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di recente ricostruito dal comune di New Orleans, Ingresso Nord/Est è probabilmente uno dei punti meno schifosi delle fogne di New Orleans.
Ampio, ancora poco sfruttato dai nosferatu, sembra abbastanza pulito e nascosto da piazzarci una bisca clandestina, piuttosto che un ampliamento del regno dei topi di fogna. anche se, probabilmente, finirà col fare entrambe le cose.
@premessa per entrambi:SPOILER (clicca per visualizzare)Sapete che è arrivato da poco un importante nosferatu da Londra, che pare essere qui con il solo scopo di sostenere ed aiutare il clan in questo difficile momento. Tale Nosferatu, Richard Lonegate III, spinge soprattutto sui concetti di unità e di ritorno all'era dell'oro in quanto spie, informatori e signori delle informazioni.
in termini di gioco Lonegate è attualmente la cosa che più si avvicina a un capo, a un leader e a un padre di famiglia. per quanto ne sapete voi due ci sono pareri discordanti a riguardo: alcuni lo considerano la gallina dalle uova d'oro, altri un pazzo disilluso e fanatico, mentre altri ancora lo ritengono la salvezza del clan incarnata in questo difficile momento. quello che è certo è che nessun nosferatu sano di mente penserà davvero di negargli aiuto.
@Sunrise:SPOILER (clicca per visualizzare)Miguel Ti ha chiamato quasi subito dopo l'arrivo ufficiale di Lonegate a New Orleans... la nidiata è in fermento, e per questo lui ha deciso arbitrariamente che è arrivato per te il momento di spiccare il volo, e di renderti utile alla causa di ripristinare un minimo di prestigio per i nosferatu. Per questo ti ha detto di scendere nelle fogne di New Orleans, all'ingresso Nord Est. non è propriamente il tuo ambiente, ma ti è stato assicurato dallo stesso che Lonegate sta distribuendo da quel punto compiti ai nosferatu, valutandoli per le loro capacità. quale occasione migliore per capire con che soggetto il clan sta trattando?
@Maestril:SPOILER (clicca per visualizzare)Questo è meno che mai il tuo ambiente, anzi: se la fortuna ha giocato dalla tua parte fin dall'inizio della tua non vita, permettendoti di poter stare a contatto con gli umani senza oscurarti necessariamente, questo ti rende ancora più aliena l'idea di scendere nelle fogne. Ma la mail di Belloc era MOLTO chiara: Lonegate è la nostra gallina dalle uova d'oro, e se ha compiti per noi non possiamo permetterci di non compiacerlo... e chissà mai che la cosa non ci venga a vantaggio!. ti è stato detto di scendere all'ingresso NordEst, di aspettare. ti è stato detto che probabilmente non saresti stato solo, e soprattutto che, portando a conclusione il compito, ne avresti potuto cavar fuori qualcosa di più che ottimo...SPOILER (clicca per visualizzare)Turni liberi giocatevi di entrare e di incrociarvi
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L’ultimo rombo del motore della Challenger si propagò ovattato giù, oltre il tombino. Giusto il tempo di chiudere l’auto e assicurarsi di non avere ficcanaso intorno, poi la “porta” della fogna venne aperta con uno strisciante e pesante suono metallico che si ripeté poco dopo quando Alvaro richiuse il tombino sopra la sua testa. “Madre de Dios, sembra il salotto buono del Clan” pensò il Nosferatu contorcendo il proprio orrendo viso in una smorfia ironica.
In effetti, se qualcosa di ironico poteva esserci, era l’aspetto del vampiro stesso. Quella creatura infatti sembrava una qualche sorta di sgorbio dalla pelle incartapecorita e grigiastra dentro i panni di Magnum PI. Su tutto, la camicia rossa con i fiori bianchi era un pugno in un occhio per qualsiasi amante del buon gusto.
Il suono freddo delle suole contro il ferro della scaletta si propagò per la fogna accompagnando il ritmo della sua discesa. Tirò sul col naso sniffando la “fragranza” delle acque reflue di New Orleans. Ancora una volta il viso di Alvaro si contorse, ma questa volta in un blando fastidio “Meglio di Cartagena … questo è certo”.
Con fare guardingo prese a muovere qualche passo lungo il camminamento che costeggiava il canale di scarico principale. Gli occhi piccoli e scuri erano animati da un che di apprensivo. “E' un membro della mia famiglia, certo, ma chi lo conosce dopo tutto?” questo pensiero animava l’ispanico come un mantra.. -
Maestril.
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Fu sulle proprie gambe e null’altro che giunse a quell’ingresso lurido. L’ultimo tratto di strada fu un viaggio in parte a ritroso – nessuno avrebbe dovuto seguirlo. Chiuso del tutto in un giubbotto datato dalla lunga cerniera, si appropinquò al tombino giusto, contandoli meticolosamente lungo la strada fino a lì. Nell’avvertire il trascinamento metallico si paralizzò e sgranò le palpebre mollicce. Il naso gobbo si alzò arcigno. Non affrettò il passo ma al tombino ci giunse in breve tempo. Scoperchiò quell’ingresso, immergendosi oltre uno sciame di mosche.
Si assicurò di richiudere il varco. Un cappellino dei Pelicans gli copriva i capelli stopposi ed un’espressione seria e ben più che guardinga gli tirava i lineamenti dalla parte in cui il labbro inferiore era stortato, così da dare l’impressione che l’intera sua figura fosse pendente. La sagoma spirlunga dell’Informatico scivolò tra le ombre di quell’ingresso poco invitante, sprofondando nell’odore di liquami fino a sopra la testa, letteralmente. Attentamente cercò di studiare quella porzione di fogna per farsi un’idea della “fisionomia” dell’ambiente. L’eco dei passi di Alvaro decretò la direzione da prendere – la stessa.
Sta... aspettando? , azzardò a domandare non appena scorse più in là quel rosso “abbagliante” della maglia di Alvaro. Lasciò che fosse l’eco del tunnel a portare la voce – decisamente contorta e ritorta, come provenisse dalle viscere una caverna – all’Altro, assieme al suono del fiume di melma.. -
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Quella voce sconosciuta lo colse alle spalle come una pugnalata e suscitò un’istantanea reazione d’allarme sul viso di Alvaro. Il vampiro ruotò il tronco indietro, verso "il Pellicans" e portò la mano destra sul calcio della pistola che teneva infilata nella cintura, appena sotto i reni < Sto aspettando … > replicò netto con la voce sul chi vive.
Tenne quella posa per qualche istante. I polpastrelli della mano che, dietro la schiena, facevano l’amore col ferro dell’impugnatura dell’arma per cercare sicurezza. Le due pozzanghere nere che aveva al posto delle pupille fissarono quell'individuo a lungo, squadrandolo in modo evidente: “Eppure non sembra un granché …” pensò fra sé e sé.
Staccò la mano dal calcio della pistola e sollevò le braccia a mezz'aria tenendo i palmi ben in vista < Ehi, amigos, todo bien … > esordì sfoderando quello che sarebbe dovuto essere quanto di più somigliante ad un sorriso rassicurante sul volto di un mostro < … sono qui per fare affari. Non cerco grane >. -
Maestril.
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Di nuovo si immobilizzò, al movimento dell’Altro. E lo vide – in faccia. Bastò un attimo. E fu come vedere un riflesso familiare - il proprio - ma accentuato - come quello del Proprio Sire. Distolse gli occhi vitrei verso il fiume di melma, più apprezzabile. La lingua premette sul palato scanalato per qualche istante. Fu l’accento spagnolo a fargli rialzare il capo in uno scatto eccessivamente rapido.
Un nome rimbalzò nella mente dell’Informatico, più volte - Richard Lonegate. E ad ogni “sponda” trovava un’immaginaria caratteristica da associare all’individuo che lo portava. Quell'accento non rientrava tra quelle. E non lo rassicurava.
Forse è il caso di restare fermi, allora. Sarebbe molto stupido, muoversi, quando bisogna solo attendere. , osservò con scetticismo, senza che la voce migliorasse nel proprio suono disarmonico e "raggomitolato". Amigo. , aggiunse dopo un istante, con una fittizia cordialità. Lasciò che restassero almeno tre metri buoni tra loro, anche quando Alvaro si rimise in una posizione tranquilla.
Lanciò solo uno sguardo al tombino da cui erano entrati.
Spagnolo? , domandò di nuovo. Non era un tono da conversazione, più l’inizio di un’analisi. Il punto di partenza di una serie di appunti mentali, o la ricerca di una congiunzione con pensieri già presenti. Arretrò fino alla parete buia e ricurva del tunnel. Spalle ai mattoni. Testa piegata in avanti. Non uno dei suoi muscoli flaccidi era del tutto disteso. Quello scorrere monotono del fiume sotterraneo si amalgamava a quello del proprio sangue nelle vene. E anche il puzzo probabilmente si sarebbe potuto dire tale, dato l'aspetto.. -
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L’interrogativo dello sconosciuto trovò una prima risposta in un mormorio basso e gutturale che diede contezza della riflessione dell’ispanico. Le parole dell’Informatico indussero infatti Alvaro a studiarlo ancora una volta, un ripasso, prima di schiudere le labbra coriacee e proferire parola < Stiamo attendendo allora? > domandò sottolineando quel verbo in modo allusivo < Nessun m’ha detto che saremmo stati due … > le braccia vennero abbassate lentamente lungo i fianchi < … ma un accordo per non pestarsi i piedi si trova sempre, vero? > domandò con gli le iridi nero sporco puntate sul volto “belloccio” dell’altro Nosferatu.
Alvaro prese a muovere qualche passo lungo l’argine della fogna. Un paio di metri su e giù sul cemento come faceva nelle ore d’aria, tanto per occupare il tempo < Sei certo ci stia attendendo? > domandò di punto in bianco con aria vagamente cordiale per poi snocciolare un secondo interrogativo e lanciarlo in aria verso l’altro vampiro < Cosa dovrebbe cercare, uno come lui, per uscire allo scoperto? >. -
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due cainiti, due figli di absimilard, rilegati nelle fogne per chissà quale cazzo di motivo. Alvaro e Pascal avevano passato i primi cinque, forse dieci minuti a studiare il luogo che li circondava, ma soprattutto loro stessi.
una vivida attesa, contornata dai dubbi riguardo lo stesso soggetto che a quanto pare li aveva chiamati li. Lonegate. il salvatore dei topi di Fogna.
Passò ancora qualche momento. silenzio, intervallato di tanto in tanto dagli scambi dei due. ma quando Alvaro parlò, uscendosene con quell'ultima domanda, una terza voce si aggiunse alle due già presenti.
ma certo che il maestro vi aspetta! o un suo diretto delegato almeno... fa lo stesso?
la voce era letteralmente sbucata fuori dal nulla, o quantomeno da un punto in cui nessuno dei due si era curato di osservare. probabilmente il livello base dell'oscurazione, un trucchetto come un altro, oltre che la prova che entrambi avevano la guardia non eccessivamente alta.
Poi entrambi la videro.
con una veste candida che ricordava vagamente una camicia da notte, un'espressione beata e i piedi a mollo nel canale fognario. sorrideva, spostando lo sguardo prima su uno Alvaro, poi su Pascal e viceversa. Salutava entrambi agitando una mano freneticamente, in modo infantile. Nonostante l'aria apparentemente innocua e l'aspetto umano, i due Vampiri vennero presi da un vago nervosismo. qualcosa diceva loro che era meglio non avvicinarsi troppo, anche se nessuno dei due sembrava spiegarsi il perchè.
Allora, siete qui per incontrare il maestro Lonegate, giusto?. -
Maestril.
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Saremo in due. , confermò ad Alvaro senza muoversi dalla propria posizione, ma tenendo gli occhi su di lui ora. Quindi non c’è bisogno di accordarsi. , soggiunse, a fine di un ragionamento dimostrato e inoppugnabile.
C-! , stava per rispondere alla domanda dell’Altro quando quella voce s’insinuò nella propria percezione – agitandola. Di scatto muove la testa verso la Ragazzina – trovandola. La sorpresa tramutò il volto dell’Informatico in un canyon di fosse e rughe tirate. Si rimise dritto in piedi ma non fece alcun passo fuori da quel buio rassicurante, trovandosi più proprio agio in quella parte del tunnel, a pochi metri dalla ripugnanza di Alvaro e più metri da Lei.
Mosse il collo, tirandolo come per sciogliere un crampo nervoso. La fissò da sotto il cappellino dei Pelicans.
Tu stessa hai già dato la risposta alla tua domanda. , le fece notare, guardingo, analizzando le sue frasi - le sue parole - ogni cosa - dalla prima all'ultima. In tono fu compito e basso, un groviglio di toni che si snoda un po’ ma che resta ficcato in gola. Noi attendiamo chi vuole vederci. , le riassunse senza muovere un muscolo verso l'Altra e senza ancora osare pronunciare il nome del Maestro, evidentemente malfidente.. -
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L’ingresso in scena di quella ragazzina diete una nuova sferzata ai nervi di Alvaro che da poco stavano iniziando a rilassarsi. Fece quindi un netto passo indietro cercando una posizione dalla quale non dare le spalle a nessuno dei due; un più ampio e rassicurante punto d’osservare dal quale tenere sottocchio entrambi i suoi interlocutori.
Per quanto gli altri due non fossero altro che una ragazzina e una sorta di tifoso dei Pelicans etichettabili, in teoria, come affini agli interessi del suo Clan, non riusciva ancora a sciogliere le proprie riserve e trattarli come “companeros”.
< Fa lo stesso, chica! Ci mancherebbe! > esclamò con tono allegrotto volto a creare una confidenzialità forzata < Sì, io sono qui per incontrare el senor Lonegate. Lui … > e sollevò la mano a pugno indicando con il pollice l’Informatico e abbassando la voce in un ironico tono cospiratorio rivolto verso la ragazzina < … credo voglia fare ancora un po’ di muffa prima d’ammettere chiaramente d’essere qui per el senor Lonegate > le labbra color cuoio del Nosferatu si contorsero in un grottesco sorriso. Ancora una volta ecco Alvaro tentare di stemperare la tensione propria e del gruppetto < Puoi portarmi da lui? > domandò alla ragazzina gettando subito dopo un’occhiata in tralice all’altro Nosferatu per saggiare come, quella sorta di freddo e meccanico distacco, si comportava in quella circostanza.. -
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oh si disse la ragazza, sempre agitando i piedi nell'acqua. guardandola meglio, entrambi i nosferatu si resero conto di quanto fosse "adulta" rispetto al suo esprimersi e al suo comportamento. il maestro Lonegate vi ha richiamato entrambi... come con tutti coloro che condividono il vostro sangue cinguettò felice.
Si rialzò, strascicò i piedi sul selciato con l'idea forse di pulirli o di asciugarli e si avvicinò di qualche passo. ma duole ammettere a me e al mio maestro, che lui non può accogliervi personalmente... troppi impegni per riportare in auge un clan accusato di cose così brutte... sorrise, debolmente, guardando entrambi.
ma non disperate aggiunse infine Lonegate a delegato me, Nikka, di chiedervi perdono per la sua assenza e di darvi delle istruzioni! sentenziò con entusiasmo e saltellando sul posto. ma prima... posso chiedere a lorsignori di presentarsi? concluse estraendo un foglio dalla scollatura, sulla quale vi erano probabilmente dei nomi. una volta sbrigata questa formalità possiamo iniziare!SPOILER (clicca per visualizzare)Tenete conto che
1-il personaggio che avete di fronte ha il difetto Presenza Lugubre, quindi se vi avvicinate provate un brivido o comunque del nervosismo
2-siete legittimati a chiedervi "chi cazzo è questa" visto che non sapete nulla di lei. se pensate che il vostro pg potrebbe essere paranoico giocatevela ^^. -
Maestril.
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L’Informatico piegò le labbra dal lato opposto alla naturale stortatura, arricciando quella parte del volto in un grugno. Lo sapevo che lavorare in “più persone” aumenta la probabilità sull'incertezza sul risultato. , borbottò tetro. No, non credo ti porterà da lui. , fece notare ad Alvaro dopo aver ascoltato ogni singola sillaba della Ragazzina. Le dita delle mani cominciarono a muoversi lungo il tessuto anni ’90 del giubbotto, per poi passare alla parete ricurva e umidiccia dietro di sè.
Alla domanda di Nikka, gli occhi passarono da Alvaro a Lei. Più l’Altra si muoveva, più l’Informatico si contraeva – ritraendosi dalla presenza altrui – affinché ci fosse - e restasse - molto spazio tra i corpi. Aspetta. , esordì di nuovo e, nonostante la richiesta, l’insicurezza dell’agitazione apparì: doveva darle del “tu” o del “lei”? Si prese un paio di attimi per mettere a tacere quel dubbio.
Sei spuntata già sapendo che cavolo facessimo qui, sventolando il nome del Maestro come fosse quello di un contabile, certa che quell’identità non sarebbe stata ignorata. , esegue quel calcolo a parole, sommando gli accadimenti. Dubito che i nomi cambino qualcosa per te. Tu puoi essere sicura di chi hai trovato. Siamo noi a non poter sapere chi abbiamo davanti. , e sottraendo le proprie conoscenze. Sfiduciato, frustrato e col collo indolenzito da quella contrattura nevrotica sottopelle, si ritrovò a stringere le mascelle sbilenche.
Pascal. , disse voltandosi verso Alvaro, come se fosse lui l’unico a non conoscere quel nome lì dentro. L'alternativa è il tombino per uscire. si auto-confidò amaramente.. -
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L’Ispanico seguì in silenzio lo scambio di battute fra gli altri due facendo balzare lo sguardo dall’uno all’altro in un turbine di perplessità crescente.
< Ehi, aspetta! > ripeté come un eco ritardatario quando l’Informatore ebbe finito di parlare. “Forse il belloccio ha ragione …” si prese un istante per accarezzare quel dubbio che cresceva e si faceva incombente come il brivido lungo la sua schiena suscitato dall’avvicinarsi della ragazzina < Il tuo maestro cercava noi e noi cercavamo lui. Quindi Nikka … > disse aprendo il palmo verso la ragazzina come a volerla presentare < … Pascal … > la mano si diresse poi verso l’Informatore < … Alvaro … > per ultimare poi la carrellata su se stesso < … fine dei convenevoli e facciamoceli bastare per adesso. Andiamo a quello che tu devi riferirci per conto del tuo maestro, chica > fece una piccola pausa cambiando tono per assumerne uno più adatto ad insinuare dei dubbi nella mente della ragazzina < Hai un compito se non sbaglio. Non vorrai riferire al tuo maestro che per un po’ di formalismi di troppo i suoi “ospiti” sono andati via e non sei riuscita a portarlo a termine, vero? Dì pure quindi >. -
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la ragazza occhieggiò entrambi, sempre sorridente. quasi comprensiva, a tratti, nonostante l'impellente bisogno dei cainiti di allontanarsi. da un certo punto di vista hai ragione Pascal disse, fissandolo io sono qui in vece di Lonegate in quanto la sua vitae scorre nel mio corpo mortale da qualche secolo. ma è legittimo che non mi conosciate.
ridacchiò, volteggiò una volta su se stessa e tornò su entrambi, con espressione leggermente più seria e comunque, alvaro, hai ragione anche tu. è il momento di fermarci coi formalismi e cominciare a parlare di compiti. e il vostro compito è qui, nella mia testa aggiunse indicandosi la capoccia e presto sarà nella vostra.
rimase in silenzio un momento, poi trasalì di colpo, reclinando la testa all'indietro. un momento di pausa, poi tornò in posa eretta e si mise a spiegare con fare decisamente più adulto sopra di noi, a circa duecento metri a ovest, in una via parallela a quella da cui siete entrati, via Bachangue, c'è una macchina che vi aspetta. prendetela, è vostra. per il momento almeno. usatela per guidare fino a Elmwood, Jarvis Street 15.
è un piccolo ufficio informatico, ufficialmente abbandonato.
Tuttavia, per qualche strano motivo, ancora ha attaccatura elettrica e paga bollette di rete. il vostro compito è intrufolarvi, scoprire che succede in quel posto ed eventualmente collegarlo alla nostra rete, per trarne vantaggio.
Sorrise ancora, debolmente, poi fece un passo in avanti e ritornò leggermente più infantile il maestro ha detto di dire che quello che ne otterrete sarà un vostro compenso, e che questo vi motiverà a essere più efficenti. computer, una cassaforte, qualcosa... insomma, avete scelta! credo.. e poi si zittì a guardarli, cercando di intuire se avessero capito.. -
Maestril.
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Mosse quel che restava delle sopracciglia all’udire Alvaro, memorizzandone il nome e seguendone il filo del discorso, in accordo. Smise di muovere le dita e sollevò il mento in un brevissimo scatto all’udire parlare del “compito”. Nikka divenne il centro della propria visuale – ed un certo rilassamento cominciò a pervaderlo nel vederla rimanere in quel punto senza dar segni di volersi avvicinare.
I termini geometrici, così come i numeri e le distanze entrarono nella testa dell’Informatico come una sequenza di dati immessi da una tastiera. Li memorizzò. E quando fu sul punto di riaprire la bocca, ecco che Nikka si mosse di nuovo. Immobilizzandosi e poi tornando contro la muratura unta e sporca – e buia – nel tentativo di evitare una vicinanza troppo marcata con la Ragazzina, l’Informatico si zittì qualche istante.
Gettò uno sguardo all’Ispanico – la sua bruttezza a confronto di quella sensazione era più piacevole ai sensi, irti come i peli di un animale inquieto.
Una volta scoperto cosa accade là dentro , riprese a parlare. E la voce iniziò con un’accordatura cacofonica. Siamo liberi di decidere se sia il caso di agganciarlo alla nostra rete? O dobbiamo prima informare il Maestro? O va fatto in ogni caso? , chiese dopo aver riflettuto sul piano esposto – cercando ulteriori dettagli.
Ben gentile. , si limitò a commentare circa la bontà del Maestro, a ringraziamento, annuendo con il capo rigido. Questo farà sia da compenso che da garanzia per il lavoro, furbo. Furba. , soggiunse - specificando ulteriormente - abbattuto da quella consapevolezza, chiudendosi ulteriormente sotto il berretto dei Pelicans.. -
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Il viso d’Alvaro si fece più serio e attento ora che gli intenti di Lonegate venivano svelati da Nikka. Ma, al contempo, la sua postura divenne tanto più statica quanto più la ragazza si fece vicina, come se ogni centimetro in meno a separarli rendesse il corpo del Nosferatu più duro e ligneo. In effetti il vampiro era percorso da quella forma di immobile disagio che anima le persone quando sperano di non essere visti dalla Morte o da qualche forma di pericolo difficilmente identificabile, un atteggiamento da inanimato soprammobile potremmo dire.
Quando il silenzio tornò fra loro, eccolo scattare con finta disinvoltura e defilarsi qualche passo più in là. Spazio, gli serviva spazio da quello scricciolo in camicia da notte < Hai tu le chiavi dell’auto? > domandò tendendo la mano e piegando a più riprese le dita in un invito a lanciargliele. Un gesto che voleva apparire “cool”, ma che in realtà voleva evitargli un contatto di troppo e non necessario con la ragazzina.
< Spero che il tuo maestro non ci stia mandando a pestare ai piedi a qualcuno di grosso. C’è qualcosa che dovremmo sapere, chica? Per me non fa differenza, se è per la nostra rete, ma mi farebbe comodo non prendere rischi inutili, ecco > si fermò un attimo dal parlare, come se un altro pensiero gli fosse balenato nella mente < Ah, ecco, Pascal ha ragione. Dobbiamo chiamare te per le istruzioni su come agganciare la rete? O … > e puntò lo sguardo sull’altro vampiro < … o io sono il suo guarda spalle? > e allargò le braccia in modo plateale verso i due in un gesto arrendevole < Il tuo maestro non spera certo che io faccia tutti i cip ciap tric truk con fili e tastiere? >.
Ingresso nord/est |
