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.SPOILER (clicca per visualizzare)Continua da QUI
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dopo qualche momento passato a tergiversare, Kappa era rimasto da solo. decise quindi di fermarsi un momento, esitante.
prese il telefono in mano approfittando di un semaforo rosso, ma lo ripose subito. doveva immettere il codice a Jefferson, o almeno così gli avevano detto.
ma il dubbio che fossero rientrati in casa... lo turbava. chi voleva danneggiarlo? cioè molte persone, ma magari volevano danneggiare proprio LUI e non la sua casa o immagine.
tentennò, ma decise di approfittare di una curva per rallentare un momento e "sfogarsi" scrivendo.CODICEnon so perchè, ma spero che ce l'abbiano con ME e non con la mia casa. Sob. ti richiamo quando sono a Jefferson.
e detto questo riprese terreno, e partì a razzo verso la meta.***
Arrivato a Jefferson, loco che non aveva mai frequentato davvero come malkavian, Kappa arrestò la corsa del suo """"bolide"""". era in un misto di divertimento e paranoia in quel momento, anche se i suoi inseguitori erano stati molto deludenti. tuttavia, piuttosto che arrendersi e mollare, rimase intrigato dalla questione.
prese il telefono in mano solo dopo aver parcheggiato in un punto poco in vista, e li immise quanto gli era stato detto.CODICE[codice] e ora?
chiese titubante, mentre si guardava attorno sospettoso.. -
.CODICEE tra niente... li hai seminati. Hai vinto. Role conclusa XD
...
No, scherzo.
Dirigiti all'incrocio tra la West Metairie Avenue Sud e la Nord Causeway Boulevard.
Dall'incrocio procedi a nord per circa un centinaio di metri e svolta alla seconda apertura a sinistra.
È un vicolo in mezzo ai palazzi. Percorrilo fin quasi in fondo e poi cadi nella trappola...
No, scherzo.
C'è un tombino aperto. Ti raggiungerò lì sotto. -
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Kappa si stava sempre più convincendo di avere a che fare con Check.
combaciavano un sacco di cose del resto... l'umorismo pessimo, le fogne, il grande talento informatico.
"chissà se ha ancora quel programmino per imitare la voce dell'arpia"
"mah, magari glielo chiederò"
divertito, il figlio di malkav si assicurò che la sua moto fosse al sicuro, sia visivamente che a livello di parcheggio. la incatenò con perizia, nascose il fucile sotto al giaccone, la pistola nella tasca interna con il sangue del lupino e, con rapidità, si mosse verso dove gli era stato detto.
trovò con facilità la strada che doveva incrociare, e altrettanto facilmente riuscì a correre a nord fino ad arrivare al vicolo in mezzo ai palazzi.si limitò a dire, mentre cercava con lo sguardo il tombino.CODICEquesta storia me la dovrai spiegare ben meglio sai?
una volta trovato avrebbe provato a sollevarlo e, solo in quel momento, si sarebbe calato dentro.
"ma è consigliabile? forse è davvero una trappola!"
"psicologia inversa a questo livello?"
"VAMPIRI genio. si gioca a incularella ogni 10 minuti della notte"
"ah"
Il malkavian si calò dentro al tombino, ma si spostò leggermente sulla destra. lasciando il tombino alla sua sinistra e sempre oscurato, rimase fermo a puntare l'entrata dello stesso con il fucile. a debita distanza, per evitare eventuali sorprese.
"tipo?""
"non so, una granata?"
"ma speriamo di no"
Comunque li rimase. sensi acuiti al massimo, cervello a mille, fucile puntato e un po' di speranza che non tutto fosse una trappola. ma davvero poca.SPOILER (clicca per visualizzare)Auspex 1 su vista, udito e olfatto. se devo sparare OVVIAMENTE riduco udito.. -
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Kappa continuò a fissare lo sguardo in direzione del tombino. Ma fu dal tunnel che udì provenire dei rumori...
Passi... il rumore dell'acqua di scolo che sciabordava alle sue spalle... due serie di passi mischiati...
Kappa si voltò a fronteggiare gli eventuali ospiti quando, con sorpresa, si rese conto che i passi non erano di due persone. Era un quadrupede. Un cane. E a giudicare dalla stazza, un cane decisamente un pò troppo grosso.. e anche molto brutto.. che gli ringhiava contro senza tanti complimenti.
Poi, senza alcun preavviso, una sottospecie di bignè al cioccolato andato a male almeno un anno prima gli afferrò da dietro, tirando, il lungo cappotto che aveva addosso.
E si, era disgustoso, piccolo e puzzava, e l'avrebbe anche colto di sorpresa se fosse stato un avversario.
Ma per sua fortuna quella sera era il piccolo Check.
Hai visto Canuccio? Sembra più un pony ma è buono... almeno con me... saluta Canuccio!WHUF!
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...ch-check? chiese il figlio di malkav, disoscurandosi e abbassando l'arma. .RAR! occazzo, meno male che sei tu. disse, abbassando definitivamente l'arma.
Guardò il cane, che non era decisamente più il carlino a cui era abituato, morto in elysium anzitempo.
amico nuovo! beh sicuramente ti proteggerà meglio... questo è poco ma sicuro. in memory of Canuccio.
ma non era il tempo di cazzeggiare. reinfilò il fucile in saccoccia, e passandosi una mano sulla fronte rimase con sguardo incerto sul botolo. la gravità di quanto gli aveva detto era decisamente fuori scala.
mi hai chiamato, e sono venuto. non perdiamo "Troppo" tempo... parliamo! che sta succedendo? i nostri sire sono in pericolo?! parla!
La voce di Kappa era ferma ma intrisa di fermo sospetto, e comunque non riusciva a non guardarsi attorno, cercando eventuali altre presenze nascoste.
Edited by Kabruki - 7/6/2015, 21:15. -
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Non ti preoccupare... se ti stai chiedendo come ti abbia "visto", è tutto merito di Canuccio.
T'ha trovato lui e m'ha fatto l'occhiolino.
Esordì, sfoderando un sorrisetto disgustoso.
Si, sono un nostalgico. Ho dovuto chiamarlo così.
Ma è tanto dolce e tenero... anche se a volte mi mangia le dita delle mani...
Su, vieni...
Disse, incamminandosi lungo il condotto fognario. Canuccio, un alano grosso quasi quanto un pony, restava alle spalle di Kappa, controllandolo.
Allora... come va? Cosa ti porta da queste parti? Sei qui per farmi visita?
Sono contento!. -
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il malkavian osservò check, poi canuccio, poi check di nuovo. tentennò un momento osservandone i lineamenti e cercando di cogliere sfumature di espressione. in fondo era contento di vedersela con check, non era nemmeno tanto fastidioso stare nelle fogne.
guardò il cane, e si limitò a fargli un cenno con due dita, come se questi potesse capire il linguaggio dei gesti umani.
Kappa estrasse il cellulare, cercando di vedere se ci fossero altri messaggi poi drizzò le orecchie come sarebbe a dire "Cosa mi porta da queste parti?" Check mi hai chiamato tu! disse il malkavian, restando fermo a guardare il botolo.
uno sguardo al telefono, per vedere se erano arrivati altri messaggi, poi uno sguardo attorno a se per svelare altre eventuali presenze.
cosa sta succedendo check? ti ho fatto una domanda! lo incalzò, avvicinandosi di un passo.. -
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Io? Oh, cielo! No!
Sto aspettando un ospite ma non si è ancora fatto vivo...
Ti da fastidio avere altra compagnia?
Disse Check, in risposta al lunatico, mentre continuava a passeggiare x la condotta senza una reale destinazione apparente.
A me piace avere compagnia, anche se di solito nessuno viene mai a trovarmi.
Scusami un secondo...
Detto questo, il nosferatu prese il cellulare e scrisse qualcosa
Dopo qualche secondo ecco arrivare sul telefono di Kappa un messaggioCODICEDove sei finito?
Ti sto aspettando.
Ho un ospite con me, è un amico. Non ti preoccupare.. -
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il malkavian si grattò la testa, molto dubbioso. qualcosa non gli tornava, era evidente, e con molti dubbi guardava il monitor del telefono. o check lo stava prendendo in giro, come al suo solito, oppure aspettava qualcun altro. e per qualche motivo i suoi messaggi arrivavano a kappa per qualche "Bulabula" tecnologico.
oppure ancora, c'erano due check sorprendentemente veloci a scriversi le cose.
continuando a sfregare la tempia con convinzione, logorando la pelle morta che abitava, il malkavian optò per fare buon viso a cattivo gioco.
guardò quindi check e lo apostrofò beh e chi aspetti di bello? gli disse, avvicinandogli una mano alla spallasai, per presentarmi al meglio...
contemporaneamente però l'altra mano scorreva sulla tastiera del cellulare.scrisse velocemente, quasi alla cieca, mentre il suo miglor sorriso malato di entusiasmo si dipingeva sul suo volto.CODICEse è un amico digli il mio nome.. -
.CODICEOh, è Kappa, un mio...
Le dita cicciottelle si muovevano rapidissime sui tasti dell'apparecchio quando, improvvisamente, ebbero un'esitazione.
Tu sei mio amico, vero?
Chiese. E se non fosse stato per il fatto di essere stato un disgustoso nosferatu probabilmente si sarebbe potuto dire che avesse sfoggiato il suo miglior sguardo con occhi da cerbiatto...
Inutile dire che il risultato reale avrebbe fatto vomitare chiunque.SPOILER (clicca per visualizzare)Se Kappa risponde di si, check conclude il messaggio con "amico".
Altrimenti rimarrà molto deluso e triste e scriverà "amico" lo stesso XD
Oh, il mio ospite ti piacerà. È un tipo ammodo. Sta sera ha avuto una piccola disavventura ma sta bene. Dovrebbe arrivare a momenti... ha anche scritto il codice che gli ho dato per avvisarmi che era tutto a posto.. -
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check... si limitò a dire, avvicinandosi di un altro passo ...capisco non era un'affermazione retorica, anzi. era una domanda preoccupata, per quello che stava succedendo. di il mio nome! . la testa oscillò, come a cercare di raggiungere le idee che aleggiavano attorno alla sua circonferenza cranica.
.Rar chi stai aspettando? chiese ha chi hai dato il codice? è importante check, rispondimi! la mente avvampò di domande, la psicosi stava prendendo il sopravvento perchè non riusciva a capire la situazione. la mano scivolò alla pistola, senza estrarla, ma guardando il botolo con ferma curiosità. c'era qualcosa che gli sfuggiva, ma non capiva che cosa!
ok, da capo. Check spiegami la situazione accuratamente. stiamo aspettando qualcun altro oltre a ME? chiese e se si: Perchè? che sta succedendo agli Smily Coven?. -
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eheh... ehm...
...
giuro, non mi sono dimenticato come ti chiami, solo che... ah, ecco!
Comincia con la Kappa! Giusto?
Proruppe la piccola sacca di pus, come se avesse trovato risposta a chissà quale quesito.
Visto, avete una cosa in comune, tu e lui.
Di perché, sai, lui si chiama proprio Kappa!
Eheh. -
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...ti perdono per stavolta. disse il malkavian, tornando allegro. la mano era ancora ferma alla pistola, qualcosa gli stava sfuggendo e non capiva bene cosa. Check cercava di salvare Kappa ma non lo riconosceva... perché? lavaggio del cervello? possibile?
forse doveva andarci cauto, anche se non era proprio il suo stile. Check sembrava strano, ed era meglio non fidarsi. sembrava lui ma qualcosa gli diceva di stare attento.
così, tenendo il cellulare in una mano, catturò l'attenzione di check con l'altra.
magari è oscurato qui in giro... oscurato a un livello che manco canuccio può vederlo. chissà mai che stiamo perdendo tempo non trovi? che ci devi fare con il buon Kappa? i miei poteri mi parlano di problemi con i vostri sire...
nel mentre digitava il più velocemente possibile sulla tastiera del telefono, cercando di incantarlo con la parlantina mentre scribacchiava alla cieca.
oppure lo stai scomodando solo per dargli fastidio? a me puoi dirlo .Rar! e magari mentre me lo dici muoviamoci, non vorrei mai che ci trovassero tutti.
inviò il messaggio.CODICEci sono. vi vedo. preferisco seguirvi a debita distanza, così se mi inseguono prendono solo me.
Il piano? non ne aveva uno vero e proprio. ma le possibilità che quello non fosse check, o che fosse stato rimestato a puntino dal punto di vista mnemonico erano abbastanza elevate da fargli crescere un minimo di paranoia.
abbastanza da cercare di convincere check a muoversi sulla fiducia.. -
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Bè ecco... vedi...
Inizò, tentennante, il piccolo Check.
Il fatto è che in realtà non sono stato del tutto onesto con lui... quelli che ce l'hanno col mio sire non ce l'hanno anche col suo, o meglio, da che ne sappia non sono riusciti a raggiungerlo.
Solo che non sapevo se mi avrebbe aiutato se gli avessi chiesto una mano.
Così... ecco... ho fatto in modo che arrivassero a lui.
Visto che ce l'avevano anche con te ho pensato che, se ti avessi coinvolto, avresti potuto darmi una mano.
Si, aveva capito bene.
Check, da bambino quale era aveva escogitato un sistema assurdo, ed una scusa stupida, per provare a trovare una soluzione al suo problema.
Aveva finto di non riconoscerlo per usare la solita scusa di: "un mio amico ha un problema", quando in realtà il problema era il suo. E poi, per essere sicuro di ottenere l'aiuto che gli serviva, aveva coinvolto l'unica persona alla quale poteva affidarsi e che avesse il suo stesso problema.
Ora, per uno scrupolo di coscienza o rimorso, stava confessando.
Ma il danno ormai era fatto..
Jefferson Highway |
