Petit Theatre du Vieux Carre

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  1. White Nemesis
     
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    2016-04-06 00:09:10 Eleanor rolls 5 dice to Persuasione + Sotterfugio (Difficoltà 8) 8,10,9,9,9 [5 successi]
    Sappi che esiste un girone dell’inferno per chi su 5 dadi a difficoltà 8 rolla 5 successi x°D

    La visione dell’aura vivace ed azzurrina svanisce lentamente, in concomitanza con l’affievolirsi del dono di Eleanor, che ritorna a rilassarsi ed a concentrarsi sulla conversazione in corso, barcamenandosi nella stessa con una certa dimestichezza certo, ma rimanendo comunque sempre sul filo del rasoio nell’esprimersi all’altro presunto Toreador. Ci sono diversi elementi da chiarire in questa situazione, ma quasi certamente l’ultimo è proprio la posizione sociale dell’uomo, visto che da l’idea d’avere un colorito, un’aura ed un atteggiamento finanche troppo umani. Se si trattasse di una messinscena, tuttavia, sarebbe fin troppo perfetta, un po’ come lui d’altro canto. Troppe conoscenze della Camarilla, a partire dallo stesso Clan, troppo sfarzo, la possibilità d’avere il Teatro aperto, il completo da 2000 dollari che indossa, le persone che lo circondano con la devozione di Ghoul, insomma, dovesse rivelarsi un umano che si finge vampiro, cosa piuttosto improbabile a conti fatti, non rimarrebbe che pensare al peggio. Non sono in molti a poter vantare risorse simili, né ad avere così approfondite conoscenze.
    E’ con questo pensiero complottista che la giovane Rosa continua a discorrere con l’altro, agitata dentro, ma perfettamente calma fuori. Non fosse così meravigliosa nel suo ruolo di ragazzina chioccia un po’ sciocchina, sicuramente persino Cavendish si sarebbe accorto che qualcosa non va, ma gli è impossibile, proprio perché alla Toreador sembra riuscire assolutamente naturale quel ruolo da ingannevole e tenera fanciulla perduta nel bosco al calar del sole. Il suo talento d’attrice si rivela davvero utile in questo momento, ingannando su ogni sua intenzione l’interlocutore, a meno che non stia utilizzando qualche disciplina del Clan ma, questo, rimarrebbe comunque impossibile da discernere.
    A giudicare comunque da come Cavendish continua ad interagire con lei, si direbbe non aver capito nulla dell’altra, giudicandola sempre con rispetto, ma sottovalutando le sue reali capacità sociali a livello politico, se tutto va bene.
    Fra le altre cose, Eleanor potrebbe aver appena scoperto un dettaglio in più, fondamentale sul suo interlocutore. Il non aver posto DIRETTAMENTE la domanda sul suo status, ripetute volte, aspettandosi comunque una risposta, potrebbe certo significare che l’altro non voglia dirlo, oppure, che semplicemente non abbia colto affatto la richiesta, visto che è sempre stata espressa in maniera sottile e o confusionaria.
    La fortuna, nonostante tutto, decide improvvisamente di sorridere all’attrice, ed è con tempismo disarmante che il cainita, sempre ammesso che lo sia, rivela involontariamente proprio quel dato tanto agognato dalla ragazza.

    < Eleanor… Posso chiamarti Eleanor?
    Personalmente, in qualità d’Ancillae, sono già nella posizione di imporre le mie decisioni ad un qualsiasi infante o neonato del Clan, come te.
    Se non ti ho obbligata fin’ora, credi davvero che la mia intenzione sia quella di sfruttarti o dominarti in qualche modo?
    Potrei usare i miei doni del sangue così come la mia influenza, non lo sto facendo, non dovrebbe esserti sufficiente come garanzia sulla mia buona fede? >


    Non si spazientisce, anzi, la sua voce è ancora più armoniosa di prima, sempre dotata di quel tocco delicato e sovrannaturale che è proprio delle sirene.

    < Ti sto dando la possibilità di scegliere liberamente proprio perché sei deliziosa e talentuosa, ma temo di doverti ricordare…
    Che ci sono decine di artiste nel nostro Clan. >


    Più che mellifluo, sembra voler mettere la cosa su un piano più pratico, rendendosi quanto meno conto delle reticenze per timidezza dell’altra, si fa più duro, ma nel senso di severo e concreto, come un uomo d’affari dovrebbe essere, senza esagerare né da una parte né dall’altra.
    I suoi occhi sono come vetro smerigliato, d’una bellezza efebica che fa male.

    < E’ vero che sono interessato a te in particolar modo, ma è anche vero che, nella nostra società, non mettersi in mostra e non aver un peso all’interno del Clan equivale ad essere un paria…
    Ed è noto che, i paria, siano i primi a cui vengono scaricate le colpe dai potenti. >



    Il tono si fa più grave e pesante, sembra quasi volerle dare una lezione di vita, piuttosto che metterla alle strette, quasi si sentisse in dovere di farle presente la situazione, ribadendo concetti che, in ogni caso, Eleanor dovrebbe conoscere a menadito.
    L’uomo poggia una mano sul bracciolo del divano, l’altra si stende lungo la gamba, è assolutamente rilassato e parla con cognizione di causa, tenendo sempre l’attenzione apertamente rivolta all’interlocutrice. Intanto, dall’ingresso del lounge-café rientra il barista, che dopo aver terminato di scacciare le mosche sta ritornando in postazione. L’evento non sembra nemmeno distrarre il signor Cavendish, che dopo una breve pausa, va a specificare il significato delle proprie parole.

    < Non vorrei farla suonare come una minaccia, poiché non lo è, ma se decidi di continuare a rimanere nell’ombra, ahimè, continuerai a rimanere un paria molto a lungo, specie se perdi occasioni come questa, occasioni che – per inciso - si presentano una sola volta nella non vita.
    Se non sei interessata non posso dirti altro, ma posso sperare che tu ci rifletta.
    Puoi parlarne con Arthur se proprio non te la senti di scegliere da sola, cionondimeno spero che tu sappia prendere questa decisione senza bisogno d'aiuto.
    Hai una notte per pensarci, domani gradirei avere una risposta in merito. >


    Detto questo, l’uomo si zittisce, più che altro perché il barista giunge in prossimità dei divanetti e si accosta ai due, chinandosi in direzione del proprietario e sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
    L’espressione di Cavendish cambia radicalmente all’improvviso, facendosi più nervosa e disgustata, un po’ come prima, quando ha visto le mosche. L’ombra sul suo viso svanisce in fretta, lasciandosi però dietro un senso di immenso fastidio e disappunto, che alla fine lo costringe ad alzarsi.

    < Mi perdoni Little Miss, temo di dovermi congedare prima del previsto, in caso, Evangeline le lascerà un mio recapito diretto, anche se penso lei conosca ormai la strada per tornare qui.
    Con permesso. Lunga notte. >


    Al termine della conversazione, il cainita opta per ritornare al "Lei". Forse un po’ frettoloso nel suo salutare l’altra, l’uomo s’appresta ad allontanarsi, ma solamente dopo aver eseguito un mezzo inchino a favore della giovane donna, portandosi una mano al petto con estrema eleganza. Di certo, qualsiasi sia l’incombenza di cui si deve occupare, non sembra affatto lieto di non potersi godere il resto della serata in pace o nel diletto della compagnia di Eleanor.
    Dopo essersi rialzato ed aver lanciato un ennesimo sguardo glaciale alla cainita, senza però essere alterato con lei, il bell’uomo andrà a seguire il barman in direzione della porticina rossa posta in fondo alla sala.
    Eleanor potrà vedere Cavendish e l’altro uomo uscire da quella stessa porta, dopo aver tirato fuori dalla tasca una piccola chiave magnetica, passandola in un lettore incastonato direttamente nel muro, apparentemente, senza digitare alcun codice. L’ingresso rimane aperto per una manciata di secondi, il tempo di farli passare, ma quando è il momento di richiudersi il meccanismo sembra avere un breve incepparsi, che con uno schiocco meccanico appena udibile lascia di qualche centimetro visibile il buio oltre la soglia. Presi dalla fretta e dal nervosismo latente, i due non sembrano nemmeno essersi accorti del guasto.

    Alla fine della tua prossima azione dimmi cosa vuoi fare, puoi decidere dopo aver risposto a Cavendish se uscire per rientrare al tuo rifugio, proseguire in qualche modo la scena qui al teatro oppure fare “altro”, considera che è circa l’1.05 tra l’ingresso il discorso e altro.
     
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    I pensieri della giovane virano su possibilità effettive più realistiche, un infante o un neonato che magari per qualche motivo volesse eliminare una possibile minaccia futura, quello sarebbe certo più credibile e più comprensibile e spiegherebbe quasi ogni cosa, anche se, nel caso, dimostrerebbe un savoir faire che a lei certamente manca. Ma continua a fissarlo con quell'aria da ragazzina forse un pò infatuata, non che le sia difficile visto che subisce effettivamente il fascino del vampiro ed il suo primo impulso sarebbe stato quello di cadergli ai piedi ma almeno questo riesce ad evitarlo. Non era umano, non lo credeva o almeno sperava che non lo fosse, se no il problema era assai più grave di un po' di politica interna al clan, assai più spaventoso, no, nel complesso era assai meno inquietante l'idea di un fratello che per qualche motivo riusciva ad apparire umano anche ai doni sovrannaturali del sangue.
    Non sembra avere letto nulla di lei oltre quello tranne la reticenza che può avere molti e validi motivi e non ha certo compreso dove realmente andasse a parare anche se mentalmente ha un piccolo sobbalzo quando Cavendish si riconosce come ancillae del clan e quindi esattamente col potere che ha affermato. Gli sorride adorabile assumendo anche più quell'aria da fanciulla indifesa, del resto lo era, adesso almeno aveva un'idea di quanto lo fosse:

    “Ma certo signor Cavendish. Non so quali fossero le sue intenzioni, se fossi una persona cauta non sarei neanche venuta in questo luogo seguendo soltanto un misterioso messaggio ma ero curiosa ed interessata, affascinata dal contenuto”

    Ed ora lo era anche da chi l'aveva mandato ma questo è un pensiero ch'è bene tenersi per sé per tanti e diversi motivi, un fascino che preferisce controllare invece che subire passivamente come per molti versi sarebbe per lei naturale ma in un clan di rose assecondare quell'impulso era pura follia.

    “Lo è certamente, mi scuso se le sono sembrata in qualche modo diffidente, non era questa la mia intenzione e la sua offerta ha certamente il mio interesse, l'aveva anche prima, davvero...”

    Ed è lieta di non dover mentire al riguardo perché davvero l'aveva, voleva solo il tempo di riflettere naturalmente e quel tempo le serve ancora, lo fissa con espressione intensa, non è difficile mantenere la concentrazione su di lui ma il leggero broncio che si disegna sul viso delizioso è una chiara indicazione di cosa pensi riguardo all'esserci decine di artiste nel clan, troppo intelligente per dirlo ad alta voce:

    “Comprendo, grazie per l'avviso. Non l'avevo mai vista in quest'ottica, devo ammetterlo e non intendo essere un paria certamente, per qual si voglia motivo... ma voi fraintendete su una cosa importante. Non voglio chiedere il permesso a mio padre ma voglio dirgli la mia decisione e non agire alle sue spalle cosa che sembrerebbe ai suoi occhi. Forse non sarà d'accordo, o forse sì ma la decisione resterà mia. Tuttavia merita il rispetto di sapere cosa voglio fare e nel caso, anche perché voglio farlo. Forse sembrerà strano, ma quando possibile preferisco essere trasparente ed in particolar modo con le persone cui tengo”

    Anche lei si zittisce all'arrivo del barista ma è certa che l'uomo potrebbe trovare infantile quel modo di pensare ma che certamente non può non comprenderlo, quello che ha lasciato nelle parole, forse persino più di quanto avrebbe voluto è che tendenzialmente la sua risposta è affermativa m'aggiunge. Osserva l'espressione di Cavendish e lo sguardo sembra visibilmente preoccupato nel vedere la sua espressione di disgusto, gli occhi verdi incontrano quelli di lui mentre s'alza e subito segue i suoi movimenti alzandosi a sua volta con un piccolo sorriso

    “Ma certo signor Cavendish. La ringrazio per il tempo che ha potuto dedicarmi. Domani notte avrà la sua risposta, gliel'assicuro. Sì, la conosco. Lunga notte anche a lei”

    Lo sguardo segue la figura dell'uomo e china appena il capo sotto quello sguardo glaciale, qualcosa l'ha alterato non poco e ricambia l'inchino con un'aggraziata riverenza, anche lei non è contenta di quel disturbo anche se, naturalmente, è certa che se fossero stati insieme tutta la notte sarebbe riuscita a convincerla a fare più o meno quello che voleva, discipline o non discipline.

    Non si rende conto di seguirlo con lo sguardo e sembra pensierosa, s'alza e si guarda attorno cercando di vedere se c'è qualcuno con lei, poi, spinta da una curiosità umana e femmina più che cainita si muove verso la porticina rossa e cerca d'osservare ed ascoltare quello che si può vedere o udire dall'altra parte ampliando i suoi sensi.

    In ogni caso non sarà così sciocca d'attardarsi troppo a lungo prima di dirigersi dove stava Evangeline. La donna aveva, dopotutto, la sua giacca ed anche i contatti diretti del signore ed era sinceramente più interessata ai secondi che alla prima.

    In effetti, avrebbe potuto dirgli subito di sì, ma davvero era piuttosto certa che suo padre l'avrebbe visto come un attacco alle sue spalle, certo se l'uomo non gli piaceva, non gli sarebbe piaciuta neanche la sua offerta ma c'erano anche ovvi vantaggi a lavorare per un vampiro invece che in una compagnia di umani, tali che nemmeno Arthur avrebbe potuto discuterli, il resto invece non lo sapeva. Per lei era un tuffo nel vuoto e sperava che almeno ci fosse l'acqua nel fondo, pulita magari ma su quest'ultimo dettaglio non ci contava. In tutto questo chi le aveva spedito la rosa, oramai poteva escludere il vampiro, un'ancillae del suo clan le avrebbe magari spedito sì un fiore ma certo trattandolo meglio curando ogni dettaglio
     
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    Eleanor venne avvolta da uno stato d'animo dimenticato nel momento in cui ritrovò se stessa a ficcanasare tra porte socchiuse che non la riguardavano, l'ultima volta che aveva avuto la percezione di quello stato di leggera ansia di poter essere scoperta avrà avuto 6 o 7 anni.

    Non era certo la prima volta, da allora, che faceva una cosa del genere ma questa angoscia che le stava montando dentro era quantomeno bizzarra, ebbe un sussulto ricordandosi sua madre che le diceva una certa frase:
    - A volte le ragazze confondono gli stati d'animo. Quando un uomo ti tratta male quell'ansia che provi la confondi con la sensazione dell'innamoramento, è per quello che le donne amano gli stronzi.

    Uno strano flashback che sapeva di deja-vu ed Eleanor si ritrovò di fronte alla porta a spiare ed origliare, cercando di carpire qualcosa di più riguardo Cavendish.
    Concentrò il proprio sangue, esso percorse velocemente i suoi vasi sanguigni pietrificati aumentando a dismisura la temperatura delle sue orecchie, poteva addirittura sentirle umide dentro di se, quando finalmente furono "pronte" si concentrò sugli occhi. Questa era più facile, anch'essi si scaldarono permeandosi di una oggettivamente eccessiva quantità di vitae calda e densa. Sentiva gli occhi e le orecchie pulsare e la penombra dietro la porta rossa in pochi secondi si era dipanata rivelando però solo una serie di tendaggi che le impedivano di stabilire quante persone ci fossero, al contempo tanti piccoli suoni, dapprima inaudibili, si erano rivelati chiarissimi.
    Non riusciva a orientarsi bene ma quello che percepiva era il terzo movimento della sonata al chiaro di luna di Beethoven.

    Ti vedo molto teso.
    Mi sembra un eccellente eufemismo, si.
    Una moneta che cadeva al piano di sopra.
    Pensi che le cose si stiano mettendo male?
    Qualcuno che masticava una gomma.
    Penso che abbiamo poche possibilità, ma anche poca scelta.
    Cosa pensi ti dirà?
    Qualcuno che si infila dei guanti.
    Ha già accettato.
    Qualcuno che premeva freneticamente un pulsante.
    Il volume del suddetto terzo movimento della sonata al chiaro di luna che saliva perlomeno di una volta e mezza, sovrastando tutto.

    Parlavano di lei?

    Un suono di carta alle sue spalle le ricordò che Evangeline la stava aspettando, sapeva bene che non era una buona idea tenere i sensi amplificati attivi cambiando ambiente, si poteva rischiare di rimanere accecati per svariati minuti, così permise al suo sangue di abbandonare dolcemente i suoi organi sensoriali e la loro sovrannaturale percezione si andò lentamente affievolendo.
    Si affrettò per raggiungere la conciergerie il più velocemente possibile ma senza fare in modo che il suono dei suoi passi si inspessisse.

    Trovò Evanegeline alla reception che sfogliava una vecchia rubrica telefonica, di quelle che sembrano quaderni ad anelli.
    La donna cercava qualcosa lì in mezzo, alzò lo sguardo per fissarla negli occhi quel mezzo secondo di troppo e poi li ributtò sui suoi numeri.

    Mi perdoni Miss, eccole il contatto che le serviva.
    Disse affabilissima, Eleanor pensò che stesse dentro la rubrica, invece no, aprì un cassetto alla sua destra e ne tirò fuori un biglietto. C'era solo un numero.
    Poi tornò a sfogliare la sua vecchia rubrica che emetteva un odore di polvere, di casa dei nonni e di carta ingiallita.

    Eleanor sentì dietro di se l'eco delle note martellanti della Sonata al chiaro di luna che le fecero ripensare a quello che aveva origliato poco fa.
    Note gravi e ruvide di solo pianoforte che lei, così sensibile ora ancor di più per i residui dell'utilizzo del dono dell'auspicio appena un minuto prima, percepì in maniera totalmente diversa dalle liriche inebrianti della Carmen che aveva ascoltato prima.

    Si sentì leggermente sconfortata, prese il biglietto e si incamminò verso l'uscita dove, se avesse desiderato, avrebbe senz'altro trovato un taxi.
     
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    La curiosità uccise il gatto diceva un proverbio ma un altro affermava che la curiosità è donna e sicuramente nel mondo vampirico si sarebbe detto ch'è toreador, quindi era quasi inevitabile che una giovane fanciulla di quel clan ed era ancora molto giovane s'avvicinasse cercando d'ascoltare mentre i suoi pensieri scivolavano ai ricordi dell'infanzia, ricordi lontani soffusi, non ricorda nemmeno di cosa si stava parlando, probabilmente di un'opera d'arte o forse di quelle prime cotte infantili, difficile dirlo.

    Un sospiro mentre i suoi sensi s'amplificavano permettendole di vedere e di sentire cose che altrimenti sarebbero state ben al di là delle sue capacità, per quanto abbia dei sensi abbastanza acuti, quella strana sensazione di calore che sapeva non corrispondeva a nessun reale evento esterno perché l'uso di quel dono era invisibile, la sua principale qualità in effetti.

    Inspirò cercando d'ascoltare lo scambio che avveniva tra due persone, non riconosceva esattamente la voce dell'ancillae ma certo stavano parlando di qualcuno, forse di lei, che stessero parlando di lei, aveva dato sicuramente l'impressione di voler accettare ma s'era presa tempo per riflettere, che fosse quella la strada giusta, se quelle parole erano un'indicazione sicuramente no ma soffoca un sospiro rendendosi conto che il volume della musica s'è alzato e s'allontana appena al suono della carta alle sue spalle. Abbandonò immediatamente l'uso di quel potere sapendo quanto fosse facile rimanere stordita e si diresse verso la conciergerie mentre i suoi pensieri vagavano preoccupati, era una trappola, era qualcosa di pericoloso... qual'era il vero obbiettivo del signor Cavendish, affascinante e d apparentemente gentile, pure non poteva ignorare quella strana ansia che le opprimeva lo stomaco, una sensazione emotiva e non fisica lo sapeva

    Sorrise nel vedere Evangeline sfogliare la rubrica e piegò leggermente il capo con una cortesia che di rado veniva offerta ai ghoul, spesso considerati assai poco ma sorrise alle sue parole prima di replicare

    “Non si preoccupi, grazie a lei per la cortesia”

    Affermò con un sorriso affabile e quella voce meravigliosa che tanti le invidiavano, prese il biglietto e lo ripose con attenzione nella pochette osservando appena quella rubrica ed aggiunse prima d'allontanarsi

    “Le auguro una buona serata”

    Poi cominciò ad allontanarsi, i pensieri che vagavano come foglie impazzite da quella rosa strana ricevuta a casa fino a questa sera a teatro, quell'uomo l'affascinava m'aveva la sconfortante certezza che volesse qualcosa da lei, qualcosa che, se l'avesse saputo, non avrebbe voluto minimamente darle, la domanda era naturalmente cosa.

    Si guardò attorno riflettendo sul prendere o meno un taxi, ma intanto decise di scrivere un messaggio breve al padre e mentore, che certamente avrebbe potuto diminuire o aumentare la sua inquietudine -Padre, cosa puoi dirmi del signor Cavendish?-

    Non entrò più nel dettaglio perché sospettava che quel nome sarebbe stato subito familiare e che il genitore le avrebbe detto qualcosa appena fosse stata libera, certo non avrebbe dato divieti ma forse, avrebbe potuto scoprire qualcosa.

    Solo dopo che anche quel pensiero fu in qualche modo messo da parte cercò un taxi per tornare verso casa, aveva bisogno di riflettere e di chiarire i suoi pensieri, di prendere una decisione che sembrava momento dopo momento meno facile e con troppe incognite per essere presa alla leggera, il suo gattino l'avrebbe rasserenata calmando i suoi pensieri.
     
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    descrivi brevemente il tuo ritorno qui e fammi sapere se hai intenzione di fare altro per la notte (mi pare di aver capito che saranno al massimo mezzanotte e mezza, l'una al tuo arrivo), il gatto non farà niente di particolare (oltre a miagolare e a fare le fusa o a chiedere cibo :wub: ) quindi gestiscilo nella maniera che preferisci.
     
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    Continua da Casa di Eleanor

    La sera successiva l'insegna del teatro non era illuminata, inoltre pioveva, l'atmosfera non era per niente piacevole come quella del giorno prima. Scese dal taxi e si diresse verso l'entrata. La donna del giorno prima la accolse con la consueta affabilità:

    Benvenuta signorina, che piacere vederla, il signor Cavendish la sta aspettando.
    E le indicò il tappeto rosso che l'avrebbe portata verso la platea, nelle cui prime file c'era Cavendish, con uno sguardo che trasmetteva uno stato d'animo leggermente compromesso, come se fosse in ansia per qualcosa e ciò lo rendeva, se possibile, ancora più bello di quanto fosse il giorno prima. Stava armeggiando con un copione, lo sfogliava, ne sottolineava alcune parti.

    Quando lei fu abbastanza vicino lui si girò e la guardò con uno sguardo rasserenato.
    Sei qui finalmente, che bello vederti.

    ti ho fatto un tiro, quest'uomo ti affascina e ti emoziona molto, per evitare di tradire il tuo trasporto nei suoi confronti per tutto il resto della scena puoi spendere un punto forza di volontà.
     
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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    continua da qui


    La fretta, mista alla quasi totale assenza di traffico, fecero percorrere al vampiro la strada in breve tempo.
    Non aveva mai visto quel teatro, non personalmente almeno. Ma la presenza di Taras sulle scalinate, in piedi a fissare l'arrivo di Jeremy, fugò ogni dubbio di aver sbagliato.
     
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  8. Dottor Jergal
     
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    Smontò dalla moto dopo aver riconosciuto l'uomo. Quella notte i suoi nervi stavano andando decisamente a pezzi, prima per un motivo e poi per un altro, il dottore aveva subito una gran quantità di scossoni emotivi che l'avevano inetavilmente fatto stancare. Mise ancora una volta il casco nel retro della moto, senza metterla stavolta in un vicolo, ma vicino alla prola della futura prima Arpia. Scuro in volto e decisamente poco propenso ad un allegro dialogo, il dottore si avvicinò laddove era atteso, rivolse un cenno di capo ed infine, abbozzando una leggera smorfia, disse con un filo di voce, particolarmente gracchiante.

    Siete stati in grado di ottenere le informazioni.

    Lo rassicurò anzitutto, ormai il motivo per cui Bruce gli serviva era ovvio.

    Ma purtroppo, per quanto possa interessarvi, qualcuno ha deciso di far fare a Bruce una pessima fine. Siamo attesi? O abbiamo finito qua e finalmente potrò saper anche di più di...mia figlia, Taras?
     
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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    Più o meno, dottor coleman, più o meno. borbottò Taras da che ho capito il suo bisogno di portare la luce in ogni dove questa notte ha avuto esiti disastrosi. non posso che dispiacermene...

    Corpulento ed ingombrante, ma impeccabile nell'aspetto e nel portamento, il ghoul si avvicinò.
    questa sera tuttavia ci sono state almeno due complicazioni.
    La prima è quella di Bruce, morto. sebbene non tanga il mondo oltre la notte, sicuramente vi saranno conseguenze per quella piccola sfera di mortali.
    ...ma temo che queste coinvolgeranno lei soltanto, dottor Coleman.


    Fece un passo in avanti, e continuò Secondariamente abbiamo mandato uomini "fidati" a ripulire la scia di Bruce, ma... pausa, palese indecisione su quali parole usare Ma non c'era alcuna traccia di De Caudron. solo il paletto usato per bloccarlo, lasciato in bella vista.

    Dopo di lei, e prima di noi, qualcuno è arrivato e l'ha liberato. e non sappiamo come andarlo a trovare.
    intrecciò le mani dietro la schiena, con volto affranto. La signorina De la Fluente ritiene che sia stato Duke, sia a sparare a Bruce, sia a Liberare Caudron, ma ammette di non avere prove a sostegno della tesi.

    diede a Jeremy un cellulare moderno, di ultima generazione.
    Per ovviare alla sua paranoia, questo telefono non è rintracciabile dai sistemi più comuni. si affrettò a puntalizzare. al suo interno troverà due numeri di telefono: il mio e quello di vostra figlia, a cui noterà è aggiunto a fianco il suo indirizzo.

    Cliccandolo troverà tutte le informazioni del caso.
     
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  10. Dottor Jergal
     
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    Come se già la situazione non fosse una merda, l'altro vampiro rigirò il dito all'interno della ferita in modo ancor più profondo, ricordando che, nonostante la missione fosse stata un successo, su quello che era stato richiesto, i propositi del Brujah era stati tutti un fiasco dopo l'altro. Quel figlio di puttana di Duke, come si faceva chiamare, era sempre un passo a lui. La stanchezza e la poca voglia ormai di combattere, furono anche quello che gli consentì di trattenersi dallo scoppiare in preda all'ira.
    Cosa cazzo se ne sarebbe fatto il suo Sire del corpo di De Cauldron? Voleva davvero ora, dopo tutto questo tempo, cominciare una personale guerra contro la sua progenie, progenie che dopo anni di servizio sottomesso era stata in grado di liberarsi?
    Coleman sapeva che, se si fossero trovati faccia a faccia, non sarebbe stato in grado di trattenersi e temeva quella parte di sé ma, quello che stava accadendo, gli faceva rendere conto che uno scontro era inevitabile.

    Prese il cellulare altrui, guardandolo con poca fiducia, ed aria vagamente depressa, lo rigirò tra le mani e, tocchicciandolo un poco, trovò di lì a breve la maniera di avviarlo: pur non avendone mai usato uno, ne conosceva più o meno il funzionamento.

    Grazie del pensiero.

    Disse con un pò di freddezza, non verso Taras, ma verso la situazione. Cercò quindi tutte le informazioni.
     
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    Il disprezzo che ho per voi

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    potrà notare, dottor coleman proseguì l'uomo Come le informazioni riguardino indirizzo, locazione, spostamenti, e alcuni dettagli personali -superflui, in parte, ma la Miss ha insistito per annotare tutto.
    Fece una pausa per lasciare a Jeremy il tempo di confermare quanto detto.

    CODICE
    Jenna-Louis Millins ( Former Coleman, cognome cambiato per vie legali l'21/03/2011)
    Nata il 15/05/1989 al North General Hospital (New Orleans)
    Residente a North Rampant street,
    Cittadinanza Americana
    Professione Studentessa/ Cameriera Part-Time presso il Cafe Amelie
    Appartamento condiviso con;
    -Anne Pasteur, 23 anni, coinquilina e studentessa
    -Martin Poissel, 27 anni, coinquilino e Postino full time


    Scorrendo la fila, Jeremy si rese conto della completezza del file che la de la fluente aveva stilato, inserendo anche parte dell'albero genealogico, la locazione dei parenti più prossimi e dati prettamente fisici.
    Quando e se la vita di sua figlia sarà in pericolo, tutto ciò che dovrà fare è chiamare il mio numero. La Miss provvederà alla sua salvaguardia in quanto umana, e nessuno la toccherà.
    Almeno fintanto che La miss resterà a New Orleans.
    specificò, per poi aggiungere bonariamente cosa che non credo cambierà mai.

    Quanto alla questione della clinica invece...
    divenne leggermente più cupo La signorina mi ha accennato a una possibilità GRANDIOSA... ma che non basterà il benestare della signorina De la Fluente.
    Rimase in silenzio qualche secondo.
    Oltre alla Miss de la Fluente, Potrebbe servirle l'appoggio di altre cariche influenti della città. Il suo primogenito sarebbe l'ideale, per dirne uno... Inoltre vi è necessità di avere un altro investitore.
    Senza nulla togliere a lei... non ha esattamente le finanze per gestire una clinica d'avanguardia che riesca anche a mantenere la Masquerade. Trovi qualcuno disposto a credere in lei, o un mero speculatore che abbia un ritorno economico.

    Con queste due cose, e la protezione della nostra beneamata Arpia, non le nascondo che si potrebbe pensare di lasciarle la clinica a cui tanto agognava.
     
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  12. Dottor Jergal
     
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    Osservò quanto la Miss, a tutti gli effetti, avesse avuto una certosina premura nel fare le cose davvero per bene. Finalmente Coleman poteva contare su un appoggio realmente consistente per quel che riguardava la politica cittadina che gli avrebbe permesso seriamente di proteggere la figlia e, forse, di poter cominciare, nel suo piccolo, a cambiare le cose attorno a lui. Fu proprio quella sequela di informazioni sulla sua prole che non poté far altro che fargli affiorare un sorriso sulle labbra, quella ragazza, alla fine, per lui era realmente una delle pochissime cose buone che aveva fatto nella vita, una testimonianza di uno dei più grandi poteri che l'umanità aveva e che neppure i cainiti erano mai stati in grado di dominare davvero (solo in forma distorta e corrotta): la fertilità. Dopo la morte di un vampiro, di lui, non sarebbe rimasto nulla ma, il suo sangue, la sua eredità e moralità e quella dei suoi padri, con lei potevano superare il tempo e lo spazio meglio di qualunque maledizione.

    Io...io non so cosa dire davvero, so bene che alla fine è stato uno scambio di favori, però quello che avete fatto per me e che continuerete a fare, significa davvero molto.

    Allungò la mano verso l'altro, in segno di sincera amicizia e gratitudine, l'espressione ora si era distesa, più tranquilla.

    Grazie.

    Fece una pausa, tornando poi sull'argomento cardine.

    Riguardo gli appoggi, sto lavorando anche su questo e continuerò a lavorarci, vedremo come procederanno le prossime notti. Mandi i miei saluti alla sua Signora e soprattutto ringraziamenti.

    Tornò poi per un momento cupo, tirando su una spalla.

    Riguardo quello che...c'era in cantina. Vi prego di trovar un modo di dar una degna sepoltura a quelle povere anime, non oso neanche immaginare cos'hanno passato.
     
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    la voce di Taras divenne leggermente più cupa, e con il cambio di tono iniziò a tradire anche un leggero accento russo.Possiamo dottor Coleman, ma lei non si dovrà occupare della cosa, ne interferirvi in alcun modo.

    Diede quindi al vampiro una cordiale stretta di mano La Signorina de la Fluente si dispiace di non poter essere qui a congratularsi con lei, ma attraverso me esprime tutto il suo compiacimento per la -almeno parzialmente- risolta situazione.
    Quindi le augura Lunga notte.


    Taras se ne andrà.
    La role, a meno che tu non abbia altro da dirgli, è finita.
    In conclusione, Ho bisogno di sapere in uno spoiler quale sarà la tua prossima mossa nelle notti successive (andare a vedere tua figlia-occuparti del benestare del primogenito- ricercare un finanziatore (e se questa, chi), grattartelo o similari.
     
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  14. Dottor Jergal
     
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    - Per quanto riguarda gli appoggi dovrei avere al momento Al che, in quanto alleato, dovrebbe (grazie alla carta che gli ho dato) nelle notti successive, cominciare a crescere di potere, quantomeno come informatore per conto della camarilla e di sé stesso. Ciò dovrebbe influenzare di riflesso il mio personaggio, che si ritroverebbe, come da piani, con un alleato più forte.
    - Tengo effettivamente d'occhio le zone in cui bazzica mia figlia, tuttavia, per timore di esser io quello seguito, timore in parte fondato dato il fatto che Duke ha dimostrato in due occasioni di seguirmi, non ci entro mai in diretto contatto.
    - Verifico che Frank non abbia perso il posto di lavoro e che il pagamento gli sia arrivato come da programma. Gli dico inoltre che per un periodo potrà evitare di farmi favori.

    - Per le notti successive, dato il cambiamento che potrebbe esserci di lì a breve, quantomeno di gestione, evito di lavorare e mi concentro, per la prima volta nella vita del mio personaggio, nell'approccio al mondo occulto in maniera più "politica". Vado all'Elysium e cerco di guardarmi attorno, tentando di scovare tra i vampiri che lo bazzicano delle buone menti che, al tempo stesso, dimostrino, quantomeno pubblicamente, di essere fortemente motivate a mantenere la Masquerade, ad esempio: i Tremere. So che apparentemente potrebbe sembrare un controsenso ma, con l'andare avanti dei suoi studi sul mondo sovrannaturale ha cominciato a capire che, alla fine, c'è vampiro e vampiro e se anche dovessero aver interessi divergenti dai suoi, loro sicuramente sarebbero il clan più interessato ad approfondire studi sui Ghoul e, soprattutto, a mantenere la Masquerade.

    - Al mio alleato "Al" chiedo di ottenere informazioni riguardo a Duke e suoi avvistamenti.

    - Tentò anche di rimettermi in contatto con quell'umano, responsabile dei barboni(questione di una sera quindi) e di quando in quando gli allungo qualche dollaro per aiutarli a tener su baracca (fin quando non avrò l'ospedale, poi magari potrò assistere chi sta peggio in maniera migliore).

    - Per l'appoggio da parte del Primogenito, chiedo a Jordan di interagire per mio conto, riscattando quindi il favore maggiore che mi doveva. A far da garanzia per me (oltre alle doti che già di me conosce) descrivendogli anche quello che sto portando avanti come opera realmente positiva.
     
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