Snug Harbor Jazz

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    Scusa l attesa anche per capire. Spero sia giusto

    Prendo 2 PS


    Lascio Nicole andare a dormire. È stanca ma io no. Domani non so quanto sarà impegnativa la serata e preferisco nutrirmi oggi che ho tempo. Non voglio dare alla fame la possibilità di insinuarsi in me. Ne conosco i rischi. Io forse più di altri li temo. Ho i miei precetti, o meglio quelli insegnati me in quella comunità Shaolin. Certo gli ho dovuti adattare alla mia nuova condizione da tempo.
    Mi sposto quindi per le strade di bywater in cerca di un locale.
    Vedo delle luci. Persone. Ho già parcheggiato quando mi avvicino.
    Gente che parla. Non sono un uomo affascinante. Avrei altre doti per cacciare ma non voglio spaventare nessuno usandole.
    Sebbene più difficile e non ne sia portato, provo quindi a scovare la mia preda in modo il più possibile atraumatico.
    Un gruppo di studenti universitari. Parlano di senso della vita e tutto ciò che spesso muove le persone più sensibili.
    Mi accosto li vicino fingendo di sorseggiare qualcosa. Gli ascolto fino ad approfittare del momento giusto per esprimere una mia massima a voce udibile. Quasi tra me e me.
    Mi accolgono. E allora che interagisco con loro.
    La serata si protrae finché tra una chiacchera e l altra mi offro nel portare a casa uno di loro.
    Studia arte e spettacolo. Lo ascolto con sincero interesse per la sua passione. Si apre a me ed io a lui, nei limiti di ciò che posso dire.
    Le mie percezioni e la mia capacità empatica mi hanno guidato in precedenza. Noto un orientamento sessuale "diverso".
    Ormai pende dalle mie labbra mentre siamo fermi in una via defilata con il mezzo. Un posto tranquillo dove fermarsi e poter parlare. Non sembra esserci nessuno in zona. So fare attenzione. Mi avvicino a lui. Non sono certo seducente. Anzi perfettamente nella media ma non è quello che l ha portato a me. È lui a fare il primo passo timidamente. Io mi sposto laterale per evitare le sue labbra e fare incontrare le mie con il suo collo. È un attimo. Me me nutro abbandonandoci entrambi al momento. Rimanendo ancora un attimo li prima di ripartire e portarlo dove mi aveva chiesto.
    Sotto casa. Lo lascio un po' affaticato ma è arrivato e m non credo sia la prima serata dalla quale rientra stremato.
    Riparto verso il mio rifugio. Voglio abbandonarmi alle mie letture e ai miei allenamenti. Per fortuna gli allievi non mi mancano o sarebbe dura guadagnare a sufficienza per essere quasi benestanti.
     
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    Il locale è in chiusura, ma ancora accessibile. Diciamo che in poco tempo metteranno le sedie sopra ai tavolini per permettere l'indomani mattina di pulire per terra.
    Da fuori Nathan ha una perfetta panoramica della scena all'interno. Ci sono solo due tavoli occupati, uno con tre e l'altro con due persone.
    In quello con tre persone ci sono tre ragazzi di circa vent'anni. Uno li guarda, quasi stesse studiando i loro comportamenti, gli altri due invece stanno giocando a carte, ma non sembra poker o qualcosa di simile. Le carte hanno strani disegni molto colorati e anche abbastanza infantili. Inoltre i giocatori hanno davanti a sè dei gruppi di carte che non vengono scartati, ma anzi mossi sulla superficie del tavolino.
    Nell'altro tavolo ci sono due persone: una ragazza magra, con un fermaglio sui capelli corti, vestita con una gonna jeans blu e una maglioncino rosa tenue. Ha le braccia incrociate sul seno poco visibile e comunque di dimensioni non importanti, mentre l'espressione sul viso è imbronciata. Probabilmente ha pianto e ciò deve essere successo nemmeno troppo tempo fa. Il compagno di tavolo è un tipetto robusto con capelli rasati ai lati e un tatuaggio tribale che gli prende quasi 1/4 del volto oltre al collo. Non è per nulla simile a quello del tizio sconosciuto che seguiva Nicole e nemmeno la corporatura potrebbe mai essere la stessa, specie perchè - evidentemente - questo qui si lava e si sbarba anche molto bene visto che il suo viso è glabro e senza un pelo di barba. Indossa alcuni braccialetti, un paio di acciaio ed uno di caucciù, jeans neri e felpa dei MEGADETH nera. Ai piedi calza dei pesanti anfibi slacciati, mentre dalle tasche pende una catenella a cui è attaccato il portafoglio. Di tanto in tanto aspira una sigaretta elettronica, facendo finta che gli sia concesso e non vietato.
    Lui pare stia dicendo a lei qualcosa per spronarla o rincuorarla. Spesso le loro mani si avvicinano, ma non si congiungono. Infatti lei lo scansa, pur se con scarsa volontà.
    Al bancone c'è quel ragazzo di colore che Nicole gli ha presentato come Edward, intento ad osservare il computer della cassa e premere pulsanti sul touch screen.
     
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    Arrivo al locale che per fortuna è ancora aperto.
    Un occhio all interno e vedo lui, il barista. Il mio cuore gioisce.
    Ci sono altre persone. Dei ragazzi che mi ricordano l ultima persona della quale mi sono nutrito.
    Il mio pensiero per un attimo va a quel ragazzo. Mi chiedo se si fosse sentito accolto. Non lo avevo ascoltato per approfittarmi di lui, per quanto l avessi accompagnato anche per le mie necessità.
    Chissà se è comunque ipocrisia. Un allontanamento dalla "verità" intesa secondo i miei precetti.
    Ritorno al presente. Un dono in cui risiedere. Ma mi distraggo poco dopo.
    Curiosa quella coppia. Lui appare un po' troppo curato per rispecchiarsi davvero nel vestiario che indossa.
    Non avrebbe avuto probabilmente una ragazza così fosse stato diverso.
    Qualcosa era successo. Lei forse aveva pianto. Forse lui cercava il suo perdono. Perdono che lei voleva negargli solo con la mente in quel frangente. Solo con le mente perché il cuore sembrava dire altro da quei gesti.
    Che bella la vita, penso. Vorrei assaporarla perdendomi in quel loro incontro.
    Tuttavia non ne ho il diritto. Solo il mio interesse è un intrusione in un intimità che è giusto preservare non sporcandola con la mia presenza.
    Sono già dentro quando faccio queste ultime considerazioni.
    Guardo il barista impegnato.
    Lo faccio chiedendomi se da un momento all altro mi avrebbe guardato male per l ennesimo cliente.
    Nella cultura del luogo dove mi allenavo il sorriso non sarebbe mai mancato ma qui non siamo lì. Quasi timidamente, prendo parola.

    Buonasera, sono in tempo per un ordinazione?

    Resto in attesa, esitando al primo sguardo storto che possa essermi rivolto.

    Avrei bisogno di un 3 bottiglie di acqua da mezzo da portare via per gentilezza

    Almeno per il disturbo.
    Nel dojo poi possono sempre essere utili.
    Devo anche ricordarmi di scrivere ai miei allievi per domani..


    Lo sguardo quasi cerca il suolo. Un sorriso un po' teso. Imbarazzato.
    Sento ansia per Nicole e per l' approcciarmi al ragazzo.

    Sei Edward, giusto? Non so se ti ricordi. Ero qui ieri sera tardi con Nicole.. pausa Mayers..

    Specifico come servisse e sorrido gioviale.
    Gli lascio poi tempo di fare mente locale. Ne vede di persone passare ma con la mia amica aveva molta confidenza ed eravamo in pochi in quel momento. Era poi appena ieri. Speriamo bene, mi dico.
    In quei istanti di attesa occhiate fugaci vanno anche alla coppia notata prima ma il fulcro della mia attenzione è sempre sul barista.
     
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    Avvicinandosi al tavolo per raggiungere Edward ascolta le parole del tizio con la maglietta dei MEGADETH. Ha una voce molto femminile, anche se non troppo.
    Pare che questo tizio stia cercando di convincere la ragazza che è giusto lei non si lasci mettere barriere dalle convenzioni sociali. Rimarca che tra di loro c'è amore e quindi non deve essere sconvolta per quello che invece le accomuna, oltre all'amore si intende.
    La ragazza non dice una parola, ma rimane ad ascoltare.
    Non c'è altro tempo per indagare ulteriormente, ammesso che avrebbe senso interrogarsi su una questione tanto triviale e nemmeno personale, in quanto Edward è raggiunto e lesto risponde con un caldo sorriso.

    Hey buonasera!

    Risponde per poi prendere l'ordinazione

    Certo amico, tre bottiglie d'acqua in arrivo, posso servirti altro? Stiamo chiudendo, ma se hai così tanta sete magari posso farti una cosa un po' più forte

    Il ragazzo risulta avere un linguaggio dinamico, caraibico, lingua sciolta e gioviale. Con movenze dinoccolate tira fuori le bottigliette e mette sul bancone alla mercè del cliente

    Nicky! Sì certo che mi ricordo! Ieri sera eri qui per la chiusura con lei, giusto? Scusa ma ti ho visto solo da lontano e non avevo tempo per salutarti. Allora amico come stai? Nicky non è qui, ma magari vuoi sapere i suoi gusti per farle una sorpresa a colazioni domani?

    Gli fa l'occhiolino in modo complice, quasi a lasciar intendere che se Nathan si è avvicinato a Nicole il motivo è squisitamente romantico.
     
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    Quasi involontariamente ascolto il duo.
    Rimango sorpreso constatando la tipologia di coppia. Nelle grandi città non è troppo inusuale ma il contrasto tra i due colpisce.
    Tanto diverse di primo acchito, tanto "vicine" aldilà delle apparenze.
    Il "ragazzo" mi sembra la più coraggiosa delle due.
    Vedo la forza nel seguire la propria strada, senza badare alle pressioni sociali.
    Vedo il suo amore. Non vedo prevaricazione nei suoi intenti.
    La ragazza è evidente ci ci tenga ma che abbia bisogno di una spinta.
    Sorrido per loro e mi auguro il loro bene senza patteggiare per un risvolto o l altro.
    Pochi secondi e Edward si rivolge a me con fare giovanile.

    Gentilissimo ma no, grazie.

    Sorrido quasi imbarazzato, mentre guardo quelle bottiglie delle quali ignoro i sapori.

    Non odiarmi e non prendermi in giro ma sai che non ho mai assunto alcol?

    sono stato accolto dai monaci prima di poterne sentire gli effetti..dopo non era permesso..

    Ironizzo sorridendo per il paradosso nel trovarmi in un bar e in presenza di chi vive di questo.
    Mi scappa proprio una genuina risata quando ammicca nei miei confronti.
    Per fortuna non sto bevendo o gli avrei lavato il viso. Imbarazzato e divertito rispondo prontamente.

    No no no! Sono solo un amico. Mi ha raccontato "Nicky" che vorresti trovarle qualcuno ma dio che testarda! Per lei c è il lavoro lavoro e poi..ancora lavoro! Ci si prova a farle pensare ad altro ma è un muro!

    è davvero disciplinata ma le manca equilibrio..

    Scuoto la testa con un ampio sorriso. Quasi mi dimentico per un attimo delle mie ansie che però tornano prepotenti appena mi rendo di nuovo conto della situazione.
    Il barista con i suoi modi mi aveva coinvolto nel condividere il soggetto che Nicole sembra essere.
    Anche io con lei avevo cercato di spingerla nelle braccia di qualcuno appena la sera prima se ci penso.

    comunque tu sapevi che andava in ferie?! In effetti ero venuto per chiederti proprio di lei e prendere l acqua era più per la palestra già che c ero.

    Sono cristallino in ogni comportamento. Non uso pretesti o scuse. La "verità" è uno dei miei precetti che quantomeno cerco di seguire nei limiti della mia condizione. Non è facile per chi spesso è obbligato a mentire.

    e non preoccuparti per ieri. Anche io non mi sono presentato. A dirla tutta siamo un po' fuggiti. Non so se ricordi ma c era uno strano tipo che credevamo puntasse Nicole..

    Su quell ultima frase mi accupisco, evidentemente preoccupato.
     
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