Holy Cross - Giorno dopo il Processo

E così aveva camminato. Camminato a lungo. Con le ombre a coprire quel corpo smilzo di cui aveva tanta paura. La mente pervasa da una miriade di pensieri. C'era una nave da prendere. L'inquisizione lo aveva ordinato esplicitamente. Eppure l'idea di avventurarsi su quella nave la rendeva nervosa. Stimolava la Bestia. Ogni volta che il pensiero indugiava su quella nave (che neanche aveva mai visto) e sull'idea di trovarsi insieme a tanti altri Cainiti con la Vaulderie come unica "assicurazione" contro eventuali danni sentiva le viscere attorcigliarsi e la Bestia iniziare a ringhiare furiosa il suo disappunto. E, poi, c'era un'altra questione da valutare. La sua Fame Atavica. Ogni notte trascorsa sulla nave avrebbe dovuto trovare qualcuno da cui strappare lembi di carne per cibarsene e soddisfare i suoi istinti. Ma ciò che era "facile" fuori dalla nave (grazie ai suoi Discepoli) non lo sarebbe stato altrettanto una volta imbarcata. E così, il suo ritorno dalla propria Ductus, fu un continuo rincorrere le proprie tribolazioni alla ricerca di una via che fosse sicura per la propria incolumità.
Inutile dire che nonostante tutto, non era lei a comandare ma X7 e, come tale, volente o nolente avrebbe dovuto seguire le sue indicazioni in ogni caso. Eppure, Plague, non negava a se stessa la speranza che la propria Ductus potesse scegliere qualche strada "diversa" per raggiungere la destinazione imposta dall'inquisizione.

Arrivò, quindi, coperta dalle ombre, nei pressi del luogo dove aveva lasciato a riposare X7 trovandola ancora lì. Soltanto una volta giunta al "capezzale" del suo Ductus in quella stanza fredda, umida e desolata, si inginocchiò a terra attendendo lei... i suoi ordini. In silenzio, meditando pacatamente su quanto l'implosione della cassa toracica (come esempio calzante della potenza della propria vitae) aveva modificato l'assetto corporale dalla sua Ductus e, la sua mente bacata, trovò sensuale e eccitante quanto aveva fatto. Era la sensazione del potere che la inebriava ma, Plague, non ne era ancora cosciente. Attribuiva quell'eccitazione (al limite del sessuale) alla sua Ductus, con la quale manteneva in saldo Vinculum.

Poi lei parlò, in silenzio Plague osservò lei a terra agonizzante con gli occhi (completamente neri) quasi del tutto sbarrati. Sembrava una assatanata e la vicinanza alla Bestia con la quale combatteva ogni notte non aiutava certo a nascondere quel lato ferino che diventava in lei sempre più prevaricante. Sembrava un cucciolo. Un cucciolo tremendamente pericoloso. Attese tuttavia in silenzio il primo ordine della notte. Non era arrabbiata con X7, ma sapeva d'aver superato un il limite la notte scorsa e, quindi, restò in silenzio attendendo i suoi ordini. Quando il primo arrivò si mosse quasi repentina, ridestandosi dal suo torpore. Fece scivolare la propria mano sinistra sulla ferita pseudo circolare al torace prima di salire al collo niveo della Lasombra. Assottigliò lo sguardo appena aprendo le labbra al di sotto di quel cappuccio e quella sciarpa che copriva quelle movenze.
I canini scesero come richiamati da quell'improvvisa necessità di rendersi utile a lei. Si morse la lingua prima di utilizzare la mano destra per abbassare la sciarpa quel tanto che bastava per avvicinare le labbra scarne e sottili a quelle perfette di X7. Aveva la bocca già piena di vitae quando, in un guizzo frenetico, tentò di appoggiare le proprie labbra su quelle della sua Ductus. Se glielo avesse permesso, poi, avrebbe infilato la lingua ferita in quella di lei, lasciando decidere alla Lasombra quanto di lei necessitava quella notte.

Quell'orribile sogno, quell'occhio tremendo e micidiale che la sbircia nelle stanze del suo subconscio. Non è la prima volta che ha di quei sogni e non è la prima volta che stabilisce con se stessa che quello è l'Occhio del Più Antico che la osserva e la redarguisce per il suo enorme peccato. I Demoni non si cibano di altri Demoni. Mai. Il suo Sire spesso ha tentato di far passare quella come una leggenda folkloristica ma la realtà è che Plague è convinta (forse a ragione) di sentire dentro di se l'Antico Tzimisce risvegliarsi e trarre sostentamento dal suo corpo. Come un virus che la consuma dall'interno.

E questa notte si ridesta, aprendo gli occhi nell'oscurità di quell'edificio che, è vero, puzza ancora di bruciato. Assottiglia gli occhi nell'oscurità cercando la figura longilinea della sua Ductus mentre una smorfia di dolore le si dipinge sul volto. La Maledizione che l'affligge è qualcosa di costante. Si potrebbe pensare che ci si abitua al dolore osceno che ti rode dall'interno ma, in realtà, non è così. Sgattaiola fuori con il viso contratto. Sa bene che X7 si sveglierà di lì a breve e lei ha tutta l'intenzione di farsi ritrovare lì quando si ridesterà.

Si allontana quindi dall'edificio, coperta dal manto di ombre che, nonostante tutto, la cela agli occhi dei mortali e non volgendo in direzione delle fogne che ha adibito a "suo rifugio". Sa bene che lì troverà i propri Revenants pronti al solito rituale che le permetterà di recuperare, anche stanotte, le forze. Non è di buon umore, ovviamente. L'incertezza sul futuro la rende alquanto nervosa e, quindi, riversa questo nervosismo sui poveri mortali che la servono. Assottiglia lo sguardo cercandoli nell'ombra e, quando vengono a lei, essa sbuca dalle ombre come il mostro nero di qualche antica fiaba europea. Un paio di cenni: la scelta. E tutto è pronto per ricominciare, come ogni notte, il fiero pasto. L'utilizzo della disciplina propria dei Demoni le è essenziale per portare a termine nel modo più pulito possibile il rituale ma, quando lo fa, tutto sembra meno mistico del solito. Non c'è spiritualità questa notte. Solo atavico bisogno di cibarsi. Con il viso inzaccherato dal sangue del proprio ghoul che riversa al suolo semplicemente si rivolge a loro con comandi semplici Tenetevi pronti... presto abbandoneremo la città. Ho finito qui. nessuna spiegazione. Loro vivono per servirla e per cibarsi della propria vitae che, quando meritano, concede come il più sacro dei doni. In silenzio i suoi servi annuiscono (quelli coscienti almeno) tentando di non incorrere nella furia della Piaga Bianca che, tuttavia, li lascia lì ammantandosi nuovamente di ombre e volgendo senza remore verso l'edificio dove, ne è sicura, il suo Ductus l'attende.

Arriva coperta dalle ombre. In silenzio e trova X7 dove l'aveva lasciata, intenta a darsi una ripulita in silenzio. Lei sa bene che Plague preferisce le ombre. Sa bene che in silenzio esegue gli ordini trovandosi spesso ad un passo da lei senza che se ne accorga. Il vinculum le lega a doppio filo ed il sangue chiama sangue nonostante le ombre celino la Piaga alla vista di X7. Almeno fin quando questa non decide di parlare. I suoi propositi non le sono chiari ma le è chiaro che, ora come ora, può venire avanti e palesarsi a lei nello stabilire quanto va fatto di lì a poco. Si smuove appena, sbucando lentamente dalle ombre che abbandonano il suo corpo completamente ricoperto da panni luridi, lerci e tremendamente fuori misura. Il volto stesso è coperto da una sciarpa a tratti sporca di sangue ma gli occhi, quelli sono ben visibili nella semioscurità del luogo Quindi non andiamo alla nave. Come hai intenzione di procedere? la voce, leggermente roca, è appena sussurrata ma ben udibile nel silenzio sacrale dell'edificio abbandonato Pensi che qualcun'altro abbia intenzione di non prendere la nave?

La Demone si arrestò un istante alle parole di X7 che osservò piano. Le sue parole la toccarono, nonostante il tono di X7 non fosse duro. Distolse lo sguardo quel tanto che bastava prima di rispondere Non ero io... come se servisse a giustificare quello che era accaduto al processo. Assottigliò quindi lo sguardo tornando su X7 quando questa prese a truccarsi. Restò ad osservarla rapita in quel momento di "normalità". Inutile dire che X7 incarnava tutto ciò che Plague non era mai stata nella sua vita attuale e in quella prima. La osservava quindi ammaliata da quei movimenti delicati lasciando che tutta l'ammirazione per lei si palesasse in quel silenzioso sguardo attento.

Ascoltò tuttavia la sua lezione riguardo a quello che sarebbe accaduto prima di annuire appena sovrappensiero. Sembrava dubbiosa e, ovviamente, i suoi dubbi fecero presto a palesarsi Si... suppongo sia fattibile. Con il dovuto tempo posso renderci irriconoscibili ma... si arrestò appena, sovrappensiero, come valutando tutte le possibilità. C'era qualcosa che non andava ed era chiaro. Il dubbio aleggiava nella voce della ragazza e quando parlò lo fece con calma ...ma, potrebbero usare qualche diavoleria del sangue. Non ho idea di cosa siano capaci di fare ma alcuni di loro... beh, erano potenti. Parecchio potenti... E potrebbero conoscere qualche stregoneria antica in grado di rivelarci nonostante il sacro potere del Più Antico. un attimo d'attesa. Era incerta. Sguardo a X7 Sei sicura non esista nulla del genere?