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Dopo svariati minuti di abbandono Ada sembra riprendere la posizione eretta, abbastanza in sé per controllare il Container. Al suo interno varie scatole di alimenti, un sacco a pelo e una borsa contenente le chiavi della macchina di Katherine insieme a quelle di casa, un vecchio copione rilegato di Enea e Didone e una foto di lei e Marcus, sorridenti. Null'altro di particolare o riconducibile, ne è certa.
Dopo appena un minuto dal messaggio la station wagon di Trevor si ferma davanti al container e dopo esser stato fatto entrare esordisce con un deciso: Mh. Nel notare il corpo di Katherine, chiaramente suicida. Rimane fisso sul cadavere per svariato tempo prima di rivolgersi ad Ada, iniziandole a dare direttive per pulire il luogo.
Il cadavere viene avvolto dapprima in un telo di plastica e poi in una grossa borsa con doppio fodero portata da Trevor, mentre il sangue e la scena tutta viene pulita usando acqua e quanto presente nel container. Alla fine tutto ciò di sporco di sangue o fuori posto viene caricato dai due in macchina, consci che solo un'accurata ispezione nel cargo avrebbe portato alla luce le tracce ematiche. Si è uccisa da poco...non abbiamo fatto in tempo. Nel dirlo non la guarda in volto, e assume un tono più piccato del solito. Una sceneggiata che Ada non fatica a notare. Andiamocene via da qui, chiudi tutto...tracce del suo fidanzato?
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Khai.
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Sottrae alla scena i due mazzi di chiavi e l'album fotografico, approfittando delle dimensioni della casacca da sorvegliante per farlo sparire. Come un automa, poi, toglie di mezzo il lucchetto dalla cerniere interne della porta metallica, e resta lì, in piedi, in attesa di Trevor.
Un poco disorientata, come se al momento soffrisse di una sorta di dissociazione, registra sulle prime le parole della Lancia appena sopraggiunta, alle quali risulta sulle prime assente.
...Già. Sfiata in risposta all uggiolìo di trevor, inarcando appena le sopracciglia. Le istruzioni del malkavo vengono eseguite alla lettera. Anche qui si presta a movimenti quasi automatici, come se il lavoro manuale e la ripetitività la aiutassero a metabolizzare il grumo psico-emotivo. Posizionare al cento del telo, piegare ed avvolgere. Sollevare in coordinazione il corpo da disporre nel borsone e chiudere. Caricare tutto sul bagaglialio, pulire, pulire, pulire...
Sigillato di nuovo il container con il lucchetto, lo priva della bolla di carico, ed a quel punto non resta che salire in auto. Nell'abitacolo, spia il volto di Trevor. Una sceneggiata? Possibile. Sembra un medico, ed in terra non c'era tutto il sangue che ci si aspetterebbe di trovare da qualcuno che si è tagliato il polso a quel modo. Lo guarda, e gli angoli della bocca le si arcuano impercettibilmente all insù. Ha cercato di entrarmi di nuovo in testa. Lei lo ha notato, ed è finita per crollare del tutto. Emette in modo ben meno vivace rispetto a quando interpretava la mogliettina di Cicci. No. Morbido diniego. Ma sono riuscita ad obbligarla a dirmi delle cose, prima che morisse. Lui non sa nulla. Sa solo che... Alza e riabbassa le spalle, debolmente. Insomma, che non stava bene di testa. Ha cercato solamente di aiutarla. Distoglie le pupille da Trevor, guardando ora oltre il parabrezza. Se si farà vedere, lo indurrò a dmenticare alcuni particolari, e per tutti sarà come se nulla fosse successo. Da lì il silenzio. Trevor - come sembra essere poi il suo carattere - non è molto comunicativo, e lei d'altro canto, ha una mente affollata ed una ferita all'animo.
...Che storia di merda. Biascica. Ti ammiro. Non tutti avrebbero lo stomaco di fare questa roba. Di lì, si zittisce. Quel che il suo viso lascia intendere che desideri, non è altro che la strada di notte che si consuma, kilometro dopo kilometro.SPOILER (clicca per visualizzare)Note equip;
Taser
Chiavi Fragile Box
Chiavi auto e casa di Kath
Copione Enea e Didone rilegato
Foto di Katherine e Marcus
Bolla di carico
Uniforme sorvegliante. -
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Una volta richiuso il container e caricato tutto in macchina i due inforcano la via tra i capannoni, diretti verso il cancello. Lì una veloce chiacchiera da parte dell'uomo con il sorvegliante -alquanto imbambolato- prima di uscire dal complesso e avanzare a velocità sostenuta non per l'autostrada ma per vie meno frequentate. Non ricorderà nulla, ne ci saranno registrazioni di mezzo. Probabilmente quando il container arriverà a destinazione si renderanno conto che qualcuno ci ha vissuto per un po', ma non potevamo fare di più. Al suo diniego non sembra reagire, che se la sia bevuta? Difficile dirlo, in fondo conosce così poco quel Fratello...
E' il mio lavoro. Come tu hai dovuto farlo per rimanere qui in città anche io l'ho fatto per miei obblighi. Non c'è nulla da ammirare. Cambia marcia, il motore risponde con un'alzata di giri. Questi problemi si ripresentano di tanto in tanto, e spesso vengono risolti con una dura passata di spugna. Ma non essendo un Brujah preferisco usare il cervello per risolverli, tutto qui.
Ora andremo verso l'Eliseo, ti lascerò lì in modo che tu possa presentarti e chiudere la faccenda. Del corpo e del resto me ne occuperò io, per gli altri tu hai svolto solo un servizio privato al clan, roba di poco conto. Siamo d'accordo?
Fuori dall'abitacolo in corsa prende piene una tenue pioggia primaverile, che distorce i riflessi oltre il parabrezza. Come se tutto ciò che fosse avvenuto fosse un qualcosa labile per il mondo la fuori, qualcosa da lavar via e infine dimenticare.SPOILER (clicca per visualizzare). -
Khai.
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La cauta marcia della station wagon dai vetri oscurati rallenta nei pressi della guardina. Un breve scambio fra guidatore e bambolone dominato. In fondo l'unica balla riguarda "l'obbligo" che la stessa Babele le avrebbe imposto. Ma non importa, tanto più che l'altro non sembra neppure intenzionato a torchiarla... Almeno per ora. Direi di no, per essere una pulizia frettolosa siamo stati persino precisi. Allunga una mano verso il disinfettante, vi preme, comincia a tergersi.
Se ne sta lì seduta ad ascoltarlo districarsi dal complimento. Sa essere persino buffo, tanto che le strappa un breve sorriso un poco più netto del precedente. Per questo. Hai il sangue freddo per gestire simili situazioni limitando i danni. Spiega. So che è il tuo lavoro, ma secondo me hai anche talento. Lascia cadere il discorso; una semplice constatazione.
L'auto che accelera le risulta piacevole, come la corsa notturna: la velocità le da la sensazione che le si possa scollare di dosso il catramoso carico che ora si porta dietro. Un'altra piacevole illusione.
Se sei sicuro che non hai bisogno di una mano. Una pausa. Il peggio è passato, il resto non sarebbe un problema. La nuca rotola sul poggiatesta; visuale che dalla strada passa di nuovo al guidatore. Siamo d'accordo. Accenna al finestrino. Ti scoccia se lo apro di poco?
Se non interpellata, per il resto della corsa resterebbe in silenzio. In questo, tuttavia, comincerebbe ad aprire pian piano il rubinetto di quanto immagazzinato da Katherine, sfogliando come pagine di un libro attraverso il proprio subconscio sensazione dopo sensazione, ricordo dopo ricordo. Goccia di pioggia dopo l'altra.. -
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Il viaggio proseguì senza sosta e in silenzio fino al loro arrivo nel quartiere francese, in una traversa nei pressi dell'Hotel Monteleone. Dopo averle spiegato come presentarsi ed essere ammessa nell'Eliseo per presentarsi finalmente allo Sceriffo Banks la salutò e ingranò la marcia, portando con sé il corpo di Katherine.
Erano state delle notti strane, che l'avevano messa alla prova in modi che mai si sarebbe immaginata. Eppure qualcosa le era rimasto, un peso nel cuore difficile da scordare e l'onere di entrare finalmente in quella strana e malata società.SPOILER (clicca per visualizzare). -
Khai.
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Incurante delle rare gocce di umidità che di tanto in tanto filtrano dal finestrino di poco dischiuso, resta per molti minuti in quello stato quiescente, sognante; ripercorre le sue ultime notti? O magari quelle della ghoul? Ella le parla, le sussurra, o semplicemente è venuta in essere nella sua mente, per maturare durante il torpore diurno e distaccarsi dal proprio albero al successivo crepuscolo?
Le luci di New Orleans, che attende la station wagon a braccia aperte, la scuotono da quella sinistra ed insondabile immobilità.
Il Monteleone fa mostra di sé, l'auto rallenta e si ferma lì nei pressi. Babele slaccia la cintura ed aperta la portiera discende, senza una parola, e lì lungo la stada esita, pensando a quella società tanto interessante dal punto di vista antropologico, e del quale sta per entrare a far parte a tutti gli effetti. Un pensiero familiare, "da lei", che emerge dalla parentesi muta e tutta riflessiva.
Si china per sbirciare un'ultima volta dentro l'abitacolo. Ci vediamo, Big T. Gli sorride, raddrizza il busto e fatto un passo indietro richiude la portiera. Mentre attraversa la strada così da guadagnare l'ingresso dell eliseo, insegue i fari rossi della station wagon con gli occhi, fino a che non scompare ad una svolta.SPOILER (clicca per visualizzare)Una splendida, piccola Odissea. Vado a leggerla! Grazie, per il tuo tempo e la tua dedizione!.
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