Rifugio di Leffe

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    Se l'uomo fosse stato sorpreso dell'accoglienza ricevuta, non lo diede a vedere, restando impassibile e impenetrabile nella sua espressione austera.

    Miss Lee?

    Chiese con un tono che denotava il fatto che già conoscesse la risposta.

    Sono Malakia Johnson, Segugio dello Sceriffo.

    Presentandosi non tese alcuna mano da stringere.

    Lo Sceriffo richiede la sua presenza per un colloquio. La prego di seguirmi.
     
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    Si, sono io.

    Inarca il sopracciglio decisamente insoddisfatta, perdendo ogni vacua sensualità gotica.

    Malakia ... soprannome sbagliato.

    Scuote la testa e fa' un smorfia, squadra il nero di fronte a lei come a prenderne le misure ma senza la minima traccia di minaccia, pare proprio che cerchi di misurarlo e infine gli fa cenno di aspettare.

    Ok fammi mettere un paio di jeans, Malakia.

    Nel dirlo, si è già voltata decisa a non fare aspettare un uomo che tra immortali chiamano "sceriffo" e procede verso la zona divani dove sono appoggiati un po' malamente dei jeans di tendenza con tanto di strappi alle cosce e un giubbino di pelle. La porta è lasciata semiaperta mentre si sbriga a togliersi i pantaloncini e cambiarsi.
    Un paio di anfibi, occhiali da sole da festaiola e giubba di pelle. Due minuti ed è pronta, facile quando il tuo Sire si è preoccupato di offrirti una messa in piega già pronta per l'eternità.

    Ti hanno mai detto che sembri la copia sputata d un attore famoso?

    Sorride sbirciando dalla fessua della porta e controllando il Segugio.
    Afferra rapida il cellulare, la borsetta e il mazzo delle chiavi di casa, zampetta da una parte all'altra della sala come se stesse ricomponendo i pezzi di un puzzle.

    Ma cosa vuole lo sceriffo, si può sapere?

    Un velo di tristezza anticipa il palesarsi nella memoria di un ricordo cupo. E' pronta per partire.
     
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    Questo glielo dirà lei stessa.

    Rispose laconico l'uomo, prima di scostarsi per far passare la Brujah.

    Prego.

    Malakia condusse Leffe fino a un'automobile nera, con un autista e un altro uomo, e la fece accomodare sul sedile posteriore, sul lato destro. Sul lato sinistro, invece salì lui stesso. Fece un segnale, e l'automobile partì nella notte.

    A meno che non vuoi fare qualche azione particolare, o parlare durante il viaggio, aspettiamo che anche Cerulea si metta in pari
     
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    Un cenno di cortese ringraziamento con la testa e comincia a camminnare senza il minimo accenno di ansia o fretta fino a raggiungere la vettura. Trattiene un sorriso per la cortesia retrò del vamprio che le apre la portiera ma cercando di non far trapelare l'ironia che questo gesto le stuzzica.

    Grazie. Molto galante.
    Magari vuoel pure l'inchiono ... sembra uno del medioevo.

    Spiega seducente al'uomo, mentendo, mentre si china in avanti per entrare nella vettura e sstemarsi, ora comodamente sprofondata nel sedile posteriore. Mentre gli altri si accordano e partono, lei riflette sulle possibili implicazioni di questo invito, un po' dubbiosa circa la propria incolumità cerca di prepararsi all'incotro spulciando informazioni dai presenti nella macchina.

    Come si chiama lo Sceriffo? E che tipo è?

    Tenta di giustificarsi con tono cordiale e informale.

    Non ho mai conosciuto uno sceriffo prima d'ora ...
    Qui è morta pure la conversazione. Hihihi
     
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    Accanto a lei, Malakia nemmeno si degnò di voltarsi a guardarla, ma quantomeno le rispose.

    Sceriffo Susan Miller.

    Disse laconico.

    Il tipo che nessuno si augurerebbe mai di incontrare.

    Concluse, minaccioso.
     
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    Sbuffa vagamente indispettita dal tono seio della risposta, si aspettava una risposa meno greve o più scenica ma ovviamente del tipo cinematografico in cui si capisce la sbruffonata. Invece Malakia sembrava gelidamente preciso nella descrizione succinta.

    Ho fame, per caso avete uno spuntino?

    Chiede cambiando discorso mentre a testa bassa fruga rumorosamente nella piccola borsetta, rovistando tra pasticche e buste da erborista degno di rispetto. Controlla con un occhiata i due, in fondo non aveva mai conosciuto gli agenti della corte di N.O.
    Brutte facce.
    Infine si attacca al telefono e comincia a smanettare per inviare messaggi a destra e a manca: amici, collaboratori, fans ... Coglie l'occasione per cominciare ad aggiornare con un paio di commenti anche il suo blog.

    Andiamo a Corte o avete un ufficio apposito? Ci sarà tanto da aspettare?

    Domanda crucciata e cortese come una bambina di 6 anni davanti al dentista.
     
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    Malakia posò la mano sullo schermo del cellulare di Leffe, stringendola attorno all'apparecchio e requisendolo.

    Signorina-

    Cominciò a parlare. Era evidente che si stesse trattenendo dall'urlare furioso.

    -forse non se ne renderà conto, ma sia che lei sia chiamata in quanto accusata o semplicemente come persona informata dei fatti, quela in cui si torva è una questione della massima gravità, e per la purezza delle indagini, le è proibita qualsiasi comunicazione con l'esterno fino a che la sua posizione non sarà stata chiarita.
    Fino ad allora, anche qualsiasi informazione che le sarà data, sarà limitata a quelle essenziali per un corretto svolgimento delle indagini.
     
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    Allunga in avanti il collo quasi a controllare la manona del vampiro che ottenebra il cellulare. Visibilmente indispettita dal sequestro imprevisto, fa' una smorfia iniziale di riprovazione ma senza emettere un fiato. Ascolta poi annuendo le parole di Malakia, il volto serio e l'atteggiamento compunto finchè questi conclude il discorso.

    Certo sig. Malakia, non era mia intenzione essere frivola. Avrete la massima collaborazione dalla mia persona.
    Scassa cazzo.

    Un sorriso moderato, vagamente accogliente, quindi lancia un'ultima occhiata al cellulare, questa volta intristita, e sbuffa già di nostalgia.

    Aspetterò. Speriamo che la notte sia breve.

    Volge quindi la propria attenzione al l'esterno, oltre il finestrino, controllando la strada percorsa per assicurarsi di andare nella giusta direzione. Non indugia in altri commenti di sorta visto la pesantezza degli accompagnatori.
     
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    Continua da qua


    Il cielo notturno era illuminato a giorno dalle fiamme e dai falò, cancellando le stelle, che si sarebbero dovute trovare là, appena sopra alle cime degli alberi di mangrovie, nell'acquitrino oltre alla radura. Stava procedendo scegliendo la strada che gli permettesse di tenersi lontano dalla luce, in modo da tenersi sempre nella zona delle ombre fluttuanti, frenetiche per la trance e la musica. Non era facile. Tutt'attorno ardevano bracieri e falò, tra le innumerevoli sagome che ballavano. Si fermò per lascaire passare lo scatenato corteo urlante e selvaggio, che avanzava bloccandogli la strada. Qualcuno lo afferrò per una spalla, e cercò di ficcargli in mano un calice di legno, colmo di schiuma. Rifiutò, allontanando da sé l'uomo che barcollava, rovesciando la birra. Non aveva voglia di bere, e non aveva voglia che qualcuno lo riconoscesse. Non quella notte, che non era su un palcoscenico, e l'unica moralità che voleva sconvolgere era la sua stessa, immersa in quel baccanale sfrenato che per gli schiavi arriva una volta l'anno.
    Non lontano, su un'impalcatura che torreggiava su un grande falò, il loa padre Dumballah baciava la sua sposa Erzulie, tastandole i seni d'ebano scoperti. Il Serpente era più che brillo. Barcollava e si teneva in equilibrio grazie alla sua sposa, appoggiando sulle sue spalle il pugno serrato sul boccale con la medicina psichedelica. La regina, neanche lei troppo sobria, aveva le braccia strette attorno al collo del Serpente Padre. La folla danzava sotto l'impalcatura, cantava, urlava. "Mardi Gras!" gridò nel suo orecchio una giovane fanciulla di piccola statura. Tirandolo per la manica, lo costrinse a girare in mezzo al corteo, poi si mise a ballargli al fianco, strusciando l'anca nuda e agitando i capelli pieni di fiori. Lui si lasciò trascinare nella danza, turbinò, evitando con destrezza di finire tra i piedi delle altre coppie. Accanto a loro, il tumulto, lo strepito, il riso nervoso di una delle tante ragazze che fingevano di lottare e resistere al ragazzo che le conduceva nelle tenebre, oltre il cerchio di luce. Il corteo serpeggiava tra i roghi ardenti, levando alte grida. Qualcuno inciampò e cadde, spezzando la catena di mani e lacerando il corteo in piccoli gruppi. La fanciulla lo guardò da sotto le foglie che le ornavano la fronte, si avvicinò, si strinse a lui cingendogli le spalle, ansimando. Lui la afferrò più violentemente di quanto non si fosse proposto, lasciando che il corpo nudo della ragazza lo riscaldasse attraverso il lino sottile. Lei sollevò la testa. Aveva gli occhi chiusi, i denti brillavano in mezzo a quel volto nero come la pece. Odorava di sudore e di incenso aromatico, di fumo e di desiderio.
    Perché no. Pensò, passandole la mano sulle spalle. La fanciulla non era il suo tipo: troppo piccola, troppo grassottella. Perché no, in una notte come questa... il colore della pelle non significa nulla. Mardi Gras... I fuochi fino all'orizzonte.
    Lo spinse a terra, tra le canne e le calli, e lui le rotolò sopra. Risero, e l'unica parte di lei che era visibile erano i denti candidi e gli occhi lucenti. Lei l'accolse dentro di sé, tra le gambe corte e tozze. I gemiti e l'ansimare della ragazza presto coprirono le grida della festa, e al culmine del piacere, un ultimo gemito uscì dalle sue labbra: Oh, Jacques!


    Faith si risvegliò di soprassalto. Era sul suo letto, nel suo appartamento di design in centro città. Non in una puzzolente palude in mezzo a un'orgia Vudù.
    Strofinandosi gli occhi per riprendersi dal torpore diurno, controllò la sveglia, schiacciando il pulsante per proiettare l'ora sul muro. I numeri in led blu restituirono come responso: 18.15.

    2017-06-05 05:23:36 Faith rolls 4 dice to Incubi (Diff 7) 10,6,1,10 [1 success]

    Ore 18.15

    Hai 4 punti Fato su 4.

    Ripassando cosa puoi farci:

    puoi usare un punto Fato per poter avere un'"intuizione", una "visione", un "presentimento", quando vuoi.
    puoi usare quanti punti fato vuoi per aggiungere un numero di dadi pari ai punti fato spesi a una qualsiasi pool di dadi.
    Il numero di punti Fato che possiedi corrisponde alla pool massima per qualsiasi uso di Melpominee. Per usarla spenderai un Punto Fato, quindi potrai decidere quanti Punti Fato usare che ti facciano da pool.

    Ogni volta che userai un Punto Fato, tirerò un dado. In caso di successo, il tuo punteggio di Fato aumenterà di un punto, e otterrai il nuovo Punto Fato a disposizione in pool. In caso di fallimento, il punteggio di Fato aumenta comunque di 1, ma il dado aggiuntivo non è immediatamente disponibile.

    Così SEMBRA funzionare al momento.
     
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    Il torpore del sonno profondo le scivola di dosso poco alla volta mentre esce dal letto come da una vasca da bagno da cui il corpo nudo sgronda rapidamente gocce di stanchezza e sogni notturni. Stropiccia gli occhi con le mani, ora in piedi, nuda, a fissare la luce dell'orologio proiettata a muro. Al bordo del letto, scansando le lenzuola dalle caviglie, tenta un paio di piegamenti ginnici tanto per abitudine presa alle superiori, allunga i muscoli in un paio di sequenze per poi ricordare la propria condizione di "appestata" in un balenio di lucidità gli ultimi fumi del riposo; avanza di qualche passo verso lo specchio a parete per studiare la propria sagoma e controllare la propria salute fisica, in primis valuta la presenza o meno permanente del bubbone tra la spalla e l'ascella.
    Dopo aver battuto le mani per far accendere le luci, si contorce in un confronto con lo specchio per visualizzare gli angoli del proprio corpo e ripensa al sogno che le ha attraversato la mente durante il riposo: strano, persone mai viste, nomi sconosciuti, riti pagani che la disinteressano...
    Chissà cosa e se posso significare qualcosa.
    Gli occhi scrutano la sagoma ora ben illuminata e la pelle, la mano aiuta il braccio opposto ad piegarsi dietro la testa, poi posa di profilo per valutare i glutei e la schiena.

    Sono una bella topa, niente da ridire.

    Sogghigna soddisfatta dell'avvenenza e ricominciando poi a cercare le tracce della pustola che la deturpava già la notte precedente.
    In un riflesso di nervosismo, prima di avere l'esito della diagnosi visiva, borbotta tra sè e sè.

    Ora sogno anche di essere un uomo e fare orge pubbliche ... sarebbe il caso di ricominciare a darci dentro con qualche umano? Magari è un segnale delal mia psiche ... o sono solo arrapata.

    Scuote la testa dubbiosa e scansa il pensiero controllando la presenza dell'immancabile tablet ultima generazione sul comò del letto.
     
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    Allo specchio, Leffe vide che il bubbone non era sparito. Giallastro e pulsante, estendeva i suoi tentacoli verso il centro della schiena, ma non sembrava essere cresciuto. La sua pelle era ancora più pallida, il viso tirato e gli occhi infossati, gli occhi coperti da una leggera patina giallastra. Parevano sul serio i segni di una malattia. Nulla di troppo evidente, ma la naturale bellezza della ragazza era in parte offuscata dall'aria malaticcia.

    Il tablet era là a disposizione.
     
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    Un broncio incupisce il volto della giovane, innervosita da quella deturpazione ben visibile che pare affossare il proverbiale fascino della giovane e bella DJ. Sbuffa, lanciando un'ultima occhiata al resto del corpo, abbandona infine lo specchio per coprirsi con la vestaglia color vinaccia a fantasie nere, la fascia bene in vita e dopo aver preso il telefono portatile prosegue fino alla zona del salotto, dove siede comodamente su un divanetto a passare in rassegna i messaggi sul cellulare e a rimuginare sul sogno notturno.

    Uso un punto per ottenere una divinazione circa il sogno avvenuto.


    Le dita scorrono e saltellano sul display, attiva anche internet per poter controllare l'indirizzo relativo il ragazzo che dovrà andare e cercare son Sullivan e Odette, quindi studia bene la mappa della zona per non perdersi nel nulla come ha rischiato in precedenza la notte del famigerato concerto.
    Non ha molto in testa in quel momento, solo la missione e il chiodo fisso di trovare una cura subitanea per il proprio malanno, l'impresario che le sta' facendo da manager non si è più fatto vivo e il lavoro appare temporaneamente distante dal suo orizzonte.
     
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    Sono riuscito ad accedere al forum tramacciando tra VPN e proxy!

    alzi il livello di Fato a 5. Ora hai 4/5 punti Fato.


    Leffe lasciò che la sua mente vagasse, liberandosi dal suo fardello corporeo.
    Come si addormentasse sognasse, Faith si librava a mezz'aria in una biblioteca. Scaffali e scaffali ricolmi di libri e volumi polverosi si alzavano per chilometri sopra le nuvole, e lo spirito di Faith si faceva strada in un vero e proprio infinito labirinto. Le pile di libri si attorcigliavano su loro stesse, creando architetture assurde e concepibili solo da un folle. Archi distorti, colonne ingobbite, mura sbilenche.apocrypha___skyrim_screenshot_by_ulanx-d5unreu

    Nel mezzo di quel labirinto, un giovane ragazzo era chino su una scrivania. Leggeva con febbricitante passione un libricino consunto. Di tanto in tanto recitava a voce alta, una voce che a Faith risultava distorta, inintelligibile, come se provenisse da un abisso profondo. Nel recitare, copiava su un libricino a parte, premendo la punta della penna con risoluta follia.
    Un verso gracchiante attirò l'attenzione della Brujah verso l'alto, su uno scaffale lontano. Un gabbiano era appollaiato, con le ali aperte, e teneva la testa girata, a fissare con l'occhio tondo dall'iride ambrata il ragazzo.
    All'improvviso il terreno sotto i piedi di Leffe si spalancò, ingoiando la Brujah. Tutto ora era illuminato dai fari del palcoscenico di un teatro. La platea formata da spettatori anonimi e senza volto stava osservano lo spettacolo, che si stava svolgendo proprio accanto a Faith. Un uomo avvolto da una tunica gialla, una corona di cartapesta in testa e una maschera pallida, stava declamando le stesse parole oscure che recitava il ragazzo nella biblioteca. Alla fine di ogni strofa, una fiamma si accendeva là, in mezzo agli spettatori. Un fuoco giallo, freddo e dall'odore nauseabondo avvolgeva la testa di uno di quegli uomini o donne senza volto. Poi un'altra, e un'altra ancora. Chi veniva colpito dalla fiamma, si alzava, e con uno scatto di violenza inaspettata, attaccava il vicino, diffondendo il proprio fuoco come una malattia. In men che non si dica, la platea si era ridotta a un caos di violenza e fiamme che non emettevano luce alcuna.
    Un fremito di piume attirò nuovamente lo sguardo di Faith dietro di sé. Ancora quel gabbiano che osservava la scena. La Brujah abbassò nuovamente lo sguardo, per trovarsi fisso su di sé quello vuoto della maschera bianca.

    Nella mano stringeva un libro non molto spesso. Non presentava particolarità evidenti, e la copertina non aveva alcuna intestazione. Il libro bruciò nelle mani della figura mascherata, lasciando posto a un nuovo volume, non dissimile dal primo, ma su di questo si era posata una falena gialla.F_Nemos_Old_Book_Art_Bombyx_quercus_female
    Giusto il tempo di poter scorgere l'insetto, che il libro subì una nuova trasformazione. Sotto gli occhi di Jacqueline, le pagine del volume si decomposero a velocità sorprendente, assieme alla falena. La decadenza della materia del libro rivelò cosa si nascondeva al suo interno: un medaglione circolare con un simbolo peculiare, che però la Vampira, nella fumosità della visione, non riuscì a distinguere con precisione.

    Hai visto il Segno Giallo?

    Domandò la maschera, ma prima che la Vampira potesse inventarsi una risposta, l'uomo giallo ritirò la mano.

    Tu... Non dovresti essere qui.

    Disse, sorpreso.
    In quel momento, Leffe ebbe la netta sensazione che, in effetti, lei non si sarebbe dovuta trovare in quel posto. Aveva messo il naso in questioni che sarebbe stato meglio fossero rimaste sepolte.
    Una fitta di dolore colpì la Vampira, e tutto cominciò a vorticare, mentre la mente della Brujah veniva rispedita a forza nel suo corpo.
    Leffe si svegliò di soprassalto, come se, da mortale, si fosse svegliata da un incubo notturno. Sudore sanguineo le colava sul volto. Il bubbone sulla spalla pulsava, pompando pus nella circolazione sanguinea di Faith, provocando un dolore lancinante, e la Vampira comprese che quella era la punizione per aver scrutato in una parte dell'abisso da cui si sarebbe dovuta tenere ben lontana.

    1 danno aggravato.


    La sua volontà si era indebolita. Si sentiva mentalmente stanca, incapace di reagire, dopo quel viaggio psichico. Doveva riposare. E riposò. Restò stesa per un tempo indefinito, con lo sguardo spento e vuoto. Passò un'ora prima che la Vampira ritrovasse le forze per reagire.

    Perdi un punto di forza di Volontà permanente, mentre acquisisci un punto in Robustezza.


    Con un sospiro, la Brujah si alzò a sedere e riprese di malavoglia il tablet. Con stanchezza compose l'indirizzo di Thomas, il ragazzo appestato.

    2017-06-16 06:11:51 Leffe rolls 3 dice to Int.+Investigare (Diff 8) 5,2,8 [1 success]


    Trovò l'indirizzo, in una zona povera e depressa della città, ma più che la posizione su Google Maps, Faith non riusciva a concentrarsi per farsi una ricostruzione mentale chiara dell'area, su cui poter fare affidamento più tardi.
     
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    La testa duole per la caduta e la spalla emette ancora un lancinante dolore che pare averle contratto in parte i muscoli della schiena. E' goffa, appesantita per lo shock, sbatte a forza le palpebre per assicurarsi di essere ancora a casa mentre con le mani si tasta il collo e il viso tanto per riprendere confidenza con il senso del tatto dopo il crollo improvviso.
    Affaticata, si alza dal pavimento dal pavimento e siede, presa dall'ansia improvvisa di uscire di casa per sgombrare la mente dai pensieri. Controlla in internet l'indirizzo dell'appuntamento e batte ancora un paio di dita sul display dello smartphone, invia un messaggio ai due interessati che fanno parte del suo gruppo di ricerca.

    Parto adesso da casa, ci vediamo alla casa dove abitava il ragazzo. (segue indirizzo per chi non ricordasse.)

    A fatica, quasi zoppicando per dei crampi alle gambe, muove in direzione della camera da letto dove cercherà dei vestiti comodi da indossare e prenderà uno zainetto piccolo in cui tenere i propri oggetti personali da passeggio (erba, cellulare, spray al peperoncino ...).
    Il look notturno di oggi consiste in: pantaloncini neri alla zuava, maglietta di marca, giacca alla moda color blu scuro, occhiali colorati, scarpe basse chiuse e nere, un cenno di trucco da artista drogata.
    Durante i rapidi preparativi, rimugina dubbiosa sul sogno avuto o meglio sulla visione.

    Ma chi è quella figura gialla? Come ha fatto a ferirmi? Comunque sono più che sicura che abbia a che vedere con il Sire Pennuto incontrato a Teatro. Ci sono troppi riferimenti ... il pellicano, il modo di scrivere forsennato, i libri, la recita a teatro .... Godeau non ci ha detto tutto. Dovremmo darlo agli uomini della Sceriffa per obbligarlo a parlare.

    Scuote la testa infine, i capelli scompigliati quel tanto da farla sembrare appena uscita da un incontro a luci rosse, tanto per confondersi meglio con i bassi fondi e dare l'idea di una che li bazzica per qualche motivo normale.
    Muove infine alla volta della porta di casa per uscire e raggiungere il luogo dell'appuntamento.
     
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60 replies since 3/5/2016, 21:25   745 views
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