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Faith si era avvicinata, ed era in vena di battute.
Alleluja. Un secondo, amico.
rispose al tassista prima di abbassare il finestrino.
Lieto anche io di vederti. Potresti prestarmi 50 dollari?
disse sorridendo. Un sorriso che avrebbe fatto venire voglia a chiunque di riempirgli la faccia di schiaffi.
Oh, tranquilla, poi te li rendo.
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Batte i piedi innervosita e fruga nello zainetto che ha con sé per trovare qualcosa d indefinito ed evidentemente ben nascosto visto l'impegno che ci mette. Passano alcuni secondi in cui rumori metallici e di oggetti smossi rotolano da una parte all'altra ed infine la mano che non sorregge lo zaino estrae vincente la tessera dell'abbonamento alla compagnia dei taxi.
Eccoti. Ma porca paletta la prossima volta premunisciti a dovere.
Zotico.
Scuote la testa disturbata dalla scarsa preparazione dell'altro e allunga il braccio per porgergli la tessera ancora valida.
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Il tassista attese con impazienza lo svolgersi degli eventi, ma alla fine fu contento di ricevere i suoi soldi.
Pace, amico.
Salutò, rimettendo in moto il mezzo, lasciandosi dietro una scia di musica giamaicana.
Ora erano rimasti solo Leffe, Walter e Odette, ma i movimenti nella strada buia dovevano aver attratto l'attenzione di qualcuno nella casa. Le finestre frontali avevano la luce accesa ora, e i tre ebbero la sensazione che qualcuno li stesse osservando da dietro le tende.
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Rimane vicina a Sullivan, alzando il naso leggermente all'in sù come se un particolare odore le avesse stimolato le narici attirando l'attenzione dello sguardo verso le finestre della casa nel cercarne la provenienza. Gli occhi sono più piccoli, forse perchè li sforza per decifrare una possibile ombra al di la' delle tende illuminate, guarda Sullivan e gli fa' un cenno verso la casa.
Dici di provarci? Andiamo?
Speriamo ci sia solo la madre e di non trovare sorprese.
Il tono della voce tradisce una sfumatura di dubbio nello scandire la frase, le mani stringono un po' troppo saldamente lo zainetto che porta con sè e i piedi non si decidono ancora a riprendere il cammino verso casa.
La medesima domanda la propone subito anche ad Odette per tastare il consenso del gruppo.
Andiamo?
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Posso avere chiarimenti? Si va avanti o Walter è ancora in ferie? Non ho capito.  Grazie. |
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Ricordavo di aver risposto. Maledetto caldo...
Pace e amore anche a te, fratello.
Ladro.
I tre vampiri dovevano aver attirato in qualche modo l'attenzione, le luci erano accese e, sebbene non ne fosse troppo sicuro, aveva l'impressione di essere osservato.
Ma sì, speriamo soltanto di non incontrare un altro appestato...
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Fa' spallucce, le braccia scivolano a riposo dietro la schiena stringendo la mano l'una dell'altra prima di riprendere con passo breve e cadenzato la camminata verso la porta della casa ora illuminata.
Vediamo di tagliare la testa al toro.
Spiega con voce vagamente acuta e apparentemente indispettita. Proseue quindi a camminare e fa cenno anche ad Odette di dirigersi verso la porta.
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I tre Fratelli si avvicinarono alla casa e all'unica fonte di luce della viuzza. Bussarono alla porta e attesero.
Chi siete? Cosa volete? Se non ve ne andate chiamo la polizia!
Fu la risposta di una voce femminile, da dietro la porta.
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Mantiene le mani incrociate dietro la schiena, è di fronte alla porta e si sente a disagio a prendere parola ma, immaginando le conseguenze di un'inziativa da parte degli altri due fratelli, sospira e si obbliga ad avere coraggio nel porsi da interlocutrice.
Sfodera un sorriso amichevole, benché ancora non veda la donna, e adotta una voce amichevole da ragazzina cinguettando a tono ben udibile.
Buona sera signora, eravamo amici di suo figlio. Abbiamo pensato di farle una visita ... per porgerle le condoglianze e nel caso avesse voglia di parlare.
E vai! Che ideona ho avuto!
Attende un istante, tende le orecchie sperando di udire il suono della serratura che apre loro la via di ingresso, tiene un tempo ritmato facendo battere il piede a terra delicatamente per placare il nervosismo e nel mentre prosegue la conversazione.
Può farci entrare per cortesia? Il quartiere sembra un po' pericoloso di notte e qui per la strada.
Altra ideona geniale.
L'ultima frase è riportata con tono virgineo e umile, come a chiederle la carità.
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Alcuni rumori secchi anticiparono la porta che si apriva a spiraglio, bloccata da una catenella. Una lama di luce fendeva l'oscurità sul vialetto.
Amici di Tobias?
Chiese la donna, spiando i Fratelli dal pertugio.
Condoglianze? Che cosa intendete dire?
Chiese ancora.
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E' interdetta, il volto rimane contratto e gli occhi spalancati come se avesse ricevuto un gavettone di acqua gelida all'istante dell'apertura della porta.
Non riesce subito a ribattere alla donna ma la fissa negli occhi sbattendo le palpebre per un riflesso meccanico imparato quando ancora era umana, socchiude le labbra per parlare ma non trova parole adatte, balbetta un paio di volte quindi scuote la testa con fare greve, la voce infine è modulata con tono dolce e profondo nel tentativo di scuotere il meno possibile la donna che potrebbe dare di matto.
Un ricordo passato le torna in mente al momento impegnandole la mente: aveva visto un film sui militari che portano le condoglianze alle mogli dei soldati caduti in battaglia e ricordava been come aveva del tutto sottovalutato il problema ai tempi, trovandolo semplicemente noioso mentre ora allora l'effetto di un eventuale sfogo emotivo della signora le faceva già formicolare il torace per l'ansia.
Signora, pensavo l'avessero avvertita ... Tobias è stato ricoverato grave in ospedale ed è ... morto. Ieri sera mi pare. Oh mio Dio, sono così sconvolta ... ci dispiace tantissimo. Noi lo conoscevamo per via di alcuni concerti che frequentava. Condoglianze signora. Vuole entrare e sedersi? Magari preferisce bere un bicchiere d'acqua?
Oh cazzo! Che depressione incredibile questa situazione.
Abbozza una faccia contrita e luttuosa nel parlare, indicandole con il braccio l'interno dell'abitazione ad aspettare gentilmente l'assenso di lei per accompagnarla.
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La porta si richiuse. Ancora il rumore di una catenella, e la porta si riaprì, rivelando l'interno della casa e la donna.
I capelli biondo scuro incorniciavano un volto scavato, provato e stanco. Gli occhi azzurri osservavano spenti i visitatori, e le labbra sottili scoprivano, cadenti, i denti gialli, sporchi di nicotina.
Entrate. Credo di avere del caffè.
Disse, dopo un momento di silenzio, voltandosi e guidando i Fratelli nel minuscolo disimpegno, verso una cucina altrettanto piccola. Oltre al fornello, il lavabo e un piccolo piano, c'era un tavolino attaccato al muro, con due sgabelli. I mobili erano praticamente fatti col cartone, con l'impiallacciatura gonfiata e piegata dall'umidità e dalla muffa. I muri stessi erano ancora macchiati dal fango delle alluvioni.
Cos'è successo a Tobias?
Chiese, volgendo le spalle ai tre, mentre si alzava sulle punte dei piedi per prendere un barattolo da un mobiletto in alto, lo apriva e lo annusava per capire se il contenuto fosse ancora buono.
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Segue la donna all'interno dell'abitazione, guardandosi attorno e nascondendo la propria disapprovazione nel dover essere obbligata ad un luogo tanto ameno e inospitale. Non tocca nulla, limita i passi all'indispensabile e si ferma in piedi a fianco del tavolino senza nemmeno pensare di potersi sedere su una di quelle sgangherate sedie. Distoglie il pensiero dalla panoramica della casa e concentra l'attenzione sulla donna, più che altro ai capelli e ai movimenti del braccio visto che ora le da' le spalle.
Utilizza un tono pacato e morbido della voce per porgere di nuovo la brutta notizia alla madre.
Pare che ci sia stata una sorta di epidemia improvvisa durante un concerto, eravamo insieme al Teatro Civico. Purtroppo lui è stato male e l'hanno ricoverato in ospedale ma ieri notte è morto per l'aggravarsi delle condizioni. Condoglianze Signora.
O mio Dio, scommetto che adesso salta fuori uno scarafaggio da quel barattolo.
Si assicura di non toccare nulla un'altra volta, dando una rapida occhiata alla propria figura, quindi incrocia le braccia per tenerle al sicuro e fa' un passo in avanti per lasciare spazio anche agli altri nel cucinino. Attende quindi una sorta di reazione della donna o un cenno dei compagni.
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Il gangrel non disse nulla, si limitò a fare una faccia dispiaciuta appena Faith informò la donna della morte del figlio, faccia che poteva anche esprimere un dispiacere sincero se solo non si fosse parlato del figlio della merda che, poco contento del casino causato con la collega al teatro, gli aveva ripetutamente vomitato addosso quando erano andati a trovarlo all'ospedale.
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La donna si appoggiò di fronte a sé, sul banco della cucina, sentendosi mancare.
L'attentato dell'altra sera?
Chiese, continuando a volgere la schiena ai Fratelli.
Siamo profondamente dispiaciuti e addolorati, signora.
Si fece avanti Odette.
Se c'è qualcosa che possiamo fare per lei...
Lo sapevo che quell'idiota sarebbe finito male, e che mi avrebbe abbandonato. Proprio come suo padre. Ma che cosa ci faceva in quel teatro?Me lo sarei aspettato morto nell'angolo di una strada, o in una fogna. Non in mezzo a un attentato in un fottuto teatro.
La voce cominciava a incrinarsi.
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