Rifugio Rebecca Waugh

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    Sentendo i passi sulle scale, scattai a guardare in quella direzione. Vidi Abby lì in cima, con l'aria seccata tipica di chi, per delle stupidaggini procastinabili, era stata interrotta mentre faceva qualcosa di importante. Fatto stava che la mia motivazione non fosse né stupida né rimandabile: esigevo sapere dove fossero finite le mie cose, ancor più di chi fosse entrato in camera mia e ci avesse messo sopra le proprie sporche mani. Rivolsi del tutto il corpo verso la mia coinquilina e iniziai a gesticolare.
    - Io non ho perso proprio niente, è sparito un intero cassetto di roba mia. Tutta la mia biancheria, ogni-singolo-pezzo, non c'è più. Quando sono uscita di casa prima di pranzo era tutto a posto quindi non venirmi a parlare di "perdere cose" a caso - e indicai col braccio la porta della mia stanza, come se da lì sopra lei potesse vedere che stessi dicendo il vero. Perchè Abby quel giorno aveva deciso di mettere a dura prova la mia resistenza?! Trovava forse divertente vedermi incazzata nera? Cos'era, aveva già dimenticato? Io no. Ragion per cui feci un respiro profondo, tornai a guardare verso la mia camera con le mani sui fianchi.
    - Ti ho solo fatto una domanda, non ricominciare - provai a mediare, a tenere a bada il fuoco rosso che sentivo cominciare ad accendersi e bruciare. Il problema era che, maledizione, se lei era stata in casa tutto il giorno insieme a quel tipo nessun altro poteva essersi introdotto in casa senza essere visto né sentito. Sospirai.
    - Se non sei stata tu allora vuol dire che qualcun altro è entrato nella mia stanza senza permesso, oggi. - con lo sguardo e un'alzata di sopracciglio piuttosto eloquente allusi all'energumeno senza cervello con cui si trastullava.
    - Non è entrato nessun altro in casa, giusto? L'idraulico forse? -
     
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    Abby si bloccò sulle scale mentre scendeva ascoltando le parole dell'altra.

    No Becca, non è venuto nessuno apparte...
    Apparte Matt ovviamente...


    Esitò per un secondo come se stesse riflettendo sulla reale possibilità che la sparizione della biancheria di Rebecca fosse opera di lui.

    Ma non può essere stato lui!
    Siamo stati insieme tutto il tempo, e poi non farebbe mai una cosa del genere!

    Aggiunse quindi, desiderosa di discolpare il proprio "compagno" da quella possibile colpa pronta a ricadergli troppo facilmente addosso.

    Riprese quindi a scendere i gradini.
    Arrivata al salotto si diresse verso la porta della camera con l'intenzione di dare uno sguardo dentro come se guardare potesse aiutarla a capire.

    Non so che dirti...
    Dopo che sei andata via e prima che arrivasse Matt sono uscita per una passeggiata, sarò stata via un'oretta.


    Dopo aver dato uno sguardo all'interno più per curiosità che altro, Abby si voltò verso Rebecca.

    Ma ti pare?
    Cioè...

    Cioè.. Qualcuno ha aspettato la fuori che io uscissi per venire qui a rubarti le mutande?

    E se fosse entrato mentre ero ancora in casa?!?

    Concluse quindi guardando l'altra con aria preoccupata, ma anche un pò arrabbiata, come se la presenza di un possibile psicopatico fosse responsabilità di lei.
     
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    L'ipotesi che fosse stato Energumeno non scemò soltanto perché Abby gli fornì una sottospecie di alibi. "Siamo stati insieme per tutto il tempo", "non farebbe mai una cosa del genere" gne gne gne. Le lanciai un'occhiata torva e sospettosa mentre si avvicinava e sporgeva sulla mia stanza.
    Pensare che qualcuno, un perfetto estraneo, avesse invaso il mio spazio sacro e toccato le mie cose mi faceva sentire automaticamente sporca ed esposta, debole. Oltre che incazzata perché non avrei più vissuto quelle quattro mura con la stessa necessaria spensieratezza. Portai le mani sui fianchi e assunsi una posizione agguerrita. Non sapevo se il troppo sesso di quel giorno l'avesse rincoglionita più del solito o semplicemente volesse contraddirmi, anche davanti all'ovvio, per il puro piacere (idiota) di farlo.
    - Quanta fiducia mal riposta, dio santo. Non lo farebbe mai... che cliché - roteai le iridi, seccata in modo palese.
    - Neanche il parroco della Chiesa di mia madre sembrava un pedofilo. Una così brava persona, tanto devota! Eppure... Dovresti aprire gli occhi, Abby: la vita fa schifo, l'umanità fa schifo, non siamo dentro la serie dei My Little Pony. -

    Le diedi le spalle ed andai a sedermi sul divano; le mani tra i capelli. Niente: quel giorno l'universo intero si era messo d'impegno per mettere alla prova la mia s-fiducia negli esseri umani. A differenza di qualcuno che credeva negli esseri umani, io avevo avuto l'ennesima conferma che facessero tutti schifo e che le poche rarissime perle esuli da quella merda non avrebbero compensato il marcio neanche nelle prossime trenta reincarnazioni.
    Abby non era la sola ad essere preoccupata, lo ero anch'io. Alzai gli occhi su di lei.
    - Hanno preso anche una mia foto - e pensai alla tristemente nota fama degli abitanti di New Orleans di praticare il voodoo. Per quello però avrebbero dovuto prendere anche dei capelli, uno spazzolino... Di certo non della biancheria pulita. Non se ne sarebbero fatti niente.

    - Prestami qualcosa di tuo. - me ne uscii di punto in bianco.
     
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    Senti, cazzate a parte, Matt lo hai visto anche te quando è andato via, non aveva niente con se se, dove se le sarebbe nascoste tutte le tue cose?
    Voglio dire, hai tonnellate di roba in quei cassetti, non poteva certo nascondersi tutto nelle tasche dei jeans!

    Tuonò Abby di fronte alla risposta cinica della coinquilina, portando al contempo un'argomentazione sensata alla sua tesi. In effetti la refurtiva avrebbe occupato un discreto volume, sarebbe servita quantomeno una busta di grandi dimensioni per metterci tutto. Matt andando via non aveva nulla con se, neanche il suo solito giubbetto da fighetto col quale si spaccia per mezzo italiano... Dove poteva nascondere tutte quelle cose se portava solo un paio di jeans ed una t-shirt bianca aderente?
    Inoltre, sarebbe stato il primo ad essere ritenuto responsabile, quindi non sarebbe stata certo una mossa saggia da parte sua... E per ottenere cosa in fondo?
    Se nutriva una qualche perversa fantasia verso Rebecca, non era certo facendosi cacciare di casa a pedate che l'avrebbe alimentata. Avrebbe magari agito in modo più sottile, prendendo ad esempio un solo pezzo, magari dalla biancheria sporca, cosi da minimizzare le possibilità di essere scoperto...
    No, sembrava l'opera di qualcuno che aveva trovato finalmente l'occasione della vita per entrare e si era letteralmente fatto prendere la mano arraffando tutto come un bimbo in un negozio di caramelle.

    L'ipotesi di aver già trovato il responsabile iniziò quindi a perdere di credibilità persino per Rebecca, la quale non nutriva certo stima verso quel teppistello. Per quanto stupido lo ritenesse, lo faceva più furbo di cosi.

    Quando Rebecca accennò alla foto, Abby la raggiunse al divano. In modo amichevole le pose le mani sulle spalle accennando una specie di massaggio per farla rilassare.
    Che situazione del cazzo...
    Disse dispiaciuta - quasi con fare materno - mentre coi pollici le massaggiava la parte bassa del collo. Era evidente che anche Abby non avesse idea di cosa fare e come reagire a quella situazione, e pareva anche lei abbastanza scioccata dall'accaduto. Più passava il tempo più pareva realizzare quanto successo.


    Certo certo, non preoccuparti... Prendi quello che ti serve, non c'è problema... Vieni
    Rispose alla richiesta di Rebecca. Si incamminò quindi verso le scale, imboccando la direzione della propria camera, invitandola al contempo a seguirla con un cenno della mano.
     
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    La riserva verso l'Energumeno, così cieca e pregiudizievole, si affievolì man mano che i minuti passavano. Stavo elaborando i tanti modi in cui Matt avrebbe potuto in realtà ovviare alla situazione e continuare il battibecco con Abby fino a che non saremmo giunte entrambe alla stessa conclusione ed avrei potuto esclamare un "Te l'avevo detto!" grosso quanto una casa ma alla fine, con le mani tra i capelli e il pensiero rivolto altrove (soprattutto all'insofferenza che oramai provavo nel restare tra quelle quattro mura, non sicure), mi trovai a concordare con lei e stare in silenzio. Le avrei certo ricordate e tirate fuori a tempo debito ma, pensandoci bene sopra, fossilizzarmi su una sola persona per una banale antipatia non era una mossa molto saggia. C'era davvero un mare di possibilità.

    Appoggiai il mento sul palmo e apprezzai molto le carezze della mia coinquilina; mi aiutarono a distendere i nervi tesissimi e ricordare quanto le volessi bene, sotto la scorza burbera che ci portava a bisticciare anche animatamente. Eravamo coinquiline e in due anni avevamo stretto anche una modesta amicizia, mi ero affezionata a lei.
    - Se solo avessimo installato delle telecamere - mormorai stando ancora piegata in avanti, prima di alzare gli occhi su di lei e sospirare rassegnata all'eventualità che una o più persone là fuori si stessero spartendo il ricco bottino per farci chissà che cosa. Magari avrebbero messo tutto in vendita online, nella "migliore" delle ipotesi. La peggiore prevedeva riti strambi ai miei danni.
    - Dovrei dare un'occhiata su internet, potrebbero averli messi in vendita online... Non mi da fastidio che mi abbiano preso tutto, ma che uno sconosciuto abbia messo le mani nelle mie cose e per farci chissà che cosa. Non toccherò più niente lì dentro. - mi lasciai andare ad un piccolo sfogo, piuttosto intriso di pessimismo e catastrofismo anche, arrivando a scuotere la testa e rimuginare ancora ed ancora sull'accaduto.

    Finché non mi ridestai e chiesi ad Abby di prestarmi qualcosa di suo.
    - Uno slip andrà bene. Devo uscire - tornai in piedi ed abbassai un po' la canottiera sulle cosce, seguendola su per le scale fino in camera sua.
    - Tu hai controllato di avere ancora tutto? -
     
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    Non ho controllato bene.. Però quando mi sono cambiata le cose c'erano...

    Ora dovrò controllare tutta casa!

    L'idea che qualcuno abbia messo le sue mani tra le nostre cose..
    Brr..
    Non mi ci far pensare...

    Dovrò sterilizzare tutto!

    Parlottò tra se e se mentre le due si avviavano al piano di sopra.

    Giunte in camera di Abby questa andò dritta ad un cassetto per poi aprirlo e rimanere per un attimo a guardarne il contenuto con aria sospettosa, come cercando qualcosa di mancante, fuori posto o generalmente anomalo.

    Vediamo.. No, sembra esserci tutto...
    Disse tra se e se pensando a quali slip darle mentre controllava che effettivamente non le fosse sparito nulla.

    Scegli te quelle che preferisci, hai un incontro piccante con qualche bel fusto?
    Scherzò complice mentre le faceva cenno di avvicinarsi al cassetto per scegliere quelle che preferiva, in effetti ce n'era per tutti i gusti ed occasioni.


    Nel frattempo che Rebecca si avvicinava al cassetto Abby iniziò a curiosare per la stanza con cura, cercando di capire se l'intruso avesse messo mano anche tra le sue cose. Difficile a dirsi considerando che a differenza di quella di Rebecca, camera sua era decisamente disordinata.
     
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    - Già - fu l'unico commento che pensai di rivolgerle mentre la seguivo su per le scale con rinnovata energia. La nostra casa aveva davvero bisogno di una sterilizzazione generale (non avrei toccato più nulla con quei presupposti); prima però avremmo potuto chiamare la polizia. Magari chi si era introdotto in casa aveva lasciato delle tracce e grazie a quelle ne avremmo potuto scoprire l'identità, oltre che a risalire alle mie cose (forse) e tornare a vivere tranquille e al sicuro.
    - Dovremmo chiamare la polizia... Chiunque sia entrato potrebbe avere lasciato tracce... che so, qualche capello o impronta -
    Mi ritrovai così nella sua camera. Il disordine che vi regnava, di sicuro più che nella mia, era proprio un pugno nell'occhio ma rispecchiava molto l'essenza di Abby.
    Mi indicò il cassetto dove teneva la biancheria e, dopo una rapida occhiata per sincerarsi che non fosse stata anche lei una vittima in quella situazione inquietante, mi lasciò il posto e lo fece con una battuta non del tutto campata per aria.
    Non parlavo con nessuno della mia vita sentimentale o dei miei incontri in generale; erano privati e non vedevo una ragione valida nel doverli spiattellare ai quattro venti. In genere tagliavo corto e mettendo su una poker face anche piuttosto efficace; quella volta però mi sfuggì un sorrisino involontario anche a causa di una torsione viscerale solo a pensare che sì, avesse dannatamente colto nel segno. Iniziai a rovistare superficialmente nel cassetto, sotto sopra già di suo. Come faceva a trovare le cose in quel caos?! Ne alzai un paio, salvo poi lasciarle ricadere tra le altre, insoddisfatta. Spostai i capelli dietro l'orecchio e continuai a cercare senza risponderle. Purtroppo il silenzio non sarebbe bastato a camuffare l'espressione sognante che mi era spuntata sul viso.
    - Come se dovessi per forza incontrare un uomo per mettere un perizoma di pizzo. Eddai Abby! La prima regola è fare tutto per se stessi. Se poi c'è qualcun altro che può vederlo e apprezzarlo, ben venga - e ammiccai complice voltandomi a cercarla con lo sguardo
    - Ma è comunque un fattore secondario - ne tirai fuori una, nera e senza cuciture, non esageratamente striminzita ma di sicuro interessante. Chiusi il cassetto con entrambe le mani, stringendo lo slip nella mancina, e tornai a rivolgermi a lei. Avevo ritrovato tutta la fretta precedente l'amara scoperta. Volevo precipitarmi al Larry Flint's, magari bere qualcosa che potesse farmi dimenticare l'accaduto e sì, anche sfogarmi perché diavolo quel giorno me ne stava accadendo di ogni. Per come la vedevo avrei davvero dovuto sporgere denuncia per l'intrusione e installare delle telecamere. Addirittura assumere una guardia del corpo che potesse proteggermi, se fosse stato necessario. Sì, senza dubbio: la precauzione non era mai troppa.
     
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    Il siparietto tra le due coinquiline andò avanti, la ritrovata armonia permise ad entrambe di affrontare e superare lo shock iniziale per quell'intrusione, andando poi a ragionarci su in maniera più lucida e razionale.

    Concordarono che fosse il caso di chiamare la polizia, ma Rebecca aveva un appuntamento ed era già in forte ritardo, cosi Abby si offrì di occuparsene lei lasciando all'altra modo di proseguire i propri piani per la serata. Tutto sommato, sebbene bisticciassero spesso per le questioni domestiche, Abby era anche una buona amica e visto il pessimo periodo dell'altra pensò che valesse la pena occuparsi lei di quella magagna e dare modo a Rebecca di andare a quell'incontro a cui era evidente non vedesse l'ora di presentarsi.

    Preparatasi per uscire, prese le chiavi dell'auto e si mise in movimento per raggiungere il locale di Jax.

    Continua qui
     
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