PORT NOLA

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    Che c'è? ho qualcosa tra i denti?

    Chiese Wade ad Ares, notando la sua espressione esterrefatta.

    Sembra che hai visto un fantasma, ti sono venuti i capelli bianchi.

    Quindi si girò a osservare la scenetta messa su dagli altri Cainiti.

    Ma dobbiamo davvero viaggiare con quelli lì?

    Sospirò, rassegnato.

    L'unica che mi sembra con del sale in zucca è la tipa, ma solo perché sa come rendere onore a Caino con i suoi riti. Ma gli altri...

    Si grattò pigramente la pancia.

    Sarebbe meglio che anche gli altri si sigillassero la bocca con l'acqua di mare.

    Diede una pacca alla spalla (o meglio, al braccio, vista la differenza di altezza) ad Ares.

    Sarà un viaggio molto lungo. Fortuna che ci siete te e Beetlejuice a tenermi compagnia. Andiamo, vecchio mio. Andiamo a mostrargli cosa è un Vero Sabbat.

    Si fermò a dare un'occhiata dall'alto verso il basso al Ravnos.

    Oh, be'. Come sono un Vero Sabbat e una vera Troia, per lo meno. Brutto tiro, eh? Andiamo.

    Quindi si avviò verso il resto del gruppo.

    Hola, Vatos e Chicas! Que pasa?

    Salutò con entusiasmo, alzando una mano, mentre si avvicinava.

    Mi dispiace interrompervi. No, non è vero. Non mi dispiace per niente, ma è da troppo tempo che l'attenzione non si concentra su di moi, il centro gravitazione della figaggine di questo universo. Allora, che si dice?

    Si fermò in mezzo al gruppo, lasciando cadere la borsa sportiva con il clangore di armi al suo interno. Incrociò le braccia, e quell'ultima domanda la rivolse proprio a Times.
    Quello era un volto nuovo, che nessuno aveva mai visto. Un giovane di bell'aspetto, dal fisico atletico nascosto dietro a una felpa nera e un paio di larghi pantaloni in stile cargo. Eppure il modo con cui si era presentato non lasciava dubbi che si trattasse di un Cainita della Spada.

    Nota:

    Vato: A male Sabbat vampire.
    Chica: A female Sabbat vampire
     
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    Nella suggestione data dai poteri dell'ascendente, Harahel non mancava mai tuttavia di considerare i nuovi arrivati.
    Non più di qualche secondo, giusto il tempo di capire se si trattava di nemici, di sfortunati curiosi, di misere sacche di sangue o di... pari.
    Ammesso che di pari si potesse parlare, con l'arrivo di Ares.
    Il declassamento subito dallo stesso era cosa terribile, anatema di un vero sabbat e fonte di disonore non certo indifferente. Ma più che del rango di falso sabbat- che pur sempre trattava di status, ed allo spauracchio interessava molto relativamente- Harahel era rimasto ammaliato dagli effetti teorici dell'allontanamento dal padre oscuro.
    Costui al processo è stato esiliato al gradino più lontano da Caino. Sarebbe interessante scavare nel corpo di qualcuno prima e dopo tale contratto, alla ricerca di differenze fisiologiche e di come sono interconnesse magia rituale e fisica.
    l'inconfondibile, quanto irritante, tono di voce di Wade non era cambiato di una virgola.
    Quando lo spauracchio distolse leggermente lo sguardo da Times solo per dare un volto alla fonte di suono, vedendovi un giovane dall'aspetto decisamente migliorato, rispetto a prima.
    Maestoso.
    Egli, nella sua punizione, è un gradino evolutivo al di sotto dei nostri.
    Il suo corpo è rigenerato, la sua umanità, ripristinata.
    In parte.
    Questo si che sarebbe un interessante da sezionare...
    Già dimentico di Ares, la cui maledizione era di origine ed effetti completamente sovrannaturale, il cervello del sapiente si stava già riadattando al pensiero di come i ritae del sabbat potessero influenzare in tale modo anche le leggi fisiche più primarie.
    Nessun rispetto, anzi: Wade non era visto in altro modo se non come una petulante cavia da laboratorio. Più una morbosa curiosità, che in minima parte lo distoglieva dal pericolo costituito dalla spia.
    Costui però è una spia, ed ora parlano di renderlo edotto sui ritae della contrizione.
    Ciò è sbagliato...

    Schiavo della suggestione impostagli da Lazarus, così come poco lucido in relazione dell'effetto aureola e dell'ascendente di Times, Lo spauracchio provava confusione.
    Nel suo mondo di logica il caos non era concepibile.
    Che sia costei la spia, desiderosa di preservare il proprio compagno? pensò, osservando Cybele. In un moto di paranoia, lo stesso Harahel faticava ad analizzare i dati.
    Non mancò ulteriore benzina sul fuoco, quando Legione si fece avanti. E costui, che saluta il popolo della spada come un camarillico?
    Un altra bestia ignorante, a giudicare da come Lazarus lo considera...


    L'intromissione di Wade nei discorsi non venne presa in considerazione dallo spauracchio. Il suo essere muto gli permetteva di analizzare sulla distanza lo stato degli altri sabbat, veri o falsi che fossero.
    Presenti.
    Assenti.
    Innocenti.
    Colpevoli.
    All'appello manca Exseven, Plague, Blake, e da che vedo Ardeth...oltre al misero ritardo del contatto con l'inquisizione.
    Quindi tornò a ignorare tutti, focalizzandosi su Times e cercando di capire quanto potesse essere un'effettiva minaccia.
     
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    Mi accorsi solo dopo aver parlato che le parole che avevo rivolto all'ipotetico Wade avrebbero potuto stuzzicarlo, o quantomeno irritarlo. In fondo un insulto ai partecipanti alla Crociata di New Orleans era un insulto diretto anche a lui. Non era quello però momento di seminare zizzania e spargere discordia. Specie in un momento cosi delicato. Un impostore tra le nostre fila... Un possibile infiltrato... Identificarlo avrebbe dovuto essere la nostra massima priorità, al fine di epurare la Spada dal pericolo di una fuga di informazioni.

    Era paradossale il fatto che gli unici due che per certo si potevano dire "puliti" fossimo proprio io ed Ardeth, visto il rituale cui eravamo stati sottoposti dagli Inquisitori. Di certo la nostra lingua non avrebbe proferito verbo al di fuori della setta.


    Stavo per dire qualcosa, per correggere il tiro della mia frase per addolcirne i toni quando un altro Vampiro conosciuto appena di sfuggita fece la sua apparizione sulla scena. A quanto pareva un vecchio conoscente dei due che stavano discutendo con Times, anche se non era ben chiaro il loro legame.

    Abbandonai ogni intenzione di parlare e mi unii al mio ductus nell'osservare la situazione. Il nuovo giunto aveva l'aria di un barbone, e più d'uno dette l'impressione di essere irritato dal modo irruento con cui si era imposto sulla scena. Lo stesso Lazarus, col quale questi pareva avere un qualche legame, ne prese subito le distanze.

    CITAZIONE
    Sarà la seconda o terza volta che lo incontro, figlia dei Carpazi


    Ah! A quanto pare non sono il solo a venire da quelle parti...


    Pensai tra me e me sentendo quelle parole, studiando i vari compagni di ventura con cui avrei avuto a che fare da li a poco.

    La Sacerdotessa svolse poi un rituale cui assistei con molto interesse. Le sue parole emanavano una sacralità ed un fervore che difficilmente poteva sfuggire ai presenti. Tutt'altra storia rispetto a quello Xavier.. Il "Sacerdote" che a questo punto era il caso di dire per fortuna non era più membro gradito della Setta. Il tipico esempio da portare a spiegazione del perche quella Crociata fosse fallita.

    Chinai il capo in segno di rispetto per il rituale in atto, abbassando lo sguardo e ascoltando le parole della "Figlia dei Carpazi" quasi come fossero rivolte a me. Mai come in quel momento sentii il peso del mio nuovo status. Non avrei avuto per molto tempo l'onore di partecipare ad un Ritae.

    Solo a quel punto, dinnanzi ad un Rito tanto sacro ed al contempo spontaneo per quella Sacerdotessa, compresi il valore della mia Penitenza. In quel preciso momento mi fù chiaro il disegno dell'Inquisizione, il valore della mia punizione.

    Mi portai le mani al volto, restando diversi secondi immobile in quella posa cercando di metabolizzare quella nuova più ampia comprensione.

    Espierò la mia penitenza.

    Fu il mio unico pensiero dopo quell'attimo di stasi, mentre le mie mani tornavano - pugni stretti - ad adagiarsi lungo i fianchi. Lo sguardo deciso era acceso dal fervore finalmente riacceso per la prima volta da quendo ero in quella città. Non era un caso se mi ero perso arrivando a New Orleans e mi ritrovavo solo ora, andandomene.

    Quella città doveva bruciare nel rogo purificatore dell'inquisizione insieme a tutti gli eretici che l'avevano resa quello che era. Un posto privo dei valori fondamentali della Spada, terreno fertile per infernalisti ed eretici..


    ...


    Fu allora che Wade mi destò con la sua solita verve dal mio torpore. Si buttò sulla scena come un attore consumato desideroso di avere i riflettori tutti su di se, ed indubbiamente riuscì nel suo intento.

    Wade era cosi.. Io lo avevo capito, ma gli altri? Quanto lo avrebbero compreso? Quei volti contriti ed impostati quanto avrebbero visto di buon occhio un simile tornado di follia?

    Seguii quello che - seppur in modo del tutto insensato - continuavo a considerare il mio Ductus, e mi avvicinai come mi aveva invitato a fare insieme a lui. Il mio sguardo restò basso, non volevo certo che qualcuno dei presenti prendesse per gesto irrispettoso l'esser guardato negli occhi da me. Ignoravo quasi totalmente chi fossero gli altri, e non potevo sapere come avrebbero agito e reagito in mia presenza.

    Edited by Lopensky - 6/2/2017, 14:33
     
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    Una donna si avvicinò ai presenti, passo deciso e sguardo fisso sugli astanti, scarpe basse e comode ma al contempo eleganti ed un completo, giacca e cravatta, nero che sarebbe stato decisamente più appropriato addosso ad un uomo che non ad una donna.

    Capelli castani, occhi nocciola e pelle olivastra si fece largo fra i sabbatici senza timore e con la riverente confidenza di chi è abituata a trattare coi mostri.

    Salve a tutti i presenti, chiedo scusa per il lieve ritardo ma stavo ultimando la compilazione della vostra documentazione d’imbarco.

    Il mio nome è Artemisia Salamanca y Grimaldi e sono il vostro contatto della Spada.
    Lieta di servirvi.


    Con un lieve cenno del capo in segno di rispetto, salutò i presenti. Sapeva quale fosse il suo posto e, sebbene confidente delle proprie capacità, non avrebbe mai osato porsi in una condizione tale da potersi fraintendere con quella di chi tratta gli altri con sufficienza da una posizione di superiorità. Era sicura di sé, delle proprie capacità e della propria utilità, lo rivelava la fermezza del tono della propria voce, lo sguardo fiero ed orgoglioso, i gesti sicuri e decisi delle proprie mani mentre parlava, ma al contempo gli appellativi di rispetto mostravano un chiaro segno di sottomissione gerarchica ai presenti.

    Prego, seguitemi – Un ampio cenno con la mano per invitare i presenti ad assecondarla - Parleremo mentre ci avviamo al ponte d’imbarco.
    Vogliate scusarmi se vado di corsa ma abbiamo poco tempo.
    – riprese, sfogliando le pagine della cartellina che fino a poco prima teneva sottobraccio - Ora vi fornirò le vostre identità per la traversata, così come disposto dalle superiori autorità.
    Domando umilmente scusa se non dovessero essere di vostro gradimento ma la scelta delle stesse non è dipesa da me e spero vogliate comprendere che, visti i tempi ristretti in cui i nostri operatori sono stati costretti ad organizzare il tutto hanno fatto quanto di meglio potevano.

    So benissimo che delle scuse sono inaccettabili ma purtroppo non si è riusciti a fare meglio di così.
    – Sfogliando le pagine dei fogli della propria cartellina iniziò a prendere delle buste ed a passarle ai diretti interessati, comunicando il contenuto delle stesse per abbreviare le tempistiche - Qui ci sono le vostre identità, dunque:

    Nome: Herman Rupert Cognome: Reichmann, 53 anni
    Professione: Professore di storia e mitologia in trasferta alla Tulane University per una conferenza… Alla signora Cybele.

    Nome: Cassidy Cognome: Clay, 21anni
    Professione: Studentessa di giurisprudenza dell'Università di Princeton che ha deciso di prendersi un anno sabbatico per visitare l'America… Al signor Wilson.

    Nome: Thomas Francis Junior Cognome: McCain, 29 anni
    Professione: attore teatrale canadese, girovago. Un… mimo? … Al signor Harahel.

    Nome: Augustine Cognome: Peterson, 55 anni
    Professione: Pastore, in viaggio dalla sua città di provincia nell’Illinois per concludere un seminario… Al signor Lazarus.

    E per concludere abbiamo una coppia:

    Nome: Ruth Cognome: Hershberger, alias Rue. 22 anni. Amish, nipote di

    Nome: Isaac Cognome: Hershberger, 57 anni.

    (figlia di suo figlio, Ike’s Abel Hershberger, e di Pinky Amity Yodel, contadini).

    Provenienza: Comunità amish in Pennsylvania

    Motivo del viaggio: Ritorno da una fiera di cavalli in Louisiana organizzata dal Louisana Equine Council… Ai signori Times e Legione.

    Tutto chiaro?
    – Senza dar loro il tempo di rispondere riprese – Sono sicura che con le capacità a disposizione del vostro sangue sarete perfettamente in grado di interpretare i ruoli assegnativi alla perfezione. Domando nuovamente scusa se le identità fittizie non fossero di vostro gradimento.

    Prego, da questa parte, siamo quasi arrivati.
    – Disse, facendo svoltare al gruppetto che si era incamminato al suo seguito l’angolo di un capannone e raggiungendo quella che sarebbe stata la nave che li avrebbe ospitati per il viaggio.
    A differenza delle prime istruzioni, per chi vi avesse fatto caso, erano al molo 8 e non al 10.
    Forse un’ulteriore precauzione delle Spada a causa della talpa della Torre d’Avorio.

    A qualche centinaio di metri era possibile osservare quello che aveva tutta l’aria di essere il capitano della nave che, dopo averli scrutati, diede un’occhiata all’orologio e fece cenno alla donna che li accompagnava di darsi una mossa.
    La donna gli fece cenno di aspettare ed il capitano, esasperato, iniziò a salire il ponte.

    Artemisia, invece, tranquilla e sicura di sé li fece entrare da una porta del capannone e li condusse ad un piccolo ed anonimo ufficio dove iniziò a distribuir loro i documenti di identità ed a fornire i vestiti adatti alla traversata per coloro che avrebbero dovuto interpretare un ruolo peculiare, come quello della coppia amish o del prete.

    Ci sono domande?

    Turni liberi. E possibilità di rispondere più volte, come fatto fin’ora.

    Ecco perchè per le identità dovevate aspettare :P XD


    Edited by Joker- - 7/2/2017, 18:42
     
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  5. -Cybele-
     
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    Lasciò a Times il tempo di capire e realizzare ciò che era accaduto, e che sarebbe continuato ad accadere nelle prossime notti. Con un sorriso compiaciuto accolse il suo gesto. Penitente, bada bene a chi dovrai presentarti la notte in cui estirperai definitivamente la tua colpa. Questi tre membri della Spada. , sottolineò al Dottore, indicando se stessa, Lazarus e Harahel. Non egli, ch’era troppo distante, e nulla sa e saprà davvero. , soggiunse, riferita a Legione, alzando su quest’ultimo lo sguardo prima di tornare a recuperare le proprie cose, al fianco di Lazarus. Fu in quell'attimo che il rumore prodotto dalla borsa di Wade le catturò l'attenzione.

    Impiegò alcuni istanti per associare la voce all'individuo. "E' " un uomo. Non "come". Rabbrividì. Quella condizione suggestionava il suo spirito che si ribellava alla sola idea. La contentezza non era certo il sentimento che più traspariva nel vedere sia Deathwish che Ares, piuttosto una certa distanza. Come volesse evitare qualsivoglia contatto con l'essenza che entrambi portavano, quella sorta di retrocessione evolutiva - un'involuzione.
    Fortuna volle che in quel momento giungesse il messo dell'Inquisizione. Viziata. Sibilò nella testa all'udire il cognome della donna. Ne ascoltò le parole con attenzione e la seguì fino al magazzino. Non era la propria identità come passeggera ad importarle in quel primo momento, quanto piuttosto alcune che venivano consegnate ad altri da quell'araldo Grimaldi. Fissò Wade e Times che tanto ci si aspettava cambiassero. Troppo classici - troppo umani - troppo comuni per aver anche solo una minima parte del Demone. Sospettosa li guardava, e tentava di vederli – prima di essere vista troppo – prima che potessero curiosare troppo – prendere troppo.

    CITAZIONE (Joker- @ 6/2/2017, 17:36)
    Sono sicura che con le capacità a disposizione del vostro sangue sarete perfettamente in grado di interpretare i ruoli assegnativi alla perfezione.

    A quanto pare l'Inquisizione si aspetta che cominciamo subito a conoscerci molto bene. E nonostante una probabile spia. bisbigliò all'orecchio del Ritualista, per nulla contenta. Un dettaglio la distrasse. E… Tu? , chiese ad Ares che, a quanto pareva, non aveva un’identità per sé. Equipaggio? , domandò in parte a lui e in parte alla Grimaldi. Recuperò i documenti che le spettavano, leggendo più precisamente chi dovesse essere. Cosa, dovesse essere. Rifletteva. Miscelava quella persona in maniera infaticabile con le proprie cogitazioni e con ciò che le accadeva intorno – che la toccava direttamente - le parole di Lazarus in questo caso. Creatura. Artigliava nella testa quel suono sgraziato e lento, e lo trascinava nel turbinio del proprio essere. Lo faceva proprio.

    Nel tragitto verso la nave, la Koldun'ia affiancò il proprio Ductus. L'espressione della Demone era inequivocabile per l'altro, stava macinando idee. E fu perfettamente chiaro l'argomento quando esordì. Mio Pan...! Reverendo. , lo appellò con un moto di ironia cupa - utilizzando esattamente lo stesso termine utilizzato da lui giusto poco prima - e una miriade d'altre volte. Era strano come i ruoli sociali dei due si ribaltavano in quell'universo creato ad hoc dall'Inquisizione. Era uno strano che aveva l'asprezza del non pensato. Del mai pensato. Quando si fermarono diede uno sguardo alla nave. Ma fu solo un istante. Tornò sul Ritualista. Se non ti è di troppo disturbo vorrei chiederti i tuoi panni di Dotto - i tuoi abiti. , soggiunse, con un tono che viaggiava sulla linea di demarcazione tra ciò che erano da così tanto tempo. E viaggiava con calma, quel tono - senza precipitare. Quell'inatteso aveva una significatività che solo una Figlia dei Carpazi e un Custode nello stesso Branco - e con quei ruoli - potevano contemplare - comprendere.
     
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    Venne considerato come testimone dell'ignoranza di Times, ancora poco convinto su cosa quell'individuo dovesse significare. Rappresentava una minaccia? poteva affermarlo con ragionevole certezza?
    Il morso contrastato delle due discipline influenzava Harahel in modo distorto, e gli impediva di colpevolizzare il vampiro senza smettere di accusarlo.
    L'intervento del messo dell'inquisizione bastò a placare il sapiente.

    Grimaldi. Osservava senza particolare interesse la persona che si trovava davanti. Ne carpiva le parole appieno mentre mentalizzava dove aveva già sentito quel nome, scavando nella sua memoria storica alla ricerca di un raffronto. Se non vado errando è storia Tzimisce.
    Me ne aveva parlato Erazm, ma non ho mai avuto il piacere di approfondire. non Ancora.

    Una rapida controllata a chi si professava membro del sabbat sfruttando gli auspici, e poi avrebbe seguito "il carro".

    Auspex sul messo, giusto perchè siamo in paranoia.


    Ignorò le scuse, mentre seguiva il messo lungo il tragitto.
    mimo.
    La scorza inespressiva di Harahel ebbe un leggerissimo fremito, ulteriormente celato dal suo abbigliamento imbottito. senza protezioni, il volto granitico del cainita avrebbe mostrato soltanto un leggerissimo, quasi invisibile sorriso sarcastico.
    Immagino che gli inquisitori lo trovino in qualche modo umiliante, o derisorio.
    Hanno ben tempo da perdere, considerando tutto...


    Ignorò l'eventualità di una presa di posizione simile da parte del tribunale, quindi si limitò a fare un cenno di comprensione ed un passo avanti quando chiamato. riflettè per un lungo istante sulle sue possibilità di impersonare un attore.
    Senza alcuna possibilità di strafare, lo spauracchio era certo di non essere chissà quale attore. Solo vaghi rudimenti erano insiti nella sua mente, sempre applicata ad elementi più scientifici.
    Ma come in molte altre occasioni, la memoria gli tornò in aiuto.
    Stanislavskij millantava che con la psicotecnica si potrebbe impersonare chiunque e qualsiasi ruolo. Con un minimo margine d'errore potrei indurre l'idea che questo "attore" si stia preparando per un ruolo.
    Inutile applicare questa buffa teoria direttamente, meglio basarsi sulla sua più diretta forza: La fama.

    Quindi si concentrò per memorizzare anche le altre identità.
    Sarà utile saper rintracciare gli altri... quantomeno sarà utile per evitarli.

    Non aveva domande, dubbi o che altro. Certo non si sentiva di lasciar perdere di colpo tutti i suoi sospetti su Times, ma questi non dava segni di voler scappare da chissà che parte.
    Quindi prese i documenti che gli erano stati assegnati, eseguì un saluto marziale coerente per la situazione, e si incamminò sulla nave. Come sempre nel silenzio, immerso nelle sue elucubrazioni.
     
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    Ore 18:45

    Ardeth aprì gli occhi. Non trovando rifugio migliore, il vampiro aveva dormito sottocoperta in una chiatta ormeggiata al molo. Chiatta di cui del proprietario non si era vista manco l'ombra. Un vero peccato, visto che Ardeth sentiva una certa sete, e non una sete leggera, il cobra aveva molta sete. La sua era una sete tale da fargli svuotare come una lattina una vacca adulta, cosa che avrebbe fatto senza troppi problemi se non fosse stato per il trascurabile dettaglio che era nel mirino della Camarilla e dei Federali, dunque lasciarsi dietro dei cadaveri non era la cosa più saggia da fare. Sebbene la cosa gli sarebbe costata fatica, avrebbe evitato di uccidere quelle inutili sacche di carne.

    Senza attendere oltre, il cobra uscì dalla chiatta, stando ben attento che nei dintorni non ci fosse anima viva che potesse vederlo.

    I suoi colleghi sicuramente si erano già messi all'opera, era giunto anche per lui il momento della notte che preferiva: la caccia.

    Ore 19:45

    Il cobra si aggirava per il porto sfruttando il terzo potere dell'oscurazione, la maschera era il volto di una delle tante persone che aveva incontrato nel corso della sua vita. Un volto scelto a caso, non c'era una ragione precisa.



    Nel suo girare era particolarmente cauto, guardandosi intorno di tanto in tanto. Che il suo essere nel mirino della Camarilla fosse vero o no, l'Inquisizione aveva sicuramente ottenuto come risultato un cainita più prudente.

    Dopo tanto girovagare trovò finalmente una preda, un vecchio intento con tutta tranquillità a pescare mentre si fumava una pipa. Ardeth si avvicinò con estrema cautela, prima di passare all'azione voleva assicurarsi di non essere visto da altre persone.

    L'uomo, vedendo il cainita avvicinarsi, non poté fare a meno di chiedergli se gli servisse qualcosa. Qualcosa in effetti gli serviva... il suo sangue. Fulmineo e senza rispondere, il cainita affondò la lingua biforcuta nel collo dell'uomo, lasciando che gli effetti del Bacio si facessero sentire.

    prendo 4 ps


    Non lo prosciugò, ma quanto aveva preso non era abbastanza per quietare la sua sete, doveva necessariamente trovare altre prede.

    Ore 20:45

    Stavolta il cobra prese le sembianze di un omone di colore. Era certo di non essere stato visto da nessuno, ma era bene eccedere in prudenza.



    La ricerca per una seconda preda richiese del tempo, ma finalmente la trovò. Un gruppo di persone scaricava delle casse in un magazzino, e una di queste si allontanò per qualche motivo. Avvicinandosi a questa, poté vedere che l'uomo doveva fare una telefonata. La vacca fece solo in tempo a prendere il cellulare, prima di ritrovarsi trascinata in un angolo buio con una lingua ficcata nel collo. Ovviamente anche questa vacca non venne prosciugata, così com'era altrettanto ovvio che il sangue prelevato non fosse sufficiente.

    prendo 3 ps


    E siamo a due, diamine, starò diventando "buono"?

    Ore 21:45



    Il cobra non ricordava di essere ricorso all'oscurazione così tante volte come quella notte. La sua ultima "vittima" fu un uomo beccato a girare da solo per i moli. Spacciatore, scaricatore di porto, gigolò... poteva essere qualunque cosa, tanto al vampiro della sua identità e del motivo per cui si trovava lì non gliene poteva fregar di meno, l'unica cosa che vedeva in lui era un "donatore" di sangue di cui avrebbe subito approfittato trascinandolo in una zona buia.

    +4 ps. Mi curo il danno rimasto.


    Tre vacche mi ci sono volute... Tre. Fottute. Vacche. Santi loa, qui rischio di rimanere a NO.

    La caccia era stata lunga quella notte, ma la sete del vampiro ora era saziata, ora poteva recarsi al luogo dell'appuntamento senza rischiare di aggredire i suoi simili in preda al bisogno di nutrirsi. Era tempo di correre, di certo non sarebbero rimasti ad aspettarlo, non l'avrebbero fatto prima quando era un vero sabbatico, figurarsi ora che era stato degradato a troia.

    Edited by ulbabrab - 8/2/2017, 00:25
     
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  8. Dr. Times
     
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    E questo Pallone Gonfiato da dove arriva? Fu l'unico pensiero che attraversò la mente del giovane Pander, mentre la sua attenzione si focalizzava completamente sul mediocre palestrato vestito come un teppista di strada. Non ricordava di averlo visto alla Vaulderie della notte precedente, anche se doveva ammettere che i personaggi convinti di festeggiare Halloween in ritardo erano parecchi. Aveva chiare le immagini di un perdente in divisa da supereroe, e un poveraccio con la faccia dipinta da teschio messicano. Vero che l'aspetto non è tutto, ma se ti vesti da demente meriti di essere trattato come tale.

    Lungi dall'esibire espressioni sconcertate o disgustate di fronte allo sconosciuto, Times si limitò a scoccare uno sguardo incuriosito all'esibizionista, per poi negargli esattamente ciò che aveva richiesto, il suo interesse.
    Con un movimento fluido il suo capo si mosse invece a studiare i lineamenti del gigantesco albino alle sue spalle. Quello se lo ricordava bene. Molto bene. Uno dei pochi che non aveva versato il proprio sangue nel calice, ma che aveva bevuto ugualmente. Per quanto riguardava Times, vi era una sola spiegazione per un simile comportamento: Troie.
    Una semplice constatazione, più che un giudizio. Fino a quel momento sembrava che il gigante sapesse stare al suo posto, e la cosa era quantomeno apprezzabile.

    Da parte sua non ci furono altre azioni fino all'arrivo del messo. Ascoltò diligentemente le parole della serva, con espressione calma e rilassata, e si mosse dietro di lei nel più religioso silenzio. La Contrizione in fondo doveva essere rispettata, e non sarebbe stato opportuno ne tantomeno conveniente per lui intervenire in alcuna maniera.

    Si permise un sorriso divertito sentendo i due ruoli che lui e il vampiro chiamato Legione avrebbero dovuto interpretare. Amish. Quella si che era ironia. Quasi destino che al diavolo tentatore toccasse la parte del contadino devoto. Il Bastardo già pregustava il divertimento che avrebbe ricavato nel calarsi in quel ruolo.

    Prima che il suo nuovo compagno di viaggio vi allungasse le zampe, Times afferrò con sicurezza i documenti della giovane Ruth dalle mani della servitrice. Quale migliore escamotage per spiegare la sua assenza di parole di una timida puritana troppo devota per mettersi a chiacchierare con degli sconosciuti? E quale migliore tentazione di un corpo giovane e illuminato dalla scintilla della purezza?
     
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    Wow. Gente simpatica.

    Non che si aspettasse di venir accolto con baci e abbracci, ma venire ignorato in quel modo? Sembrava di essere in mezzo a dannate caramelle, ma quello fu il suo ultimo commento dettato dalla lucidità.

    Abbiamo distrutto la fortezza della Camarilla abbiamo distrutto i traditori abbiamo distrutto gli eretici -

    Wade nemmeno ascoltava la donna appena arrivata. Aveva cominciato a mugugnare a mezza voce, senza pause, con aria assente
    - sono un cane al guinzaglio che nemmeno sa abbaiare e quattro signor nessuno apparsi dal nulla che nemmeno sanno salutarsi e ci ignorano sanno che il Padre Oscuro mi ha parlato sanno che mi ha detto di morire morire e rinascere morire e rinascere
    Hanno paura, Wade. Hanno paura di noi e di quello che siamo diventati.

    Temono quello che vedono e che conoscono fin troppo bene. Hanno paura di vedere loro stessi.

    Hanno paura di noi ci ignorano perché non vogliono vedere è una prova io sono Deathwish desidero morire e rinascere è una prova muoio e rinasco.
    Accettò in modo automatico i documenti che gli venivano offerti.
    Chi è Cassidy?

    Cassidy Jenny Jennifer no non sono io Jenny io sono Deathwish e Deathwish muore e rinasce prova a ignorarmi e ti cavo quei cazzo di occhi prova a ignorarmi e sei tu ad avere un desiderio di morte no sono io Deathwish e desidero la morte.
    Non è una buona nottata per le cazzate questa. Non è una buona nottata.
     
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  10. .Giona.
     
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    Dopo le scudisciate a Legione, il Nichilista assunse modi più consoni al rito celebrato dalla Koldun'ia. Il dottore aveva accolto la decisione della Tzimisce senza proteste e ciò dava forza all'effetto d'Ascendente cui il Custode era vittima. Annuì un paio di volte in segno d'approvazione verso il penitente.

    CITAZIONE (Geppetto17 @ 6/2/2017, 13:13) 
    Hola, Vatos e Chicas! Que pasa?

    Hola V ... salutò, ma chi era quell'individuo? Se aveva avuto difficoltà a riconoscerlo il suo compagno di branco, figurarsi il Custode. Spostò quindi la propria attenzione verso un membro ben più noto degli Arma V: Ares Tu, dov'è colui che era tuo Ductus fino a poco tempo fa? Ha deciso di abbandonarti?

    *

    * *

    *



    Augustine Peterson ... meglio che ... fu evidente lo stupore sul volto del Lasombra nel sentire il nome di Wade collegato con quello dello sconosciuto accompagnatore di Ares ... ricordavo una faccia diversa sotto quella tutina attillata. Credo che un Nosferatu abile come te avrà poca difficoltà a passarsi per una ragazzina questa volta il tono era ben diverso da quello usato con il dottor Times poco prima. Era un tu colloquiale, adatto solo a quel piccolo club di Ductus o ex-Ductus. E bè, sì, cos'altro poteva essere Wade, così orribile a vedersi quando aveva aggredito Plague, se non un Nosferatu? Spero potremo fare quattro chiacchiere appena possibile, mi auguro una traversata tranquilla.

    CITAZIONE (-Cybele- @ 7/2/2017, 21:54) 
    Se non ti è di troppo disturbo vorrei chiederti i tuoi panni di Dotto - i tuoi abiti

    Mmm. Non ti sembra eccessivo Figlia dei Carpazi? non era vergogna né avidità materiale, bensì la sgradevole sensazione che qualcuno potesse usurparne il posto, ecco quindi che non tardò a farlo presente Se ti è necessario puoi prenderli, ma che ciò si limiti agli abiti e non al ruolo. L'abito non fa il monaco. Che questo proverbio non t'abbandoni mai. ammonì.
     
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    Non è una buona nottata! NON È UNA BUONA NOTTATA!

    Wade urlò, colpendosi violentemente le tempie con i palmi delle mani.
    Quella notte le voci che gli abitavano la testa non erano i soliti compagni bonaccioni. Erano cattive, crudeli. Forse perché aizzate dall'apparizione del Padre Oscuro, si accavallavano tra loro, gridavano, e creavano un brusio indistinto nella mente del Cainita, che non riusciva più nemmeno a percepire i suoi veri pensieri. Sembravano i primi tempi, quando Wade non era ancora sceso a patti con la sua follia. Patti che valevano come la mente su cui erano stati stretti: meno che zero.

    Le voci gli dicevano di strappare quegli occhi azzurri che lo stavano evitando, e quindi di sfilare quelle vene nerastre nell'arazzo di pelle. Le voci non volevano essere ignorate, e non volevano che le si guardassero con disprezzo. Era la paura che desideravano. Anelavano attenzione.

    E fu Lazarus a dare loro l'attenzione che cercavano.

    Wade si colpì ancora una manciata di volte, per far tacere il coro di voci, e tornò la lucidità.

    Certo... Augustine. Farei volentieri due chiacchiere con te.

    Rispose a Lazarus.

    Dovrai cercare Cassidy.

    Dopo quelle parole, dagli occhi di Wade cominciò a colare un liquido rosso scuro, quasi nero. Il liquido si spanse su tutta la faccia del Cainita, anche sfidando la gravità, avvolgendogli completamente la testa e il collo. Di lì a poco, le mani divennero rosse, ricoperte dallo stesso liquido, colato sotto gli abiti.
    Il sangue scuro si assottigliò schiarendosi e diventando trasparente, assorbito dalla pelle.
    Quando il liquido scomparve del tutto, non c'era più Wade, ma Cassidy.



    Una ragazza dalla faccia pulita e giovane. Capelli lunghi color paglia e un sorriso allegro e confidente, anche se un po' ingenuo.
     
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  12. Dr. Times
     
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    CITAZIONE
    Non è una buona nottata! NON È UNA BUONA NOTTATA!

    Un Malkavian? Si chiese il dottore, resistendo all'impulso di voltarsi in direzione dello squilibrato incapace di controllarsi. I pazzoidi non gli piacevano particolarmente. E' difficile far ragionare un individuo che segue la propria logica, e normalmente nemmeno assecondarli produce risultati apprezzabili. Tenersi alla larga da simili pezzenti è sempre la soluzione migliore Convenne tra se e se, mentre in tutta calma si ritirava verso un angolo della stanza, per affrontare la sua trasformazione.

    L'operazione non sarebbe stata facile, anche perchè quel genere di cambiamento, così profondo e radicale, richiedeva una mutazione completa. Non una semplice variazione del volto. Il suo intero corpo andava completamente rimodellato. Riforgiato nelle aggraziate e seducenti forme di una giovane donna. Un esercizio che aveva già compiuto in passato, e che tuttavia ricordava gli aveva portato via tempo, energie e vitae.
    Posò gli abiti di lana grezza del suo nuovo costume su una sedia lì accanto, ed iniziò uno alla volta, a liberarsi degli indumenti del dottor Times, ripiegandoli diligentemente e riponendoli con cura all'interno del suo borsone.

    Un po' alla volta, esibì di fronte ai curiosi il suo corpo, pallido in modo innaturale, modellato in proporzioni quasi perfette e striature azzurre che lo facevano sembrare una statua di marmo in movimento. Lo infastidiva dover affrontare quella mutazione di fronte a Cainiti che conosceva a malapena, ma era fondamentale che il resto della massa non pensasse che il nuovo arrivato fosse pieno di segreti.
    Portò le mani al viso, e lasciò fluire del sangue fino alla punta delle dita. Percepiva chiaramente il potere degli scultori del sangue in esso. Una sensazione che aveva sempre trovato in un certo qual modo sgradevole. Le punte dei suoi polpastrelli iniziarono ad affondare nella carne, mentre il pander si concentrava sulla forma che desiderava ottenere.

    Sotto le sue mani i suoi lineamenti iniziarono a farsi più delicati. La sottile peluria che caratterizzava il suo volto venne riassorbita dalla pelle, lasciando gote rosse e immacolate. Le mani giunsero ai capelli, e questi si allungarono e arrossirono sotto l'esperta arte del mutaforma. I boccoli ricaddero voluttuosi sulle sue spalle, che in pochi istanti si erano fatte piccole e sottili. Le braccia divennero flessuose, mentre il seno e i fianchi venivano riempiti della carne in eccesso. In una inquietante e stravagante danza, il Cataro passò le sue dita su tutto il corpo, rifinendolo e rimodellandolo in quello di una sinuosa e giovane ragazza.

    Quando l'operazione fu conclusa, del dottore non vi era più alcuna traccia. Ora al suo posto vi era questa giovane, dai capelli rossi come il fuoco, e i lineamenti gentili. Una ragazzina di circa vent'anni, con tutte le sue curve perfettamente modellate, ma allo stesso tempo una pura innocenza traspariva dalla pelle candida di quel corpo.

    Il pander osservò il suo prodotto sul vetro scuro di una delle finestre dell'ufficio, prima di cominciare ad indossare gli abiti scuri forniti dall'inquisizione. Una volta rivestita, l'innocente osservò con i suoi occhi azzurri i vampiri rimasti, alla ricerca di quello chiamato con il nome di Legione, che avrebbe dovuto impersonare il nonno della dolce e tenera Rue.

     
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  13. -Cybele-
     
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    CITAZIONE (.Giona. @ 11/2/2017, 12:32)
    L'abito non fa il monaco. Che questo proverbio non t'abbandoni mai

    E’ sempre con me. , rispose a Lazarus con cognizione, annuendo profondamente. Conosceva abbastanza lo spirito altrui da percepire il cambiamento di vibrazione nell’Aria a seguito del suo cambiamento di tono. L’abito da solo è vuoto e floscio. Con un’espressione tranquilla si chinò a frugare tra le cose del proprio Ductus, recuperandone una camiciola e una giacca. Lasciò quindi lì il resto e la propria borsa, e prese solo il proprio zaino. Lanciò occhiate diffidenti a destra e a manca. Gelosa di se stessa e dei propri progressi, la Koldun’ia si appartò in un angolo dietro a degli schedari, in fondo a quell’ufficio.

    Come il drago. E’ tempo di rinnovare le scaglie – di creare un nuovo involucro nel momento in cui lo spirito si espande. Avvertiva quell’urgenza nascere man mano che la sua Natura continuava a insidiarsi, espandersi, prendere posizione. Stringeva nella mano libera i documenti di quel professore, di quel Dotto, ma di rado li guardava. La sua testa continuava a rimuginare sul concetto di Creatura.

    Si inginocchiò sul pavimento, dietro a quella barriera che aveva scelto a protezione dei propri mutamenti – dei propri passi. Posò tutto sul pavimento. Aprì lo zaino. Dentro vi era la Terra. La sua – quella che vive e si sfama ai piedi dei Carpazi, allungandosi fino al Mar Nero. Si tirò su le maniche e affondò con vigore le braccia all’interno – immergendosi in quella sensazione di familiarità – in quel legame ancora stretto, a tratti opprimente, ma fortemente desiderato – e temuto. Moje Tirsa. , bisbigliò, prendendo il controllo di quell’elemento. Estrasse – impregnato di quel sacro suolo – il proprio pugnale ritualistico e con occhi ben aperti lacerò con la lama la pelle del viso, in più punti - con la sicurezza di chi conosce colui su cui sta agendo. Lo posò di nuovo nella Terra e con entrambe le mani prese parte di quest’ultima portandosela al volto. Affondò le dita oltre l’epidermide, toccando i muscoli e percependo le ossa al di sotto. Senza esitare cercò i punti più deboli del proprio scheletro sugli zigomi. Con violenza li incavò, modellandoli con la Terra. Creatura. Il frutto di una potenza creatrice che può trasformare il fango – la terra – in altro. Di più alto. , diceva tra sé e sé, ebbra della propria evoluzione in atto. Con la Terra – trattenendola salda nel proprio spirito – manipolò il proprio aspetto. Affilò e rese più decisi i lineamenti, senza che perdessero del tutto ciò che erano stati. Allisciò le proprie vene esposte, in modo che fossero di nuovo sottocutanee – che lasciassero più spazio al proprio nuovo involucro. E mentre quei tagli si rimarginavano, inclinò il capo all'indietro e infilò la mano pregna del proprio sangue misto alla propria terra tra le fauci – premendo e stringendo alla base della gola, laddove le corde vocali si intonano. Dopo qualche attimo si liberò dalla propria stessa morsa, mosse la mandibola, aprendo e chiudendo la bocca più volte perché il proprio corpo si adattasse a quel cambiamento. Passarono alcuni istanti in cui la Creatura si formava. Il corpo tremava nel tentativo di stabilizzarsi, di adattarsi – evolversi. Come ultima cosa, la Demone si incise i dorsi delle mani, prima una, poi l’altra, cosicché, usando la propria Terra come fosse fango primordiale, potesse modellarsi, ricacciare sotto la cute le vene arzigogolate. Infilò di nuovo le braccia nello zaino e lasciò che lì la Terra si nutrisse del proprio sangue mentre le ferite si rimarginavano.

    Richiuse quel prezioso contenitore, con cura. Si alzò, la postura era salda. Indossò la camicia e la giacca di Lazarus, rimboccando le maniche fino ai propri polsi, celando al di sotto le vene in rilievo delle braccia.
    Quando tornò dagli altri, non era più solo la ragazza che avevano visto. Ma il sesso ora non importava più. Aveva mosso un passo in più. Aveva un aspetto spigoloso – androgino: iniziale e assieme evoluto. La prima – e unica – Creatura che la sua potenza creatrice aveva plasmato. Nulla coesisteva – ma tutto esisteva in quell’armonia deforme propria solo dei Demoni.



    Te li restituirò. , disse a Lazarus, tornando al suo fianco. La voce era un misto di torni che si sovrapponevano, e solo sull’ultima sillaba si accordarono – in un timbro più grave rispetto al precedente. La fluidità arzigogolata dei suoni – figlia dell’Acqua – si era unità alla compattezza e alla ruvidità della Terra.

    Vicissitudine 1 (su viso [gola compresa, per la voce] e mani; modifico i lineamenti e le vene in superficie)
    Moje Tirsa = Mia terra.


    Edited by -Cybele- - 14/2/2017, 22:21
     
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    Dopo un piccolo confronto avviso il gruppo che prendo in gestione io la situazione. Datemi giusto un poco di tempo e ci sblocchiamo.. :ahsi:
     
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    Ho due questioni da risolvere prima di congedarvi...

    Aggiunse poi la donna mantenendo il suo fare rilassato e sicuro.

    La prima riguarda gli assenti. Ho notato che tre di voi mancano all'appello...

    Sappiate che chi non si imbarca non sarà esentato dal peso della chiamata alle armi. Siete stati richiesti altrove e ci si aspetta che vi facciate trovare pronti a sopperire alle necessità della vostra Setta.


    A quel punto alzò leggermente il mento andandosi a sistemare il nodo della cravatta, cosi da dare a tutti i presenti tempo di comprendere a fondo il significato ed il peso di quelle parole.

    La seconda riguarda invece i presenti.
    Due tra voi non hanno ricevuto i documenti, e c'è un motivo. E'stato deciso che NON vi imbarcherete.


    La voce della donna, fino a quel momento calma e pacata divenne leggermente più marziale mentre si rivolgeva con gli occhi alle due troie: Ares ed Ardeth.

    Vi riunirete agli altri a destinazione. Per voi la Spada ha altri programmi.

    Seguitemi.


    L'ordine perentorio e autoritario rivolto ai due Falsi Sabbat sancì la fine del suo monologo. Senza aggiungere altro girò i tacchi ed iniziò a camminare verso l'interno del porto, dando per scontato che le due Troie la seguissero.
     
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