Safe House

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    Marcus fece segno di assenso al nuovo capobanda di quel gruppo di sventura, si spostò solo di lato verso Catherine, per porgerle un saluto più solo suo, le sorrise e poi le chiese

    « Quindi era questa la nuova missione? » disse rimembrando l'ultima serata passata insieme, lo sguardo fisso in quello di lei, la trovava leggermente stanca, no forse stanca non era il termine adatto, « Avremo modo di vederci prima che io parta? » si avvicinò di più al suo orecchio « Giusto per sapere se hai direttive speciali da darmi » un lieve sorriso, mentre si inebriava del profumo di lei a quella distanza poteva goderne appieno senza sentire troppo l'olezzo del resto della stanza e dei presenti.
     
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  2. TheBandit
     
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    ot. scarsità del post in arrivo tra 3...2...
    scusate ma sono iper-indaffarato!

    Jax si limitò ad annuire per l'ennesima volta, forse, nella stessa serata.
    Storse un po' la bocca quando li venne negato di ricevere armi, se non tramite il fatto di doversele pagare con quanto era stato consegnato loro.

    Spostò lo sguardo sulla sua Cecile.
    Non voleva procurarle fastidio, quindi cercò solo di catturare la sua attenzione e se lei avesse voluto dirgli qualcosa, gli avrebbe fatto cenno di avvicinarsi.
    Beh, in fondo ci sperava!
     
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    Renée Duchamps resto sedutò a fissare Sam con espressione di disapprovazione ancora per qualche attimo, poi distolse lo sguardo e si alzò, uscendo dalla stanza.

    Se il meccanico ci avesse voluto parlare in privato avrebbe dovuto prendere lui l'iniziativa – misurando molto bene le parole.


    *****




    Lucille si girò verso Spyware con un sorriso, quindi gli fece una carezza e gli disse:

    Apprezzo le tue premure ma sono già dove voglio essere. Vai pure, per stasera non mi serve altro.


    *****




    Cogliostro, che era ancora seduto, alzò il capo verso Herman. Quindi si alzò e lo prese sotto braccio, allontanandosi di qualche passo e dicendogli a bassa voce: Non lo faccio per me, ma per il gruppo – devi capire che mi hanno aiutato molto.

    Non temere per i Topi: sceglierò qualcuno che ti sostituisca durante la tua assenza.


    Resto lì, attendendo l'eventuale risposta di Herman.


    *****



    Catherine assunse un'espressione più distesa rispetto a quella “ufficiale” che teneva fino a poco prima, rispondendo:

    Sì, era proprio questa. Nessuna direttiva speciale, se non di tenere gli occhi aperti e di stare attento ai conti.

    Vediamoci la sera prima che tu parta, avrò qualcosa per te.



    *****




    Cecile si avvicinò a Jax, prendendolo per la mano e uscendo dalla stanza, per poi baciarlo e abbracciarlo.

    Dovremo imparare a stare lontani per periodi più lunghi che in passato, tesoro.

    Nel frattempo Renée uscì anche lui dalla stanza, superandoli e sparendo nel corridoio.

    La vampira approfittò di quell'attimo di intimità e dell'assenza di Renée per sussurrare qualcosa all'orecchio di Jax: Tienimi informata, tesoro. Non mi fido molto di quello lì, credo che abbia qualcosa in mente – anche se ancora non ho capito cosa.



    Se volete continuare a parlare fatelo pure, altrimenti chiudiamo la scena
     
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  4. Spyware
     
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    No, se Lucille non ha niente da dirmi per me possiamo chiuderla qui!
     
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    « Non temere sai che puoi fidarti » le sorrise gentile, osservando il volto più sereno e solito che era abituata a venerare, si riportò in postura eretta annuendo alla sua affermazione « Però vediamoci in un posto migliore di questo te ne prego » il tono ironico che però lasciava intendere benissimo quello che Catherine già sapeva.

    Accese un'altra sigaretta attendendo Herman.
     
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  6. HermanHardesty
     
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    Non hanno bisogno di me, Cog, ma del loro re.

    Herman rispose al Nosferatu, per poi estrarre la bottiglia di alcool da sotto il cappotto lercio.

    Bah. Immagino che la riconoscenza sia qualcosa di importante.

    Commentò, portandosi il collo della bottiglia alla bocca e dando un sorso abbondante. Si asciugò le labbra con la manica.

    Spero che ti renda conto che sarà Catherine quella a tenere per le palle tutti i colletti dorati della città. Ha fatto di me il capo solo per scaricare su di noi la responsabilità mentre il suo ragazzo d'oro si fa gli amici potenti.

    Diede un altro abbondante sorso.

    È un bravo ragazzo. Non è colpa sua, in fondo. Noi ci occuperemo delle fogne e della spazzatura, come sempre.
    Credi che ci saranno grosse resistenze? Spero che Jax e il tatuato sappiano come usare una pistola. Io sono piuttosto arrugginito.


    Ridacchiò tra i baffi.

    Dimmi, dove l'hai lasciato Tor?

    Si riferiva al dobermann ghoul del Noseratu.
     
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  7. Sam Smith
     
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    Sam fu confortato dalle parole di Herman... risollevandosi flebilmente e capendo di non essere l'unico a trovare eccessivi i modi del domitor.
    Poi gli altri se ne andarono e la solitudine del ghoul crebbe di nuovo. Da un lato ne fu felice perchè aveva la possibilità di non stare più sotto gli sguardi di tutti. Dall'altro era rimasto con il solo suono di quelle pesanti parole, le quali ebbero il potere di ricordarne altre ed altre ancora...
    Sam, contrariamente agli altri, non aveva nessun desiderio di parlare con Renee.
    Tanto comunque avrebbe sbagliato, almeno si sarebbe fatto riprendere in un posto più isolato di quello in cui si trovava.
    Aspettò gli altri in quella stanza, sentendosi fin troppo solo.
     
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  8. TheBandit
     
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    Un attimo di intimità era tutto quello che chiedeva per potersi ricaricare di Lei.
    Il suo bacio, il suo tocco.
    Jax già non capiva più niente.
    Annuiva e la fissava estasiato.

    Certo Cecile!
    Doppio compito quindi, dove l'obiettivo primario però adesso era mutato, per lui perlomeno, ed era quello di stare attaccato ad ogni mossa di quel tipo brutto in maniera incredibile.
    Ti terrò informata!

    Per me puoi chiudere
     
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    rispondo solo a Herman, con gli altri abbiamo concluso.

    @Herman: concludi pure tu la scena



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    Cogliostro scosse la testa: Non è come dici. Ti dico una cosa...

    Il Nosferatu si mise a passeggiare prendendo Herman sottobraccio e uscendo dalla stanza. Quando furono abbastanza lontani gli sussurrò:

    ...Avrebbe dovuto essere Marcus il capo, ma Renée – che finanzia la spedizione – si è opposto perché Catherine è già il capo del nostro gruppo e ciò le avrebbe dato troppo potere.

    Renée stima poco il suo Ghoul, come hai potuto vedere, e perciò ho avuto gioco facile a farti scegliere come capo.

    Marcus dovrà tenere i conti, nulla più.

    Naturalmente sarà lui a ingraziarsi i potenti di Slidell, ma solo perché è la persona più adatta a farlo di voi – guardalo, è giovane, bello e ha anche il dono della parlantina –, non per altri motivi.


    Poi il Nosferatu e Herman tornarono nella stanza, e Cogliostro continuò:

    Non credo che ci saranno molte resistenze, ma stai all'erta – non si sa mai.

    Spyware mi piace, a parte tutti quei tic mi sembra un tipo in gamba. Jax non so...non l'ho ancora inquadrato.


    Infine concluse:

    Tor è fuori, sul retro. Renée scassa, dice che non vuole animali dentro casa. Come se quei delinquenti che si porta dietro fossero migliori delle bestie...
     
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  10. HermanHardesty
     
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    Capisco.

    Herman annuì, meditabondo.

    Terrò comunque gli occhi aperti.

    Concluse, sorbendo un'altra boccata dalla bottiglia.

    Si è fatto tardi. non ho più la tempra di un tempo.

    Si stiracchiò, grugnendo.

    E poi devo avvertire i ragazzi e oliare un paio di ingranaggi. È stata una piacevole serata: mi h ricordato il 'Nam. Ahahahah!

    Rise di gusto prima di cedere ad un altro eccesso di tosse che spense con dell'altro alcool.

    Sta' lontano dai guai, ragazzo.

    Salutò il Nosferatu, guardandolo negli occhi in modo grave, prima di voltarsi per andarsene.
    Il vecchio fece il giro per il retro dell'edificio, dove l'enorme cane nero era seduto annoiato. Vedendo il vecchio che si avvicinava, il dobermann rizzò le orecchie e sollevò la testa mugolando.

    Buono Tor. Bravo ragazzo.

    Herman si mise a grattare il cane dietro l'orecchio. Era stupefacente come il mantello rado dell'animale restasse lucido e liscio nonostante vivesse nella spazzatura.

    Prenditi cura di lui mentre non ci sono, mi raccomando.

    L'uomo parlava all'animale guardandolo fisso negli occhi acquosi ma intelligenti.

    Uso Animalità per la comunicazione, così, per il flavour


    Proteggilo dagli altri e da sé stesso.

    Gli diede un paio di colpi affettuosi sul lato del collo, prima di riprendere la bottiglia e scolarne un altro sorso. Quindi si allontanò, cantando a gran voce, sentendosi già alticcio.
    Raggiunse Marcus per il passaggio promessogli verso la Città dei Topi.
     
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    Benissimo.

    INTRO CONCLUSA: leggete qui: #entry396789926
     
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    6 notti e mezzo dopo...




    Erano quasi le dodici del giorno stabilito da Catherine per l'incontro alla Safe House.

    Il Sole già picchiava sulle strade sgarrupate del 9th Lower Ward: in giro soltanto la solita gente del quartiere, poveracci di vario genere, per lo più senza lavoro, che passava le giornate cercando di arrangiarsi in qualche modo o semplicemente restando in strada a cazzeggiare.

    Nessuno di loro però si avvicinava troppo alla Safe House che, anche se apparentemente deserta e chiusa, era nota come uno dei covi degli spacciatori del quartiere – gente che certamente non avrebbe apprezzato che qualcuno ficcanasasse troppo da vicino.

    Un bel lucchetto di dimensioni giganti chiudeva il cancello esterno. Come era loro stato spiegato, infatti, il luogo serviva in quell'occasione solo da punto di ritrovo per recarsi insieme a Slidell.


    Postate il vostro arrivo, come vi organizzate, cosa fate, ecc. Avete piena libertà d'azione.

    Vi ricordo che avete 3 px: se li volete spendere, questa è l'ultima chiamata fino al prossimo Capitolo
     
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  13. Spyware
     
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    Il rombo del motore della sua moto accompagnò l'arrivo dell'umano che, alla luce del sole, era più inquietante che di sera. Indossava il casco integrale a coprire le fattezze del viso. Un giubbotto di pelle su una t-shirt bianca, invece, copriva del tutto la fondina ascellare nella quale teneva il suo cannone. Jeans stretti sulla gamba completavano il tutto. Decelerò fino a fermarsi nei pressi della Safe House, poggiò il piede a terra con calma e si limitò ad estrarre la testa dal casco. Portò la mano al viso con irruenza premurandosi di accarezzare la parte pelata della medesima. Infine posò il casco sulla moto stessa e controllò l'ora sul suo orologio collegato allo smartphone: in perfetto orario. Con se aveva portato tutto l'indispensabile per restare via un po' di tempo. Qualche vestito, il portatile, la pennetta e qualche hard disk sul quale salvare i dati eventualmente. Inoltre aveva prelevato parecchio contante, voleva evitare di dover pagare con le carte se gli fosse stato in qualche modo possibile. Scese con calma dalla moto appoggiandosi alla medesima e attendendo l'arrivo anche degli altri. Dire che era nervoso era un eufemismo... dopotutto lui non era abituato a lavorare con le persone e, doverlo fare per forza, lo metteva in una condizione di stress psicologico non proprio normale. Mano alla pelata, che accarezzò con forza per sviare la tensione prima di prendere dal taschino degli occhiali da sole e inforcare i medesimi sul naso.


     
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  14. TheBandit
     
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    Aveva raccolto le sue cose in un borsone abbastanza capiente che riuscisse a contenere qualche cambio, per di più jeans, camicie a quadri e magliette basic, un altro paio di scarpe, forse due e un paio di giacche di pelle; non se lo ricordava a dire il vero, aveva afferrato quello che gli capitava a tiro e si era lasciato ispirare dal momento.
    Prima di uscire dal suo buco, si era infilato la fondina con la sua pistola ed aveva indossato uno dei giubbotti di pelle che preferiva,sgualcito e consumato, che ne celava l'esistenza.
    Era già uscito di casa, quando rientrò smaniando e borbottando a tra sé: aveva dimenticato le cimici e l'auricolare.
    Afferrò la confezione e la lanciò dentro lo zaino, poi uscì definitivamente tirandosi dietro la porta.

    Quaranta minuti più tardi era al punto di ritrovo prefissato.
    Spyware era già lì, nessun altro eccetto lui.
    Toh! Viso d'angelo è già qui... - pensò, guarda caso avrebbe dovuto fare coppia proprio con lui.

    Smanettò un'ultima volta, mandando la sua vecchia Harley ad affiancarsi alla Ducati di Spyware; fermò il mezzo ma senza spengerlo, il motore dell' americana continuava a borbottare e brontolare sotto di lui.

    Jax squadrò il tipo tatuato dalla testa ai piedi, soffermandosi sulla moto.
    Bell' aggeggio "Zombie boy"! - esordì, appellandosi a lui con quel nomignolo.

    Girò poi la chiave, lasciando che il motore emettesse un ultimo sordo brontolio, prima di spegnerlo, sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca e se ne mise una in bocca.
    Fumi? - chiese, allungando il pacchetto verso l'altro.
     
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  15. Sam Smith
     
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    La moto fu parcheggiata e già vide il tatuato e quello che si era presentato con la bandiera sudista. Uno sguardo alle nuvole e, inspirando, chiuse gli occhi e finì per pensare.

    L'ultima volta che era stato lì si era sentito tanto insignificante da volersi sotterrare. Aveva invidiato il rapporto che gli altri avevano dimostrato con i loro signori. Anche lui, visto che proprio doveva sottostare a quella situazione, avrebbe almeno voluto un minimo di... amicizia... da Renee. La vita con lui era sempre stata infima e la dea bendata era da sempre andata a caccia di sfortunati in luoghi ben distanti da lui. Non è che se la passasse male in senso assoluto. In realtà era certo di stare meglio del barbone che serviva l'inquietante essere dagli occhi luccicanti. Un uomo giudicato troppo in fretta per il suo cattivo odore e che invece era riuscito, con poche parole, a tirarlo fuori da un cumulo di fumante letame. Sam era proprio questo che non voleva, finire sempre in quel cumulo e non essere sempre chiamato stupido o imbecille da qualcuno da cui sperava un minimo di compassione o che capisse il livello della sua fedeltà. In Renee ci doveva essere per forza qualcosa di buono, non poteva essere così cattivo come voleva apparire. Questo era almeno ciò che si ripeteva sempre, una sorta di mantra oramai. Quella mattina, la mattina in cui il viaggio sarebbe iniziato, Sam fece come aveva detto il suo grande mito parecchio tempo fa....

    Quando ti trovi davanti a due decisioni, lancia in aria una moneta. Non perché farà la scelta giusta al posto tuo, ma perché nell'esatto momento in cui la moneta è in aria, saprai improvvisamente in cosa stai sperando.


    Quindi aveva preso una monetina e si era fermato ad immaginare l'esatto momento in cui l'avrebbe lanciata in aria. Si immaginò in cosa sperare quando il metallo sarebbe ricaduto sul cemento irregolare della pavimentazione della sua officina e . Restò fermo e da solo, sacca di tela tipo palestra nella mano sinistra e un quarto di dollaro sull'unghia del pollice destro. Gli occhi fissarono la lucida e rotonda superficie metallica. Alla fine la lanciò in aria e ne seguì le evoluzioni.
    Si rese conto, in quell'interminabile lasso di tempo, di voler credere che quell'esperienza sarebbe durata una settimana o poco più, quindi che senso aveva sperare di fare in fretta?
    Si reso conto di voler credere nel fatto che Renee non l'avesse mandato a fare qualcosa solo per sadico divertimento di vederlo fallire e perdere di nuovo tutto, quindi perchè sperare sul fatto che il suo domitor non lo stesse fregando?
    Si era reso conto che voleva credere che quelle persone con cui si sarebbe accompagnato non potevano essere peggiori di quelle che fin'ora aveva incontrato, quindi perchè sperare di trovarsi bene con loro?
    Quando alla fine di quella lunga evoluzione il metallo ricadde e tintinnò sul pavimento, l'unica domanda che le fece fu: posso davvero fidarmi di ciò in cui voglio credere?
    La monetina rimbalzò e rimbalzò ancora ed ancora. Purtroppo per le aspettative di Sam essa andò a finire sotto un attrezzo di parecchie tonnellate impossibile da spostare. Chissà quale faccia era uscita, chissà se era uscito qualcosa...
    Di certo non avrebbe mai potuto fare nuovamente quella domanda, non aveva la voglia di rischiare di nuovo e disturbare il fato.
    Lasciò il quarto di dollaro sotto la sua tomba, un giorno, sicuramente fra molto poco tempo, la avrebbe ripresa e avrebbe riso del risultato.

    Il ricordo fu un flash. Aveva tenuto gli occhi chiusi solo pochi secondi eppure aveva rivissuto quel momento parso in precedenza lunghissimo.

    Ora però era nella casa degli spacciatori, come se lui non potesse frequentare altro che spacciatori.
    Si andò ad unire ai due che avevano già iniziato ad incontrarsi, si sentì uno studente che provava a ritagliarsi uno spazio tra quelli più fichi.
    Ciao a entrambi!
    Li salutò mentre si avvicinava
     
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