Faro in disuso

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  1. .Giona.
     
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    La Koldun'ia stava facendo ciò che era in suo potere per rimediare all'ignoranza nella quale aveva fatto precipitare il branco, di questo il Custode fu soddisfatto, ciò portò la sua espressione ad uno stato di acquietamento.

    Dalla sua posizione immersa nella vegetazione, seguì con lo sguardo i movimenti della figlia del Carpazi. Anche se non strettamente necessario, compì un gesto imperioso con il braccio destro e strappò da se le ombre, poco prima manipolate, lasciandole sgusciare rapide sul terreno, poi nel fango e oltre fino all'acqua. Il freddo e sottile manto di tetra notte raggiunse la vampira e su di essa si arrampicò sfumandone i contorni e le fattezze e dandole quelle tonalità più oscure che meglio l'avrebbero celata sullo sfondo notturno.

    Lasciò a lei il compito di proseguire limitandosi a guidare le ombre, momento dopo momento, così da modellarle come un vestito gelido.

    Gioco d'ombra. Finchè Cybele resta nel campo visivo di Lazarus credo di non aver bisogno di farlo spostare.
     
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    continuate pure
     
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  3. -Cybele-
     
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    Il piede trovò ciò che cercava.
    Sentì chiaramente Voda risponderle a risalire dalle profondità, ramificandosi nel suo Spirito.
    E fu come se mani di acrobati la sostenessero sotto la superficie dell'Acqua.
    Ed al contempo non esisteva più, quella superficie. Era impossibile percepire ancora - per ella - il confine tra la propria pelle e l'Elemento - giacché erano uniti - i movimenti dell'Acqua erano i suoi. E viceversa. Lo Spirito avvolgeva il corpo - lo rendeva parte della corrente densa e acquitrinosa. La Koldun'ia mosse passi sicuri - fidandosi ciecamente dell'Acqua. Non era una ninfa. Non era un fantasma. Non era un funambolo. Era una Metamorfista che - in quel momento - mischiando Sangue e Spirito - trascendeva il peso del corpo - senza avere la necessità di mutarne la forma.

    Un brivido familiare risalì a spirale dai piedi al capo quando le Ombre la raggiunsero. Non oppose resistenza. Come era già acccaduto altre volte, avvertì la loro diversa consistenza sulla pelle - la avvertì come l'avvertiva Voda - l'Acqua - e gli altri elementi della Natura, incapaci di accettare quell'Abisso fino in fondo.

    Consapevole della propria condizione, avanzò così protetta - e osservata - verso la chiatta. La studiò meglio. Deve essere anziana quanto lui - loro. Tenne d'occhio le luci all'interno, avvicinandosi al primo angolo più esterno che potesse permetterle di sbirciare all'interno tramite una finestra o un'apertura, anche un taglio tra le pareti vecchie e logore. Cercò di capire chi - cosa - si trovasse sulla chiatta. Madre e figlia soltanto? Rigurgitati chi sa come dalla palude stessa?
     
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    La demone trovò una finestra, sporca e malandata, dalla quale poter scrutare l'interno della chiatta che faceva da abitazione.

    Le tenebre di Lazarus, sebbene fossero state utilizzate dal custode per avvolgere la tzimisce in modo da proteggerla alla vista, non la lasciarono indifferente.

    Il loro tocco estraneo si faceva sentire, debilitandola forse più nello spirito che nel corpo...

    Lazarus vide la figura femminile accogliere l'abominio in casa ma non ne colse le parole..

    Eppure non potè fare a meno di notarne lo sguardo...

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    E il fatto che, rientrando, avesse lasciato la porta aperta.



    Una luce calda, in contrasto con il buio freddo e tetro della palude, filtrava dall'interno. Quasi volesse accoglierli, invitarli ad entrare.


    E poi, guardando in direzione della finestra dalla quale Cybele spiava, un altro sorriso prima di svanire di nuovo alla vista.

     
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  5. .Giona.
     
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    Brutta storia. Quella chiatta si stava rivelando più un grattacapo che una fonte di nutrimento facile.

    Le quotazioni dell'ipotesi che gli "ospiti" fossero loro stavano iniziando a salire. In effetti quella donna non aveva chiaramente puntato il dito verso di lui, ma quello sguardo ... gli fece venire il brivido che si ha quando si è messi a nudo, quando un nascondiglio di rivela inutile e il nascondersi infantile. Il Custode si aggrappò mentalmente all'ipotesi che forse qualcun'altro poteva giungere dalla strada. Forse. Come poteva sapere di loro? Come?! Nemmeno l'Arcivescovo sapeva del loro rifugio. Forse.

    Decise di pazientare ancora. Pazientare per confutare l'ipotesi nella quale sperava e pazienza per dare fiducia alla figlia del Dragone e alla sua piccola missione riparatrice. Entrare da solo per lasciare la Demone fra le ombre e farsi coprire le spalle da lei non sarebbe servito in ogni caso, per un motivo o per un altro, che la donna nera sapesse o meno di loro.
     
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  6. -Cybele-
     
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    Il vetro era sporco, unto, opaco. Eppure, non celava del tutto l'interno di quella chiatta, era come se dovesse essere così, quella finestra - si intonava a tutto il resto. Lo Spirito cominciò ad incresparsi sotto la presenza dell’Abisso a così breve – brevissima distanza. L’immiscibilità di esso con gli Elementi rendeva tutto più pesante. Powietrze. , chiamò a sé con forza - nella propria lingua arricciata e tortuosa, cercando la comunione con l’Aria, concentrandosi su quella brezza che la propria stessa presenza emanava. Lazarus. , pronunciò in un bisbiglio il nome del Custode, insinuandolo nell’Aria pesante e umida – imprimendolo in essa come una preda da cercare per la Koldun’ia. Un ambiente ricco – pieno - impossibile definire quante stanze. E' una giungla. Ci sono amuleti, fantocci, denti di animali appesi ovunque – ovunque. Candele di fiamma bassa illuminano tavoli e cassetti popolati di scrigni, ampolle. , cercò di affidare queste parole all’Aria. La voce era nemmeno un sussurro - sottile e sibilante come il rumore del ghiaccio sulla superficie di un lago invernale - che si perdeva immediatamente nell’inconsistenza di quell’Elemento, sparpagliandosi per poi cercare di arrivare a Lazarus, alle sue orecchie. La voce della Demone era sicura nella descrizione.

    Via dell'Aria 1 - Alito Sussurrante, -1 PS


    Sondava l'ambiente con gli occhi e con la propria Essenza, sfruttando il proprio legame con la Magia perdenudarne la reale entità.Tutto è logorato dal tempo – il legno, i ninnoli, le lampade, le gabbie, i vasetti di erbe – e allo stesso modo sembra che anche il tempo abbia smesso di infierire su di ess-! , s’interruppe non appena vide la Donna voltarsi verso di sé. Istintivamente la Figlia dei Carpazi ricambiò il sorriso dopo un attimo di interdizione. Cosa pescano? Si domandò senza ironia, appena prima che le Ombre le ricordassero, beffarde, la loro ingombrante presenza, quasi la loro trama divenisse più fitta ad ogni attimo piuttosto che dissolversi. Mio Pan i władca richiama l’Abisso da me. Non serve più. Ho visto la consapevolezza nei suoi occhi , sussurrò all’Aria ancora, prima di muoversi per allontanarsi dalla finestra logora. Vuoi essere loro ospite? , mise quella domanda rarefatta al culmine dei propri messaggi all'Altro. Voda. , continuò a tenere fermi i frammenti di quell’Elemento sotto i propri piedi, raggruppandoli con decisione - mantenendo saldo il proprio Spirito su di esso, al fine di fare il giro dell'intero perimetro di quella fatiscente e antica struttura prima di tornare a riva.

    Vorrei capire se il posto ha qualche legame con Magia, stregoneria e affini - nel caso riuscissi a percepirlo ^_^

    Powietrze = Aria
     
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  7. .Giona.
     
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    Il Custode ascoltò il resoconto che la Koldun'ia aveva affidato all'aria. Annuì lentamente più volte, come se avesse la vampira innanzi a se.

    CITAZIONE (-Cybele- @ 1/2/2016, 14:56) 
    Mio Pan i władca richiama l’Abisso da me. Non serve più. Ho visto la consapevolezza nei suoi occhi

    Quella frase fece correre un brivido gelido lungo le vene del Nichilista. Anche la figlia dei Carpazi aveva avuto la sua stessa sgradevole sensazione. E peggio, sembrava intenzionata a rivelare la propria presenza ...

    CITAZIONE (-Cybele- @ 1/2/2016, 14:56) 
    Vuoi essere loro ospite?

    Ecco. Per l'appunto. Non aveva intenzione di far scontrare la sua leadership con le idee della Demone e sapeva bene che quella presenza sul loro medesimo territorio andava affrontata. Bisognava chiarire se sarebbe stata convivenza ... o meno.

    Urge esordì con tono solenne affidando all'aria le sue parole A meno che tu non voglia una dimora più moderna e distante dalla natura e dalle sue manifestazioni la domanda era ovviamente retorica, ma serviva a dare alla Tzimisce l'impressione che il capo fosse ancora lui in quel "branco" di soli due elementi Raggiungimi all'ingresso, non c'è motivo di essere maleducati con un'irruzione dalla finestra, ma sta in guardia.

    Richiamò le ombre e le portò ad adagiarsi su di se, fra le pieghe del suo abito violaceo e le cinghe della sua tracolla. Poi mosse alcuni passi per portarsi allo scoperto, sul sentiero. A quel punto iniziò a percorrerlo come "l'ospite" che doveva essere. Una pagliacciata alla quale doveva soggiacere per ora.

    Ricongiuntosi con la Demone, avrebbe varcato la soglia di quella dimora acquatica.

    Edited by .Giona. - 1/2/2016, 17:49
     
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    Senti Decisamente che quel posto ha un forte legame con la magia, sebbene sia una magia diversa dalla tua.


    Quando i due cainiti si fossero ricongiunti ed avessero varcato la soglia di quella dimora nella palude, si sarebbero trovati di fronte ad un quanto mai singolare spettacolo.

    Una donna di colore li stava aspettando all'interno, la stessa che li aveva invitati ad entrare sorridendo verso di loro, comodamente seduta su uno scranno di legno.

    Tutto all'interno di quel luogo era decisamente bizzarro e singolare oltre ogni dire.
    Al momento non c'era traccia del vecchio Roycephus, nè di nessun altro, eccezion fatta per la donna che, sorriso stampato in volto, li aspettava come si aspettano due ospiti a lungo attesi.




    nn fate caso a jack XD



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    Miei cari, finalmente siete arrivati.

    Era da molto che attendevo il vostro arrivo.

    Il viaggio è andato bene?


    Faceva ampi gesti con le mani, gesticolando in modo aggraziato. Pareva quasi che si muovesse nell'acqua, accarezzando l'aria come se ci fosse un delicato velo che scorresse sotto i suoi polpastrelli.

    Questa è la mia umile dimora, ed io sono Maman Vevè, lieta di accogliervi sotto il mio tetto se sarete tanto cortesi da chiedermi asilo.

    Avete corso grossi rischi a vagare da soli in mezzo alla palude di notte.
    Strani esseri percorrono le sponde di questi acquitrini, esseri che non gradiscono affatto la presenza di entità non invitate ed innaturali.


    E' stata una grande fortuna che voi abbiate incontrato per prima me e non loro.

    Io posso proteggervi, nascondervi da loro e dai loro sensi.


    Essi si muovono nelle ombre, colpiscono all'improvviso. E quando vi trascinano nelle tenebre...



    Ma dimentico le buone maniere!


    L'atmosfera si fece via via più lugubre mentre la donna parlava, almeno finchè non cambiò totalmente argomento, recuperando la gioviale ospitalità che l'aveva contraddistinta fin dall'inizio.

    Orsù, sedete!

    Esclamò mentre si alzava spolverando poco, e inutilmente, con la mano un rozzo tavolo in legno.

    Ma che sbadata!

    Non vi ho ancora dato modo di presentarvi!

    Ditemi come vi chiamate!

    Da dove venite?

    A cosa debbo questa visita di cortesia?

    Oh, ma dove ho la testa?!?

    Sarete miei ospiti per cena, non ammetto abiezioni!
    Fra poco sarà pronto e che non si dica mai che Maman Vevè tratta con poco riguardo i propri conoscenti!


    Vi prego, non fate caso al torrente di domande che vi pongo.
    Sapete, non ricevo molti ospiti. Nessuno viene qui, a parte i morti, e quindi non ho granchè modo di fare conversazione ma non si dica mai che la cortesia non è di questa casa!


    Prego, prego! Sedete! Sedete!
     
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  9. -Cybele-
     
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    E’ avvolta da una Magia differente. Nulla è come sembra. , disse a Lazarus prima di addentrarsi nella casa della donna. La voce della Koldun’ia aveva la consistenza dell’alito di vento ancora, ma il tono era certo e significativo. Un accorto “stai in guardia anche tu”, rivolto al proprio Ductus.

    Con ancora i piedi umidi e nudi, nell’attimo in cui varcò la soglia di quella chiatta prestò attenzione al legno del pavimento, come si aspettasse di sentirlo oscillare – anche leggermente – per via della corrente. Quanto sono profonde queste radici? Appartiene alla palude o è la palude ad appartenere a lei? Osservava la donna con molta attenzione, risalendo con gli occhi lungo le pieghe della gonna fino al busto e poi oltre, al viso. 'Inspirò' a lungo il fiume di parole di Maman Vevè, senza interromperlo. Era evidente apprezzasse le maniere ospitali altrui, tanto da lasciarle un sorriso soddisfatto sul viso disteso. Il proprio aspetto non sembrava stupire l'Altra: in effetti come poteva se era abituata alla vista di... Dove sarà finito? Roycephus.

    Non lo cercò a lungo, alcune frasi di quella "Madre" la incuriosirono. Ha sentito - previsto? - il nostro arrivo - la nostra entità. Ma non sa 'chi' siamo. Si mosse di alcuni passi, abbassandosi con scioltezza per non colpire le gabbie e lampade appese al soffitto. L'Aria si agitava dolcemente attorno alla Koldun'ia, animando - muovendo - dondolando ciò che aveva vicino. Ascoltava e si avventurava in quella palude dentro la palude - laddove rami e radici cascanti erano fatti di oggetti e ossa e erbe, e dove l'atmosfera cambiava con l'umore di colei che l'abitava. L'innaturale che non gradisce l'innaturale. Gli occhi cercarono il viso del Custode, prevedendone il pensiero: Lupini? La voce della Demone serpeggiò fuori dalla bocca. Chiediamo ospitalità presso la sua dimora, Maman. , disse con piena e sacra cortesia. Il mio nome è Cilka. , la pronuncia fu stretta e increspata - elaborata - ma naturale. Qualcosa in quella donna, forse la serie di domande che abilmente nascondeva la sicurezza del proprio sapere circa i suoi ospiti, le induceva l'idea che avrebbe non letto, ma saputo la falsità di un nome che non le apparteneva. Allungò le dita verso uno dei pendagli sopra le loro teste, toccandolo - accogliendone l'essenza - cercando di capire da dove provenisse quell'aura mistica che, come muschio, cresceva sulla superficie di ogni cosa e che non apparteneva agli Elementi.

    Vorrei provare a capire l'origine della magia che percepisco - ovviamente non so se sia possibile :P


    Edited by -Cybele- - 2/2/2016, 23:15
     
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  10. .Giona.
     
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    Il Custode, poco dopo essere entrato all'interno della dimora, si irrigidì bloccandosi sul posto. L'ambiente circostante, tutti quegli oggetti di stramba fattura, come anche la parlantina irruenta della donna, lo investì provocandogli quello strano disagio che subisce colui che entra in un negozio di cristalli e fragilissime ceramiche. Se la Koldun'ia sembrava incuriosità in modo positivo dagli oggetti pendenti dal soffitto, l'Abissalista vi approcciava con uno sguardo carico di profondo sospetto.

    Il mio nome è Lazarus esordì con tono irrigidito dalle formalità alle quali si aggrappava Data la premessa sugli esseri che ci sono avversi e dai quali ci offre riparo, non possiamo che chiederle asilo e ringraziarla per averci offerto anche la sua tavola. per non infastidire Mamam Vevè, il Custode accondiscese al suo invito andandosi a sedere Posso chiederle come sapeva ... ... del nostro arrivo qui? Del fatto che saremmo entrati? Del nostro essere vampiri? ... di noi?

    Non aggiunse altro a quella domanda di così ampio respiro. Muoveva il capo e lo sguardo per la stanza, come se il suo interlocutore fosse diffusamente presente in essa e non soltanto in quella figura di donna. Magia caraibica un lamento mentale che si ripeteva come un mantra nella testa del Nichilista Brutta roba fisso lo sguardo su Maman Vevè Magia caraibica e si chiese se quello fosse il suo vero aspetto o solo una maschera frutto di un sortilegio Brutta roba

    Domande:
    1) Che possa aver sentito parlare di Voodoo credo sia lapalissiano, ma ne abbiamo una conoscenza che va oltre la normale diceria?
    2) Ho conoscenza che vi possono essere dei vampiri che la praticano?
    3) Puta caso Maman Vevè fosse un vampiro in oscurazione, sulla scorta di questo ragionevole dubbio, è possibile tentare di smascherare l'illusione? Se sì e servisse un qualche tiro o altro sono disposto a spenderci anche un wp.
     
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    @Cybele, non puoi dirti sicura su quale tipo, ma sei abbastanza convinta del fatto che sia Magia Nera (Necromanzia)

    @Giona: Ti ho risposto via chat. Riporto qui un sunto per conoscenza a Cybele.

    1- Si, conoscete il voodoo ma non potete sapere se sia solo una "roba da mortali" o se abbia effettivamente dei legami di tipo Magico a livello pratico.

    2- Potete conoscere che dei vampiri pratichino la Necromanzia (Giovanni), ma che ne esistano vari tipi o "scuole", così come magari differenti generi di Path e quant'altro, come anche vari clan quali araldi, giovanni, cappadoci, samedi ecc vi è sconosciuto.

    3- Per smascherare l'oscurazione, ammesso che di oscurazione si tratti, serve auspex, non un tiro su percezione+consapevolezza. Quindi no.


    CITAZIONE
    Allungò le dita verso uno dei pendagli sopra le loro teste, toccandolo...

    NON-toccarlo!

    Esplose improvvisamente Maman Vevè, sporgendosi in direzione della Koldun, quasi volesse impedirle fisicamente di raggiungere l'oggetto in questione.

    A loro non piace che si tocchi la loro roba.

    Riprese, quasi sussurrando, mentre si guardava intorno.

    Si arrabbierebbero molto se sapessero...



    CITAZIONE
    Posso chiederle come sapeva ... di noi?

    Loro... Me l'hanno detto loro...

    Loro sanno molte cose, sapete?

    Dopotutto sono morti... e i morti ne sanno molto più di noi...

    C'e chi dice che i morti non parlano ma non dategli retta. Non è vero!


    A me ne dicono tante, sapete?

    Gli sono simpatica, sapete?


    L'argomento: loro, sembrava indurre la donna in uno stato di estrema paranoia ed alienazione.. Loro... i morti...

    Ma non parliamo di loro. Porta male, porta sventura, loro ci sentono. Ci vedono!

    E se non gli piace quello che diciamo... ci fanno del male..


    La donna si era curvata su se stessa, come tentasse di nascondersi. Si muoveva nervosamente, guardandosi nevroticamente quà e là, circospetta.
    Gli occhi saettavano da una parte all'altra in cerca di segni della rivelazione di uno di loro.

    Shh...

    Si avvicinò alle finestre, ad una ad una, le controllò sbirciando fuori mentre si nascondeva dietro le pareti di legno. Controllava...

    Sedetevi, sedetevi!

    Sarete miei ospiti sta sera.

    Accetto la vostra richiesta di ospitalità... e protezione.

    E ora ditemi, cosa ci fate da queste parti?
    Non sapete che è pericoloso girare per la palude di notte, da soli, per quelli come...


    Fece dei gesti con le mani, in parte scomposti nei movimenti, indicando i propri interlocutori come a dire: "come voi"
     
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  12. -Cybele-
     
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    Morti. Il suo Spirito si arricciò come stoffa sott'acqua colpita da una corrente avversa. Si voltò di scatto verso quella Madre, la mano si staccò dal pendaglio che aveva scelto di toccare. Sentì gli Elementi vibrare sotto quella parola - rabbiosi. I morti avevano l’arroganza di invadere il loro regno sebbene non gli appartenessero più. Ed era difficile dire che fossero benvenuti. Il temperamento della Koldun'ia cominciò ad incresparsi in superficie. Quella donna di cui aveva inizialmente idealizzato le capacità mistiche, le appariva ora debole: era un tramite - uno strumento - una schiava dei Morti. Nulla più di una succube. Dove sta il suo vero potere? Quel quesito divenne il più pressante nella testa della Demone. L’atteggiamento irrequieto altrui non l’aiutava ad avere completa fiducia in lei e la rendeva più piccola ad ogni parola di più.

    Cosa di noi infastidisce queste Creature della palude? , domandò con voce più grave - ben seria - nella tonalità, prendendo posto al tavolo. La Figlia dei Carpazi evitò di toccare altro – di invadere troppo gli spazi – così da placare il nervosismo di Maman Vevè. Scelse un posto di fronte a Lazarus, che osservò con interesse, cercando di coglierne pensieri e animo - intenzioni. Per qualche istante si estraniò dalla conversazione, prestando attenzione a ciò che la circondava - oltre il marasma di oggetti appartenenti ai morti, oltre la voce di Maman Vevè, oltre quella stanza. C'erano altri rumori? Qualcosa che indicasse la presenza di Roycephus? Della fantomatica "piccola"? Di altri? Percorse con gli occhi la tavola, cercando di intuire la presenza di qualcun altro. Per quanti era apparecchiata? E' sola? Come riesce a proteggerci, Maman? , divenne sospettosa ma con gentilezza interpellò la padrona di casa, chiamandola per il nome con cui si era presentata – madre – sebbene il Francese nella pronuncia della Figlia dei Carpazi perdesse la sua dolcezza - la sua identità - e divenisse un turbinio più stretto. Parlava di notte, che fosse la semplice attesa dell’alba in quella casa al confine con gli inferi, la sua protezione?

    La tavola è apparecchiata davvero per una cena? Per quanti, nel caso? Ci sono segni dialtre presenze nella casa?
     
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  13. .Giona.
     
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    Lo scatto verbale di Maman Vevè verso la Koldun'ia fece abbassare le palpebre del Custode. Le serrò appena per non guardare, per trattenere il richiamo che anche egli avrebbe inferto alla Tzimisce e la tentazione di metterla al suo posto con l'uso del potere della Dominazione. Se fosse stato un mortale avrebbe espirato vigorosamente dalle narici come una pentola a pressione che tenta di restare compensata.

    Sulle prime lasciò parlare la figlia dei Carpazi per saggiarne le intenzioni e l'umore. La situazione, dopotutto, sembrava ancora sotto controllo. Non aveva intenzione di replicare l'esito dell'incontro avuto con l'Arcivescovo. Non in quella palude. Non con possibili sacchi di pelo armati di zanne e artigli in giro per il fiume.

    CITAZIONE (Joker- @ 5/2/2016, 20:22) 
    E ora ditemi, cosa ci fate da queste parti?
    Non sapete che è pericoloso girare per la palude di notte, da soli, per quelli come...

    Abbiamo pensato che, per un pò, potremmo stabilirci qui. "Quelli come noi" hanno diatribe interne e faccende da risolvere fra simili che ci hanno portato ad optare per degli alloggi più tranquilli e defilati, diciamo tentò di adoperare il tono più cordiale e cortese che gli riusciva Non abbiamo intenzione di disturbare nessuno di "loro", se fosse questa una "loro" preoccupazione ... sottolineò più volte quel riferimento ai morti che tanto sembravano interessare la donna Non abbiamo nemmeno intenzione di portare qui i dissidi dei nostri simili. La quiete di questa palude è il motivo per cui ci siamo recati qui e tale vorremmo restasse questo luogo: quieto.

    Si prese un istante di pausa. Possibile che quella donna, e i morti che essa rappresentava, non volesse far altro che proteggere due vampiri? La gratuità di quella protezione puzzava e non poco al Nichilista. Era l'ora di provare a scoprire qualche carta sul tavolo Diteci, come mai vi siete presa così a cuore la nostra sopravvivenza? Anzi ... come mai "loro" lo hanno fatto?
     
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    Cosa di noi infastidisce queste Creature della palude?

    La donna si voltò di scatto, un'espressione a dir poco inquietante in viso; gli occhi spalancati, alienati ed estranei...

    Il vostro odore... principalmente.

    Disse serenamente, annuendo come se si trattasse di una risposta logica ad un discorso altrettanto logico. Scontato, perfino.

    Puzzate di morte, di corruzione, di sangue.. - Riprese, rivolgendosi a entrambi - puzzi di empio, di contaminazione... si sente il tanfo dei Loa oscuri provenire da te - Continuò, sta volta rivolgendosi specificamente a Cybele - e lui puzza di sbaliato, di tenebra... I Loa sono... irrequieti... adirati dalla tua presenza...


    Non sentite?


    Allungò la mano, tendendo il braccio, le dita parevano toccare fili invisibili, intangibili, come se questi si muovessero entrando in risonanza con vibrazioni provenienti da un altro luogo.

    La tavola era in realtà null'altro che un semplice tavolino di legno, polveroso, vecchio.. E di certo non era apparecchiato per alcuno.
    La donna sembrava instabile, scambiando momenti di pura alienazione e follia a momenti di chiara lucidità... sebbene la lucidità stessa di cui pareva capace sembrava essere insensata ad ogni logica.

    CITAZIONE
    E' sola? Come riesce a proteggerci, Maman?

    Sola? Oh, no. Non solo sola.

    I morti mi tengono compagnia, quando vengono a trovarmi.


    Rispose con voce innocente come se, al solito, fosse tutto del più scontato possibile.
    Pareva fosse lei a doversi relazionare con delle menti ottuse e limitate, incapaci di cogliere l'ovvio.

    E... quando non ci sono, restiamo pur sempre io, la piccola, e sua sorella maggiore.


    Ora, però, la sorella non c'è...



    Continuava a vagare senza sosta e senza meta quà e là per la casa o meglio, per quella sottospecie di salotto che sembrava costituire interamente il piano terra.


    CITAZIONE
    Diteci, come mai vi siete presa così a cuore la nostra sopravvivenza? Anzi ... come mai "loro" lo hanno fatto?

    Oh.. bè. Sapete, la piccola è quasi sempre sola.

    E io non posso badare a lei di continuo.

    Oh, no! Nononono!



    Ma... non posso neanche lasciarla tutta sola, vi pare?

    Mhmh
    - Ridacchiò -

    Che razza di madre sarei, dopotutto.

    E così vi ho visti. Vagavate in mezzo alla palude, soli e sperduti, mentre i mostri si stringevano sempre più attorno a voi, ancora... e ancora...


    Mimava, raccontando, tutte le azioni di quegli ignari attori che sembravano recitare nella sua opera... come stesse raccontando una favola...

    E mi sembravate così soli... e mi sembrava un peccato lasciarvi lì... a morire..

    I mostri vi avrebbero ghermito presto se non vi avessi salvati, sapete?


    E allora mi sono detta: "Perchè no?!? Quei due sarebbero perfetti come nuovi compagni di giochi per la mia piccina!"


    A voi piacciono i bambini, vero?!?


    Terminò.

    Un ampio sorriso, malato e agghiacciante, composto da denti quasi completamente neri le si dipinse in volto... Quell'espressione alienata e febbricitante che ne componeva i lineamenti.

    Poi si sedette rapidamente ad un tavolino poco distante, gettando una manciata di ossa su di esso.



    SI!!!

    Esclamò esultante.

    Avevo ragione, vedete?

    Vedete?!?


    Continuò, indicando le ossa sparpagliate sul tavolo

    Anche le ossa lo confermano!

    Non c'era ombra di dubbio, a quanto pareva. Le ossa, del resto, parlavano chiaro...
     
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  15. -Cybele-
     
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    Fissò Lazarus con un’espressione più tranquilla, percependone – intuendone, anzi – la contrarietà in quel frangente. Non lo interruppe nel suo parlare per entrambi, lasciandogli quella responsabilità che ne facesse comprendere il ruolo all’interno di quel Branco – che fosse di solo due elementi aveva poca importanza - lasciandogli spazio, modo - precedenza.

    Loa. Ripetè nello Spirito quella parola, che percorse Acqua, Terra e Aria – come un promemoria per ogni parte di cui era composta la propria essenza. Dunque, non siamo poi così diversi ai loro sensi. , osservò con stupore alle parole di Maman Vevé circa se stessa, il Custode e i rispettivi sentori: non fu sarcastica, prese le parole per il significato che portavano – ascoltando e non solo sentendo quello che diceva quella “madre”. Lei. , aggiunse, poi, sollevando gli occhi su quelli della donna, fissando attraverso essi, per la prima volta, il suo animo in quello stato delirante – e paradossalmente più nudo rispetto agli attimi di lucidità. Lei odora di tempo – trascorso – fermo – dimenticato - decaduto. , non era una lamentela, né un'offesa - era tutt'altro. Odora di sale, sparso per impedire nascite e vita. Odora del buio costretto e chiuso. A differenza nostra, lei odora di ciò che ricorda la Morte, per mischiarsi a coloro di cui desidera il consiglio, per essere benvoluta - simpatica. , c’era qualcosa in quelle frasi – di importante – di consapevole. Non stava scappando dalla visione del mondo di quella sedicente necromante ma in parte l’aveva presa con sé, e riproposta. Anche la palude lo sente, Maman , concluse con calma, senza ironia. Ed ora il Francese era divenuto un suono curvilineo dall’enfasi vorticante – era cambiato – evoluto, mischiandosi al proprio accento. Riesce ad amalgamarsi alla sua quiete. Questo luogo non le appartiene più. Appartiene ai morti. Percepiva gli Elementi avvolgere fitti quella chiatta, a contenerne l'arrogante presenza.

    Un rinnovato e diverso rispetto prese consistenza nel tono e nelle parole della Koldun’ia, quella somiglianza che aveva sottolineato era pur sempre una forma di cambiamento della donna, dal proprio punto di vista. Il problema è la sua riduzione ad adattamento – Maman si è adattata ad essere come i morti pur non appartenendogli – nulla ne segna la sua supremazia su di essi. Forse in questo sta la differenza con l’Arcivescovo e l'Abisso che gli ha donato un braccio. Si ritrovò a riflettere d'un tratto, seguendo con attenzione il cambio di espressioni della loro interlocutrice. Sorrise spontanea alla domanda sui bambini. Gettò un'occhiata a Lazarus, forse non aveva l'aspetto "eccentrico" che aveva lei, ma di certo non c'erano dolci lineamenti sul suo volto. Giocare con la piccola: è questo il prezzo della protezione? E' stata stranamente gratuita quella gentilezza. Nessuno spirito offre protezione senza aver qualcosa in cambio. Certamente avremmo piacere a conoscerla. , rispose con cortesia, percorrendo poi le assi di legno con attenzione - a cercare l'ambiente eserno - uno spiraglio allepareti o nel pavimento - un contatto anche fugace con il fuori - come prima aveva cercato il dentro. Anche la piccola e la sorella hanno la vostra stessa... Capacità? Le state istruendo? , interrogò con spiccata curiosità, per poi zittirsi e fissare Lazarus. Erano all'interno di un rifugio di Morti all'interno di un territorio di creature predatrici che - tuttavia - sembravano temere i Morti. Era dovuta a questo equilibrio, la quiete di quella palude? Mantenere la protezione di Maman Vevè era importante, ma protetti e sottomessi erano due cose differenti. Sapeva che anche il Ritualista - tra il suo meditare - aveva anche questi pensieri. Lo conosceva.

    Tornò attenta alla padrona di casa solo di fronte alla sua divinazione - sulle ossa. Le osservò, impresse nella propria mente la loro forma e disposizione. Cosa legge in esse?

    Edited by -Cybele- - 9/2/2016, 22:50
     
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