La zona vecchia

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    Nulla da ridire sui tiri dei dadi.


    CITAZIONE
    La Famiglia sta indagando sulla presenza o meno di Samedi in città.

    Era quella la molla che l'aveva fatto scattare. Raimondo sapeva che i cadaveri ambulanti avevano capacità di mimetizzazione paragonabili a quelle dei topi di fogna Nosferatu.
    Convinto di trovarsi di fronte a un nemico materiale, aveva tirato fuori l'artiglieria, ma questa nuova consapevolezza non fece altro che rendere più amara la sorpresa quando i suoi colpi si andarono a conficcare nel muro, senza provocare danni.
    Non ebbe tempo di pensare a quello che stava accadendo. Una voce alle spalle e un'ombra che si materializzava, e si ritrovò a terra, con un arto avvizzito ed un dolore mai provato prima di allora, peggiore anche del bacio la notte della sua Creazione.
    Il dolore accecante ne offuscava la mente, non sarebbe riuscito a elaborare un piano d'azione efficace.

    CITAZIONE
    £a cat&Nin@! U§aLA!

    USALA!!! ORDINAGLI DI AMMAZZARLO! ORA!!!

    Dic hi erano quelle voci? Una era di Sonia, ma l'altra? Poco importava, avrebbe obbedito a quell'ordine perentorio.

    SPIRITO! ANNIENTA IL SAMEDI!

    Urlò in preda al dolore, lasciando il fucile a terra, ed estendendo verso la figura cadaverica la mano che stringeva la catenella.

     
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    Cosa? Ma che diavolo?!?

    Il Samedi si frugò nervosamente con l’altra mano il collo, lì dove avrebbe dovuto essere il ciondolo che invece vedeva stretto nella mano dell’intruso. Com’era possibile? Eppure le sue mani stavano proprio ora toccando il metallo freddo di quella catenina… ma, dove era finita? La sensazione del metallo sotto le dita scomparve, una rapida occhiata per capire che non aveva niente appeso al collo. Un’illusione? Ingannato anche lui da un’illusione? Lo Spettro! Quel maledetto bastardo doveva essersi preso gioco di lui. Quei dannati non sono affatto manipolabili come lo sono gli spiriti e non si può tenerli sotto controllo senza le dovute precauzioni. Eppure, come aveva fatto? E quando? Era sempre stato attento a non commettere errori, era sicuro di non essersi mai tolto né la catenina né l’anello, ma allora come?

    Che fosse anche quella un’illusione? No, impossibile, l’anello era ancora al suo posto, poteva percepire la stretta esercitata dal monile sullo spirito ad esso legato. Purtroppo ora non c’era tempo per questo, doveva reagire, e subito, se non voleva fare una brutta fine. Di tutte le disavventure che potevano capitargli, quella era senz’altro una delle peggiori. Certo si aspettava, prima o poi, che una cosa del genere potesse accadere ma non in un momento come questo.

    Il Samedi blaterò qualche parola in quello che Raimondo comprese essere francese. Poi vide le pareti della stanza, come risucchiate verso il centro della stessa, prendere forma in una figura oscura non dissimile da quella che nel mausoleo gli aveva attraversato il petto. La cripta, nel frattempo, si rivelava per ciò che realmente era, un posto umido e buio, decadente a causa dell’incuria. L’intonaco delle pareti, piene di muffa e infiltrazioni, cadeva a pezzi. La parte migliore della cripta era quella che dava sulla scrivania, dove il caminetto si rivelò essere null’altro che l’apertura di un pozzo oscuro che conduceva chissà dove, forse era quella l’entrata al vecchio sistema di gallerie Nosferatu di cui parlava Deline. Scrivania, credenza e librerie si rivelavano per ciò che realmente erano, mobili di legno marcio e putrescente. L’odore di cadavere in avanzato stato di decomposizione assalì le narici di Raimondo, diffondendosi rapidamente nell’intera stanza da quando l’illusione era caduta. Era impossibile stabilire se il fetore mefitico del Samedi si mescolasse con quello dei corpi putrescenti o se li soverchiasse completamente.

    Un essere oscuro, gigantesco e terribile, apparve dinnanzi al Rossellini. Enorme e possente, avvolto dall’oscurità, quasi fosse tangibile e viva, sprigionata dal suo stesso corpo come una fitta nebbia nero pece, le tenebre lo ricoprivano come un’armatura, avvolgendo la sua intera forma.

    Dunque, a dispetto di quanto detto da Deline, gli spettri erano due, non uno solo.

    Lo spirito evocato da Raimondo, deciso ed implacabile, muoveva i suoi primi passi verso il suo obiettivo, ignorando completamente l’altra presenza, intento a raggiungere il Samedi per porre fine alla sua esistenza. L’altro spirito, d’altro canto, eseguendo gli ordini del suo padrone, iniziò ad evocare molteplici creature d’ombra per attaccare lo spettro avversario. Esseri striscianti e schifosi e creature con ali, zanne e/o artigli si manifestarono per aggredire la possente figura, afferrando e mordendogli le gambe, lacerandogli il petto e la schiena, tentando di immobilizzargli gli arti. Lo spettro di dimensioni maggiori sembrava avanzare, incurante di tutto, ma in direzione del suo ultraterreno rivale. Lo spettro illusionista tentò di accrescere il numero delle sue creature nell’intento di fermarlo poi, capito che non ci sarebbe riuscito, tentò di allontanarsi dal pericolo.

    Troppo tardi. La figura di tenebra lo afferrò, scagliandolo a terra con una violenza inaudita. Raimondo era certo di aver visto il pavimento sbriciolarsi, sotto la pressione di quel colpo, eppure ora era evidente che la superficie fosse intatta. Le figure evocate dallo spettro chimerista iniziarono a svanire o assunsero comportamenti insensati. Era evidente che lo spettro ne avesse perso il controllo. Ma lo spirito che lo sovrastava, taciturno ed impassibile, non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Il fantasma a terra rantolava, sembrava colto da spasmi, si aggrappava alla terra, graffiando, strisciando, quasi sperasse ancora di sfuggire al suo carnefice. Lo spettro oscuro lo afferrò per il collo, sollevandolo all’altezza del suo viso e poi, con sommo stupore di Raimondo ed in mezzo alle urla acute e disumane dello spirito, afferrò la testa del povero sventurato con i denti, serrando il morso ed iniziando a tirare e tirare, sempre più fino a staccargli la testa dal collo con un morso.

    Lo spettacolo era raccapricciante, Fluidi ectoplasmici colavano dalla bocca dello spettro cannibale così come dal collo del corpo, ancora in possesso dello spettro oscuro. La creatura continuava a masticare avidamente, mentre il Samedi, impietrito dal terrore suscitatogli da quello spettacolo non riusciva a fare altro che osservare, immobile, la scena che gli si parava davanti. Lo spettro, finito di masticare, riprese il suo macabro banchetto. Tentacoli di pura tenebra fuoriuscirono dal suo petto, afferrando gli arti del corpo esanime, dilaniandolo e facendolo a pezzi. Lo spettro continuò a divorare il corpo del malcapitato, pezzo a pezzo, ingurgitando la materia ectoplasmica del suo avversario.

    Gli astanti non poterono fare nient’altro che restare immobili con gli occhi sbarrati ad osservare. Infine, concluso il suo pasto, si sollevò per compiere l’opera e prendere la vita del Samedi. Questi, paralizzato dal terrore e dalle immagini di poco fa ancora vivide nella sua mente, non riusciva a connettere neanche i suoi pensieri. Nel panico più totale, tentò di trascinarsi indietro, incespicando e cadendo a terra, in preda al terrore, iniziò ad urlare frasi sconnesse e senza senso nel tentativo di scacciare la manifestazione che aveva davanti mentre lacrime di sangue solcavano il suo viso in decomposizione. Poi, si passò una mano sul viso, raccolse il sangue e lo sfregò a terra. Non appena il sangue toccò il pavimento strani segni incomprensibili, tracciati a terra, si illuminarono di una luce di colore verde malsano. La luce salì dal pavimento fino al soffitto, colpendolo come fosse una specie di cascata al contrario. L’attivazione di un qualche tipo di rituale?

    Maledetto! Sta lontano da me! Va’ VIA!!!

    Le urla del Samedi riportarono Raimondo sulla terra. Semi incosciente a causa del dolore, confuso dallo spettacolo di poco prima ed intento a contemplare la manifestazione del potere del Samedi, il Rossellini si rese finalmente conto che l’atmosfera della stanza si era fatta pesante. La stanza si era riempita di un denso fumo verde che aveva iniziato a vorticare attorno al Samedi. Le urla di terrore dello Zombie si trasformarono in risate di soddisfazione, convinto di avere la vittoria in pugno, iniziò a farneticare qualcosa sulla fine dell’esistenza degli stolti che avevano osato opporsi a lui. La stanza presto si riempì di manifestazioni, altri spettri. Un mucchio di spettri. Le presenze iniziarono a turbinare sempre più rapidamente attorno al Samedi, avvolgendolo come uno sciame. Ormai era impensabile tentare di raggiungerlo integri. Un’assordante cacofonia di grida stridenti e ultraterrene riempirono la stanza, il loro volume era tale da lasciare letteralmente sordo Raimondo, che si rese conto di perdere sangue dalle orecchie. Tutto quello che gli rimaneva erano le immagini di quella scena agghiacciante.

    Figurati la cacofonia di suoni come le urla dei Nazgùl, tanto per darti un'idea.


    Le presenze vorticarono sempre più vicine al Samedi, accerchiandolo, come in una sfera. Non passò molto prima che gli spettri iniziassero ad attaccarlo, lacerandone le carni. Quello che avrebbe dovuto essere un sorriso trionfante ben presto abbandonò il volto del necromante che, nuovamente in preda al panico, tentava di scacciare quegli spiriti come fossero uno sciame d’insetti molesti. Gli spettri lo sollevarono da terra, portandolo a metà fra pavimento e soffitto, sciamandogli addosso per colpirlo ripetutamente e senza tregua. Il corpo del Samedi, travolto da ogni lato, iniziò ad andare in pezzi, roteando su se stesso sempre più rapidamente. Finalmente, quella carneficina ebbe termine, concludendosi con il corpo del Samedi ridotto in cenere dalla furia di quello sciame ultraterreno. Era finita.

    Lo spettro evocato seguendo il suggerimento delle voci rimaneva a fissare impassibile la scena.
    Poi sollevò il braccio, indicando un punto nel cerchio di simboli. Raimondo seguì con lo sguardo la direzione tracciata dal braccio e capì. Uno dei glifi che completavano il cerchio era cancellato in parte. Poi, svanì.

    Fratellone, stai bene?

    Scusa per il modo in cui scrivo in questi giorni. Lo so, fa schifo, è solo che non ci sto tanto con la testa. Abbi pazienza ^^
     
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    Raimondo non poté fare altro che osservare inerme la scena terribile. Si stava abituando al dolore, ma la mente ancor aoffuscata non riuscì ad analizzare completamente dei così assurdi avvenimenti. Uno spettro sconfitto... Un rituale fallito... Un Samedi in cenere...
    Il cainita si alzò da terra, ancora con la bocca aperta e gli occhi spalancati; il volto sporco di sudori sanguinei.

    In... Interesante...

    Mormorò, tentando di indossare nuovamente la sua maschera di impassibilità. Ma gli occhi sgranati continuavano a fissare il vuoto, là dove si era svolta la mattanza.

    CITAZIONE
    Fratellone, stai bene?

    La voce della sorella parve risvegliarlo.

    Tutto a posto...

    Rispose spingendo gli occhiali sul naso con la mano sana. Si avvicinò allo spirito della sorella e si chinò di fronte a lei.

    Tu stai bene? Nessuno può portarti via da me.

    Le disse sorridendo. Le avrebbe accarezzato i capelli, oppure l'avrebbe abbracciata, se fosse stata corporea.
    Raimondo si rialzò e raccolse il fucile da terra, pe rrimetterlo nella fondina sotto il pastrano. Non senza qualche difficoltà, visto che poteva usare una sola mano. Si avvicinò al mucchietto di cenere che un tempo era stato un vampiro. Col piede allontanò il cilindro che si era posato sopra a quei resti, e si chinò su di essi, frugando nella cenere e controllare che la deflagrazione del corpo non avesse alsciato qualcosa.

     
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    Tu stai bene?

    Io si. Avevo paura, così mi sono nascosta. Non ricordi? Te l'avevo detto, no?

    Possibile? Che fosse rimasta nascosta tutto il tempo? Se fosse stato così, allora era stato tutto un'illusione, fin dall'inizio...

    OT Dopo tutto quello che hai passato pensi ancora che un potere mentale (di quelli in grado di friggerti il cervello) sia da sottovalutare? ^^ scherzo ^^ /OT


    Le ceneri erano sparse a terra, miste agli abiti logori e sudici del Samedi. Macchie di fluidi corporei in stato di decomposizione rendevano il vestiario assolutamente lercio. Il Rossellini si mise il ciondolo, preso in precedenza dalla scrivania, al collo prma di iniziare a frugare nelle tasche ed in tutte le pieghe degli abiti. Ma senza fortuna. L'anello che il Samedi sembrava aver utilizzato per evocare lo spettro divorato era andato in frantumi, un segno che indicava che non fosse più utilizzabile. Comunque, al collo ora aveva la'ultima catena rimasta in circolazione, e quindi strumento di controllo, dello spettro promessogli quale suo nuovo servitore.

    Il necromante era ancora con le mani tra le ceneri del samedi quando venne interrotto dalla voce della sorellina che, quasi fosse in una specie di trance, guardava fisso la credenza, indicando un talismano contenuto all'interno della stessa.

    Fratellone! Cerchi quello? Non sei venuto qui per quello?
     
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    Il Rossellini prese una manciata di cenere del Samedi e l'infilò in tasca. Raccolse anche il cilindro, e se lo infilò in testa. Dei trofei? Materiali per gli esperimenti? Chi avrebbe potuto dirlo? Certo che la Morte Ultima dello Zombie era proprio uno spreco... Quanto avrebbe potuto apprendere Raimondo da un necromante tanto potente... Con un po' di persuasione, o anche solo dissezionandone il corpo vivo...

    CITAZIONE
    Fratellone! Cerchi quello? Non sei venuto qui per quello?

    Sì, è proprio quello, Sonia.

    Rispose girando la testa a guardare.

    Ma adesso abbiamo tempo...

    Estrasse da una tasca il taccuino ed una penna, e tentò di ricopiare lo schema incompleto disegnato dal Samedi col suo sangue. Usava la sinistra e perciò non sarebbe stato accurato, ma non poteva fare di meglio. Avrebbe tentato di ricostruire il rituale in un secondo momento.
    Una volta terminato di ricopiare i segni sul pavimento, rimise a posto il diario, e si alzò nuovamente in piedi. Si avvicinò alla bacheca e diede un'occhiata all'oggetto attravrso il vetro.

    Prima dovremo accertarci di non fare arrabbiare il nostro salvatore.

    Disse voltandosi di nuovo verso Sonia.

    Se hai paura, sorellina, forse è meglio che torni a nasconderti... Adesso dovrò parlare col signore di prima.

    Avvertì la sorella.

    Spettro, si presenti.Voglio conferire con lei.

    OT Quanto è umano Raimondo in questi ultimi post... troppe emozioni! u.u /OT


    Edited by Raimondo Rossellini - 15/11/2011, 22:30
     
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    OT Ray, prima di continuare, scusa ma non ho capito una cosa. La catenina che Raimondo si infila in tasca è quella che nel post precedente avevo descritto si mettesse al collo? (Non che ci siano problemi se è quella, è solo per capire) /OT


    Rimettili a posto! Rimettili a posto! Presto! Presto, prima che tornino! Rimettili a posto!
     
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    Scusa, avevo letto male. Avevo capito che tra le vesti del Samedi c'era un'altra catenina. Adesso modifico :)


    Tranquilla, Sonia. Dobbiamo ringraziare quel signore che ci ha aiutati.

    Cercò di rassicurare al sorella, attendendo che il suo richiamo avesse risposta.
     
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    Non capisci! Così torneranno! Buttali via!

    La sorellina sembrava terrorizzata da qualcosa, ma anche se Raimondo sembrava non capire a cosa si riferisse, l'avrebbe scoperto presto...

    2011-11-15 14:40:25 Spettro apparso ora rolls 6 dice to Attacco 4,8,2,4,1, 3 (failure)
    2011-11-15 14:42:09 Raimondo Rossellini rolls 7 dice to Percezione + Sesto senso 1,3,7,7,2, 7,5 (2 successes)
    2011-11-15 14:41:18 Raimondo Rossellini rolls 5 dice to Schivata 9,7,8,9,6 (5 successes)


    Uno spettro apparso dal nulla si fiondò su di lui per attaccarlo, Raimondo riuscì ad accorgersene in tempo e ad evitare di subire il colpo senza problemi, ma cosa diavolo stava accadendo?

    Un nuovo sciame di spettri sembrò materializzarsi dal nulla, uno ad uno, iniziando a vorticare attorno a Raimondo, minacciosi, proprio come avevano fatto poco prima con il Samedi. Non sarebbe passato ancora molto, prima che decidessero di fiondarsi sul Rossellini. Con esito a lui ben noto. Doveva fare qualcosa, e in fretta, se non voleva finire come il suo ospite. Non sarebbe riuscito a fronteggiare tanti avversari, aiutato o meno...

    Fratellone! Buttali via o ti uccideranno! Presto!!!
     
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    Maledizione! Quello era riuscito ad evitarlo facilmente, ma aveva visto cosa poteva fare uno stormo di quegli spettri. Uno spettacolo senza dubbio affascinante agli occhi del cainita, ma per quella notte perfino lui stava cominciando ad averne abbastanza di esperienze empiriche.
    Ma perché Sonia doveva essere così criptica? Senza perdere tempo, cercò di sbarazzarsi delle ultime cose di cui si era impossessato. Gettò a terra il cappello e rivoltò la tasca per liberarsi della cenere.

    Sonia! Cosa devo buttare?
     
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    Ma perchè per i bambini è tutto ovvio e scontato! (Ed è anche un'ottima scusa per un master sadico ^^)


    Il gesto sembrava aver sortito l'effetto desiderato nonostante il nugolo di spettri non fosse scomparso, come in precedenza. Tutt'altro, al momento lo sciame sembrava rimanere in attesa, muovendosi come al rallentatore, fluttuando all'interno della stanza.

    La sorellina sembrava essersi tranquillizzata dopo che Raimondo provvedette a liberarsi degli effetti del Samedi.

    Stai attento a non toccarli, mi raccomando!

    Gli spettri, per quanto Raimondo potesse dire, sembravano muoversi senza senso apparente per la stanza. Ebbe però come l'impressione che girassero attorno al circolo rituale disegnato a terra e attorno ai resti del Samedi.
     
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    Sei dei servizi sociali? Non ti va giù che lo spirito servitore sia una bambina! xD


    Curioso...

    Pensò Raimondo. Gli Spettri sembravano proteggere i resti del Samedi. Ma che senso aveva fare la guardia ad un mucchio di cenere?

    Non è possibile...

    Mormorò.
    Che il rituale in realtà non fosse fallito ma fosse stato solo uno specchietto per le allodole? Ma come era possibile? Il Samedi era stato ridotto in cenere davanti ai suoi occhi.
    Doveva riuscire a procurarsi una manciata dei resti del Samedi per fare ricerche più approfondite, ma come superare lo sbarramento di Spettri?
    Raimondo si avvicinò al circolo magico, facendo attenzione a non disturbare il volo degli spettri, come gli aveva suggerito la sorella, e sporse un piede verso uno dei simboli da cui era composto, tentando di cancellarlo con la suola.

    Gli spirit devono essere legati da qualcosa in questo piano, che gli impedisce di agire per loro volontà...

    Ragionava.
     
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    E tu sei uno sfruttatore bi bambini innocenti!


    Figliolo... - Di nuovo la voce, non sembrava esserci nessuno nella stanza, doveva essere nella testa di Raimondo - fossi in te lascerei perdere, prima di commettere un errore di cui non avresti nemmeno il tempo di pentirtene. Quel rituale è andato male, stai alla larga...

    Quel mucchio di spettri poteva farti a pezzi prima... e può farti a pezzi adesso. Sarebbe un peccato se la piccola rimanesse orfana.
     
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    Io VOGLIO quelle ceneri!

    Sbottò sbattendo il piede a terra.
    Subito si calmò, rilassando anche la mano sinistra che aveva stretto a pugno, e che portò al cravattino per sistemerlo.

    Caro signore.

    Si rivolse alla voce misteriosa. Nel suo particolare stato mentale, nemmeno si chiedeva da dove venisse o chi potesse essere.

    Se lei davvero volesse essere d'aiuto, mi suggerirebbe come riuscire a procurarmi una manciata di quei resti senza rischiare di andare ad unirsi ad essi.

    L'rritazione era più che palese nella voce del cainita.

     
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    Tu Vuoi?!? Tu VUOI?!? - Urlò la voce. Il suono riempì la stanza, rimbombando tra le pareti ed il soffitto, ingigantendosi per alcuni istanti -

    Stammi a sentire, Moccioso, perchè lo dirò una volta sola!

    Tu Vuoi, ma NON Puoi.


    - La voce si arrestò un'istante, tornando poi a parlare con toni più pacati. Solo ora Raimondo realizzava che quella era una voce bassa e profonda, a tratti suadente, persino. Riusciva addirittura a trasmettergli calma, a renderlo più rilassato. Di certo era una voce maschile, senza alcun dubbio.
    Una voce senza tempo, anzi, una voce antica. Quasi fosse un eco, che giungeva da tempi remoti -

    Non ne saresti in grado nemmeno se fossi nel pieno delle forze. Se tenterai, verrai fatto a pezzi in pochi istanti.

    - Non sembrava essere una minaccia nè un avvertimento. Sembrava parlasse di un fatto. Era come se la voce stesse descrivendo una scena che si svolgesse dinnanzi ai suoi occhi. Insomma, un'affermazione pura e semplice. Davvero Raimondo pensava di riuscire ad uscire di lì sulle sue gambe se avesse tentato? Si rendeva, almeno, davvero conto della situazione? -

    Fossi in te, preferirei tornare a casa tutto intero, piuttosto che in un'urna. Ma se preferisci, fa' come vuoi e lo scoprirai da solo. Poi non dire che non ti avevo avvertito.
     
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    Lo voglio e l'avrò.

    Avrebbe studiato quello schema, trovato la falla e preso quella cenere. Forse non quella notte, ma molto presto...
    Con un gesto di stizza, si voltò verso la bacheca con l'oggetto che avrebbe dovuto prendere per Deline.

    Sappia che tornerò ed otterrò quello che voglio.

    Ora si concentrava sulla scatolina.

    Posso prenderlo?
     
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