Molo 33

Arrivarono con l'auto che brontolava il suo ruggito dal motore ben tenuto e gli occhi del Nosferatu non persero tempo a sondare la situazione. Attraccata al molo c'era la Leblanc proprio secondo però i container disposti in quel modo impedivano il passaggio dell'auto. Non che fosse necessariamente un male. Si aggiustò gli occhiali sul naso mentre la palpebra destra scattava nervosamente assecondando quell'impulso nervoso di cui era praticamente schiavo. Mentre ragionava sul da farsi fu la voce della sua ghoul a riportarlo alla realtà. Si voltò verso di lei.

Si, gira la macchina intanto che io vado ad accogliere il mio amico... e tienila in moto. La sua nave è già qui nonostante siamo in anticipo... e mentre diceva questo stava già abbassando gli occhi al cellulare per avere un ulteriore conferma di essere arrivato sul posto con un largo anticipo sull'orario dell'incontro. Una volta accertatosi di questo, alzò gli occhi di nuovo sulla ghoul Scendo qui... a tra poco. E mi raccomando... portò il pomo del bastone sulle labbra ad appoggiarsi sotto il naso. Chiaro segno che voleva il suo silenzio da ora in avanti.

Detto questo il Nosferatu scese dalla macchina prendendo ad incedere verso i container che doveva attraversare per arrivare al molo stesso. Si voltò un attimo attendendo che Alice facesse manovra e girasse la macchina e soltanto una volta che questo fu fatto si preparò ad affrontare la situazione.

In effetti sembrava tutto in ordine anche perché non ci si poteva aspettare che, con un imbarcazione del genere, si potesse spaccare il minuto. Anticipi o lievi ritardi potevano sicuramente essere plausibili e all'ordine del giorno. Eppure... eppure essere paranoici era un tratto distintivo dei Fratelli e sicuramente il Nosferatu non faceva differenza. Guardò nervosamente il cellulare ancora una volta per accertarsi dell'orario.

Era in anticipo quindi poteva sfruttare un po' di quel tempo per accertarsi che tutto fosse realmente quello che sembrava e cioè un incontro con una personalità di spicco del Clan. Si mosse con calma sfruttando la poca visibilità del luogo mentre gli occhi piano piano si abituavano alla semioscurità. Aggrottò la fronte nell'avvicinarsi ai container tentando in qualche modo di leggervi il numero impresso sopra. Arrivato in prossimità degli stessi, tuttavia, attese qualche secondo prima di infilarsi fra i due.

Socchiuse gli occhi con calma lasciando scemare il Dono di Caino e assumendo le sue fattezze naturali. Il disgustoso volto ammorbato da purulenti tumori, scorze e pustole si volse a guardarsi in giro nella speranza che, effettivamente, nessuno avesse visto quel "mutamento". Poi aggrottò la fronte in una leggera concentrazione mentre con calma tentava di richiamare a se le ombre perché lo celassero ad occhi indiscreti.

Soltanto una volta che il Dono di Caino fosse stato attivo avrebbe provato ad infilarsi fra i container guardandosi intorno.

Tutto sembrava procedere per il meglio e non c'erano intoppi o discrepanze nelle informazioni che il suo Sire aveva ricevuto. Quello era effettivamente il posto dell'incontro e il container che doveva essere lì era realmente al suo posto. Tutto procedeva liscio e mentre il Nosferatu si infilò tra i due container aveva persino abbassato la guardia. Troppo forse... un piede in fallo e quelle luci proiettate addosso.

Il Dono di Caino completamente andato in frantumi e i riflettori addosso alla deformità manifeste del Nosferatu. Le mani si portarono con forza davanti agli occhi così come le braccia. Le palpebre strizzate in quell'ammasso di rughe e pelle screpolata che era il suo viso. Il primo pensiero di terrore fu per la Masquerade. Se quello che stava avvenendo non era frutto di vampiri ma di mortali allora... beh, domani sarebbe stato su tutti i giornali.

In realtà la voce roca alle sue spalle, e quello che disse, lo rincuorarono non poco nonostante il velo di minaccia nella stessa. Il punto era che quelle parole confermavano ancora una volta la storia che la Nidiata aveva passato al suo Sire e quindi la danza poteva avere inizio.
Allargò appena le braccia come se volesse mostrarsi completamente inoffensivo e sotto quei riflettori si voltò per fronteggiare l'energumeno che aveva parlato. Il bastone fantasma era nella mano destra mentre quella sinistra era completamente libera.

Si, ho la pergamena, sono l'inviato della Nidiata di New Orleans... ce l'ho nella tasca interna della giacca, ora la prendo se non è un problema...

La voce era chiara, e non tradiva la tensione. Ciò che mostrava il suo vero stato d'animo era il tic nervoso all'occhio che, ormai, era diventato incontrollabile e ora che era nelle sue sembianze reali quello scattare della palpebra seguito dal movimento del capo aveva un che di inquietante. Mosse quindi la mano sinistra lentamente, infilandola lentamente nell'interno della giacca. Ovviamente se questo movimento non avrebbe creato problemi a quell'ammasso deforme armato di spada.

Il Nosferatu restò immobile mentre il colosso deforme leggeva la lettera. Assottigliò lo sguardo dietro gli occhiali da vista che, senza l'ausilio della Maschera dei Mille Volti erano più luridi di quanto non sembrassero altrimenti, quando l'espressione del ghoul (?) mutò impercettibilmente. Quando però tutto fu chiarito anche lo stesso Nosferatu parve rilassarsi non poco. Inspirò profondamente annuendo all'affermazione dell'interlocutore.

Non ci sono problemi per l'attesa. L'unica cosa che conta è che non sia Lonegate ad aspettare...

Laconico e diretto nel dire prima di strizzare un attimo gli occhi per la forte luce che li investiva. Si guardò in torno con un pizzico di apprensione prima di indicare i faretti che lo illuminavano.

E' possibile spegnerli? Lei può passare anche per un umano ma io... no, direi di no.

Il diavolo, dopotutto, si nascondeva nei dettagli e bastava poco ad infrangere la Masquerade. E i Principi di tutti i domini del mondo avevano una sola cosa in comune: la spietata durezza con la quale punivano questo genere di infrazioni.

Mhm...

Un gorgoglio di ammissione ad entrambe le frasi del colosso. Mentre abbassava lo sguardo al meccanismo sul quale era finito involontariamente. Un passo di lato alzando il piede dallo stesso fece quindi in modo che tutto si spense ritornando quindi alla normale oscurità del luogo. Si sentì un bel po' rinfrancato dal silenzio e dalla poca visibilità, appoggiò il bastone a terra intascando nuovamente la pergamena nella tasca interna della giacca. E quindi si preparò ad attendere l'arrivo del suo "illustre ospite".

Gli occhi del Nosferatu vagarono con tranquillità nella mezz'ora seguente. Restò praticamente fermo, appoggiato al bastone da passeggio che celava la lama fantasma tenendo per quasi tutta la durata dell'attesa, gli occhi sulle placide acque del Mississipi e sulla Leblanc. Quando poi finalmente scoccò la mezzanotte lui sembrò tornare alla vita, muovendosi leggermente al seguito dell'omaccione quando questi si avviò verso la Leblanc. Restò completamente defilato durante tutto il trafiletto tra il colosso e i due che erano scesi dalla nave limitandosi a portare entrambe le mani dietro la schiena in paziente attesa. Quando restò solo con la "donna" non poté fare a meno di posare gli occhi su di lei. Non sembrava turbata dall'orripilante visione che era il Nosferatu e come poteva esserlo? Come? Se il suo maestro era nientemeno che Lonegate III.

Tuttavia, nel guardarla, l'occhio destro iniziò a fremere e il tic nervoso del capo riprese. Quella figura gli trasmetteva inquietudine al solo sguardo e non aveva intenzione di scoprire se poteva inquietare anche nei fatti. Quindi restò in religioso silenzio attendendo il ritorno del colosso che, alla fine, annunciò l'arrivo del potente Nosferatu.

Una rapida occhiata al Nosferatu prima di allargare le braccia con fare "accogliente" mentre chinava il busto rattrappito e le spalle ingobbite verso il terreno in un profondo inchino del capo. La palpebra destra ora chiusa ma in continuo fremito. La voce di Lonegate arrivò chiara e orripilante alle sue orecchie e con la sua decise di rispondere.

Maestro, vi prego di accettare il benvenuto a New Orleans della Nidiata Nosferatu locale... soprattutto in questi tempi, ci teniamo a farvi sapere, la vostra presenza qui ci rincuora e ridesta i nostri animi!

Poche parole, restando comunque inchinato davanti alla magnificenza di quel colosso del Clan Nosferatu in attesa che fosse lui stesso a dirgli di alzarsi se lo riteneva opportuno. Dopotutto rispettare l'etichetta era il minimo davanti ad una personalità così Antica.

Ascoltare. Per quelli come lui era uno stadio essenziale nel processo diplomatico. Cogliere i toni, le parole usate, persino le pause e le smorfie. Tutto era importante allo stesso modo e per lo stesso fine. E lui non poteva permettersi di sbagliare. Non questa sera. Quindi restò chinato con il capo rivolto al suolo ascoltando quello che aveva da dire Lonegate fin quando non parlò di Absimilard.
In realtà il vampiro non aveva una conoscenza diretta di chi fosse questo Absimilard in quanto non aveva molte nozioni sulla storia vampirica e non la conosceva così approfonditamente, però non era neanche stupido e il parallelo con Nosferatu non era difficile.

Quando Lonegate parlò della differenza che c'era tra lui e i ghoul (e soltanto allora) il Nosferatu alzò la testa alla ricerca degli occhi dell'interlocutore. E quando lì trovò un sussulto della palpebra destra seguito dal movimento del capo fu inevitabile.
Non rispose, perché quanto detto da Lonegate non presupponeva una risposta diretta. Restò immobile, portando entrambe le mani sul bastone fantasma con la testa di serpe mentre l'interlocutore lo studiava. Un nuovo fremito della palpebra e un nuovo movimento del capo. Era nervoso e il sentirsi così "valutato" non aiutava di certo.

Annuì soltanto alla presentazione dei tre ghoul guardandoli uno ad uno tornando poi a fronteggiare Lonegate nel momento in cui gli pose una domanda diretta.

Sono Gregory Fiennes, primogenito del Baron Cimitiere e siamo fratelli nella stirpe di Nosferatu.

Quella era l'etichetta tra gli immortali nome, nome del sire e poi, a piacere, identificarsi con il clan di appartenenza. Nel bene o nel male lui aveva fatto tutto il dovuto ma mantenendosi anche non proprio eccessivamente formale. Aveva come l'impressione che, incarnando lo spirito dei Nosferatu, Lonegate facesse più attenzione al succo che non alla forma.

E' un vero onore averla potuta incontrare e benedico l'incarico che mi è stato affidato dalla Nidiata di questa Città.