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La vicinanza della maschera la inquieta e regge a stento l'occhiata pestifera che sente lambire le proprie carni.
Ha appena ascoltato le parole rivolte ad Ares con grande attenzione e stenta a credere che a quanto pare ha idee politiche proprie possa essere un distruttore di uomini, un signore della guerra. Non che le interessi granché ma se così fosse dovrebbe ricordarsi di non concedergli mai le spalle.
Tuttavia la trama del discorso si riallaccia alla sua nuova identità e quando fa' riferimento al suo nome di battaglia le pare che quella voce faccia rullare dei tamburi nel petto quasi istigasse in lei la voglia per ora repressa di estrarre la lama e scannarli tutti. E proprio come una lama snudata, scintillante e fredda, pronuncia l proprio nome ad alta voce.
Deadline.
Pronuncia tagliando l'aria mefitica del luogo con una voce sommessa ma tanto intensa e cupa da risultare pericolosa come una runa di morte appena disegnata. Gli occhi scuri brillano come un fuoco fatuo, il portamento è più fiero e impettito, denota una certa consapevolezza del terrore che può provocare. Aggiunge prontamente ...
Perchè sono la fine ultima, la scadenza oltrepassata, il baratro a cui non puoi concedere un altro passo.
E' tesa, si vede, i tamburi ancora battono nel petto e pare ricolmino di malvagità e morte le vene della giovane che ora ha gli occhi più scuri e densi e muove di tanto in tanto i muscoli del corpo quasi un moto d'ansia li stesse frustando e lei faticasse a contenerli completamente come invece accade di solito.
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Trovarsi la Maschera sempre più vicino aveva un qualcosa di inspiegabilmente inquietante, il modo in cui li fissava, che lo facesse intenzionalmente o no, metteva a disagio, e per quanto tale figura potesse meritare tutto il rispetto che il suo Status imponeva, il cobra stava iniziando seriamente a desiderare di non trovarsela così vicino, e il fatto che avesse detto candidamente che li spiava in qualche modo non contribuiva certo a renderla una compagnia più piacevole. È vero, l'aveva già incontrata, e al tempo non gli diede l'impressione di essere una cainita che potesse mettere tanta inquietudine, ma ora che i due si conoscevano "meglio" poteva rendersi conto da solo di quanto quell'impressione iniziale fosse errata.
La necromante affermò di conoscere già le loro storie, dopotutto si dilettava nel spiarli, quindi poteva dire con certezza che erano ancora vincolati alla loro vita mortale, e il loro vecchio nome era un legame con la loro vita precedente.
Il mio vecchio nome... ripensando al suo vecchio nome, quello vero, non quello con cui si presentava agli altri figli di Caino, in effetti gli tornavano in mente ricordi di quando ancora era vivo, così come il motivo per cui accettò serenamente di diventare una creatura della notte e per cui prova un disgusto verso le vacche forse superiore anche a quello che prova un qualsiasi altro Sabbat.
La cainita non sbagliava dunque, mai parole furono più veritiera, tuttavia il cobra non riusciva a comprendere lo scopo di queste rivelazioni.
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CITAZIONE .. quanto tempo è che non ti dedichi a qualcosa che non sia la guerra?
Abbastanza da non aver memoria d'altro, Eminenza.
Risposi prontamente, evitando che la Maschera Bianca dovesse attendermi per poter proseuire il suo discorso.
Dopodichè, di nuovo intimorito dallo sguardo penetrante del Priscus, rtornai in un rispettoso silenzio, mentre Deadline rispondeva alla domanda che le era stata posta.
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Ares e Octavia parlarono, mentre Ardeth pensò e basta.
L'essere fasciato che era di fronte a loro rimase immobile per tutto il tempo.
Fermo come un cadavere un piedi.
Lugubre, zitto, totalmente senza vita.
Rimase in silenzio per altri due o tre secondi e poi, senza alcun preavviso, si mosse all'indietro, camminando con una velocità incredibile e una precisione millimetrica, sembrava come se avesse gli occhi sulla nuca o si trovasse su una sorta di binario; così di colpo si ritrovò di nuovo nel punto in cui si trovava quando i suoi ospiti erano entrati.
Si resero conto, insomma, che le discussioni con lui o lei erano davvero poco lineari.
| La scadenza oltrepassata... |
Ripetè tra se enigmaticamente. Senza guardare nessuno.
Poi guardò il grosso Ravnos per un attimo e distolse lo sguardo immediatamente.
Tu sei guerra.
Troppa guerra. |
Inarcò quindi leggermente la schiena.
| Tu sei colui che mi donerà ciò che mi serve per fare sentire ad Armand il mio sussurro. |
Anche questo lo disse senza guardare nessuno in faccia.
E mostrò di nuovo il palmo aperto.
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Annuisce al borbottio della figura ammantata e trattiene un sogghigno sentendo redarguire Ares per un eccesso di guerra, pensa che sia un pivello che si fa' prendere la mano. Tuttavia il lembo slabbrato del giubbotto di pelle, ricoperto da una macchia ampia di vitae coagulata, le rammenta quanto tutto le persone siano soggette ai medesimi sbagli di tanto in tanto. Scaccia il pensiero e presta completa attenzione al presunto e inquietante "Maestro" di fronte a loro.
Che vuole fare? Comporterà anche un piccolo vantaggio per loro, una ricompensa per l'aiuto? Questo pensiero e la notte ormai agli sgoccioli la inquietano ma ciò che la sbigottisce è l'atteggiamento vago della Maschera Bianca che appare improvvisamente più drammatico-comico che inquietante. Come una principiante davanti ad un trucco di magia, sbatte gli occhi esterrefatta dall'inutile utilizzo delle parole di quest'ultimo: ha invitato qualcuno ad avanzare senza indicare chi. E' una gag? Guarda di sottecchi gli altri due vampiri e fa' un micro-cenno con le spalle per spiegare che nemmeno lei capisce cosa abbia in testa la figura dinnanzi a loro e torna subito a fissarlo curiosa di conoscere l'evoluzione della situazione.
Gli occhi scrutano i dintorni della stanza per valutare la presenza di altre forme di vita ma non vi è nulla nell'atteggiamento del Maestro che la porti, anche solo per volontà d'animo, ad esporsi con il fatidico passo avanti.
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L'aria vecchia e pesante di quel luogo era un perfetto contorno per le sensazioni che stavo vivendo. Da quando era apparsa la figura si era mostrata amichevole eppure in sua presenza non mi ero mai sentito a mio agio, anzi, tutto l'opposto.
L'ennesimo accenno a me, alla mia storia, mi prese quasi alla sprovvista, in parte non compresi cosa volesse dire, in parte trovavo quasi assurdo essere criticato per qualcosa che per me invece era un vanto.
Rimasi inespressivo, non lasciando trapelare ne stupore ne indecisione verso ciò che mi aveva detto, anche se un tarlo fatto di dubbi si era comunque insinuato nella mia mente.
Esistevano forse altri modi di servire la Spada oltre a farsi soldato per le sue battaglie?
E come impedire a deboli e vigliacchi di percorrere quella strada e fuggire dai propri doveri?
Mentre le domande si affollavano nella mia mente, la Maschera mi chiamò a se, accennando al fatto che sarei stato io a "donarle" ciò di cui aveva bisogno per fare qualcosa con Armand, o quel che ne restava.
Ci risiamo..
Pensai tra me e me, immaginando già i peggiori possibili sviluppi di quella situazione.
Ancora una volta avevo la sensazione di andare incontro all'ignoto, ed ancora una volta l'istinto mi diceva che non mi aspettava nulla di buono una volta arrivato a destinazione.
Notai lo sguardo interrogativo di Deadline, con tanto di impercettibile gesto delle spalle a far intendere che forse poco o nulla stava capendo di ciò che stavamo facendo li. Sarebbe stato interessante scoprire chi era la nuova arrivata dato che per molti - forse troppi - versi ricordava Xavier... Ma non era quello il momento.
Alzai lo sguardo verso la Maschera, osservandola tentando di occultare i miei timori, per poi iniziare a camminare con calma nella sua direzione, intenzionato a raggiungerla dove si trovava ed assisterla in ciò di cui aveva bisogno. Non che avessi scelta, dopotutto.
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La conversazione con quella figura cominciava a farsi stressante... Parlava, parlava, ma non si capiva mai cosa volesse di preciso.
Aveva affermato che Ares le avrebbe dato ciò che le serviva per Betakappa, senza specificare cosa intendesse con tali parole. Sangue, forse? Al momento non ricordava altri modi per risvegliare un figlio di Caino dal torpore, se quello voleva fare, dopotutto c'era la non troppo remota possibilità che avesse totalmente frainteso le sue intenzioni.
Il cobra poggiò la testa sulla spalla destra con espressione leggermente confusa mentre ipotizzava cosa sarebbe successo a breve, e lo sguardo altrettanto confuso di Deadline gli suggerì che manco lei aveva chiare le intenzione del necromante. Il cobra si limitò a indicare Ares, perché l'unica cosa chiara di quanto detto dalla figura mascherata era che doveva fare qualcosa col ravnos. Cosa di preciso non non era ancora stato detto, ma probabilmente lo avrebbero scoperto a breve, anche se non poteva fare a meno di provare un certo fastidio nel vedere qualcuno del suo Branco venire utilizzato per fare cose non troppo chiare.
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Non è il tuo turno, sta ancora al master. -Alrauun
Nessuna spiegazione, come al solito, solo cenni e l'imposizione usuale di prostrarsi al volere del superiore della gerarchia.
La cosa le fa' storcere il naso.
Per quanto ne sa' Ares potrebbe essere soggetto ad un giochino per necrofili o a un rituale di sangue che prevede la morte ultima del donatore.
Rimugina tra sè che la probabilità di un semplice scambio di vitae è alta ma cosa si possa guadagnare da una situazione del genere è quantomeno dubbio.
Concentra la vista e i sensi sulla scena: Ares in cammino, la Maschera e la salma stesa sull'altare. Vuole percepire ogni dettaglio della vicenda che per ora ha richiesto un notevole impegno di risorse inutilmente. Che influenza avrà il rianimato Armand su di loro? E la Maschera cosa farà dopo aver ottenuto ciò che vuole?
Nulla di buono per lei, ovvio. Non che le interessi.
E' intrigata però dal poter assistere ad un rituale di sangue eseguito su altri, in particolare su Ares. La serata era iniziata con uno scontro, ora finirà con altro sangue. Le viene un po' di appetito al pensiero e gli occhi si fanno più intensi come se guardasse una recita a Teatro.
Quanta vitae dovrà essere donata? Sarà violento?
Le pare quasi di essere emozionata, inquieta per la prosecuzione del rito ma anche un po' contrariata per aver eseguito ordini tutta la sera che non vanno certo a maggior gloria del Sabbat.
Edited by Alrauun - 10/2/2020, 12:57
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L'oscura figura immobile come un cadavere afferrò, forse in un modo troppo frettoloso, il braccio di Ares che percepì nuovamente, e con un certo fastidio, quella morsa ghiacciata come il vento invernale. Pose una mano, aperta, a circa dieci centimetri dal polso del Ravnos, proferì qualche strana parola arcana e alcune gocce di sangue cominciarono a defluire magicamente verso l'altro passando attraverso la pelle che si era leggermente fessurata.
Si creò un globo di liquido rosso che rimaneva a mezz'aria tra il polso di Ares, sotto, e la mano del Priscus, sopra; quest'ultimo alzò lo sguardo e incontrò gli occhi del Ravnos.
Lo guardò per qualche secondo, aveva ancora il polso ben stretto nella mano.
| C'era solo lui - nelle paludi? |
Chiese la Maschera ad Ares mentre quei suoi occhi fermissimi continuavano a fissare quelli dell'altro in un modo enigmatico.
2020-02-10 05:29:24 ares rolls 5 dice to coraggio 2,6,5,5,3 [1 success]
In questo turno sei un po' intimorito dal suo tono inquisitorio. Interpreta perlomeno una leggera inquietudine. Prossimo passaggio rollerai di nuovo, se fai altri due successi ti comporti normalmente, in quel caso potrai usare fdv, ma in caso dichiaramelo. |
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Rimasi immobile in silenzio ad osservare quanto la Maschera stava facendo, diviso tra il timore di possibili ripercussioni su di me e la sorpresa di vedere il mio sangue comportarsi in quel modo cosi strano, cosa cui non ricordavo di aver mai assistito prima, non da cosi vicino almeno.
Stare a contatto diretto con il Priscus non era per nulla piacevole, e quando mi resi conto che i suoi occhi mi fissavano in modo indecifrabile ebbi un sussulto interiore, preoccupazione, paura... Era come se mi stesse leggendo dentro attraverso gli occhi, e forse non sarebbe stato affatto felice di cosa ci avrebbe trovato scritto..
Poi la domanda, colloquiale, del tutto naturale in quel momento... Eppure alle mie orecchie arrivò con fermezza, perentoria, come se piu che una domanda fosse una provocazione per farmi capire che sapeva esattamente cosa era successo nel bayou.
Quelle sensazioni amplificate che avevo provato tornarono a farsi sentire, e stavolta a subirne gli effetti furono i miei timori, le paranoie che quella situazione mi stava creando...
Marcel..
Pensai tra me e me mentre sforzavo ogni fibra del mio essere a contenere all'interno quel vortice di pensieri e paure che con una sola domanda il Priscus mi aveva costretto ad affrontare.
Presi coraggio, e risposi, cercando di essere il più naturale possibile.
No Eminenza, non c'era solo lui.
Nei pressi del covo dove lo abbiamo recuperato siamo stati attaccati da un vampiro ormai fuori controllo che abbiamo identificato come Marcel.
Nonostante i nostri vani tentativi di comunicare con lui, ci ha costretti ad uno scontro nel quale è andato incontro alla Morte Ultima.
Fui costretto a ricorrere a tutto il mio coraggio ed alla mia abilità oratoria per trovare la forza e l'abilità di raccontare quella verità nel migliore dei modi. Nonostante ciò però, dentro di me, continuavo a temere il peggio.
Come detto, spendo WP per il tro di coraggio. |
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Nessuna spiegazione, come al solito, solo cenni e l'imposizione usuale di prostrarsi al volere del superiore della gerarchia.
La cosa le fa' storcere il naso.
Per quanto ne sa' Ares potrebbe essere soggetto ad un giochino per necrofili o a un rituale di sangue che prevede la morte ultima del donatore.
Rimugina tra sè che la probabilità di un semplice scambio di vitae è alta ma cosa si possa guadagnare da una situazione del genere è quantomeno dubbio.
Concentra la vista e i sensi sulla scena: Ares in cammino, la Maschera e la salma stesa sull'altare. Vuole percepire ogni dettaglio della vicenda che per ora ha richiesto un notevole impegno di risorse inutilmente. Che influenza avrà il rianimato Armand su di loro? E la Maschera cosa farà dopo aver ottenuto ciò che vuole?
Nulla di buono per lei, ovvio. Non che le interessi.
E' intrigata però dal poter assistere ad un rituale di sangue eseguito su altri, in particolare su Ares. La serata era iniziata con uno scontro, ora finirà con altro sangue. Le viene un po' di appetito al pensiero e gli occhi si fanno più intensi come se guardasse una recita a Teatro.
Quanta vitae dovrà essere donata? Sarà violento?
Le pare quasi di essere emozionata, inquieta per la prosecuzione del rito ma anche un po' contrariata per aver eseguito ordini tutta la sera che non vanno certo a maggior gloria del Sabbat.
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Passò un secondo che ad Ares sembrò un'eternità mentre il suo braccio rimaneva in quella morsa gelata che non era particolarmente stretta ma che dava l'idea di essere praticamente impossibile da rompere.
Disse la Maschera senza muoversi.
| E queste fessure nere nella tua aura. Mmm... hanno un aspetto freschissimo. |
E Ares che gli era vicino percepì ora per la prima volta il suono della sua bocca, aveva fatto qualcosa con la lingua, non era facile da capire, a prima vista era come se avesse percepito la Maschera emettere un sussurro affamato.
| Si tratta di lui, non è vero? |
A questo punto la figura si avvicinò ancora di più, Ares poteva percepire un profumo come vagamente balsamico, ricordava le sostanze che si usano per l'imbalsamazione. Gli avvicinò quindi la faccia e gli strinse anche l'altro braccio con la mano. In questo momento la Maschera violava totalmente ogni sua pretesa di personal space e Ares non aveva fatto alcuna Vaulderie con lei. Era normalmente abituato ad avere i suoi compagni di branco così vicino, ma con loro c'era il legame generato con il Calice, con lui/lei no.
2020-02-11 13:58:02 ares rolls 5 dice to coraggio (Diff 7, used willpower) 9,6,1,7,8 [3 successes]
Attenzione che è un tiro di coraggio puro, non un check su rötschreck.
Sei spaventato ma puoi agire come se non lo fossi. |
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La maschera si fece più vicina, fin troppo...
Le sue sue parole palesarono ciò che con la sua precedente frase avevo iniziato a temere: sapeva.
In quel momento percepii un brivido lungo la schiena, come fosse una scossa di adrenalina causata dalla netta sensazione di essere in pericolo. Il tipico attivarsi del meccanismo combatti o fuggi insomma.
Seppellii quelle paure nel profondo, ergendo la mia volontà sull'istinto. Rimasi fermo, cercando di mostrarmi impassibile alla minaccia. Non distolsi lo sguardo quando gli occhi del Priscus incrociarono i miei.
Hai fatto quello che dovevi. Quello che dovevi..
Mi ripetei ancora mentalmente, rievocando lo stesso mantra che mi ero fissato in testa durante lo scontro con Marcel.
Esatto, si tratta di lui.
Risposi cercando di mantenere il tono calmo e deciso.
Aprii leggermente la bocca come per aggiungere altro, per poi interrompermi immaginando che fosse meglio aspettare che fosse il Priscus a stabilire come impostare il resto del discorso.
Tutto dipendeva da come avrebbe preso la morte di Marcel. Immaginavo che probabilmente erano vecchi compagni di branco, e che tenesse a recuperare Marcel come teneva al recupero di Armand. Anche se sapevo di aver fatto ciò che dovevo per completare la missione, per ovvi motivi non mi aspettavo un applauso per quanto fatto.
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Il cobra osservava con un certo stupore ciò che il necromante aveva fatto col sangue del Ravnos, non era cosa da tutti i giorni poter assistere a qualcosa del genere. Poi, all'improvviso e senza giri di parole, la domanda scomoda... Così, da stupita, l'espressione del cobra cambiò in seria, quel genere di espressione seria di chi ha sentito una domanda riguardo qualcosa di cui è a conoscenza e con l'espressione conferma di non esserne ignaro.
Tuttavia, ciò che fece provare al vampiro quanto di più simile a un brivido lungo la schiena fu quello che la Maschera Bianca disse dopo.
Fessure nere? Oh, merda... Ares, non avrai fatto quello che penso?
Ma l'aveva fatto, Ares confermò i suoi timori. Il cobra ora non poteva fare a meno di chiedersi come l'avrebbe presa il Priscus. È vero, Marcel ormai era irrecuperabile e un pericolo per i suoi compagni del Sabbat, ma non era certo un traditore. Ares per sua stessa ammissione non si era limitato a distruggerlo, l'aveva condannato a una fine ben peggiore che viene riservata a chi tradisce la Setta o ai nemici di quest'ultima, azioni come quella in genere non passano inosservate se non c'è motivo per farle.
Ho dato per scontato che con 4 in occulto abbia una conoscenza sufficiente per sapere cosa succede all'aura di chi commette una diablerie, se non è così modifico.
Edited by ulbabrab - 12/2/2020, 11:13
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E' ancora immobile ad osservare e ascoltare la scena di fronte a lei, benchè alcuni significati le sfuggano intuisce alcuni concetti: ucciso un sabbatico, problemi di aura, Maschera non contenta ... Fondamentalmente nulla che la riguardi per davvero quindi rimane in disparte e di tanto in tanto controlla la presenza di Ardeth tanto per essere sicura.
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268 replies since 13/12/2019, 00:16 6338 views
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