Davey Street

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    Il tassista lasciò Babele nella via indicatagli, una traversa di Davey Street lontana qualche minuto dal suo obiettivo. Durante la sua passeggiata le si presentò un quartiere piuttosto antico, ma che negli ultimi anni aveva ricevuto una forte spinta immobiliare, portando molte delle palazzine e villette ad una ristrutturazione delle facciate. Quelle distrutte da Katrina erano state completamente demolite, e al loro posto sorgevano ben più moderni nuclei abitativi, che svettavano con facilità in confronto alle più vecchie abitazioni.

    Proseguendo si ritrovò a costeggiare il Bayou st. John, affluente del Mississippi che circondava tutta la parte est del grosso parco cittadino, di cui poteva facilmente notare gli scuri sprazzi sull'altra riva. Più avanti notò un ponte per l'aria verde, e sulla destra delle villette a schiera, tra cui c'era l'abitazione dell'Asservita



    Era chiaro che si trattasse di un quartiere agiato: le larghe villette rubavano così tanto spazio vitale da risultare opulente se confrontate alle strette palazzine di quartieri come Meraux e Chalmette, e sembrava che ogni sprazzo libero fosse stato usato per piantare i famosi Cipressi Calvi, che con le loro chiome impreziosivano l'intera area residenziale.

    Scusa se la foto è diurna, è un casino trovarne notturne e che non sembrino una scena del crimine :P
     
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  2. Khai
     
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    Specialmente per le abitazioni private, questo è vero perché molte foto derivano da interessi immobiliari; no problem ;)


    Riuscita a trovare la strada dopo essere scesa dal taxi, sull'onda della paranoia spegne lo smartphone; eccessiva premura, o forse vera e propria ansia di farsi beccare dalla polizia ed aggravare la propria posizione agli occhi di quella stessa comunità di non morti che ha originato il casino. E' facile rendersi poco a poco conto che si ha a che fare con un tentacolare mostro politico, fatto di favori, mani che lavano altre mani e statt accuort' cumpà però senza cannoli e buffetti aumm aumm. Le viene da ridere al pensiero di Pete Clemenza e del disprezzo da parte dei buoni americani per certe comunità, quando è ben chiaro che modi coercitivi e sbolognamenti di faccende spinose fanno parte di qualsivoglia società umana, od in questo caso, vampirica.

    Poco male. Facciamo il lavoro, dentro e fuori. Semplice.

    Si premura di insinuarsi nelle ombre proiettate dagli alberi per sparire dal mondo del percepibile, ed avviare i propri sensi all'esplorazione preventiva della strada. Auto con uomini al loro interno, appostate? Polizia o peggio? Si aspetta praticamente di tutto, e con i mezzi sovrannaturali attivi principia una cauta manovra di avvicinamento.

    A discrezione del Narratore, Oscurazione 2 e Auspex 1 attivati. Sonda i dintorni e l'esterno della casa, nonché le finestre che risultano non coperte, alla ricerca di movimenti o presenze.
     
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    Babele si ammanta con l'oscurazione, e con passo sicuro inizia a controllare l'esterno della casa. Amplificando i sensi viene colpita da una miriade di suoni notturni di cui non si è resa inizialmente conto: il lontano vociare dei vicini in piena litigata, il frinire di chissà che insetto, un motore in avvicinamento lungo la via principale. Le ci vuole qualche attimo per riprendersi dal flusso sensoriale, e controllare come si deve l'esterno della villetta.

    Riesce a distinguere tre possibili entrate: il garage e la porta principale nella parte anteriore dell'abitazione, piuttosto illuminati dalle luci di quartiere; una porta di servizio sul lato posteriore della casa, immerso nel buio e infine una finestra al secondo piano leggermente socchiusa, che potrebbe raggiungere scalando la parte superiore del garage.

    Tutt'attorno alla casa un prato piuttosto infangato, per via delle recenti piogge. Nessuna macchina sospetta parcheggiata nei pressi, ne pedoni intenti in una passeggiata serale.

    Oscurazione 2 e Auspex 1 (tutti i sensi) attivi.
    Hai fallito il primo tiro di investigare, ti ho ritirato con difficoltà aumentata e hai fatto 1 successo.
     
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  4. Khai
     
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    E' passato un po' di tempo dall'ultima volta in cui ha attivato tutti i propri cinque sensi; inizialmente, lo schiaffo sensoriale è piuttosto disturbante: il motore dell'automobile si fonde ai particolari coniugali pregni di rapporti disfunzionali ed altrettanto dannose abitudini sessuali. Si scopre a lanciare un'occhiataccia verso la casa incriminata dalla quale provengono quelle voci.

    I famigerati Nosferatu farebbero carte false per avere una simile capacità.

    Ma si è distratta abbastanza, ed ora già analizza l'abitazione di Martha, il giardino, i dintorni. Respira l'aria notturna, e già cerca di immedesimarsi nella sfuggente controparte di questa vera e propria indagine, pur non potendo fare a meno di continuare a sentire quella discussione.

    Il prato è umido, il terreno molle. Se tagliassi dal giardino in favore del retro, lascerei delle orme. Lo sguardo corre all ingresso principale. Non è il caso di essere così sfacciati. I vicini sono ancora svegli, del resto, e potrebbero notarmi proprio nel momento in cui girerei la maniglia. Quindi alla finestra semichiusa. Quella è la via d accesso più sicura al momento, ma lontana dal comando dell allarme. Sbuffa fintamente, odiando con ogni fibra del proprio essere quel compito assegnatole. Non potevano affibbiarle una tesi di filologia?

    Dovrò buttare le scarpe. Un piccolo rischio è comunque meglio di uno grande. Passare dall alto farebbe scattare l allarme, dall ingresso principale di certo non si può... Proviamo il retro.

    Si muove quindi verso la porta posteriore, coprendo quanto più possibile quella distanza sui camminamenti disponibili, così da limitare le orme che potrebbe lasciare. Di lì, farebbe girare la chiave nella toppa e dallo spiraglio cercherebbe di individuare il comando dell allarme.
     
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    Dopo un veloce controllo dei pressi Babele decide per la porta sul retro, e si avvia lungo il pratino che costeggia il garage. Ancora protetta dal manto delle ombre, si prende il giusto tempo per evitare di lasciare tracce ed inzaccherarsi; saltando su una pietra e poi sullo stretto camminatoio che circonda casa riesce ad evitare la fanghiglia, e conquistare di nuovo la terraferma.

    Si ritrova sotto una piccola veranda esterna che cinge la porta prescelta, persa nel buio: nessuna luce da queste parti, ne interne ne esterne. Questo le da tutto il tempo e la sicurezza di avvicinarsi alla porta, aprirla con la chiave e sgusciare all'interno dell'abitazione. La porta si chiude con un lievissimo "click", accompagnato subito dopo dal tenue ma brillante verde di una spia a muro: l'allarme. Sta per disattivarlo, quando si rende conto che non è stato proprio attivato. Che l'Asservita avesse scordato di riattivarlo l'ultima volta che è uscita di casa?

    Guardandosi attorno capisce subito di trovarsi in cucina, immersa nell'ovvio buio. Il dono dell'Aruspice la aiuta a vincere parte delle tenebre, senza però schiarirle del tutto. Tuttavia offre un nuovo modo di vedere le cose, sensazioni secondarie che in questo caso si fanno largo più del consueto, offrendosi alla Lunatica: l'aria è ferma, appesantita da un leggero odore di muffa. Gli unici rumori che animano la casa sono quelli degli elettrodomestici, in primis il frigo incassato e il classico zampillio di un rubinetto che perde, proveniente dal lavello alla sua destra.

    Guardando avanti nota un salottino contornato da ampie finestre, da cui arriva un'improvviso fascio di abbaglianti in movimento. E' costretta a chiudere gli occhi e girarsi, per evitare di essere accecata. Dopo pochi secondi torna il buio, e la libertà d'agire.

    Ada rolls 4 dice to ninja time (Diff 5) 8,5,3,8 [3 successes]
    Fintanto che rimani al buio, e non accendi la luce avrai un malus di +1 a prove di percezione e simili.


    Edited by Shaitan - 8/2/2020, 17:30
     
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  6. Khai
     
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    E' in momenti come questo che la colonna sonora nei film thriller cambia radicalmente. Babele guarda in là, alla cucina, quasi a cercare esitante le facce rivelatrici del pubblico per poter capire se c'è già qualcuno alle sue spalle. Schiude appena le labbra però, e facendo vibrare con eleganza i muscoli del collo si rivolge di subito, e nuovamente, alla spia verde che tanto le fa esaltare il carnato pallido e gli occhi. Curiosa e vivace, la malkava distoglie la propria attenzione dalla centralina dell allarme, muovendo qualche passo verso le grandi finestre del salotto; ferita dagli alogeni si ritrae e stropiccia gli occhi con i palmi. Si concentra sugli altri sensi, tesi a catturare indizi che le permettano di comprendere se l auto sia di passaggio oppure stia imboccando il vialetto dell'abitazione.
    Momenti spesi a recuperare lo svantaggio, poco a poco la vista torna; spiando dalle finestre cerca quindi di identificare quelle che - più delle altre - potrebbero segnalare la presenza di qualcuno all interno della casa, con o senza luci accese, allo scopo di delineare il percorso migliore per iniziare l'esplorazione: prima di tutti il garage ed il piano interrato.
     
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    L'auto era chiaramente di passaggio, tant'è che può notare facilmente come le luci si allontanino lungo la strada principale.

    La casa non sembra al momento abitata, nessun suono o luce di sorta che attirino la sua attenzione. Sulla destra nota una porta, probabile ingresso al garage, mentre uscendo dalla cucina si ritrova davanti ad una porta sotto la scala, che sembra dare nel seminterrato. Entrambe le porte risultano aperte, di facile ingresso.
     
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  8. Khai
     
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    Preferisce l accesso al garage, come prima tappa, in cerca innanzitutto di un automezzo; il gps, se presente, potrebbe indicarle i luoghi frequentati dalla ghoul scomparsa. Per la sua ricerca, non potendo la luce del garage proiettarsi all esterno ed accostata la porta alle sue spalle, accende l interruttore.
    Nell ambiente cercherebbe anche una torcia, così da fare luce anche negli ambienti dove sarà sconsigliabile accendere le luci di casa.
     
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    Cheta si dirige verso il garage, aprendo la porta che lo collega alla cucina e immergendosi in un buio ancora più opprimente del precedente: a differenza della zona salotto qui non ci sono finestre da cui attingere quel minimo di luce ambientale, ed è solo grazie ai suoi sensi sovrannaturali che riesce a distinguere i contorni di ciò che ha vicino e non cadere di naso.
    Dopo qualche attimo riesce a mettere a fuoco l'interno del garage: si tratta di un grosso ambiente occupato per la maggior parte da quella che può pensare essere un auto, almeno dai contorni. Lungo il muro frontale c'è un banco da lavoro dei più classici, di cui non riesce però a distinguere i particolari e gli attrezzi di sorta. Al tocco sembra legno, tutt'altro che liscio...qualche altro passo, si fanno largo odori acrilici e grassi, di dubbia provenienza. Poi un forte odore di terra, proveniente da un punto imprecisato alla sua sinistra e che la distrae quel tanto che basta per sbattere il mignolino del piede su qualcosa di duro, dal rumore vuoto una scatola di latta o cassetta di sorta. Li nei pressi qualche spia luminosa incastonata in un più grosso rettangolo: forse i comandi di apertura centralizzata del garage?

    Sfiora con la mano il muro, trovando un possibile alleato: l'interruttore.
     
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  10. Khai
     
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    Mr. Switch, I suppose.

    Pensa tastando i contorni di quell oggetto assimilabile ad un interruttore. Torna però sui propri passi, tenendo misura della direzione di quel che pare proprio l interruttore della luce con il braccio sinistro, alla ricerca del misterioso e voluminoso oggetto al centro del garage con la mano destra. Se ha una portiera, dovrebbe accendersi la luce del mezzo aprendola, e come nelle genesi, potrebbe portare consapevolezza nel bel mezzo delle tenebre. Ha cura di far scemare almeno il senso dell udito, per il momento. La ridicola, lenta ed incerta danza verso quella destinazione è pregna di insidie, come la misteriosa entità che per ora definisce nei suoi pensieri come "cassetta X", colpevole del fitto dolore al piede.

    Non avendo cognizione della natura dell interruttore, cerca di accendere la luce dell auto.
     
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    Babele allunga il braccio nel buio, e con qualche passo in avanti trova dapprima la portiera dell'auto e poi la maniglia. Non appena la apre una tenue luce, quella del led di cortesia dell'auto, rischiara l'ambiente e offre una parvenza di identità non solo al mezzo, ma anche al garage.

    La macchina è una toyota bianca, probabilmente un modello recente viste le rifiniture interne: oltre il caos personale lasciato dalla proprietaria c'è infatti un mezzo non da poco, che calca sul benestare della donna. Ma oltre a quello si possono notare altri piccoli segni del quotidiano, portati in auge dal ristretto abitacolo; il posacenere ha i suoi classici mozziconi mai buttati, e sul sedile de passeggero è stato lasciato un piccolo volantino piegato a metà con certa cura.

    Dando un'occhiata ai sedili posteriori Babele può facilmente notare una borsa di tela con dentro indumenti sudati, probabile borsa della palestra. In tutto ciò mancano le chiavi della Toyota, non presenti nel quadro.

    Ma la luce del mezzo -di cortesia non solo di nome ma anche di fatto- ha altro da mostrarle, come qualche dettaglio sul garage prima sfuggitole: una parete sembra essere usata per i vari attrezzi di giardinaggio, appesi con cura certosina. C'è perfino una carriola, e vari sacchi di terra e concime. Il tavolo da lavoro sembra essere pulito, a parte per una camera d'aria di una bicicletta abbandonata lì da chissà quanto. Allungando il collo può anche scorgere la "cassetta X", probabile cassetta degli attrezzi.
     
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  12. Khai
     
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    Flebilmente, la luce di servizio dell auto rischiara l ambiente. Si guarda attorno, e procede verso l interruttore della luce per azionarlo; Inizialmente non è troppo colpita dall ordine quasi maniacale che presentano gli arnesi da giardinaggio, e porta l'attenzione in special modo sui sacchi e la carriola: questi sono aperti, magari la carriola è sporca di terriccio fresco?
    L auto del resto, decisamente più disordinata, le fa notare la cura invece prestata per gli attrezzi: una vaga esitazione la coglie, quasi temesse di trovare qualcuno seppellito in giardino. Sul viso le si disegna un sorrisino vago, nervosamente divertito.
    Cerca una torcia inizialmente, ma si concentra per lo più sul cogliere ogni tipo di dettaglio che possa tornarle utile, aprendo la cassetta degli attrezzi ed occhieggiando gli scaffali, prima di passare alla Toyota.

    Un volantino piegato, più utile di quel che si pensa; lo sa bene, gestisce un locale. Ficcatolo nella tasca del giubbotto, cerca nel cassettino dell'abitacolo documenti ed altre tracce od oggetti utili, anche se apparentemente non è presente nessun apparecchio gps, può essercene uno rimuovibile proprio lì dentro. In ogni caso, prima di richiudere il cassetto Babele avrà cercato chiavi di riserva e preso il libretto di istruzioni dell auto. Butta un'occhiata inquisitrice alle marche di sigaretta nel posacenere; quali sono le preferite di Martha? Ce ne sono altre marche?

    Yuk.

    Passa ai sedili posteriori e ripete l'ispezione. Smorfieggia nell acchiappare la borsa da palestra per i manici ed apertala, prende coraggio e si avventura in quel fetido reame. Guarda sotto i sedili ed i tappetini, ed infine - portata fuori dell abitacolo la ragguardevole borsa da palestra per svuotarla sul pavimento ed avere conferma che non ci sia altro, ispezionerà i parasole e sotto i tappetini, e se anche ora non saranno saltate fuori le chiavi, ora toccherà al bagagliaio ed al vano motore. Dal motore si notano perdite sospette di olio od altri liquidi? I componenti visibili ad un esame superficiale sembrano tutti al loro posto, secondo il libretto delle istruzioni?
    I minuti passano, il lavoro è più lungo di quel che credeva. Solamente la perquisizione superficiale dell'automobile le sta portando via molto tempo.

    Devo sbrigarmi.

    Quindi il bagagliaio, lo apre intenzionata a cercare altri indizi...

    In breve, cerca ed ispeziona praticamente ovunque.
     
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    Una volta accesa la luce principale il garage le si presenta senza più veli di sorta, pronto ad essere minuziosamente esplorato.

    Si dirige verso quella che par essere la zona hobby di Martha, concentrandosi su carriola e terriccio. La carriola non è certo linda, ma non sembra esser stata usata di recente. Non ci sono nemmeno macchie di terra dovute allo stretto gommato, il che la porta ad escludere che sia stata usata in questi giorni di pioggia. I sacchi sono quasi tutti chiusi, tranne uno che è stato usato per tre quarti. Aprendolo e tastando il terriccio questi risulterà leggermente secco, come se fosse stato aperto da un po'. Tutti gli utensili da giardino sembrano esser stati usati, facile per lei notare i vari graffi celati a normale occhio umano. Eppure quelli più grandi come vanghe e piccone sembrano nuovi, non usati così di frequente come per gli attrezzi da vaso.

    Spostandosi sulla sinistra incontra il piano da lavoro e la cassetta, al cui interno trova attrezzi piuttosto comuni e anche una piccola torcia a pile. Non un granché, dovrà farsela bastare. Provandola illumina la camera d'aria della bici, e si rende conto di una cosa: non c'è una bicicletta nel garage, ne l'ha vista fuori.

    Si muove verso la Toyota e torna a concentrarsi sugli interni, intascandosi come prima cosa il volantino e poi il libretto di istruzioni della macchina. Non vede in giro gps rimovibili, e dalle istruzioni si rende conto che si tratta di un modello integrato. Studiando le pagine capisce che per rintracciare i vari spostamenti avrebbe bisogno di una denuncia formale da parte del proprietario, unico modo per farsi dare i dati sensibili dalla compagnia.

    Da un mozzicone riconosce la marca, Marlboro rosse.

    Il resto dell'automobile sembra in buono stato, non ci sono ne perdite ne altre stranezze visibili. Null'altro di utile, ne all'interno dell'abitacolo ne nel portabagagli, tristemente vuoto. Niente chiavi, non qui.
    Ada rolls 5 dice to Investigatopa 8,8,6,7,9 [5 successes]
    Ada rolls 5 dice to Investigatopa mk.2 10,6,5,2,10 [3 successes]

    La cosa del gps l'ho aggiunta senza alcun tiro, visto il tuo punteggio di int e tecnologia ho supposto fosse un info facile da dedurre.
     
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  14. Khai
     
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    La camera d'aria - come si renderà conto a breve - non è l'unica cosa strana; è però presso questa che spende qualche altro momento, cercando di comprendere perché possederne una ma senza la bici.
    Ancora galleggia quel pensiero nella mente quando si scontra con il gps; un permeso dalla compagnia o le chiavi per accenderlo e guardare nell elenco delle destinazioni, o quello dei percorsi preferiti basterebbe, ma... Niente chiavi. Non ancora. Un primo accenno di frustrazione emerge quando emula un accennato sbuffo con il solo movimento delle labbra, ma forse non è nemmeno dovuta alla mancanza di indizi definitivi.
    Quasi in risposta ad un sopito nervosismo, gettatasi sui mozziconi scorge la marca di sigarette; si domanda pigramente perché una cantante di quel calibro dovrebbe fumare una marlboro rossa, ma potrebbe anche essere uno dei vantaggi dell essere ghoul. Difficile dirlo. Paga cara l'inesperienza nelle materie dei Fratelli.

    Riposto il libretto delle istruzioni e richiuse le portiere ed a seguito di queste anche il portabagagli, ad esclusione della torcia, della misteriosa camera d'aria e del volantino, poco altro riesce a definire maggiori dettagli sulla vita della serva di sangue.

    Spegne quindi la luce, e nel percorso fra il garage ed il piano interrato accende la torcia: avendo cura di tenere per il momento il fascio di luce basso, specialmente quando si espone alle finestre più ampie, riattiva l udito sovrannaturale e prende a cogliere quanti più dettagli possibili sulla disposizione degli oggetti, e la loro natura, all interno dell'abitazione.

    Spostandosi da garage a piano interrato, a discrezione del narratore, cerca di definire un primo quadro della personalità di Martha/Katherine basato sulla mera osservazione e percezione empatica.
     
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    Una volta abbandonato il garage prende ad esplorare con cura il salotto, tenendo bassa la torcia. Sembra tutto ben tenuto, a parte uno strato di polvere dovuto alla scomparsa della proprietaria. Un divano a penisola occupa parte dell'ambiente insieme ad un tavolinetto basso e un piano a muro, chiuso e senza spartiti di sorta. Una grossa tv a schermo piatto capeggia il muro ad est, mentre quello a nord è caposaldo di un trittico di ampie finestre. Tendaggi color crema nascondono in parte la vista sul giardino, ma scostandoli è facile notare l'ordinato fronte casa, con le sue aiuole ben curate.

    Qualcosa le suggerisce che la casa non sia molto frequentata, perlomeno la zona giorno. C'è qualche foto di rito, ma si tratta di istantanee all'apparenza recenti; in una posa sorridente con il suo gruppo, in un'altra sembra essere ad una prima, visto l'elegante abito da sera. Forse in un hotel, ma è difficile capire altro. Appeso ad un angolo c'è un'altra foto, questa volta piuttosto sbiadita. Una donna simile a lei posa in modo algido, trafiggendo con gli stessi occhi di Katherine il fotografo. Ha però qualcosa di diverso dalla giovane dispersa, in primis il naso leggermente aquilino, in secundis il mento leggermente più pieno. Che si tratti di una parente?

    Guadagna il centro della sala per avere una visuale d'insieme, raccattare qualcosa di conciso da quell'ambiente sconosciuto. Di certo l'Asservita è una persona che tiene alle apparenze, la casa a differenza dell'auto è tutto tranne che disordinata. L'arredamento è qualcosa che sceglierebbe una donna matura, non una giovane...come un riflesso della vera lei, solitamente nascosta oltre la maschera dell'eterna giovinezza.

    Poi uno scricchiolio, ha calpestato qualcosa. Punta il fascio di luce in terra e nota lievi tracce bianche...porcellana, forse una tazza. Non c'è altro in giro, sembra che il grosso sia stato pulito. Eppure l'odore acre del limone è ancora lì, riesce a sentirlo quando si abbassa verso il tappeto. Da sotto uno dei divani spunta il telecomando della tv, dimenticato da chissà quanto.

    Purtroppo è quasi impossibile capire qualcosa di particolare su una persona guardando solo l'ambiente, e non conoscendola appieno. Facile fare congetture, ma non sicurezze.
     
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111 replies since 7/2/2020, 15:44   1184 views
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