Kermit's Tremé Mother-in-Law Lounge

Jazz Club

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Di carattere ero veramente tanto volubile: un secondo prima dolce come un bon bon, quello dopo scontrosa come Brontolo. Niente di male fin lì ma si sapeva: i problemi non venivano mai da soli. Già, perché bastava pochissimo a farmi tirare fuori un lato manesco e infuocato. Davvero, uno schiocco di dita.

    Non riuscivo a capire se fosse un tentativo opinabile di prendendermi per il culo o se trovasse la tematica della strumentalizzazione del corpo femminile abbastanza ridicola da scherzarci sopra. E già lì... Mentre se la rideva di gusto, io iniziavo a sentire il sangue ribollire nelle vene. Lunatica e fumantina, una combo micidiale. Chiaro che i miei rapporti non funzionassero.
    Gli lanciai un'occhiata confusa.
    - Lo trova divertente? - non volevo ancora ammazzarlo a sediate - sapevo perdonare delle uscite infelici dopo un buon recupero - ma il mio atteggiamento e modo di recepire stava iniziando a cambiare, anche per via dell'alcool. Avevo sulle labbra un ghigno nervoso e gli occhi in cerca dei suoi, con spavalderia. La parte peggiore, comunque, venne dopo.
    CITAZIONE
    devo ammettere che se strumentalizzassi lei il mio locale farebbe un bel salto di qualità!

    Il sorrisetto nervoso si fece più ampio; mi mossi sulla poltroncina come se avessi del pepe sotto al culo e spostai lo sguardo su Kermit, impegnato in un assolo. Mi lasciai andare anche a una risatina.

    - E come intenderebbe farlo? Mettendomi su un cubo in perizoma e copricapezzoli? O magari in una di quelle gabbiette sospese...
    Ci sono: un gigantesco e sessualizzato poster pubblicitario -
    domanda trabocchetto, O'Neill. Super trabocchetto perché dal tono di voce e i gesti, niente lasciava presagire la possibile trasformazione in Carrie. Sembravo reggergli il gioco: tono di voce ancora basso, labbra distese, sguardo dritto nel suo. Sembravo.

    Le vampate di calore non aiutarono. Avevo il decolletè e la fronte imperlati di sudore, guance e orecchie rosso acceso. Alla considerazione sul whiskey non risposi, preferendo metterlo da parte e dedicarmi a sollevare i capelli dietro la nuca e sventolarmi la mano sinistra davanti al viso. Se avessi continuato a bere, A) avrei finito col vomitargli sulle scarpe e B) mi sarei fottuta lo stomaco. Meglio smettere, almeno con quella roba.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    [.STAFF.]
    Posts
    3,474
    Location
    Roma

    Status
    Dead
    Jackson ascoltò le sue parole in silenzio, senza dire o fare assolutamente nulla. Si limitava a guardare un punto imprecisato davanti a se, in direzione del palchetto, senza mostrare il minimo ripensamento per quanto detto fino a quel momento.

    2021-01-11 17:49:05 Rebecca rolls 4 dice to Empatia (Diff 9) 1,2,10,4 [failure]


    Lo stato mentale della giovane era abbastanza alterato. Il nervosismo che le era montato per quelle ultime battute e gli effetti blandi dell'alcol che iniziavano a farsi sentire la resero decisamente molto infiammabile ed al contempo poco incline a recepire e comprendere gli stimoli esterni. Forse fu per questo che Rebecca differentemente da prima non colse alcuna emozione o sfumatura, palese o meno che fosse, nello sguardo di O'Neill.

    Quello che però non potè non notare fu il fatto che Jackson rimase per alcuni secondi in silenzio dopo le sue parole. Differentemente da quanto fatto in precedenza non si era voltato verso di lei, ne per ascoltare le sue parole, ne tantomeno per rispondere.

    Lei ha il furore della gioventù, le certezze di chi conosce il mondo e la spavalderia di chi ha ragione.
    La voce, il tono e l'espressività di Jackson lasciavano intendere che fosse amareggiato, o forse sarebbe stato più giusto dire rattristato. Non era chiaro però alla giovane cosa avesse scatenato quel cambio di umore nell'uomo.

    Si voltò verso di lei, ed i loro sguardi si incrociarono di nuovo.
    E'più facile spezzarla che riuscire a piegarla...

    Siamo uguali noi due.


    Rimase forse un paio di secondi a fissarla negli occhi prima di allungare la mano a riappropriarsi del bicchiere di whiskey da poco accantonato da Rebecca. Lo ruotò su se stesso un paio di volte come se volesse mescere ed ossigenare il distillato prima di riportarselo con quella stessa ritualità già vista sotto al naso ed annusarne l'aroma.

    Tornò a voltarsi verso il palco, rimanendo per qualche secondo in silenzio evidentemente perso nei propri pensieri. Lo sguardo perso sul liquido ambrato nel bicchiere che continuava ad oscillare nella sua mano.

    Mi dispiace, davvero.
    Aggiunse poi. Rebecca seppur non perfettamente lucida ebbe la sensazione che c'era dell'altro sotto. Quel "mi dispiace" per come era stato pronunciato non le dava la sensazione di essere legato alle battute di poco prima.

    3000! 😬😎


    Edited by Lopensky - 12/1/2021, 03:28
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Evoluzioni - o degenerazioni, più corretto - come quella avuta con Jackson erano una conseguenza piuttosto solita nelle mie interazioni sociali. Dal vivo o sui social non faceva poi molta differenza: non le mandavo certo a dire se qualcosa urtava la mia suscettibile sensibilità, forse partendo in quarta a volte ma ero fatta a quella maniera. Ero coerente, non come i leoni da tastiera che seduti comodamente sul divano di casa me ne dicevano di tutti i colori e poi di persona tentavano di giustificarsi in modo quanto meno ridicolo e non sapevano più dove nascondersi. Avevo l'ardire di affrontare chiunque con le stesse modalità (e scarsa diplomazia, a mio discapito).
    Tra noi la cosa - per (s)fortuna - si risolse nel giro di qualche battuta: mentre io preparavo l'artiglieria sottobanco ed ero pronta a iniziare una vera e propria guerra all'ultimo sangue, lui si rabbuiò costringendo anche me a smorzare i toni. Tornò ad essere malinconico, amareggiato, dispiaciuto per qualcosa di sicuro non legato all'uscita infelice di poco prima. Ero brilla e molte cose potevano anche passarmi inosservate, ma quel cangiamento sarebbe stato praticamente impossibile non notarlo. Non si rimangiò niente e se avessi voluto continuare avrei potuto appellarmici eccome a quel dettaglio, ma sembrò così a terra che indugiai.

    Il palco era diventato di punto in bianco più interessante; avrei guardato ovunque piuttosto che lui. Che fosse chiaro: non mi ero incazzata con Jackson perché gestisse un night club o desse da lavorare a qualche ballerina mezza nuda su un cubo, per me non c'era alcun problema fin tanto che c'era rispetto per le lavoratrici consenzienti e venissero pagate abbastanza. Che ballassero in perizoma e copricapezzoli mi poteva stare bene se faceva parte dello spettacolo - l'arte dopotutto aveva innumerevoli forme d'espressione -; assolutamente no se quelle stesse donne dovessero vedersi trattare come pezzi di carne, senza una testa pensante e una dignità. Avevo una mente molto aperta: una donna poteva fare quel che voleva della sua vita, perfino la prostituta, l'importante era che fosse rispettata sempre. Ciò che mi aveva infastidita di tutta la situazione era stata la pessima scelta di parole.

    - Le dispiace. Lo credo bene - canzonai sulla poltroncina, toccandomi di nuovo i capelli e portandomeli dietro le orecchie, senza guardarlo più dopo averlo visto annusare di nuovo il liquore.
    Ma che cazz, bevi no?! Cosa mi annusi Avevo caldissimo. E poi da dove viene fuori questa frase ad effetto, un biscotto della fortuna? e mi sfiorai il ciondolo della collana, tenendolo fra le dita per giocarci un po'. Volevo starmene zitta, lasciar morire lì la cosa... ma un bambino che passa davanti a un negozio di giocattoli può resistere alla tentazione di entrarci? No.
    - Tutto qui? Le dispiace? - Scossi la testa e scrollai le spalle. I vestiti cominciavo a sentirmeli appiccicati addosso ed era una cosa che non sopportavo: nervosismo su nervosismo, l'ideale proprio.
    - Stronzo - a bassa voce ma udibilissimo. Appoggiai entrambi i gomiti ai braccioli, accavallai le gambe e assunsi una posizione da regina. Sì, dei serpenti. Che peccato, prometteva così bene. Umettai le labbra e lo osservai con la coda dell'occhio un paio di volte, come se aspettassi un suo passo falso per attaccare e mordere come una vipera velenosa.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    [.STAFF.]
    Posts
    3,474
    Location
    Roma

    Status
    Dead
    La provocazione bella e buona della giovane colse decisamente nel segno. Quale che fosse il suo scopo con quella stilettata aveva di certo innervosito l'altro che di colpo si girò e la fulminò con lo sguardo. Sebbene fosse rivolta verso il palchetto in quel momento percepì quello sguardo su di lei alla perfezione. Non era una bella sensazione, affatto. Se fino a quel momento c'era stata della tensione di fondo tra i due, se quell'uomo con la sua sola presenza le aveva sempre stuzzicato i sensi facendole circolare in corpo più adrenalina del normale, adesso era tutt'altra faccenda. Non era uno sguardo facile da sopportare quello. Ebbe la quasi certezza che l'altro stesse per saltarle letteralmente alla gola, più o meno quel che proverebbe un cucciolo di gazzella trovandosi davanti ad una leonessa in caccia. Un profondo e primordiale brivido di paura le corse lungo la schiena.

    Grazie...
    Le disse. La sua voce era strana, diversa rispetto a prima. Aveva qualcosa di più profondo e più cupo. Fortuna sua che era ancora rivolta verso il palchetto, cosa che le permise di non vederne il volto.

    Iniziavo a sentirmi in colpa.
    Aggiunse poi, mentre la voce assumeva man mano una strana sfumatura sadica. Rebecca, forse complice il suo stato alterato rimase letteralmente pietrificata.

    Si alzò quindi in piedi con aria visibilmente innervosita, rivolgendo lo sguardo e l'attenzione verso il palchetto dal quale Kermit continuava ad esibirsi, ormai mero sottofondo ovattato di un dialogo che assorbiva ogni cosa come un buco nero.
    Se vuole scusarmi, credo di essere io ad aver bisogno di una sigaretta ora...

    Spero proprio di trovarla ancora qui al mio rientro.

    Concluse quindi, avviandosi poi verso l'uscita, portando con se il bicchiere di whiskey.

    Rebecca rimase bloccata, seguendo con lo sguardo l'uomo avviarsi verso l'uscita senza riuscire a formulare nessun pensiero di senso compiuto. Questo finche Jackson non fu uscito. Solo allora il suo corpo si rilassò, restituendole un minimo di lucidità.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Credevo di avere sempre ragione, a prescindere; di essere libera di dire quello che volevo e come lo volevo per farmi ascoltare e far valere la mia autorità. E poi, cosa più importante, i dibattiti animati mi divertivano. Una parte di me godeva proprio nel litigare; certo, fisicamente mi portava dei disagi postumi quando la discussione si faceva accesissima (emicrania e nausea soprattutto) ma la soddisfazione di vincere - o più semplicemente viverli - li valeva tutti. Far sentire la mia voce era molto importante e qualunque fosse stato il prezzo per farlo l'avrei pagato. Non lo facevo solo per una questione ideologica; era la più quotata ma non l'unica. A volte litigavo per accendere la passione; che potevo farci, mi piacevano i drammi.

    La paura, quella non mancava mai. Puro istinto di conservazione, suggeriva entro quali limiti rimanere per sopravvivere tuttavia non l'avevo mai usata come scusa per fermarmi di fronte alla difficoltà.
    Durante quella serata non c'era stato un momento in cui non ne avessi avuta. Mi aveva accompagnata in strada, nel corso dell'incontro con Kermit e anche nelle fasi iniziali della chiacchierata con Jackson ma la vera e propria esplosione di terrore l'assaporai dopo aver dato all'irlandese dello stronzo. Non gli era andata giù e mi aveva rivolto uno sguardo a cui nessuno mai prima era arrivato. Non l'avevo visto direttamente (per fortuna) ma, se con la coda dell'occhio mi aveva portata a irrigidire spalle e gambe e stringere d'istinto le mani alle estremità della poltrona, doveva essere stato tremendo. Mi ero sentita in pericolo, davvero, infatti non osai rispondergli né guardarlo. Di lui vedevo solo una porzione d'immagine poco nitida che si muoveva al mio fianco. Perfino la voce era diversa, cattiva.
    Incapace di muovere anche un solo muscolo, trattenni il fiato finché non fu abbastanza lontano e ripresi a respirare quando lui era ormai vicino alla porta. Mi voltai di scatto a cercarlo: intercettai la sua chioma rossa sparire dietro l'uscio.
    Cazzo.
    Cazzo.

    Sprofondai nella poltrona - scivolando il avanti col sedere - e appoggiai la testa sul pugno sinistro. Indisporre il portavoce dei finanziatori del concerto, bella mossa. Mica era colpa mia se aveva scelto le parole più sbagliate possibili? Ma poi sentirsi in colpa di cosa?

    Aprii la porta e tornai sul marciapiede, il passo abbastanza deciso e svelto anche se un po' barcollante. Mi fermai sotto la luce del lampione, con le braccia incrociate, ad almeno una decina di passi da Jackson. Lo sguardo sulla strada come in attesa di qualcosa. Aspettai un minuto abbondante prima di dirgli con tono neutro:

    - Pessima scelta di parole -

    Era un mio tentativo di recupero. Forse.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    [.STAFF.]
    Posts
    3,474
    Location
    Roma

    Status
    Dead
    Jackson era poggiato ad un muro nella penombra, e fumava una sigaretta con lo sguardo perso verso un punto imprecisato in fondo alla strada. Si era allontanato di circa una trentina di metri dall'ingresso del lounge, evidentemente in cerca di un pò di tranquillità per calmare i nervi saltati nel locale.

    Quando Rebecca uscì dal locale il rosso si voltò verso di lei notandola, attirato evidentemente dal rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle. A sua volta la giovane scrutò i marciapiedi all'uscita in cerca dell'altro, trovandolo dopo qualche secondo di ricerca. Era piuttosto defilato, in una zona decisamente poco illuminata, tanto che se non l'avesse cercato attivamente, probabilmente neanche avrebbe notato la sua presenza.

    Nella penombra non le sfuggì comunque il fatto che questi, quando lo trovò con lo sguardo, la stesse già osservando.

    Fece la sua mossa, solleticando la sua attenzione con delle parole neutre, le quali, rispettando in pieno il suo stile, potevano valere tanto come delle scuse, quanto come un'ennesima provocazione.

    O'Neill rimase per un attimo impassibile, per poi accennare un sorriso e farle cenno con la mano di raggiungerlo. Rebecca con passo cauto e incerto si incamminò quindi raggiungendo il rosso li dove si trovava. Ad ogni passo il suo istinto, ancora terrorizzato dai momenti vissuti pochi istanti prima, le gridava a gran voce di fermarsi. Ma nonostante l'istinto dicesse no, la mente era muta, e il suo corpo continuava a mettere un piede davanti all'altro finchè non si ritrovò li con lui, quasi al buio, lontano da chiunque avesse potuto aiutarla qualora fosse successo qualcosa.

    Jackson prese una profonda boccata dalla sigaretta, e dopo qualche secondo espirò. Il fumo lentamente si dissolse spostandosi pian piano verso l'alto.
    Volevo proprio vederti bruciare...

    E..
    Cazzo...

    Mi hai scottato!

    Il tono di voce era quello calmo, basso e intimo che Rebecca conosceva bene, Jackson sembrava essersi calmato. Altra cosa che non le sfuggì fu l'improvviso cambiamento nel modo di porsi di lui. Era passato a darle del tu, oltretutto assumento una gestualità ed una espressività molto più intimi, come se stesse parlando ad una persona che conosceva da tempo.
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Ero ancora scossa (e volevo ben dire: O'Neill mi aveva fatta sentire piccola come una formica e soprattutto minacciata in modo grave), accaldata e col batticuore (sfiderei...) ma, una volta fuori, non riuscii resistere alla tentazione di cercarlo con lo sguardo. In un certo senso volevo assicurarmi che fosse ancora lì fuori, che stesse fumando e specialmente non organizzando un qualche attentato ai miei danni. Aveva insinuato fossimo uguali, quindi tanto pacifico e innocuo dopo un'offesa non poteva essere.
    Mi decisi a dirgli giusto due parole, nemmeno sapevo perché dopo lo spavento che m'ero presa. Forse per tenerlo buono, forse perché avevo riconosciuto che la sua fosse stata solo un'uscita infelice. Soprattutto perché ne andava del mio ingaggio perfetto. Ma shhh Prima di parlargli, comunque, avevo atteso un minuto abbondante, speso a studiarlo con la vista periferica per capire se fosse ancora incazzato come una bestia - e quindi valutare la ritirata - o disposto ad ascoltarmi e magari spiegarsi.
    Al suo cenno mi avvicinai con cautela, la borsa stretta al petto con tra le braccia. Continuavo a ripetermi le nozioni base di self defense che avevo imparato e soprattutto frasi motivazionali come puoi farcela. Non cercare lo scontro fisico ma potresti farcela. Erano una gran palla, in quelle condizioni non ce l'avrei mai fatta neanche con Edit a cuscinate.
    Lasciai la luce per l'ombra, ignorando del tutto quanto quel simbolismo avrebbe influito sul mio futuro.

    Mi fermai a tre passi. Il discorso della fiamma che arde nella tempesta doveva proprio piacergli parecchio se continuava a riproporlo, anche se non riuscivo a capirne il nesso. Qualcosa di positivo comunque c'era, per sua stessa ammissione. Ecco spiegato perché nessuno vuole lavorare con me. Ghignai abbassando lo sguardo sulla punta dei sandali.
    - Faccio quest'effetto - niente modestia per me. Era cambiato di nuovo: cazzo, io ero lunatica ma neanche lui scherzava. Neanche un briciolo di rancore: premio per te, O'Neill. Premio per te. Forse aveva ragione a dire che eravamo uguali, solo che io serbavo rancore. A vita.
    - Lo prendo per un successo o mi farai fuori alla prima occasione utile? - parlavo dell'ingaggio, ovviamente. Era pur sempre il portavoce dei finanziatori: avrebbe potuto dare un ultimatum di quelli che non si potevano rifiutare, persuadere gli altri ad accettare delle condizioni particolari che prevedevano la mia estromissione dal progetto. Potevo ancora salvarmi... Sì, potevo.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar


    Group
    [.STAFF.]
    Posts
    3,474
    Location
    Roma

    Status
    Dead


    Alle parole dell'altra Jackson sorrise sotto i baffi, evidentemente divertito da quell'affermazione. Mentre Rebecca iniziava a rilassarsi un pò vedendo rientrato quella specie di alterco che avevano avuto, il rosso riportò la sigaretta alla bocca, prendendo un'altra boccata, lenta ed intensa. Sembrava starsi godendo quel momento, come se volesse farlo durare più a lungo possibile.
    Dopo aver espirato il fumo si voltò finalmente verso di lei, sospirando.

    Sei dentro, non potrebbe essere altrimenti.
    Le disse lapidario, come se avessero già firmato un contratto. Riportò la sigaretta alla bocca, continuando però a tenere gli occhi fissi su di lei. L'espressione distesa la faceva sentire a suo agio, ma in lei era ancora forte quel brivido che la voleva ovunque tranne che li.

    Kermit ti ha tirata dentro a questa storia, ed io sono già certo che tu sia perfetta per fare ciò che c'è da fare.
    Aggiunse, mentre una leggera brezza si sollevava per la strada semideserta, spostandole i capelli e dandole un pò di sollievo.

    Di cosa stava parlando? Del concerto? Era possibile, eppure suonava cosi strano... Quasi come se in realtà ci fosse dell'altro sotto. Forse qualcosa di connesso a quello che le aveva detto prima in merito al sostenere la causa realmente fino in fondo? Non aveva detto che era perfetta "per quello che stavano facendo", ma "per quello che c'era da fare". La sua testa iniziò a macinare ipotesi e porsi domande, mentre l'altro impegnato a fumare le dava il tempo sufficiente a fare una prima riflessione su quelle parole. Sembrava proprio che Jackson si aspettasse che lei facesse qualcosa, qualcosa che andava fatto, relativamente all'evento che stava organizzando Kermit.

    La brezza fresca continuava a spostarle i capelli e a rinfrescarla, facendole riacquisire maggiore lucidità. Proprio allora alla mente le tornarono le parole di Kermit, le foto... Le informazioni che le aveva dato.

    Che O'Neill volesse proprio...

    Il suo volto si distese leggermente per lo stupore quando il sospetto che l'altro fosse egli stesso coinvolto nell'insabbiare tutto le attraversò la mente come una saetta che attraversa una densa nube temporalesca. Era una sensazione, un'ipotesi, nulla di più... Però non sarebbe stato poi cosi strano a ben pensarci. Qual miglior modo per mettere a tacere i rischi derivanti da un festival del genere se non diventandone i maggiori finanziatori e decidendo quindi cosa si poteva e cosa non si poteva fare durante il festival stesso?
    La prima domanda che le venne in mente fù "come ho fatto a non pensarci prima?!?".

    E fu proprio in quel momento che Jackson, scrutando il suo volto e leggendole sostanzialmente in faccia i pensieri che le stavano passando per la testa, buttò la sigaretta a terra e tornò su di lei.

    Hai capito, non sei stupida.
    Disse deciso guardandola negli occhi.

    Ed è per questo che mi aiuterai.
    Aggiunse, allungando una mano a carezzarle una guancia.

    Rebecca rimase bloccata per lo stupore, almeno fino a quel momento, ovvero quando Jackson, col dorso delle dita, le sfiorò delicatamente la guancia.

    Di colpo si sentì infusa di una sensazione che raramente - o forse mai - aveva provato prima in vita sua nei confronti di qualcun'altro. Era cose se il cuore le fosse letteralmente impazzito nel petto. Quella carezza, quella situazione, quel Jackson... Non riuscì a capire cosa ma di colpo si ritrovò come travolta da un fiume in piena di emozioni.
    Jackson la guardava, e lei si accorse che desiderava quello sguardo su di se.
    Jackson l'aveva sfiorata, e lei si accorse che voleva essere toccata ancora.
    Quella sensazione era forte, più forte di qualsiasi altra avesse provato recentemente. Non riusciva neanche a pensare di fare o dire qualcosa che potesse andare contro il volere di quell'uomo, che l'aveva di colpo incantata.

    Mi dispiace, piccola.
    Aggiunse poi. Se si fosse sentita appellare in quel modo pochi minuti prima avrebbe certamente dato in escandescenza, avrebbe cominciato una rivolta popolare lanciando cocktail, sedie e quant'altro. Invece si accorse che non avrebbe potuto desiderare di meglio.
    Lei non poteva sapere che era proprio di questo che si dispiaceva Jackson, di averla appena privata della libertà che le era tanto cara.

    Da adesso fino a nuovo ordine, il tuo pg è sotto gli effetti di Ascendente 3: Incanto Ruola di conseguenza 👁️
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Sebbene l'avessi raggiunto nella penombra non osai avvicinarmi oltre. Sarei rimasta a distanza di tre passi, sulla difensiva, a chiacchierare si sperava pacificamente finché il mio taxi non sarebbe arrivato (sì, ne avevo chiamato uno poco dopo aver ripreso la capacità di muovermi; volevo cambiare aria, ne avevo bisogno). Lo tenevo d'occhio per quanto possibile, prestando attenzione ai gesti per prevedere ipotetici scatti. Tremavo anche se in maniera non molto evidente, dal nervoso e dalla paura, e non accennava ad andare via. O'Neill mi aveva davvero spaventata dentro al Mother-in-law: non ero così sprovveduta da farmi scivolare la cosa addosso solo perché mi aveva sorriso e cambiato tono di voce nel rivolgersi a me.
    Non potrebbe essere altrimenti. Sei perfetta per quello che c'è da fare.

    Mi mossi un po' sul posto: l'ingaggio era salvo. Non avrebbero potuto puntare su personalità migliore per scuotere provocatoriamente le coscienze dei cittadini di New Orleans e sensibilizzarli alla causa, su quello non c'erano proprio dubbi. Volevo rispondergli a tu per tu, esporre la mia non-modestia e garantirgli che non se ne sarebbero pentiti (alla faccia di quei cialtroni incompetenti che mi avevano voltato le spalle), quando qualcosa, nel suo sguardo e nel mio, cambiò. Di nuovo.

    Gli occhi spesso potevano esprimere concetti difficili o scomodi da esprimere a parole, involontariamente anche e a prescindere dalla nostra volontà. In quella specifica situazione, Jackson si era tenuto su un livello neutro: continuava a fumare la sua sigaretta e mentre diceva che fossi perfetta per fare quel che andava fatto mi guardava in un modo chiaro, inconfondibile. Quello sguardo lo avrei riconosciuto tra mille, come le note iniziali della mia canzone preferita e il tocco di mio padre. Si aspettava qualcosa da me, che facessi qualcosa per lui.
    Di che diavolo stai parlando? cominciai a guardarlo in modo diverso, stranito. Era chiaro che avrei fatto quel che c'era da fare per il progetto, avevo accettato l'ingaggio e sposato la causa: mi sarei impegnata per riuscire e anche per velocizzare la burocrazia con qualche pressione social! Si alzò un vento leggero: provai a resistere alla tentazione di accarezzarmi le braccia per non svelare troppo il tremore ma non ce la feci; all'inizio era stato piacevole sentire la brezza fresca sulla pelle ma dopo un po' i brividi diventarono troppo forti. Indietreggiai di mezzo passo e spostai il baricentro del corpo a sinistra. Cosa poteva volere da me? Sesso? Non c'era mica bisogno di un simile sotterfugio, non poteva essere. Un favore? Probabile. Lo guardai meglio.

    Più che un ragionamento vero e proprio, in cui collegavo i vari punti e arrivavo a delle conclusioni, ebbi un'illuminazione. Ci fu un istante, breve in quanto tale, in cui l'ipotesi che lui fosse coinvolto nell'insabbiamento insieme a chissà chi altri non suonava così assurda; in cui anche il ritardo sui permessi per la manifestazione trovava un senso logico. Inorridii.
    - Tu - mormorai solo.
    Dentro di me stava montando una rabbia assurda e bruciante: come si permetteva? Con che coraggio stava chiedendo a me di diventare sua complice? Soprattutto, cosa gli assicurava che l'avrei fatto? Era un pazzo, nient'altro che un pazzo! Io non sarei mai scesa ad un livello così basso. Di me non aveva capito proprio niente! Avrei parlato subito con Kermit, l'avrei denunciato e fatto fuori dal progetto, avrei aizzato le folle contro il suo locale...

    Finché non mi accarezzò.

    * * *


    Un battito di ciglia, uno sguardo nuovo.
    Non mi ero mai sentita così prima, per nessuno. Non in modo così forte, almeno. Rilassai le braccia, che tornarono lungo i fianchi, e sospirai: i tremori erano scomparsi. L'unica cosa che avessi in mente, a cui riuscissi a pensare e desiderare riguardava Jackson.
    Jackson, un nome così incantevole.
    Avrei fatto qualsiasi cosa: non importava quanto fosse rischioso, doveva essere fiero di me. Volevo compiacerlo in tutto.

    Perché aveva ritratto la mano, non poteva accarezzarmi ancora? Squillò il cellulare e con voce molto mite dissi:
    - Dev'essere il mio taxi, stavo tornando a casa. Vieni con me? -
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar


    Group
    [.STAFF.]
    Posts
    3,474
    Location
    Roma

    Status
    Dead
    Jackson alla richiesta di Rebecca di andare con lei a casa sua sorrise con gli occhi.

    La notte è ancora giovane, sarebbe un peccato andare via di già e non godersela a fondo...
    Lo sguardo di lui si era fatto più amorevole nei suoi riguardi.

    Hai freddo?
    Le sfiorò appena il braccio sinistro col dorso delle dita, un gesto, una preoccupazione da parte sua che le diedero conforto, senso di protezione. Era la seconda volta che le sfiorava il corpo quella sera e non le sfuggì di notare quanto apprezzasse quella cosa, di come ogni sua cellula fremesse quando anche solo si illudeva di poter avere un contatto fisico con l'altro, figuriamoci un gesto d'affetto.


    Torniamo dentro dai... Magari bevi un drink, ti rilassi... Ti rimedio un quacosa per scaldarti e chissà...
    Potresti farmi vedere come te la cavi sul palco... Mi è giunta voce che sei straordinaria!

    Il modo in cui Jackson le stava chiedendo di restare, il tono che stava usando, erano molto più confidenziali, come si farebbe tra amici di vecchia data o addirittura tra due amanti. I formalismi erano decisamente scomparsi, cosi come ogni forma di acredine ci fosse stata tra i due.

    Ti riaccompagno io poi, non voglio sentire storie...
    Non è sicuro che una bella ragazza come te vada in giro da sola da queste parti, a quest'ora poi..

    Aggiunse perentorio, lanciando uno sguardo nei dintorni come a sottolineare che chissà quali pericoli potessero nascondervisi.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Avrei fatto qualsiasi cosa purché fosse rimasto con me, perfino accettare che tornare al Mother-in-law fosse più interessante che seguirmi a casa. A dire la verità, mi sembrò proprio un'ottima idea restare a goderci ancora lo spettacolo, magari animarlo un pochino rubando la scena a Kermit! Sapevo di essere un'intrattenitrice altrettanto brava, poi con il supporto di Jackson sarò niente meno che magnifica, altro che. Mi infondeva una carica pazzesca.

    Fallo ancora, ti prego un pensiero quasi implorante il mio nei confronti del suo tocco.
    - Non proprio - fu l'unica cosa che riuscii a dirgli prima che il cellulare prendesse a vibrare e squillare nuovamente. Dovevo risolvere subito quella questione altrimenti seccante. Aprii la borsetta per tirarne fuori il cellulare, la torcia brillava a intermittenza. Risposi e per tutta la durata del breve scambio di battute col tassista - per altro fermo a pochi metri da noi e in attesa nella vettura gialla - non gli staccai gli occhi di dosso.
    - Sì, sono io. C'è stato un cambio di programma, mi spiace averle fatto perdere tempo. Buonasera - non aspettai neanche di sentire il saluto (o gli insulti) di quell'uomo, avevo ben altro a cui pensare. Già perché se mi fossi soffermata anche solo per un secondo sulle imprecazioni contro di me del guidatore avrei sicuramente perso momenti preziosi da dedicare a Jackson e non me lo potevo permettere, nella maniera più assoluta. Rimisi l'oggetto al suo posto e indossai la borsa.

    - Storie? Perché dovrei farne? - una risatina civettuola, rilassata. Portai la mano sinistra sull'avambraccio destro.
    - Non te l'ho già chiesto io? Sfondi una porta aperta, O'Neill - e provai ad incamminarmi verso il locale. Sentivo il corpo fremere dal desiderio di sentire la sua mano appoggiarsi sulla mia schiena, o sul fianco, o dove altro gli paresse.

    AAAAAAAAARGH
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar


    Group
    [.STAFF.]
    Posts
    3,474
    Location
    Roma

    Status
    Dead
    Vedendola incamminarsi Jackson fece altrettanto, quasi scortandola fino alla porta del lounge, dove entrò per primo tenendole poi la porta per agevolarla nell'ingresso.

    Dentro c'era la stessa atmosfera che aveva lasciato uscendo, lo stesso calore umano, l'ormai classico sottofondo musicale della musica dal vivo, il chiacchericcio di fondo...
    La passeggiata e l'aria fresca l'avevano fatta tornare più lucida, non si sentiva più accaldata, ed i primi effetti del troppo alcol sembravano essersi attenuati sensibilmente.
    Jackson la scortò quindi fino al loro tavolo, che trovarono esattamente come lo avevano lasciato. Si prodigò persino nello spostarle la sedia per farla sedere, prima di sedersi a sua volta. I due si ritrovarono cosi esattamente come pochi minuti prima al tavolo ad osservare l'esibizione di Kermit.

    Il margarita portato loro poco prima dal cameriere per errore era ancora li al centro del tavolo, tra i due. Jackson ammiccando lo spostò verso di lei.
    Ammettilo, preferisci questo al whiskey irlandese..
    Scherzò. Evidentemente non gli erano sfuggite le reazioni - seppur minime - di lei durante l'assaggio del distillato, segno che gli occhi di Jackson erano stati molto avidi nello scrutare lei, i suoi comportamenti e le sue reazioni.

    Il modo in cui le porse il drink fu nuovamente molto affettuoso e protettivo. Delle sensazioni provate in sua presenza fino a poco prima, paura, tensione, persino terrore a tratti, non c'era più traccia in ciò che sentiva adesso. Era semplicemente contenta di essere li in quel posto ad ascoltare Kermit Ruffins, circondata da quelle persone, con quel Jackson. Sembrava diventata di colpo la serata perfetta.
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Dovevo ammetterlo: entrai nel locale carica di nuove emozioni ed energie, le quali mi facevano sentire pazzesca. Insieme all'umore era migliorata di colpo anche la percezione generale della serata e, a meno che qualcuno non avesse deciso nel frattempo di comportarsi da stronzo colossale o si fosse innescata una discussione su temi sensibili, niente avrebbe potuto rovinarmela.

    Rivolsi un delicato grazie a Jackson quando mi spostò la poltroncina; addirittura l'accompagnò mentre mi sedevo, un gesto carino, cavalleresco. Appesi la borsa allo schienale e mi misi comoda.
    - Che fortuna, lo stesso tavolo - un commento fine a se stesso, pronunciato mentre lo sguardo vagava sulla sala e finiva sul palco dove Kermit e il suo gruppo continuavano ad esibirsi. Un tocco veloce ai capelli e Jackson fece scivolare il margarita - quello a cui entrambi in un certo senso avevamo preferito il whiskey - verso di me. Attimo di silenzio.

    - Diciamo che non è il mio genere. Sulla carta sarebbe perfetto per me: gusto deciso, caldo, da assumere a piccole dosi perché va subito alla testa... Invece preferisco sapori più freschi - allungai le dita della mancina verso la base della coppa per avvicinarla di più. Non avrei certo rinunciato al terzo margarita gratis. Per averne uno omaggio mi era toccato presentarmi al bancone di un bar e usare la scusa del compleanno per convincere il barista; Kermit invece era stato così generoso da non porre limiti alle nostre consumazioni. Aggrottai un po' le sopracciglia; stavo cominciando a sentirmi un'approfittatrice: Jackson non aveva neanche messo bocca sull'unico drink che aveva ordinato, mentre io ne avevo bevuti due, assaggiato uno ed ero sul punto di consumare il terzo. C'era troppa disparità.
    - Il tuo whiskey? Non vorrai farmi bere da sola anche stavolta -
    Mi misi comoda, con la schiena appoggiata alla seduta, e lo osservai in silenzio: c'erano così tante cose di cui mi interessava sapere, sia riguardo il progetto che la sua stessa persona. Le principali? Parte della sua storia personale (ciò che avrebbe volontariamente scelto di condividere), chi fossero gli altri finanziatori del progetto e quante probabilità ci fossero che i documenti sarebbero arrivati in tempo. Come avanzarle in maniera intrigante?
    - Dimmi... Ti piacciono i giochi? -
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar


    Group
    [.STAFF.]
    Posts
    3,474
    Location
    Roma

    Status
    Dead
    Rebecca parlava e non potè fare a meno di notare lo sguardo dell'altro osservarla mentre ne seguiva il discorso con vivo interesse. Addirittura di tanto in tanto annuiva e sorrideva, coerentemente con l'evolversi del dialogo. Come prima di quello sciocco alterco che avevano avuto per via di una battuta male interpretata, tra di loro sembrava finalmente tornato il sereno.

    Quando le chiese del suo whiskey, Jackson alzò lo sguardo al cielo quasi divertito.
    Purtroppo non posso farti compagnia...

    Apparte i gusti molto difficili, lo ammetto, sono venuto in moto.
    E quando andremo via avrò anche un carico speciale da riportare a casa... Non vorrei mai metterti in pericolo.

    Di nuovo nella risposta Jackson infilò ad arte delle lusinghe per lei, che ovviamente arrivarono al bersaglio. Rebecca non era certo tipo a cui sfuggivano determinati complimenti o premure, specie quando provenivano da una persona che le interessava.

    Dipende... In generale sono un tipo più d'azione, ma in alcuni casi.. Perche no!
    Rispose quindi alla successiva richiesta, sporgendosi in avanti verso di lei nel farlo. Rebecca notò il suo sguardo, solitamente puntato suoi suoi occhi, scendere in un paio di occasioni istintivamente sulle sue labbra.

    Perche, a cosa stai pensando?
    Chiese con interesse, tornando a rilassarsi sulla sedia.
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    5,546

    Status
    Dead
    Niente da fare: sarei rimasta la sola a godersi cockatils gratuiti di modesta qualità. Bere in compagnia sarebbe stato più divertente ma, com'era giusto, il guidatore doveva rimanere sobrio. Mi venne da sorridere: avrei potuto ricordargli - con sarcasmo, ché non mi mancava - che esistevano i taxi e, volendo, sarebbe potuto tornare a Tremé l'indomani stesso a recuperare la moto, fargli capire che non fosse poi così prioritario che rimanesse sobrio e che bere qualcosa insieme veramente sarebbe stato diverso... Con un'alzata di spalle e senza troppe storie fu ok. Se la metteva sul piano sono responsabile per te le carte in tavola cambiavano; e poi non era nel mio stile pregare la gente perché mi seguisse. Dovevano infiammarsi al mio solo parlare e vivere spontaneamente il coinvolgimento, non dovevo insistere.
    - Adoro andare in moto. - non ne avevo mai guidata una ma di giri ne avevo fatti parecchi, soprattutto a Salem ai tempi del liceo.

    Alla proposta di fare un gioco invece rispose in modo attivo e propositivo.
    Mi guardò le labbra almeno un paio di volte e, tralasciando il trambusto nelle viscere che la cosa mi provocò, non indietreggiai né distolsi lo sguardo.
    - Oh, niente di così particolare... Avevo in mente di farne uno qui e adesso ma se tu non bevi il gioco perde la sua parte più divertente e metà del suo scopo. Non posso essere l'unica ad accettare le condizioni integrali - e alzai la coppa fino alle labbra, senza però bere. I denti tintinnarono contro il vetro, ghignai.
    - Poco male, mi sembrava una cazzata nascondermi dietro un trucchetto per farti delle domande personali.

    Hai famiglia, Jackson? -


    scusa se è un po' così, spero di rifarmi nei prossimi
     
    Top
    .
84 replies since 11/12/2020, 15:14   1032 views
  Share  
.