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Via residenziale che un tempo faceva parte del Progetto St. Bernard, che mirava nel 1940 a costituire il secondo più grande quartiere residenziale della città. L'Uragano Katrina costrinse la municipalità ad abbandonare l'ambizioso progetto, nonostante la sua storia decennale, e il quartiere subì un vero e proprio abbandono. Il quartiere ospita ora un tendopoli degli ultimi rifugiati dalla catastrofe, ed è uno dei quartieri a più alto tasso di criminalità della città.
La casa cercata da Faith era proprio al limite meridionale della via, a ridosso dell'autostrada. Una piccolissima villetta, dalla facciata curiosamente rosa.
Il tassista - un uomo di colore di mezza età ciarliero ma gentile - si fermò proprio di fronte alla casa.
Questo non è un bel posto per una ragazza sola dopo il tramonto del sole, signorina.
La avvertì, sporgendosi sul volante per dare un'occhiata fuori dal parabrezza, assicurandosi che la strada buia per l'assenza di fari non nascondesse pericoli.
È sicura che è questa la sua destinazione, miss? La porto in centro città. Là c'è luce, e locali, e polizia. Non come in questo posto dimenticato da Dio.
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Seduta nel taxi, la faccia quasi schiacciata sul vetro della portiera per osservare incuriosita la strada e i dintorni con il fare di una bambina, sospira al commento dell'uomo, porgendogli un sorriso cortese ma distratto per poi rispondergli ironica.
Di certo non mi ammazzano da queste parti.
Bah ... in teoria non dovevo nemmeno ammalarmi. Non ci sono più certezze al giorno d'oggi, nemmeno per noi vampiri.
Quindi aggiunge repentina, per non destare sospetti nell'umano:
Ho frequentato quartieri peggiori. Comunque confido nella notte, è un po' il mio elemento.
Alla faccia del non dare nell'occhio quando parlo!
Lascia che l'uomo prenda il numero della tessera dei taxi per scalarla dal conto dell'abbonamento, quindi la ripone nel piccolo zainetto da passeggio e si decide ad aprire la portiera con circospezione, riprendendo a guardarsi attorno per non incorrere in sorprese.
Arrivederci.
Conclude infine richiudendo la porta e trovandosi sul bordo della strada a ridosso del giardino della villetta. La osserva, incuriosita dalla forma e dalle finiture quasi eccentriche, poi muove i primi passi verso il vialetto che la condurrà alla porta di ingresso sempre lanciando occhiate a destra e sinistra per sicurezza; arrivata alla porta, prima di suonare, controllerà il cellulare per leggere eventuali messaggi di risposta dei compagni.
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Il taxi si allontanò, lasciando Leffe sola nel buio, rischiarato di tanto in tanto solo dai fari delle auto di passaggio sull'autostrada e dalle luci alle finestre delle case attorno.
Nessuno ancora aveva risposto al suo messaggio.
Stava per avviarsi da sola verso la casa, quando il rumore fastidioso di uno scooter la fece voltare. Ecco la figura corpulenta di Odette, in precario equilibrio su un motorino scassato, che si avvicinava a Faith e scendeva dal mezzo con un piccolo balzo.
Eccomi.
Si annunciò, legando il caso al manubrio del motorino.
Buona sera, Leffe. Mr. Sullivan non è ancora arrivato?
Domandò con un gesto di saluto.
Qual è il piano?
Chiese poi, indicando la villetta.
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Volge verso la nuova arrivata, storcendo il naso nel vedere il mezzo di locomozione guidato dalla voluttuosa Toreador.
Gesù! Una balena su due ruote ... spendono migliaia di dollari per un abito e poi viaggiano come i ragazzini. Sono proprio bolsi.
Trattiene un ghigno di sdegno per non impelagarsi in annoianti questioni di cortesia e stile, la osserva da vicino alla porta di casa quindi alza il braccio in segno di saluto, repentinamente lo abbassa per poi attendere che la donna la raggiunga.ferma, immobile, la fissa e alza poi le spalle scodellando una risposta immediata con voce bassa e difficilmente percettibile da dietro una porta.
Sono un amica del ragazzo, faccio le condoglianze e chiedo di poter controllare la camera perché gli avevo prestato il Dvd originale del nuovo album solista e non voglio che cada nelle mani sbagliate. Che dici?
Domanda ad Odette con aria di sfida come ad attendere una risposta migliore da lei.
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Odette rifletté un momento sul piano di Leffe.
Può funzionare.
Annuì.
Aspettiamo Sullivan?
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Alza le spalle annoiata al pensiero dell'attesa e con una rapida occhiata controlla la strada senza notare la presenza di auto in procinto di fermarsi al marciapiede della casa, sbuffa e sistema meglio il peso dello zainetto sulla spalla
No, procediamo. Non ci serve l'amico dei topi.
Dove si sarà cacciato?
Determinata, da' le spalle alla compagna e avanza di alcuni passi in direzione della porta per poi suonare il campanello, se presente, o in alternativa bussando con vigore sul legno del serramento.
C'è nessuno? E' permesso?
E vediamo di non aspettare troppo, sembro una spacciatrice a domicilio.
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Il gangrel giunse con un taxi all'indirizzo fornitogli da Faith, perché se non gli fosse stato ricordato tramite messaggio col cavolo che sarebbe arrivato lì. Il viaggio in taxi fu abbastanza noioso, tant'è che il gangrel per tutto il viaggio, come un disturbato mentale, si immaginò un ninja che saltava degli ostacoli.
Scese e si guardò attorno, cercando con lo sguardo le due vampire, anche se non era da escludere la possibilità che fosse arrivato per primo.
Quanto le devo? chiese infine al tassista.
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Faith aveva imboccato il vialetto e stava per annunciarsi alla porta della casa, quando i fari di un'altra automobile illuminarono la strada, spingendola alla prudenza. Un taxi si era fermato proprio di fronte alla villetta.
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Dentro al taxi, Walter si trovava alle prese con la sua cronica mancanza di denaro.
Sono 50 dollari, amico.
Rispose il tassista, un giovane di colore con la passione per il reggae, girandosi verso il Gangrel, e aspettandosi dei soldi che il cliente semplicemente non poteva dargli.
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All'arrivo della vettura ferma la mano dal bussare e volge l'attenzione al taxi appena parcheggiato, inarca il sopracciglio e curiosa inclina la testa di lato per individuare il volto del passeggero.
Forse è Sullivan?
Fa' un cenno ad Odette per indicarle il marciapiede su cui era ferma la vettura, quindi sussurra alla vampira.
Deve essere Sullivan ... che palle perdere tempo in stè cazzate, speriamo sia lui perchè non ho voglia di rimanere con il culo piantato qui a lungo.
Sbuffa e nell'attesa che il passeggero misterioso scenda ed eventualmente le raggiunga sistema la giacca giocherellando con le dita sui bottoni neri e lucidi per lo più fissati solo per bellezza sul capo di abbiglaimento.
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50 dollari? Ma vedi te che ladrone, poi siamo noi quelli che succhiano il sangue...
Ok, amico. Faccio una chiamata al volo.
Il Gangrel compose il numero di Faith. Doveva soltanto sperare che alla vampira andasse di rispondere.
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Faith riceve la telefonata. sta a lei se rispondere o meno |
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Leffe rispose alla telefonata:
Che c'è, Sullivan? Sei tu quello in taxi?
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Scusate il disagio, confermo cmq la risposta in mia vece da parte di Deus Irae. Putroppo ho i turni sul lavoro e mi abbiocco sul letto appena torno senza aver voglia o volontà di controllare il pc. |
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Faith aveva risposto, e a giudicare dalla domanda doveva essere anche vicina.
Sì, sono io, potresti avvicinarti un attimo? Mi servirebbe un favore.
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Innervosita, spegne il cellulare e lo ripone nella borsetta senza prima rispondere all'interlocutore quindi cammina frettolosa lungo il vialetto di ingresso alontanandosi dalla porta della casa e avvicinando il taxi parcheggiato.
Odette, vediamo cosa vuole questo qui.
Porca la padella che perditempo sto' Fratello.
Gli occhi della giovane guizzano da un lato all'altro per controllare le presenze in strada, infine ferma la camminata a pochi centimetri dalla sportello e muove il braccio per bussare con la mano sul vetro e farsi notare da Sullivan.
Alza la voce, ha un tono vagamente scocciato ma asciutto.
Hey, sono qui. Datti una mossa, sembro una puttana che ti abborda.
Gli piacerebbe!
Sul viso di lei è dipinto un ghigno.
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