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Sambuca.
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Il viaggio continua, ora siete fuori da new orleans.
Il tizio continua a fumare e finisce la sua sigaretta. Ne accende un'altra usando l'accendisigari dell'auto. Mentre aspetta che il tubetto diventi rovente e fuoriesca, accende la radio e comincia a cercare qualcosa. Sorpassa canzoni rap, pop, r&b, poi si ferma su una radio che trasmette jazz. La musica risuona, vibra nella vettura componendo sinfonie di sax che sono parificabili solo ai colori più accesi, per poi cadere nel languido e solitario suono di una tromba e continuare nel romantico comporsi di un pianoforte fino ad un intenso assolo di chitarra.
che spettacolo. dice con un che di sentimentale voi ragazzini però non sapete nemmeno cosa siano queste note. Preferite che una tr*!3tt@ si dimeni dicendo di quanto conosce bene il mondo che lo circonda o di quanto sia brutta la strada o di quanto sia ganzo fare i criminali. Questa invece è vera musica. Va capita però. Va analizzata e sentita intimamente. lo stoppino fuoriesce e il tizio lo usa per accendere la sigaretta, fin'ora tenuta tra le falangi di indice e medio della mano destra. noi siamo sogni, viviamo e moriamo di questo. Qualcuno si diverte ad ascoltarli e noi lì raccontiamo con tutta la verve che abbiamo. Solo che, all'interno di quel pubblico qualcuno si alza in piedi dicendo di aver capito tutto, volendo raccontare il nostro sogno come se fosse suo. Il pubblico lo ascolta, peccato che alla fine della fava il tizio non faccia altro che dire una marea di c@xx@te. Di un po' ragazzo, tu cosa sogni? Non mi sparare fuori la manfrina del mondo libero con i tiranni fuori di mezzo e altre cose simili. Io voglio sapere cosa tu realmente sogni. Perché vedi, il semplice fatto di volere la rivoluzione significa voler morire inutilmente. Sognare qualcosa per cui la rivoluzione serva, quello sì che è qualcosa di utile. È per questo che ora ti faccio questa domanda. In nome della rivoluzione o soltanto in nome di una pippa fatta bene una volta tanto, tu che cosa sogni davvero?
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Benjamin Copperfield.
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Durante la prima parte del discorso, è portato ad accennare che nemmeno lui è un patito del rap, preferendo invece la rabbia armoniosa ed epica dei Guardian e dei Cruachan. Quella che volgarmente viene definita musica celtica, ma che in realtà appartiene a ogni popolo.
La seconda parte del discorso però lo colpisce, scaldando il suo cuore cadaverico.
Per un istante, è portato a inventare un'elaborata menzogna, ma alla fine decide di dire la verità, o almeno una sua parte.
All'inizio, seguivo la causa per i miei cari. Era la missione della famiglia: non potevo amarli e allo stesso tempo abbandonarli.
Poi... mi è successa una cosa. Non posso scendere nei dettagli, ma posso solo dirti che sono cambiato. L'uomo di prima, sul molo... non avevo motivo di ammazzarlo. Mi è solamente capitato tra le mani durante una mia... crisi, chiamala come vuoi.
C'è un mostro, dentro di me, un'energia assassina che nessuna medicina o terapia può guarire.
Io devo uccidere per vivere. Vorrei essere diverso, ma non è così.
Quindi, se lottando per qualcosa di giusto io posso compiere il Bene, allora vale la pena di farlo.
Soltanto una causa può dare significato a ciò che sono. E giustificare la mia esistenza.. -
Sambuca.
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SPOILER (clicca per visualizzare)continua qui.
Il Molo |
