Salle Mnemach

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    Non aveva ancora ripreso il metaforico fiato dall’ultimo intervento, che la Custode ripartì nuovamente a pressare Alice. Quei pochi minuti furono estremamente sfibranti per la neonata spaccata in due tra il difendere il suo Clan e la sua opinione personale su di esso. La Custode continuava a insistere, a spingere, anche fisicamente avvicinandosi, rendendole sempre più difficile mantenere la lucidità, più difficile ogni risposta, ogni parola… Si trattenne dal fare un passo indietro per sottrarsi a quella sassaiola, per ritrovare un po’ di equilibrio.
    Strinse i pugni, poté sentire le unghie premere contro i palmi mentre la Custode le parlava di accettazione “NON VOGLIO ACCETTARLO!!!” Urlò solo nella sua testa. Abbassò lo sguardo eliminando la possibilità leggere il turbamento nei suoi occhi. Fissò un attimo la punta delle sue scarpe, splendide, ma facevano un male cane, come la donna davanti a lei.

    Tornò a guardare la donna negli occhi, sapeva che aveva ragione, in realtà le sembro più strana quella concessione da parte sua. Non sapeva bene se quella donna stesse cercando di spezzarla o spingerla a una reazione, una crescita.

    Parole dite? Capisco… Come potrebbe fidarsi solo delle parole di una sconosciuta...” Un sorriso un po’ amaro si dipinse sul volto della donna “eppure tutto parte da un’ idea, da un pensiero che ci si sente in dovere di difendere, per il quale si è disposti a rischiare di esporsi, anche troppo... Io posso sentire quest’aria, questa brezza in cui vive il cambiamento ora è solo un soffio leggero ma saprà diventare vento e tempesta, chi meglio di noi è in grado di fare questo? Basta solo una scintilla per accendere un fuoco sul giusto terreno... Penso si cominci a sentire il peso di figure troppo ingombranti che ancorano a un passato, paradossalmente troppo recente per essere quello in cui fummo la Furia di cui mi parlava” lo sguardo vagò nella sala a cercare chi, viste le sue teorie, pensava fosse affine al suo pensiero.

    La custode le era ancora vicina, quando continuò la sua “lezione”, troppo vicina per l attuale stato emotivo di Alice che, nonostante continuasse a vivisezionare ogni emozione con una fredda logica, non riuscì a evitare un mezzo passo indietro.

    Mantenne lo sguardo fisso sulla donna che continuava a parlare, sguardo, che tradì un incertezza nella comprensione di quanto le veniva detto, ma la donna davanti a lei sorrise e lei istintivamente sorrise di rimando.

    Il resto per Alice furono solo suoni, i suoi occhi non riuscirono a comprendere la strana reazione della donna che aveva davanti tanto quanto le sue orecchie non capivano quello che sentivano. Una cosa però notò, aprendo nuovi interrogativi nella sua mente, mentre pronunciava la frase nel suo idioma il suo sguardo era rivolto verso la coppia di Brujah che aveva attirato già la sua attenzione in precedenza. Percepiva un certo interesse... Possibile che quella donna avesse fatto il suo stesso ragionamento, ma era come se… Ne fosse emotivamente partecipe, ma perché? Conosceva effettivamente l’argomento in discussione? Era uno dei due a crearle quella reazione? Entrambi? Gli occhi di Alice si strinsero, chinò la testa leggermente di lato come a impegnarsi a dare un senso al tutto, ma non bastò. Ancora una volta si ritrovò a pensare che la maggior parte delle sue domande avrebbero trovato risposta da un unico interlocutore. Più ascoltava e più le sembrava anni luce lontano da lei, più la sua mente si apriva più le sembrava difficile l’interazione. Guardò la donna scuotendo leggermente il capo, i palmi delle mani rivolti verso l’alto ammettendo candidamente il suo limite.

    Lo sguardo della donna si mosse sulla destra, seguendolo Alice poté notare il ritorno della Clark. Uno sguardo d'intesa con la Custode, un lieve cenno del capo e un sorriso seguirono le parole che la donna usò per mettere un punto al discorso prima che la bionda tornasse, lo apprezzò.

    La bionda ritornò scusandosi dell’assenza come se qualcuno la stesse realmente aspettando, Alice le sorrise accogliente e lei ripartì subito con domande e commenti ricercando sempre le attenzioni della Delgado.

    Si rivolse a lei probabilmente solo sperando che lasciasse trapelare qualche dettaglio sul loro argomento di discussione. Alice si sarebbe ingoiata la lingua piuttosto che accennare a un discorso per lei così delicato con una che poco prima con il tatto di un carro armato aveva gettato fango su una Rosa davanti alla Custode. Non ebbe il tempo di rispondere perché la Delgado lo fece per lei, ad Alice non rimase che sorridere alla bionda.

    Lasciò che fosse la stessa bionda a restare più vicina alla Delgado quando quest’ultima si mosse alla ricerca di un posto a sedere e, quella che definì “cadreghina”. Approfittò di quel momento per mettere in ordine le sue idee e ritrovare lucidità ed equilibrio. Un passo indietro alle due donne ebbe modo di scrutare la sala, guardò in direzione di Lennox cercando inutilmente di capire se si fosse smosso dalla sua inattività. Guardò poi in direzione della coppia Brujah che aveva occupato i suoi pensieri e quelli della Custode, ma erano lontani, difficilmente leggibili e lei non poteva concentrarsi unicamente sulla loro interazione in quel momento. Sbuffò mentalmente la sua frustrazione

    In sottofondo ascoltava le donne parlare senza soffermarsi troppo, attenta quanto bastava per non essere colta impreparata da un’eventuale domanda e non risultare scortese, abbastanza sicura che la bionda non avesse interesse nel coinvolgerla.

    Una volta giunta al tavolo vide che era già occupato da alcuni fratelli i 2/3 di essi aveva già avuto modo di conoscerli, Jack Brook e Zeno Smith, il terzo non aveva idea di chi fosse, ma riconobbe la maschera, lo aveva intravisto prima tra la folla lì dove si era creato caos, insieme a Brook e l’Arpia. Si congedò dalla Custode ringraziandola infinitamente per la sua premura, chiunque avrebbe potuto pensare che si riferisse a quando detto su Forrester, ma nello sguardo di Alice c’era un muto ringraziamento che solo la Delgado avrebbe potuto capire.

    Volse la sua attenzione agli uomini di fronte a lei, i suoi occhi verdi spuntavano come fari dietro a una maschera nera che le copriva la zona degli occhi, era in merletto, più decorativa che coprente e immaginò che non avrebbe impedito ai fratelli di riconoscerla. Fece un passo verso il tavolo restando in piedi “Lunganotte miei signori” rivolse un saluto generale per poi soffermarsi sui presenti”Sig. Brook è un piacere rivederla” sorrise alla Rosa poi prosegui “Sig. Smith vede? Le avevo detto che sarebbe stato inevitabile…” Sorrise anche in direzione del Brujah. Si voltò poi verso il Teschio e allungò la mano verso di lui “Non credo di aver mai avuto il piacere… Io sono Alice William del clan Brujah molto lieta” sorrise serafica all’uomo.

    Prese posto al tavolo sistemando il lungo vestito nero composto da un corpetto che le lasciava le spalle scoperte e una lunga e ampia gonna in modo da non infastidire chi le era accanto “Se avevate intenzione d'iniziare a giocare… Fate pure ci mancherebbe…” Guardò gli uomini seduti inviandoli a scegliere come proceder, non aveva mai amato imporre la sua presenza a qualcuno
     
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    La bionda Canadese indossa un sontuoso vestito nero, che evoca l'eleganza e il mistero dei tempi passati. La gonna, ampia e sontuosa, cade in morbidi drappeggi e presenta risvolti che aggiungono un tocco di sofisticatezza al suo abito. La mancanza di una maschera veneziana si nota molto semplicemente.

    Lo sguardo della Dama sembra vagamente assente ed annuisce alle parole della Delgado. Non sembra particolarmente felice di quello che sta succedendo, ma questa è solo un'altra di quelle cose che questa sera sono fuori dal suo controllo.

    Vorrebbe anche continuare a flirtare con la Donna, invitarla ad esplorare il TableDeOs insieme, ma forse questo non è il momento adatto. O forse si, ma al di la delle capacità mentali della donna in questo momento.

    Una volta arrivata al tavolo, trattiene con grande impegno un piccolo sospiro o forse uno sbuffo.
    Un mezzo sorriso, quasi incrinato, viene offerto agli altri Fratelli presenti.

    "Un piacere rivedervi, e vedere facce nuove." fa una piccola pausa. "Sono Rebecca Clark, Dama della Luna. " un'altra pausa, un altro tentativo di fermare un sospiro. Forse le persone che la conoscono di piu possono notare che c'è qualcosa che non va in lei.

    "Avete idea di quello che sta per succedere?"
     
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    Leggi bene, semplifica la vita.

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    continuate un po' tra di voi 🥰
     
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    Ovviamente prima del ballo commenta in uscita le parole di Brook. Vogliono che il messaggio sia forte e chiaro, e lo vogliono dare prima che ci sia il fugone di tutti i "due-piedi-sinistri" di New Orleans.
    Chi potrebbe reggere il confronto con il vostro primogenito del resto?
    si concede una modesta ma sentita risata, prima di lasciar sedere i nuovi arrivati.

    Agli occhi dei presenti, Vardaman non è che un festante come un altro. Non ha ceduto allo spirito della festa con sfarzo, abiti ariosi e colorati, ma ha cercato di coinvolgere nei colori e nelle forme un abito sobrio e relativamente vicino alla festa. L'elegante blazer nero risplende sotto le luci della sala di un'eccentrica e sottile trama dorata, in linea con il pantalone che va a chiudere il completo. Discorso diverso lo fanno camicia e scarpe, la prima di un elegante nero opaco, le seconde un semilucido sempre richiamante la stessa cromatura. Tiene le mani protese sul tavolo, mostrando dei guanti anch'essi neri intervallati da linee dorate prendenti la linea di articolazione dei pollici e un simbolo poco chiaro esposto sul dorso della mano. Forse un glifo riguardante new orleans, o forse un simbolo di famgilia, difficile a dirsi tra la manica e l'opluente orologio argento oro che porta al polso, richiamo di una ricchezza decisamente pacchiana e vicina a un abbigliamento Yuppie. Anche il volto e l'espressione sono un mistero, poichè coperti da una maschera scura dalla foggia a teschio, i cui occhi sono anch'essi coperti da lenti scure che tuttavia paiono far parte di un paio di occhiali sottostanti, anzichè della forma stessa del volto plastico. QUel che resta da vedersi della testa è una testa di capelli corti ed adeguatamente pettinati, oltre che la scia di una barba leggermente incolta che sale dalla linea della mascella sino alle basette.

    Lunga notte volge un cenno verso la sconosciuta Alice. il tono gentile e garbato che ci si aspetta nel salutare un estraneo. Jonathan Vardaman, degli stregoni.

    è nuovamente un piacere, Rebecca.
    aggiunge infine verso la dama della luna, andando inconsciamente a guardare dove fosse in effetti il padrone della stessa e quanto fosse lunga la sua catena.
    oh. non vi preoccupate torna su Alice. era solo una battuta. Sarebbe incauto aspettare annunci ufficiali da parte della sala e della reggenza tramutando l'atmosfera circoscritta di questo tavolo in quella di una bocciofila.
    Sorride, sebbene sia impossibile a vedersi, quindi continua su Rebecca Beh, come detto... vi sarà un annuncio, è evidente. E coinvolge la riunione all'interno di quella sala ammicca in favore della porta Ma la mia conoscenza si ferma qui, temo. Le teorie non sono il mio forte.

    Edited by Kabruki - 9/4/2024, 20:37
     
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    Indossa un elegante abito spezzato, composto da giacca blu scuro, abbinata ad un pantalone a sigaretta grigio che termina poco sopra la caviglia scoperta. La camicia è nera, aperta sul collo, lasciando vedere i numerosi tatuaggi che gli ricoprono anche il collo, il volto e le braccia. Sopra gli occhi è visibile una maschera sottile dal taglio nero in velcro. Ai piedi porta eleganti mocassini blu scuro.
    Mentre sta seduto, lancia qualche occhiata poco furtiva alla sala, cercando di adocchiare i movimenti che stanno venendo fatti dai presenti e le posizioni occupate da quelli che gli sono entro il campo visivo.
    Fatica a restare attento al tavolo, più interessato a sciogliere quei dubbi che gli turbinano nella mente. Anche lì del resto ognuno sta in attesa da quanto percepisce, e nessuno si sbilancia troppo.
    Sì....la sua richiesta... mi è andata bene, tutto ok! e...
    Informa Noah, facendogli capire che non ha problemi a riguardo per essere contattato in futuro, pur se rimane con la frase in sospeso senza un reale motivo e, comunque, senza dar continuità alle parole.
    Osserva la ragazza bionda, ma quel nome non gli dice nulla. Un sorriso in tralice gli si dipinge sulle spesse labbra, ma rapidamente devia l'attenzione verso Alice, verso la quale ha memoria presente e fresca
    Ah! La scacchista! Alla fine come è andata a finire quella partita?
    Non è falso interesse, anche se la domanda serve più a rompere il ghiaccio e distrarsi dai suoi altri dubbi che comunque non cedono a tornargli alla mente.
    Mi dispiace di non essere riuscito a salutare il primogenito Lennox, essendo stato impegnato con un servizio per lo Sceriffo. Vedo comunque che non avrei avuto modo, dato che mi pare molto occupato
    Guarda in particolare i due di quel clan, magari avevano qualcosa da voler esternare a riguardo
     
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    Maschera da hockey alzata sul capo come fosse la visiera di un casco da moto. Pantaloni e giacca in jeans logorati dall'usura, come quella maglia bucata. In quell'outfit forse sono gli scarponi in cuoio l'elemento più esoso ma non meno vetusto; anzi. Non ha orpelli se non un orologio a buon mercato.
    Quantomeno l'omone non puzza; si deve essere lavato per l'occasione.
    Probabilmente avrà scelto quel "personaggio" come scusa per indossare gli abiti che le sue risorse economiche gli permettono o forse non è molto sensibile alla sua estetica

    Noah fissa Brook mentre questo gli conferma che lo possa sentire all'occorrenza. Fa un segno d'assenso alla Rosa mentre le due ragazze si presentano al gruppo. Alice fa un commento a Zeno che restituisce un abbozzato sorriso di circostanza. Non ha capito subito cosa lei intendesse ma almeno ci arriva qualche secondo dopo; in differita. Deve essere fin troppo calato nel personaggio, potrebbe pensare un ingenuo.

    L'altra donna si presenta indicando la sua appartenenza al Clan dei Malkavian. Lo fa identificandosi come Dama della Luna.

    Piacere, Zeno Smith.. Brujah

    Ad ogni modo la "feccia" ripensa a quanto detto dallo Stregone più che ad altri interventi.

    Annunci, piedi sinistri e balli?! Scherzava su che primogenito? Mi sono perso un pezzo!

    In merito alle affermazioni su Lennox di Brook non si sofferma molto. Avrebbe già da chiedere sui tasselli che si è perso ma evita. Si è riproposto di cercare di pensare prima di parlare. Non sa nulla del mondo delle "buone maniere". Mondo con mille virgolette.

    Scambi di potere e altro già saputo.. forse da loro. Non facciamoci vedere ignoranti completi. Comunque starò qui fino a sti proclami e poi al limite me ne vado a f... se posso.
     
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    Alice era seduta, schiena dritta e mani intrecciate delicatamente l’una all’altra poggiate sul tavolo, ebbe modo di scrutare meglio i presenti, qualche attimo in più fu rubato dallo sconosciuto, ormai noto, stregone. Elegantemente vestito calzava in maniera estremamente naturale l’abito scelto, segno dell’abitudine, un dettaglio in oro ravvivava l’abito… Un tocco stravagante. I suoi toni furono garbati quando si rivolse a lei, in prima battuta, per presentarsi e poi ritornando di nuovo a risponderle… Alice gli mostrò un sorriso genuino per poi voltarsi verso la Rosa che, inizialmente un po’ distratto dai movimenti della sala, sembrò essere ritornato a concentrare le sue attenzioni al tavolo.

    Rise piano portandosi la mano a coprire le labbra per il modo in cui si era rivolto a lei e sempre sorridendo “Eh purtroppo non sono riuscita a spuntarla, un guizzo sul finale ha concluso la partita!!” Spiegò per sommi capi evitando di dilungarsi su qualcosa che probabilmente non interessava a nessuno. In quella serata la Rosa era molto più elegante dell’ultima volta, seppur alcuni dettagli tradivano il prediligere un abbigliamento più casual. La Rosa continuò poi rivolto al tavolo tutto ma in particolare a lei e l’altro Brujah “Perfetto… Quanti minuti sono passati … Cinque? Dall’ultima volta che mi hanno riproposto l’argomento? “ Pensò.

    Prima d'intervenire si volse a guardare Smith che senza neanche scomporsi ignorò completamente il tutto. Probabilmente il modo di dire “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio” era stato preso un po’ troppo alla lettera dal fratello con cui condivideva suo malgrado il Clan. In un certo qual modo questo veniva a suo vantaggio almeno sarebbe stata costretta ad arginare solo le incursioni degli altri Fratelli, cosa che richiedeva già tutta la sua attenzione. Gestire anche pericolose uscite dalle retrovie da cui di solito arriva supporto starebbe stato oltre le sue capacità

    In occasioni come queste le cariche sono impegnate in numerosi affari, molte sono le responsabilità di cui si devono fare carico per portare a compimento le incombenze che il ruolo stesso comporta, per questo spesso non gli è possibile interfacciarsi con tutti i presenti” disse in tono neutro, poche volte in vita sua aveva detto una serie di parole così vuote da creare eco. Tra l’altro era una bugia solo a metà, in primo luogo aveva volutamente allargato il discorso sulle cariche in generale e, in tal senso, il suo discorso non faceva una piega! Si banale e precompilato per carità ma idoneo, e poi c’era da dire che Lennox era veramente impegnato, a farsi i beati cavoli suoi con il cellulare, ma era impegnato. Sorrise mielosa alla Rosa ma questa volta il sorriso si fermò alle labbra invece di arrivare agli occhi.

    Passò poi rapidamente lo sguardo dalla Rosa alla Malkava e ritorno, e, come se fosse stata colpita da un'improvvisa rivelazione “Ah giusto…Dama Clark proprio poco fa, parlando con il Sig. Adam, ci stava dicendo che avevate collaborato insieme proprio a supporto dello Sceriffo Cooper… E un attimo dopo eccoci proprio al suo stesso tavolo… A volte il caso...” Sorrise continuando a passare lo sguardo da uno all’altro in attesa che uno dei due dicesse qualcosa “cosa dicevi prima? riguardo al coltello meno affilato?” Ripensò malignamente, ma non era nelle sue intenzioni creare malintesi, il suo unico interesse era quello di togliere quel faro gigantesco posto in direzione del suo Clan.
     
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    La risposta del Vardaman lascia Rebecca un po' di stucco.
    "Grazie al cazzo." pensa, trattenendosi molto fortemente dal non dirlo ad alta voce.
    "Buonasera Vardaman, il piacere è mio. Spero che la vostra serata sia stata finora buona come è stata la mia." ovviamente lo Stregone non può immaginare che serata di merda la Malkavian stia passando.

    Un sopracciglio viene inarcato quando Brook decide di ignorarla a piè pari, prima di sentire la presentazione dello sconosciuto. Per poi dare un cenno di capo a Zeno.

    Le parole di Alice perplimono la Dama e non poco.
    "Credo voi abbiate capito male, signorina Williams. Io e Mister Brook abbiamo solo scambiato qualche parola in un ambiente non dissimile da questo, ossia in Eliseo. Non abbiamo svolto dei lavori assieme ne per il principato, ne per lo Sceriffo." scuote leggermente il capo per poi posare gli occhi sull'uomo dalla scura carnagione.
    "Non che ci sia nulla di male se l'avessimo fatto. Ma non vorrei circolassero notizie errate."
     
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    rimane composto sul tavolo, anche se ignora le discussioni su lennox e del tavolo, preferendo concedersi un momento per guardare la sala, gli astanti. solo quando interpellato direttamente da Rebecca torna sul tavolo mah. ho conosciuto una leva del vostro clan. inesperta, come minimo, a giudicare da come è finita. chiude su Lysandre abbastanza in fretta. non gli importa un cazzo di lei, preferisce mollare il carico più interessante. oh, e poi Michaela Houlbourne ha sputato in faccia alla camarilla tutta facendomi uso di discipline in piena zona di pax.
    Una disdetta, l'ennesimo chiodo di una bara che già ne ha troppi
    sospira, senza menzionare se la bara è del clan brujah o dell'arpiato. ma confido che ci saranno provvedimenti. Il cielo me ne scampi se penso al fatto che quella piccola inferiore ha dettato legge in queste belle sale per tutto questo tempo...
    Lascia cadere la pesante insinuazione sul tavolo con poca eleganza, quasi con noia, e torna a osservaree la sala, i partecipanti. Sa che ormai non può essere ignorato, ma vuole vedere chi è così stronzo da starlo a sentire... e come reagisce alle sue parole.
     
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    Zeno fa scena muta alla domanda che il moro gli pone, lasciando così JB con l'amaro in bocca. Non venir considerato per una richiesta semplice gli pare molto classista o scortese, ma non da ulteriore peso alla faccenda specie sentendo il diplomatico esploit di Alice che suona un po' come un "fatti i cazzi tuoi" detto in modo molto più garbato di quanto la lingua del nigga sarebbe stata capace di esplicitare. Allo scambio sulla sua presunta conoscenza con la bionda, scambio intercorso appunto tra la brujah e la malkava, JB sente di dover iniziare a scavare nei ricordi. Al di là del fatto che Rebecca si sia stranita per un suo sorriso a lei rivolto, a Brook la ragazza non dice proprio nulla di particolare. Forse un incontro insignificante fatto chissà quante decadi addietro? Eppure la diretta interessata sembra sapere di lui più di quello che la memoria del Toreador gli permette.

    Infatti.

    Commenta di riflesso alla spiegazione data

    Sono certo che io e la Sorella non abbiamo mai collaborato assieme per l'ufficio dello Sceriffo, nè quando questo era tenuto ancora dall'odierna primogenito del Clan dei Re, nè ora che è nella mani del rispettabilissimo Sapiente.

    Continua a pensarci, riflettere sul periodo ipotetico del loro incontro, finchè non gli sovviene un momento in cui ha effettivamente incontrato una persona dalla scostante personalità, una donna che s'accompagnava ad un ragazzo che aveva messo in allerta su certi modi poco galanti nell'approcciarsi in sale dell'Eliseo. Più il ricordo del muso giallo si fa presente e più gli ritorna in mente la figura adombrante di Julius.
    Ancora qualche vago intrecciarsi di ricordi e poi, alla fine, eccola lì. Una presenza decisamente dimessa, racchiusa in un cantuccio, che, senza l'aiuto della nuova arpia del regno non riusciva a dare giusto impulso alle sue parole facendo un guazzabuglio di incertezze e mal relazioni di cose evidentemente non nelle sue corde.

    Quella sera, Dama della Luna Rebecca, eravate accompagnata dal signor JiHoon-dei-veggenti. Unico nostro incontro se non sbaglio a cui poi partecipò anche il caro Julius. Non vi ho più vista, come pure il vostro pariclan, in queste sale. Se non ho capito male da quanto detto dalla signorina Williams, anche lei ha lavoroa dall'ufficio dello sceriffo...già dell'esimio Cooper oppure anche sotto l'egregia Miller?

    Si interessa dunque alla faccenda senza scendere troppo nel particolare, lasciando alla faccenda quel tratto leggero di plausibile verità di cui però lui non ha contezza.
    Quando poi l'ottimo Vardman se ne esce di sua iniziativa con la notizia che maggiormente lo interessa divulgare, non può che accodarsi. La sua lingua d'oro del Tremere porta all'attenzione del tavolo un discorso che JB non avrebbe potuto pronunciare di sua sponte, essendo al momento al centro delle voci di corridoio.

    Fratello hai proprio ragione! Un bad trip quella che ci ha visti coinvolti...e poi da un'arpia! Chi mai se lo sarebbe aspettato? E dire che le sei andato incontro con un atteggiamento evidentemente cortese! C...avolo certa gente non sa regolarsi, nonostante abbia uno dei titoli più importanti e che proprio in questo momento avrebbe potuto dar modo di tranquillizzare la sala. Invece ha preferito dissare male me perchè portavoce di un ordine dello Sceriffo per quella circostanza e te con una disciplina solo perchè le sei andato a parlare. È chiaro che le stavamo in mezzo, visto che, non appena arrivata alla porta, si è fiondata ad attaccare il Principe in persona! Siamo fortunati ad avere status di così grandi capacità che l'hanno fermata subito.
    È chiaro che quella Sorella impazzita era una sua pedina per creare frastuono in sala. Non è possibile sia un caso che prima di obbligare la chiusura delle porte, quella persona stava parlando proprio con la Holbourne prima di creare il caos
     
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    Grazie, ho combinato finalmente


    Noah, nonostante la sua ignoranza e la mancanza di particolare acume, sta iniziando a unire i puntini grazie agli scambi dei cainiti. Sono le ultime parole di Brook infatti che gli permettono di chiudere il cerchio.

    Quindi sta Holbourne è un arpia. Il primo momento di confusione lo ha creato lei facendo impazzire una sorella. Secondo Brook perché cercava un diversivo. Poi è andata invece contro la Rosa stessa che era stata incaricata di tenere l'ordine. Tutto questo pare per raggiungere chissà che scopo. E secondo il "quaranta" ha usato addirittura discipline qua. Ma l'artista ha davvero detto che ha attaccato il Principe?! Ma che casino sta succedendo qui dentro?!

    Nonostante questo, altro viene perso per strada sia per mancanza di interesse, sia per mancanza di competenze. Ad esempio non coglie il possibile attacco del Tremere ai Brujah. Non sa del resto che la fantomatica arpia è una Brujah o comunque gli sarà sfuggito perso nel cercare di capire quanto accade.
    Per fortuna è una più sveglia e preparata Alice a prendere l'onere della difesa. Inconsapevole, Zeno vede in tale difesa semplici parole vuote che però hanno un fine opportuno. Fine che però il Brujah non coglie per i motivi detti.
    A colpirlo però è anche quel Jonathan Vardaman. Non ha mai sentito qualcuno offendere in modo così diretto. E attaccare un'arpia poi. Certo stando a quello che ha capito una probabile "ex arpia". Chi è quel Tremere per permettersi tali atteggiamenti tanti espliciti comunque?

    ..E' successo quello prima?

    Una domanda rivolta prettamente a Brook e allo Stregone in merito l'attacco al Principe. Una domanda aperta che per come è posta si vede miri ad avere più informazioni o pareri sull'accaduto. Il fare fa trasparire genuina incredulità. Perché uno Status avrebbe dovuto fare qualcosa del genere volontariamente o meno? Per quanto fosse ritenuto gretto, è pur sempre uno Status; non quindi una sprovveduta che mira al suicidio.
     
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    Alice con un’espressione apparentemente un pò confusa rispose alla sorella “Oh, mi dispiace avevo capito fosse così … Ma se lei mi dice diversamente non ho motivo di dubitare delle sue parole” il suo tono era cortese come al solito, tinto da una punta di contrizione “ci mancherebbe non vorrei mai crearvi disagio, è sicuramente saggio evitare voci visto che prendono delle svolte inaspettate e spesso poi anche fantasiose, anche se come ben dice non ci sarebbe sicuramente nulla di male” parlò guardando entrambi i fratelli coinvolti, i suoi occhi verdi fissi prima su uno e poi sull’altro cercando conferme.

    La realtà è che le interessava il giusto, voleva solo intorbidire le acque, mettere in mezzo discorsi per farne sparire altri. La Rosa in qualche modo si era anche interessata a quel discorso spendendoci qualche secondo in più del previsto, anche facendo domande. Per quel poco che aveva messo insieme su i due fratelli, entrambi sottolineavano spesso i loro trascorsi con lo Sceriffo, e visto che non perdevano occasione per sottolinearlo Alice fu ben lieta di mettere sul tavolo questo comune argomento di discussione.

    Ma la sua calma durò lo spazio di un battito di ciglia, perché Vardaman senza neanche troppa grazia posizionò sul tavolo il famoso elefante nella stanza.

    Senza che se ne rendesse effettivamente conto, si irrigidì sulla sedia e sgranò gli occhi “pensavo che piovesse, non che nevicasse …

    Guardò il Fratello che dopo quell’uscita era tornato a osservare la sala come se niente fosse, come se poco prima avesse solo commentato il tempo … Gli anelli di Alice cominciarono a girare sotto la delicata ma convulsa pressione delle sue dita, quando se ne rese conto portò le mani in grembo nascondendo questo suo sfogo emotivo.

    Le accuse del Tremere erano pesanti, non serviva essere esperti di quei luoghi per capirlo, bastava ascoltare le parole usate. Restò sobrio e lapidario nella sua esposizione, un commento pieno di disprezzo concluse il suo intervento. Sempre nascosto dietro la sua maschera, la donna non poteva neanche provare a leggere le sue espressioni

    La Rosa sembrava non aspettare altro invece, che sfogare quanto trattenuto fino a quel momento, lanciandosi in una colorita e coinvolgente descrizione dell’accaduto piena di verve e particolari sottolineando qua e là quello che voleva evidenziare, il suo non era solo un commento ma una vera e propria spiegazione … È chiaro questo, è chiaro quello … Ad Alice era chiaro solo come volesse incanalare i pensieri dei presenti verso un‘unica verità … La sua. Nonostante questa consapevolezza era difficile non restare incantati dal suono di quella voce. I modi erano diversi ma le accuse risultavano altrettanto pesanti.

    Alice finalmente si era fatta un’idea più chiara di cosa fosse successo in quella serata, ovviamente prendeva per buono si e no il 50% di quanto le era stato detto. Attaccare il principe in un Eliseo con praticamente tutta Nola? Si può essere stupidi ma questo va ben oltre, sfocia nella follia … Inoltre nessuno dei due aveva spiegato qual’era stata la miccia … Le parole della Delgado le tornarono in mente “un'Arpia che, diciamoci la verità, è totalmente inadatta al ruolo.” Parole che rispecchiavano in pieno l’ evidenza dei fatti.

    Capisco la ragione dietro tutto quel trambusto …” Il tono non lasciava spazio a emozioni, Alice parlò lentamente concedendosi pause più o meno lunghe “ Rivestire determinati ruoli mette inevitabilmente chi li ricopre nella posizione di dover essere un esempio, un modello a cui ispirarsi …” Guardò gli altri fratelli mentre continuava “quando questo semplice e fondamentale fatto viene a mancare non solo si disattendono le aspettative di chi ha permesso di arrivare a quei livelli ma l’implicita promessa verso chi si dovrebbe rappresentare“ fredda e distaccata continuò seguendo la logica di quel discorso generale, solo facendo riferimento a quanto detto dai fratelli in precedenza quel discorso assumeva un senso diverso “in base a quanto ci avete raccontato, direi che i comportamenti tenuti sono stati ben lontani da quelli idonei al luogo e allo status anche se non ho compreso le motivazioni che hanno spinto a tali atti, ma immagino che neanche voi ne abbiate contezza, quello che spinge una persona ad agire è difficilmente sondabile ”ostentò una calma e una sicurezza che non aveva, poggiò le mani sul tavolo … Nessuno ci avrebbe visto nulla di strano ma lei stava sfidando le sue debolezze …” Chi di dovere sicuramente prenderà i provvedimenti che riterrà opportuni in merito, come avete detto le capacità dei status presenti hanno bloccato sul nascere ogni possibilità” sorrise cercando di rilassarsi “in ogni caso, per quanto comprendo il fastidio per la situazione subita, credo che in questo momento quello che possiamo fare, a supporto dei compiti ben più importanti di chi deve mantenere il decoro, sia evitare che voci circolino per queste sale, contribuirebbero solo ad aumentare il caos che già è stato creato” disse accarezzando con lo sguardo la sala tutta “e poi” aggiunse con lo sguardo rivolto verso lo stregone “come ha fatto notare il Sig. Vardaman in precedenza, sarebbe incauto aspettare annunci ufficiali tramutando l'atmosfera di questo tavolo in quella di una … Sala d’attesa di un parrucchiere!?!?” sorrise al Fratello, reale proprietario di quelle parole.

    Avrebbe voluto fare un lungo respiro, anche se non ne aveva bisogno, la sensazione dell’aria che le entrava dentro, i polmoni che si allargavano per farle spazio estendendosi fino al massimo della loro capacità per poi far uscire tutto in un unico lungo e liberatorio soffio, forse le avrebbe disteso un po’ i nervi
     
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    Le parole di Vardaman fanno inarcare un sopracciglio alla bionda. Lei è appena stata ripresa per aver parlato male di qualcuno senza posizione, e lo Stregone si permette di additare la situazione in pubblico, cosi senza pudore. Rebecca non è intenzionata a farsi nuovi nemici, quindi il discorso le interessa gran poco. Che la Holbourne sia sostituita o meno, poco importa. Non ha avuto molto a che fare con lei, la cosa non la tange particolarmente.

    Il suo sopracciglio rimane inarcato quando ascolta le parole di Alice. Finalmente decide di prendere parola in merito.
    "Trovo alquanto ironico parlare di come sia incauto parlare di certi argomenti da parrucchiera o da pizzata nella stessa conversazione in cui si sta, appunto, parlando di quello. Credo che sarebbe una buona idea tagliare il discorso alla radice e non intrattenere certi pettegolezzi in queste sale." non sembra nemmeno avere troppo interesse in generale nella conversazione. Semplicemente non vuole essere trovata nel mezzo di una conversaszione del genere, durante l'Eliseo. Va a sapere cosa ne penserebbe l'altissimo Principe Artemisia se dovesse venire a sentire questi discorsi.


    Fortunatamente, Brook è quello che porta il discorso altrove. Brook, tra tutti.
    "Onestamente, non so che fine abbia fatto Ji-Hoon, probabilmente ha lasciato la città." fa una scrollata di spalle.
    "Ho svolto dei lavori per il nuovo Sceriffo Cooper recentemente e anche in precedenza quando era sotto il comando della Miller. In un paio di situazioni ho aiutato lui e la Lancia Ramirez. Purtroppo non ho la libertà di parlare di quanto accaduto sotto ordine diretto, ma sono conscia del fatto che lo Sceriffo e la Lancia conoscono bene quali sono le mie abilità e sanno che possono contare sul mio aiuto quando c'è a che fare con la tecnologia e la sicurezza." fa una piccola pausa prima di continuare.

    "Lo Sceriffo Cooper mi deve infatti un favore o due. Non che mi interessi riscattare, un servizio alla Corte non richiede un vero e proprio pagamento." ma, infatti, è palese che comunque lei stia tenendo il conto.
     
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    Leggi bene, semplifica la vita.

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    La chiacchiera del gruppo faticava ad ingranare, rallentata dalla maglia dell'incertezza e della sfiducia.

    Ma mentre i Fratelli misuravano le distanze a suon di frasi, ripetizioni e non detti, il resto della sala iniziò a migrare in un composto più ordinato. Chi aveva la fortuna di un posto a tavola si sedette, imitando il tavolo sei ma anche quello degli Status minori, dove alcune Lance facevano compagnia ai due Custodi.

    In lontananza un brusio, le porte si aprirono. I vari Fratelli ancora in piedi impedivano la visuale, ma qualcuno stava chiaramente uscendo dalla Sala del concilio. Più di uno. Questa volta senza grida di sorta.
     
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    Ma guardi, veramente io...

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    Compiaciuto del suo diffondere la voce dell'infamia, sebbene peccando un momento di fine etichetta scendendo nell'indiscrezione d inomi e cognomi, Vardaman si chetò. all'uscita delle cariche si limitò a guardarsi attorno, a vedere le reazioni (anche se si aspettava solo chete). Poi si fissò in direzione della porta. Seduto, calmo e ricettivo.
    di fronte agli annunci farò un'azione più ampia.
     
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