PORT NOLA

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    This one will make you die!

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    Alla fine del processo gli appartenenti all'Arcidiocesi ombra di New Orlèans sono stati divisi, per ragioni di sicurezza (si sospetta ci sia una spia della Camarilla), e condotti al terminal.
    Lì hanno passato la giornata, al riparo dai raggi solari, fino al tramonto.

    A tutti voi sono stati comunicati i termini dell'appuntamento, fissati per le ore 22.00 al molo numero 10, termine entro il quale la nave salperà.

    Vi sveglierete, separati gli uni dagli altri, in varie parti del porto.
    Potrete scegliere voi stessi se svegliarvi all'interno di un container, il rimorchio di un camion, un magazzino, un capannone, sottocoperta in una chiatta ormeggiata al molo o in in qualsiasi altro posto riteniate opportuno.

    Per l'ora, e dunque il tempo a vostra disposizione prima dell'orario dell'appuntamento, fate riferimento a quanto specificato QUI.

    Potrete impiegare il tempo a vostra disposizione fino all'ora prestabilita come meglio credete, l'importante sarà essere puntuali.



    Notte.

    La prima, per la Spada, dopo il rogo di eretici ed infernalisti che ha portato allo smantellamento dell'Arcidiocesi ed il trasferimento, tassativo, della Crociata verso altri lidi.

    Il buio è totale. Il cielo, coperto da una spessa coltre di nubi temporalesche, non mostra alcuna luce siderale.
    La pioggia ancora non bagna la Big Easy ma potenti tuoni, in lontananza, squassano la tranquillità notturna della città avvicinandosi sempre più.

    I cainiti della Spada, ognuno separato dagli altri, iniziano a destarsi dal torpore giornaliero.

    Il freddo della notte e raggelante, un forte vento si stà sollevando.
    Container, impilati ordinatamente lungo file interminabili, attendono di essere sollevati e caricati sulle navi che dovranno alloggiarli o essere scaricati dalle stesse e riposti a terra in attesa di essere spediti attraverso altri mezzi.

    Alte e pesanti gru di metallo si stagliano sopra le strutture del porto, guidate da binari in grado di muovere e sostenerne il peso.

    Capannoni e strutture prefabbricate con gli uffici occupano una buona fetta di spazio al di là delle banchine, ove sono ormeggiate navi cargo, chiatte e rimorchiatori, fino ad un paio di immense portacontainer.

    Il resto dello spazio è occupato da un ampissimo parcheggio vuoto, in lontananza.

    Muletti ed altre vetture, finanche a vari camion e tir, parcheggiano invece in file ordinate sui moli in attesa di ricevere o smistare il proprio carico.


    Turni Liberi. Ma svegliandovi tenete conto degli orari imposti dal vostro rispettivo punteggio in Umanità/Sentiero.


    EDIT:

    Riceverete le vostre false identità direttamente da me, all'orario prestabilito, e non prima.

    La suddivisione delle scene così come previsto nelle istruzioni fornite pre-role:

    CITAZIONE
    La scena/notte avrà un inizio e una fine in off comunicati preventivamente, i giocatori nel lasso di tempo assegnato potranno eseguire tutti gli scambi di battute e le azioni che desiderano in turnazione libera, fatto salvo il caso di scontri meritevoli di iniziativa (es. proseguendo l’esempio precedente Inizio Scena/Giornata Real Life X, Fine Scena/Fine Giornata Real Life Y)

    Inizierà non appena sarete tutti a bordo.

    Questa prima Scena la lascio "libera" per consentirvi un rodaggio preliminare.
    Ad un certo punto vi comunicherò il tempo rimasto in Real Life per raggiungere il porto, in modo tale da uniformare i vostri tempi con l'arrivo al punto di raduno e poi, da lì, salpare.



    Il passare del tempo sarà scandito così, esempio:

    Si inizia oggi, giorno X (ad esempio)
    E fra 10 giorni di real life si chiude la scena, giorno Y
    Ed in game sarà passata 1 notte.


    Edited by Joker- - 24/1/2017, 23:39
     
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  2. Dr. Times
     
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    Erano le 18:21 quando Times riaprì gli occhi, nella tenebra più totale. Gli ci volle qualche istante per fare mente locale e ricordare dove si trovava. Hotel Ulysses, stanza 108. Uno squallido motel nelle vicinanze del porto, la sistemazione più comoda che era riuscito a rimediare in vista della partenza.
    Il Senzafaccia si era egoisticamente tenuto l'automobile, prima di dirigersi chissà dove a fare chissà cosa, e il povero dottore era stato costretto a trovare un posto sufficientemente vicino da permettergli di arrivare all'imbarco in un tempo ragionevole.

    Il mutaforma si stiracchiò nel suo letto, mentre a tentoni cercava l'interruttore della lampada sul comodino, e i suoi pensieri vagavano agli ultimi ordini ricevuti dall'Inquisizione. Dirigersi verso la capitale con i reietti di New Orleans e trovare fra di loro un branco a cui unirsi. Il solo pensiero di immischiarsi in quella folla di disgraziati lo disgustava, e di primo acchito la notizia aveva turbato non poco la sua bestia.

    Ora il buon dottore la sentiva nuovamente quieta. Un maestoso felino acciambellato su se stesso, nei meandri della sua coscienza. Ma c'era il rischio che si svegliasse nuovamente inferocita, specie se non avesse provveduto ad appagarla come si deve. Meglio non affrontare il viaggio a stomaco vuoto. Pensò, mentre estraeva una camicia pulita dal borsone da viaggio e la indossava, preparandosi ad uscire dalla stanza.



    Times giunse al porto con largo anticipo rispetto all'orario che era stato programmato. Per quella sera aveva deciso di abbandonare il pesante giaccone rosso insieme ai panni del servizievole aspirante dell'Inquisizione. Aveva optato per una semplice camicia grigia e bottoni blu.
    Il molo brulicava di gente indaffarata, per lo più scaricatori che si occupavano di container, o semplici addetti che controllavano la merce e la mappatura dell'impianto. Con passo tranquillo il buon dottore camminò fra questi, osservando e studiando, alla ricerca di una possibile preda.

    I suoi occhi di ghiaccio osservavano attenti i gesti di ogni uomo e donna che incrociava, cercando di scorgere in uno dei loro sguardi un accenno di desiderio malcelato.
    Un altro vampiro forse avrebbe preferito un metodo più funzionale. Avrebbe puntato un solitario passante e lo avrebbe aggredito alle spalle, risolvendo la caccia in pochi minuti. Ma Times trovava quel genere di atteggiamento volgare e privo di gusto. La caccia per lui era un momento per tentare, per attirare un'anima con la sua maschera. Il sapore del sangue ottenuto attraverso la concessione era di gran lunga più appagante di quello rubato con la violenza.

    La bestia si destò annusando l'aria. Il predatore aveva individuato esattamente ciò che stava cercando. Un uomo muscoloso dai vistosi lineamenti russi, intento a spostare alcune casse da un furgone all'interno di un container insieme a qualche collega. Aveva sollevato lo sguardo verso di lui un paio di volte, per appena qualche secondo. Ma Times aveva comunque colto il barlume nei suoi occhi. Un desiderio debole, annaccuato dalla paura, e per questo ancora più intrigante per il Bastardo. Era tutto ciò che gli serviva.

    Si fermò a poca distanza dal suo bersaglio, sotto la debole luce di un faro, in attesa che la sua preda lo notasse di nuovo. Non appena il marinaio sollevò di nuovo il capo in sua direzione, il Pander ricambiò il suo sguardo curioso, aggiungendovi un sorriso di incoraggiamento. La vacca distolse lo sguardo immediatamente, preoccupato di finire nei guai con i colleghi, e cercando visibilmente di concentrarsi sul lavoro.
    Ma ormai era caduto nella sua tela. Sollevò gli occhi sul dottore una quarta volta, e questi gli fece un cenno in direzione di un gruppo di container a una decina di metri da loro.

    Senza attendere una qualche forma di risposta, Times iniziò a camminare con calma verso i container. Non dovette attendere molto, che sentì l'uomo dire qualcosa in russo ai suoi colleghi e avviarsi dietro di lui. Si lasciò attraversare da un brivido di soddisfazione misto a sicurezza. Quello era un gioco che aveva fatto decine di altre volte. Non gli importava che il giocattolo fosse uomo o donna, vecchio o giovane, bello o brutto. Alla fine era l'anima quello che contava, e ancora una volta un'anima stava seguendo il suo canto.

    Il vampiro raggiunse un'angolo in ombra dei container. Il russo si avvicinò a lui. Gli disse qualcosa, ma Times non si degnò di ascoltarlo ne di rispondergli. Le parole erano superflue. Sapevano entrambi il motivo per cui lui si trovava lì.
    La bestia si agitò dentro di lui. Pregustava il sapore del sangue. Voleva accelerare i tempi. Voleva nutrirsi. Senza neanche rendersene conto i suoi sensi si amplificatono. Times percepì il cuore della preda battere all'impazzata. Anche a distanza gli sembrò di avvertire la potenza del flusso delle arterie, e la sensazione non fece altro che eccitarlo ulteriormente.
    Senza attendere oltre, afferrò il russo per la cinghia dei pantaloni, e lo avvicinò a se.


    Qualche minuto dopo, l'uomo riemerse illeso dal gruppo di container, spaesato e con i pantaloni slacciati. I suoi colleghi gli urlarono qualcosa contro, ma la sua unica reazione fu quella di guardarsi intorno confuso.
    Dall'altro lato del porto, nei pressi del Molo 10, il Dr. Times sorrise soddisfatto, mentre lisciava le pieghe della camicia, e si leccava le labbra ancora sporche di sangue.
     
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    Il maledetto sonno di Harahel non ebbe turbamenti alcuni durante il giorno.
    Successivamente alla notte del fuoco, come l'avrebbe poi annotata nei suoi diario in un momento di maggiore riposo, egli non aveva fatto altro se non tornare nella sua stanza.
    Ferito nel fisico, ma intoccabile nel distante orgoglio, si era premurato di infilare tutto l'inventario trafugato nelle notti a New Orleans in un fagotto. si era poi trascinato sul giaciglio prendendo con se l'essenziale. Li si era coricato, stringendo la spada retrattile in una mano e i due pezzi della maschera nell'altra.
    Penna e taccuino nella taschino interno, affiancati all'immancabile cipolla d'argento ticchettante.
    L'essenziale.

    Riaprendo gli occhi, facendosi strappare dalla propria bestia l'ennesima stilla di preziosa Vitae, ebbe modo di osservare il freddo color acciaio che ora gli fungeva da soffitto.
    E come quest'ultimo, anche le pareti ed il pavimento presentavano la stessa grigia tonalità del metallo. Una trama leggermente ondulata su tutti i lati della scatola in cui si trovava, mista all'odore leggermente salmastro che lo colpì dopo una semplice annusata all'aria, gli fece realizzare dove si trovasse... e perchè.
    Un Container. Al porto. Mi hanno già trasferito. dedusse meccanicamente, issandosi con l'ausilio delle braccia.
    Il fagotto fatto la sera prima malamente depositato oltre i suoi piedi, leggermente aperto a causa della scarsa cura con cui era stato trasportato.
    Cani. commentò sempre in se stesso, tradendo una leggerissima smorfia di disgusto. Il massimo a cui lo stesso poteva ambire come emozione.

    Il gelo del suo sangue, paragonabile forse ai venti artici e trasposto in tutta la sua freddezza attraverso l'assenza totale di espressioni facciali, non faceva altro che giovare alla sua tanto amata logica.
    tirandosi in piedi denotò con sconforto la presenza del Dolore. Reduce dal colpo di Ardeth, le gravi ferite da cui ancora era segnato, la sua andatura era divenuta torta e barcollante.
    rimase in piedi sul posto dopo qualche passo, sovrastando il dolore con la forza della sua mente. Sapeva di non poter affrontare nessun tipo di viaggio in quelle condizioni. Provato, ferito, debilitato e già percependo la leggera fame che lo stava infastidendo. Tastandosi la faccia con la mano guantata capì con precisione lo spessore dello squarcio, nel quale riusciva a infilare senza sforzo un dito.
    Non solo debilitato, ma anche sfregiato; il suo piano di passare il meno osservato possibile rischiava il fallimento prima ancora di cominciare.
    Girare con una ferita simile visibile non solo mi renderebbe riconoscibile mentalizzò ma anche totalmente alieno agli occhi delle vacche.
    devo ridurre l'entità del problema. per la mia sopravvivenza tanto quanto per la mia copertura.

    Richiamò a se quindi il potere del sangue.
    Cura del primo aggravato, come concordato.


    Concentrandosi sul taglio più superficiale che ora gli deturpava il volto, Harahel comandò alla vitae di iniziare il processo di guarigione della ferita che seguiva perfettamente il taglio subito dalla maschera. Lentamente la spaccatura sul suo volto venne inondata di rosso plasma, che a sua volta diveniva pelle, muscoli, ossa. seccandosi e trasmutandosi in materia necessaria alla ricostruzione, Il sangue di cui lo spauracchio si stava privando altro non faceva che intensificare quella sete atavica e senza fine caratterizzante dei cainiti.
    E meno che mai poteva affrontare un viaggio in quel modo.

    Portò l'orologio alle mani, e dopo averlo caricato nuovamente al massimo, guardò l'ora.

    18:22



    Rimise l'oggetto nel taschino, tornando con l'altra mano a tastarsi il volto. La ferita era decisamente meno profonda e larga, ma costituiva ancora un problema. Considerò la sua fame, e in pochi calcoli approssimativi capì di non avere abbastanza sangue per guarire del tutto.
    Doveva certamente cacciare.
    Considerando la zona portuale, l'orario non eccessivamente tardivo, e il livello di sicurezza medio, la rosa dei miei bersagli viene ridotta al 31%. Viene però in mio aiuto la possibilità di spingermi nei quartieri immediatamente affiancati, guadagnando così oltre l'8% della possibilità di trovare prede facili e bersagli solitari. però...
    Con passo leggermente più sicuro e fermo, continuando a riflettere sul problema della caccia, Harahel si guadagnò l'uscita dal container, portandosi il proprio fagotto appeso a una spalla.
    Richiamò a se il potere del manto oscuro per celarsi agli occhi di fastidiosi osservatori mortali. Non dovevano essere certo loro ad osservare lui, quanto lui ad osservare loro.

    Uscendo dall'area portuale, lo spauracchio delimitò un quartiere come zona di caccia, e avanzando nello stesso iniziò ad osservare i passanti. Non vi era nulla di interessante in loro se non il sangue che portavano in corpo.
    Dedicava poco meno di un minuto a chiunque gli stesse attorno, focalizzandosi di tanto in tanto su quelli che sembravano più malati degli altri. li occhieggiava rapito quel tanto di più che bastava per identificare il morbo che li stava attanagliando, per poi scartarli e abbandonarli al loro destino.
    Il viaggio necessiterà di tutte le risorse che sarò in grado di portar via con me. dedusse, continuando a cercare la preda adatta.

    Il senso del tempo di cui era padrone gli permetteva di avere una chiara cognizione del tempo, e per quanto Harahel venisse facilitato da tale potere per l'organizzazione intelligente e logica dei propri tempi, lo stesso doveva davvero sforzarsi per non sentirsi attanagliato dall'incombente senso di conto alla rovescia.
    Aveva passato oltre quaranta minuti su quella strada. I suoi calcoli logici avevano suggerito che vi fossero delle difficoltà a procurarsi una preda. Troppo presto per trovare persone isolate, troppo presto per riuscire a passare inosservato nel ghermirle e portarle all'ombra di un vicolo per dissanguarle. Solo allegre comitive di ragazzotti di bassa estrazione sociale, persone che tornavano a casa dall'ufficio, dal porto, coppie giovani, coppie anziane, famiglie, persone troppo piazzate da una vita in porto per rischiare di fallire l'assalto, malati e maledetti solitari che camminavano al centro della strada, impossibili da ghermire senza destare quantomeno un sospetto furto.
    La fede nei suoi calcoli era però salda. Harahel sapeva che i numeri non l'avrebbero tradito, che non l'avrebbero abbandonato. avrebbe trovato la preda giusta, se ne sarebbe nutrito senza pietà alcuna.
    Avrebbe conseguito l'obbiettivo in modo logico, rigenerando solo infine parte della sua ferita.
    Quel tanto che bastava per spacciarsi per umano.
    Sfregiato forse, ma almeno non strappato come un foglio di carta che ora ricordava.
    Le applicazioni di Serpentis in battaglia sono riconfermate come efficaci. Devo ricordarmene in futuro..
    Avrebbe estratto il taccuino per appuntarselo, ma si fermò; non era quello il momento per perdersi in ragionamenti strategici.
    Non ancora.
    E richiamando la sua concentrazione ancora sull'umanità, si imbattè in un ometto magrolino e solitario, che con passo nervoso e rapido si faceva strada lungo Tchoupitoulas Street.
    Sembrava il candidato perfetto. lo era.
    Apparentemente in salute, solitario, anonimo. Camminava sul ciglio interno del marciapiede.
    Facile da trascinare dentro un vicolo approfittando della folla, cieca e ignara tanto quanto un gregge di pecore.
    L'ometto occhialuto procedette per la sua strada non conscio della presenza dello spauracchio a un metro da lui. Braccato senza possibilità di accorgersene.

    L'obbiettivo entrerà in una via adiacente. Lo seguirò e lo ghermirò al primo angolo buio.
    Se enterà in un edificio approfitterò di quello per garantirmi un maggiore cono d'ombra.
    aveva puntualizzato a se stesso il sapiente. Nel suo studiare il soggetto aveva notato la fede nuziale che portava al dito: logorata dal tempo e dalle intemperie, tenuta malissimo e di una lega d'argento scadente. ceto basso. coniugato.
    Lo vide svoltare a una traversa, per poi cambiare nuovamente strada e prendere una parallela. Di tanto in tanto si guardava alle spalle, come se si sentisse minacciato.
    E lo era, ma il suo retaggio umano gli impediva di vederlo.
    Il topo aprì la porta di un vecchio condominio, e vi si infilò velocizzando l'andatura.
    Inutile, poichè lo spauracchio era già con lui nell'atrio, ammantato dalle ombre.
    Avrebbe potuto ghermirlo li. Dissanguarlo, abbandonarne la carcassa sul pianerottolo e andarsene. sarebbe stato un lavoro rapido, sebbene non privo di sbavature.
    Ma le variabili erano cambiate nel momento in cui lo spauracchio aveva visto quella banda d'argento pessimo all'anulare dell'uomo. la possibilità di nutrirsi con maggiore efficienza in associazione alla natura stessa di un appartamento, privata e potenzialmente senza sguardi indiscreti di terzi, vale il rischio di avventurarsi dentro un'abitazione.
    Inoltre i cadaveri verranno ritrovati sicuramente più tardivamente, garantendo così una maggiore copertura.
    Inoltre avere più di una vittima mi permetterà di dare il via a un esperimento già in programma, prima di abbandonare il suolo della Louisiana.
    Con passo felpato lo seguì fino all'ultimo piano del palazzo senz'ascensore, ed entrò con lui in casa svicolando.

    un'ora e un quarto impiegata. sono le 19:43. l'appuntamento è alle ore 22:00. mi restano due ore e diciassette minuti. Tempo stimato per un ritorno sicuro al porto: sei minuti, undici prendendo strade alternative e camminando. Risultato: posso condurre l'esperimento 37, categoria Mortale. "effetti dell'adrenalina mista ad una perdita di sangue massiccia".
    Primo traguardo: analizzare l'ambiente, ed assicurarsi della salute delle cavie.

    Nella sua logica spietata, motivata dalla scienza e dalla necessità di nutrirsi, lo spauracchio esplorò il modesto appartamento. essendo questo al terzo piano escluse la possibilità di fuga dalla finestra, ma conscio della moderna struttura di determinate abitazioni si assicurò dove si trovasse l'accesso alla scala antincendio. oltre quella, che dava sul salotto, l'unica altra uscita era la porta d'ingresso. Porta che, in un gesto automatico, il padrone di casa pedinato aveva appena chiuso a chiave. almeno 7 secondi per aprirla, in caso la caccia abbia risvolti inaspettati.

    Trovò la moglie, visibilmente sovrappeso e sfiorita in modo pessimo, nella modesta cucina-sala da pranzo. intenta a preparare la cena dopo aver apparecchiato per... tre.
    "oh"
    Un rapido controllo del resto della casa confermò la presenza di un figlio. sedici anni al massimo.
    Un vampiro normale avrebbe esultato, almeno internamente. una cena del genere così facilmente ghermibile non solo era fortuita, ma una benedizione.
    Specialmente a fronte dei danni da guarire.
    Ma in linea con il suo sangue, lo spauracchio era indifferente alla fortuna e al concetto della stessa. Tre prede. pensò, approcciandosi al ragazzo per stordirlo a fronte del cambio di variabili metterò in atto l'esperimento 55, categoria mortalità variabilie.

    Utilizzo i miei tre tiri di caccia e guarisco il secondo aggravato, come da accordi.

    ***



    Dati e appunti sull' Esperimento 55, settore fisiologia della vita e della morte.
    HVH registra analisi diretta di cavie e risultati di ricerca.
    Seguirà trascrizione formale.

    ESPERIMENTO 55, variante 4: Reazioni del corpo umano a fronte di una progressiva perdita di Vitae.

    Le cavie dell'esperimento compongono un nucleo familiare di mortali Homo sapiens sapiens: Un Maschio adulto (Soggetto A, dai documenti 43 anni, 170 cm, 65 kg), una Femmina adulta (Soggetto B, dai documenti 41 anni, 165 cm, 81 kg) e un Maschio Preadolescente (Soggetto C, dai documenti 15 anni, 175 cm, 70 kg)
    La professione è irrilevante ai fini dell'esperimento, sebbene va annoverato fra i dati un ammontare di stress cardiaco superiore alla media per le due cavie adulte.
    Le cavie sono state scelte nel loro habitat naturale. Non è escluso che la familiarità con il luogo non influenzi i dati.
    Le cavie sono state neutralizzate temporaneamente una alla volta, quindi prontamente portate in un ambiente chiuso e ben illuminato da luce elettrica. -in questo caso la camera da letto-.
    Le tende sono state tirate, le tapparelle abbassate. tutte gli strumenti di illuminazione disponibili sono stati trasferiti nell'ambiente, e utilizzati per creare una situazione di luce-a-giorno. Tale effetto viene annotato, ed il calore dell'illuminazione elettrica così concentrata riduce la dispersione di liquidi come sudore e lacrime al minimo.
    Tale fattore però è solo ridotto, e non escluso.
    La maggior parte dei fluidi rimane all'interno del corpo.
    Ovviamente, per verificare tutti i dati con esattezza, avrò bisogno di ripetere l'esperimento, con un gruppo di controllo diverso e magari approcciandomi ad attrezzature mediche d'avanguardia.
    Ci si prefissa di considerarlo per la quinta variante.
    Le cavie sono state spogliate interamente, saldamente legate alle sedie con l'ausilio del loro stesso vestiario, imbavagliate con stracci, quindi svegliati.
    La reazione immediata, successiva al naturale stordimento, è una scarica di adrenalina decisamente elevata. Il battito è accellerato in tutti e tre i soggetti. Due su tre, i maschi, perdono il controllo delle proprie minzioni, urinando.
    Quasi certamente una risposta della paura.

    Mi accingo a portare avanti l'esperimento, sottraendo due stille di sangue a tutti i soggetti (equivalente a 1/5 del loro totale contenuto).
    L'estasi del bacio è preventivata, e neutralizzata dopo l'asportazione del sangue con l'utilizzo di un acuminato rompighiaccio. Utilizzato in modo non letale, tale strumento mi consente di stimolare i nervi delle cavie con il dolore, garantendo quindi un pieno stadio cosciente.

    [Annoto, nella speranza futura di trovare un domani un gruppo di studio composto da umani quantomeno simili per età e corporatura, che i test successivi hanno un margine di errore relativo all'età.]

    A questo stadio le cavie sono ancora in vita. indebolite, prossime allo svenimento (nullificato tuttavia dall'adrenalina e dall'utilizzo sapiente del rompighiaccio). il pallore è evidente, i muscoli sono contratti mediamente, il loro tono vocale si è affievolito e la loro attenzione vacilla.
    attendo un quarto d'ora pungolandoli, e Mi accingo successivamente a drenare ulteriori due stille (per un totale di quattro, quindi 2/5 del totale contenuto) dal soggetto B e dal soggetto C.
    La reazione del soggetto A è smorzata dall'indebolimento, e non presenta interesse ai fini dell'esperimento.
    Il soggetto B perde i sensi dopo appena 3 minuti, il soggetto C resiste e rimane cosciente, sebbene ai limiti del collasso (probabilmente grazie alla giovane età). L'utilizzo del pungolo si dimostra poco efficace sul soggetto B, nemmeno passando ad un utilizzo più incisivo.
    I sintomi del soggetto B sono: Pallore estremo, debolezza, polso estremamente rallentato, perdita di sensi, insensibilità al dolore e totale rilassamento dei muscoli.
    Il soggetto C presenta gli stessi sintomi, ma in misura più lieve. il polso è leggermente più rispondente (conto circa 4 battiti in più al minuto rispetto al soggetto B), è ancora parzialmente rispondente al dolore (senso del dolore smorzato dall'intorpidimento) e sostituisce la perdita di sensi con la quasi totale letargia.

    Come terza fase dell'esperimento sottraggo al soggetto C ulteriori 2 stille di sangue (per un totale di sei, quindi 3/5 del totale contenuto).
    Privato di oltre metà del suo sangue, il soggetto C sprofonda nella perdita totale dei sensi. il decesso per dissanguamento è prossimo e non se ne accorgerà nemmeno. I sintomi mostrati sono un pallore ulteriormente marcato, l'arresto cardiaco, la perdita di sensi e un irrigidimento parziale dei muscoli, dovuto all'assenza improvvisa di liquidi.
    La reazione del soggetto A è ininfluente. sebbene dopo un ulteriore tentativo di intromissione (nullificato dall'indebolimento e dall'immobilizzazione) abbia perso anch'esso i sensi. la possibilità che il suo continuo piangere abbia contribuito alla perdita dei sensi è annotata.

    Successivamente, come prassi comanda, valuto la scala di deterioramento.
    Il soggetto C (Morto) non presenta variazioni dai dati registrati poc'anzi.
    Il soggetto B (svenuto, prossimo alla morte) non presenta variazioni dai dati registrati poc'anzi. Ulteriore studio della sua risposta al dolore non da esito.
    Il soggetto A (svenuto) ha risposto agli stimoli dolorosi dopo essere stato prontamente risvegliato successivamente al suo collasso.

    Seguiranno dettagli ulteriori sulle condizioni mediche dei tre soggetti PRIMA e DOPO l'esperimento. Registro che tutti e tre dimostravano avere salute passabile, segnata da malattie non contagiose o non relative alla condizione sanitaria.
    L'habitat era moderatamente pulito (grado C su scala igienica) e questo può aver contribuito alla scarsa resistenza del soggetto B.
    Le cavie verranno poi lasciate sotto la luce concentrata di tutti gli elementi di illuminazione della casa per un'ora (60 minuti), per annotare eventuali cambiamenti sotto un'intensa fonte luminosa e di calore.
    Prima di chiudere l'esperimento 55 (variante 4) stabilirò se questi elementi possono aver modificato i dati in qualche modo.


    ***



    Harahel, dopo aver minuziosamente riportato quanto detto, ripose il blocchetto di appunti nel taschino. portò a se l'orologio, lo caricò per dar sfogo alla sua bizzarra compulsione, e tornò a osservare i risultati del suo operato. Come aveva scritto avrebbe dichiarato l'esperimento concluso entro un'ora.
    e la casa dei Hillies, come c'era scritto sui documenti dei tre sfortunati, poteva offrirgli ancora qualcosa di utile.
    L'essenziale. tornava a ripetersi, cercando di tornare con la memoria a quei giorni in cui le temperature erano un vero ostacolo, e non un fastidio dimenticato.
    Guanti. Sciarpe. Cappelli. giacche pesanti. Non era interessato ne a rubare soldi, argenteria, armi o chissà che altro. solo quello che poteva tornare utile per non rischiare la compromissione della sua copertura.
    sfruttando alcune leggi della termodinamica posso assumere il calore umano, fintanto che vi sia una fonte di calore permanente che surriscaldi i miei abiti. Per far ciò ho bisogno di fibre tessili con un buon assorbimento termico; lana, cachemire, acrilico, pile, vello, flanella.
    Si guardò attorno. improbabile trovare materiali costosi qui.
    Iniziò quindi a rabattare negli armadi delle due camere, scartando l'inutile alla ricerca di quanto pensato.
    Impiegò quasi tutta l'ora per mettere assieme qualcosa che fosse anonimo e corrispondente a quello che gli serviva: un berretto di lana pesante, una camicia di flanella più o meno della sua misura, uno sciarpone e un paio di guanti di Pile. Pur essendo lontano anni luce ai concetti di moda, cercò di trovare colori il più uniformi possibili alla sua giacca usuale, onde evitare di dare troppo nell'occhio perchè "sgargiante".

    infilò tutto nel fagotto, e tornò un'ultima volta dagli Hillies.

    ***



    APPENDICE 1: A seguito di un'ora di esposizione intensa di luce e calore, il corpo ormai senza vita del soggetto C si presenta in modo identico. Ulteriori test potrebbero rinvenire una tensione maggiore dei tessuti molli. il corpo del soggetto C ha perso il controllo del proprio sfintere, evacuando sul posto. è una reazione già studiata nei morti recenti, sebbene avvenga solitamente nell'arco di sei ore.
    Il corpo del soggetto B, oltre ad una sudorazione lieve con conseguente irrigidimento del corpo, si presenta in modo identico. la reazione al dolore è nulla. idealmente al soggetto rimangono 2 ore di vita, che trascorrerà priva di sensi.
    Il corpo del soggetto A presenta un'intensa sudorazione. è provato dal dissanguamento parziale, ma è vivo e cosciente. la sudorazione intensa è probabilmente dovuta anche all'adrenalina, oltre che alla situazione di calore e paura.

    Annoterò in seguito gli ultimi dati riscontrati, inserendo i dati raccolti in questa appendice nei dati necessari per l'esperimento 80, terza variante.


    ***



    Raccattò velocemente tutto quello che aveva trafugato. li avrebbe indossati poi, dopo il ritrovo con gli altri, prima di salire sulla nave. Lontano dal palazzo in cui aveva appena realizzato un esperimento ben riuscito.
    Non era crudeltà, non poteva provarne alcuna. solo un esperimento logico, senza alcun confine morale.
    Finito di scrivere tutto si assicurò il blocchetto di appunti in tasca. quindi ruppe il collo all'uomo, alla donna e anche al cadavere del ragazzo.

    Memo: le ossa dei mortali non subiscono indebolimenti immediati in nessun caso di dissanguamento studiato attualmente. fu' l'unico pensiero che attraversò la sua mente. una controllata allo sfregio sul suo volto, ulteriormente rigenerato per mezzo dei poteri curativi della vitae e della propria volontà; per quanto incisiva e marcata sul suo volto, ora poteva passare per una brutta cicatrice deturpante.
    L'aspetto e lo spessore dello squarcio erano ora normalizzati. Per quanto Harahel fosse ancora lontano dall'essere "Sano", almeno poteva sperare nel non avere impicci senza rifarsi al potere della maschera dei mille volti, versatile quanto terribile, se usato con eccessiva leggerezza.
    utilizzando i vestiti trafugati ed una buona dose di furtività, di cui infine disponeva, sapeva che se la sarebbe potuta cavare.

    Quindi, lasciando il tutto esattamente come l'aveva predisposto, guadagnò l'uscita dalla casa degli sventurati Hillies, chiuse a chiave la porta usando il mazzo che aveva trovato nella tasca dell'uomo e dopo essersi oscurato tornò al porto.
    le carni morte si cuoceranno in una giornata, se non troncano l'illuminazione prima. improbabile tuttavia ,prima di una settimana. è un peccato non rimanere per studiarli meglio.
    Fece la strada che aveva preventivato di fare, impiegando undici minuti esatti.
    Buttò il mazzo di chiavi nel fiume, e si diresse con calma verso il luogo dell'appuntamento con l'inquisizione.

    Edited by Kabruki - 26/1/2017, 02:58
     
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  4. .Giona.
     
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    Aprì gli occhi al fine. Un'altra notte. Un altro giorno sulla terra. Ma quale pessimo inizio, gettato com'era in modo scomposto ed indecoroso fra gli irregolari profili di alcuni pacchi. A tentoni, fra le tenebre, si rimise lentamente in piedi, cadendo e rialzandosi un paio di volte. Irritato e non poco estrasse il telefono dalla tasca e lo utilizzò come una moderna candela. A "lume di display" la prima cosa che vide innanzi la sua faccia fu una scritta: Made in China. Un'imprecazione gli fu strappata dalla bocca Dopo i negri, anche i musi gialli!

    Dischiuse la porta metallica del moderno loculo entro il quale era stato stipato e si trovò sulla banchina del porto. Folate di vento sferzavano l'aria e agitavano ancor più l'animo del Lasombra. Si guardò intorno ed un pensierò tornò alla sua mente con prepotenza. Era un'idea colma d'ansietà e premura. Ma dove saziarla? Girò per il molo, uscì dall'area strettamente portuale e si addentrò nella giungla di cantieri che lasciavano sperare in un futuro radioso per il commercio di New Orleans.

    Oltrepasso una labile recinzione. Salì al secondo piano di quello che sembrava dover diventare un palazzotto di uffici e dall'alto osservò il panorama di quella città governata dai Fratelli. Afferrò il telefono e ne fissò lo schermo. Doveva farlo. Doveva rompere il silenzio che governava il mondo più tetro del suo Clan. La sua voce non doveva tradire timore o titubanza.

    Digitò.

    Al quarto squillo qualcuno rispose, ma non disse nulla.

    Prima dell'oggi, di ieri e di Dio disse solenne. Lui sa, lui vede, lui vuole rispose la voce all'altro capo del telefono. Io lo temo, lo nutro, lo domo Parla concluse quel qualcuno all'altro capo del telefono. L'inquisizione è giunta a New Orleans, maestro. La nostra dottrina è in pericolo. Uno di noi ha tradito. Il suo nome è X7. Ha un ad cautelum. Fra tre mesi lo interrogheranno. Mi sto spostando verso la costa east con la diocesi. Se fra le tenebre v'è qualcuno di noi, là, dite a costui che presto non sarà solo. E dite a me, maestro, che, lì, non lo sarò. Non lasciare che l'inquisizione scuota il tuo animo e faccia vacillare le tue certezze. La notte è con te.

    Così la telefonata terminò. Conclusa quella spinosa conversazione, l'Abissalista si sentì subito meglio. Adesso poteva dedicarsi a faccende non meno importanti, ma certamente meno pericolose. Riprese il telefono e digitò il numero del proprio Sire.

    Dimmi figliolo. Quale disegno divino porta le nostre strade ad intreccarsi in questa notte? Padre mio, la Spada di New Orleans, alla quale da poco m'ero aggregato, è stata spazzata via dalla propria inettitudine. Adesso, per volere del Reggente e per mano dell'Inquisizione stiamo migrando verso la costa est dello stato. E' inostenibile per me essere accomunato a questa marmaglia di gretti e falsi sabbat, vi prego quindi di spendere le vostre preghiere e i vostri saggi consigli in mio favore. Vescovi, Arcivescovi e illustrissimi veri sabbat dell'est non possono vedermi come ciò che non sono per colpa di questi miserabili. Figliolo, le mie preghiere sono state e sono tutt'ora per te. Vedrò cosa posso fare. Sono certo però che a tempo debito, spenderai un salmo a mio favore. Non potrei esimermi da ciò quando me lo chiederete.

    Ed anche la seconda telefonata era fatta. C'erano ancora nomi sulla sua rubrica, ma per il momento poteva bastare. Chinò lo sguardo verso il basso e notò un fascio di luce ondeggiare da basso. Qualcuno avanzava lungo il cantiere. Quel qualcuno salì poi le scale Chi è lì? Questa è proprietà privata, barbone! Se cerchi rogne le hai trovate ... la voce del guardiano notturno faceva da araldo contro l'ignoto finché l'umano e il Nichilista si incontrarono.

    2017-01-25 16:09:51 Lazzy rolls 10 dice to Metamorfosi Nera (Diff 7) 4,10,5,1,9, 5,3,7,7,7 [4 successes]


    Nel momento in cui la torcia del guardiano si sollevò da terra e si posò sul Custode, quello che trovò innanzi fu la sagoma nera e ondeggiante di un demone nero Morte, terrore, sangue e tenebra ... una litania emergeva dalla sagoma trasfigurata del Lasombra. Il guardiano notturno, tremante, sparò un colpo che si perse nella notte e indietreggiò un istante prima di lanciarsi in una vera e propria fuga. L'umanoide essere fatto d'Abisso, gli corse dietro con risoluta determinazione. I tentacoli si avviluppavano contro pilastri di cemento, abbozzi di scale e travi, permettendogli di recuperare terreno sulla preda ... morte, terrore, sangue e tenebra ... il guardiano inciampò, si rialzò grattando sul terreno battuto, urlò ... morte, terrore, sangue e tenebra ... finchè un gelido tentacolo non lo afferrò per un braccio. Poi un secondo. Un terzo. Finchè tutto l'essere umano fu avvolto nel gelido abbraccio delle tenebre Confessa! Invoca Dio! Chiedi il suo aiuto! Ora! Urla il suo nome e la tua disperazione! due orbite nere emersero in quel volto di creatura immonda e fissarono gli occhi del guardiano notturno. La voce del Nichilista lo incalzava mentre i tentacoli ne stritolavano lentamente il corpo in un abbraccio sempre più fitto Confessati! Implora Dio di salvarti e se hai un briciolo di fede aggrappati ad essa, sopporterai meglio la vista delle tue budella e l'odore dei tuoi escrementi! i tentacoli contorsero le braccia del guardiano in modo innaturale e ne lussarono le articolazioni Risparmiami ... Dio, salvami! ... parole e pianto delirante che appagono l'animo del Nichilista. Le fauci del Lasombra piombarono sul morta e ne risucchiarono il sangue finché la pecorella smarrita, e ora riportata all'ovile, non svenne.



    Qualche tempo dopo, la figura umana di uomo di mezza età passeggiava sul molo in attesa di aggregarsi al resto della diocesi.
     
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  5. -Cybele-
     
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    Acqua. Un soffio - una raffica - si diffuse sotto la sua superficie, animandola d'improvviso. Per qualche istante ancora alla Tzimisce parve di essere semplicemente immersa nell'acqua, quel legame scavalcava ogni senso materiale. Percepì la vicinanza di quell'elemento prima ancora che fosse il tatto a parlarle, a dirle in che posizione e dove aveva riposato: in un angusto spazio 'sotto coperta'. Soltanto nel momento in cui il sangue le diede modo di muoversi, la Koldun'ia aprì le palpebre, ridestandosi del tutto. Quella chiatta ormeggiata in fondo al molo oscillava leggera al volere della corrente, Mostrava un cartello "Vendesi", ma a giudicare dall'età che poteva avere ad occhio e croce, non doveva essere molto appetibile sul mercato. Uscì dal cantuccio non appena muscoli e ossa riacquisirono il moto. I movimenti, dapprima particolarmente rigidi, diventavano più fluidi ad ogni istante che passava.

    Scandagliò con occhi e orecchie l'ambiente attorno a sé prima di scivolare fuori cabina e raggiungere il molo. L'incontro con quel suolo fermo e inamovibile destabilizzò per alcuni passi i movimenti della Tzimisce che, in quei pochi istanti di veglia, si era già abituata all'oscillazione molle della chiatta.
    Percorse la lingua di cemento, l'espressione si arricchiva ad ogni istante che passava, un misto di Bestia e Spirito abitava imperituro il corpo della Demone. Nonostante il rivestimento, ella percepiva la grezza e solida Terra sotto i propri piedi, e con pari sensibilità riacquisiva il contatto con l'Aria. Nei propri abiti semplici si spinse fino ad una zona di interscambio, laddove container e gru dominavano la scena, creando a loro modo una città. Avanzò sicura in quel labirinto, sentendo chiaramente le proprie orme sul suolo - sotto quel cemento. Gleba non le avrebbe perse.

    Ed ora comincia. Ora iniziamo. Drago, sottometti i tuoi avversari, così che non possano rialzarsi. Drago, inghiotti nella terra i poteri più sudici coi coloro calderoni bollenti. Drago, anima i venti del sud e le correnti del mare. Drago nutri la terra del tuo sangue. , sibilò con fervore, ricordando d’un tratto quella preghiera antica. Si destò del tutto dal torpore diurno, storcendone le parole.

    Fu dopo un angolo che lo vide: un operaio solingo che scendeva da una delle gru, smontando a fine turno. Quel groviglio di sensi concreti e spirituali che era la Tzimisce attese l’attimo propizio, e poi si mosse rapido verso l’uomo di mezz’età sopraffatto dalla stanchezza. Allungò le braccia e le mani lo afferrarono per la manica, facendolo sbilanciare. I canini graffiarono la lingua della Metamorfista e si insidiarono lesti nel collo dell’altro. Ma quel frangente fu breve. E poco intenso, almeno per lei. Un gemito più alto – pericolosamente alto – da parte della vittima la disturbò. Si staccò con violenza, e con foga lo lasciò.

    Voda - l’Acqua - si increspò di più contro il molo. La sua presenza si faceva più marcata anche su Gleba - la Terra - e su Powietrze - l'Aria. La fame poteva distrarla, andava saziata. Si lasciò le gru alle spalle e raggiunse di nuovo una zona silenziosa. Lì, tra un container e l’altro ecco sbucare nei sensi della Figlia dei Carpazi un ladruncolo che con concentrazione e frustrazione cercava di scassinare una di quelle grandi casse di metallo. Gli si avventò sopra senza esitare, spalancando le fauci graffiate dai canini ancora affilati. Allungò una mano sulla bocca dell’altro mentre già si prendeva il suo sangue dal collo. Le vene della Demone, in rilievo sotto i vestiti, trepidavano oscene. Gli elementi, nel suo spirito, si mescolavano all'istinto - li sentiva vibrare all'unisono. Progressivamente indebolito, il ladruncolo si accasciava – accartocciava su se stesso – avviluppato dall’Aria gelida e schiacciato sotto il peso della Bestia.

    Solo nutrita, ella lo lasciò andare. Scivolò indietro. Sorrise sgranando le palpebre. E se ne andò.

    Di nuovo leggero era il suo passo sulla Terra. Di nuovo tranquilli erano i turbini d’Aria attorno a lei. Di nuovo piatta era la superficie dell’Acqua contro il molo. Controllò l’ora sul cellulare. Era tempo di recuperare le proprie poche cose sulla chiatta e recarsi al ritrovo.
     
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  6. ~Legione~
     
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    Aprii gli occhi nel buio del mio nascondiglio, come tutte le notti, però sapevo che quella notte non sarei rimasto a dormire nel mio favoloso rifugio.
    Dovevamo imbarcarci per destinazione ignota e tutto questo perché l'inquisizione sospettava una talpa.
    Fottuta talpa di merda dissi tra me e me appena sveglio, oramai era il modo in cui mi svegliavo ogni giorno da quando avevo sentito di dover partire.
    Adoravo quella città e già pregustavo il momento in cui sarei potuto tornare li e mi sarei riappropriato della mia vecchia fama

    sfortunatamente, i veri vampiri di questa città sono degli idioti fu il mio unico pensiero rancoroso a riguardo
    Allungai la mano ed aprii la bara in cui dormivo, nascosta sotto il letto, ed uscii al freddo della notte completamente nudo come ero abituato a fare e che sapevo di non poter fare in futuro.
    Le tende erano tirate ma sapevo di non essere al campo rom, un po' perché avevo ordinato a Lucille di spostarlo e un po' perché non si sentivano le tipiche urla e schiamazzi tipici di quell'ora della sera ma solo rumore di mare.
    Accesi la luce al buio della notte e vidi una sedia con la mia valigia, la valigia della Prescelta e i vestiti che avrei indossato per la traversata.

    Cosa mi ha detto il cervello per fare una cosa del genere pensai mentre li guardavo il vestito, il pensiero che mi aveva portato ad una scelta del genere era stato ragionato ma ora che l'indossare quel ruolo si avvicinava non ero poi tanto sicuro che fosse stata una buona idea.
    'Distrarrà le vacche dalla tua faccia da psicopatico' mi dissi, meno convinto di quando avevo avuto l'idea, poi continuai male che vada devi portarlo solo pochi giorni


    Dal bagno uscì Lucille, la prescelta, che disse come suo solito poche parole con tono piatto ho preparato le valige per entrambi, stirato l'abito e tra poco vado a consegnare le chiavi al sottoposto così potrà consegnarci il rifugio appena arrivati

    poi fece una pausa, guardando il mio pene, dopo tanti anni avevo addestrato la mia puttanella perennemente diciottenne molto bene.
    Si, lo so cosa vuoi, e ti sei comportata bene quindi lo meriti dissi uscendo dalla bara e mettendomi al centro della stanza mentre lei si inginocchiava come una cocainomane pronta alla sua dose, forse l'ultima emozione che gli era rimasta.
    Alcuni vampiri nutrono i propri ghoul tagliandosi il polso, altri lo fanno mordendosi la lingua e baciandoli, come tutti i vampiri urina e erezioni erano ricordi del passato ma la perversione di quel gesto rendeva i miei genitali utili a qualcosa oltre alla mera estetica.




    Hai bevuto abbastanza, staccati. dissi mentre il ghoul succhiava il mio membro della stessa temperatura del ghiaccio, il che rendeva l'analogia del Calippo ancora più forte.
    Per quanto l'estremità tutt'altro che turgida del mio corpo e zampillante sangue fosse poco appetibile per la quasi totalità del genere umano sessuato Lucille sembrava non riuscirsi a staccare da quella fonte di Vitae.


    La colpii con uno schiaffo che si rivelò abbastanza forte da mandarla a terra, mentre chiudevo la mia ferita.
    L'esperienza mi aveva insegnato che quando non nutriti abbastanza i ghoul tendevano a rivoltarsi contro, perché troppo abituati a essere coccolati presumevo, quindi d'abitudine li sfamavo in maniera abbastanza continua in maniera di avere un controllo perenne sulle loro menti.
    Lucille si asciugò il sangue che gli zampillava dal labbro con la mano e poi guardò nei miei occhi come a dire "guarda cosa hai fatto", adoravo quello sguardo ma sapevo nel profondo che era solo una recita superficiale per compiacermi: a Lei piaceva subire, altrimenti non sarebbe mai diventata la Prescelta ed io sarei già morto per mano sua da un pezzo.

    Adesso che ho la tua attenzione.. dissi nel frattempo che afferravo per l'ultima volta i miei vestiti da barbone prima della traversata Durante la traversata probabilmente ti manderò dei perfetti sconosciuti e tu dovrai farci sesso, cerca di fargliela sudare un poco prima altrimenti capiranno che c'è qualcosa che non va. mi stavo mettendo il cappotto vecchio, l'avrei dovuto ricomprare in un negozio che quello che avevo era oramai distrutto Cerca anche di sembrare che te ne freghi qualcosa nel mentre. Se sarai brava ci sarà più sangue sia per me che per te. gli promisi.
    Lei annuii, io afferrai una bottiglia di whisky dal frigo e uscii nell'area del porto: volevo farmi una bevuta alcolica prima di dover stare rinchiuso sulla nave a cercare di non attirare l'attenzione su di me.

    Stavo passeggiando da un po' quando vidi un volantino calpestato per terra.
    "Alcolisti anonimi" lessi, sembrava natale. cercai il posto in cui si riunivano e l'ora è qui vicino! però devo sbrigarmi altrimenti non trovo nessuno. pensai mentre mi mettevo a correre.
    L'appuntamento era in una chiesa, con un po di fortuna avrei potuto farmi una scorpacciata.
    Arrivai sul posto che erano rimasti solo due persone a chiacchierare: un uomo visibilmente stanco e provato ed un prete
    ...apprezzo molto la tua costanza, è un ottimo modo per uscirne disse il prete
    mi sento ancora appeso ad un filo, temo che potrei ricadere in tentazione da un momento all'altro e non credo che in quel momento riuscirei a riprendermi disse l'ubriacone ripulito mentre si strofinava le mani nervoso.
    non succederà, perché Dio guida i tuoi passi. Ora vai a dormire Charlie, un passo alla volta, e che la pace sia con te. disse il prete rientrando nella chiesa.
    e con il tuo spirito disse Charlie e si avviò per le strade del porto
    cominciai a seguirlo sussurrandogli di tanto in tanto Charlie... mentre lo pedinavo nascosto godendo del suo guardarsi attorno cercando di capire, in poco tempo cominciò a correre ed io correvo dietro di lui.
    Corremmo per un po' Charlie.. Charlie.. gli dicevo mentre lui correva dapprima veloce e poi sempre più piano fino ad arrendersi all'evidenza di non riuscirmi a seminare o ad arrivare in un aria con altre persone.
    Cosa... vuoi.. da... me... disse lui, piegato con le mani sulle giocchia mentre cercava di riprendere fiato
    Niente di male gli dissi io Ti stavo solo ridando la bottiglia di whisky che ti eri perso aggiunsi mentre gli poggiavo la bottiglia davanti a lui in terra.
    Charlie ebbe qualche istante di esitazione, mentre combatteva contro i propri demoni interiori e in quel momento azzannai il suo collo e cominciai a bere il suo sangue.

    +3 PS, con tutto quello che ne comporta


    Avevo bevuto volontariamente tutto quel sangue, abbastanza da fargli perdere conoscenza ma non abbastanza da ucciderlo, il giorno dopo sarebbe stato abbastanza stordito da non capire cosa era successo ma senza nessun segno di perdita di sangue dato che leccai via le ferite.
    ed ora, dimostriamo che l'alcool ti vuole bene mentre tutti ti danno del rifiuto della società stappai la bottiglia e ne misi un po sulla sua bocca, un po sui suoi vestiti e finii buttandone via mezza bottiglia nelle fogne e mettendogliela in mano.
    Una sbandata temporanea penserà, nulla di più, l'ho spinto verso la giusta direzione ora devo fare in modo che resti sulla giusta strada
    Presi cellulare scarico, portafoglio e chiavi dalle sue tasche
    il cellulare, una diavoleria moderna senza tasti la ruppi pestandola e la buttai dove avevo buttato il whisky
    il portafoglio presi quattro spiccioli che aveva ed estrassi i suoi documenti bingo! abitava li vicino ho ancora tempo pensai nel frattempo che guardavo l'orologio del vecchio telefono che avevo: segnava le 19.45.
    Oscurato deviai qualche minuto dal punto d'incontro con gli altri del sabbat per arrivare a casa di Charlie di cui avevo le chiavi, aprire il gas del fornello, ed uscire senza toccare altro e chiudendo la porta.
    Cominciai a camminare verso il mio rifugio Charlie si sveglierà sporco d'alcool, stordito e senza ne cellulare ne chiavi e nemmeno documenti per farsi riconoscere. Forse passerà tutto il pomeriggio in centrale per ubriachezza molesta o forse sarà fortunato ma quando arriverà a casa dovrà rispondere di aver lasciato il fornello aperto ed aver distrutto il palazzo pensai. Non sapevo il perché ma tutte le volte che lasciavo i fornelli aperti l'unica cosa che crollava erano i muri interni delle case mentre i piloni continuavano a tenere su il palazzo, il che significava che erano più i danni alle proprietà che la possibilità di uccidere qualcuno, in parte alla bestia dispiaceva come cosa e sta volta non ci saranno preti impiccioni a tenerti lontano dalla bottiglia mentre sei in prigione, Charlie
    gettai a metà strada le chiavi e il portafoglio in terra poi entrai nel mio rifugio mi cambiai ed uscii con la valigia in cerca degli altri vampiri in partenza della città
    Li avevo visti quasi tutti una volta sola, tranne Lazarus che avevo incontrato in una sosta con il suo branco anni prima. Non avevo avuto tanto tempo per farmi un'idea di tutti quanti ma una cosa era chiara Non versare il sangue nel calice significa una sola cosa: non-Sabbat
    Erano circa le 20.30 quando Legione, vestito da prete cominciò a passeggiare per il molo cercando altri vampiri della diocesi, trascinandosi dietro la valigia.

    Edited by Joker- - 29/1/2017, 16:54
     
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    Una nuova notte nella Big Easy - cosi mi avevano detto in molti erano soliti appellarsi a quella fogna - stava per iniziare. Mi svegliai di soprassalto, scoprendo come previsto di non trovarmi più nel luogo dove mi ero abbandonato al riposo diurno. Intorno a me solo buio, impenetrabile e freddo buio.

    Il contatto delle mani col pavimento non metteva dubbi sul fatto che fosse in ferro, tra l'altro anche umido... con un fortissimo odore di ruggine che permeava l'ambiente.

    Vediamo di trovare l'uscita..
    Pensai d'istinto sollevandomi in piedi e dandomi una sistemata ai vestiti sgualciti. Pochi istanti ed iniziai a muovermi lentamente, andando a cercare dei riferimenti per muovermi sia con le mani che con i piedi. L'eco dei passi rendeva chiaro che mi trovavo dentro una specie di contenitore metalllico.

    .. un container?
    A giudicare dal pavimento curvo è più probabile si tratti di una botte, una cisterna..


    Non mi sbagliavo. Le mani trovarono quasi subito le pareti, anch'esse curve. Queste andavano a salire sopra la mia testa congiungendosi a formare un cerchio perfetto. Qualsiasi cosa fosse il buco in cui ero rinchiuso era un cilindro di metallo, il che lasciava poche opzioni. All'ennesimo passo inciampai in una specie di sacca, un fagotto che scoprii contenere i pochi averi che ero riuscito a salvare dall'attacco del lupino arrivando in questa fogna a cielo aperto.

    Non c'era molto da dire, ero stato pochissimo a New Orleans ma era bastato a rovinare tutta la reputazione e lo status che mi ero guadagnato in oltre mezzo secolo di servizio nella Spada.

    Finalmente le mie mani trovarono un'apertura, da cui poter finalmente uscire. Sorprendentemente quella specie di coperchio era semplicemente accostato. Bastò fare un minimo di forza per farlo aprire.

    Ci tenevano proprio alla mia sicurezza quelli dell'Inquisizione eh?!?
    Pensai amareggiato ma per nulla sorpreso uscendo finalmente all'esterno e prendendo una boccata di aria salmastra. Chiunque avrebbe potuto aprire quel portello durante il giorno facendomi fare la fine del topo. Non era che un assaggio della scarsa considerazione che avrei avuto da li in avanti. Ero di nuovo stato fortunato...

    Lo sguardo indagatore si aggirò per qualche istante in cerca di riferimenti per capire dove fossi, riferimenti che quasi non servirono quando - voltandomi - mi trovai davanti una grossa nave portacontainer da cui alcuni operai portuali stavano scaricando delle merci.

    Non era ancora l'ora dell'appuntamento, e consapevole di dover affrontare un viaggio dalla lunghezza incognita decisi che la cosa migliore da fare sarebbe stata cercare un pasto prima di ogni altra cosa.

    Non fare cazzate però... Ci manca solo di attirare attenzioni indesiderate..

    Eh già, perchè non si trattava di un semplice ultimo pasto a New Orleans prima di levare le tende. I rischi in ballo erano troppi, soprattutto per me, che ero sempre stato riconoscibilissimo da chiunque, fin dai tempi di Bucarest e delle scorribande dei partigiani. Ora ero ricercato dalla Camarilla, dagli umani... Avversari che potevano anche diventare un problema per me e per il mio branco come avevo avuto modo di scoprire solo qualche notte prima insieme ad Ardeth. Dovevo essere attento, evitare problemi. La Spada non avrebbe perdonato un falso Sabbat che fa sputtanare le operazioni di imbarco, specie in quel momento particolare in cui - a detta loro - si trovavano ad avere a che fare con un possibile infiltrato.

    Osservai per un attimo la nave portacontainer, fantasticando per qualche secondo su un possibile ritorno in patria.

    Lo sguardo perso nel vuoto ed i pensieri nostalgici dei primi tempi nella Spada vennero bruscamente interrotti dal fragore di un fulmine, che si abbattè all'orizzonte con una furia quasi innaturale. Ripensai subito all'Inquisizione, alle fiamme della pira purificatrice.. Alle grida di Constantine...
    Non c'era via di fuga per me, non c'era alternativa a quella strada. Probabilmente non c'era mai stata ma ora più che mai se anche solo lontanamente avessi voluto abbandonare tutto non avrei potuto farlo. Quel pensiero non trovava spazio nella mia mente però. Il fervore degli ideali che fin dai tempi del mio primo branco avevo abbracciato con risoluta fermezza mi portavano su ben altri binari di pensiero, lontani e antitetici al tradimento, o al semplice abbandono della causa.

    La Spada mi mette alla prova. Sono stato trovato mancante, impreparato nel momento del bisogno. Non ho difeso i Butchers, non ero in me durante l'attacco al 414.. Non ho annientato Papa Ghedé e quel suo assistente.. Non ho saputo difendere il rifugio ed Ardeth quando gli umani ci hanno attaccato...

    Cosa volevi, una medaglia al valore?

    Se l'Inquisizione non ti avesse punito avresti dovuto farlo da solo. Una tale inettitudine è intollerabile.


    Solo ora, osservando quella nave e andando con i pensieri all'Ungheria ed agli insegnamenti del mio primo Sacerdote mi rendevo conto di quanto negli ultimi tempi mi fossi perso. Era un bene che l'Inquisizione mi avesse dato un calcio in culo facendomi vedere che ero diretto verso l'abisso.

    Tirai un sospiro osservando il cielo minaccioso, poi arraffai le mie cose e me le caricai in spalla.

    Si riparte da qui. Basta con gli errori...
    Troncai cosi quel ragionamento, inoltrandomi verso l'interno del porto in cerca di una preda isolata che potesse diventare un facile e veloce spuntino.


    ...


    La fortuna pareva girare bene almeno per il momento. Un gruppetto di operai stava facendo una pausa. Mangiavano dei panini e parlottavano del più e del meno. Dalla mia posizione riuscivo a vederli bene, ma non potevo andare oltre senza rischiare di essere visto, cosi attesi. Nonostante l'ora iniziasse a farsi tarda il porto pareva ancora abbastanza attivo, ed il temporale che stava per abbattersi sulla città non faceva che aumentare l'elettricità nell'aria.

    Finita la pausa tutti si incamminarono per tornare al lavoro, tutti tranne uno che invece si diresse verso un bagno chimico poco distante. Pensai subito di sopraffarlo alle spalle, ma non potevo rischiare di essere riconosciuto, cosi mi adoperai per nascondermi il viso con una specie di passamontagna improvvisato con una maglietta di riserva. Una rapida occhiata per assicurarmi che non ci fosse nessuno in vista (ne telecamere od altre soprese del genere) poi mi scagliai sull'uomo.

    Questi fece per aprire la porta, ma la trovò con sua e mia sorpresa chiusa a chiave. Si voltò quando ero ormai quasi su di lui, scansandosi d'istinto spaventato. Mi voltai a fissarlo per una frazione di secondi. I miei occhi cinerei incrociarono quelli dell'umano per un interminabile istante. Il suo volto sorpreso divenne subito terrorizzato cogliendo evidentemente la pericolosità della situazione in cui si trovava. Si diede quindi ad una rapida fuga.

    Ebbi un attimo di smarrimento quando il tipo iniziò a correre verso l'area dove si trovavano i container, non aspettandomi una sua reazione cosi rapida. Un sorriso soddisfatto precedette poi l'inizio dell'inseguimento. La preda era degna di essere chiamata tale dunque.

    Provò ad urlare qualcosa verso di me, frasi sconnesse del tipo "Chi sei" o "Cosa vuoi da me"... Le avevo sentite talmente tante volte quelle parole che ormai non erano che uno scontato copione. Inizialmente la preda pareva essere quasi in grado di sfuggirmi, poi dopo neanche una ventina di secondi il suo scatto fulmineo aiutato dall'adrenalina fu rallentato dalla stanchezza. Il suo fiato corto bastava si e no a fargli continuare a recitare scontatissime frasi da preda con le spalle al muro. Il frastuono del temporale in lontananza, il vento che imperversava sul porto ma soprattutto il rumore dei macchinari al lavoro e delle navi ormeggiate poco lontano attutì ogni suo lamento o supplica indirizzato verso di me.

    Non passarono che una trentina di secondi dal momento che mi ero lanciato nel primo assalto che lo avevo già raggiunto e placcato alle spalle. Sfruttando la mia stazza gli fui sopra in un lampo, bloccandolo a terra con l'ausilio del mio peso. Azzannarlo al collo fu a quel punto facilissimo. Il suo sangue dopo lo spavento e la corsa pulsava ancor più rapido ed ancor più caldo del normale. Mentre l'uomo ebbe fiato e forza solo per emettere uno spento e soddisfatto mugolio, io sentii la bestia fremere in me per quel pasto. Avrei voluto prosciugare quella lattina.. Ma non potevo lasciarmi andare come già era successo in passato alle pulsioni della mia parte animale... Dovevo fare in modo che tutto filasse liscio, cosi appena lo stimolo della sete fu saziato mi staccai dal suo collo, abbassandomi persino a leccare la ferita per richiuderla.

    Prendo +2 PS


    L'uomo - un negro di neanche trent'anni - aveva perso i sensi, cosi lo girai per osservarlo meglio prima di levare le tende.
    Il tipo si era pisciato addosso. D'altronde se la stava facendo sotto da prima, pensai.

    Ah!

    Lo trascinai rapidamente in un angolo buio e lo lasciai li, tornando poi a prendere le mie cose poche decine di metri più in là.

    Probabilmente penserà di aver perso i sensi mentre cercava un posto per pisciare..

    Pensai mentre infilavo la maglietta usata come passamontagna nel fagotto e mi ricaricavo il tutto in spalla.
    A stomaco pieno si stava decisamente meglio... Ora non restava che andare al punto d'incontro e vedere cosa sarebbe successo... Quasi sicuramente ci avrei trovato anche gli altri.

    Edited by Lopensky - 30/1/2017, 16:39
     
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    Bob, hai presente quei giorni in cui ti svegli la mattina, vai in bagno, cambi l’acqua al pipistrello, ti sciacqui il viso, alzi lo sguardo, e non riconosci il volto che ti sta guardando dallo specchio, con la tua stessa espressione di ebete sorpresa?

    Non credo di capire, Signor Wilson

    Rispose il tassista di colore, che stava scortando quel giovane vestito da barbone verso il porto.

    Certo che no, Bob. Ma chiamami Mr.W.

    <b>Come vuole, Signor Wilson... ehm. Mr.W


    Anche io credevo che non avrei mai capito. E invece... Eccomi qui. A parlare con un tassita di nome Bob, senza maschera.

    Veramente il mio nome è Frank...

    La mia sera è cominciata proprio in questo modo: mi sono svegliato nella camera di un pulcioso alberghetto, di quello con le sagome in gesso disegnate per terra e la sirena della polizia che si sente in lontananza. La bocca impastata, quel sapore di rame, sangue e merda. Sete, insomma. Ma non la solita sete, capisci quello che dico, Bob?

    Io mi faccio sempre un bicchiere di whiskey on the rock la mattina, Mr.W.

    Così sono andato in bagno. Uno stanzino di mezzo metro quadrato, con la muffa sugli angoli del muro e odore di piscio.

    Sembra casa mia.

    Mi sono chinato sul rubinetto incrostato di calcare e di sa Dio quale altro residuo organico, ho lasciato scorrere l’acqua fino a quando non ha assunto un colore marrone-trasparente, anziché verde muco, e ho buttato giù un sorso. Sarebbe dovuto bastare, vero? La bocca non era più secca. Potevo muovere la lingua, tornare a parlare alle voci che ho nella testa, no? Invece mi sono vomitato addosso.

    Come me al quinto whiskey. Ogni mattina.

    E la sete ancora lì. Ancora quella bocca impastata e l’alito di palude. Allora sono andato a farmi una doccia, dietro la tendina di plastica ammuffita. Non potevo certo presentarmi all’incontro ricoperto di vomito. Per lo meno in quel posto di merda l’acqua era calda. Mi sono lavato per bene, godendo in modo nuovo del calore e dell’energia che l’acqua trasmetteva al corpo. Quindi sono tornato al lavandino per lavarmi i denti e cercare di liberarmi di quella orribile sensazione.
    La superficie dello specchio era coperta da una patina di vapore. Passai la mano per liberarmene, e darmi un’occhiata, ma, per la prima volta da non so quanto tempo, non mi vomitai addosso nel vedere il riflesso. Un volto nuovo mi stava guardando. Famigliare e distante, come se vedessi una persona tra la folla, che credi di conoscere, ma non riesci a ricordare chi fosse.
    Hai presente la sensazione, Bob?


    Sì, mi succede sempre quando becco Gary Busey in tv. Oppure la mia ex moglie.

    Chi era quello lì? Un belloccio palestrato, con una mascella sexy e begli occhi marroni. Pareva Face Off, quando Nicholas Cage scopre di non essere più John Travolta, ma Nicholas Cage, e che John Travolta adesso non è più Nicholas Cage, ma è John Travolta, e si guarda allo specchio e si tocca la faccia guardandosi con gli occhi a palla da ebete, ed ha una visione sul futuro di sé stesso che si ritrova a tirare un pugno a una donna vestita da orso, ma poi si rasserena perché si ricorda che lui in realtà non è Nic Cage, ma John Travolta, ma l’espressione non gli cambia, perché allora si vede farsi rifiutare da Scarlett Johansson un imbarazzante bacio di fronte a milioni di americani.

    Ehehe! Sì, un classico

    Ma io non ho tempo per avere imbarazzanti visioni sul future, perché all’improvviso si sente un rumore dal basso ventre. Una sensazione tra il dolore e il sollievo. Fortuna che mi era sufficiente lasciarmi cadere all’indietro per sedermi sul cesso. Naturalmente esce sangue.

    Ehehe! Un classico. Mio cugino ha il morbo di Crohn. Anche lui caga sangue. Lo chiamiamo Slayer, in famiglia. Perché It’s Raining Blood.

    Ma tuo cugino per lo meno può provare il vago piacere anale di uno stronzo che ti allarga il culo e si strofina sulla prostata. Io sono anni
    che non ingerisco qualcosa di solido, e l’unica sensazione che posso provare è il bruciore della diarrea acida su delle emorroidi ingrossate.

    Il tassista mostrò empatia aspirando aria tra i denti serrati, in un sibilo di dolore.

    Come avevo fatto a ridurmi così? Seduto su un cesso sporco di merda in un albergo di quarta categoria, con il buco del culo che mi bruciava, privandomi del piacere omosessuale del movimento anale.
    Probabilmente è il prezzo che si paga per il tradimento. “Tradimento”, poi… parola inesatta. Cambio di carriera, è più corretto. Ho semplicemente capito che quelli per cui lavoravo erano degli stronzi, e ho cambiato treno. Certo, non è proprio la stessa cosa di passare da Johnson & Sons Ltd. Alla Jack & Jackson Associated. Ma cosa potevo fare? Andare dal Dominion e denunciare l’imbecillità del Signore delle Tenebre Asmatico? La fanno facile, quando il suddetto signore delle tenebre ti vuole staccare la testa con l’aiuto di un Puffo satanista. Che poi sono stati quegli stessi coglioni a nominare lo stronzo. Sono tutte cose che ti fanno venire dei dubbi sulle capacità di giudizio dei tuoi capi. Mi è stato offerto aiuto, una possibilità e un nuovo lavoro, in un’altra azienda dello stesso gruppo, e io ho accettato. Mi sembra lecito.


    Le sembrerà incredibile, Mr.W, ma anche io lavoravo in un posto con dei capi stronzi. Me ne sono lamentato e mi hanno fottuto. Da lì mia moglie mi ha lasciato, sono iniziati i whiskey la mattina, e anche il sangue dal culo.

    È il destino, Bob. Se non fossimo stati entrambi fottuti col ghiaino, ora non ci troveremmo a parlare in questo taxi puzzolente… È lavanda questa?
    Comunque alla fine l’ho fottuto io lo stronzo. Ora mi manca da trovare il suo amichetto blu. Non arrenderti, Bob. Cerca la tua vendetta. La vendetta è un sentimento nobile. Lo dice anche la Bibbia. Non perdere la testa.

    Wade appoggiò la mano destra, quella che non era occupata con il volante, sulla spalla del tassista, in un gesto di amichevole incoraggiamento.
    In quel momento, la testa dell’uomo rotolò, fermandosi sul suo grembo. Gli occhi vitrei spalancati fissavano il Cainita.

    Bob?

    Wade aggrottò le sopracciglia, confuso.

    Da quanto tempo sei così?

    Sarà un’ora che parli da solo, idiota.

    Sei sfasato da un po’. Ti sei fatto portare al porto, l’hai quasi prosciugato, ti sei messo al volante e hai fatto finta di guidare fino ad ora.

    E perché ha il torcicollo?
    Volevi fare quella stupida battuta finale?

    Mh! Ci sta.

    Esclamò scrollando le spalle, e slacciandosi la cintura di sicurezza.

    Bob, vecchio mio. Questo non ti servirà.

    Disse, afferrando il berretto a spicchi che indossava il tassista.
    A quel tocco, la testa spalancò la bocca, e gli occhi vitrei si mossero a fissare Wade. Il Cainita ritirò la mano di scatto, come se temesse che la testa potesse morderlo.

    Ma guardati. La tua bella faccia pulita, le tue battute sceme, il tuo bel colorito sano, la bocca impastata e l’uccello che ti funziona… E ancora hai il coraggio di farti descrivere come Cainita?

    La voce della testa era ruvida e profonda, come se provenisse dall’abisso più profondo.

    Lo Spirito del Natale Passato?

    No, Deathwish. Sono il tuo Padre Oscuro.

    Wade sobbalzò, incredulo. Si prostrò, rannicchiandosi più che poteva, per quanto la posizione all’interno della vettura gli permettesse.

    Oh, Padre Oscuro! Son oil tuo umile servitore. Sono stato la tua mano, la tua spade. Ora sarò la tua fiaccola.

    No. Non sei mai stato la mia spada. Sei sempre stato la spada solo di te stesso.

    No! Non è vero! Ti ho sempre servito.

    Perciò ritieni che mi sia sbagliato, o che ti stia mentendo?

    Wade sollevò timidamente lo sguardo verso la testa.

    Ehm… Non c’è una risposta esatta a questa domanda, vero?

    Tu sei morto e rinato una volta. Sei morto e rinato una seconda volta. Ora tu muori e rinasci per la terza volta. Se vorrai davvero riunirti a me, dovrai ripetere il ciclo ancora una quarta volta, e non sarà l’ultima e finale.
    Rifletti.


    Con queste ultime parole, la vita nella testa si esaurì, in un ultimo rantolo di morte.
    Lentamente, Wade rialzò lo sguardo, e con lo sguardo, raddrizzò anche la schiena.

    Who!

    Esclamò sconvolto, a bocca aperta.

    Ma l’avete visto?

    Cosa? Ti sei rincoglionito di nuovo per qualche minuto e ora fai l’imitazione di Keanu “Facca-di-pesce” Reeves in Matrix.


    Bob! Non era Bob! Era… Wow!

    Restò qualche minuto a fissare la testa, a bocca aperta, incredulo di quello che aveva appena visto.
    Alla fine si riscosse dallo stupore. Trovò il coraggio di toccare la testa. Prima con un dito, poi con la mano intera. Non reagiva: era solo una testa mozzata.
    Wade la prese con sé e smontò dal taxi. Si mosse verso il retro del mezzo e aprì il bagagliaio, da cui tirò fuori il borsone con la sua roba: la tuta rossa, una spada da ninja, un mp5, un Barrett che ci stava a malapena in lunghezza, il computer portatile e il piccolo televisore catodico. Set da scasso e pinza multi-uso erano nelle tasche del suo solito cinturone, unico elemento della sua classica uniforme che indossava in quel momento, sotto al lungo cappotto marrone sgualcito da senza tetto.
    Lasciò cadere il borsone da ginnastica per terra, e appoggiò accanto la testa di Bob. Ne prese il cappello e lo indossò.

    Ho bisogno di altri vestiti. Non posso certo salire a bordo conciato così.
    Disse tra sé e sé, e in quel momento lo stomaco gli gorgogliò.

    E ho fame. Di entrambi i tipi… Maledizione.

    La sua prossima mossa fu quella di tornare verso il volante, mettere in folle, quindi spingere il mezzo verso la fine della banchina, che aveva davanti. Il taxi affondò nelle acque del porto di New Orleans con il corpo decapitato di Bob.

    E adesso Andiamo da H&M.

    Sospirò Wade, guardandosi intorno per la prima vera volta, da quando era arrivato al porto.
    Per una curiosa coincidenza, o forse uno scherzo del destino, quella zona la conosceva. Un tempo il rifugio degli Arma V, il suo branco, si trovava nei paraggi. Prima del tradimento di Mozzarella e Ford.
    Il Cainita folle si incamminò verso la Slaughter House, portandosi appresso la testa del tassista, penzolante dalla sua mano destra.
    Del vecchio deposito di vernici erano rimaste solo macerie. Alcuni tralicci della struttura di acciaio erano rimasti a stagliarsi contorti dal calore delle fiamme sui cumuli di mattoni spezzati e anneriti.
    Era stata una trappola ben congegnata. Un vero peccato non essere riusciti ad assistere al momento in cui le vecchie vernici e l’alcool avevano fatto boom. Per chi era stata preparata? Per i servi della Camarilla? Per i Bloodghast? Per entrambi? L’importante era che avesse funzionato, e che avesse mietuto, smembrato e mutilato i suoi nemici. Ma davvero la trappola era scattata? O le macerie erano ciò che il Cainita voleva, e si aspettava di trovare? Non erano forse fiamme quelle che vedeva con la coda dell’occhio? E quello non era forse un braccio, dimenticato tra delle lamiere?
    Ciò che era certo era che un writer stava imbrattando il muro di un magazzino vicino e, casualmente, sembrava portare la stessa taglia del Cainita.
    Wade prese la mira e calciò la testa di Bob verso l’altro giovane, in modo tale che raggiungesse l’area vicina a lui e rimbalzasse e rotolasse fino ai suoi piedi. Il ragazzo balzò per la sorpresa, e restò paralizzato per la confusione e il terrore, dopo aver identificato l’oggetto ai suoi piedi, dando il tempo a Wade di raggiungerlo, con i canini estratti.

    Corri.[color]

    Invitò il writer, che, scossosi da quello stato di sospensione, si voltò e alzò il piede per scattare verso la salvezza.
    Non riuscì nemmeno a posarlo a terra, quel piede, che il Cainita già l’aveva afferrato alle spalle.

    [color=red]Troppo. Lento.

    Scandì, prima di affondare le zanne nel collo.
    Se ne staccò quasi subito, dopo che il Bacio ebbe effetto, e lo lasciò a terra. Lo spogliò, e adagiò i suoi vestiti accanto al ragazzo svenuto.
    Wade aveva soddisfatto la Fame, ma lo stomaco ancora gli gorgogliava. Voleva mangiare. Mangiare cibo mortale. Proteine, carboidrati, fibre, vitamine… Ma non aveva nulla con sé, e nemmeno il ragazzo aveva pensato di portarsi uno Snicker. Però, ripensandoci… Il ragazzo era composto da proteine…
    Wade si chinò nuovamente sul writer con le zanne estratte, ma questa volta non gli donò il piacere estatico e raffinato del bacio, bensì le affondò con violenza nell’addome, e strappò un abbondante pezzo di carne.
    Il ragazzo si svegliò dal suo torpore, urlando di dolore e terrore, ma ciò non interruppe il predatore, che sviscerò la sua preda, masticando e ingoiando.
    Wade si rialzò, cercando di tenere dentro lo stomaco il macabro pasto. Carne cruda: un carpaccio. Resistette appena un paio di secondi, e subito vomitò tutta la carne ingerita, restituendola alla sua vittima, che piangeva e implorava la madre.

    Pessima idea. Ora sto peggio di prima.

    Commentò il Cainita, tenendosi la pancia e piegato in avanti.
    Restò così per alcuni minuti, con il sottofondo dei lamenti del giovane, che man mano andavano a spegnersi.
    Alla fine, il writer giaceva silenzioso in una pozza di sangue, feci e bolo di carne masticata. Il Cainita si rizzò, osservando la scena. Non stava bene. La fame si era calmata, ma era un inganno. Non aveva assunto nutrimento, e ben presto si sarebbe ripresentata.

    Porca puttana.

    Commentò ripulendosi la bocca strofinandola con il braccio.
    Si rivestì con gli abiti della sua giovane vittima: dei pantaloni tipo cargo verdini e con tasche capienti, una canottiera aderente rosso scarlatto, una felpa con cappuccio nera e un paio di sneakers alla moda arancioni sgargianti. Sistemò i suoi abiti da barbone nella borsa, e se la caricò in spalla, incamminandosi verso il luogo dell’incontro con gli altri Sabbatici. Il cadavere smembrato di un giovane senza nome e la testa di Bob dietro di sé.
     
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  9. .Giona.
     
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    La barbuta e pallida figura del Custode percorreva il molo con aria cupa e pensierosa. Doveva ormai essere l'ora dell'appuntamento, ma non si scorgeva anima viva, o meglio non-morta, che confermasse l'esattezza del luogo. Occasionali folate di vento ne scompigliavano i capelli e, spinto dalla pressione dell'aria, il mare impattava contro il cemento del porto ruggendo e annichilendo per qualche istante ogni altro suono.

    La crociata era fallita, la speranza di trovare un nuovo e degno fronte a New Orleans era svanita. Cos'erano adesso? Ancora nomadi o piuttosto dei fuggiaschi? Tutto era stato smantellato in fretta, troppo in fretta per permettere al Custode di stare sereno.

    In tutto quel marasma lui e quei bifolchi dei Lasombra indigeni si sarebbero trovati tutti lì. Alla prima occasione sarebbe stata doverosa una resa dei conti. Quel reverendaccio di Blake avrebbe maledetto il giorno in cui le sue parole avevano svenduto, tradito e umiliato pubblicamente il clan. C'era poi la faccenda ex-seven da risolvere. Aveva tre mesi per farla fuori o per sperare che qualcuno degli Amici lo facesse. Certo, affrontare un altro Lasombra non era impresa semplice e forse la monomachia, con le sue regole e usanze, poteva agevolargli il compito e mascherarne i veri intenti. Quel cainita doveva essere messo a tacere! Ad ogni costo! La Koldun doveva organizzare la cosa e al più presto!

    A proposito, dov'era finita la Demone? Il primo pensiero fu sporgersi appena oltre il ciglio della banchina. In effetti il Custode non si sarebbe stupito affatto di trovarla galleggiante sotto il pelo dell'acqua come una di quelle donne ammazzate e gettate nei laghi. No. Non era lì. E non sapeva se esserne sollevato. Quella creatura era animata da un'etica grottesca, sfera del suo essere che correva parallela ad una folle concezione del creato. Acqua ... terra ... come no.

    Non restava che chiamarla al cellulare, sperando, ovviamente, che quell'oggetto non fosse stato rovinato da acqua, terra ecc ecc ... pagani!
     
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    Una volta superata la "Zona rossa", in termini di sorveglianza esterna e di lontananza dal sito dell'esperimento, Harahel aveva buttato le chiavi nell'ansa del fiume, quindi aveva optato per disoscurarsi. Il punto dell'incontro distava appena due minuti di camminata tranquilla, tempo che si riduceva esponenzialmente iniziando a correre.
    Decise quindi di sacrificare un prezioso minuto per un rapido cambio d'abito, sfruttando tutto ciò che aveva rubato alla sfortunata famiglia vittima della sua spietata ricerca.

    Arrestò la marcia lungo il marciapiede portuale, sfilò le maniche della giacca e la poggiò su una colonnina protettiva.
    "un minuto" sentenziò, poggiandosi sul duro cemento per aprire il fagotto. Una rapida analisi di tutto quello che vi era, ed era pronto ad iniziare.
    Quindi infilò la camicia di flanella sopra il vestiario, indossò la sciarpa avvolgendola un paio di volte attorno al collo, infilò i guanti noncurante di averne già uno proprio sulla sinistra e calzò il berretto.
    Il dolore inflittogli dalla ferita non ancora guarita ne limitava minimamente le movenze, non consentendogli una scioltezza assoluta nei movimenti. Tuttavia la situazione era notevolmente migliorata grazie al sangue ed allo sforzo mentale impiegato.
    Ciò che prima era limitante anche nel semplice camminare, ora era un lontano fastidio sopportabile, il cui impiccio poteva essere paragonato a una leggera perdita di tonicità muscolare.
    Quantomeno nelle situazioni così chete.
    "venti secondi" conteggiò, mentre infilava nuovamente la giacca, assestava il cappuccio per coprire anche il berretto e richiudeva il proprio fagotto per riprendere il cammino.

    L'aspetto leggermente imbottito forse ne sminuiva in parte la sinistra meccanicità dei movimenti, ma non solo era dedito allo scopo, ma copriva in parte lo sfacelo che lo spauracchio aveva ancora in volto.
    "Gli umani non apprezzano l'estesa visione di traumi o ferite cicatriziali, salvo per "l'effetto deragliamento" o per svariati tipi di alienazioni mentali. Posto di non trovarne sulla nave, sono certo che la crudezza del mio aspetto fisico attuale possa essere comunque sminuita.
    Simulazione di vergogna, misto a coperture e alla parziale guarigione già eseguita saranno le chiavi per non lasciare che questo inconveniente divenga fonte di rovina."


    Il cainita percorse la zona portuale nel rumore di sottofondo dell'acqua sempre in movimento, dei rumori notturni del porto, della lontana "movida" cittadina. Pensava di essere i'ultimo fra tutti a giungere al punto d'incontro, considerando poi quanto tempo si era dilettato nell'impiegare al fine dei suoi esperimenti..
    Sbucando da una fila di container e trovandosi però di fronte alla figura di Lazarus, si fermò un momento sul posto. "suppongo di non essere poi stato l'unico a impiegare il mio tempo. Caricò l'orologio, prima di riporlo in tasca.
    Si avvicinò allo stesso riconoscendo in lui un membro della spada, mostrandosi ma rimanendo a distanza di qualche metro. quindi assunse posa marziale, portando un pugno appena sotto lo sterno e l'altro, parallelo, dietro la schiena. un leggero inchino di capo e spalle, a mo di saluto, seguito dall'arresto totale di qualsiaisi movimento.

    Il corredo dei suoi abiti, con le ultime aggiunte invernali, era decisamente meno intimidente dello spauracchio presentatosi durante il processo; non più una maschera di pelle, vetro e metallo, ma una sciarpa svolazzante e un cappuccio da cui emergevano appena i tratti deturpati dello stesso. Non più un simbolo di un antico clan sulla mano sinistra, ma la trama di una tela scadente.
    "sulla nave avrò modo di riportare i miei appunti in modo esteso. Ora non vi sarebbe tempo, e non credo sia il caso di cominciare solo per vedere poi l'interrompersi di una trascrizione così importante.
    Aspettiamo.

    E così fece.
     
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  11. Dr. Times
     
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    Ben arrivati Fratelli! La voce calorosa del dottore giunse ai Cainiti in attesa, mentre questi si avvicinava sorridendo amichevolmente ad entrambi. Aveva riconosciuto fin da subito l'appariscente figura dai capelli lunghi e la fronte sporgente come uno dei partecipanti alla Vaulderie dei membri della crociata; per quanto lo riguardava, un interlocutore era di gran lunga meglio che attendere in religioso silenzio l'ora dell'appuntamento, da qui la sua decisione di avvicinarsi e prendere la parola.

    Appena fu a pochi passi dall'uomo in nero, si fermò, posizionando elegantemente le mani dietro la schiena, ed osservando con il massimo interesse l'individuo imbacuccato, faticando a ricollegarlo ad un volto noto. I tipi in maschera e conciati male erano parecchi, e lui stesso non aveva prestato particolare attenzione ai personaggi piu appariscenti, classificandoli come ridicoli o patetici.
    Fallendo nell'identificazione, il buon dottore si limitò ad allargare il suo sorriso in direzione dello sfregiato, e poi a ignorarlo con nochalance in favore della figura più riconoscibile.

    È davvero un peccato che la scorsa notte, fra la cerimonia e la situazione concitata, non ci sia stato il tempo per adeguate presentazioni. Proseguì tranquillamente, parlando come se gli eventi che avevano preceduto la sua venuta non fossero altro che una sottigliezza su cui si poteva facilmente passare sopra. Permettetemi quindi di sopperire a questa incresciosa mancanza...
    Posò una mano aperta sul suo petto, come a volersi indicare a beneficio di chi non avesse capito che si stava introducendo. Dottor Times, Vero Sabbat, filosofo e accademico, servo leale della Spada. Al vostro servizio. Cocluse teatralmente, marcando le sue ultime parole con un tono che esprimeva una certa formalità, come se quella fosse una semplice formula di rito.
     
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  12. .Giona.
     
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    Il Custode osservò Harahel per un lungo interminabile istante. Chi era quell'individuo? Perché non palesava la sua identità? Nessuno dei due, sulle prime, accennò a proferir parola ... Lazarus ci mise qualche istante a raccordare i ricordi del processo. Era lui! Quello era lo Spauracchio! Un'ondata di rispetto pervase l'animo dell'ex Ductus, poi un retrogusto di compassione. Quell'essere sembrava l'ombra di se stesso, misero nell'aspetto, senza la sua fiera maschera. Era forse tutto voluto? Era una scelta tattica? In effetti come avrebbe potuto sopravvivere una creatura con una simil fama se non "sparendo" agli occhi dei propri nemici? Il Custode stava ancora soppesando le giuste parole da utilizzare quando ...

    CITAZIONE (Dr. Times @ 31/1/2017, 18:35) 
    Ben arrivati Fratelli!

    Una lama gelida corse nel ventre del Lasombra Ci hanno trovato! pensò ed il sospettò tornò a serrargli le labbra. Ogni parola proferita da quello sconosciuto fomentava dubbi Questo tizio non era al processo ... questo tizio sembra così umano ... questo tizio perché ci tiene tanto a sottolineare d'essere un Vero Sabbat? Se ha partecipato alla Vaulderie dovrebbe sapere ... lo sguardo dell'ex Ductus balzò da Times a Harahel ... questo "Dr. Times" non sa niente della nostra setta! NIENTE! E' una fottuta spia!

    Ben arrivato a te esordì con la mandibola rigida, forzando un tono quanto più cordiale possibile, si voltò quindi di nuovo a guardare Harahel, ma questa volta ne cercò lo sguardo rivolgendo a lui precise parole Dottore, ci avete fatto prendere un bello spavento con il vostro arrivo inatteso. Se non vi foste subito palesato, avremmo pensato questo cainita vuole farci del male, guardiamocene bene, è una spia adesso tornò con disinvoltura su Times Sono lieto di vedervi, in questa rocambolesca fuga da New Orleans, fa sempre piacere un alleato

    Pag.40 del V20 Core: While the “Kindred” (a term the Sabbat despise) of the Ivory Tower cower among mortals and cling to outdated Traditions, the Sabbat prefer to indulge in their vampiric nature.

    Dominazione 2 su Harahel. L'ordine è il testo in corsivo nel parlato.


    Edited by .Giona. - 31/1/2017, 19:57
     
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    OO - Mesmerismo

    Tramite questo potere, un vampiro è in grado di imprimere un pensiero falso o una suggestione ipnotica nel subconscio del soggetto. Per produrre i suoi effetti, il Mesmerismo richiede un’intensa concentrazione e una dicitura precisa, quindi sia il Fratello che la vittima non devono essere distratti. Il vampiro può rendere immediatamente attivo il pensiero imposto o stabilire uno stimolo che verrà scatenato in seguito. La vittima deve essere in grado di comprendere il vampiro, anche se è indispensabile mantenere il contatto degli occhi solo fino a che l’idea non sia stata trasmessa.

    Il Mesmerismo permette di imporre ordini semplici e precisi (consegnare un oggetto), ma anche complessi e molto difficili (prendere nota delle abitudini di una persona e riferirle ad un’ora stabilita). Un soggetto può ricevere l'impianto di un solo stimolo alla volta.

    Sistema:
    Il giocatore effettua un tiro di Persuasione + Autorità (difficoltà pari ai punti volontà attuali della vittima). Il numero di successi determina quanto è penetrata la suggestione nel subconscio dell’individuo. Se il vampiro ottiene 1 o 2 successi, il soggetto non può essere forzato a compiere azioni da lui ritenute strane (può camminare all’aperto, ma non imiterà mai un pollo). Con 3 o 4 successi il comando è efficace, purché nell’eseguirlo la vittima non si metta in pericolo. Con 5 o più successi il vampiro può trasmettere praticamente ogni genere di ordine.

    Non importa quanto possa essere forte la volontà del Fratello, il suo comando non può obbligare una persona a farsi del male in modo diretto o ad opporsi alla sua Natura innata. Quindi, sebbene un vampiro che abbia ottenuto 5 successi possa costringere una persona minuta di 50kg ad attaccare un omaccione di 150kg, non può imporre alla sua vittima di spararsi un colpo in testa.

    Se un vampiro cerca di mesmerizzare un soggetto prima che questi abbia eseguito un comando conferitogli in precedenza, bisogna confrontare il numero attuale dei successi con quelli ottenuti durante la trasmissione della prima suggestione. Il tiro che otterrà il maggior numero di successi stabilirà quale intimazione risiede ora nel subconscio della vittima; le altre suggestioni verranno cancellate. Se i successi ottenuti saranno uguali ai precedenti, il comando più recente sostituirà quello vecchio.

    2017-01-31 12:33:11 Lazarus rolls 7 dice to Mesmerismo (Diff 5) 5,4,2,3,6, 8,3 [3 successes] Successo Pieno
     
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  14. -Cybele-
     
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    CITAZIONE (Dr. Times @ 31/1/2017, 18:35)
    Ben arrivati Fratelli!

    Bestemmiatore. , esordì nel dialogo che era iniziato, fissando Times. Sbucò alla destra di Lazarus che venne investito da una ventata fredda. La figura della Figlia dei Carpazi era avvolta in abiti semplici ma era vestita di un atteggiamento acceso.

    Buonasera, mio Pan i władca. , salutò dopo qualche istante il Ritualista per primo, per poi riservare un tono più tranquillo allo Spauracchio. Buonasera. , fu cordiale mentre, con attenzione, ne osservava l’aspetto – diverso. Più d’ogni cosa rammentava la non violenza con cui aveva risposto all’affronto ricevuto. E' stato timore o speranza di mantenere l’onore?

    Non sempre importa ciò che potrebbe o non potrebbe essere. Conta l'errore, non sei d'accordo mio Pan i władca? , chiese al proprio Ductus, dopo averlo lasciato parlare per primo. Tornò a focalizzarsi su Times. Se anche ti chinassi a terra a cercare nutrimento tra il cemento e le pietre sotto una Spada puntata sul tuo cuore potresti non riacquistare la fiducia che hai perso con una singola parola. , aggiunse con fermezza. C’era una tonalità fremente nella voce della Demone, qualcosa che possedeva più foga, qualcosa che si sentiva - qualcosa che assomigliava a fanatismo. Ricordava vagamente quel Dottore, troppo breve il tempo della Vaulderie.

    Aveva gli occhi fissi su di lui. Empia spia! Martellava nella testa mentre il legame con la Spada prendeva il sopravvento nell’intreccio che era la sua Natura. Gli anni trascorsi braccati avevano lasciato - e continuavano a premere - nell'animo un'impronta profond, che lì, al tempo stesso, si nutriva del fervore cresciuto nella Koldun'ia per via della sua posizione nel Branco. Un lavacro rituale purificatore potrebbe lavare la sua lingua. , rincarò, fervente ma rivolgendosi a Lazarus - suggerendo.

    Pan i władca = capo e comandante
     
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  15. Dr. Times
     
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    Times stava per proseguire, e correggere il malinteso. Un errore del tutto in buona fede che avrebbe potuto traviare gli animi ed essere frutto di discordia fra quelli che dovevano essere nuovi alleati, quando quella che lui aveva soprannominato la donna di stoffa comparve dal nulla a calunniare.
    I suoi occhi si posarono su di lei con freddezza, infastidito dal suo intervento, ma non in maniera abbastanza pesante da innescare la bestia. In fondo l'errore era stato suo. Le troie della camarilla avevano preso il controllo del termine "Fratello" deturpandolo e facendolo proprio, e l'animo pragmatico del suo ultimo compagno di viaggio, aveva evidentemente fatto scordare al povero dottore l'astio che ogni buon sabbat avrebbe potuto provare per quella parola. I due cainiti di fronte a lui l'avevano sicuramente presa come un insulto, e sarebbe stato opportuno fare ammenda per questo. Ovviamente non di fronte ai reietti. Dimostrarsi debole in quel momento poteva risultare la scelta peggiore della sua vita. Ma se c'era una cosa che il malefico Bastardo sapeva fare bene, era indossare maschere. E quello sembrava un ottimo momento per sostituire la sua.


    Non voleva essere divertente Il tono del Pander cambiò completamente, quasi deformato nella sua improvvisa freddezza e crudeltà. La variazione fu istantanea ed imprevedibile, mentre le braccia fino a quel momento posizionate delicatamente andavano ad incrociarsi in una posa di sfida. Ne offensivo, ne blasfemo. Sì, voleva essere uno scherzo. Ma uno scherzo di cattivo gusto. Di cattivissimo gusto. Un gesto per ispirare ribrezzo. Un monito per questa battaglia fallita. Uno shock per le vostre menti e per i vostri cuori, esattamente come sapere degli orrori e degli obbrobri compiuti qui a New Orleans lo è stato per me! Sentite il disprezzo ribollire dentro di voi? Sentite la rabbia bruciare per questo insulto gratuito? Ovviamente la sentite, perché le parole erano rivolte a voi. Non un atto impuro, non un'offesa all'intera setta. Questa era una semplice parola. Riuscite ad immaginare l'odio che può aver provato ogni singolo membro della setta di fronte alle vicende di New Orleans. Un'offesa a tutti noi!
    Il nuovo atteggiamento sembrava talmente naturale nei modi di fare del vampiro, che appariva impossibile che su quel viso fosse comparso un sorriso solo qualche istante prima.

    Ditemi, Figli di Caino Un lampo di puro odio attraversò i suoi occhi, mentre si voltava a guardare la Big Easy. Per Times fu come respirare. Le sue maschere non erano solo frutto della sua dimestichezza con l'arte dei demoni, ma soprattutto della sua abilità interpretativa. Inscenare lo sdegno gli venne naturale più che respirare.
    Ditemi Cainiti, signori della notte. Eravate altrettanto sdegnati mentre i cosiddetti "Fratelli" Questa volta la parola uscì dalla sua bocca sputata e canzonata allo stesso tempo. Contrastavano gli attacchi della spada? Eravate altrettanto sdegnati, mentre altri Cainiti, che si reputavano degni di tale nome, godevano impunemente di amenità demoniache e si crogiolavano nella loro autocelebrazione ponendosi come dei in terra?
    La verve del Bastardo si infiammò mentre parlava, divampò attraverso il suo cuore e la sua anima e si espanse come fuoco attorno a lui. La sua voce si fece bassa, crudele, quasi sussurrata. La sua convinzione traspariva da ogni parola.
    Vi siete sdegnati quando questa crociata si è arenata, e l'Inquisizione ha dovuto intervenire personalmente per porre fine alla faccenda? Vi siete sdegnati?

    Si rivoltò verso i tre interlocutori, posando il suo sguardo penetrante su ognuno di loro. Quando ricominció, il suo tono era nuovamente calmo, intriso di serietà. Se lo avete fatto, allora ho qualcosa da spartire con voi. Sarò libero di donarvi il mio rispetto, la mia non vita. Camminerò e combatterò anche per voi, e non solo per la mia, la nostra causa. Per un istante sembrò che il dottore volesse chiuderla lì, ma senza dare il tempo agli altri di intervenire, riprese. Ma se non avete sentito lo stesso sdegno che ho sentito io, sappiate che per me sarete nemici al pari di quegli infingardi che credono di essere della nostra stessa specie e agli schiavi dei demoni. Un dito accusatore si alzò verso New Orleans.

    Questo sono io. Mettetemi pure alla prova, se ritenete vi sia falsità nelle mie parole. Concluse enigmatico, in un ultimo gesto liberatorio ostentando sicurezza. Altrimenti, come da convenzione, sarei felice di conoscere il vostro nome e il vostro titolo, affinché mi sia concessa la possibilità di mostrarvi il rispetto che meritate.

    uso ascendente 1,
    Soggezione, e spendo 1 wp
     
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