Campus

Alexander già pensava a mille scuse che poteva inventarsi e non si accorse neppure che il portone venne aperto. Per un attimo rimase alquanto disorientato, ma forse era decisamente meglio così. Forse aspettava qualcuno, ma ora doveva capire come affrontare l’argomento, certamente non poteva ripetere il flop dell’altra volta.

Davanti a se c’è un immenso corridoio e dopo aver chiuso il portone dietro di se si avviò con passo svelto e deciso.

Si fermò davanti all’ascensore, sapeva che era al terzo piano e attese che l’ascensore sopraggiunse.
Si fermò davanti a lui e dopo che le porte si fossero aperte entrò, schiacciò il terzo piano e salì.

Aspetta sicuramente qualcuno… Però …come posso fare…

Era alquanto pensieroso, sicuramente non poteva adottare la tattica di prima , doveva essere molto più gentile, o entrare dalla finestra, cosa che poi poteva portare ad altre conseguenze. Sbuffò non era abituato a ragionare con la testa, ma più con le mani. E alla fine l’ascensore arrivò.

Alexander era molto pensieroso e neppure si accorse che era giunto al suo piano, mentre le porte si aprono. Uscì e si trovò quasi subito davanti alla porta 307, ma la cosa davvero più curiosa che era socchiusa, molto probabilmente aspettava qualcuno o forse aspettava lui, scosse al testa a quel pensiero.

E’ meglio tenerci pronti… Non si sa mai..

Poté scorgere all’interno una ragazza, con indosso un pigiama che era davanti al computer. Con la mano destra aprì la porta ed entrò richiudendola dietro a se.

Se grida gli tappo la bocca..

Fece alcuni passi, pronto a scattare se fosse messa a gridare.

Mi stavi aspettando ?

Pronunciò quelle parole in maniera del tutto naturale, come se fosse realmente così e le pronunciò con voce diversa da quella che di solito usava,i suoi muscoli erano tesi e contratti, non voleva farli del male, o almeno non avevo tempo per questo.