New Orleans Public Library - Sede principale

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  1. .Constantine.
     
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    Al 219 di Loyola Avenue, quartiere centrale per gli affari di New Orleans si trova la biblioteca principale inaugurato nel 1960. Con l'uragano Katrina, alcune finestre vennero rotte e ci furono danni al pavimento causati da perdite sul tetto. Fortunatamente il seminterrato rimase asciutto, ciò permise di preservare - quasi per magia o per miracolo - la conoscenza custodita. Parzialmente riaperto il 31 ottobre 2005, fu poi dichiarata pienamente operativo dall'agosto 2007. Alcune strutture della biblioteca principale sono state utilizzate dall'Agenzia federale di gestione delle emergenze (FEMA) e da altre agenzie e appaltatori federali che si occupano del ripristino in caso di emergenza.

    1° PIANO

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    Nella zona sono presenti telecamere a circuito chiuso; finestre molto spesse, probabilmente rinforzate per evitare furti di materiale; porte in legno marrone scuro. Un metale detector è subito avanti la porta, posto lì sia per evitare il furto dei testi e forse anche altro.
    Una mappa del piano è affissa sulla parete subito accanto alle porte di ingresso. Essa rispecchia esattamente la composizione strutturale della zona.
    L'ingresso, con la sua parte computer a destra e la parte staff a sinistra, alle cui spalle si trova un angolo riservato.
    Andando dritti ci sono tavoli di consultazione. Le librerie di destra trattano: Astrologia, astronomia, filosofia, storia, arte. Una stanza ulteriore presenta invece i testi di religione, esoterismo (trattazioni blande per un conoscitore di cosa c'è davvero oltre il velo della masquerade), filosofie orientali.
    Nell'ala di sinistra ci sono invece gli argomenti di: Matematica, fisica, scienza, medicina.
    Poi c'è un'area dedicata ai bagni. I primi sono per i maschi ed i secondi sono per le femmine. In mezzo ai due c'è un corridoio con alcune macchinette del caffè e di altri snack e delle scale che salgono.
    Accanto alle scale c'è un cartello con sopra scritto "2° piano: Narrativa, angolo bambini, CD musicali, CD video, attualità, spettacolo, informatica, narrativa estera, giornali".


    2° PIANO

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    Il secondo piano ha la stessa ampia metratura del primo ed una composizione differente. Le scale sono separate dal resto della struttura da un basso muretto.
    Andando a sinistra ci sono innanzitutto degli scaffali con sopra un gran numero di film, spesso molto vecchi, e successivamente dei grossi contenitori in ferro con numerosi cassetti, ognuno fornito di etichetta descrittiva, al cui interno ci sono custodie di CD di vecchie glorie e pochissimi nuovi cantanti. Un cartello fa presente che i CD, tutti originali, sono presenti grazie a donazioni e che la richiesta degli stessi è da fare al personale di sotto. Sempre in questa zona si può notare un particolare che stona alquanto: una porta in ferro battuto pesante. Questa da verso l'esterno e più precisamente sul terrazzo con le sue antenne.
    L'area subito di fronte è formata dalla narrativa, attualità, giornali e spettacolo.
    Tornando indietro c'è invece lo spazio per i ragazzi, in cui sono gli stessi scaffali a formare un perimetro entro cui i bambini trovano testi e racconti per la loro età, oltre che materiale da disegno per divertirsi.
    L'unica stanza chiusa e quasi distaccata dal resto della struttura è quella indicata con la targhetta "informatica". Qui sono presenti numerosissimi testi consultabili sulle più moderne opere di questa branca, oltre che terminali per compiere ricerche di qualsiasi tipo.

    Edited by Alterægo - 31/3/2020, 12:42
     
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  2. etr
     
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    Gli avvenimenti narrati in questo post e in quelli a seguire seguono una linea temporale che precede di circa 3 mesi i fatti narrati nel resto del forum. Essi servono ad introdurre il personaggio di Ivy Spencer che ha espresso il desiderio di giocare il PG a partire dal suo abbraccio.


    Ormai sono passati mesi dall'incendio che ha cambiato forse per sempre il destino di New Orleans. Nessuno mai ha scoperto cosa fosse realmente accaduto.

    Tuttavia, quelle che per molti sono sfortune, spesso per qualcuno sono delle benedizioni. In questo caso, a beneficiare della cosa, forse più di chiunque altro fu Milosh Maundrell.

    A queste cose pensava il cainita dirigendosi verso la biblioteca. Perché poi stesse dando retta a quel pazzo non lo sapeva, ma in fondo, i fatti avevano dimostrato che ognuna delle sue malate idee avrebbe portato il bene di entrambi.

    Ecco che la mancata accensione di un lampione permise al suo volto di riflettersi nel parabrezza. Il Cainita potè notare i suoi stessi occhi, uno castano e uno azzurro. Erano così da quel giorno. Beh, pensò il Cainita che, in fondo, proprio quegli occhi gli erano valsi il potere che deteneva adesso.

    Tre mesi ormai erano passati dalla notte in cui si era svegliato quel pazzo prima di lui ed era andato dal principe per dirgli che lui voleva progenie.
    Quell'esaltato con questo gesto lo aveva costretto a fare due mesi di appostamenti per trovare una futura progenie che fosse a tutti i costi un uomo.

    "Già con le donne abbiamo avuto scarse esperienze!" aveva detto "Vero Milosh? Con l'ultima diciamo che c'è scappato il morto e qualcuno, non diciamo chi, ha pure fatto un patto con un Demone....un Demone! Cazzo un Demone Milosh! Ma si può essere stolti!".

    "Ma non potevi restare dov'eri" pensò Milosh mentre guidava verso la biblioteca.

    Ricapitolando, due mesi di appostamenti, ognuno a fronte di uno scarto e poi, all'improvviso, il pazzo si presenta con una foto e dice: "Questa!" indicando la foto di una sconosciuta. Ai tentativi di Milosh di scoprire chi fosse la ragazza, un'unica risposta, che provocò più rabbia di mille discorsi fatti da un politico, "Sono due mesi che la seguo e mi sembra il soggetto più interessante per i nostri interessi!".

    Ora toccava a lui però abbracciarla.

    Parcheggiò l'auto poco distante dalla biblioteca ed entrò. Il luogo era triste, l'ignoranza si nascondeva lì dove doveva esserci la conoscenza. Studenti che facevano finta di studiare ne aveva visti molti lì; gli facevano tristezza.

    Arrivò alla biblioteca alle 22.00 in punto sedendosi ad un tavolo e mettendosi davanti un libro per ammazzare il tempo. Il cainita sapeva bene che molti studenti vi trascorrevano le notti a studiare. Aveva avuto informazioni dal "generale di nessuno", che la ragazza sarebbe arrivata di lì a poco a studiare come faceva ogni sera dell'ultimo periodo. Aveva una foto e un nome: Ivy Spencer.
     
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  3. Event~Horizon
     
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    Quella sera si diresse come al solito nella biblioteca del quartiere per poter studiare in maniera tranquilla, siccome molti studenti che l’abitavano al pomeriggio, la sera uscivano per divertirsi. Non riusciva a concentrarsi con tutta la gente all’interno di quel luogo, così preferiva di gran lunga venire la sera, in quanto c’erano pochi studenti a studiare. Non aveva la minima idea del fatto che per mesi era stata seguita ed esaminata, lei aveva continuato la sua vita tranquillamente, studiando e facendo qualche lavoretto, sebbene poteva vantare di una buona quantità di denaro, proveniente dalla propria famiglia. Aveva appena parcheggiato la propria moto nel parcheggio vicino alla biblioteca, indossava una maglia semitrasparente leggera, adatta alla stagione, dalle sfumature marrognole, tendenti al grigio. Le fasciava il corpo snello, seppur in minima parte muscoloso grazie agli esercizi svolti durante gli anni nelle scuole che aveva frequentato. I capelli erano leggermente in disordina a causa del casco, appena scesa dalla moto li scombinò appena con una mano. Indossava inoltre un semplice paio di jeans neri e delle converse basse marroni; era la tipica studentessa ventiduenne. Indossava inoltre una collana rappresentante un simbolo celtico, il cosiddetto triskell; non era propriamente una “fissata” dei simboli e dei loro effetti, tuttavia pensava che in minima parte potessero funzionare. Prese la propria borsa a tracolla, dai motivi astratti e dai colori vivaci e si diresse verso l’interno della biblioteca. Sorrise al bibliotecario, che ormai conosceva, senza tuttavia parlare per non disturbare la sala silenziosa. Si mise nel solito posto, nell’area della biblioteca che racchiudeva i libri di storia. Perché questo studiava: storia medioevale. Si sedette, preparando i propri quaderni, i propri libri; dopodiché andò verso uno degli scaffali, iniziando ad osservare con le iridi color azzurro/verde i vari libri posti secondo un preciso ordine. Rimase lì per qualche istante, ignara che qualcuno fosse venuto lì apposta per lei. Era una ragazza semplice, precisa, che si impegnava assai in quello che faceva; non amava particolarmente le sconfitte in qualsiasi ambito. Rimase lì quindi per qualche istante, lasciando scorrere le proprie iridi sui grandi volumi racchiusi lì.
     
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  4. etr
     
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    Passò un po' di tempo a leggere fantasie su come fosse andata la battaglia di Varsavia da un libro intitolato appunto: "16 agosto 1920. La battaglia di Varsavia". Lui era a Varsavia in quel periodo e, poteva assicurare, che molto poco di vero provenisse da quel libro.

    Mentre le sue emozioni si alternavano fra l'annoiato e il divertito vide entrare una giovane. Non che dimostrasse molti meno anni di quanti ne dimostrasse lui ma una differenza sostanziale c'era anche se era inutile sottolinearla.

    "E' troppo giovane! Dannato malato mentale!", pensò il Polacco. Tirò il fiato a riempirsi il petto rassicurandosi al pensiero che, in fondo, l'intuito di Miroslav raramente aveva sbagliato. "Tutto sommato anche io sono frutto di questo intuito" pensò, e questo pensiero gli procurò un sorriso anche se solo per un attimo.

    Gli ritornarono in mente i tempi delle sue prime cacce in Polonia.

    "Trova un appiglio, lancia l'amo e saranno loro ad abboccare", disse fra sé e sé.

    Libri di storia, un Triskell, ecco gli appigli.

    Avvicinandosi al tavolo la vide mentre faceva svolazzare la penna sui fogli e vide nascosta tra le carte e i libri e al di là di un paio di converse la donna che forse era e che stava per portare alla morte. Non aveva mai pensato a queste cose ma capì che, forse, l'esigenza di avere una donna per casa era anche un po' sua. Non che le tre pesti che infestavano la sua casa non fossero donne e sarebbe stato falso dire che non fosse a loro almeno in parte affezionato ma, sicuramente, le avrebbe viste spegnersi pian piano o avrebbe lui stesso provveduto alla cosa per sbaglio o per volontà un giorno. All'improvviso, guardando quella ragazza che studiava dinanzi a lui, libera dal peso dello sguardo di lui che arrivava da dietro, si sentì profondamente solo e pensò per un attimo alla sua cara sorella.

    "Basta rimpianti Milosh!", pensò, "E' tempo di iniziare!".

    Si avvicinò al tavolo di lei e guardandola disse:

    "Ciao!", disse, atteggiandosi come il venticinquenne che il suo aspetto dimostrava, "non ho potuto fare a meno di vedere i libri che hai preso. Studi storia?".

    Milosh non era brutto, ma, sicuramente, nessuno avrebbe detto di lui che fosse un modello. Tuttavia, che questo fosse dovuto alla bestia o che fosse dovuto ai secoli di pratica, nessuno poteva nemmeno negare che avesse fascino. Stretto nelle sue giacche, nelle sue camicie scure, con le sue sigarette mai terminate e le auto di lusso attirava facilmente a se le giovani donne di New Orleans. Le universitarie, con i loro "Baci di Klimt" e le loro "Stampe di Monet", poi, erano discretamente facili da tirare nel sacco facendo sfoggio di un po' di cultura critica.

    "Questa sera sarà interessante!" pensò, "Molto!"
     
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  5. Event~Horizon
     
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    Era intenta a prendere gli appunti che le servivano, quando udì una persona avvicinarsi e rivolgersi a lei. Alzai lo sguardo, non riuscendo a riconoscere chi fosse: non l'aveva mai visto.
    Gli intimò di abbassare la voce, poichè non era luogo peri fare conversazione.
    Sì, anche tu? domandò. Eravano tutti studenti e lui non le sembrava molto diverso dagli altri. Non si preoccupò quindi di non rivolgere la parola agli sconosciuti.
    Continuò a mantenere lo sguardo sul "giovane" uomo, sorridendogli. In quella sala gli occhi assumevano una colorazione verdastra, sebbene i pigmenti azzurri erano intravedibili nell'iride, soprattutto intorno alla pupilla.
    Attese una sua risposta, mentre lo sguardo si riposò sui libri, intenta a scrivere qualche appunto: infondo non poteva mica perder troppo tempo. Avrebbe donato lui attenzione quando le avrebbe rivolto la parola, per il resto si sarebbe occupata di quello che doveva fare. Era molto ligia ai propri doveri e il primo tra tutti era lo studio. Non transigeva. Difficilmente la si poteva strappare dalle sue ore quotidiane di studio, motivo probabilmente per cui non era impegnata con alcuno e le sue amicizie erano molto strette.
    Gli occhi scivolavano su tutte quelle righe stampate in piccolo, mentre la mancina scriveva con un'ordinata calligrafia corsiva gli appunti. Respirava lentamente, tranquillamente. Aveva un leggero profumo, tuttavia dolce: lavanda. la pelle era leggermente candida, ma non troppo.
     
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  6. etr
     
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    La giovane donna dimostrava un impegno nello studio superiore a quello di quasi tutti i giovani che passavano in quella sala. Era carino vedere qualcuno così intento nello studio.

    "Certo, possiamo dire così", disse a voce bassa accontentando la ragazza che prestava attenzione ad un silenzio richiesto da nessuno in stanza, "la ho studiata e la studio. E, per quanto io non sia fra i più legati al popolo celtico, persino io so cosa rappresenti un triskell." disse sedendosi "Anche di sera ti fai accompagnare dal carro del sole? Hai paura di qualche malocchio?" continuò.
     
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  7. Event~Horizon
     
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    Lo vide sedersi affianco a sè, lo scrutò con la coda dell'occhio. Sorrise appena quando fece riferimento al ciondolo che portava.
    Studio storia medioevale, alla fine certe credenze ti inglobano senza volerlo disse semplicemente, facendo spallucce. Notò che quella sera difficilmente sarebbe riuscita a studiare decentemente, se quel "ragazzo", rimaneva lì a parlare con lei.
    E quale periodo ti ispira? domandò, gli dava del tu ovviamente, perchè non le sembrava così vecchio e di solito in quella biblioteca giravano solamente studenti.
    Ad ogni modo, è semplicemente un monile che rappresenta la continuità, mi piace pensare che ci sarà sempre una prima, durante e dopo disse tranquillamente, appoggiando il gomito sul tavolo su cui erano appoggiate le sue cose, poggiando poi il viso sulla mano. Lo osservava, anche se spesso l'attenzione ricadeva sui libri. Attese le sue risposte.
     
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  8. etr
     
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    "Un prima, un durante e un dopo...." pensò. Che senso avevano per lui quelle cose ormai? Che senso avrebbero avuto per lei dopo quella notte?

    Prese una delle matite appoggiate sul tavolo e un foglio bianco e iniziò a scrivervi sopra mentre le rispondeva.

    Disegnò nella sinistra del foglio un triskell, al centro una sorta di pesce e a destra un punto interrogativo. Sotto il pesce scrisse:

    << Ιχθυς >>
    c'è scritto pesce


    "Ah, tutta la storia mi ispira. Alla fine, sai, inglobi certe credenze senza volerlo" disse sorridendo e rigirando la frase della ragazza.

    Passo il foglio alla giovane e disse:

    "Quello che era un simbolo celtico era accettato dall'impero mentre i cristiani venivano uccisi. Costoro, per riconoscersi quando si incontravano disegnavano un pesce in terra poiché non potevano dire di essere cristiani; il pesce disegnato dai cristiani era un triskell aggiustato per far piacere a un dio cristiano. Rappresentava la trinità che già il simbolo si portava dietro ed inoltre sottolineava il compito dei cristiani di essere pescatori di anime.
    Poi con l'ascesa al trono imperiale di Costantino, un non cristiano che fece della religione cristiana quello che sarebbe stata per secoli e con Teodosio le credenze celtiche furono perseguitate dai nuovi cristiani. I cristiani, quindi, tormentarono coloro i quali portavano il simbolo del triskell perché pagano, dimentichi dell'origine del loro stesso simbolismo.
    Ed oggi? Oggi in cosa crediamo? Chissà se altri due ragazzi seduti in una biblioteca faranno lo stesso discorso fra cento o più anni?
    Ecco, questi sono passato, presente e futuro. Fasi del tempo che fanno della distruzione il loro canto."

    Sorrise alla ragazza. "Tu invece?", chiese, "Cosa ti ispira?".

    Edited by etr - 3/7/2011, 22:39
     
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  9. Event~Horizon
     
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    Ascoltò attentamente le sue parole, mantenendo un sorriso sul volto, visibilmente interessata a quello che stava dicendo.
    Hai perfettamente ragione, però c'è sempre un ripetersi delle cose. Ti dà la speranza che si possa migliorare, sebbene per il momento le cose non siano così disse semplicemente. Ovviamente parlava sul piano storico: nei secoli le guerre si erano ripetute, per esempio, e l'unica evoluzione fu quella delle armi per combattere, ma i motivi rimanevano li stessi. Se si voleva protare la cosa su un piano individuale, la questione incominciava già ad essere diversa.
    Ascoltò la sua domanda e rimase per qualche istante in silenzio ap ensare.
    Tutto e niente, potrei dire. fece spallucce ma l'espressione sorridente non si allontanò mai dal viso.
    Mi ispirerebbe essere un'osservatore esterno ai fatti e vedere lo scorrere del tempo e vedere cosa succede, allo stesso tempo credo che sarei spaventata dall'eternità e dalla privazione dei cicli naturali disse, dandogli un'ultima affermazione come risposta. Non aveva la minima idea che quello che semplicemente pensava e che riteneva assurdo presto sarebbe accaduto.
     
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  10. etr
     
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    CITAZIONE
    "Mi ispirerebbe essere un'osservatore esterno ai fatti e vedere lo scorrere del tempo e vedere cosa succede, allo stesso tempo credo che sarei spaventata dall'eternità e dalla privazione dei cicli naturali"

    queste parole lo riempirono di buio. Il pazzo aveva indovinato.

    "Speranza di migliorare..." pensò. Aveva parlato con spiriti vecchi di molte ere, ed ognuno di questi gli era parso uguale nella sua aridità, ed ora questa ragazza aveva "Speranza di migliorare"; ecco quale era la differenza fra umani e vampiri: la luce di una speranza. Per un attimo vacillò al pensiero di toglierle quella luce.

    Si sfilò un anello dal dito ed iniziò a giocarci facendolo rigirare in mano; strappo un lembo bianco dal foglio che già aveva usato e vi scrisse sopra qualcosa. Posò il foglio sul tavolo e sopra mise l'anello, come per giocare.

    "Grandi desideri! E il mezzo per realizzarli è studiare in una biblioteca? Forse sì, ma chi può dirlo...", sussurrò alla giovane.

    "Esco. Vado a fumare una sigaretta!", disse dimenticando il lembo di carta e l'anello sul tavolo.

    L'anello è d'oro con un'incisione all'interno che riporta due lettere "MM". Nell'anello è incastonato un rubino che lascia trasparire dal fondo un simbolo rappresentante un cerchio con inscritto un quadrato al cui vertice in alto a sinistra tangente al cerchio si appoggia un triangolo.

    Nel lembo di carta è scritta una frase di Ovidio:
    "O Tempo divoratore, e tu, invidiosa Vecchiaia, voi tutto distruggete e a poco a poco consumate ogni cosa facendola morire, rosa dai denti dell'età, di morte lenta." seguita dalla frase "E' forse il tempo di essere un dio? Vieni a parlare fuori?".
     
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  11. Event~Horizon
     
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    Ascoltò il suo dire, annuendo quando pronunciò la medesima cosa che disse ella. Tuttavia fu assai colpita da quel discorso strano, a dir poco fuori dal comune.
    Lo vide giocherellare con un anello e scrisse qualcosa su un lembo di carta. All'enigma posto in sussurro, si aggiunse persino la citazione di Ovidio. Prese quel foglietto guardandol, fissandolo... Lo rilesse più volte e non capì dove voller arrivare. Tutto ciò che aveva detto era vero, ma a che fine? Notò inoltre che l'anello doveva essere piuttosto prezioso, aveva dei simboli strani: sembravano quei simboli che apparivano quasi sempre in ogni testo di alchimia. Rimase così, immobile, fino a quando spinta dalla curiosità, abbandonò lì i suoi libri per dirigersi ad una più ambigua conoscenza.
    Lo cercò fuori da quel loco, vedendolo poco distante. Si avvicinò, porgendogli il monile.
    Bella citazione disse semplicemente, sorridendogli e mettendosi le mani in tasca. Forse uscire fu il suo più grande errore, o anche la cosa più giusta da fare, chi sarebbe mai stato in grado di saperlo?
     
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  12. etr
     
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    La ragazza lo seguì fuori proprio come pensava per ridargli l'anello e incuriosita da ciò che si erano detti.

    "A parte un vecchio anello, cosa ti spinge a seguirmi fuori per vedermi fumare una sigaretta mentre parli con me, te lo sei chiesto?" questionò il cainita, "Quale è la domanda che hai dentro, magari da sempre e che pensi che io possa risolvere? Chi sono io secondo te? A proposito", disse il cainita porgendo la mano alla ragazza "non mi sono ancora presentato, il mio nome è Milosh Maundrell, ed il tuo?"

    Milosh ha il difetto "Tocco di gelo"


    Edited by etr - 6/7/2011, 19:25
     
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  13. Event~Horizon
     
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    Ascoltai la sua presentazione, porgendogli la mano. Appena sentì il suo tocco, la ritrasse immediatamente.
    La tua mano è gelida sostenne. Non era una mano fredda, di una persona che poteva magari avere problemi di circolazione, era completamente ghiacciata, come se il sangue non fluisse nell'arto.
    Ivy Spencer, comunque rispose ella, continuando a fissare quella mano. Gli porse l'anello e poi ascoltò le sue domande.
    Continuava a pensare al fatto che non stesse bene, eppure pareva tranquillo, senza problemi.
    Una domanda tuttavia pareva collegarsi a quei dubbi, quando le chiese: che cosa pensi che sia?.
    Ivy rimase a fissarlo per qualche istante, per poi ridacchiare: non era possibilem erano nel mondo reale, mica in qualche racconto medioevale in cui si parlava di creature magiche.
    Un uomo con una circolazione corporea bizzarra? chiese lei, ironica. Inclinò il capo attendendo il suo prossimo enigma.
     
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  14. etr
     
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    "La mia mano gelida...." ripeté e sorrise il Cainita. "Un uomo con una circolazione corporea bizzarra?" chiese lui a lei.

    Il cainita prese la mano della ragazza e la pose sul suo polso posando il suo pollice su quello di lei proprio sopra l'arteria.

    "Si!" Disse sorridendo. "Ho proprio molti problemi di circolazione.".

    "Ti ripeto." continuò "Chi credi che io sia? O perlomeno, chi diresti che io sia se non avessi preconcetti? Sei tu forse quella che parlava di vedere da fuori lo scorrere del tempo? Sei forse tu quella che chiedeva di poter osservare la storia accadere? Che mi diresti se ti offrissi tutto questo?" questionò.

    Dette queste parole, il Cainita prese ad osservare l'anello nella sua altra mano e questo subito iniziò a veleggiare verso la ragazza fino a mettersi al suo anulare. "E questo trucco" disse "ti andrebbe di impararlo?".

    "Se ti dico tutto questo è perché ritrovo in te qualcosa di speciale e il tuo avermi seguito qui fuori mi dimostra che lo stesso è per te nei miei confronti. Seguimi in questa notte e ti mostrerò la storia, tutta la storia come è stata e come sarà." disse.

    Il vampiro si incamminò verso la strada antistante la biblioteca e appena allontanatosi di mezzo metro, senza voltarsi chiese alla giovane: "Allora andiamo? Con la mia o con la tua?". Detto questo lanciò la sigaretta lontano.
     
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  15. Event~Horizon
     
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    Ascoltò il suo dire, facendosi prendere la mano e facendosela porta sul suo polso: non c'era battito. Sgranl gli occhi, osservando quella situazione, ascoltando le sue parole e osservando quell'anello andare magicamente al proprio dito. Il proprio battito, sì assicurò di averlo, incominciò ad accelerare. La sua mano era veramente glaciale, non fredda, ma di ghiaccio ed il battito non c'era.
    Pensare fuori dai preconcetti, ma i vampiri come potevano esistere! Era pura invenzione, tuttavia egli non poteva nemmeno dirsi un mago, perchè nessuno sarebbe stato in grado -senza alcun tipo di supporto- di far agire il suo corpo in quella maniera.
    Rimase in silenzio per qualche istante, osservò la propria mano cinta dalla sua e poi alzò gli occhi, incredula, verso il vampiro.
    Osservare la storia al di fuori del tempo, ripetè nella mente. Era veramente possibile? Un misto di fascino e terrore la colpì, poichè se tutto ciò era vero, significava uscire fuori dal proprio tempo contemporaneo, e se egli era un vampiro, vivere in eterno. Quando egli si avviò, Ivy rimase qualche istante ferma in quel luogo, guardando quell'anello dorato. Si sentì chiamare ed era ancora in preda al dubbio.. O ritornava dentro alla biblioteca, studiando la storia e continuando a fare ciò, o lo seguiva, vivendola da quel momento, fino all'eternità. Qualcosa la spinse, forse la curiosità, forse la voglia di andare a fondo a questa questione e vedere se tutte le sue parole erano veritiere. Decise quindi di seguirlo.
     
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226 replies since 20/11/2010, 11:31   2058 views
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