Lafitte - Rifugio Aristotele Rodor

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    Di certo, riprendere quella scena sarebbe stato un ottimo trailer per un film di morti viventi, o un thriller left for dead.
    Come in quelle pellicole, l'emaciata carcassa di Aristotele era emersa dal terreno umido e si era estratta, rimettendosi in piedi come se nulla fosse.

    Se fosse stato ancora vivo, avrebbe gridato a squarciagola, alzando le braccia al cielo, per sfogare l'adrenalina accumulata. La chimica del suo corpo non gli imponeva più queste azioni, ma
    mentre scuoteva le braccia e le gambe per liberarsi da un po' di terra umida, si godette l'aria fresca che scivolava sul suo corpo.
    Rimase un po' a sputare terriccio, cercando di liberarsi di tutto quello che gli si era incastrato negli orifizi. Poi alzò lo sguardo al cielo, e abbozzò un sorriso.

    Aveva superato anche quell'ordalia. Si sentiva svuotato, ma sentiva anche che era stata un'esperienza catartica. Era rinato ancora una volta, e la prigionia passata gli faceva apprezzare ancora di più le libertà di cui poteva godere, anche nel suo stato maledetto.
    La libertà di movimento, l'aria fresca, il cielo sopra la testa..
    Guardò la luna e le stelle.

    ..Grazie.. mormorò.

    Aveva temuto di non rivederle mai più.

    Un istante dop iniziò a fare mente locale: c'era molto da fare.
    C'era da esaminare il relitto del furgone, nella speranza di capire qualcosa di più sui due ceffi, per chi lavoravano, o a chi appartenevano i corpi, nonché ovviamente sul predatore misterioso.
    Avrebbe voluto provare a trovare le tracce di quest'ultimo, e vedere se riusciva a scoprire qualcosa di più su di lui o il suo territorio.
    Vicino al suo rifugio, era rimasto un cadavere abbandonato sulla riva dai criminali in fuga: non sarebbe stato male darci un'occhiata e poi disporre di lui.

    Tante cose, tutte più o meno importanti.

    Ma prima, PRIMA, avrebbe soddisfatto la sua Bestia e si sarebbe nutrito. Era tutta sera che viveva ed agiva condizionato, incatenato quasi, dalla Sete straziante, e ora finalmente aveva un momento per placarla e tornare a pensare lucidamente.
    Solo segni inequivocabili di un imminente olocausto nucleare gli avrebbero impedito ancora di saziarsi.

    Dopo tutto quanto, non aveva voglia di impegnarsi in una caccia complessa, perciò preferì far venire il cibo da lui: secondo la filosofia "Pantegane in quantità, pantegane, che bontà"
    si accovacciò ed eseguì al meglio il richiamo d'amore delle nutrie.

    Uso animalità 2 per le nutrie.
     
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    2018-01-08 11:10:57 Aristotele rolls 7 dice to Richiamo 1,7,6,8,2, 5,10 [3 successes]


    Udendo il richiamo del Nosferatu, accorsero ai suoi piedi tre coppie di nutrie, un maschio solitario e un gruppetto di quattro batuffoli di pelo, che dovevano essere i cuccioli di una delle coppie. Si fermarono ai piedi del Fratello, osservandolo incuriositi.

    C'è un totale di 2 ps, se li mangi tutti.
     
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    sì li mangio tutti. Mi sono permesso di descrivere io la scena, se non va bene edito.


    Aristotele incrociò lo sguardo con gli animali, e con il suo potere, entrò dentro di loro, proiettando calma e serenità.
    Rilassatevi.. non ci sono pericoli qui..
    Piccole ondate di sensazioni di sicurezza e tranquillità.
    Mentre gli animali, quasi passivi, riposavano, il Nosferatu lì aggirò lentamente, e dopo una lieve, delicata carezza, azzannò l'ultimo del gruppo.
    Colto così di sorpresa, con i muscoli rilassati, l'animale non fece nemmeno tempo a tendersi prima che il piacere del Bacio lo anestetizzasse.
    Aristotele bevve, quasi aspirò il sangue del povero roditore, tanta era la sua sete.
    In pochi istanti, l'animale era morto, senza aver dato alcun segno esterno.
    Uno alla volta, il vampiro si avvicinò ad ognuna delle nutrie, e ne consumò tutto il sangue.
    Quando ebbe finito, era tutt'altro che sazio: ma almeno adesso era soltanto affamato, e non più in astinenza. I crampi erano diminuiti, e sebbene la Bestia nel profondo mugulasse ancora per il suo tributo, ora riusciva a concentrarsi molto meglio. Adesso si sentiva in grado di indagare un po' sui fatti della serata; avrebbe cercato un'altra preda nel mentre.

    Se voleva esaminare i resti del furgone, e poi cercare le tracce dell'altro mostro, avrebbe potuto fargli comodo un po' di luce extra oltre quella naturale.

    Così si diresse a passo svelto al suo rifugio, intenzionato a recuperare oltre alla torcia, anche il coltello multiuso e la bussola.

    Nel mentre, avrebbe buttato un occhio allo stato del cadavere abbandonato sulla riva.
     
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    Va benissimo, era quello che volevo.
    Piccola nota: a 3 ps saresti affamato, perciò il contatto col sangue ti avrebbe causato una prova di Frenesia. In questo caso specifico, non avrebbe avuto alcun senso nella storia o nel gioco una Frenesia, perciò evito di tirare. Tienine conto in futuro, però.

    2018-01-11 13:58:58 Aristotele rolls 4 dice to Perc. + Investigare -1 (Diff 7) 10,7,9,9 [4 successes]


    Nel tragitto, Aristotele si soffermò per qualche minuto in riva all'acquitrino, dove l'ultimo involto restava abbandonato. Si chinò ad aprirlo, e vi trovò solamente un uomo, morto. Non era qualcuno che significasse qualcosa per Aristotele. Era un giovane di colore, magrissimo e nudo. Riportava i segni evidenti di un pestaggio, ma la causa più probabile della morte doveva essere stato lo squarcio all'addome, anche se sarebbe servita una perizia medica per esserne sicuro. Dalla sua bocca erano stati strappati tutti i denti, e le sue dita erano state tagliate in modo rozzo. La testa era stata completamente rasata.
    Un modo strano per uccidere una persona, che poteva far pensare a un intento ritualistico o un avvertimento. Ma il fatto che i due invasori stessero gettando i corpi in pasto agli alligatori faceva pensare diversamente, visto che un avvertimento è inutile se non lo si lascia in bella vista. Poteva essere stato semplicemente il risultato di un'intenzione malefica di uccidere causando il maggior dolore possibile, e non lasciare modo agli investigatori di risalire all'identità della vittima.
    Il Nosferatu lasciò perdere il corpo per il momento, e tornò a scendere nel suo rifugio. Lì trovò quello che gli serviva, e i suoi topi. Spaventati, attendevano il suo ritorno, immobili, fino a che l'ingresso di Aristotele non spezzò l'istinto e accorsero squittenti verso il loro padrone.

    La visione dei topi atterriti e confusi insinuò in Aristotele un pensiero: era in pericolo.

    Erano giunti degli intrusi, a pochi metri dal suo rifugio, e un qualche genere di predatore doveva avere la tana o il suo territorio di caccia lì vicino. Finché non si sarebbe presentato al Principe della città, inoltre, non avrebbe potuto godere della protezione intrinseca dell'appartenere a una società, anzi, era mercé dei suoi stessi simili.
     
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    Chi era quel ragazzo?
    Non lo sapeva, ma quale fosse stata la sua vita, di sicuro la morte di quel ragazzo non era stata piacevole. E anche una volta morto, l'avevano sistematicamente mutilato.
    Perché?
    La mancanza di dita, capelli e denti poteva avere una spiegazione molto pragmatica: eliminava in effetti i principali modi di riconoscimento di un cadavere. Ma perché darsi tanta pena per quello che sembrava un ragazzotto dei suburbi vittima di una guerra tra bande?
    Qualche volta, a Caracas, gli era capitato di vedere delle situazioni così spinte: i cartelli di narcotrafficanti facevano sparire corrieri bruciati, agenti corrotti e altre figure scomode rendendone il corpo irriconoscibile e inindentificabile.
    E in effetti, i due criminali avevano nominato i "latinos", quasi come se fossero i loro nuovi datori di lavoro.

    Si massaggiò il mento con indice e pollice della mano sinistra, un vecchio gesto rimasuglio di quand'era mortale.

    Che fossero qualcosa di più? Membri di un gruppo di spacciatori di crack, scacciati dai nuovi signori della droga?

    La teoria poteva anche reggere, ma nonostante la solidità di questa versione dei fatti mondana e pragmatica, gli rimaneva dentro uno strano senso di inquietudine. Sarà il terribile metodo con cui avevano scelto di disfarsi dei corpi, che richiamava l'esperienza da incubo che aveva avuto per il suo Abbraccio, ma non riusciva ad abbandonare del tutto l'idea che ci fosse una qualche sorta di atto rituale blasfemo dietro tutto.

    Sospirò.
    Non era ancora certo di come voler disporre di quel corpo e degli altri. La palude se ne sarebbe occupata, sì, ma forse avrebbe potuto celebrare un rito funebre per loro, visto che seppellirli era impossibile in quel terreno fangoso.

    Intanto, entró nel suo rifugio.
    Al suo ingresso, i suoi topi spaventati gli sciamarono improvvisamente addosso. La tensione accumulata in queste ore, in cui si erano nascosti dagli umani e poi dal predatore, esplose quando lo rividero, tra gioia e paura.
    Decine e decine di piccole zampette correvano sul suo corpo, mentre i corpi pelosi strusciavano sulla sua pelle, con qualche musino umido che lo annusava a stretto contatto.

    Su, su.. va tutto bene..
    Io sto bene.. é tutto a posto.. non abbiate..

    Paura.
    Non riuscì a pronunciarla, che si appropriò di lui.
    I topi trasportavano chimicamente le loro emozioni, per avvisare rapidamente il gruppo: la paura tra di loro poteva dilagare come un incendio in una foresta.
    Il Nosferatu era stato preso dall'inquietudine dei suoi roditori, e il vero peso della sua situazione lo colpì con forza.

    Aveva sperato di aver trovato un buon rifugio, ma la verità era che il suo nuovo rifugio si trovava pericolosamente vicino ad un mostro soprannaturale, e a quanto pare riceveva anche brutte visite da parte di umani. E lui era un intruso, in parte in quella palude, ma soprattutto in tutto quel territorio appartenente alla setta della Camarilla. Doveva trovare il modo di presentarsi al Principe, di ottenere la protezione, o quanto meno il permesso di restare in quel territorio dei signori di quel dominio..
    O prima o poi avrebbero organizzato un gruppo di caccia e sarebbero venuti a stanarlo.
    Camarilla o Sabbat, nessun vampiro ama che qualcun altro occupi il suo dominio senza permesso.

    Ma lui non sapeva come incontrare il Principe; poteva solo immaginare che risiedesse in città, in quanto centro di potere. E per lui andare in città sarebbe stato già un bel viaggio, appiedato com'era. Per quanto potesse essere urgente mettersi alla ricerca del suo contatto e del Principe, gli sembrava poco previdente partire a così tarda notte. Non avrebbe di sicuro fatto in tempo a rientrare prima dell'alba; anzi, avrebbe dovuto trovarsi un rifugio in città ancor prima di poter svolgere qualsiasi ricerca.
    Inoltre, voleva scoprire qualcosa di più sulla bestia della radura. Forse, avrebbe potuto offrire le informazioni su di lei e il suo territorio alla Camarilla come pegno di buona volontà.
    Ci pensò su, e decise che per questa notte avrebbe sistemato tutti i casini sorti attorno al rifugio; domani notte, invece si sarebbe incamminato subito, "di buon ora", alla ricerca di Cogliostro e della Città dei Topi.

    Si rivolse ai suoi roditori:
    Tranquilli. Gli intrusi sono andati via. Il predatore si é allontanato. Per il momento, la nostra tana é sicura. Potete uscire, ma restate nella vicinanza della tana. Io controllerò che non ci siano altri pericoli più lontano.
    C'é un umano morto qui vicino: non mangiatelo, potrebbe essere avvelenato. Devo controllare.
    mentì: non voleva assolutamente che i topi sfregiassero il corpo prima di aver deciso esattamente cosa farne. Non sapeva come portarlo alla polizia, vero, ma non aveva ancora escluso del tutto questa opzione.
    Emise un corto fischio e un piccolo squittio, richiamando i suoi ghoul.
    Tre figure si fecero largo nel mare di pelo, il grosso corpo del capo del branco che gli apriva la strada.

    Big Ham, assicurati che nessuno si allontani da questa radura, e fai controllare i dintorni della tana. Tienili anche lontani dall'umano morto, finché non torno. disse guardando la massa di topi.
    Conto su di te per guidarli.
    aggiunse con tono serio. Era sempre bene rassicurare il grosso ratto sulla sua posizione di "leader" del branco.
    "Sunshine, tu vieni con me: ho bisogno che mi aiuti a controllare una cosa qui vicino" disse al topo esploratore.
    "Peaches, vieni anche tu. Voglio farti vedere una cosa." e portò la mano al terreno, per far salire la piccola topina bianca.

    Rapidamente, uscì dal rifugio, e ritornò al furgone sfasciato.
    Si diede una rapida occhiata intorno pee controllare se qualcosa era cambiato.
    Poi agganciò la torcia alla tasca sul petto, e l'accese.
    "Vedi, Peaches? Questa é un'automobile. O meglio, il cadavere di un automobile. Le automobile sono come i gusci delle lumache per gli umani: loro possono entrarci dentro e muoversi insieme, e così sono più protetti. Solo che le automobili sono fatte di metallo. Ce ne sono di tante forme e dimensioni, ma sono tutte in qualche modo simili. Un po' come i topi: qualcuno é più grosso, qualcuno é più largo.. qualcuno é bianco, come te, vero? " disse gratttando affettuosamente con il dito il musetto della topina. "Ora quest'automobile é distrutta, per questo la vedi così."

    Abbassò lo sguardo verso Sunshine Tanner, al fianco del suo piede.
    "Sunshine, voglio che tu entri in questa carcassa di automobile, e faccia una ricerca al suo interno. Ci sarà molto metallo e molta plastica, e forse della carne umana, ma voglio che tu mi segnali se trovi della carta o qualcos'altro di diverso. In ogni caso dopo racconta tutto bene a me e a Peaches. Mi raccomando, non devi mordere nulla: tratta il terreno come se fosse tutto pieno di trappole."

    Dopo aver mandato il topo all'interno del furgone, iniziò ad esaminare la zona, e poi il veicolo stesso. Sapeva da che direzione era arrivato il mostro, e voleva trovarne le tracce, per poi ricostruire tutto ciò che era accaduto mentre era sepolto vivo.
    I due uomini erano schiacciati tra le lamiere? Era rimasto qualcosa a chiarire la loro identità nel furgone? In che direzione si era allontanato il mostro peloso?
    Tutte domande a cui Aristotele sperava di trovare una risposta.

    sapendo da che direzione é venuto, cerco le tracce della creatura che vanno verso il furgone; cerco poi du ricostruire la dinamica dell'attacco e capire qualcosa di più sulla creatura (se ha zanne artigli, tentacoli chele ecc..), e poi trovare le tracce in uscita. Inoltre esamino in dettaglio il furgone. Infine cerco indizi vari nella radura. Per le tracce userei Sopravvivenza (3) se possibile, mentre chiaramente Investigare per il cercare più generico. )
     
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    2018-01-17 11:23:42 Aristotele rolls 4 dice to Perc.+Inv. (Diff 7) 9,9,6,8 [3 successes]
    2018-01-17 11:23:20 Aristotele rolls 5 dice to Perc.+sopravv. (Diff 7) 5,3,5,3,10 [1 success]


    Aristotele riuscì a ritrovare la pista lasciata dalla bestia, per seguirla a ritroso. Erano impronte lasciate da un corpo pesante, ben impresse nel fango e nell'erba palustre. I cuscinetti e gli artigli di un cane enorme.
    La traccia sparì improvvisamente nel sottobosco subito antistante alla salita per raggiungere la strada statale. Il predatore non aveva quindi paura della civiltà.

    Impossibilitato a proseguire, il Nosferatu tornò alla carcasse del furgone. Era davvero uno spettacolo orribile. L'abitacolo era stato schiacciato, come se qualcosa di molto grosso e pesante fosse andato a schiantarsi sul parabrezza, e avesse schiacciato il tettuccio come se si trattasse di semplice latta. I corpi degli uomini erano completamente maciullati, schiacciati dalle lamiere della loro tomba, e mutilati da artigli e zanne. Era difficile dire dove cominciasse l'automobile, e dove i corpi, figurarsi distinguere i due individui, fusi in una grottesca opera d'arte bio-meccanica.
    Le gomme delle ruote erano state squarciate. Non c'era da sorprendersi se il furgone si era impantanato tanto da non riuscire più a procedere.

    Sunshine, il topolino, tornò dopo qualche minuto. Comunicò ad Aristotele che era praticamente impossibile muoversi in mezzo a quel groviglio di metallo e carne, e l'unica cosa che era riuscito a recuperare, sperando di compiacere il Nosferatu, era una specie di sciarpa, oppure bandana, di colore porpora, che stringeva nella boccuccia.
     
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    Bravo, Sunshine, sei stato bravo. Va bene così.

    Si chinò ed afferrò la bandana. Porpora.. che fosse il colore distintivo di una banda? Anche il furgone era viola.. o forse era solo il colore preferito dello sfortunato proprietario.

    La portò sotto la luce della torcia, e la esaminò meglio.
     
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    Era una semplice bandana di cotone sporca di sangue. A giudicare dal nodo, doveva essere stata indossata al collo. Non presentava nessuna peculiarità.
     
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    Niente, la bandana non gli aveva rivelato nulla di nuovo.
    Alzò lo sguardo verso la grottesca mostruosità di metallo e carne intrecciati. Gli sembrò che un brivido gli attraversasse la spina dorsale: quella specie di macabra opera di arte moderna era inquietante quasi quanto le azioni del Sabbat.
    Per di più, era pieno di sangue ormai freddo e coagulato, immangiabile: per il Nosferatu affamato era come se ad un uomo alla fame avessero sventolato davanti un grosso panino..vistosamente andato a male.
    presuppongo che sia così, visto che sono passate tre ore


    Che cosa diavolo era quella creatura? Era un predatore, eppure non sembrava essersi nutrito dei due umani. Perché li aveva attaccati allora? Per il territorio? Poteva essere, e questo avrebbe spiegato cos'era quella carcassa distorta: una specie di totem, di marca territoriale, un monito per chi volesse sconfinare.
    Dai segni di artigli e zanne, e da ciò che aveva visto, sembrava si trattasse di un canide. Ma quale canide camminava come un bipede? Ed aveva non solo zanne, ma artigli così forti? Nella sua mente spuntarono le immagini di animali antropomorfi, e di numerose leggende. Licantropi, loup-garou, sciamani posseduti da spiriti.. perfino le creazioni del Dr. Moreau. Tutte figure che nelle leggende univano il lato animale a quello umano.
    A sostegno che la creatura avesse un'intelligenza più che animale, e una qualche sorta di collegamento con l'umanità c'era il fatto che le sue tracce sparissero sull'interstatale verso la città, e non verso l'interno della palude.
    Ma cosa ci faceva lì? La maggior parte di queste leggende riguardava altri territori ed altri popoli, non la Louisiana.
    per il suo bg e i punteggi di Accademiche e Occulto Aristotele conosce sicuramente i termini che ho nominato.. però non sa se esistono veramente, non ha mai incontrato un Lupino. Intende tutto da occulto di vita reale, non da wod, anche quando dice mannari o garou. Volevo aggiungere anche qualche "falsa pista" tra le sue idee, che portasse fuori strada, ma non mi veniva in mente niente nella vita reale. Se ne hai qualcuna se vuoi la aggiungo!


    Mentre rifletteva, si chinò a guardare le gomme e confermò la sua prima impressione: erano state tagliate in precedenza all'attacco. Apposta per rendere impossibile la fuga ai due tizi, dunque? E chi diavolo era stato? Il taglio probabilmente era stato effettuato quando il furgone era già fermo, e i due stavano scaricando i cadaveri nella palude. In pratica, poco prima che Aristotele stesso arrivasse al veicolo insieme ai criminali in fuga dall'alligatore.
    Raggelò. C'era stato qualcun altro lì? O la creatura era così intelligente?

    Non mi piace, non mi piace affatto.. sussurrò.

    Si sentiva esposto, e gli sembrava di essere al centro di una gigantesca trappola, una tagliola o un grande nodo scorsoio che lentamente si chiudeva su di lui.
    Quel luogo, più che un rifugio, si stava rivelando un labirinto di pericoli.

    Se voleva uscirne, doveva essere in piena forma fisica. Anche se voleva dire tornare a sentire i morsi della fame, e indebolire la mente. Richiamò dalle profondità del suo corpo il suo sangue maledetto, e lo immaginò, lo sentì, ritessere la carne dura e morta sulla schiena, chiudendo le lacerazioni.
    spendo 1 ps per curarmi

    Gli spasmi della fame tornarono, mille aghi in tutti i suoi muscoli. Ma nonostante la situazione, si muoveva meglio.
    Cercò di canalizzare il riaffiorato istinto predatorio per controllare ancora una volta la radura, alla ricerca delle tracce di chi avesse tagliato le gomme.
    cerco se ci sono tracce di qualcun altro nella radura, oltre me, il Lupino, e i due criminali, sapendo che dovrebbero condurre alle gomme; oppure se sembrano indicare il Lupino stesso come colpevole del terribile atto di vandalismo pneumatico


    Edited by Aristotele Rodor - 29/1/2018, 21:04
     
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    Scusa per la lunga attesa

    2018-02-06 11:35:36 Aristotele rolls 6 dice to Perc.+sopravv. 4,7,8,2,2, 9 [3 successes]


    Aristotele trovò un'altra pista, questa volta di impronte umane. Erano due paia, e difficilmente potevano appartenere ai due cadaveri nel van.
    Provenivano dalla direzione della strada statale, per avvicinarsi al furgone, muoversi sui suoi lati, e poi tornare nella boscaglia del bayou, verso il confine con la civiltà. Facevano un percorso molto simile a quello delle impronte canine, intersecandolo talvolta. A un certo punto, una delle due tracce parve camminare fianco a fianco con quella del mostro, fino a giungere, ancora, all'asfalto della strada.
     
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    Dunque c'era stato anche un essere umano lì.. La creatura aveva una sorta di "alleato" umano? O forse era più il suo padrone, che aveva guidato il suo mostro all'attacco?
    Quel percorso così simile, però, lo fece pensare.. com'é che la bestia sembrava aver seguito lo stesso pattern nel muoversi nella radura? Certo, non é che ci fossero molte possibilità, lo spazio era piccolo e gli elementi presenti pochi, però. . Ripensando alle leggende rievocate poco prima, si chiese se quell'essere umano e la creatura non coincidessero.

    Rimase un istante a meditare le conseguenze di quel pensiero.
    Poi ritornò in sé.
    La verità era che era un'ipotesi legittima, come le altre, e purtroppo niente di più. Al momento non aveva abbastanza elementi per giudicarla.

    Era rimasta però una cosa da controllare, che forse poteva dargli qualche indizio aggiuntivo. Tutte le tracce avevano portato alla statale. Ma la creatura e il suo complice l'avevano imboccata, o semplicemente attraversata per recarsi in una zona vicina, magari ad un rifugio locale?

    La risposta poteva essere completamente inutile, oppure aggiungere qualche tassello al puzzle. Pensò che era tarda notte, e con un po' di attenzione avrebbe potuto provare ad affacciarsi sulla strada e compiere qualche rapida indagine.

    Avrebbe anche potuto chiedere a qualche animale se aveva visto qualcosa, e poi affondareidentiberneilsangue
    ..No.
    Riprese il controllo di sé.
    Non così. Shoni gli aveva insegnato come nutrirsi degli animali, come rispettarli . Attirare animali per cacciare era lecito. Ma se li si usava come servi, non potevano essere anche preda. Bisognava sempre mostrare gratitudine, sempre dare qualcosa in cambio.
    Si offriva del cibo. Si spaventavano gli altri predatori. Si proteggevano i nidi.
    Anche nel caso del più piccolo servizio, l'animale si era almeno guadagnato il diritto di vivere un'altra notte.

    No, non avrebbe infranto questa regola. Informazioni o cibo, erano esclusivi.
    vorrei andare sulla statale, e seguendola a destra e sinistra per 20-30metri, dare un'occhio all'asfalto e controllare i confini con la boscaglia, (in primis dall'altra opposta rispetto a dove vengo io) se c'é qualche traccia di veicolo particolare, o tracce che rientrano appunto nella boscaglia ad indicare che hanno attraversato la strada e non seguita.
    Come dicevo, se vedo per caso qualche animale di passaggio cerco di acchiapparlo per nutrirmene. Se trovo uno con la tana, però, o qualcos'altro che mi dà idea che potesse essere lì 3 ore prima, gli parlo con animalità e guardo se sa qualcosa, poi lo lascio stare.
    Ovviamente se sento rumori di attività umana o macchine mi nascondo subito anche buttandomi in mezzo ai rovi!
     
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    Visti i successi precedenti, non ti faccio tirare di nuovo per le indagini. Mentre, per la caccia, tiri con difficoltà maggiorata perché non sei concentrato su di essa.

    2018-02-14 10:28:38 Aristotele rolls 6 dice to caccia (Diff 8) 10,9,5,3,10, 6 [3 successes]

    trovi 3 ps


    La traccia di impronte non riportava nel sottobosco dall'altra parte della strada, né tornava nell'acquitrino. Spariva semplicemente sulla strada, il cui asfalto portava numerosi segni più o meno recenti di pneumatici. Una strisciata di fango, lasciata da un mezzo probabilmente parcheggiato per qualche tempo per metà fuori strada, sembrava particolarmente recente, visto che il fango non si era ancora asciutto del tutto.
    Nella ricerca il Nosferatu si imbatté i diverse piccole creature, allo scoperto nell'apparentemente sicuro manto della notte. La Bestia poté rinfrancarsi in parte.

    Ore 1.45
     
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    L'indagine non aveva rivelato granché, ma finalmente, finalmente, era riuscito a placare la Fame che l'aveva tormentato sin dall'inizio della serata. Il velo rosso che gli aveva condizionato i pensieri si era alzato, e ora ragionava molto meglio.
    C'era poco da fare: sembrava proprio che il canide bipode e il suo eventuale compagno umano fossero venuti e andati via con un mezzo, lungo l'interstatale. Non era molto, ma avrebbe provato a renderlo sufficiente come offerta alla Camarilla.
    Con la mente lucida, rifletté su un altro problema: e se l'umano avesse chiamato la polizia? Certo, il macabro monumento di carne e metallo era appartato, ma se qualcuno avesse dato una dritta ai New Orleans' Finest, ci sarebbe stato un gran traffico di uomini inquisitivi alla ricerca di elementi sospetti proprio a poca distanza dal suo rifugio, e questa é una prospettiva che nessun vampiro ama.
    Forse era meglio allontanarsi per un po', finché non si fossero calmate le acque.
    E anche senza gli umani, continuava ad essere uno straniero in terra straniera, finché il principe e questa "Camarilla" non lo avessero accettato.

    A questo punto, tanto valeva iniziare il viaggio verso la città: invece di cercare di arrivarci direttamente, poteva puntare ad una delle grandi urbanizzazioni di periferia, e arrivarci in tempo per trovare un rifugio temporaneo. La sera dopo poteva approfittare di qualche contatto umano per cercare informazioni su questa "Città dei Topi", e poi riprendere il viaggio. Se era il nome di un locale, o di un altro esercizio commerciale, forse una vecchia cabina telefonica aveva un elenco che poteva dargli una mano.
    La cosa più importante di tutte, era che la sua Bestia si era calmata, e non correva il rischio di far del male a qualche essere umano.

    Sì, sembrava una buon programma.
    Mentre attraversava di nuovo la radura del macabro Twisted Metal, recuperò i cadaveri delle nutrie di cui si era nutrito in precedenza, aggiungendoli a quelli delle sua ultima vittime lungo la statale che aveva preso con sé. Con un squittio e un fischio, richiamò i due topi ghoul nell'area.

    [color=red] Peaches, Sunshine!
    Su!
    Torniamo dagli altri! [/color=red]

    Accompagnato dalla topina bianca e dal roditore svelto, proseguì per il suo rifugio.
    Camminando emise qualche corto richiamo, per raggruppare i suoi topi, alcuni probabilmente tra i cespugli, nella loro tana.

    Quando entrò nella stanza del suo rifugio, sembrava un cacciatore di un'altra epoca, tenendo stretto per la coda un ammasso di carne più o meno pelosa.

    [color=red] Ho portato del cibo! [/color=red]
    Certo, per la maggior parte dei topi sarebbe stato più rilevante che avesse camminato in circolo un paio di volte attorno alle carcasse, avesse emesso un basso soffio e avesse drizzato la schiena, ma l'importante era che il messaggio fosse passato.

    Si morse il polso, e mentre si formavano grosse gocce rubino, vi strusciò sopra gli animali morti, macchiando della sua Vitae il pelo e la carne esposta.
    ci spendo 1 ps


    Lasciato il cibo al centro della stanza, mentre i topi, secondo il loro ordine, si organizzavano per prendere un boccone, tirò fuori dal suo zaino la mappa di New Orleans e del suo circondario, si sedette, e alla luce della sua lanterna a dinamo, iniziò a studiarla.

    guardo se c'é qualche urbanizzazione, cittadina periferica tra me e new orleans, e quanto tempo ci metterei a raggiungere la città e le varie altre località; e naturalmente i percorsi possibili che potrei intraprendere, se ci sono delle differenze. Lo scopo é trovare una tappa intermedia, lungo un percorso "sicuro", per spezzare il viaggio fino a NO, che visto che sono a piedi, sarà lungo. Di base, penso di camminare sul ciglio dell'interstatale. Appena posso dò un'occhiata all'effettiva macromappa dell'area, ma per il momento mi affido completamente a te :D
    Ah, cerco anche se (anche nel lato della mappa che mostra il centro urbano) c'é qualche quartiere o zona il cui nome mi ricordi la Città dei Topi.
     
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    A piedi, Aristotele avrebbe impiegato circa 5 ore a raggiungere il limitare della città, mentre quasi 8 per raggiungere i Quartieri Francesi, il centro nevralgico di New Orleans.

    Nel tragitto, seguendo la strada, avrebbe attraversato l'agglomerato di Lafitte, alcune casette di pescatori. Quindi Barataria e Jean Lafitte, il centro più grande.




    Il percorso fino al limitare di New Orleans.
     
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    Era ormai già notte inoltrata, e Aristotele contava di aver ancora 2-3 ore di azione. Consultata la mappa, pensò che sarebbe riuscito a superare Lafitte e Barataria per raggiungere il più grande agglomerato di Jean Lafitte. Lì avrebbe potuto fermarsi e riposare per il giorno.
    Presa la decisione, ripiegò la mappa e la infilò nella tasca interna della giacca a vento.
    Guardò il suo zaino. Non voleva lasciarlo nel rifugio, perché temeva l'arrivo della polizia a seguito delle vicende della notte. Uno scantinato nascosto pieno di topi non era granché, e probabilmente dopo un'occhiata sarebbe stato ignorato; ma uno scantinato con le tracce di qualcuno che era stato lì di recente, come, diciamo, uno zaino pieno di effetti personali e da campeggio, avrebbe potuto dare il via ad una caccia all'uomo, e mettere la polizia sull'attenti per ogni vagabondo/campeggiatore solitario.
    E poi avrebbero pure portato via la sua roba come prova.
    Certo, in città sarebbe stato molto più facile muoversi SENZA quel peso extra. Soprattutto, avrebbe attirato di meno l'attenzione se avesse dovuto muoversi furtivamente.
    Decise di prenderlo con sé, e cercare un punto per nasconderlo più avanti lungo la strada, dove realisticamente le ricerche della polizia (se ci fossero state) sarebbero state meno precise. Il luogo ideale sarebbe stato in un tratto di vegetazione della palude come quello, magari in un nido di alligatore o in un tronco cavo.
    Con un po' di fortuna, avrebbe trovato un posto del genere vicino a Jean Lafitte, nel cercare il suo rifugio temporaneo.

    Osservò i topi che nel frattempo, si erano nutriti del pasto che gli aveva portato. Doveva affrontare un lungo viaggio, ed era meglio saziarsi ora, piuttosto che rischiare di perdere il controllo in una cittadina piena di umani.

    Erano i suoi topi, e non voleva ucciderne; per cui nutrirsi era un'operazione da fare con attenzione: un solo morso leggero, nella parte muscolosa delle zampe posterori, leccare il sangue fuoriuscito e richiudere subito la ferita. Riuscire a prendere una vera dose di nutrimento in qiesto modo, naturalmente, richiedeva un bel po' di topi.
    voglio prendere circa un quarto del sangue di ogni topo, in modo che sia stordito, ma sopravviva. Considerando che un topo abbia 1/4 di ps, così facendo prenderei 1/16 da ognuno. Sul manuale dice che Gregge 2 equivale a 7 vene, ma chiaramente 7 persone non sono 7 topi. Io vorrei prendere 3 ps, che fanno 48 topi nel mio sciame. Se per te é troppo, mi fermo a 2 ps (che equivarrebbe a 32 topi, che ci sono sicuramente).


    Con i suoi poteri di Animalità, li fece mettere in fila, e uno ad uno compì la delicata operazione. I topi storditi, dopo essere stati morsi, si appoggiavano l'un l'altro in un cumulo di pelo e carne, per stare più al caldo mentre si riprendevano.

    Dopo essersi nutrito, preparò le sue cose. Attirò l'attenzione dei topi rimasti coscienti e dei suoi ghoul, e comunicò con loro.

    Devo allontanarmi per qualche notte. Ci potrebbero essere dei predatori che mi danno la caccia, e non voglio arrivino qui. Non preoccupatevi, non cercano voi, solo me.
    Tornerò presto.
    Potrebbero arrivare degli altri umani nei prossimi giorni. Non spaventatevi, non cercano voi. Staranno in giro finché il sole sarà in cielo, ma poi con il buio se ne andranno. Se entrano nella tana, fatevi vedere, e provate a spaventarli, fategli capire che siete pronti a difendere questo posto. Ma se insistono, non attaccateli: fategli fare il loro giro, annuseranno in giro, ma poi a sera se ne andranno.
    Big Ham, controlla il branco. Mantienilo forte.
    Voglio ritrovarlo in ordine al mio ritorno.


    Istruito il branco, indossò lo zaino, e salì la scala che portava fuori.
    Là, nello spiazzo avanti alla rovina della casa in cui si era rifugiato, c'era l'ultima questione in sospeso prima di partire.
    Si avvicinò al corpo del ragazzo, si tolse lo zaino appogiandolo poco distante, e si inginocchiò al suo fianco.
    Si fece il segno della Croce, come faceva spesso una volta.
    Prese le mani del corpo, e le adagiò dolcemente sul petto, incrociate, sotto al buco che lo perforava.
    Sussurò:
    Eterno riposo, dona loro Signore.

    Avvicinò il suo volto a quello del ragazzo, e lo guardò negli occhi spenti.
    La Morte ti ha colto giovane, ma non devi avere paura. Davanti a te, é aperta la porta per l'eternità. Lascia che il tuo cuore ti guidi attraverso le fitte nebbie e la terra e la foresta e l'acqua. Scoprirai che le porte della Ville au Camp sono aperte, e ti attendono. Il Cielo sopra di essa sarà pace e riposo, te lo prometto.


    Poi portò il palmo della mano alla bocca e si piantò in profondità le sue zanne.
    Grosse gocce scure iniziarono a formarsi, mentre apriva e chiudeva ripetutamente il pugno.
    Quando divennero una consistente massa rossastra, accarezzò il viso del ragazzo, dalla fronte al mento.

    La larga striscia rossa, come un marchio.

    Là fuori, vi sono mostri. Nascosti nelle tenebre, aspettano di sorprendere le anime che si recano al loro destino per divorarle.
    Io sono il loro figlio.
    Ti lascio il mio sangue; indossalo come una maschera durante il tuo viaggio, così, se dovessi incontrarli, ti scambieranno per uno di loro, e non ti
    toccheranno."


    Baciò la fredda fronte del cadavere, sporca in parte del suo
    sangue.

    "Non lascerò alcuna catena di carne a questa valle di lacrime, affinché il tuo spirito possa viaggiare rapido e leggero, neque captivitas diaboli temere. "

    Si alzò in piedi e si portò a bordo dell'acquitrino. Estese il braccio e contraendo il pugno, fece cadere un corto rivolo del suo sangue.
    Mentre esplodeva nell'acqua come una nube rossa, disse:

    E voi, siete già stati donati alla palude. Lasciate che le sue acque vi guidino da questo mondo al prossimo. Seguite questo ragazzo, e raggiungerete la pace.
    Bagnatevi nel mio sangue, così che il vostro odore diventi quello di un mostro, e i mostri vi lascino stare lungo il tragitto.
    Vi libererò dalle catene della carne, e i vostri spiriti navigheranno tranquilli.


    Alzò lo sguardo.

    Eterno riposo, dona loro, Signore.

    Poi si segnò ancora una volta con la Croce.

    Dovette sostare un paio di secondi per riuscire a liberare la mente a sufficienza per quello che stava per fare. Doveva, cone aveva fatto prima, rilasciare una parte ancestrale della sua mente, affinché emettesse un richiamo attraverso le paludi, per gli alligatori in ascolto.
    Si chinò a quattro zampe, mise in parte la bocca nell'acqua salmastra, e produsse una vibrazione bassa, ma prolungata.
    uso animalità 2 spendendo 1 punto volontà. Se arrivano meno di tre alligatori, ripeto, senza spendere wp in questo caso.


    Quando gli animali, nuotando lentamente, furono davanti a lui, li fissò uno ad uno negli occhi da rettile.
    Sott'acqua ci sono dei corpi morti di umani.
    disse indicando l'acqua subito di fronte a lui.
    Qui sulla riva ce n'é uno.
    Indicò il cadavere del ragazzo.
    Mangiateli tutti. Consumateli. Non deve rimanere nulla della loro carne.

    spendo un altro punto volontà per questi sussurri ferini. Sebbene sia un comando incredibilmente semplice, é importante per Aristotele, e lui non lascerebbe margine d'errore


    NON toccate nessun topo.
    Aggiunse, per salvaguardare il suo branco.

    Indietreggiò di alcuni passi, e gettò l'ultimo sguardo a quegli insoliti psicopompi, e al loro macabro lavoro.
    Poi prese il suo zaino, si voltò, e si diresse verso la statale.

    ok, mi sono permesso di narrare tutta la scena per mantenere l'effetto, e per farti capire cosa intendevo fare. Come sempre, se serve edito/cancello.
    Per quabto riguarda il mio viaggio, come detto cerco di arrivare fino a Jean Lafitte; cerco di muovermi stando lontano dalle case e sulle strade che costeggiano bayou/vegetazione il più possibile, in modo da potermi nascondere facilmente. Ho visto su Street view che ci sono varie strade belle pulite con casette su entrambi i lati da tipica zona residenziale: se possibile cerco sempre di prendere delle parallele con le caratteristiche dette sopra, o dove perlomeno non sarei così esposto. Poiché ho Sopravvivenza e sono già stato un paio di notti in zona, dovrei avere una vaga idea di quando sia l'alba. Ad -1 ora dall'alba, se non sono ancora arrivato, mi fermo e faccio il punto della situazione, per avere tempo di cercare un rifugio sicuro.


    Edited by Aristotele Rodor - 8/3/2018, 19:46
     
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