RIFUGIO DI NATHAN CROSS

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    Magione padronale del periodo coloniale.

    L'ampia casa si staglia attorniata da un ampia tenuta che circonda la struttura.

    L'edificio versa in condizioni non ottimali ma nemmeno troppo degradate.

    Una struttura tutto sommato ben tenuta ma affetta dai segni dello scorrere del tempo.

    Le finestre sono occluse da pesanti drappi e tendaggi che impediscono alla luce solare, ed a sguardi indiscreti, di filtrare all'interno.

    Una porta blindata, nuova, custodisce l'entrata ed ogni finestra o vetrata è protetta da pesanti ringhiere in acciaio perennemente serrate, perfino al piano superiore.

    L'edificio nasconde una specie di "passaggio segreto" nel piano seminterrato.

    Di fatto quella che all'epoca del suo padrone originale poteva essere usata come un comodo passaggio per far giungere le serve usate come amanti, e che nell'epoca del proibizionismo si era convertito in un modo per far uscire gli alcolici di contrabbando e chissà cos'altro ora è una vera e propria uscita di emergenza, con tanto di porta blindata che era possibile aprire solo dall'interno verso l'esterno.

    La casa in sè era molto grande ed ospitava molteplici ambienti.

    Ovviamente ormai, vista la natura dell'attuale inquilino alcune di quelle stanze, come ad esempio la cucina, giacevano inutilizzate al loro originario scopo.

    Un fattore che accomunava gli ambienti di quella casa era la presenza di libri sparsi quà e là.

    Ma la vera raccolta era ammassata tutta in un unico luogo.

    Innumerevoli libri. Ammassati ed accatastati o ordinati e schedati in scaffali, colonne anzi montagne di libri popolavano quel luogo.

    Gli argomenti erano disparari. Dalla storia alle lingue antiche, dall'occulto alle scienze per arrivare alle teorie complottistiche più disparate ma soprattutto filosofia, demonologia, esorcismi, esoterismo e teologia.

    Il tutto raccolto in un'ala appositamente trasformata a tutti gli effetti in una biblioteca.

    L'unico segno moderno in quella casa erano le porte tagliafuoco poste alle varie entrate della biblioteca per evitare che, semmai un incendio si fosse sviluppato all'interno della magione, quella stanza sarebbe rimasta isolata. Salvando il resto della casa o proteggendolo, a seconda di dove il fuoco si fosse generato.

    I vetri alle finestre ed alle varie vetrate della casa, compresi quelli del piano superiore, erano antisfondamento ed isolanti dal rumore.

    Non che quello fosse un luogo trafficato o rumoroso ma il proprietario della casa pareva tenere particolarmente alla propria privacy.

    Infine, quella che aveva tutta l'aria di essere diventata una panic room, ricavata nel seminterrato e collegata all'uscita di emergenza/passaggio segreto, ospitava un vero e proprio monolocale.

    Edited by Alterægo - 1/4/2020, 12:38
     
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    Riassunto del Colloquio avvenuto fra Nathan Cross (Malkavian) e Richard Lonegate III (Nosferatu) la sera stessa dopo l’incontro del malkavo con la Primogenita Malkavian e Principessa di New Orlèans, Artemisia.

    Il Malkavian, uscito dall’Hotel Monteleone, avverte la sensazione di essere seguito, così come gli conferma la voce distante del suo Mentore nella sua testa.
    Oscuratosi, tenta di trovare la causa di quella sensazione ma non riesce. Decide di chiamare un taxi per tornare a casa e, nell’ambigua situazione che si viene a creare, sta al gioco ed aspetta, cambiando le proprie sembianze, fino all’arrivo di un fantomatico taxi che non è tale.

    Dentro al vettura, non una limousine ma cmq abbastanza spaziosa, siedono sui sedili posteriori Richard Lonegate III ed all’apparenza una sua collaboratrice, una donna minuta e di natura non meglio specificata (umana, ghoul, vampiro, spirito ecc)

    Durante il colloquio fra i due, Lonegate fa una proposta al malkavian, intendendo sfruttarlo e scambiando favori con lui per i suoi scopi e quelli della setta.

    Lonegate lo avvisa di non rivelare ad anima viva la natura delle informazioni che gli sta dando, pena la morte, ma gli assicura che tali notizie gli saranno utili per raggiungere i propri scopi.
    Ovvero essere inviato all’interno della cappella tremere come emissario della principessa per svolgere delle indagini.
    In cambio, Lonegate chiede a Cross di fare da occhi ed orecchie per lui all’interno della chantry e di indagare e monitorare le attività del clan per conto della camarilla.

    Il malkavian accetta e chiede protezione per sé stesso. Lonegate sembra accontentarlo con un qualche potere particolare, sconosciuto al lunatico, e che si suppone lo debba proteggere anche se Nathan non sa come.

    Chiarito inoltre che non era Lonegate la causa della sensazione di essere seguito ed osservato di Nathan poco prima il nosferatu si impegna, in cambio di un favore minore in caso di successo, ad indagare su eventuali nemici del malkavian.

    Gli lascia il suo biglietto x essere contattato fino ad un massimo di 3 volte, fintanto che rimarrà a New Orlèans, e lo lascia non lontano da casa del malkavian.

    Quando Cross torna alla propria dimora, la sensazione di essere osservato si fa sentire di nuovo.
    Nessuna novità dal mentore ed il malkavo sembra non trovare nessuno in casa.
    Ma la sensazione c’è, è forte e permane.
     
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    è difficile per un malkavian sbagliarsi, specie quando è fermamente convinto di essere inseguito da qualcosa che per una volta non alberga all'interno della sua mente malata.

    e di questo è convinto Nathan, il quale non è assolutamente convinto della situazione. il suo giardino è troppo vuoto, le mura dlela sua casa troppo spoglie, la sala troppo vasta.
    che sia quello di prima, che poc'anzi lo pedinava? o forse Lonegate, ammesso che le due entità non coincidano.

    ma questo Nathan non può saperlo, mentre varca le porte della sua magione e si chiude nella stessa, timoroso di quello che sta per succedere ma senza per questo lasciarsi intimidire.
    del resto la nottata, almeno sulla carta, è stata proficua. ma al tempo stesso aveva sollevato un sacco di questioni: sarebbe sicuramente stato all'altezza del compito, ma perchè si trovava la strada spianata così d'improvviso? era certamente il migliore, ma non aveva ancora dimostrato nulla, se non la sua appartenenza al clan.

    eppure sembrava che questo Lonegate volesse investire su di lui, quasi alla cieca. perchè? avrebbe guadagnato altro, oltre che l'avere occhi e orecchie nella cappella? e poi per quale motivo doveva muoversi con quel malkavian? quale strano caso...

    Tuttavia i pensieri di Nathan furono interrotti dal ritorno della sensazione, che lo avvosle come se la stessa magione lo stesse guardando. ora spettava a lui decidere cosa fare e come per scrollarsela di dosso... o per scrollarsi di dosso il fastidioso osservatore.
     
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    La mente malata del malkavo lo avvertiva che c'era qualcosa che non andasse.

    Era più della solita paranoia. Più delle voci nella testa che perseguitavano molti del suo sangue. Più di una semplice impressione.

    Si sentiva perseguitato da qualcuno o meglio, qualcosa.

    Gli occhi addosso.

    Non escludeva che potesse perfino esserci Lonegate stesso dietro tutto questo.

    L'anziano nosferatu pareva avere una particolare inclinazione nei suoi confronti.
    Ma fin dove poteva spingersi?
    Magari un malsano interesse morboso?
    E perchè?

    Che volesse guadagnare un favore gratis da lui vendendogli le informazioni su chi lo spiasse dopo averglielo messo dietro lui stesso?

    Improbabile pensare perfino che un cainita del suo calibro avesse qualcosa da chiedere all'ultimo infante del sangue di malkav come Cross.

    Almeno a rigor di logica.

    Eppure proprio il nosferatu era venuto da lui, offrendogli tutto ciò che Nathan desiderava fino a quel momento in cambio della sua lealtà alla setta e ad un paio di occhi in più per i nosferatu... almeno nominalmente.

    Il possente intelletto del malkavo lavorava incessantemente sulle probabilità e gli ingranaggi messi in moto quella sera.

    Ma ora era pressata da un problema più urgente ed immediato.
    La sua incolumità.

    E per uscirne, il lunatico aveva escogitato un piano semplice ma potenzialmente molto proficuo.

    Uscì nuovamente di casa, incamminandosi sul viale verso la strada.
    La sensazione si era manifestata all'interno della struttura, quindi il malkavian si risolse ad allontanarsi da lì.

    Assumendo sembianze che non erano le proprie, grazie ai poteri dell'oscurazione propri della sua mente, assunse un'aspetto estraneo dal proprio.

    Dopodichè, una volta in strada, chiamò l'ospedale.

    Finse di aver bisogno di soccorso, vittima di un'arresto cardiaco in atto.

    L'ambulanza sarebbe giunta di lì a poco, prelevandolo per ricoverarlo d'urgenza.
    Se aveva fatto bene i suoi calcoli, lo avrebbero portato al New Orlèans General Ospital...
     
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    sembrava davvero che non ci fosse nulla che lo seguisse, ma tutto quello che Cross sapeva era che la sua eccelsa mente non poteva essere vittima della paranoia.

    no, lui non sbagliava mai. era qualcosa di sinistro, ma di onnipresente. ogni lato del giardino sembrava avere un volto, degli occhi. ogni pianta, ogni muro.
    per questo decise di uscire, per spiazzare il suo palese quanto celato inseguitore.
    si mise al telefono, e con questo stratagemma chiamò un'ambulanza.

    l'operatore dall'altra parte fece la classica scenata di routine, invitando Nathan a svolgere le pratiche tipiche per resistere all'infarto mentre l'ambulanza arrivava.

    Un minuto signore, cerchi di resistere disse l'operatore, prima che qualcosa attorno a cross cambiò radicalmente.

    accadde tutto molto in fretta: qualcosa, una figura antropomorfa, sbucò dalle ombre con una lama in mano. non era un nosferatu, o quantomeno se lo era lo nascondeva bene a giudicare dall'aspetto più che apprezzabile. urlò qualcosa di indefinito, e difficilmente il malkavian avrebbe potuto evitare l'attacco.
    ma qualcosa si frappose tra i due. all'ultimo istante, colui che guidava i suoi passi, dopo ore di silenzio, era tornato finalmente a parlare.

    Nathan girati e chiudi gli occhi!

    e prima che l'attacco venisse portato a termine, Cross si era già accucciato di spalle. istintivo, pregno di quella fiducia che gli ispirava la misteriosa quanto antica voce nella sua mente.
    e ancora una volta non lo deluse: riconobbe il rumore, l'odore. qualcosa esplose alle spalle di nathan senza tuttavia riuscire a scalfirlo. seguì un secondo urlo, ancora più disumano, e un bagliore che quasi accecò il malkavian, pur avendo gli occhi serrati.

    quando Nathan riaprì gli occhi, non vi era più ne bagliore, ne fuoco ne fumo. voltandosi vide un'ombra sfuggire rapida e correre oltre la fine del vicolo.
    chi era? che diavolo...

    ...signore? è ancora li?! signore!!?
     
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    Nathan ignorò la voce al telefono, lasciando aperta la telefonata. Avrebbe dato quel tocco di veridicità all'emergenza come di uno che davvero, in preda a un infarto, fosse a terra ed incapace di reagire dal dolore.

    Il malkavo rifletteva...

    Per un istante pensò che l'idea di uscire non fosse stata certo la migliore del mondo ma poi si convinse che invece era proprio il contrario.

    Aveva evitato un possibile attacco in casa, dove quella specie di esplosione di fuoco e fiamme avrebbe senz'altro creato danni maggiori.

    Si, come al solito aveva deciso bene.

    Eppure essere già sotto attacco... e da parte di chi, poi?

    Avrebbe dovuto raccogliere informazioni a riguardo.
    Valutare la sua posizione.
    Ma per il momento doveva riflettere.

    Pensò di inseguire il suo assalitore.

    Da una parte non voleva sfidare la sorte che già gli aveva arriso una volta. Dall'altra voleva evitare di essere vittima di un nuovo attacco. Magari dalla stessa fonte.

    Inoltre il suo assalitore, se fosse sopravvissuto, avrebbe potuto rivelare certamente le informazioni apprese su di lui e sulle sue "difese".

    Si risolse quindo di corrergli dietro, tentando di acciuffarlo per eliminarlo.

    Chiunque fosse il suo nemico, uccidere il sicario inviato contro di lui avrebbe certo inviato un chiaro messaggio al suo avversario. Chiunque fosse.

    Estrasse la pistola, pronto a far fuoco contro la figura in fuga, in caso lo avesse potuto scorgere una volta superato l'angolo.

    E mentre tutti questi pensieri affollavano la sua mente, cercava di percepire nuovamente la voce del suo sire all'interno del proprio cervello. Magari gli avrebbe rivelato altro...

    Partito di corsa, chiuse la chiamata. Tanto non potevano certo sapere, dall'altro lato, che non fosse caduta la linea.
     
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    il malkavian corse dietro a quell'ombra che aveva visto dileguarsi. era ferita, difficile dire il contrario. e soprattutto, ammesso si trattasse di un essere sovrannaturale, probabilmente ora l'aveva preso il terrore rosso.

    corse quindi in quella direzione, ma trovò l'amaro niente di fronte a se. solo un baffo di sangue, uno schizzo sul muro. probabilmente dello sfortunato attentatore, ma perchè? i vampiri non sanguinano, se non volontariamente. l'inseguitore non aveva lasciato altra traccia di se.

    regnava nuovamente il silenzio attorno a Nathan, il silenzio che in breve sarebbe stato riempito dai suoni dell'ambulanza.
    il figlio di malkav non aveva risposte, ma già poteva avvertire quella pista affievolirsi.
    chi era che lo voleva attaccare? perchè? erano risposte che nemmeno la creatura che gli sussurrava consiglio all'orecchio poteva o voleva rispondere.

    Nathan era solo, ma decisamente più alleggerito di prima: la sensazione di essere inseguito era svanita con il fallimento dell'attacco. e una sirena si avvicinava pericolosamente al suo rifugio.
     
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    Nathan aveva solo domande e nessuna risposta.

    Quindi decise di trovare un modo per ottenerle o almeno, tentare di ottenerle.

    Si sdraiò a terra, aspettando di essere trovato lì dov'era.
    Ma prima, decise di sporcarsi con il sangue che aveva trovato.

    Si sporcò la mano destra, il vestito e ne leccò anche un pò dalle dita.
    Voleva assaggiarlo per capire se riuscisse a distinguerne la natura, se umana... o di qualcos'altro.
    E poi si stese, aspettando.

    Fingere un arresto cardiaco non sarebbe stato troppo difficile, del resto, era morto.
    Avrebbe recitato per un pò, prima di riattivare le proprie funzioni vitali. Non avrebbero certo abbandonato la vittima di un'attacco cardiaco nonostante il suo cuore si fosse ripreso, quindi avrebbe avuto accesso all'ospedale.

    Nel dubbio che, con lo spiacevole inconveniente di poco prima potesse aver perso al concentrazione per la sua maschera dei mille volti, la riattivò nuovamente, con l'intenzione di creare una faccia fittizia che nascondesse la sua reale identità.

    Una volta in ospedale contava di recuperare i propri vestiti ed il resto della roba e, trovato un dottore "volontario", avrebbe fatto analizzare il sangue che si era messo addosso per cercare di capirci qualcosa...
     
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    la pantomima iniziò a dipingersi, lasciando si che il malkavian si potesse tranquillamente sdraiare a terra dopo essersi macchiato col sangue.
    la cosa strana era che il sangue con cui era venuto in contatto non sembrava essere sovrannaturale... non del tutto.

    nella mente e nelle papille gustative di nathan si dipinse l'immagine di un sangue diluito, qualcosa di strano... vampiro ma indebolito.
    che fosse un sangue debole?
    il dubbio poteva pervaderlo in quel momento, ma l'ambulanza aveva appena svoltato, ed aveva imboccato la via dove Nathan era sdraiato a terra.

    venne individuato subito, caricato sulla barella e infilato rapidamente nell'ambulanza, mentre un nerboruto infermiere provvedeva a fargli un violento massaggio cardiaco.

    continua qui


    Edited by Kabruki - 22/9/2015, 14:11
     
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