Cappella della Famiglia Conigsby

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    Passarono tre secondi che ad Ares sembrarono letteralmente tre mesi mentre la Maschera rimaneva immobile in quella stretta gelida che gli seccava l'anima, poi finalmente essa parlò, ma senza mollare la presa.

    Un comportamento...



    Si interruppe, emettendo una sorta di leggero sbuffo, Ares sentì di nuovo un profumo balsamico provenire dall'interno del cadavere che lo stringeva per le braccia.


    ... frettoloso.


    Disse infine.

    A quel punto avvicinò velocemente il volto a quello di Ares, era abbastanza alta da poterlo fare - quasi come se volesse baciarlo - invece avvicinò il naso alla sua bocca, stava per ispirare.

    2020-05-25 12:24:13 Ares rolls 7 dice to Prontezza + Self-Control (Diff 8) 8,1,8,8,10, 4,4 [3 successes]

    Se vuoi riesci a sopprimere l'istinto di indietreggiare. Agisci in qualche modo o glielo lasci fare?
     
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    Da quando eravamo entrati in quel posto il tempo pareva esser rallentato fin quasi a fermarsi. Quei lunghissimi attimi intercorsi tra una frase - o persino una parola - e l'altra erano pause che lasciavano tutto il tempo ai dubbi ed alle paure di insinuarsi nelle menti dei presenti. La mia non faceva eccezione, anzi.

    Vista la situazione, ero tra i presenti quello che più aveva da temere e da riflettere sulle proprie azioni.
    Ero consapevole che quello che avevo sconfitto in battaglia altro non era che Marcel, probabilmente membro di un branco cui un tempo facevano parte anche Armànd, lo Spauracchio e la stessa Maschera Bianca. Considerando tutte le variabili di cui ero a conoscenza, poteva mettersi molto male, specie considerando il mio status attuale.

    Il fatto che la stessa Maschera Bianca avesse sin dall'inizio posto particolare attenzione su di me era un altro indizio che lasciava pensare al peggio, mi sentivo sotto esame, ed avevo imparato recentemente che nel Sabbat ad essere posti sotto esame non se ne usciva facilmente senza ripercussioni.

    Non ho sbagliato...
    Ho agito per il meglio rispettando l'incarico che ci era stato affidato...

    Eppure...

    Se ci avessero detto cosa stavamo andando a fare e cosa ci saremo trovati ad affrontare, sarebbe andata diversamente..


    Quei pensieri rimbombavano nella mia mente ancora scossa dagli effetti della diablerie, rendendomi meno certo della genuinità del mio operato.
    Se fosse stata una sorta di prova?
    In quel caso, l'avrei fallita.

    Io stesso di fronte a quell'evolversi dei fatti mi resi conto che ancora una volta, il mio operato, poteva essere giudicato come..

    ... frettoloso.



    Quella parola arrivò alle mie orecchie come se i miei pensieri la stessero pronunciando insieme alla Maschera, quasi fossi giunto alla sua stessa conclusione nel medesimo istante in cui me lo stava dicendo a pochi centimetri dalla faccia.


    Mentre una sorta di sconcertante consapevolezza pervadeva il mio essere, la Maschera Bianca si protrasse in avanti avvicinandosi ancora di più, apparentemente intenzionata ad annusarmi da vicino. Ormai non c'era molto che potessi fare.. la paura era istintiva e forte, generata dalla vicinanza con un essere che percepivo come estremamente potente... Ma dovevo controllarla. Il mio operato poteva essere considerato sbrigativo, ma avevo comunque agito al meglio delle mie possibilità per completare l'incarico che ci era stato affidato.
    Rimasi immobile - quasi pietrificato - aspettando di scoprire le intenzioni del Priscus.
     
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    Il cobra continuò a osservare, immobile, in un tentativo inutile di capire quali fossero le intenzioni della Maschera. Nonostante i suoi sforzi, Ardeth non riusciva a capire cosa volesse fare di preciso con Ares, l'avvicinare il naso alla bocca di un altro cainita del resto non gli diceva molto, o almeno a intuirlo. L'unica impressione che ebbe era che la Maschera Bianca stesse facendo di tutto per mettere a disagio il ravnos, restava da capire se la cosa fosse intenzionale o no.
     
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    Non le rimaneva null'altro da fare se non attendere in silenzio lo sviluppo della conversazione e di un eventuale rito tra Ares e la Maschera Bianca.
    I sibili della Maschera che parlava con il vampiro non erano affatto comprensibili, troppo tenui e borbottati, ma la giovane con i vestiti a brandelli non muove un muscolo e a braccia incrociate osserva il balletto invisibile tra i due cainiti senza capire granché. A volte, mossa più dalla noia che dalla preoccupazione, fa' spaziare lo sguardo su Ardeth e sulla stanza attorno a loro per non soccombere alla passività più totale.

    Che palle. Questo vecchio deve masturbargli il cervello solo per un cazzo di rituale?

    Non lascia trapelare nulla del suo pensare, il volto è una graziosa maschera di cera dagli occhi cerchiati di trucco nero, è attenta a non fare il minimo rumore in quanto ricorda bene che tra i Sabbat la semplice pignoleria dei comportamenti da mantenere con i superiori della Setta sfiora il 'nonnismo' più totalitario.
    L'eco di punizioni storiche ancora echeggia tra le voci di cui aveva sentito e non ha la minima intenzione di essere di intralcio a quei due in un momento così ... intimo.
     
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    L'Araldo inspirò profondamente, Ares nel frattempo poteva vedere gli occhi di quell' essere ribaltarsi all'indietro mentre lo faceva.

    Percepì come se una parte della sua anima venisse strappata via, qualcosa di simile a quello che succede durante l'Amaranthus, per qualche interminabile secondo ebbe la percezione di essere un guscio ripieno solo della Bestia.

    Ebbe qualche secondo per vederla bene.

    Era un groviglio di serpi maligne che si fagocitavano a vicenda, l'una dentro l'altra, una sull'altra. Un groviglio di serpi e di centopiedi striscianti che prendeva forma vagamente umanoide e si metteva il teschio di un cane o di una capra e lo usava per darsi un volto per avere un qualcosa che fosse in un certo senso una testa.

    Era una nuova Bestia, diversa da quella che aveva sempre avuto.

    Il suo guscio non aveva forze. La Maschera rimaneva a tenerlo fermissimo con le mani e se non l'avesse fatto era certo che sarebbe caduto in terra come un sacco di patate, ma la Maschera lo teneva.

    E lui voleva essere tenuto perché altrimenti sarebbe caduto.

    E se fosse caduto magari non si sarebbe riuscito a rialzare più.

    La Maschera aveva ancora tutto dentro, gli occhi ancora ribaltati, il cavere gonfio, gonfio dell'anima, dell'essenza stessa del Ravnos.

    Passò ancora un secondo e poi, finalmente, la Maschera risoffiò tutto dentro il guscio.

    Gli altri videro un fumo nero, secco e odoroso di bile nera soffiare dalla bocca della Maschera alla bocca del grosso vampiro.

    Ares e la Bestia convivevano di nuovo nello stesso guscio, erano di nuovo, più o meno, la stessa cosa.
    Ares ebbe un sussulto quando si rese conto che era stato materialmente distaccato dal suo corpo, come se fosse stato protagonista di una proiezione astrale involontaria, la Maschera gli aveva lasciato dentro solo la Bestia, per fargliela vedere e odorare e l'odore era quello silvestre, ferroso del sangue degli animali giovani.


    Tu eri Uomo, poi all'Uomo è stata regalata la Bestia, poi l'Uomo è morto per lasciare spazio al Cavaliere.

    Poi la Bestia si è fatta uno con Marcel e Marcel le ha fatto sentire il Wassail.

    E ora non è più lei, è più ferale, più maligna. Sarà un'esperienza interessante conviverci, te ne accorgerai.




    La Maschera con un movimento velocissimo tornò indietro, senza dargli le spalle.



    E ora, vediamo di rimettere insieme i pezzi.




    E mentre parlava aprì la cassa e con una mano ne tirò fuori quel povero cadavere avvizzito, come se fossero stati neanche trenta chilogrammi di essere umano che manipolati da quell'essere sovrumanamente forte sembravano molti meno.

    Con la stessa mano prese la cassa e la posò per terra, poi posò al suo posto il cadavere di Armand. Con movimenti veloci e precisi si mise ad armeggiare con piccoli oggetti antichi che non si capiva bene da dove li tirasse fuori perché non erano nella stanza.

    Un piccolo contenitore di osso, una spatola, una candela nera che emetteva una luce azzurra, una specie di sgraziato rosario d'osso.

    Loro lo guardavano ma non capivano.

    Faceva il suo senza guardare, teneva la Maschera fissa verso i suoi ospiti, come se li stesse tenendo in continuazione sotto occhio e nel frattempo parlava con loro, sembrava come se avesse due cervelli, uno che stava facendo qualcosa col cadavere di Armand e un altro che si stava intrattenendo con loro.



    Oltre a voi tre chi altro c'è in città? E cosa potete dirmi di quelli che sono saliti sulla nave?


    Chiese senza guardare nessuno in particolare.
     
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    Ardeth assistette con stupore ben visibile sul volto a quello che la Necromante fece col Ravnos. Non aveva idea di cosa stesse facendo, ma Ares sembrava non apprezzare particolarmente, motivo per cui il cobra era sul punto di intervenire. Eppure, qualcosa di quella lugubre figura conosciuta come Maschera Bianca gli suggeriva che era meglio per lui se rimaneva al suo posto. Una sola mossa sbagliata e la sua non-esistenza si sarebbe conclusa quella stessa notte, istinto di sopravvivenza si potrebbe dire. Rimase quindi fermo, in attesa del concludersi degli eventi. Capire almeno cosa stesse succedendo sarebbe stato un minimo d'aiuto, vedere due cainiti scambiarsi fumo nero non fa certo pensare a qualcosa di positivo.

    Lo scambio di fumo in ogni caso sembrò essere l'ultima cosa che doveva fare con Ares, dopo ciò infatti spostò la sua attenzione su Betakappa, sollevandolo dalla sua bara con sorprendente facilità. Il maneggiare piccoli oggetti - ma da dove uscivano? - per mettere in atto qualche rituale con il Nosferatu non sembrava impedirle di continuare a conversare con gli ospiti, infatti era abbastanza evidente che dialogare con i tre non disturbava in alcun modo la sua concentrazione.
    Aveva chiesto ai presenti quanti altri Sabbat erano rimasti in città. L'unico che gli veniva in mente, senza contare i sacerdoti nominati dall'Inqusizione che aveva motivo di pensare si fossero allontanati velocemente dalla città, e non li avrebbe biasimati francamente, era il taciturno Harahel, ma al porto aveva sentito che qualcuno mancava all'appello. Ardeth incrociò le braccia, chi mancava? La cainita presentatasi come Artemisia aveva detto che erano tre se non ricordava male, e mentre ci rifletteva gli tornò in mente chi erano gli assenti.

    Per quanto mi è concesso saperne, uno, Vostra Eminenza, il cainita conosciuto come Lo Spauracchio. Si può supporre anche la presenza di altri tre figli di Caino che non si sono presentati dove gli Inquisitori avevano ordinato, di questi tre ho avuto il piacere di fare la conoscenza solo di uno, Padre Blake, custode sacerdote del fu Branco Oculus in Tenebra. Degli altri due, una custode presentatasi come Ex Seven e una ragazzina albina conosciuta come Plague, non so molto altro a parte che facevano parte dello stesso Branco per loro stessa ammissione. In ogni caso, senza qualcuno che possa testimoniare di averli visti, la loro presenza in città rimmarrebbe appunto una supposizione. Di coloro che sono saliti sulla nave conoscevo solo il cainita conosciuto come Wade, poiché era il Ductus del Branco mio e del qui presente Ares, ma tutti gli altri erano volti mai visti prima.

    Ora che gli veniva in mente, in effetti non aveva mai saputo il clan del Ductus nonostante il tempo trascorso insieme. L'unica cosa che continuava a dire era di non essere un malkavian, il che, unito anche ai suoi modi di fare, portò Ardeth a pensare che probabilmente il Ductus faceva parte di quel clan, dopottutto non è tipico dei malkavian negare di far parte di quel clan?

    Edited by No Life King - 3/6/2020, 17:15
     
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    La lingua di Ardeth sciorina una sintesi dell'attuale situazione del Sabbat a New Orleans con una velocità e una abilità tali che per lei è impossibile inserirsi in quel monologo gonfio di dettagli. Presta attenzione all'oratore con uno sguardo obliquo e riamane silente, assimila ogni parola, riflette e collega gli indizi che le avevano fornito gli Inquisitori con ciò che sente ora, quindi annuisce in modo appena percettibile all'altro mantenendo un volto di cera e si limita ad aggiungere.

    Non ne so' di più.

    Sottolinea in una smorfia contrita, alza le spalle e lascia scivolare volontariamente alcuni dettagli appunto sulla presenza ancora attuale dell'Inquisizione e non emette altro suono. Solo gli occhi vagano nella stanza e sulle figure coinvolte nella discussione ma non rivelano nulla di più che i suoi abiti non possano dire.
    In fondo il rituale appena avvenuto l'aveva abbastanza impressionata per quanto breve e incomprensibile ai suoi occhi e doveva ancora assimilare e rimuginare sull'evento. Cosa avrebbe chiesto loro la Maschera adesso che il rito era compiuto?
     
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    Rimasi completamente paralizzato per tutto il tempo, consapevole che il mio destino era esclusivamente nelle mani della Maschera, e che nulla avrei potuto fare o dire per cambiare l'esito di quell'incontro.

    Quanto avvenne fu per me qualcosa di profondamente segnante. La Maschera Bianca fece qualcosa che faticai a comprendere, ma che mi lasciò per qualche lunghissimo istante da solo faccia a faccia con la mia bestia, come se tutta la mia parte senziente e razionale fosse stata portata via dal suo respiro.

    Era li, qualcosa che tutti i membri della nostra setta conoscevano profondamente. Ognuno di noi aveva i suoi modi per conviverci, alcuni controllandola, altri cavalcandone l'impeto.. Negli anni avevo imparato a conoscerla molto bene, eppure...
    Come poco dopo mi confermò anche il Priscus, era cambiato qualcosa. Sin dal momento in cui avevo compiuto l'Amaranthus su Marcel, avevo sentito una sensazione diversa, che però fino a quel momento avevo ritenuto fosse un effetto piu o meno transitorio dovuto all'estasi ed all'euforia per quanto successo. Percepivo la bestia fremere ed era una sensazione comprensibile visto il banchetto che le avevo offerto.

    Ero in uno stato di sospensione, in attesa di capire cosa avrebbe deciso di fare la Maschera di me. Immobile, privo di forze, un guscio vuoto all'interno del quale la bestia si aggrovigliava su se stessa senza pace con bramosia. L'unico bagliore di lucidità che ancora avevo mi permetteva solo di percepire quella situazione angosciante e di sperare che durasse il meno possibile.

    Trascorsero cosi quegli attimi, finche alla fine la Maschera non mi riportò al mio stato precedente, come se con quel respiro mi avesse momentaneamente strappato via l'anima dal corpo ed ora me l'avesse restituita.

    Tu eri Uomo, poi all'Uomo è stata regalata la Bestia, poi l'Uomo è morto per lasciare spazio al Cavaliere.

    Poi la Bestia si è fatta uno con Marcel e Marcel le ha fatto sentire il Wassail.

    E ora non è più lei, è più ferale, più maligna. Sarà un'esperienza interessante conviverci, te ne accorgerai.


    Le sue parole arrivarono alle mie orecchie quasi ovattate, ero ancora in uno stato alterato di coscienza, cercando di capire cosa mi fosse accaduto. Eppure le compresi, rendendomi conto del perche percepivo quella strana sensazione. Non era solo l'effetto dell'Amaranthus..
    O meglio.. Non era solo la diablerie compiuta sull'anima di Marcel ad avermi dato quella sensazione.
    Come i miei pensieri, i miei ricordi e persino le mie capacità erano state influenzate dall'aver assimilato l'anima di un altro vampiro con le proprie esperienze e consocenze, cosi doveva essere stato per la bestia.
    Marcel aveva evidentemente perso il controllo del tutto, era un Wight. Come suggerito dalla Maschera, la sua bestia aveva sperimentato il Wassail, probabilmente l'esperienza più forte che potesse percepire o bramare, ed ora la mia bestia l'aveva assaporata.

    Il mio unico gesto di risposta a quelle parole del Priscus fù quello di chiudere gli occhi e chinare il capo, realizzando che da quel momento - e per chissà quanto tempo - avrei avuto molto da lavorare. Il clan Ravnos aveva un rapporto molto particolare con la sua maledizione e per me era fondamentale comprendere la mia bestia per contenerne gli impulsi al meglio. Era fin troppo facile altrimenti rimanerne vittima e finire con l'agire in modi inconcepibili per un Cavaliere.

    Le azioni successive del Priscus, cosi come le sue parole e le risposte che arrivarono dai miei compagni di ventura le osservai ed ascoltai, senza troppa attenzione se non quella necessaria a seguire il discorso. Nella mia mente erano ancora troppo vivide le sensazioni che in quei pochi attimi avevo percepito, e continuavo a sentire la mia bestia contorcersi e fremere mutando d'aspetto forma ed intensità. Quell'odore ferroso era qualcosa che andava oltre il sangue. Era qualcosa di primordiale, maligno... un mix di istinto, desiderio, paura... indefinibile.
     
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    Fece un movimento con la testa dall'alto verso il basso, come se volesse annuire ma non sapesse bene come si faceva: il movimento era lento, cadenzato, non istintuale.



    Harahel mi è molto caro, so precisamente dove sia e cosa stia facendo.





    Disse continuando in quello che poteva essere un misto tra un'operazione chirurgica ottocentesca e una danza sciamanica centroamericana.

    Dunque ci sono Harahel, Deathwish, Exseven, Padre Blake, Plague, Deadline, Ares, Ardeth.
    C'è la Maschera bianca, c'è Betakappa...



    E indicò con la mano destra, che era libera, il cadavere avvizzito che era di fronte a lui.
    Ad Ares e Ardeth suonò piuttosto sgradevole sentire i propri nomi di battesimo, c'era qualcosa di strano in quell'elenco, era come se quei nomi suonassero fuoriluogo per qualche motivo, forse perché tutti gli altri erano nomi "scelti" e non "ereditati" con la sola eccezione, forse, di Padre Blake che però non suonava male come i loro.

    A quel punto la mano si aprì e si pose sulla fronte del cadavere. L'araldo avvicinò la bocca a quella di Armand e gli soffiò dentro una specie di spesso fumo rosso. La materia era evidentemente molto pesante perché uscì dalle orecchie e dalle narici del nosferatu in una sorta di torrente gassoso che scorreva lentamente verso il basso. Era come il fumo di un cero funebre.

    2020-07-05 09:39:40 ares rolls 6 dice to - 2,9,3,10,7, 3 [3 successes]


    Ares si rese conto che quel fumo rosso era qualcosa di suo, forse lo capì dall'odore, forse da qualcos'altro, ma era qualcosa che la Maschera aveva in un certo senso "trattenuto" quando gli aveva inspirato l'anima, ricollegò a quello che gli era stato detto poco prima:

    CITAZIONE
    Tu sei colui che mi donerà ciò che mi serve per fare sentire ad Armand il mio sussurro.





    Il fumo spesso cominciò a colare sempre più copioso verso terra, sembrava un contenitore che perdeva, ben preso il pavimento fu tutto coperto da questa densa nebbia rossa che rendeva il tutto molto scenografico, ma ad un occhio attento sembrava chiaro che ci fosse qualche intoppo nel rituale che stava cercando di officiare la strana mummia nera mascherata che era di fronte a loro.


    ... Ma Betakappa è vecchio e... stanco. Betakappa si è messo in questo stato volontariamente. E non vuole tornare.


    A quel punto anche l'oggetto che teneva nella mano sinistra scomparve in qualche modo.
    La Maschera piegò leggermente il collo verso destra.



    Sei sempre stato pigro, Armand, i drappi del tempo sono fitti sul tuo cammino, non so se sarò ancora quando tu ti sveglierai.



    E chiuse la cassa.





    In realtà ho ancora qualche possibilità di svegliarlo ma a questo punto non è così scontato, ne parleremo più avanti. Ora quello che farete è ricongiungervi con Deathwish. Penso che sia in città, ma non è facile trovarlo, mi basterebbe un oggetto.

    Un solo oggetto che lui abbia mai chiamato "mio", almeno una volta.

    Se doveste averlo o foste in grado di procurarlo potremmo avere qualche possibilità.

    Vi viene in mente niente?
     
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    Il soffio rossastro della Maschera verso la bocca di Armand non passa certo inosservato. Oltre al colore anche l'odore che comincia ad impregnare la stanza la fa sentire più pesante e nervosa, qualcosa di ancestrale sta' accadendo anche se non sa' cosa sia e le parole del Maestro non la rassicurano certo.

    Risvegliare qualcuno per lasciarlo chiuso nel sepolcro ...

    L'idea, giusta o meno, le da' i brividi, evidentemente ci sono fobie che attanagliano anche i vampiri più coriacei.
    Scansa a forza l'immagine e segue il discorso condito dalle movenze particolare del nuovo Mentore ma ogni frase sembra rimbalzare su di lei come frecce contro una parete di ferro. E' più inespressiva del solito ed in effetti ci si sta' impegnando che concedere appigli di isteria alla Maschera Bianca, vista la propensione del Sabbat per impalamenti immotivati. E' certa che una parte della discussione non era possibile da comprendere ma azzarda dopo un po' di riflessione un commento.

    Deathwish...

    Borbotta, medita sul nome e annuisce, cercando di ricordare se l'aveva già sentito, poi aggiunge guardando a turno gli altri due.

    Mai visto. Voi lo conoscete?
     
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    Osservai tutta la scena senza fiatare, con la mente che continuava a vagare tra le sensazioni che avevo provato e le preoccupazioni per cosa avrei potuto dover affrontare da li in avanti. Tornai più presente solo quando quel denso fumo rosso arrivò a stuzzicare i miei sensi, facendomi realizzare che c'era qualcosa di molto familiare in quello che la Maschera stava cercando in qualche modo di passare ad Armand. Abbassai lo sguardo ad osservarlo allargarsi sul pavimento, mentre la mia mente cercava senza successo di capire cosa potesse essere e soprattutto perche avevo in me quella strana sensazione.

    Le parole successive del Priscus mi riportarono con l'attenzione sul momento, soprattutto quando fece i nostri nomi e quando incredibilmente ci disse di ricongiungerci con Deathwish.

    Ricordai che nella stanza era presente anche Deadline solo quando apri di nuovo bocca. La ignorai decidendo piuttosto di rispondere direttamente alla Maschera.

    Non ho nulla con me che sia appartenuto a lui. Se neanche Ardeth può essere d'aiuto penso potremmo procurarcelo al nostro ultimo rifugio...

    Lo sguardo andò a quel punto verso Linguetta, speranzoso che almeno lui che aveva frequentato Wade più di me potesse avere qualcosa di utile alla causa.

    Edited by Ares Dragan - 4/8/2020, 13:27
     
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    Wade... è in città?

    Pensò tra se e se Ardeth, abbastanza sorpreso di ciò di cui era venuto a conoscenza, mentre continuava a osservare il rituale della Maschera, ormai più per curiosità dato che era giunto alla conclusione si trattasse di qualcosa che andava al di là della sua comprensione. Wade aveva forse deciso di fare di testa sua e all'ultimo momento si era buttato in mare? Sarebbe stato da lui in effetti. Non che non fosse contento di sapere che il Ductus fosse ancora in città, ma se aveva davvero fatto ciò che Ardeth stava ipotizzando, ciò in futuro avrebbe sicuramente avuto delle conseguenze, l'Inquisizione aveva già fatto capire da che razza di gentaglia era composta.

    Quando il Priscus affermò che Armand si era volutamente messo in quella condizione, ad Ardeth tornò in mente che in effetti il rifugio del nosferatu era stato bloccato dall'interno per impedire l'accesso a chicchessia. Non gli era particolarmente chiaro cosa il Priscus intendesse quando parlò di stanchezza, di cosa era stanco di preciso Armand? Mah, forse l'avrebbe compreso quando sarebbe arrivato alla loro età, se mai succederà.

    L'attenzione del serpente venne per un momento attirata dalla domanda di Deadline.

    È il cainita che ho menzionato prima, Wade.

    Il Priscus poteva far ricongiungere Wade col suo Branco, ma gli serviva un suo oggetto, cosa che Ardeth non aveva. E neanche Ares.

    Scrollò la testa quando Ares guardò nella sua direzione sperando avesse qualcosa che il Priscus potesse utilizzare.

    Mi spiace, Wade era particolarmente attaccato alle sue cose e difficilmente permetteva a qualcun altro di toccarle.

    Questo significava che sarebbero dovuti tornare nel loro vecchio rifugio per vedere se trovavano qualcosa. Francamente, dopo quello che era successo con la SWAT, ne avrebbe fatto volentieri a meno di tornarci...
     
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    Sì, esattamente.




    Disse la maschera, ma non si capiva bene a chi stesse rispondendo visto che nessuno aveva domandato qualcosa di preciso.

    CITAZIONE
    Non ho nulla con me che sia appartenuto a lui. Se neanche Ardeth può essere d'aiuto penso potremmo procurarcelo al nostro ultimo rifugio...

    Disse Ares, la Maschera gli rispose prima ancora che egli finisse la frase:

    Se pensate di poter trovare qualcosa andate pure, pensate di riuscire entro stanotte?

    Fatemi sapere se c'è qualcosa di importante che dovrei sapere a riguardo.

    Qualora non doveste riuscire andrebbe bene anche la sua vitae, ma dubito che possiate trovarla.
     
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    Il dubbio fa' ribollire una domanda nella giovane mente della vampira.

    Stanotte?! Cazzo è praticamente l'alba!

    Quasi avesse masticato un limone sente il palato asciugarsi e la lingua ritrarsi, soffoca una smorfia inopportuna con le labbra e spronata dall'urgenza pensa un attimo al da farsi. I compagni a quanto pare conoscono il Sabbat di cui parlano e sanno dove e cosa è possibile ottenere. Deve parlare con loro appena lasciata la Maschera e prima è meglio che dopo in questo caso. Intanto il mantello della notte scivola via rapidamente dal cielo e il tempo volge ormai verso l'alba quando l'interlocutore concede uno spiraglio di dialogo nella conversazione. Approfitta della concessione del Maestro per ribattere con freddezza e moderazione.

    Certo. Faremo il possibile anche se la notte è agli sgoccioli. Credo che al massimo entro un paio di notti arriveremo ad un risultato, Eminenza.

    China il capo leggermente in reverenza verso la figura, quindi porta il pugno al petto in saluto e attende di essere congedata formalmente o altri eventuali richieste.
     
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    Riuscire entro stanotte? Raggiungere l'ex rifugio degli Arma V sicuramente non sarebbe stato un problema, il vero problema sarebbe stato quello di eludere eventuali agenti messi lì in attesa del ritorno dei padroni di casa, e l'ultima volta avevano avuto a che fare con vacche palesemente a conoscenza della vera natura dei due.

    Vitae di Wade? Beh, la Vaulderie si era svolta la scorsa notte, quindi tecnicamente i due cainiti ce l'avevano, scorreva nel loro corpo mischiata a quella di molti altri.

    In un certo senso vitae di Wade ne abbiamo. La scorsa notte abbiamo partecipato a una Vaulderie, Vostra Eminenza, dove lo stesso Wade ha condiviso la sua vitae. Non so se questo può esserle d'aiuto in qualche modo.

    Forse aveva detto una cosa stupida, ma del resto che ne sapeva lui di come funzionano di preciso i ritae? Quello lo sanno solo i Sacerdoti, cosa che lui non era, la sua conoscenza dell'occulto riguardava in particolare il campo del voodoo. È anche vero che sarebbe stato decisamente strano che una cosa del genere, se fattibile, non fosse venuta in mente alla stessa Maschera, ma vi era la possibilità che avesse dato per scontato che i due, in quanto Troie, non avessero potuto partecipare ad alcun ritae.
     
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