Rifugio di Theophilus Carter

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  1. Gaevriel
     
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    In un piccolo appartamento al terzo di cinque piani, situato in una modesta palazzina che faceva angolo tra Vickburg St e Walker St si svegliò Theophilus.
    Appena aperti gli occhi, la sua mano meccanicamente cercò la catenina appesa al collo, la seguì fino a raggiungere l'orologio da taschino appesole. Consultò l'orologio, che rimandò la stessa risposta che aveva dato negli ultimi 160 anni: le ore 5.

    "Cielo. Sono già le 5. Ho rischiato di perdermi l'ora del té. La Regina Rossa non me lo perdonerebbe mai." esclamò.

    Theophilus si alzò e indossò i suoi vestiti, dopo averli spazzolati con cura. Quindi sistemò il cilindro e se lo aggiustò in testa. Uscì dalla camera da letto, una camera decisamente spoglia e priva di alcun mobile, unica eccezione proprio il letto, come a conferma della funzione della camera stessa.
    Contrapposta alla camera da letto era la stanza principale dell'appartamento, arredata dallo stesso Theophilus come una sala da té vittoriana: la carta da pareti color pistacchio era inframmezzata da ogni sorta di servizio da té in porcellana che l'umana natura potesse concepire; servizi da té occupavano le mensole dei mobili e i tavolini (ben 3, oltre ad un divano) coperti di tovaglie giallo canarino erano apparecchiati alla perfezione per una festa da té. Persino i centritavola erano colmi di tramezzini, cupcake e tortini di vari colori. Tuttavia, tazze, tazzine e teiere erano completamente vuote, e gli stessi dolci non erano che riproduzioni in porcellana.

    Non che io necessiti o anche solo possa pensare di mangiarne, anche ne avessi di reali. Pensò Theophilus tra il divertito e il malinconico, mentre passava lo sguardo sulla stanza.

    Diede un altro sguardo all'orologio, mentre lo accarezzava avidamente. Le 5. Non poteva perdere altro tempo in quisquilie.

    Afferrò la prima tazzina da té e il primo cucchiaino che trovò a portata di mano, entrambi rigorosamente da tavolini diversi e servizi assolutamente non corredati. Quindi, si sedette su una piccola scrivania d'angolo e aprì il suo portatile, per controllare se fosse andata a buon fine l'asta online a cui aveva partecipato la notte precedente. Asta che metteva in vendita uno squisito quanto pacchiano servizio da té marcato Peppa Pig.
     
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    la notte era appena cominciata, e già era piena di momenti interessanti e impegnativi. l'acquisto di quel servizio da tè gli serviva a colmare il vuoto, tra una ricerca di alice e una della spada Vorpale.
    il cielo era terso e fuori dalla finestra Theophilus poteva vedere una meravigliosa notte scura. buon segno per la sua sfortunata capacità di allineamento con il mondo dell'astronomia.

    Ma quella notte specifica, non era fatta per pensare al tè. non completamente. qualcosa nell'aria era cambiato, e gli sussurrava qualcosa all'orecchio.
    quale che fosse il problema, qualcosa gli suggeriva che la non vita quella sera avrebbe ricevuto una svolta. non chissà quanto determinante, magari una piccola svolta. ma qualcosa che comunque era un martellante pensiero nella testa del vampiro.
    si strofinò la testa, cercò di capire se qualcosa doveva essere fatto, ma tutto sembrava in ordine.
    tornò con lo sguardo al computer. il set era suo, con sua immensa gioia.

    proprio in quel momento il campanello suonò.
     
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  3. Gaevriel
     
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    Per quanto il suono del campanello non lo spaventò, Theophilus rimase qualche istante ad osservarela porta d'ingresso dell'appartamento con aria sorpresa. Istintivamente posò lo sguardo sull'orologio. Segnava le 5.

    "Questa non è decisamente l'ora per ricevere ospiti. A quest'ora si stanno godendo il té, in qualunque luogo abbiano deciso di consumarlo." pensò, incuriosito.

    Si alzò quindi e si diresse alla porta, tazzina da té alla mano. Posò velocemente lo sguardo verso la camera da letto, pensò alla pistola sotto il cuscino, poi scrollò la testa sorridendo. Che diamine, non era la cara vecchia Inghilterra, ma non era nemmeno detto che dovesse temere qualunque visitatore alla sua porta. Non ancora, almeno.

    Ma non evitò comunque una piccola precauzione: prese il cellulare, attivò il vivavoce e preparò la rubrica alla voce Elliott March, il suo ghoul. Certo, se dietro la porta si fosse celato un pericolo mortale, il suo servitore avrebbe potuto fare poco o nulla. Ma in caso di necessità avrebbe potuto avere un veloce contatto con un nerboruto eroinomane violento, il che poteva essere per certi versi rassicurante.

    Ingenuo sì, ma scemo, ancora... o forse era il contrario?si concesse il dubbio prima di avvicinarsi alla porta.

    Appoggiò la fronte alla porta, mentre cercava di mettere a fuoco ciò che vedeva attraverso lo spioncino. Contemporaneamente chiese ad alta voce:

    "Si? Chi è? Cosa desidera?
     
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    La mente di theophilus aveva iniziato a viaggiare per i meandri più fantasiosi e paranoici di cui il malkavian poteva disporre. certo, i suoi segreti erano un costante pericolo, ma chi va a disturbare un gentiluomo all'ora del tè.
    Che poi è sempre l'ora del tè giusto?
    così si preparò al "peggio" per quanto poteva, ma senza prepararsi a fronteggiare dei giudici della camarilla o delle guardie della regina rossa.
    pose l'occhio allo spioncino alzando la voce e facendo fluire quella semplice domanda alla base di ogni educazione.
    sebbene l'immagine fosse distorta e ovalizzata, il cainita si rese conto chiaramente della persona che vi era dall'altra parte della porta.

    5546666-beaten-woman-with-bruises-and-blood



    Ehm... mi chiamo Elizabeth... disse la voce esitante oltre la solida porta. non certamente una minaccia, ma ancor meno un volto conosciuto. sono la sua vicina di casa...
    ma certo, la più elementare delle cortesie: il buon vicinato. Theophilus non aveva molto a che fare con i suoi vicini mortali, non da quando si era trasferito dall'inghilterra.
    poteva essere quella la sua vicina di casa? e chi poteva dirlo? sicuramente non si rispecchiava con i ricordi del padrone di casa, dietro quella maschera di sangue e lividi. ha un... minuto? avrei bisogno di un... un aiuto... per favore...
     
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  5. Gaevriel
     
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    "Se è metà di quel che penso che sia, mi sa che del Leprotto avrò bisogno sul serio, altro ché!" rifletté Theophilus, stringendo il cellulare nella mano.

    Ma, prima di rispondere alla sua interlocutrice, e soprattutto prima di aprirle la porta, Theophilus si concesse un momento per studiarla più attentamente. Richiamò a sé l'arte dell'Auspex, e concentrò il suo sguardo sull'Aura che circondava la presunta donna. Prima di tutto, per capirne la natura. Secondariamente, per avere una vaga idea del suo stato d'animo attuale.

    "Che non si dica che Theophilus Carter non fa quel che può per mantenere un rapporto di buon vicinato!" pensò sorridendo nervosamente, mentre aguzzava la vista.

    Uso LETTURA DELL'AURA sulla donna, attraverso lo spioncino
     
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    2015-07-17 16:11:16 theophilus rolls 6 dice to auspex 2 (Diff 8) 2,2,9,3,1, 4 [failure]
    caval che vince... xD

    Theophilus si sforzò in quell'istante di concentrare il suo potere, di concedersi un'ulteriore ispezione. ma semplicemente fallì. forse lo spioncino era un malvagio messo del Jabberwock.
    o forse semplicemente doveva arrendersi ad aprire la porta per controllare meglio.
     
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  7. Gaevriel
     
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    Theophilus alzò gli occhi al cielo. Emise un sospiro, poi sorrise.

    "Almeno non ho visto lupini maghi infernalisti, come l'ultima volta" si consolò.

    Arresosi all'evidenza dei fatti, aprì uno spiraglio della porta, lasciando però ancora chiusa la catenina di sicurezza. Certo, una catenina che chiunque avrebbe divelto con un semplice calcio... del resto la porta, anche chiusa, non offriva una gran protezione dall'esterno.

    In cosa posso esservi utile signorina... avete detto Elizabeth? Grazioso nome, ricorda quello della compianta regina d'Inghilterra. Solo che lei si chiamava Victoria." disse, cercando di prendere tempo mentre concentrava di nuovo la vista verso l'Aura della donna.

    "E se non mi entra questa volta... mi faccio templare!" fu il pensiero fugace che gli attraversò la mente.

    attivo LETTURA DELL'AURA sulla donna
     
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    2015-07-17 16:26:48 theophilus rolls 6 dice to auspex 2 (Diff 8) 7,7,10,6,2, 3 [1 success]

    La porta si aprì leggermente, e oltre essa comparve una donna ancora più pesta e tumefatta di come lo spioncino lasciasse intendere.
    si, elizabeth... disse lei cercando di abbozzare un sorriso, tenendosi malamente la guancia gonfia, e rimanendo un pochino stralunata di fronte a quel poco del bizzarro abbigliamento che poteva scorgere dell'uomo. una cosa a cui theophilus era abituato, non tutti avevano il suo bizzarro gusto.
    Stavolta, bypassando il malefico spioncino complottista, il vampiro si fece un'idea decisamente più distinta, quantomeno sulla razza a cui la donna apparteneva. umana, mortale. sarebbe invecchiata, morta, si sarebbe decomposta e sarebbe rinata sotto la nuova forma di qualche buffo fiore.
    almeno, così gli pareva andasse. la medicina era poco incline ai suoi campi.

    v-victoria? chiese quindi lei, un po' stralunata e tremante. tremante lo era già da prima, fosse per il freddo o per la paura, ma lo stupore dell'uscita randomica di Theophilus l'aveva distratta un momento... c-certo...allora può... darmi una mano? chiese nuovamente.

    Theophilus però non ebbe modo di rispondere all'istante. due avvenimenti accaddero in rapida successione. dapprima il telefono, che teneva serrato in mano, si mise a squillare. osservando il display, theophilus riconobbe il numero di un ghoul del Brucaliffo. secondariamente, un grosso, enorme schianto provenne dal piano sottostante a quello di theophilus, ed elizabeth si accucciò leggermente, profondamente spaventata.
    Spaventata da cosa era difficile dirlo, ma in qualche modo l'intelligenza distorta del vampiro intuiva che le tre cose erano fermamente collegate.
    anche se non lo sembravano.
    anche se non lo erano.
     
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  9. Gaevriel
     
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    Ancora intento a fare un quadro della situazione, Theophilus venne preso alla sprovvista quasi più dal telefono, che dallo schianto. Che fossero o meno collegati gli eventi, una cosa era chiara:

    "Non ho il fisico per queste cose" rifletté, gli occhi al cielo.

    Aprì in fretta la porta e con fermezza, ma cercando di non essere violento, accompagnò la donna all'interno.

    "Sperando di non far la fine di Humpty Dumpty, per questo" si disse.

    Ma ovviamente! Non si nega certo una buona tazza di té ad una vicina di casa! Tanto più che sono proprio le 5, ora più che mai adatta, per una tazza di té. Non vi pare?" disse a lei.

    La fece entrare, poi richiuse la porta sprangandola come meglio e quanto più in fretta poté. Poi cercò di ricomporsi in fretta e furia, e si girò verso la sua ospite con un sorriso.

    Prego, accomodatevi dove più ritenete consono, prendete una tazza, un piattino e un cucchiaino, ma per carità che non appartengano allo stesso servizio! Sarebbe disdicevole, nonché oltremodo pacchiano e noioso. Il té sarà pronto suppergiù all'istante, ma i tempi potrebbero oscillare tra il breve e il subito. Dipende principalmente da voi. Ora, se volete scusare la mia maleducazione, ho delle urgentissime faccende di nessuna importanza che richiedono la mia svogliata attenzione.

    Ciò detto, entrò in camera da letto e socchiuse la porta, lasciando aperto uno spiraglio che gli permettesse di tenere d'occhio ogni movimento della donna.

    "Certo che è comodo avere una casa di due sole stanze" rifletté.

    Quindi, posò l'attenzione sul telefono, che ormai squillava da parecchi secondi. Spinse il pulsante di avvio chiamata, e rispose.

    Pronto? Parla Theophilus. disse, cercando di mantenere un tono di voce calmo.

    Non c'era ancora niente di cui preoccuparsi seriamente. Ancora.
     
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    la ragazza, leggermente stralunata, si vide accompagnata in casa da un uomo vestito da cappellaio, e già questo bastò a stranirla quanto bastava per un secondo. tuttavia accettò volentieri, piuttosto che rimanere stranita su quel dettaglio così insignificante, paragonato alla paura che stava provando in quel momento. non vi era aura che tenesse, quella donna era talmente impaurita che, su ordine di qualsiasi individuo gliel'avesse chiesto, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
    almeno, pur di salvarsi.

    c-come? l-le cinque? disse, dubbiosa, guardando il suo cellulare. non rispose comunque, rimase in piedi e con volto di pietra si avvicinò a uno dei servizi del padrone di casa. d'apprima scelse una tazzina e un piattino da due di essi, limitrofi, poi si fermò e si mise a guardare le sue mani, impietrita.
    questo diede un'ottima occasione a theophilus, il quale potè allontanarsi avendola sempre sott'occhio: immobile, congelata a fissare le sue mani e quello che queste portavano: Tazzina e piattino.

    il fratello si isolò e rispose al telefono, con eleganza ed educazione. la risposta che si sentì arrivare era decisamente meno più "galante".
    Hey amico! sono Mister John smith un ghoul bizzarro del suo sire. insisteva costantemente nel voler affermare il suo nome, sempre e comunque, a prescindere da quanto importasse nella forma stessa della frase. Theophilus lo conosceva fin dalle sue prime notti da vampiro, era fedele al brucaliffo e avrebbe dato la sua vita onde evitare che qualsiasi malintenzionato lo toccasse.

    già già. john smith. ripetè con voce soddisfatta senti, quando hai finito il ritrovo del tè, il padrone ha detto a me, john smith, di chiamarti e di dirti di venire al rifugio. stasera potremmo passar di capitolo, ha detto. spero che sia tutto chiaro orsù.

    chiaro? lo era davvero?
     
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  11. Gaevriel
     
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    Un brivido di fastidio passò tra le membra di Theophilus. John Smith. John Smith il megalomane, John Smith il petulante, John Smith il leccaculo. L'unica cosa buona di John Smith era che il suo Ego era direttamente proporzionale alla sua lealtà. Con un sospiro Theophilus si ricompose. E, stranamente, iniziò a sorridere.

    "Ma certo, JOHNSMITH! Come potrebbe non esserlo, se siete voi a dirlo, JOHNSMITH?! Orsù riferite, voi JOHNSMITH, al Brucaliffo che voi, JOHNSMITH, avete sentito da me, che ho detto a voi, JOHNSMITH, che lo raggiungerò tra poco, mio carissimo JOHNSMITH. Potrei tardare lievemente, badate, JOHNSMITH, poiché una futilissima questione di vita o di morte mi attende. Mi raccomando, JOHNSMITH, conto su di voi, che siete JOHNSMITH, per consegnare il messaggio che io affido a voi, JOHNSMITH. JOHNSMITH JOHNSMITH JOHNSMITH!!!" e chiuse la comunicazione, senza attendere conferma delle sue parole. Che ci pensasse John Smith, a decifrare il suo messaggio. E, probabilmente, avrebbe riferito tutt'altro al Brucaliffo. Magari inventandosene una parte di sana pianta.

    Theophilus lanciò uno sguardo al telefono, e meditò se chiamare Elliott. Probabilmente la situazione era molto meno pericolosa del previsto, e sarebbero bastate un paio di paroline e un pizzico di Demenza per aiutare Elizabeth. Theophilus controllò che lei fosse dove l'aveva lasciata. Tuttavia, non si poteva mai sapere. Dove altri vedevano il Caos, Theophilus aveva imparato ad osservare minuscoli rapporti di causalità. Dove altri vedevano una matassa imprescindibile di eventi, lui riusciva a trovare il bandolo, a seguire il filo principale, e a scoprirne la trama. Così come un battito d'ali di farfalla poteva scatenare un uragano, era ora che Theophilus cercasse quel battito, per capire fin dove la trama del Caos lo avrebbe spinto quella notte.

    La vicina, il rumore, la telefonata di John Smith.

    "È ora di sciogliere questo Nodo di Gordio" si disse, mentre concentrava lo sguardo verso Elizabeth. Senza guardare lei, o la sua Aura, o anche solo ciò che le stava intorno. No, acuìlo sguardo cercando di vedere al di là della realtà stessa. Al di là del tutto, là dove regnava il Caos.

    Attivo OCCHI DEL CAOS
     
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    2015-07-18 08:13:08 theophilus rolls 6 dice to demenza 3 (Diff 9) 10,7,8,8,3, 2 [1 success]


    Theophilus richiamò il primo dei poteri di Malkav, e in quel momento riuscì a isolarsi dall'ambiente. i suoi occhi percepivano le dinamiche degli eventi in rapida successione, ma anche risalenti a secoli prima che ora si accavallavano davanti alla sua innaturale percezione. tutto era connesso, se sapevi come connetterlo.

    le trame del destino divennero sottilissimi fili di fronte agli occhi di theophilus, e lui era in grado di capire chi era collegato a cosa e perchè. la situazione non era mai stata più chiara.
    Il brucaliffo, Elizabeth, quella strana forma di gorilla che la inseguiva per il labirinto di Creta... era tutto connesso. e theophilus diveniva sempre più un tutt'uno con quella trama. e vide che elizabeth era collegata sia a lui che al gorilla, che il gorilla era collegato sia a lei che al brucaliffo, e che il brucaliffo stesso, era legato a theophilus stesso, ovviamente, e a lei. come se quelle due persone fossero parte di un disegno ridondante, che avrebbe fatto parte della loro non vita... o quantomeno che ne facevano parte ora.

    ma proprio quando theophilus si stava riprendendo dal trance lo vide, in tutto il suo aspetto fumoso e orripilante. il Jabberwock, e quel che rappresentava, mentre come un ombra melliflua scivolava alle spalle di elizabeth e la ghermiva, sotto gli occhi impotenti di theophilus. volgendo lo sguardo altrove, vide che la fame del mostro si era placata per quella notte, e per quello non avrebbe alzato un dito sul cappellaio.

    quando Theophilus riprese coscienza di se, stava davvero mettendo a scaldare dell'acqua, per fornire un buon tè a chi, effettivamente, poteva ancora goderne.
     
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  13. Gaevriel
     
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    Una volta ripresosi, per poco Theophilus non fece cadere il bollitore. Il Jabberwock, dunque. Lanciò un breve sguardo alla donna seduta dietro di sé.

    "Se è così, pare proprio che io debba proteggerla. E lei mi deve un racconto." pensò.

    Guardò l'orologio. Le 5. Ormai era tardi per il té. Ma, del resto, nessuno bada più a queste inezie.
    Versò l'acqua bollente in una teiera, e immerse un paio di bustine di English Breakfast. Serviva qualcosa di forte. Quindi si sedette ad un tavolino adiacente a quello dove Elizabeth si era seduta, prese un piattino e una tazzina, poi un cucchiaino, rigorosamente non abbinati. Mescolò il cucchiaino nella tazzina vuota e prese a sorseggiare, prendendosi il tempo per gustarsi ciò che stava assaporando. Quindi posò lo sguardo su di Elizabeth.

    "Temperanza. Una delle migliori virtù e dei peggiori difetti degli Inglesi. Deve essere per questo che adoriamo così tanto il té: mai una bevanda ha così ben rappresentato un popolo. E dire che non è nemmeno una nostra invenzione! Ordunque, cerchiamo dunque di fare un paio di passetti indietro, uno in avanti e altri due di lato, dove meglio preferite. Ma mai girarvi alle spalle! Vogliate raccontarmi, dall'inizio o dalla fine io non mi faccio scrupoli, cosa vi ha portato di fronte alla mia porta. A parte i vostri piedi, s'intende." Le disse.

    "Ma prima, cerchiamo di mettere un po' di lucidità in questa mente sconvolta." pensò, mentre sfruttava un altro dei suoi poteri per affievolire il terrore che scuoteva la donna.

    attivo PASSIONI su Elizabeth, per affievolire le sue emozioni
     
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    la difficoltà sarebbe 8, ma diventa 6 per Voce ammaliatrice
    2015-07-20 07:15:51 theophilus rolls 6 dice to demenza 1 8,4,2,3,7, 2 [2 successes]


    più lei guardava theophilus, più l'aria stralunata aumentava. quell'inglese vestito da cappellaio stava dicendo una montagna di minchiate assurde, e il bello è che le diceva con una naturalezza tale che lei non riusciva a non ascoltarlo. singhiozzava, era dolorante da chissà quali botte, eppure il suo sguardo si illuminava di curiosità e sbigottimento, mentre le assurdità fuoriuscivano con naturalezza dalla bocca di lui.

    e nel mentre, theophilus cercò di estorcere delle informazioni utili, quantomeno a quello che stava succedendo. e per farlo aveva bisogno che le sue isteriche urla, che a fatica reprimeva sotto la pelle, svanissero. e in quella richiamò il potere di demenza.
    il singhiozzo si placò nel giro di un minuto, e quando lei alzò la testa aveva semplicemente l'aria più accomodante di una persona triste, ma non più disperata. un ottimo lavoro, per la più preziosa delle discipline.
    io... io... balbettò esitante io avrei bisogno di un piacere... c'è... c'è un individuo nel mio appartamento... abbiamo litigato... insomma...
    tentennò ancora qualche istante. guardò la tazzina e la teiera senza veramente coglierle. arrossì un momento.
    e io volevo chiederle... volevo chiederle un passaggio. avevo bisogno di andare al lavoro e... senza le chiavi non posso prendere l'auto...

    una via semplice e una difficile si paravano di fronte agli occhi di theophilus. come poteva attraversare questo piccolo problema?
     
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  15. Gaevriel
     
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    Theophilus piegò la testa da un lato, emettendo un sospiro. Certo, la via più semplice era accogliere la sua richiesta, portarla dove aveva chiesto e lasciare che gli eventi proseguissero pressoché inalterati.

    Ma questo non era un caso di ordinaria amministrazione. Se il Jabberwock la voleva, doveva prima passare sul corpo di Theophilus. E per quanto riguardava il Jabberwock che stava qualche piano sotto di lui, il Cappellaio forse avrebbe potuto fungere anche da Alice e da Spada, per una volta.

    "Del resto, non vi è nulla che lo vieti..." si disse Theophilus, a conferma della sua riflessione.

    Ovviamente, per avere il campo più libero possibile e per non rischiare violazioni gravi, era necessario che ci fosse il minor numero possibile di testimoni. Quantomeno, di testimoni UMANI.
    E questo significava solo che era giunta l'ora di chiamare Elliott.

    "Ma certo! Non vi preoccupate, mia cara" disse, mentre componeva il numero del suo ghoul "Ora chiamo immediatamente un mio... conoscente, diciamo. È un violento eroinomane membro di una gang criminale locale, dunque una persona assolutamente fidata e rispettabilissima" portò il telefono all'orecchio e si assicurò che la linea suonasse libera "Vi chiedo solo, per la vostra incolumità, di non nominare MAI la parola <marmellata> in sua presenza. Tende ad innervosirlo. Sarà il suono. MARMELLATA. chissà!" Theophilus le rivolse un sorriso complice.

    Una volta che il Ghoul rispose, Theophilus assunse un tono lievemente più serio "Elliott? sono io. Ho bisogno di un favore. Fatti trovare il prima possibile qui sotto casa mia. Una volta arrivato, prendi la mia macchina e accompagna una donna di nome Elizabeth, bionda, attraente, segni di violenza sul viso. Portala ovunque vuole lei, e rimani a sua disposizione fino a mie nuove istruzioni. Mi raccomando, tengo MOLTO alla sua incolumità. Te l'affido" Nell'ultima parte, Theophilus aveva un tono perentorio.

    Posò quindi la mano sul cellulare e si rivolse di nuovo ad Elizabeth "Ecco fatto, carissima. Ora, è meglio che andiate direttamente al garage. Eccovi le chiavi della mia macchina"disse, consegnandole un portachiavi a forma di coniglio bianco a cui era attaccata la chiave di un'auto È la Prius gialla, non potete sbagliare. Un'ultima cosa: mi potete ripetere esattamente in quale appartamento abitate?"

    Le rivolse la domanda nel tono più semplice e tranquillo possibile, cercando di sfruttare quell'impressione da individuo insignificante che si era accorto di suscitare negli altri.
     
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53 replies since 17/7/2015, 21:53   414 views
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