Carpe Diem

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    La limuousine si fermò e l'autista scese frettolosamente per aprire la portiera a Julia ed aiutarla a scendere elegantemente dalla vettura.
    Il posto era abbastanza affollato, sul breve red carpet c'erano già diversi ospiti che - ammiccando più o meno disinvolti agli obiettivi - guadagnavano l'ingresso del locale.

    Delle transenne impedivano a curiosi, fotografi ed avventori "non vip" di creare confusione in quell'area con diversi uomini della sicurezza a garantire la tranquillità anche qualora le transenne non fossero bastate.

    L'autista della limuosine chiuse la portiera facendo attenzione al vestito della Rosa, per poi esibirsi in un inchino.

    Buona serata madame! Si diverta!
    Esclamò sorridente verso Julia.

    Se questa non l'avesse trattenuto oltre sarebbe poi tornato al posto di guida per liberare il passo. Una lunga fila di macchine attendeva infatti di raggiungere l'ingresso Vip.


    Dalle transenne la vampira poteva già sentire levarsi da parte dei curiosi presenti delle domande su chi fosse. Alcuni iniziavano a chiederle l'autografo od un selfie pur non sapendo evidentemente chi fosse.
     
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    Le gambe scivolarono fuori dall'auto, l'aria fresca della sera le sfiorò delicatamente: sentii il vestito scivolarmi addosso mentre sollevavo il corpo fuori dal sedile della limousine.

    Il tappeto rosso, vivo e acceso in quella notte, mi pareva ancora più immenso sotto le luci esterne del locale nel quale mi accingevo a entrare: quando l'autista si accingeva a tornare al suo posto di guida, gli presi delicatamente il braccio, lo guardai e nei miei occhi una muta domanda.

    Vi prego, non lasciatemi in balia di questo fiume di persone, vedete non sono abituata a tutto questo.. e con la mano abbracciai la folla che mi attorniava Cosa dovrei fare ora?

    Non ero abituata a vedere la confusione attorno a me, mi sentivo come un fenomeno da baraccone, e scorgevo nei volti dei presenti uno sguardo interrogativo.
    Probabilmente nessuno di loro sapeva chi fossi, nessuno di loro conosceva il volto che si nascondevo dietro ai miei libri.

    Non avevo mai amato porre la mia immagine sul retro dei racconti che scrivevo, desideravo restare anonima. lasciare che la fantasia dei miei lettori vagasse libera e cercasse di comprendere che volto avesse la scrittrice capace di tanta magia.

    Più guardavo quella folla, più pensai che l'idea di Claire non fosse così geniale.. Restai ferma e immobile, con i pensieri che vagavano e la voglia di tornare sull'auto, ma sapevo anche che avevo bisogno di essere lì..
    Un lungo respiro, uno sguardo al cielo soffocate dalle luci della città ed ero pronta per la mia serata di gala.
     
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    L'autista ascoltò la richiesta di Julia rimanendo per un attimo stupito, evidentemente colto di sorpresa dalle parole della giovane ragazza.

    Aehm.. Signorina..
    Bofonchiò cercando di capire cosa fare.

    Non si preoccupi, andrà tutto bene.. Una bella passeggiata fino all'ingresso ed è fatta...
    Aggiunse poi con fare amichevole, cercando di incoraggiare quella che al momento appariva ai suoi occhi come una ragazza sopraffatta dalla situazione.

    Se poi non vuole andare, posso sempre riportarla a casa..
    Concluse dopo una breve pausa, con tono rassicurante.


    Nel mentre i curiosi - soprattutto i paparazzi - avevano notato quel siparietto ed avevano iniziato ad interessarsi alla sconosciuta appena arrivata.
     
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    Osservai lui, ascoltai il suo discorso: lo sguardo andò sulla folla ai lati dell'ingresso del locale, chiusi gli occhi ed emisi un profondo respiro: la mano scivolò sul morbido vestito, i passi dapprima incerti, si ttamutarono in una camminata sicura.

    Fermai l'andatura composta e rilassata dinanzi ai paparazzi, sorridendo loro e mostrando una sicurezza mai avuta fino a quel momento: allargai lo spacco dell'abito quel tanto per mostrare una gamba lunga e morbida, la mano sul fianco e l'altra a sorreggere delicatamente la pochette..

    Mi sentivo diversa, come se le parole dell'uomo avessero risvegliato una parte sopita che non sapevo di possedere: lasciai che gli occhi della gente si posasssero sul mio corpo, sui capelli sciolti sulle spalle, su un.sorriso che ora avrebbe rischiarato l'oscurità attorno a me..
    Lasciai che il mio essere assorbisse l'energia che girava attorno a quella serata..
     
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    Dopo essersi sincerato che la cliente fosse a suo agio (premura questa che probabilmente non avrebbe avuto se Julia non fosse stata decisamente attraente), l'autista della limousine si affrettò a raggiungere il posto di guida prima che dalle vetture in coda iniziassero a levarsi clacson e lamentele.

    A Julia non restava che entrare nel locale e concedersi una serata di svago e frivolezze, sperando magari di incappare in un qualche tipo di ispirazione per le sue future opere letterarie..
     
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    L'autista riprese posto nella limousine e il mio sguardo si soffermò sull'entrata.
    Mi avvicinai alla porta, lasciando i paparazzi e il tappeto rosso ai prossimi che sarebbero approdati in quel luogo.

    Varcai la soglia e i miei occhi furono accolti dalle luci soffuse e dalle ampie sale che si perdevano in quel locale unico nel suo stile: la sala era già ampiamente affollata e i camerieri avevano il loro bel daffare in mezzo a tutte quelle persone.

    Non appena uno di essi mi passò accanto con un vassoio colmo di bicchieri con champagne, ne afferrai uno e raggiunsi il bancone del bar: lo sgabello accolse il corpo flessuoso, accavallai le gambe e lasciai scorrere lo sguardo.

    Uomini e donne, umani e probabilmente non umani, si mischiavano tra loro senza sapere o conoscerne la vera natura.
    Mi rilassai, sapendo che quella serata avrebbe portato alla mia fama di scrittrice qualcosa in più: chissà che non trovassi una qualche ispirazione che mi portasse alla stesura definitiva del libro che stavo scrivendo.
     
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