Per le Strade del Garden District

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    Winter is coming

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    Il Vampiro sorrise in risposta al sorriso accennato dal suo interlocutore, il suo messaggio era arrivato a destinazione e quella era la cosa importante.

    William sfilo dalla tasca della giacca il suo fiammante iphone e apri il browser safari per fare un ricerca.

    So che lavori bene per questo sono qui con te questa sera, e tu sai che pago bene, rispose, mostro quindi lo schermo del telefonino con la pagina WIKIPEDIA del giudice SULLIAVAN.

    E' questo ragazzo, altri dubbi?


    Rimase quindi in attesa del suo interlocutore

    Lope finito con lui vorrei capire se riesco a mettermi in contatto col mio sire, se non riesco vorrei fare una bevutina da una delle mie vene.
     
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    Di nuovo, con lo stesso fare di prima, il giovane informatico si appuntò tutto sul proprio telefono, per poi cacciarselo in tasca e buttare giù la birra rimasta nel boccale tutta d'un fiato.

    Visto, non serviva fare il sostenuto!
    Esclamò con aria tronfia mentre si alzava.

    Ti faccio sapere appena so qualcosa. Poi a pagamento effettuato ti farò avere tutti i dettagli. Come sempre..

    Grazie della birra!

    Si affrettò ad aggiungere, per poi girare frettolosamente i tacchi e guadagnare l'uscita.

    William non ebbe che qualche istante per pensare al da farsi che il suo cellulare squillò. Era Lecruas, finalmente. Il giovane Ventrue si affrettò a rispondere alla chiamata del suo Sire.

    William! Che succede?
    L'anziano aveva un tono abbastanza allarmato, e di certo non sembrava volerlo nascondere.
     
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    Continua da qui

    2019-08-31 03:58:21 Holsen rolls 6 dice to Pront.+bassifond (Diff 7) 5,1,6,1,1, 5 (BOTCH x 3)

    2019-08-31 12:00:00 Holsen rolls 3 dice to Soak 6,7,5 [2 successes]
    2019-08-31 11:59:43 Crash rolls 8 dice to 8 1,6,6,4,2, 8,8,7 [4 successes]

    1 danno contundente


    Holsen aveva raggiunto il quartiere, in sella alla sua moto. Era distratto, con i sensi amplificati e la percezione ampliata, per percepire qualcosa. Cosa, non lo sapeva nemmeno lui.
    Non faceva attenzione alla strada, e quando il suo "terzo occhio" cominciò ad aprirsi, perse l'equilibrio, spostandosi nella corsia opposta. L'impatto fu tremendo. Il corpo del Malkavian si schiantò sul parabrezza dell'utilitaria che non aveva fatto in tempo a sterzare, e poi rimbalzò sull'asfalto.

    NERO.

    Una moltitudine di marionette stavano appese ai loro fili, senza vita. Le stringhe formavano nodi, ed era quasi impossibile comprenderne l'intricata trama.
    Le marionette sembravano essere state appese a più livelli consecutivi, in una sorta di schema piramidale: quelle ai livelli inferiori erano molto più numerose, rispetto a quelle che via via stavano più in alto. Alcuni fili sembravano partire da un certo numero delle stesse marionette più alte, anziché provenire dalla sorgente prima, in alto nell'oscurità, e si sarebbero perse ore intere a cercare di districare quel groviglio.
    Una marionetta attirò l'attenzione di Holsen: contrariamente alle altre, non aveva una figura antropomorfa, era bensì un insetto, una coccinella. Essa stava su un livello abbastanza alto, e non aveva molti fili, in confronto ad altri manichini. Ne riceveva e ne emanava.
    Vicino, c'erano le marionette di quelli che sembravano signori borghesi. Ben vestiti e pasciuti. In particolare, uno indossava un abito da pastore. Esso si trovava su un livello poco inferiore rispetto alla coccinella.
    Sulla cima (ma era davvero tale?), una singola marionetta: una figura femminile, elegante e longilinea, teneva in mano dal manico un oggetto formato da un cilindro e da una sfera ad esso attaccato - poteva ricordare un cono gelato. Era dalla bocca della donna che si dipanavano i fili che si andavano a intrecciare nei manichini in basso, ma dalle sue braccia e dalle sue gambe partivano verso l'alto e il buio indistinguibile, altri fili.

    Holsen si risvegliò. Il casco ancora in testa. Aveva battuto violentemente la schiena, ma il suo corpo non-morto aveva sopportato bene il violento urto. Si era formato un capannello di persone attorno a lui. Tutti buoni Samaritani accorsi a soccorrerlo, o a curiosare. Un paio avevano il cellulare in mano. Parlavano di ambulanze e dottori. Uno diceva che era inutile, perché era già morto.
     
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    Era un uscito un misto di determinazione ed eccitazione, e si era reso conto subito che quello non avrebbe agevolato la sua ricerca. Per quanto possibile data la sua natura attuale - la percezione sottile richiedeva la tranquillità interiore di uno specchio d'acqua ferma liscio come l'olio - ispirò profondamente mentre si muoveva verso Garden, cercando di usare il respiro per quietare il suo tumulto interiore, per smorzare i filtri della personalità che facevano percepire l'illusione che la maggior parte degli umani - e dei vampiri - chiavano Realtà.

    ...sangue...fame

    ...

    ...trionfo di sangue ma sempre affamato...

    ...

    ...è - è...la pena per la Vista?

    ...

    Sempre mi tormenti...anche se poco è sempre tanto!

    ...

    ...sangue...fame...

    ...

    ...respira...Holsen, respira...

    Svoltò rapidamente, iniziando ad inoltrarsi nel quartiere. Nel frattempo stava scendendo dentro di sè, nella stanza degli specchi. Doveva cercare di quietare, quietare lui. Il mostro. Sè stesso? Cominciò ad osservare i primi edifici, le prime ville, i primi giardini. Le luci dei lampioni proiettavano ombre che venivano scosse, spostate, annullate da quelle dei fari dei mezzi, della sua moto. Una sorta di danza, di fuga cadenzata. Finestre illuminate seguivano a case totalmente avvolte nell'oscurità. Con le immagini viste sulla rivista ben stampate in mente, iniziò a dischiudere la sua mente, ad ampliare i suoi sensi a lasciare che la propria vista andasse oltre la materia ordinaria, illusoria. Sprofondò dentro di sè, e raggiunse la stanza dai cento specchi, al contempo lasciando aperta la comunicazione con l'esterno tramite gli occhi e gli altri sensi fisici.
    Le vie scorrevano rapidamente, altre volte lentamente, mentre seguiva l'istinto, le percezioni sottili e il loro riflesso sul corpo fisico. Nella stanza degli specchi nel frattempo il mostro era solo parzialmente blandito. Il continuo sforzo per manternerlo buono fece vacillare quel delicato sistema di canali, comunicazioni, collegamenti. Non vide l'auto, non vide nulla laggiù, se non come sempre la propria immagine distorta in mille modi, l'immagine del mostro distorto in altrettante...a volte si assomigliavano in alcuni specchi...

    Non avvertì lo schianto, non avvertì il suo corpo rotolare sull'altra macchina e poi al suolo. La sua consapevolezza era altrove.

    ...

    Non sapeva dove era. Non sapeva se era ancora lui. I meandri della mente, le proiezioni della consapevolezza potavano portare ovunque. Lo sapeva. Lo aveva letto. A volte lo aveva sperimentato, sia quando era mortale che ora, nel suo nuovo stato al contempo di grazia e dannazione. Un innumerevole numero di marionette danzava di fronte a lui. Alcuni ricevevano solo i passi da quelli precedenti, altri impartivano anche ordini seguendo fedelmente quelli che gli arrivano, altri ancora facevano più di testa loro, altri ancora erano molto scoordinati. Ad una prima vista gli sembravano tutti morti. Occhi spenti, bocche immobili. Incosapevoli. Immaginò di spalancare la bocca, o forse lo fece davvero. Non era sicuro di avere una bocca in quel momento. Le percezioni corporali erano confuse. Non assenti, non presenti, non intermittenti. Non definibili.

    Ehi, voi?! urlò a pieni polmoni. O immaginò di farlo Ehi, dico a voi! Nono vedete? Non vedete come siete ridotti? Ansia, angoscia. Qualcosa si chiuse, sensazione di attrito...interiore?

    Poi vide...vedi lei. Il suo amore. Nella tela. Mille fili attorno, sembrava imbrigliata nel tutto.

    AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!! Urlò, si dimenò, cercò di raggiungerla. Si avvicinò un poco, prima che l'orrore si impossessasse totalmente di lui. Un altro urlo, ancora più straziato. Aveva visto che era una parte del sistema. Che non solo era vittima, ma era carnefice. Non solo prigioniera, ma anche secondino. Strabuzzò i suoi occhi interiori, si dimenò come un forsennato... alla disperazione, all'amore distorto o meno che fosse, al desiderio di possessione, a quello di liberazione si aggiunse la rabbia...rabbia contro di lei. Quando quest'ultima sensazione divenne abbastanza consistente, ne fu quasi stordito. Non si aspettava che questo potesse succedere. Non si aspettava di vedere il reverendo, perchè non poteva che essere che lui, essere controllato da lei. Ci mise qualche attimo, prima che la sua mente elaborasse una spiegazione. Lei...è un tramite, una vittima incosapevole...come tante! dentro di lui sapeva che era un modo con cui la propria mente digeriva, metabolizzava, allontava quella sensazione di rabbia incredulità e orrore. Non era detto fosse reale, anzi probabilmente non lo era. Il seme del dubbio fu piantato in profondità in quel momento.
    Un po' per distogliersi dalla sua coccinella e da tutte quelle sensazioni, un po' per curiosità iniziò a risalire lungo i fili, perdendosi di tanto in tanto. Burattini e fili diminuirono, fino ad arrivare ad un ragno, un tessitore, da cui tutto si dipanava. Eccolo, il suo nemico. Uno di loro. Quello che tenea in scacco la sua coccinella. La rabbia gli accecò la vista, provò a raggiungerla, desideroso di strapparle i fili, di strapparle il cuore dal petto. Di vederla riversa, esanime, non più una minaccia. Di liberare tutta quella gente, di liberare la sua coccinella e portarla a casa, al sicuro, con sè. E poi avrebbe seguito i fili verso l'alto, avesse dovuto salire fino in paradiso, nei 16 inferni, o in qualsiasi altro luogo mortale o divino che fosse. Fissò la sua immagine, la fissò intensamente cercando di darle un nome. Quindi guardò lo strano...cono gelato? Poteva sembrare anche un microfono a dirla tutta...o uno scettro?
    Qualche attimo ancora e riportò lo sguardo verso il basso, cercando di seguire la linea che collegava il mostro alla sua piccola dolce coccinella. Di distiguere volti e persone. Una volta arrivata a lei, scese verso il Reverendo cercando anche di scrutare le altre persone che erano sue pari, sempre collegate alla coccinella. Infine scese sotto di lui, giusto la prima linea sotto. Cercò di fissare tutti quei volti, eventualmente cercando anche di riconoscerli se possibile
    ...
    Ad un certo punto però le marionette si fecero sfocate, e la luce, da qualsiasi punto provenisse, si attenuò. Molti burattini scomparvero, e allo stesso tempo iniziarono a tornare alcune percezioni fisiche, la sensazione di essere sdraiato su qualcosa duro, un vociare nell'aria... attorno alle figure sembra intravedere qualcosa...

    ...

    Aprì gli occhi, sbattendo più volte ripetutamente le palpebre. Burattini...parlate ora? Sussurrò, prima di iniziare a ricordarsi cosa fosse successo. I palazzi, le ombre che scorrevano. Le altre macchine, le finestre. Gli specchi, il mostro. Sentì un dolore da compressione sulla schiena, sulla spalla. Istintivamente utilizzò il proprio sangue per sembrare umano. Quindi si alzò a sedere, fingendo di farlo con una certa fatica. Sto...sto bene...abbastanza... Disse agli ex? burattini, fingendo una voce affaticata Ci...sono...altri feriti? Continuò a fingere alzandosi in piedi molto lentamente e guardandosi intorno.

    Azzo un triplofail...beh un'entrata in grande scena al Garden :D
    Provo a riconoscere i volti della tizia in alto (se lavora nel mondo dello spettacolo potrei conoscerla) e quelli della linea che la collega alla coccinella. Quindi quelli sotto la coccinella e poi quelli sotto al pastore. Se anche non li riconosco provo a fissarmi i dettagli e le sensazioni che mi comunicano (brividi, chiusura al torace, tristezza, gioia, pena, irrigidimentento alle spalle etc).
    Idem sul "cono gelato" Mi crofono e scettro sono le prime due cose che mi son venute in mente...peccato non avere ancora auspex 2 perchè forse mi sarebbe stato utile (per quanto sia una sorta di visione, quindi forse no :D).

    Brucio sangue per passare come umano.


    Edited by Nym Moondown - 2/9/2019, 14:13
     
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    Bruci 3 ps per apparire vivo.
    Le marionette erano prive di volto, indistinguibili.


    Oddio! Ma è vivo!

    La donna che si era chinata su di lui per prestare soccorso, si ritrasse, sorpresa e spaventata.
    Si riprese subito, però, e trattenne Holsen a terra con decisione.

    Si calmi, e stia a terra. Sono un medico. Lei è ferito e sotto shock. Non si tolga il casco e mi dia ascolto. L'ambulanza sarà qui fra 3 minuti.
     
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    I singoli burattini non mi danno quindi sensazioni particolari, giusto?
    Domanda/curiosità: Con umanità 6 non dovrebbero essere 2 i punti spesi?


    Sentì la sensazione di oppressione su di lui, dentro di lui, allentarsi, e ne approfittò per cercare di divincolarsi, di fuggire dall'oppressore. Ricordò di quando era immobilizzato sul lettino, legato al lettino, e Peter lo utilizzava come tester, come cavia...come gioco. Era profondamente convinto dell'ultima opzione. Magari erano valide anche le altre, ma l'ultima lo era sicuramente. Un leggero moto di rabbia si impossessò di lui a quel ricordo, altro motivo che lo spinse ad alzarsi.
    Ma ecco che l'oppressore tornava, e come Peter dolce era la sua voce, e dolci le sue parole.

    Strabuzzò gli occhi, più volte, ed ecco che iniziò a vedere quello che in realtà era la figura che lo opprimeva. Vuoto era il suo sguardo, e rigidi i suoi movimenti.
    Sei...sei...un burattino allo stadio finale! Esclamò dentro di sè, lo sguardo stupito. Attorno a lui iniziò a percepire gli Altri. Gli altri come lui, gli altri burattini. Dietro le loro parole sentiva la loro nenia, la loro cantilena, quasi come un carillon.

    ...rilassati...

    ...

    ...lascia andare...

    ...

    ...non serve lottare...

    ...

    ...accetta la realtà...

    ...

    ...unisciti a noi...

    ...

    ...siamo felici...vedi? ...

    ...

    ...siamo sereni...vedi? ...

    ...

    La sensazione di rabbia nascente si condensò in un rabbia fredda, glaciale come il clima dei suoi antenati. Istintivamente fissò negli occhi il suo oppressore e proiettò su di lui tutta la sua rabbia, la sua determinazione, il suo senso di imprigionamento. Veicolò quelle sensazioni direttamente nei suoi occhi, cercando di raggiungere la sua anima.

    Lasciami, ti prego. Sto bene...bene. Come vedi dal mio volto non è la prima volta... e ne so anche di medicina. Sulla prima parola scaricò tutto quanto, senza urlare, quindi già dalla quella successiva si ammorbidì. Le parole successive e il tono divennero un po' forzati, mascheravano le sue emozioni e il desiderio di fuggire da un lato o di scagliarsi contro tutti loro dall'altro. Inspirò profondamente, lasciando che quelle emozioni e parole scivolassero nell'aria attorno a lui. Allargò la propria aurea astrale, emotiva, per fare questo, quasi a cercare al contempo di comunicare quelle emozioni contrastanti in parte con le sue parole a tutti i burattini. Immediatamente sentì la sensazione allentarsi.

    Socchiuse gli occhi, con fare infido...il vociare continuava a e non si fidava affatto di quelle persone...ma per ora sarebbe stato al gioco, seppur a fatica.

    Mi chiamo Holsen Bergström, nonostante questa brutta cicatrice potreste riconoscermi. Oggi è il giorno del mese dell'anno, sono a Garden Distrect ed è da poco calato il sole. Ho appena fatto un incidente con la mia moto. La voce era leggermente monotona, mentre iniziava a dare le risposte previste per la valutazione del trauma cranico di cui era a conoscenza. Una volta aveva recitato la parte dell'incidentato e aveva anche visto scene simili in tv. Le sue conoscenze in campo medico non erano così sviluppate, quindi stava procedendo più a tentoni che altro, consapevole di potersi sbagliare.

    Ci sono altri feriti? Chiese nuovamente, in allerta.

    Uso Dominate 1 se possibile, parte sottolineata.


    Edited by Nym Moondown - 4/9/2019, 14:12
     
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    Hai ragione. Per errore avevo guardato il valore di Forza di Volontà al posto di Umanità.

    2019-09-04 12:18:02 Holsen rolls 3 dice to Fama (Diff 7) 4,2,3 [failure]


    La donna lasciò che il Malkavian si alzasse.
    Holsen poteva vedere l'automobile contro la quale si era schiantato su un lato della strada, un lampione praticamente conficcato nel motore, e piegato verso il tetto. La sua moto si era infilata sotto l'altro veicolo, formando con esso una grottesca scultura di lamiere.
    Un giovane uomo di colore era steso a terra, mentre una donna sedeva sul marciapiede, confusa e con sangue sulla fronte. Un paio di persone le prestavano attenzione, mentre il medico, una volta valutate le condizioni di Holsen, accorse verso l'uomo privo di sensi.

    Lei non si preoccupi. Stia seduto e attenda i soccorsi.

    Disse, prima di allontanarsi.

    C'erano poi altre tre persone che guardavano, senza sapere bene che fare. Sicuramente anche tutto il vicinato era stato allertato, e molti erano affacciati alle finestre a guardare.
     
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    Qui mi serve una dritta...non ricordo se il "rendersi umano" replica fedelmente tutte le funzioni corporee, o solo in superficie (temperatura, resoiro, colorito).


    Non ci voleva. No, non ci voleva proprio! Aveva fretta, fretta di trovare il Reverendo, fretta di trovare Linda, la sua dolce coccinella compagna nell'esplorazione del piacere. Sì guardò, attorno cercando di sembrare confuso ma in realtà attento ad ogni dettaglio.
    Il burattino che sembrava un medico indossò nuovamente la sua maschera, anche nei suoi confronti. Vide l'uomo riverso, e sprofondò nuovamente nei suoi ricordi...
    Quella sera sembrava una sera come tante...musica, alcol, qualche stuzzicheria e la roba...anzi le robe...dei suoi soliti amici. Amici fidati, roba buona...costosa ma buona.
    Come tutte le sere stava intrattenendo i suoi ospiti con parti dei suoi spettacoli, rivisitati ed adattati per la diversa atmosfera. Un salto di troppo, la mente alterata, e fu sopraffatto da un nero dolore.
    Sangue, sangue, sangue ovunque...brusio attorno a lui, urla, onde di dolore che salivano scendevano e poi ritornavano sul viso, in centinaia di punti...
    Stasera era simile...stasera però lui non era riverso al suolo.
    Avrebbe voluto andarsene via, fuggire da tutto questo, da dolore di ieri che tornava...ma sapeva che non poteva. Non poteva anche solo perché la sua moto, con numero di targa, era fuori uso...per sempre forse.
    E poi c'era quell'uomo...lo incuriosiva. E in un certo senso si sentiva vicino a lui anche. Ma soprattutto forse avrebbe avuto modo di verificare alcune suo teorie. Quelle di cui scriveva da anni ormai.

    Sto bene, nessun problema...sono stato fortunato...
    Ignorando i consigli del medico burattino si alzò in piedi, cercando di rassicurare gli astanti con un sorriso sereno. Non si tolse il casco, e cercò solo di sembrare un po' acciaccato. In un angolo vide ciò che restava dei suoi occhialini azzurri. Si diresse verso l'uomo sdraiato, cercando di rimanere fuori dal campo visivo della dottoressa.

    In che condizioni è l'uomo? Attivo Audpex 1 per vedere meglio.
     
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    Spendendo ps puoi passare quasi per tutto per vivo. Probabilmente un esame medico approfondito non si riesce ad ingannare, ma una comune visita sì.

    2019-09-07 14:39:31 Holsen rolls 5 dice to Int + Medicina 2,3,5,1,5 (BOTCH x 1)

    Ma hai una fortuna questa notte... xD


    Holsen si avvicinò all'uomo riverso a terra, e si bloccò di colpo. Il sangue non sembrava sangue. Appariva... finto. Salsa di pomodoro? No... sangue artificiale per il teatro. Lui lo conosceva bene: era stato un attore! Lo aveva usato!
    Tutti lo stavano osservando. Lo tenevano d'occhio. Era stata una coincidenza che fosse presente un medico, proprio in quella strada, in quel momento, in quella situazione? Era tutto prestabilito. Con l'incidente lo avevano ferito, gli avevano tolto il mezzo di locomozione e ora, con la scusa dell'ambulanza, lo avrebbero catturato per renderlo una marionetta, come tutti gli altri. Tutti quelli che Holsen aveva davanti erano attori di un false flag ai suoi danni, e per fuggire avrebbe dovuto eliminarli.

    Si triggera la paranoia. Dovrai affrontare tiri di Frenesia (diff. 4). Puoi spendere ora un wp per resistere un turno all'alienazione mentale, oppure affrontare i tiri di Frenesia (sempre possibile spendere wp per resistere alla Frenesia per un turno)
     
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    Davvero! Ma in un certo senso dal punto di vista del pg quelle sono visioni benedette, quindi si potrebbe dire che per il momento solo l'incidente è stata una vera sfiga XD

    Stesso motivo per cui non brucio WP per evitare la paranoia...al massimo ne spenderò per la frenesia XD


    Si avvicinò con cura all'uomo steso, cercando segni di sangue, arti scomposti o articolazioni in posizioni non naturali. Cercò di determinare se il corpo sudava, se il torace si muoveva e se fosse presente un pallore diffuso. Fece ancora un passo, e nuovamente la maschera del mondo attorno a lui vacillò, mentre una nuova consapevolezza entrava con dirompenza nella sua mente, rischiando di farla annegare nel mare di verità che si stava dischiudendo dentro di lui...

    Sentí qualcosa lá in fondo ammonirlo, ricordargli di tornare alla realtà, all'importanza della sua ricerca, alla coccinella e al reverendo. Si ritrovò nella sala dai mille specchi, e di fronte a lui stavano la coccinella, il reverendo e la dottoressa. Tenevano tutti uno specchio in mano, e lo rivolsero verso di lui, lo sguardo impassibile. Urlò dentro di sè, indietreggiò, li scacciò con forza, con voce, occhi e cuore e infine fuggì da quella stanza, fuggì dal riflesso dei tre specchi, fuggí da qualla voce che cercava di distoglierlo dalla realtà al di lá del velo...

    La maschera del mondo attorno a lui cadde in mille pezzi. Euforicamente esultò dentro sè stesso, ma fu un attimo. I vetri lo tagliarono dentro e fuori mentre scopriva l'orrore in cui era stato catapultato.

    Loro...mi hanno trovato! Lo sapevo!

    Mise le mani all a testa, il volto colmo di disperazione.
    Aveva visto il sangue dell'uomo...era finto, si vedeva benissimo...troppo rosso per essere sangue venoso, ma usciva lentamente e non a fiotti come invece faceva quello arterioso. E poi...era così, denso...troppo!

    È quello da scena! È un farsa, maledetti bastarxi, figli di puxxana!!!

    Fece qualche passo indietro, abbassando le braccia e tenendole larghe, le dita distese, una postura di allerta e panico insieme.

    Certo...Certo! L'incidente, la moto distrutta! Ma non avendomi ucciso, eh! Non ci siete riusciti maledetti!!! Ora...

    Ancora un passo indoetro, sentendo sopra di sè lo sguardo di tutti. Si voltò un attimo a destra e sinistra, frebbilmente. Scrutó ogni angolo, cercando Loro. I manovratori, i burattinai. Questi burattini non avevano colpe...i burattini non ne hanno mai. Quasi. Ma a volte pagano pegno. Per un bene superiore.

    Non mi ingabbierete Nella vostra maledetta ambulanza, maledetta cella! Non ancora! Mai più!!!

    Iniziò a tremare, il respiro che si faceva affannato, il sangue che scorreva forte dentro di lui, come pompato da adrenalina ematica.

    Peter, lurido bastaxdo! Ci sei tu dietro a questo!? Vero!? Ma io ti stacco il cuore, e te lo divoro!!! Prenderò tutto quello che è tuo, maledetto bastarxo! Compresa la tua putrida anima! Non sei degno! Il tuo svadharma parla chiaro!!!

    Non vedeva burattinai...non li vedeva. I ragni tessitori, la donna con cono gelato in mano, tutti loro...non li vedeva. Avrebbe potuto risalire i fili. Dai burattini, in su. Come aveva fatto nella visione. E se i fili si fossero tinti di sangue, non sarebbe stato un suo problema. Non era lui che aveva cercato tutto questo. Loro era la colpa, loro. Solo loro.

    Cosa sta....succedendo? Chi siete voi? Disse queste parole, a fatica, digrignando quasi i denti. Si rivolse si passanti, e poi al medico.

    Sparite, tutti quanti! Urlò rivolto ai passanti, cercando di mantenere la calma

    Chi è inutile, sparisca! Urlò di nuovo, rivolto alle persone alle finestre.

    Quindi si girò verso il medico, e si avvicinò. Co-come sta? chiese, la voce alta, un misto di sarcasmo e stizza, fremendo leggermente nel mentre, ancora in affanno.

    Vediamo cosa mi dirá ora...vediamo cosa si inventerá ora la burattina dottoressa...cos'è vieni da Grey's Anatomy? E.R.?

    Edited by Nym Moondown - 8/9/2019, 20:11
     
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    Spendi 1 wp per controllare la Frenesia per questo turno. Vuoi spenderne un altro per il prossimo turno, oppure tiro?
     
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    No, e se posso non lo spendo manco questo turno...l'idea è più quella di lottare con la bestia ad armi pari, senza bandirla con forza mentale.
    Cercando di dirigerla più sul sarcasmo che sulla rabbia...e cercando di capire cosa stia accadendo...Una roba forse più stile sabbat, ma pace, accetterò quello che ne uscirá in un senso o nell'altro XD
     
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    Quello che hai scritto non è compatibile con la Frenesia. Se hai reagito così allora o hai fatto successi nel tiro (che non ho ancora fatto), o hai speso wp. Se ti affidi ai dadi e fallisci, allora dovrai modificare il post. La Frenesia dovrà essere interpretata in modo molto più distruttivo.
     
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    okkey, scusami non avevo capito io...pensavo di poter avere un'azione libera prima di iniziare con i tiri (del tipo al primo turno parte la paranoia, nel secondo si innesca la frenesia...non mi chiedere perché pensavo questo boh XD) A sto punto allora dimmi tu...se per coerenza narrativa (e non dover editare) meglio che lo abbia speso, allora lo spendo e bona lè, ma non nel prossimo turno (quindi tira :D). Altrimenti tira ed edito nel caso. A me non cambia nulla :) son pronto al peggio XD

    Edit: ma non posso spenderlo per avere un successo automatico alla frenesia invece che per evitarla del tutto?


    Edited by Nym Moondown - 9/9/2019, 08:51
     
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    2019-09-08 14:57:41 Holsen rolls 4 dice to Frenesia (Diff 4) 4,10,7,4 [4 successes]

    4/5 successi

    Avendo fatto successo, il primo turno di lucidità è quello che hai descritto nello scorso post. Non c'è bisogno di spendere wp.
    No, in Frenesia il wp si può spendere per resistere per un turno alla Frenesia, non per accumulare successi.

    Anziché aspettare 3 turni/post con azioni piuttosto brevi, prima del prossimo turno puoi fare un post con azioni per la durata di circa 2 minuti, se vuoi. Fammi sapere.


    La sedicente dottoressa continuò con la sua tiritera:

    Signore, resti seduto. Lei è sotto shock. Stia tranquillo e non intralci i soccorsi.

    Un uomo robusto, decisamente più grosso del Vampiro, si avvicinò e posò una mano sulle spalle di Holsen.

    Avanti, amico. Lascia stare la dottoressa. Vieni a sederti qui.

    Disse, cercando di allontanarlo con garbo ma fermezza.
     
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