti qui? Di noi. Non molto sicura di come tirar su una conversazione, rendere normale lo scambio.
Edited by Tosca Rinaldi - 24/3/2021, 09:37. -
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Nanerottolo... Perché tutti continuavano a chiamarlo così, nonostante fosse ben evidente che fosse un bambino. Gli adulti sono proprio ottusi...
Non sono un nanerottolo, sono Jonathan. emise uno sbuffo Ho solo 10 anni, devo ancora crescere. e per la cronaca, tra qualche anno lui almeno sarebbe cresciuto, lei antipatica era e tale sarebbe rimasta.
Voltò la testa in direzione di Aurelio con sguardo accigliato quando Lidia si domandò chi era la bestia che gli aveva ridotto così i capelli. Fortuna che domani torneranno come prima... o, almeno, così aveva detto Jacquie.
Salutò la nuova arrivata, Zamora, contento che questa non avesse fatto commenti sulla sua altezza..
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