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.CITAZIONE
Detta anche "Casa Michael", si tratta di una delle tante villette un tempo dignitose che sono state devastate dall'uragano Katrina e mai rimesse in sesto. Il tetto è crollato rendendo buona parte del secondo piano inagibile o esposto, ma i muri si reggono ancora in piedi e nel tempo hanno permesso a diversi gruppi sociali di basso strato di trovarvi rifugio gratuitamente. Nell'ultimo periodo, causa rottura e successiva chiusura di uno dei tubi principali della rete idrica, l'isolato è rimasto senza acqua corrente spingendo anche gli ultimi occupanti abusivi ad andarsene.
Questo ha permesso a Yvonne di ricavarsi il suo rifugio pressoché indisturbata, per quanto i suoi interventi si siano limitati all'aver inchiodato le persiane e riparato alla bene e meglio la scala che porta in cantina, luogo dove riposa durante il giorno, all'interno di un vecchio congelatore non più funzionante.
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Quella notte era sbagliata.
Era un po' di tempo che sentiva che qualcosa non andava nel verso giusto, ma quella notte era proprio sbagliata.
La sera prima aveva fatto molta fatica a nutrirsi; i vicoli erano puliti e vuoti come per una visita presidenziale, i suoi contatti spariti o brancolanti nel buio, e persino gli animali, che solitamente erano la sua ultima chance di nutrimento, erano sul chi vive.
La città era diventata più ostile negli ultimi tempi, lo sapeva e lo aveva capito, ma tutti i suoi sensi pizzicavano quella notte. Prese mille precauzioni ulteriori prima di dirigersi al suo rifugio, cosa che le costò molto tempo ma che le permise di poter chiudere la porta con un po' più di tranquillità verso eventuali pedinatori. Controllò scrupolosamente gli angoli più bui della casa, nascondigli o trappole varie, ed era quasi l'alba quando finalmente aprì lo sportello del suo congelatore.
Si avvolse nella sua coperta preferita e si mise comoda, preparandosi al sonno. Nel fare ciò, si rese conto di una cosa terribile: non aveva il suo ciondolo.
Si tirò di scatto a sedere, tastandosi e frugandosi nei vestiti. Quel piccolo crocifisso malconcio era tutto ciò che le era rimasto del suo Sire. Non valeva niente, ma aveva un peso sentimentale non indifferente. Lo portava sempre con sé, come poteva averlo perso in giro?
«Oh, maledizione!» imprecò tra i denti, constatando che il ciondolo non era più su di sé. Forse la catenina si era rotta ed era scivolato, forse si era sfilato l'ultima volta che si era cambiata... Forse c'era ancora modo di ritrovarlo.
Purtroppo però la tenue luce che filtrava dalle assi le ricordava con implacabile precisione che l'alba stava per giungere. Non aveva senso uscire ora, non poteva fare altro che mettersi buona e rimandare la ricerca alla notte successiva.
Si sdraiò nuovamente, chiuse lo sportello, poi gli occhi. E con tristi pensieri in capo, scivolò nel sonno senza sogni dei Non Morti.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Ok, dovevi ruolare il tuo risveglio. Non la sera prima.
Comunque fa nulla.
La piccola e sghemba Nosferatu si svegliò di colpo, immersa nel buio del suo amato congelatore. Il cubo di plastica e metallo riusciva di solito a schermarla un minimo dai rumori esterni, ma ciò che l'aveva strappata dal suo sonno non era stato un forte boato o chissà che sconquasso...quando un continuo, fastidioso grattare. Lo sentiva su tutte le pareti, piccole unghie sull'alluminio a copertura.
Un risveglio terribile e claustrofobico, tale da mettere sul chi vive persino la Bestia della Neonata. Spronarla a fuggire, a reagire.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Comincio alla grande insomma XD Sorry!
Era già il tramonto? A Gospel sembrò di svegliarsi di soprassalto, in maniera non naturale. Non le succedeva da quando era umana, e i suoi sonno venivano disturbati da rumori improvvisi e violenti. Decisamente, la sensazione di panico insorgente e adrenalina a mille non le mancava proprio.
La sostanza chimica che induceva agli sprazzi di energia non le scorreva più nelle vene, ma la Bestia compensava abbondantemente: qualcosa non andava, qualcosa non andava affatto.
"Topi? Ma che succede?"
Sì girò, aprì meglio gli occhi, tentò di capire se la sua bara di plastica e circuiti del freddo era ancora integra. Sembrava di sì, ma per quanto lo sarebbe stata?
Cosa fare? Restare ferma e sperare che tutta quella gratteria finisse? Uscire di colpo contando sull'effetto sorpresa e mettere in fuga qualsiasi cosa ci fosse là fuori?
Furono opzioni valide per altri quattro secondi e mezzo, circa. Poi l'istinto prevalse: si tolse la coperta di dosso, e tentò con uno spintone verso l'alto di aprire il coperchio del congelatore e balzare fuori, pronta a correre via il più velocemente possibile.. -
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Yvonne spalancò improvvisamente il coperchio del vano e saltò fuori dal suo giaciglio, come uno sghembo e brutto giocattolo a molla. Si ritrovò davanti ad un nutrito, compatto nugolo di ratti in corsa tutt'attorno a lei, quasi volessero chiuderla sul posto. La fitta marea marrone riempì l'angusto locale con una sequela di striduli squittii e, senza mai fermare completamente l'ondata, iniziò a frammentarsi.
Alcuni dei roditori restarono, fissandola smaniosa ma senza volersi avvicinare oltre. Altri risalirono veloci le scale, diretti verso il piano superiore da dove la Neonata sentì altri movimenti, diversi. Qualcuno dei roditori più paurosi si nascose tra la spazzatura della stanza, al sicuro dal bipede malefico. Ciononostante si trattava ancora di una quarantina di ratti, così tanti da poterla sopraffarla senza molti problemi.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa per il ritardo, fino a venerdì prossimo potrei non essere celerissimo.. -
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Topi. Erano effettivamente topi, come aveva pensato, ma in una quantità così inusitatamente elevata da poter cancellare ogni ipotesi di un fenomeno naturale.
Quei roditori erano stati mandati lì apposta, oppure fuggivano da un pericolo molto grande... Ma la Nosferatu conosceva abbastanza bene il comportamento di quei piccoli animali da poter optare più per la prima opzione, che per una fuga scomposta.
Avevano mille luoghi in cui poter fuggire, e il suo scantinato non era uno di questi.
Poteva tentare di ammansirli, ma se questa era l'opera di un Fratello rischiava solo di essere uno spreco di energia. E quei rumori... C'era qualcuno al piano di sopra.
Non poteva, e non voleva, restare lì. Infilò la mano in tasca, in cerca del suo coltellino multiuso, e con passo rapido cercò di raggiungere le scale, pronta a scattare e a correre più veloce che poteva qualora i ratti avessero tentato qualche manovra ai suoi danni.
Non voleva correre su a tutta forza, se poteva evitarlo. Sperava di poter percorrere i gradini con il massimo silenzio concesso dalla struttura fatiscente e dai suoi piedi, per cercare di non allertare immediatamente chiunque, o qualunque cosa, fosse al piano di sopra.. -
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Yvonne decise di risalire al piano terra, bassa e cheta oltre che armata del coltellino svizzero. Un gradino alla volta, fino a quando non riuscì a scorgere una figura nel disastrato salone in cui sfociavano le scale del seminterrato. 
Si trattava di un uomo alto, dinoccolato nel suo strano abito di un viola balzano. Dimostrava all'incirca cinquant'anni, ben tenuti nella sua eleganza. Se ne stava in piedi in mezzo alla stanza, aprendo cassetti mentre qualche topo gli girava attorno sovraeccitato, come dei satelliti in orbita attorno ad un corpo celeste più grande.
Qualcosa lo fermò al terzo cassetto, facendogli alzare la testa e girare proprio in direzione delle scale. Yvonne si era fatta beccare. ...non muoverti. Schioccò con fermezza, andando a fissarla dritto negli occhi. Resta lì, e dimmi chi sei. La voce era melliflua, ma solo in apparenza. Sembrava qualcuno abituato a dire agli altri cosa fare, metterli sull'attenti anche quando entrava in casa loro di straforo.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa il ritardo, da venerdì sera riprendo i ritmi normali.
Ho fatto dei tiri di furtività, purtroppo ti ha sgamato per bene. -
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Zitta zitta, quatta quatta, la Nosferatu si portò in cima alle scale. Finché qualcosa non la tradì, forse un'asse scricchiolante, forse uno squittio di troppo di quei topi che vorticavano impazziti. Ad ogni modo, l'intruso si stava comportando da padrone di casa, senza alcuna apparente preoccupazione per chi in quella casa già c'era.
Gospel rimase immobile, come le era stato detto. Mezza china in avanti, coltello stretta nella mano nascosta nella tasca destra, occhi fissi sull'invasore.
Che poi, lei per prima aveva occupato abusivamente quella casa: aveva veramente il diritto di lamentarsi per quell'ospite inatteso?
«Mi chiamo Gospel» rispose la ragazza, senza muovere un muscolo che non fosse necessario al parlare.
«Dormivo qua sotto, e i vostri topi mi hanno svegliata.»
Considerati i modi con cui si era presentato, Yvonne scelse la via untuosa del servilismo. Meglio approcciarsi con rispetto e moderarsi successivamente, piuttosto che rischiare le ire offese di un possibile Flagello o altra carica importante.
«Cercavate qualcosa?» aggiunse dopo un istante. Non voleva guai, ma desiderava comunque capire cosa stesse succedendo. Quella era solo l'ultima di tante stranezze, e non poteva fingere che fosse tutto un caso fortuito.. -
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Yvonne si accorse di un particolare, un riflesso nella mano dell'uomo: un crocifisso scheggiato, che si passava tra le dita come con una moneta. Gospel. Sei una sopravvissuta, o nuova?
Un topo dall'aspetto piuttosto fulvo risalì la gamba dello sconosciuto, senza che l'uomo lo fermasse. E gli squittì all'orecchio, come un sussurro tra amici. Non sto cercando te, se questo può tranqillizzarti... Spiegò alla buona, indicando con un cenno lo scantinato. C'è per caso qualcuno con te? Un altro Nosferatu, magari?. -
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Nel tetro grigiore di quell'appartamento pieno di muffa, lo scintillio tra le dita del visitatore misterioso lampeggiiò come il flash di una macchina fotografica. Gli occhi di Gospel si fissarono per un istante su quelle dita in movimento, e per un attimo i muscoli le si contrassero e serrò maggiormente la presa sul coltello.
Quello era suo. Ne era certa. Non poteva essere un caso, e dubitava fortemente che quell'uomo fosse un buon samaritano venuto a restituirle l'unico oggetto di valore che possedeva. Valore sentimentale, tra l'altro, nemmeno materiale.
Lo sconosciuto sembrava, se non amichevole, quantomeno tranquillo per il momento. Se avesse voluto rimuoverla dall'esistenza sicuramente l'avrebbe fatto prima, mentre dormiva. E non stava cercando lei, stando a quel che diceva.
E allora perché era lì?
«Non credo di potermi considerare nuova-nuova... Dipende da cosa intendete. Sono a New Orleans da qualche anno, e ho diritto a continuare a farlo.»
Non voleva suonare arrogante, il tono si mantenne mite durante tutta la frase. Stava cercando di far capire che il Principe sapeva della sua esistenza, senza nominarla apertamente. Dopotutto non poteva escludere che chi si trovava di fronte a lei seguisse bandiere di altre sette.
«No, sono da sola... Lo sono da tempo. E non ho mai trovato nessun altro Fratello qui, non mi è mai parso fosse un rifugio già utilizzato da qualcuno.»
Un attimo di silenzio, un altro pugno stretto nella tasca, e dopo un'ultima esitazione indicò il crocefisso scheggiato con la mano libera.
«Quello l'avete trovato qui in giro? Somiglia a un mio ciondolo che stavo cercando...»
Continuava a sorridere, a parlare piano. Bisognava fare attenzione a dare del ladro a qualcuno, di quei tempi.. -
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Non mi sembra ci fossi ai tempi di Harriet. Un nome che Yvonne aveva già sentito dal suo sire: si trattava del vecchio Principe, che aveva condotto gran parte del Clan verso l'Infernalismo. E tutto per apparire umana e bearsi di nuovi e terribili doni.
L'uomo si guardò indietro, controllando che la porta di quel rudere fosse chiusa. Io sono...Jonathan. Un tuo fratello. La Maschera dell'altro Nosferatu si spezzò improvvisa come una ragnatela strappata dal vento, oltre la quale vi era il suo vero aspetto: davanti a Gospel vi era un essere longilineo e dalla pelle di un bianco sporco, spezzata in più punti da delle venature in superficie. Il viso era, più che mostruoso, una digressione alla norma. I tratti erano fini e taglienti per via dell'ossatura mutata, da cui si salvavano solo il naso e la bocca, costringendo il Lebbroso ad una continua espressione vacua e che mal si sposava con la sua eloquente parlata. Anche il timbro vocale era diverso, molto più basso e sporco. Come se grattasse continuamente su qualcosa ad altezza della laringe.
Questo? Fece penzolare il crocifisso dalla catenina, tenuta attorcigliata a dita diafane ed innaturalmente lunghe. E' di un mio amico, lo sto cercando da qualche giorno. E' anche lui un nostro fratello, si chiama Marcelo.
Il Celato giochicchiò con il povero monile, facendolo oscillare come un pendolo da ipnotizzatore. Libero, con un tempo tutto suo.SPOILER (clicca per visualizzare)Stat dimostrate:
Carisma 4 - Espressività 4 - Autorità 3 - Intimidire 2
Visto il tuo punteggio di Politica non hai la minima idea di chi sia.. -
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Non negò né confermò nulla della sua presenza ai tempi di Harriet. Il periodo del suo Abbraccio si sviluppava lungo una serie di mesi, e poi anni, in cui il tempo non aveva avuto alcun senso per lei. Settimane percepite come pochi minuti, ore lunghe come anni: e lei, una neonata irregolare, senza ancora il diritto di esistere.
Meno gente aveva chiara la linea temporale, meglio era.
Rimase quindi immobile, finché il Fratello che si era presentato come Jonathan non rivelò il suo vero volto. Un Nosferatu, esattamente come lei, cosa che strappò un piccolo accenno di sorriso alla più giovane.
«Piacere di conoscervi, Jonathan.»
Non era messo troppo male, per essere un Lebbroso, ma in generale Yvonne si trovava più a suo agio con le mostruosità, rispetto alle facce lisce.
Qualsiasi ombra di sollievo però lasciò il posto a un'espressione più accigliata.
«Non conosco nessun Marcelo» ammise, ed esitò leggermente prima di proseguire. «Ma il mio Sire ne aveva uno molto simile... Che mi aveva lasciato.»
Potevano essere i pezzi giusti del puzzle? Dopotutto Gospel non aveva mai chiesto se il Don avesse un altro nome.
«Però l'ho sempre chiamato Don, non so se fosse la stessa persona...»
Magari stava cercando di fregarla, ma c'era la possibilità che fosse in buona fede. Era un Fratello di Clan, ed emanava un'aura di sicurezza che a Yvonne piaceva, e che superava l'istinto del topo di fuggire verso la prima fogna utile.. -
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Don. Ripeté, accigliato per quanto potesse accigliarsi una simile creatura. La guardò, la squadrò. Soppesandola in chissà che modo, ma senza far trasparire brutti intenti. Era più...incuriosito dalla sua presenza.
Mi rendo conto di essere stato piuttosto maleducato nella mia invasione, Gospel. Mando via la truppa... Si trascinò verso una poltrona tutta scassata e prima di sedersi squittì con forza, più e più volte. I topi presenti iniziarono a svicolare via, fuggendo dentro anfratti e buchi. Nelle ombre della casa, com'erano soliti vivere. Era rimasto un solo topo con lui, ritto sulla spalla. Bene, allora... La poltroncina scelta come trono cigolò in protesta. Ti andrebbe di parlarmi del tuo sire? Il Marcelo che conosco io aveva tanti nomi e vite, abbastanza da confondere anche quelli vicini a lui.
Mise il crocifisso nel tavolino tra loro due, poi la invitò a sedersi con uno sguardo che, seppur gentile, non sembrava lasciar molto margine di manovra. Lo stavo cercando tramite l'odore che ha lasciato su alcune cianfrusaglie, il che mi ha condotto prima al crocifisso in un prato a qualche isolato di distanza e poi... -squittio del topo, che per la Neonata stava cercando di dar manforte al padrone- qui.
Edited by Shaitan - 24/2/2022, 09:39. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Jonathan l'ha chiamata Yvonne quando lei si è presentata come Gospel... Lo considero un lapsus off game o era voluto?.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)sono io che mi drogo, appena sono da pc correggo. Tu prosegui pure..
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