Chauvin Warehouse

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  1. .Rorschach
     
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    Dipende da chi sto ricevendo. Rispose distrattamente la Lafevre, con tono pacato e disinteressato, come se quella fosse una cosa di poco conto. Le ombre attorno a loro strisciarono come spire di un serpente, in maniera sinuosa ed inquietante. La luce ora era quasi svanita del tutto, lasciando intravedere al vampiro la sola sagoma della donna.

    Il luogo di un incontro è spesso una scelta fondamentale, a volte la più importante, specie quando si tratta di affari... Si lasciò sfuggire, ammantata dalle tenebre. È davvero un peccato che non vi sia altro di interessante che lei ricordi da quell'incontro. Avrebbe potuto essere un eccellente.... La limpida voce si spense, alla ricerca di un termine adatto, mentre il braccio accennava a lasciare quello della Rosa Punto di contatto Concluse incerta, forse con una punta di delusione della sua stupenda voce.
     
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    Non si scompose la giovane Rosa nel poter udire quella vellutata e femminile voce.. rimanendo immobile a quelle celate rivelazioni che introducevano il vero secondo fine del loro incontro.. che per quanto ora appariva, probabilmente, non era avvenuto per caso.. almeno nel visualizzare quelle istintive e rapide sensazioni di Michel. ..affari quindi.. che sia al corrente di tutto?..

    Un sottile quanto divertito sorriso comparve nel volto dell'androgino nel percepire come quella figura acconto a lui, apparentemente delusa dalla situazione, volesse concludere, allontanandosi, la loro conversazione così privata e quasi confidenziale.. e fu proprio allora che in modo lento, ma inesorabile, il braccio del giovane allievo dell'Arpia andò a serrarsi per trattenere ancora per un istante la figura di Lafevre accanto a se, immersi ancora in quella quasi totale oscurità semovente ed avvolgente. ..Madame Lafevre.. le sue parole sono da me condivise.. ed ha perfettamente ragione... ... ..come ha appena affermato.. il luogo dove incontrarsi.. a volte.. è una delle cose più importanti.. Poco per volta la sua sagoma andò ad avvicinarsi per portare il suo capo verso quello altrui per poter così cercare di mantenere quelle sue morbide labbra a non più di una dozzina di centimetri dal padiglione auricolare della sua interlocutrice ..Se c'è una cosa che ho capito da monsieur McCarthy.. in quel breve quanto intimo incontro.. è che la discrezione in questi ambienti è doverosa.. fatto che con la mia innata riservatezza va a braccetto..

    Invece di allontanarsi, il degenerato, cercò di diminuire ulteriormente della metà quello spazio che insisteva tra il suo verbo e le carni della donna in ascolto e diminuire così il suo tono di voce. Quasi una favella d'ambigue fattezza quella esternata.. come la sua duplice figura immortale.. morbida e calda.. sinuosa e serpeggiante come l'opera che man mano strisciava fra i presenti ..Se sono gli affari che la interessano.. Madame.. non pongo limiti ai suoi ragionamenti e potremmo discuterne tranquillamente in un luogo più congeniale e riservato.. visto che le orecchie in ascolto potrebbero non essere solo le sue..

    Sol ora le sue immortali carni andarono a scostarsi dalla sagoma della donna per ritornare, in modo composto e immerso nel galateo, ad affiancare la donna.. ma non solo.. nel far ciò il suo braccio venne allentato per lasciar libero arbitrio a Lafevre sui suoi movimenti.
     
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  3. .Rorschach
     
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    Con una leggera pressione, la Lefevre distaccò il giovane vampiro che si era avvicnato troppo. Un gesto bilanciato ma deciso, di una persona che evidentemente non gradiva un simile genere di contatto. Michel potè quasi immaginare l'espressione severa che balenava di nuovo sul volto immacolato della donna, nonostante la tenebra che ora lo copriva.
    Un tête-à-tête? Rispose leggera, soppesando quella parola. Si potrebbe anche fare...concesso che ci sia davvero qualcosa che lei possa offrire.

    Con la stessa calma con cui aveva iniziato a staccarsi dal braccio della Rosa, terminò il suo gesto, abbandonando completamente il contatto con la fredda pelle del degenerato. Mi raggiunga al piano di sopra tra 30 minuti, possibilmente senza attirare troppe attenzioni, miss Blanchard Concluse, prima di allontanarsi nell'oscurità. Sono sicura che lì troveremo un posto più privato dove conversare con calma.

    Lasciò Michel alla sua solitudine fra le ombre, con solo i suoi pensieri a fargli compagnia. Le voci attorno a lui ormai si erano quasi volatilizzate, inglobate da quell'oscurità viva e avvolgente che aveva ormai divorato tutto. Il buio strisciante sembrava aver soffocato ogni forma di vita alla mostra, ogni figura, addirittura lo spazio stesso che lo circondava. Non era normale oscurità; le sagome attorno alla Rosa apparivano come protuberanze di quel mostro nero e indefinibile: un predatore della notte diverso ma non del tutto dissimile da ciò che adesso era lo stesso Michel.
    La figura oscura sembrò avvolgere con le sue spire -o tentacoli- tutto ciò che era intorno a lui, e per un secondo anche il Toreador ebbe la sensazione di essere parte di quella creatura.

    Anche l'ultima infima fonte di luce svanì fra le spire, e il buio parve essere il vincitore assoluto di quella mostra. Michel si ritrovò isolato. Vista e udito completamente inibiti in quella camera di deprivazione sensoriale. I secondi si fecero più lunghi, e il tempo perse il suo naturale corso nella mente del Degenerato. Quanto era passato? Pochi attimi? O forse era lì fermo da qualche minuto?
     
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    Inghiottito dalla corvina ombra, ed in balia di quell'opera che tutto inglobava affamata di quei corpi presenti, Michel non poté far altro che rispondere con cordialità e cortesia a quella donna che con eleganza si stava allontanando sempre più ..come vuole madame Lafevre..

    Sempre più la sua identità, come quelle semoventi dei visitatori attorno a lui, sembrava venir meno ad ogni secondo che passava. Nuove forme mutevoli prendevano corpo in quella mostra facendo sprofondare ogni forma di vita, e non, in quell'oblio pece che tutto avvolgeva. Un'opera di sicuro d'alto livello, talmente precisa e maniacale nell'esecuzione, che persino il toreador per qualche attimo ebbe la sensazione di perdere ogni sorta di cognizione sensoriale visiva ed uditiva. Volto che si voltò verso destra.. poi verso sinistra.. andando in cerca di qualche riferimento con quel suo sguardo spalancato.. quasi come spiazzato da cotanto buio ed ambiente così mutevole. Gli ci vollero più di una dozzina di secondi per richiamare a se un minimo di raziocinio, in quella sua percezione mentale forviata dagli elementi esterni, per rimembrare e la sua posizione fisica nel loco ed individuare mentalmente sia l'uscita di quella stanza, dalla quale aveva avuto accesso accompagnato da quella giovane ragazza di colore all'entrata principale, che la direzione intrapresa di Lafevre. ..Spero che il maestro McCarthy abbia la possibilità di rispondermi..

    Rapidamente andò a prendere il cellulare all'interno della borsetta per cercare di accendere il cellulare e comporre un rapido quanto riassuntivo messaggio dipanato nello stesso istante nella mente ..M. McCarthy.. avrei bisogno di contattarla.. Appena terminato puntò innanzi a se lo strumento elettronico per cercare di rendere un po' più visibile quella strada mentale che si era prefisso mentre il suo senso visivo venne rinforzato grazie a quella sua dote ricevuta grazie l'abbraccio quasi in maniera inconscia durante quei suoi primi incerti passi nel buoi.

    Cerco di usare sensi amplificati (vista) per cercare di notare anche la più piccola sfumatura degli oggetti/persone, creata dalla luce dello schermo del cellulare, che mi permetta di riconoscere una strada breve verso la sala d'attesa
     
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  5. .Rorschach
     
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    Il Toreador, incurante che le sue azioni potessero interrompere in qualche modo quella che per forza doveva essere parte di quel conturbante spettacolo messo in piedi da Hakasura, mise mano al cellulare. Dovette lavorare non poco per riuscire ad individuare l'apparecchio fra i pochi cosmetici nella pochette. Alla fine però le dita esili incontrarono la forma piatta e liscia del suo iPhone vecchio modello.

    Stava per procedere ad accenderlo, quando una mano si posò saldamente sul suo polso. Signorina, è vietato l'uso di telefoni e apparecchi elettronici qui dentro. Per favore aspetti la fine della mostra. Le sussurrò educatamente una voce giovanile, probabilmente un cameriere o un addetto alla sicurezza della sala. Il tono era gentile, ma fermo, e nonostante il degenerato non potesse vederlo, ebbe la netta sensazione che il misterioso individuo non avesse alcun problema a muoversi nell'oscurità.
     
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    ..Mmm?.. mormorò appena la Rosa, quasi di riflesso, sentendosi toccare il polso stoppando così il suo intento. Volto d'ambigue fattezze, più per abitudine che per una reale visione della figura accanto a lui, andò a voltarsi in direzione di quella voce cordiale e sussurrata per rimaner fermo ad ascoltare quel dettame.. e solo in seguito lasciarsi scappare quella frase di risposta mentre la mancina per un attimo andrebbe a toccare quella mano sconosciuta, quasi a voler bloccare di rimando lo sconosciuto.

    ..Excuse moi.. ma ho estremo bisogno di raggiungere la sala d'attesa all'ingresso.. ho una telefonata urgente da fare.. mi potrebbe gentilmente far uscire da qui?.. aggiunse alla fine domandando a quel punto aiuto a quella figura che.. in tutto quel buio aveva veduto lo stesso degenerato armeggiare nella borsetta.
     
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  7. .Rorschach
     
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    Non può fare telefonate all'interno del magazzino. Informò in tutta calma la figura tra le ombre. Se lo desidera posso accompagnarla all'uscita, ma devo informarla che poi non sarà possibile rientrare. Se tuttavia ha la pazienza di aspetfare qualche minuto le luci saranno riaccese Prosegui con la massima educazione il misterioso servitore di quella mostra anticonvenzionale.

    Nonostante il Toreador avvertisse chiaramente la voce dell'uomo, ed il suo tocco ancora sul suo polso, la cortina di tenebra che lo circondava permaneva quasi solida, come nebbia di fronte a lui: un solido in continuo movimento strisciante, posto tra lui e l'individuo come una parete fluida. L'effetto era talmente evidente che non poteva non essere voluto, e doveva per forza far parte della mostra.
     
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    Fermo.. immobile.. il giovane bocciolo di rosa rimase bloccato ed ammutolito per più di svariati secondi mantenendo così il contatto con quello sconosciuto. La sua mente si annientò allo stesso modo mantenendo piatto quel suo pensiero sino a quando le sue iridi, incantate come ogni suo altro senso in quei momenti, non si resero conto che quella cortina corvina sinuosa e serpeggiante lo aveva isolato e separato da ogni cosa attorno a lui.. anzi.. quasi da ogni cosa visto che l'unico contatto con una ignota realtà era quella presenza. ..Je comprend.. Proferì in perfetto francese a tono basso ma pur sempre udibile dalla persona al suo fianco quando si rese realmente conto che quell'aiuto sperato non sarebbe mai giunto.

    Corpo dalle femminili apparenze sol ora andò a smorzare i suoi intenti per andare a riporre il cellulare nuovamente nella borsetta ed allargare in quel modo il suo avambraccio preso in ostaggio anche se il modo comunque per quanto potesse essere inteso gentile e cordiale.

    ..Attenderò la fine di questa installazione allora.. e mi scusi se in qualche modo ho creato un po' di scompiglio in sala.. Spero di non aver offeso l'artista di questa meravigliosa opera.. Disse il degenerato nell'attesa che quel suo polso venisse liberato dalla stretta per attendere una qualche sorta di risposta, anche se fosse stata solo un semplice e sbrigativo cenno cordiale. Non aveva in mente di terminare la conversazione.. è ciò si avrebbe potuto evincere da quella inflessione leggermente sospesa.
     
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  9. .Rorschach
     
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    Non ti sta stringendo il polso ;) te lo sta solo toccando.


    Non si preoccupi. Disse cortesemente il dipendente dell'esibizione, sollevando la sua mano da quella del vampiro e permettendogli di rimettere l'apparecchio al suo posto. Poi con qualche parola di saluto, sfiorando lievemente la spalla del Fratello, questi si congedò lasciandolo nuovamente solo in quell'immensa massa oscura che ormai avvolgeva tutto e tutti.

    Il suono sordo e strisciante permaneva nelle orecchie del Degenerato, accentuando ancora quell'assurda idea che le tenebre fossero qualcosa di vivo: una presenza famelica e predatrice. Una serpe che aveva volutamente avvolto le sue spire su quelle ignare vittime.
    A poco a poco il suono iniziò a crescere di volume ed intensità, inondando la sala. Le onde che si propagarono per la stanza accentuarono ulteriormente la sensazione di una soffocante presenza fisica, tanto che per un istante Michel ebbe la netta, claustrofobica sensazione di essere intrappolato. Sepolto dentro quella massa di pece e angoscia.

    Poi tutto d'un tratto una scintilla cadde a pochi centimetri da lui. Una minuscola freccia infuocata, che trapassò la bestia nera con la stessa facilità con cui la pioggia avrebbe attraversato l'acqua. La scintilla precipitò al suolo, lasciando un microscopico e scintillante punto arancione. Una seconda freccia incandescente fendette l'oscurità, e puntualmente una terza. Una dopo l'altra, piccoli lampi luminosi cominciarono a precipitare nel magazzino, sempre più numerosi. A poco a poco il suolo iniziò a colmarsi delle scintille che precipitavano dal soffitto, emettendo un leggero ma persistente ticchettio. Il suono della "creatura" venne a poco a poco annichilito, e la sala si riempì nuovamente delle voci degli spettatori, sbalorditi dallo spettacolo che gli si presentava davanti.

    Agli occhi del vampiro le figure ricominciarono a delinearsi. Era di nuovo nella vasta sala del locale, gremita di quella piccola folla di avanguardisti e spettatori, che fissavano rapiti e spaesati quella pioggia infuocata sempre più intensa.

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    Se avesse potuto respirare avrebbe sicuramente iniziato a boccheggiare per cercare come un rabdomante anche il più sottile filo d'aria.. se avesse potuto avrebbe persino trattenuto quell'aria sempre più calda all'interno del proprio corpo.. se avesse potuto l'avrebbe trattenuta sino al limite per limitare al minimo ogni sorta di movimento.. se solo avesse nuovamente potuto.. ma il suo deceduto e freddo corpo d'angeliche ed eterne fattezze non poté far altro che optare per una sola ed inconscia soluzione: irrigidirsi divenendo una statua marmorea.

    Le ombre lo avevano soffocato, annientando sempre più persino i suoi acuti ed allenati sensi artistici.. ed ora quelle frecce discendenti, che con se portavano luce e presenza scenica, lo stavano ridestando in modo così brusco e terrorizzante. Iridi cristalline, alla prima nuova e pioniera luce d'arancio colore, seguirono quell'intrusa senza nemmeno rendersi conto delle fattezze infuocate che, una volta a terra, andarono a schiantarsi illuminando la parte colpita per dividersi in molteplici parti a soli pochi centimetri dalla sua forma. Fu il secondo dardo infuocato a destabilizzare e destare la sua psiche intrisa come non mai in quell'opera che in quel momento lo aveva del tutto, inaspettatamente, catturato facendo si che i suoi ambigui lineamenti andassero a trasformarsi in duri e terrorizzati contorni con quelle sue palpebre a liberare una parte ben più importante della sua sclera candida abbinando ciò a quella sua dentatura percettibilmente ora visibile grazie alla contrazione della muscolatura e di quel suo labbro superiore.

    Solo alla terza e non ultima, visto l'incalzante pioggia che ne seguì, la Rosa cominciò a ritrarre la sua posizione ponendo i suoi passi.. uno dopo l'altro.. all'indietro per farlo allontanare da quella sua centrale posizione.

    Non aveva parole in quel momento.. non aveva pensieri in quel momento.. nessun segno di raziocinio in lui.. in quel momento.. ma solo quell'inconscia paura oramai fatta sua di quell'ardore scagliato dal cielo.. spalancando così il cancello alla bestia che in lui, tempo addietro, aveva lentamente trovato la sua tranquillità.
     
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  11. .Rorschach
     
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    Sto per farti fare due tiri, uno di Coraggio per resistere al
    Rötscheck e uno di Autocontrollo per resistere all'Estasi....vuoi spendere Volontà?
     
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    ..Ok..comunque no.. Mi affido totalmente alla sorte questa volta..
     
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  13. .Rorschach
     
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    2017-05-25 04:18:31 Michel rolls 4 dice to Autocontrollo 4,9,6,2 [2 successes]
    Michel rolls 3 dice to Coraggio (Diff 7) 5,2,1 (BOTCH x 1)
    Accidenti alla sfortuna.

    Resisti senza probelmi all'estasi, sfortunatamente però non al Rötschreck (dio com'è difficile scrivere questa parola)
    Visto il tuo elevato punteggio di Umanità, puoi tranquillamente spendere volontà per controllare le tue azioni per un turno (che in questo caso equivale a una manciata di secondi)
     
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    Ombre avvolgenti, dilaniate da quei dardi arroventati, colpirono realmente l'attenzione del cainita.. tanto che la breve estasi provata in quel momento diede una sorta d'anestetico a quei suoi sensi e a quella sua intrinseca autoconservazione di vampiro. Brevissimi attimi.. non di più.. e quell'attenzione addormentata venne ridestata improvvisamente dal raziocinio del degenerato che, con quelle sue iridi cristalline rapide, andò ad analizzare il pericolo avvertito.

    Volontà della Rosa, messa a dura prova, venne adoperata più del normale per poter lasciar libero adito a quei suoi concisi quanto razionali movimenti prima che altro tempo.. ed altra probabilità di cadere e perdersi nella bestia.. andassero a dipanare lo scorrere cadenzato della vita. Senza quasi pensare, mosso con puro istinto, il giovane figlio di caino cominciò ad indietreggiare d'un passo per far si che la sua femminea figura si scostasse da quel punto primogenito di luce. Un leggero movimento del polso dettò di scatto una rapida inclinazione del calice ancora mantenuto in mano per far appositamente rovesciar li liquido contenuto al suo interno direttamente sopra a quella luminescente scintilla che ancora dovrebbe esternar la sua essenza. Istinto messo ancora a suo servigio servì il vampiro ancora una volta, per andar ad indietreggiare, questa volta, in modo più diretto e continuo, per cercar di guadagnare una locazione abbastanza defilata da potersi sentirsi al sicuro e potersi così autonomamente soggiogare quell'attenzione tanto rigogliosa in lui quanto pericolosa.

    Tratti del volto.. come dell'intero suo pallido ed angelico corpo, apparvero alla vista altrui come sgomenti.. atterriti per quello che potevano esternare e realmente stravolti.. quasi quelle sue femminili apparenze tralasciate per un più maschile apparir. La sua dentatura contrita sigillava così sia la sua parola che i suoi pensieri.. solo il suo sguardo esternò ogni sorta di stridente ed indiavolato pensiero che in quel momento urlava dentro quelle morte carni.

    Michel non degnò nessun presente del suo sguardo.. ne lo regalò ancora a quell'opera infernale.. ma venne appositamente scostato verso quell'orologio a cipolla antico mantenuto fino a quel momento nella borsetta. Quanto era passato.. questo non lo poteva sapere con certezza.. ma soltanto dedurre e supporre.. anche se tutto questo non era il suo primario obiettivo.. ma lo era scostare l'attenzione.. quella sua attenzione tanto spiccata per cercar di controllare il suo essere intelletto.

    ..Accolgo il suggerimento e che il fato si compia.. ^^
     
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  15. .Rorschach
     
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    La Rosa non vacillò neanche un istante, mentre spedita, annebbiata dal terrore rosso della bestia, cercava di guadagnare l'uscita della stanza.
    Michel percepì appena una mano che si appoggiava sulla sua persona, leggera e maschile. Una voce famigliare chiese qualcosa, ma le parole si dispersero mentre tutta la concentrazione del vampiro fluiva a dominare l'entità che dannava l'esistenza del giovane.

    La bestia si dimenò furiosamente, decisa a sfuggire alle fiamme che la circondavano. Il desiderio di sopravvivenza era un imperativo della sua anima, e il Degenerato si ritrovò costretto a seguirlo, riuscendo appena a contenere i danni che il mostro in lui avrebbe potuto creare.

    In pochi istanti di ritrovò oltre i pesanti drappi che separavano la sala infuocata dall'ingresso. Qualche altro secondo - o minuto - fu sufficiente al toreador per placare il suo animo spaventato, e rimettere il mostro in gabbia.

    L'orologio, antico ma ancora funzionante, aveva battuto la mezzanotte da circa 15 minuti. E tuttavia la Rosa non aveva guardato l'orario quando si era congedato dalla Lafevre. Quanto tempo mancasse al loro appuntamento segreto rimaneva un mistero.

    Alle spalle della Rosa emerse la figura di un cameriere sulla quarantina. Attraente e con un paio di baffi cespugliosi, e i capelli ornati di grigio, si avvicinò alla giovane e sinuosa figura bionda. Va tutto bene signorina? Chiese con cautela, mantenendo qualche passo di distanza.
     
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