Appena Fuori Città

Il barman arrivò imprecando con una scurrilità che sarebbe difficile anche solo pensare di riprodurre. Il climax crescente di imprecazioni e bestemmie raggiunse il suo apice quando, con una leggera spintarella a Vincent, lo fece spostare di lato per introdursi nel bagno. Gli occhi impiantati sul pavimento oramai del tutto allagato. Fece pochi passi verso l'interno, lasciando, come voleva il vampiro, il ragazzo alle sue spalle. Diede una rapida occhiata al vano del gabinetto restando leggermente interdetto. Piano poi spostò gli occhi verso il lavandino mentre, a quanto pareva, si stava rendendo conto che non era il gabinetto il "problema" (a differenza di quanto credeva) ma il lavello.

L'omaccione in realtà non ebbe bisogno di essere spronato ad osservare Vincent. Era chiaro che il bagno era stato "sabotato"
e fino a poco prima che entrasse Vincent il problema non si era presentato quindi l'omaccione, interdetto, guardava il vampiro mentre il suo cervello (non proprio brillante) lavorava frenetico per raggiungere le conclusioni ovvie. Fu in quel momento che Vincent adoperò la sua voce come tramite, come collegamento tra la realtà e l'oscuro mondo di tenebra. Gli occhi stabilirono il contatto e la voce divenne il mezzo necessario. Si concentrò, calcando il tono come gli avevano insegnato a fare. Richiamando con forza il potere del Dominio.

Improvvisamente gli occhi dell'omaccione diventarono vuoti. Era, Vincent lo sapeva, una reazione comune all'utilizzo della Dominazione. Il ciccione parve "sgonfiarsi" e le sue rimostranze colorite, che stavano per essere imbastite all'indirizzo del Vampiro, caddero frantumate dal potere richiamato. Improvvisamente l'omaccione si ritrovò a borbottare parole di incomprensione. Si era evidentemente calmato. Contro la sua volontà e guardava Vincent che poté avvicinarsi con la scusa di aiutarlo. L'uomo lo lasciò fare, si fece persino voltare per guardare meglio il disastro che ora avrebbe dovuto mettere a posto. Con parole vuote Vincent lo rese inerme al solo scopo di cibarsene. Infilò i canini nel collo dell'umano sudaticcio, tra peli e strati adiposi. Eppure Vincent non provò repulsione. Non quella classica che potrebbe provare un umano. Per un vampiro l'aspetto della vittima era secondario. Era la vitae a generare piacere. E quando questa prese a scorrere rapida nella bocca di Vincent, il vampiro si dimenticò di tutto il resto. Impegnato com'era a degustare ciò che stava prendendo e a concentrarsi sul battito dell'uomo. Non voleva ucciderlo e quindi doveva fare attenzione a quando sottrarsi da quel macabro pasto.

Quando Vincent mollò l'omaccione leccandone le ferite per eliminare ogni segno tangibile del suo "passaggio" lo stesso si voltò a guardarlo con sguardo parecchio appannato. La dominazione aveva degli effetti a breve termine e, nonostante fosse chiaro che non gli fosse piaciuto essere toccato dal ragazzo a quanto pareva l'umano era destabilizzato dal fatto di non potersi in qualche modo alterare (l'effetto del Comando di Vincent era ancora attivo) e dal piacere che, nonostante tutto, il Bacio gli aveva provocato. Dischiuse le labbra con fare ancora confuso ma calmo "Ehi amico... io... io non sono un frocio, se mi tocchi di nuovo beh..." sembrava indeciso. Una cosa del genere normalmente l'avrebbe fatto infuriare e lui lo sapeva ma... ora? ora non riusciva ad agitarsi come avrebbe creduto "...non toccarmi più, intesi?!" appena completò questo balbettio inconsulto Vincent provò a richiamare il potere del Comando ancora una volta. Fissò gli occhi in quelli dell'omaccione con forza prima di stabilire sottolineare mellifluamente quello che doveva fare.

Eppure l'omaccione scosse il capo "Ubriacarmi?! Hai combinato un casino qui dentro e ora mi dici di ignorare tutto? Così magari domani mattina mi ritrovo sommerso dalla merda perché qualche tubatura è esplosa..." Il linguaggio era colorito. Dopotutto il comando non poteva alterare la natura o i pensieri dell'umano che, a quanto pare, era convinto che fosse stato Vincent a combinare il casino. Eppure quella discussione sembrava fuori luogo. Per quello che aveva visto Vincent fino ad allora l'uomo probabilmente avrebbe sbraitato, imprecato e senza alcun problema gli avrebbe rifilato pure qualche pugno mentre invece... come se la sua rabbia fosse stata racchiusa in una botte che, per il momento, non accennava a cedere. Ma il Potere del Sangue che aveva appena riutilizzato? Qualcosa era andato storto?

Il vampiro decise di essere troppo stanco per riprovare un approccio legato all'utilizzo della Vitae. Dopotutto si era rifocillato ma la stanchezza che sentiva era più che altro mentale. Aveva voglia di chiudere la situazione subito in favore di una ricerca di un luogo sicuro dove passare la notte che, in ogni caso, gli avrebbe portato via un bel po' di energie. Spossato, insofferente quasi a quello che gli accadeva. Decise quindi di argomentare diversamente. Facendo presa su tutti i pregiudizi e le "paure" che l'omaccione aveva appena esternato "Ma guarda che io sono eterno e non... beh, non so che ti sei ficcato ma voi finocchi di solito siete convinti di vedere finocchi ovunque... senti, smamma e levati dai coglioni!" e questa volta, Vincent nella voce sembrò cogliere una punta di astio maggiore. Evidentemente, dovette realizzare, l'effetto del comando stava svanendo. Probabilmente questo era dovuto al continuo stress emotivo al quale stava sottoponendo l'uomo che, però, non poteva arrabbiarsi. L'effetto della Dominazione, però... era chiaro si stesse sbriciolando "Senti... levati dalle palle e amen. Non mi piace avere finocchi nel mio locale... specie se ci provano con me, dannazione!"

Il vampiro si infilò nella sua auto senza troppi problemi. La notte era ancora giovane, come si suol dire, e lui aveva tutto il tempo per concedersi un attimo di respiro. Prese il cellulare e iniziò la sua ricerca di un luogo dove poter passare la notte. C'erano parecchie soluzioni in città ma chiaramente variavano per tipologia e per esigenze. La sua ricerca durò per una mezz'oretta e, una volta finito, lo Stregone era riuscito a tirare fuori dal suo smartphone tre scelte che gli sembravano percorribili: La prima era in un hotel a 4 stelle a mezz'ora di taxi dal bar nel quale avrebbe poi dovuto incontrarsi. Questa opzione aveva dalla propria il confort della camera, la professionalità del personale e la posizione non troppo centrale ma comunque abbastanza connessa. La seconda era in un B&B ad un'oretta e mezza (almeno era quello che segnalava Maps) di macchina dal bar nel quale doveva avvenire l'incontro. Questa opzione era ottima per quanto riguarda la discrezione e, tutto sommato, la camera sembrava dignitosa ma era parecchio distante dal luogo del suo incontro. La terza opzione era una camera in affitto in una casa proprio di fronte al bar dove doveva andare. Forse manipolando efficacemente l'attuale proprietario avrebbe strappato un prezzo stracciato e, inoltre, avrebbe avuto un diretto "controllo" sulla zona nella quale doveva incontrarsi con il suo contatto. D'altra parte, il rischio di imprevisti era maggiore in quanto non c'era professionalità ma era soltanto un privato che affittava una stanza della propria casa.

Vincent decise di verificare la disponibilità dell'hotel a 4 stelle. Una scelta indubbiamente più consona all'idea che si era fatto sulla sera seguente. Fece quindi una rapida chiamata e si ritrovò a parlare con la receptionist che, in modo molto professionale, gli spiegò che avrebbe dovuto affittare la camera per due notti (se voleva lasciarla la sera seguente) e che sarebbe sicuramente stato possibile evitare le pulizie e ogni tipo di disturbo per il giorno seguente. Una volta che l'ebbe assicurato su tutte le sue esigenze passò ad illustrargli i prezzi. I prezzi, come poté constatare Vincent, erano parecchio alti. Dopotutto quello era un hotel in centro e la professionalità che prometteva era alta davvero. Non sarebbe stato impossibile per lui sostenere la spesa ma, questa, sicuramente avrebbe inciso sul suo budget mensile.