Safe House

Gli occhi si spostarono verso Hermann che osservò senza troppi problemi quando accennò al suo domitor. Gli occhi si portarono poi sul vampiro mascherato e un brivido gli percosse la schiena alla sua risposta. E' chiaro che lo inquietava e non poco. Spostò lo sguardo sulla portavoce del gruppo quando si limitò a stabilire i compiti. Inarcò le sopracciglia perplesso prima di distogliere lo sguardo. Quando nominarono lui semplicemente si piegò ancora di più su se stesso come se volesse scomparire e diventare ancora più invisibile e anonimo di quanto non fosse. La questione non gli piaceva. Quel Jax gli stava veramente sul cazzo... era essenzialmente un bullo di strada che gli ricordava troppo quelli che per anni era costretto ad evitare. Lavorare con lui? Non era fattibile. Quel piano aveva un alto potenziale di fallimento oltre che gli sembrava di stringere una bomba fra le mani pronta ad esplodere. Portò entrambe le mani sui fianchi spostando il giubbotto indietro e mettendo così in mostra la fondina ascellare. Occhi di nuovo alla vampira ma non si permise di fare altre obiezioni o di interrompere la vampira. Il silenzio alle volte era d'oro ed era meglio evitare qualsiasi situazione avesse potuto infastidirli in qualunque modo. Mani sui fianchi quindi. In attesa che continuassero ad esporre il piano.

Gli occhi del ragazzo si mantennero sul gruppo di Cainiti. Abbassò leggermente il capo quando gli occhi si posarono su Cogliostro al quale, chiaramente, rivolse un lungo sguardo meditativo. Si, ormai aveva realizzato che era inquietante. In passato aveva dovuto semplicemente evitarlo per quanto possibile ma ora era chiaro che non poteva farlo. Distolse lo sguardo per posarlo sulla vampira quando riprese a parlare e si limitò ad ascoltare inchiodando poi gli occhi sulla mappa quando questa la porse a loro. Era interessato soltanto vagamente sia ai soldi che alla mappa in quanto, era sicuro di riuscire a ricavare da internet e da qualche ricerca molte più info sulla città e sulla situazione del luogo di quelle che i vampiri avrebbero potute dargli. Solo un rapido sguardo verso i propri "compagni" prima di riportare lo sguardo sui domitor che, almeno in quella casa, erano per loro dei Re. Occhi a Lucille un attimo prima di riportarli sulla vampira. Scosse il capo con calma alla sua domanda finale. Non aveva alcun tipo di domanda da porre, non per il momento almeno. Spostò gli occhi sul meccanico quando parlò. Aggrottò la fronte un istante alzando poi gli occhi al cielo spazientito. Era discreto in quelle movenze e non è detto che qualcuno l'avesse notato ma sembrava come se trovasse in qualche modo le domande del tizio stupide o inutili per un qualche motivo.

Il ragazzo seguì lo scambio tra Sam e il suo domitor con il volto teso in una smorfia che aveva quasi del ridicolo. Per fortuna lui passava abbastanza inosservato e con un po' di fortuna nessuno di loro l'aveva notato. La smorfia era un misto di disgusto, terrore e tensione. Come se quel povero meccanico fosse poco meno che una merda calpestata in una via di periferia. In realtà lui si riteneva una spanna sopra tutti gli altri e sotto soltanto a Lucille (ovviamente). Ma stava zitto perché riusciva a leggere fra le righe e i vampiri, a dispetto di quello che dicevano, non volevano ripetersi in alcun modo quindi o si trovava delle domande abbastanza intelligenti da porre altrimenti era praticamente inutile. Annuì con calma spostandosi di lato per far spazio alla gente che intanto si avviava verso l'uscita. Non c'era bisogno di parlare, gli ordini erano stati comunicati e, chiaramente, c'era solo da eseguire. Prepararsi al meglio e poi rivedersi tutti qui fra sei giorni.
Aveva catalogato quel pensiero ma è chiaro che ora lo sguardo era tutto per Lucille. Si fece da parte mantenendo le mani sui fianchi mentre attendeva che la vampira fosse a portata d'orecchio «Ti serve un passaggio?» chiese in un fil di voce. Era un tipo molto riservato lui, molto sulle sue.