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Percorsero una strada statale fino a New Orleans, poi uscirono di nuovo dalla città, stavolta nella direzione opposta, verso sudovest, attraversando Algiers, Harvey, e Marrero, raggiunsero una strada che portava fin sopra una collina, erano davanti l'entrata di un cimitero monumentale: il Woodland Memorial.
Il tragitto durò circa un'ora.
Ho calcolato che ore sono, siete partiti dal porto alle 11, verso mezzanotte c'è stata l'esplosione alla stazione di servizio, mezzora dopo siete arrivati al piazzale, mezzanotte e mezza, avete camminato un'altra mezzora nelle paludi, prima sulla strada poi nelle foreste di mangrovie ed è l'una, nel giro di dieci minuti vi siete occupati di Marcel e del/la Nosferatu e in altri trenta siete tornati al piazzale dove avete trovato Deadline (avevate un peso ma conoscevate meglio la strada e le due cose si pareggiano). Era l'una e mezza. Adesso sono le due e mezza. Albeggia verso le sei e mezza.
Le membra di Octavia erano irrigidite dalle sferzate di vento freddo che le erano soffiate addosso, fermò la moto dietro al furgone di Axelle e spostò finalmente le braccia dal manubrio per sgranchirsele un po', il suono delle giunture anchilosate sembrava venir emesso da un cartone che veniva strappato.
Nel frattempo i due vampiri nel furgone videro la enorme ghoul spegnere il mezzo e scendere rapidamente, come se non stesse aspettando altro, per poi recarsi subito ad aprire il portellone.
Visto? Non ci è voluto molto, siamo già arrivati. Sbrighiamoci.
Disse mentre apriva la seconda anta del vano posteriore.
Distava da Deadline circa due metri.
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Ad Axelle quel viaggio poteva pure esser sembrato breve, ma a noi due che eravamo dietro era sembrato non finire mai. Già il retro di un furgone non era di base il posto piu comodo del mondo, se poi si considerano anche la mia enorme stazza e la presenza di quell'ingombrante cassa la situazione non poteva che farsi davvero scomoda. Il lato positivo era che quel tempo speso nel furgone mi aveva permesso di calmare un pò la turbolenza interiore che stavo provando ed ora ero molto più padrone di me stesso.
Quando finalmente ci fermammo e la vidi scendere tirai un sospiro di sollievo. Non vedevo l'ora di muovermi e sgranchirmi.
Appena il portellone del furgone fu aperto ne approfittai subito e scesi.
Feci un passo e mi guardai subito intorno con fare curioso, cercando di farmi un'idea della zona in cui ci trovavamo, per poi andare su Octavia. Stavolta, probabilmente a causa della mente decisamente più libera, nell'osservare quella minuta Sabbat realizzai subito che non mi era affatto sconosciuta. Si, avevo già sentito parlare di lei, e sicuramente ci eravamo anche già incontrati in precedenza...
Deadline... Octavia di New York.. Chissà come e perche è arrivata da queste parti..
Non la osservai se non per un attimo, per poi volgere lo sguardo verso Axelle.
Immaginando che avremmo dovuto ricaricarci in spalla quel "pacco", mi preparai a ripetere la scomoda esperienza fatta nella palude, lanciando un'occhiata d'intesa al Cobra.
Diamoci da fare allora..
Dissi tra me e me mentre mi avvicinavo alla cassa.
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Il viaggio, anche se a sentire Axelle era stato abbastanza veloce, non fu certo dei più comodi. Già il cobra stava strettino a condividere lo spazio con il suo gigantesco compagno di branco, l'aggiunta della bara fai da te dello spauracchio in torpore non contribuì sicuramente a farlo stare più comodo.
Il tempo trascorso in quello che con l'aggiunta della bara sembrava uno spazio ancora più piccolo, Ardeth fece quello che ogni noddista, o chi si definisce tale, dovrebbe fare quando ne ha la possibilità: meditare, meditare sui propri errori e su ciò che li ha causati, in modo da evitare di ricaderci in futuro. Il suo errore più evidente probabilmente fu quello di aver visto per tutto il tempo Axelle come una semplice sacca di sangue, provando una più che evidente sofferenza nel doverla proteggere dai pericoli. Lo schifo che il vampiro provava per gli umani aveva offuscato il suo raziocinio, la serva del sangue alla fine sapeva fare il suo lavoro, a voler essere onesti probabilmente era anche sprecata come umana.
Assorto nei suoi pensieri, il cobra uscì dal mezzo di trasporto dandosi una rapida occhiata intorno. Carino, un luogo molto grazioso, non c'era molto da dire, sicuramente preferiva la palude dove si trovavano prima, ma anche questo non gli dispiaceva.
Lanciò per un attimo uno sguardo in direzione di Octavia, il cui nome continuava a non suonargli nuovo, come se fosse convinto che osservandola gli sarebbe tornato in mente qualcosa, ma si trattò di un breve momento: per i due cainiti, infatti, era nuovamente tempo di sgobbare...
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E' seduta sulla moto appena poggiata sul cavalletto, muove le braccia lentamente in un movimento istintivo stimolato dal gelo della corsa in moto che le ha intirizzito gli arti, subito dopo ricorda di non avere sangue da far scorrere nelle vene e smette, tende l'orecchio alla ghoul e adocchia gli altri due membri della Spada squadrandoli torva. Una piccola smorfia di insoddisfazione trapela dal viso mentre riflette sul gruppetto a cui si è unita.
Sono tutti altissimi. Troppo alti ... troppo ...
Riflette rimestando il dubbio per chi è così divergente dalla norma.
Una coppia anormale di fratelli capitanati da una umana ancora più anormale... Aveva ragione a consigliarmi di non rimanere in città. Il Sabbat qui è davvero ai minimi termini. Si è ... deformato.
Sbuffa e con circospezione scende dal mezzo, controlla attorno a sè, poi avvicina i portelli posteriori del furgoncino e abbozza una conversazione con tono freddo e piatto.
Allora, che ci facciamo qui? Fai sgobbare i facchini ma c'è un qualche tipo di pericolo incombente per cui guardavi le spalle? Vorrei sapere di che si tratta.
Lancia un altro paio di occhiate ai due della Spada scrutandoli per essere sicura di non conoscerli da prima e gli lascia lo spazio per operare ... qualunque cosa debbano trasportare o fare.
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Axelle stava ancora spalancando i portelloni quando Deadline le parlò.
Non so risponderti, ma questa tua domanda mi ha fatto riflettere su una cosa: forse dovremmo guardarci un po' meglio le spalle prima di tirare fuori quest'affare.
Disse indicando il Nosferatu.
Le mie paranoie non sono dedicate a qualcuno in particolare, ma non si sa mai. Sei armata? Hai qualche abilità in particolare?
Chiese.
Erano di fronte all'entrata, che consisteva in un grande cancello di metallo tipico dei cimiteri che interrompeva una cinta muraria alta circa tre metri, si trovavano più precisamente in un parcheggio asfaltato, c'erano tutte le varie strisce bianche che delineavano i parcheggi ma c'erano solo altre due macchine oltre a loro, erano lontane, circa 100 metri più avanti, erano illuminate da un lampione e sembravano vuote.
A fianco dell'entrata c'erano delle bancarelle di fiori, chiuse.
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Annuisce ad Axelle e, anche se nel solito tono lugubre, risponde con solerzia.
Ho capito, allora mi faccio un giro nei paraggi e controllo i dintorni. Poi torno qui, ok?
Non guarda l'altra con attenzione ma già si concentra a dare occhiate a destra e a manca attorno alla loro posizione per ragionare su quali siano i punti salienti da valutare e quali le posizioni di controllo con maggiore vantaggio anche se un parcheggio, tutto sommato, è un parcheggio. L'occhio è intrigato dalle due macchine parcheggiate ma subito arriccia il naso. Troppo lontane, lascerebbe scoperto il gruppo.
Quelle bancarelle sarebbero da controllare e anche l'immediato ingresso al cimitero ... mura alte ... potrei oscurarmi. Dei vetri all'ingresso per coprirci le spalle sarebbero utili. Pensaci Octavia ...
Gli occhi prendono una tonalità opaca e appaiono distaccati benché segua ancora il filo del discorso con gli altri tre del gruppetto, improvvisamente pare cambiare discorso e chiede ad Axelle.
Avete mica delle bottiglie da rompere o dei vetri che non utilizzate nel furgoncino?
E' seria, sinceramente interessata alla risposta benchè appia una domanda strampalata di primo acchito.
Utilizzo Investigare con la vista per farmi un'idea dei possibili punti di attacco o 'caldi' della zona al primo impatto visivo. |
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Adesso questo facchino te la rompe in testa la bottiglia..
Pensai tra me e me affogando dentro la rabbia per quell'epiteto che il panda nano qui presente ci aveva appena affibbiato. Per un attimo mi chiesi come poteva un essere cosi scostante non essere stato ancora ridimensionato da nessuno. Realizzai cosi che conoscevo abbastanza il Cobra da sapere che era molto meno incline di me all'autocontrollo, cosa emersa in modo palese durante il processo cui eravamo stati sottoposti, ed iniziai a temere che la situazione potesse degenerare in modo imprevedibile.
Certo, un Vero Sabbat che reagiva in quel modo alla situazione che si era creata era davvero strano.
Era decisamente divertente in fondo.. Sembrava temere più Axelle di me ed Ardeth, cosa che poteva significare due cose. O non aveva proprio idea di chi fossimo e del perche fossimo cosi "docili", oppure era semplicemente un'idiota.
In ogni caso, prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui qualcuno le avrebbe insegnato le buone maniere..
Smisi di fare quel che stavo facendo e attesi ulteriori istruzioni da Axelle, appoggiandomi al furgone ed osservando le mosse di Octavia cercando di capire dove volesse andare a parare con quelle squinternate richieste.
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Il cobra iniziò a fissare Octavia insistentemente e senza dire una sola parola quando questa lo definì facchino, l'inespressività del suo volto, resa se possibile ancora più inquietante dal fatto che avesse la faccia con tratti tipici dei serpenti, rendeva difficile capire cosa gli passasse in mente per la testa in quel momento. Nonostante le preoccupazioni di Ares, il cobra tuttavia non sembrava animato da istinti omicidi. Per il momento, almeno.
Alla domanda delle bottiglie inclinò leggermente la testa verso destra, spostando la sua attenzione per un breve momento verso Axelle, come se stesse cercando conferma da quest'ultima che non aveva capito male e la domanda era proprio quella che aveva sentito, poi ritornò a fissare la vampira inclinando la testa a sinistra, concludendo il tutto con un leggero sibilo. Curiosamente, nonostante in passato avesse dato prova di scaldarsi con estrema facilità, il cainita sembrava calmo.
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Axelle osservò i due cainiti che erano con lei ma non disse nulla.
Si rivolse di nuovo verso Octavia.
Non ho bottiglie, mi spiace, forse puoi spaccare i vetri di una di quelle auto, ma che ci devi fare?
Chiese.
Nel frattempo che Axelle parlava Deadline studiava la situazione guardandosi intorno.
2019-09-26 14:34:56 deadline rolls 4 dice to sopravvivenza + int 2,3,6,1 [failure]
2019-09-26 14:34:38 deadline rolls 6 dice to perc + investigare 8,2,1,6,9, 1 [1 success]
Se voleva proteggere la zona la prima cosa da capire era se c'erano degli altri ingressi, e un'altra cosa importante era, nel caso capire se fossero esposti a qualcuno che poteva spiarli o prenderli di sopresa, davanti a loro c'erano effettivamente dei cespugli ma non abbastanza grandi da poter nascondere dei veicoli.
Prenderli di sorpresa era un altro paio di maniche perché la strada che conduceva qui aveva un paio di tornanti e se, ad esempio, una colonna di auto si fosse diretta qui loro se ne sarebbero accorti solo con un anticipo di circa 10 secondi. Deadline che era una specialista di imboscate e agguati capì subito che era lì la vulnerabilità principale della situazione in cui stavano.
Detto questo però non era assolutamente in grado di dire se si fosse sentita seguita o meno durante il tragitto. Non ci aveva fatto caso, le era passato di mente probabilmente.
Una volta tirata fuori la cassa ci mancano circa 500 metri... Non vorrei entrare col furgone.
Guardava Octavia, ma girava lo sguardo anche verso Ardeth e Ares, che aspettavano un suo cenno per prendersi la cassa sulle spalle.
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Alza le spalle disinteressata e scarta l'idea dei vetri delle auto, lo sguardo si perde tra i tornanti in vista della strada e tra i cespuglietti dei dintorni ma non nota nulla di sospetto e torna a guardare Axelle.
Era solo un trucchetto ...
Poi riprende la perlustrazione visiva finchè Axelle alterna lo sguardo tra lei e la cassa. Un dubbio balena alla mente.
Mi vuol fare lavorare manualmente?!
Storce la bocca e fissa il furgone, lancia un'occhiata agli altri due muta come un cadavere, infine solleva un'eccezione verso la ghoul.
Quella strada non è controllabile da qui, sarebbe meglio che vi guardassi le spalle e una perlustrazione all'interno...
Commenta tetra con un'altra smorfia di disprezzo al furgone. Subito la rigida gerarchia del Sabbat e la disciplina imparata nella Spada la obbligano ad aggiunge controvoglia:
... ma se è necessario posso ... aiutare.
L'idea di trasportare in gruppo un peso la disgusta, è un lavoro tanto umiliante e dozzinale che le fa' contorcere lo stomaco e la costringe a quietare la propria indole in rivolta ricordando a forza la chiacchierata con l'inquisitore.
In fondo ci guadagnerei lo stesso ... come a New York.
Aveva passato una non-vita solitaria a NOLA ma nonostante avesse sempre prediletto l'isolamento era ancora vivida l'intensità dei riti di sangue nella vecchia Coterie e la santità degli scontri affiancata a chi le era legato nel sangue delle notti attraversate da urla e artigli in cerca di qualcosa di profondo che ai tempi ancora non le era stato spiegato. Torna ad essere cupa e fredda, rinnova lo sguardo sui due facchini e attende dignitosa la risposta dell'umana in formato famiglia.
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Il cobra fece una leggera smorfia di fastidio sentendo la vampira chiedere ad Axelle se per caso avesse intenzione di far sfacchinare anche lei con quella cassa, quasi come se si sarebbe trattato di una richiesta tanto assurda quanto impensabile, della serie che finché lo facevano loro due poteva anche andar bene...
C'è sempre la ragionevole alternativa di usare il tuo sangue per Betakappa...
Appena Axelle si voltò verso i due riprese la cassa, pronto a percorrere gli ultimi metri, e sperando che quelle della schiava del sangue fossero davvero solo delle paranoie e non fosse successo qualcosa di cui non li aveva informati e che le dava motivo di credere che li avessero seguiti.
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No beh due persone bastano.
Rispose Axelle.
Tieni gli occhi aperti e sii pronta a intervenire in caso di emergenza.
Le disse poi.
A quel punto fece un segnale agli altri due. Potevano sollevare la cassa.
Grazie.
Disse con tono gentile.
Entrambi sentivano un sentimento di forte protezione nei confronti di quella donna. Era stranissimo, perché non avevano nessun legame con lei, sicuramente non di sangue, eppure faceva un'incredibile tenerezza ad entrambi. Entrambi percepivano qualcosa di più, era come se lei ricordasse loro quello che erano stati, in particolare Ares notava piccoli dettagli buffi tipici della gente troppo alta, come mettersi la mano sopra la testa per non sbatterla quando entrava in auto, oppure camminare un po` curva nel sottobosco delle paludi per non farsi impigliare i rami nei capelli.
Insomma c'era poco da fare, entrambi non potevano fare a meno di trovarla adorabile, era qualcosa di istintuale.
Axelle nel frattempo si era avvicinata al cancello, lo aveva aperto con le chiavi e lo aveva spalancato.
Siamo quasi arrivati. Se avete delle domande è meglio che me le poniate adesso, non ci sarà un altro momento.
Titubava un po', era molto emozionata, forse addirittura leggermente spaventata.
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Non ho risposto in precedenza perche sostanzialmente il pg era fermo in standby.. 😄
Al cenno di Axelle feci per caricarmi nuovamente la cassa in spalla cercando l'aiuto di Ardeth, per poi seguire la schiava del sangue verso il cancello.
Vedendola particolarmente su di giri si poteva intuire che stavamo per incontrare qualcuno che la metteva in soggezione, con tutta probabilità propro colui che teneva l'altro lato del guinzaglio che quella lattina aveva al collo. Tutto sommato dopo quello che era successo in quella lunga notte iniziavo a vederla in modo diverso, quasi mi importasse della sua sorte in fondo.
Siamo quasi arrivati.. Dove? Da chi stiamo per presentarci?
Domandai con curiosità, ma anche con interesse. Sapevo bene quanto importante fosse il rispetto per le alte cariche, e certo non volevo - nel mio stato attuale - indispettire qualche pezzo da novanta.
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Sguscia all'interno del cimitero approfittando dello spazio aperto da Axelle, con un balzo leggiadro sfiora la donna e prende posizione oltre la cancellata.
Un attimo di esitazione, quel tanto che basta ad ascoltare l'avvertimento di lei e poi, senza alcun commento ulteriore e senza prestare attenzione alla domanda di Ares, prosegue a camminare verso l'interno del campo santo in cerca di eventuali pericoli.
L'idea è fare da battistrada al terzetto ed assicurarsi che niente li attenda in agguato o li raggiunga mentre spostano la cassa.
La sagoma minuta si insinua tra le ombre sacre del luogo con la sicurezza e la velocità di un serpente, gli occhi e soprattutto le orecchie sono in allerta per percepire ogni movimento attorno a lei e cominciare il lavoro per cui è stata chiamata, la lama del pugnale improvvisamente riflette la luce lunare mostrandosi snudata e pronta anch'ella a servire la causa della Spada.
Utilizzo la Prontezza per prevenire un eventuale agguato mentre anticipo la marcia degli altri di qualche metro |
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Mentre trasportava la cassa, il vampiro studiava il comportamento euforico e a tratti timoroso della schiava di sangue, comportamento che alla lunga ebbe l'effetto di fargli tenerezza, cosa assai rara per uno come il serpente, che si sarebbe ben guardato dal rendere noto quanto ormai iniziasse a trovare Axelle adorabile.
Il cobra si limitò a scrollare la testa quando Axelle li avvisò che se avevano domande da fare quella era l'ultima occasione, ciò che poteva venirgli in mente di chiedere lo aveva già chiesto Ares. In verità forse aveva capito da chi si stavano recando, ma qualcosa in più sul suo conto sarebbe stato sicuramente d'aiuto.
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