-
.
Limita i propri movimenti ad una vaga sistemazione della giacca, quindi procede verso l'atelier per fare il suo ingresso dalla porta principale.
Non parla, non ammicca, non sbuffa, non controlla che gli altri la seguano ma semplicemente esegue il verdetto della votazione appena avvenuta, in cui era pendente il voto di Sullivan, e a testa alta lo accetta.
. -
.
Ferma di fronte alla porta, allunga la mano per aprirla. Esita, qualcosa in lei, forse l'istinto, fa' balenare i sensi percettori e al contempo evidenzia uno stato di incertezza, inquietudine che la avvolge improvvisamente mentre si rende conto che nessun rumore di passi o di assenso proviene dal gruppo dei due vampiri poco più indietro. Gira le spalle alla porta e occhieggia Sullivan e Odette con occhi lucidi e sgranati, valuta la loro immobilità come un possibile segnale, un messaggio divino o più semplicemente ....
Ti pareva, non gliene frega mai a nessuno di quello che faccio. Maledizione! Alla faccia del fascino dell'artista che non serve mai a un cazzo!
E' in un silenzio che dura per lunghi e grevi momenti, persa nei propri dubbi interiori, ha un'espressione contrita e la posa del corpo lascia le spalle leggermente incurvate e la testa reclinata verso il marciapiede, guarda sottecchi i compagni di serata e attende incerta altri secondi prima di sbottare in uno spasmo d'ansia.
Insomma, che facciamo? Cioè ... volete farvi una canna prima? O entriamo e basta? Non avevamo deciso di entrare?
Che ansia ...
Allarga le braccia e le lascia ricadere lungo i fianchi per sfogare il nervosismo, quindi gesticola verso di loro senza aggiungere parole, pare volerli invitare ad entrare ... le manca solo il costume e il cartello e sarebbe uno spettacolare butta-dentro, di quelli pagati comunque una miseria dai ristoranti e dalle catene di ristorazione.. -
.
I tre Fratelli entrarono nell'atelier, facendo squillare un campanellino, non appena la porta a vetri venne aperta. L'interno era di dimensioni modeste, un ambiente molto intimo. L'ingresso portava direttamente a una stanza aperta, di circa 6 metri per 6, che occupava, verosimilmente, tutto il piano terra, o quanto meno la gran parte. Il pavimento di linoleum violaceo, i muri erano invece tinteggiati di bianco, e su di essi facevano sfoggia di sé una manciata di quadri, uno o due per parete, distanziati l'no dall'altro, in una disposizione elegante ed efficiente, considerando lo spazio angusto per una sala mostre.
Di fronte alla porta di ingresso, una scala portava verso i piani superiori, e a lato stava un tavolino con alcuni depliant che pubblicizzavano corsi di pittura, oppure del nuovo artista emergente di cui l'atelier si stava facendo promotore in quel determinato momento. La mostra attuale era di un certo Guillame Sgobineau, a giudicare dalle bandiere verticali che adornavano la stanza, pubblicizzandolo. La sua opera consisteva in tele di medie dimensioni, tra il metro e il metro e mezzo di lunghezza o altezza, a seconda del verso che l'espositore aveva deciso di dare alle opere, apparentemente casuale, visto che altro non si trattava che di delicati tratti di pennello dai colori pastello, che componeva forse paesaggi appena accennati in modo astratto o onirico.
Appena Odette posò lo sguardo sulla prima tela, le sue braccia caddero penzoloni, e i suoi occhi si fissarono su di essa. Rapita, si avvicinò, sognante e trascinando i piedi verso l'opera, incapace di distogliere gli occhi spalancati, e completamente insensibile a ogni altro stimolo.
Nella sala, c'era un uomo di colore dai vestiti sgargianti, che dava le spalle all'area di ingresso, parlando animatamente al telefono.
No, ti ho detto che non so dove è finita la puttanella.
Lo sentirono dire.
E nemmeno quegli altri mentecatti. Non è il mio mestiere.
Sentendo il campanellino, aveva alzato leggermente lo sguardo oltre la propria spalla, per vedere chi fosse entrato, per poi tornare a guardare di fronte a sé. Soltanto un attimo, e poi fu come se l'uomo avesse realizzato qualcosa. Si irrigidì e interruppe la conversazione.
Devo andare, cara. No, no. A più tardi.
Chiuse il telefonino e si voltò ad accogliere gli ospiti.
Carissimi!
Esclamò, avvicinandosi ai tre a braccia aperte.
Ma quale buon vento! Che piacere rivedervi!
La sua voce ampollosa aveva un suono famigliare.
Miss... Faith, se non erro.
Disse, prendendo la mano di Leffe, per baciargliela.
E Mr... Sullivan.
Strinse la mano di Walter, una stretta molle, sfuggente, data solo con la punta delle dita.
E naturalmente la mia cara, cara amica Odette! Che pare essersi appassionata all'opera di Monsieur Sgobineau! Ma certo. Si vede che sei un'intenditrice senza eguali, dal gusto sopraffino.
Cosa vi porta al mio umile atelier? Come può servirvi questo vostro amico?. -
.
Permette all'uomo il baciamano con un cenno di assenso del capo, le labbra si piegano un abbozzo di sorriso mentre il braccio fluttua al viso altrui, gli permette silente di salutare anche gli altri due ospiti entrati e nel frattempo sposta la testa da un lato all'altro per scrutare il salone espositivo e scandagliare ad occhio gli ospiti presenti. Per non dare nell'occhio non spende molto tempo a studiare le persone, concentra invece gli sforzi sulle pareti dove sono appese le opere e ne valuta la qualità: il mondo è pieno di noiosi artisti sopravvalutati e non vuole fare complimenti a vuoto nemmeno se è per imbonirsi il bell'imbusto di fronte a lei. Nel languire la conversazione, Faith prende la parola, il tono è allegro, ottimista, la vista di tanta arte e interesse per essa la rende di buon umore visto che seppur in modo differente anche lei è un'artista.
Fiath Lee, in arte Leffe. Piacere di incontrarla. Spero di non disturbarla con questa visita inattesa ma ho voluto spezzare la monotonia della nottata con una visita culturale. Per caso ...
Solo ora si accorge dell'uscita di scena di Odette e ciò la indispone palesemente.
Odette ... Odette? Ma che ...
Dov'è quella stordita?
Segue con lo sguardo la vampira e scuote la testa in disappunto, la rabbia moderata ma pungente fa' scattare un meccanismo mentale, una volontà inconscia che prende il sopravvento e propaga all'orecchio di Odette il suono udibile del pensiero di Leffe senza che muova le labbra.SPOILER (clicca per visualizzare)Utilizzo "Voce Assente" come un sussurro all'orecchio di Odette.
Cretina! Muovi quel culone e vieni a darmi una mano, lascia perdere i quadri!
Un flusso di potere attraversa il corpo di Leffe che esterefatta e imbambolata sbatte gli occhi disorientata, per lo meno finché lo sguardo non torna a porsi un'altra volta sull'uomo di colore ed allora, con un colpo di tosse per schiarire la gola, prosegue il colloquio.
Già, dicevo ... come valuta l'artista esposto? E' un vostro studente o è solo di passaggio?
Ma che diavolo ho fatto?
Sorride, sbatte le ciglia ancora inebetita ma quieta i dubbi della mente e si obbliga a fissare l'interlocutore sorridendo.. -
.
Miss Odette pare apprezzare molto l'opera di Monsieur Sgobineau. Non preoccupatevi, miei cari. Qualcosa mi dice che sarà impegnata per un po' di tempo. Uh uh uh!
L'uomo ridacchiò, coprendosi la bocca con il dorso della mano in un gesto affettato.
In effetti Odette non parve reagire ad alcuno stimolo, né quello più palese, nemmeno quel sussurro mistico.
Non credevo che fossi interessata all'arte pittorica - posso darti del tu, vero, cara? - Monsieur Sgobineau è un ospite illustre. Una notevolissima buona speranza. Purtroppo non fa parte della mia scuderia di studenti. Se lo fosse, non potrei perdonargli certe sbavature e imprecisioni nella sua tecnica, che si rifà palesemente ai maestri dell'impressionismo, ma non riesce ad eguagliarli, né a essere sufficientemente originale da discostarsi da loro, ma promette bene,
e io sono entusiasta di promuovere i giovani talenti.. -
.
Intrigante.
In pratica è una merda ma ti pagano per esporlo. Che paraculo.
Commenta con una strizzata d'occhio al termine delle parole di lui, prende un attimo per intavolare una frase di senso compiuto e dargli un tono che non appaia palesemente da indagatrice, quindi a voce mesta e con un fare timido ribatte:
Nemmeno io credevo che foste un appassionato del genere di musica che suono. E' per questo che eravate a teatro l'altra sera? Avete una nascosta passione per le giovani musiciste e l'elettro-sound? O cercavate solo qualche facile preda per cena, mascalzoncello?
vediamo come la sfanga questa.
Domanda concludendo con un tono birichino e scanzonato, nel mentre fruga nella borsetta in cerca di qualcosa e, avendolo trovato, aggiunge una domanda alla domanda precedente, guarda attorno di sè per accertarsi non siano presenti poliziotti e lascia trasparire dalla mano una bustina trasparente con delle foglie trite all'interno. Strizza ancora un occhio all'uomo.
A proposito, possiamo farci una canna qui dentro o è contro le convenzioni artistiche del posto? Non conosco gli usi degli artisti della tela.
Da sballato sarebbe di certo più facile a collaborare.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)2017-11-05 13:22:19 Leffe rolls 5 dice to Carisma + Empatia (Diff 7) 9,1,1,10,9 [1 success]
Sono stato gentilmente invitato dalla mia cara amica Odetta, al suo incantevole, per quanto sfortunato evento di beneficenza. In quanto cittadino ansioso di aiutare questa bella città e di compiacere i Fratelli del Regno, sono stato ben felice di unirmi alla cerimonia. Che peccato che le cose siano andate per questo verso.
Joriah scosse la testa, mostrando un'aria affranta al pensiero.
Ma Faith, ti prego di darmi anche te del tu, o mi farai sentire ben più vecchio di quello che non sono in realtà.
Preferirei che non si fumasse qui dentro, il fumo rovina il colore dei dipinti, ma sarei ben felice di continuare la nostra conversazione nel giardinetto retrostante, mentre Odette e Mr. Sullivan continuano ad ammirare le opere di Monsieur Sgobineau.. -
.
Oscilla graziosamente sulle gambe, da destra a sinistra, il viso fanciullesco si illumina in un sorriso tra il birichino e il condiscendente mentre le mani rimettono a posto, nella borsetta scura, la bustina di erba 'medicinale' appena sventolata sotto il naso altrui.
D'accordo, Joriah. Piacere.
Squittisce in una risata di gradimento nel pronunciare quel nome e ascolta attentamente la seconda parte del discorso, quindi riflette sul contenuto della frase e fa' un giro su sé stessa per prendere atto della situazione attuale dei due compagni: Odette è rapita da un quadro, ebete e inutile, Sullivan pare improvvisamente sulla difensiva senza proferire parola. Nel ripassare lo sguardo su Odette, dubbiosa per il comportamento di quest'ultima, alcuni pensieri le saltano alla mente.
Da quando posso fare cose del genere? Ho capito cosa ho fatto ma ... da quando posso? E perché cazzo quella cicciona sembra tutto ad un tratto una drogata da farmaci ipnotici? Capisco Sullivan che pare un pesce fuor d'acqua ma lei ... mah!
Non vuole trattenersi molto a pensare per non insospettire Joriah quindi, benché i crucci le aggrottino la fronte appena visibili, prosegue nella posa del sorriso sbarazzino e si fa' forza per affrontare da sola la questione. Caccia fuori un tono deciso, da vergine appena invitata ad un'orgia tanto per capire, ed esclama a mezza voce:
E giardino sia. Mi piace la natura per rilassarmi e fare quattro parole.
Cazzo, adesso sono sola. Quei due ebeti che hanno in mente? Di lasciarmi sola?!
Impone ai muscoli di rilassarsi ed anche a sé stessa, quindi ammicca verso l'ospite per fargli intuire che ora può aprire la strada verso il giardino.. -
.
Joriah condusse Leffe verso una porta nel sottoscala. Aspettò che la Brujah la varcasse prima di lui, tenendola aperta, per poi seguirla.
Si ritrovarono in un piccolo giardinetto da "backdoor", recintato da una rete alta un paio di metri, coperta di viticci ed edera che cresceva sopra a un telo verde, che permetteva la privacy. Il piccolo spazio era tenuto al meglio, cercando di dare dignità e raffinatezza a un ambiente che di solito viene lasciato alla raccolta di pattume, oppure ai bisogni di un cane. Joriah invitò Faith a sedersi a un piccolo tavolino da tè in ferro battuto verniciato di rosa pastello, sotto a un gazebo che a malapena riusciva a coprirlo.
Prego.
La invitò, porgendole con garbo la sedia, dello stesso materiale e colore del tavolino.
Meglio parlare qui fuori, lontano dalle orecchie della povera Odette.
Cominciò a parlare, dopo essersi accomodato a sua volta.
Non vorrei ferirla con certi discorsi, ma ciò che è accaduto al suo ricevimento è stato davvero increscioso. Un incidente spiacevole e terribile. Deve esserne rimasta molto scossa e addolorata.. -
.
Segue Joriah per poi varcare prima di lui la porta e fare capolino nel giardinetto retrostante. Osserva il piccolo angolo verde, ben tenuto, dell'edificio e ne rimane piacevolmente sorpresa. Rivolge un cenno di cortesia quando la sedia le viene scostata cavallerescamente e si siede aggraziata, stringe le gambe e pone le mani o meglio le dita sul bordo del tavolino, alza lo sguardo per ammirare il gazebo minimalista.
Accogliente e intimo ... in stile New Orleans.
Carino.
Commenta con cordialità, convinta dall'ambiente e dai modi del padrone di casa. Lo ascolta poi più concentrata, la conversazione assume un tono più serio e così assume anche lei un tono più greve mentre soppesa le parole di Joriah senza però trovarvi alcun contenuto. Rilassata dall'ambiente accogliente prende maggiore confidenza e coraggio verso Joriah, sblocca quindi ogni indugio del proprio carattere e approfitta per farlo sbottonare alimentando il dialogo.
Certo, è stata una brutta 'botta' per lei anche se ... ancora non capisco come possa essere accaduto. Non ti è parso una strana specie di farsa da palco? Era un'azione costruita, quasi una macabra recita, totalmente distruttiva ma in qualche modo indirizzata a ... qualcosa. Non saprei, tu che ne dici?Forse vi è un messaggio nascosto?
Avevano pure il copione, ma tu adesso dimmi che ne sai, brutto figlio di puttana!
Sbatte gli occhioni con innocenza cercando di non far trasparire nulla dei propri pensieri ma è attenta ad ogni movimento e tono dell'altro, lo studierà con perizia non appena risponderà.. -
.
Oh! Chissà cosa può passare nella testa di un terrorista!
Joriah emise un urletto acuto, tenendosi il petto, per sottolineare la sua costernazione.
Chissà da dove hanno preso ispirazione quei pazzi maniaci. Mi auguro che siano stati solo dei folli isolati. Anche se in molti al ricevimento rispondevano a quell'assurda pantomima. Il solo pensiero che possano essercene degli altri in giro mi mette i brividi. Che ne pensi, mia cara Faith? Girano voci preoccupanti tra le strade della città.. -
.
Estrae una sigaretta dalla borsetta e mentre ascolta il vampiro la accende sbuffando zaffate grigiastre verso il tetto del gazebo in legno, lo sguardo abbandona il compagno e si posa sul verde dei dintorni, gli occhi sono distanti eppure questo non lede all'attenzione della giovane. Arriccia il naso, dondola la testa con disinvoltura e risponde in tono asciutto.
Non è semplice terrorismo. Altri come loro sono già presenti e vagano per New Orleans spargendo il maleodorante liquido su strade e persone.
Terroristi ... eh no! Devo curarmi dalla peste, non disinnescare un esplosivo.
Un brivido di disgusto le accappona la pelle, i ricordi si accavallano e si vede obbligata ad allontanare dalla mente le visioni del passato prossimo circa il teatro e la malattia contratta. Tira dalla sigaretta, un respiro abbondante che poi soffia via con forza una nuvola di nicotina in direzione del giardino. Torna a puntare lo sguardo su Joriah, lo scruta in una pausa di suspance per poi continuare con voce profonda e preoccupata a discorrere.
Credo che il Principe sia incazzato nero, lo Sceriffo ... beh, prima se non sbaglio lo chiamavano Flagello quindi posso immaginare come gli girano le palle.
Sorride, tristemente, e prosegue.
Comunque, visto quel che succede e visto che hanno colpito luoghi relativi a cultura e intrattenimento ho pensato che forse il tuo sangue si è già mosso per ricavare informazioni utili al riguardo e mettere in sicurezza posti come questo.
Ad esempio se conoscevi il suddetto "terrorista" e perché non hai avvertito nessuno se pensavi che lo fosse.
La mano effettua un gesto rotatorio con l'indice estratto per indicare l'edificio attuale.
Che dici, non ne sapete niente di più? Nessun aiuto, voce o conoscenza che possa tornare utile? Nemmeno un'idea? Farebbe comodo un vostro eventuale aiuto e sarebbe apprezzato con generosità, naturalmente te lo chiedo perché conosco solo te e Odette nel clan ... della Rosa, giusto? Si chiama così, vero?
Dimmi che non conosci nessuno così poi vedo come fai a spiegarmi del biglietto da visita.
Lo fissa ora, intrigata e oscuramente intrigante.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Spendi un ps per fumare.
Mia cara, a costo di sembrare pedante, devo correggerti su diverse cose. Lo faccio per il tuo bene.
Cominciò il Toreador, appoggiandosi sulla schiena e schiarendo la voce.
Anzitutto, il nostro attuale Sceriffo non è mai stato chiamato "Flagello". So che alcuni la chiamano "Headshot", ma Flagello è una carica di sicurezza all'interno di un Regno. Dei bruti che danno la caccia a Vili e Sangue Debole, nonché gli esecutori della giustizia del Principe. Ora sta da vedere cosa rimarrà di loro, ora che il Principe e il suo braccio sono cambiati. Certo è che di questi incidenti non se ne vedevano spesso, un tempo.
Per quanto riguarda il mio sangue, Faith cara, al momento non è in grado di fare nulla. Le Rose sono senza un punto di riferimento, decimate, e le poche rimaste troppo impegnate a sospettare l'una dell'altro. Dovrebbe esserci una guida forte e autorevole per poterle smuovere.
Sospirò in modo teatrale.
Per quanto mi riguarda, sono solo una vittima della disorganizzazione, il caso e la mancanza di sicurezza di questi tempi confusi. Tu sicuramente avrai un'idea più chiara di me sulla situazione, io che brancolo nel buio e temo la mia stessa ombra alle mie spalle.
Siamo vittime entrambi, Faith.
Oh, che sbadato e scortese! Non ti ho offerto nulla, ancora. Gradiresti un rinfresco?. -
.CITAZIONE... Mia cara, a costo di sembrare pedante, devo correggerti su diverse cose ...
Sbatte gli occhi e annuisce con un'espressione quasi soddisfatta in viso.
Bene, fa' piacere avere dei suggerimenti. Vedi? Stiamo già collaborando.
Vediamo che dice.
Anticipa, strizzando l'occhio e rimane silenziosa in ascolto di Joriah. Lo guarda con vivido interesse per ogni nozione elargita, ne valuta le possibile discrepanze, giocherella distratta con la sigaretta accesa nelle dita e tira una boccata di fumo con il viso semi nascosto dalle zaffate di nicotina espirate.CITAZIONE... Tu sicuramente avrai un'idea più chiara di me sulla situazione ...
Annuisce, gli occhi si fanno più sottili e arguti, benché il tono della voce stenti ancora nell'insicurezza dovuta alla solitudine.
Già, un'idea me la sono fatta.
... E tu sei al centro di questa idea.
Quindi il viso si apre in un inedito sorriso, un mosaico di 'bon ton', tensione e sotterranea golosità.
Gradisco. Grazie. Cosa avete di stuzzicante in casa?
Prima della stoccata finale, un assaggino me lo voglio gustare.. -
.
Eccellente!
Il Toreador batté le mani, entusiasta, per poi estrarre il telefonino e portarselo all'orecchio.
Jeremy, potresti scendere, caro? Chop, chop!
Quindi interruppe la comunicazione, rimettendo il telefonino in tasca.
Dove eravamo? Ah, sì! E quale sarebbe la tua intuizione, cara?
.
8232 Oak Street Atelier Mimi |
