Condominio Apollo House

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    Huitzilopochtli sama

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    Una serie di Palazzine condominiali all'interno di un mega complesso chiamato "Zodiac Court".

    L'Apollo House è una di queste, una semplice palazzina condominiale. Il quartiere non è dei migliori in quanto situato abbastanza in periferia.

    S02E02-JdnqEWfG-thumb



    Durante la notte la strada è illuminata alla bene è meglio. C'è sul retro l'ingresso a quello che è un semplice garage condominiale, mentre l'entrata principale è un semplice portone cigolante. Sulla porta principale ci sono diversi fogli attaccati con il nastro adesivo, con i classici messaggi che si possono trovare in un condominio.
    "Non fate rumore dopo le 18.00"
    "Vietato fumare"
    "Fare attenzione a chiudere bene il portone"

    Ed infatti, solitamente, il portone rimaneva solo socchiuso.

    Continua da qua


    Il Toreador non ha avuto problemi ad arrivare alla sua destinazione, ci ha messo circa una mezz'oretta e non ha trovato particolarmente difficoltà a trovare parcheggio. Sono circa le 22.20 quando Nicholas arriva a destinazione.
    Non c'è molto traffico ed anche se è una palazzina condominiale... Beh a quest'ora non c'è quasi nessuno in giro. Il portone principale sembra non essere chiuso completamente e virtualmente potrebbe offrire al Toreador una via d'entrata, nel caso lo volesse.
     
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    Mi sono svegliato alle 19:45.Una mezz'oretta tra prepararmi e uscire di casa più un'altra mezz'ora di tragitto fa un'ora...esageriamo e diciamo un'ora e mezzo. E' possibile che nell'ora mancante sia riuscito a nutrirmi? Solo una proposta, naturalmente mi rimetto alla tua decisione ;)

    Un po' di fortuna dopo le disavventure della nottata precedente...nessuno nei paraggi (o almeno così sembrava) e il portone d'accesso socchiuso. Nicholas fece un mezzo sorriso pensando "Dovreste leggere meglio gli avvisi, circola strana gente di notte". Nonostante la circostanza favorevole non aveva dimenticato il motivo per cui era li, motivo per cui entrando nell'androne del palazzo cercò di muoversi con la massima circospezione e cercando di rimanere il più possibile all'ombra. Non sapeva bene cosa cercare, e poteva basarsi solo sui pochi indizi forniti da Mandy che nelle sue frasi sconnesse aveva accennato al 7° Piano. Coi sensi all'erta, si diede un'ultima occhiata in giro prima di dirigersi verso l'ascensore. Per adesso il piano prevedeva di salire fino al 6° con l'ascensore e raggiungere il 7° dalle scale di servizio, sperando in un leggero vantaggio verso qualunque sorpresa lo potesse attendere...
     
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    Huitzilopochtli sama

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    Nessun problema per la caccia, Nicholas recupera i punti sangue mancanti con uno spuntino veloce al volo.


    Il Toreador non riscontrò nessun problema con l'ascensore, che arriva dopo pochi secondi. Una volta arrivato al sesto piano, il Toreador non ha difficoltà nel rendersi conto che il pianerottolo è scarsamente illuminato da una sola lampadina intermittente che sta palesemente per tirare le cuoia.



    Nicholas Tira 4 dadi (percezione + consapevolezza) per sentire dei rumori (difficoltà 6) 6,5,8,7 [3 successi]


    Una volta uscito dall'ascensore, Nicholas non ha difficoltà a trovare le scale per il piano superiore, ma non riesce a non notare quanto sia stato fortunato nel non imbattersi in nessuno, dato che riesce a sentire il rumore di passi, qualcuno sta scendendo le scale ed è probabilmente soltanto uno o due piani sotto di lui.

    Arrivato al settimo piano, c'è un lungo corridoio con svariati appartementi, dove non sembra essere successo niente di strano. C'è una porta antincendio di quelle che servono a dividere le varie sezioni di un pianerottolo e c'è, dono un angolo di 90°, un altro corridoio con un altro paio di porte. La porta sulla sinistra sembra non essere un appartamento, quanto piu uno sgabuzzino delle scope e altre cianfrusaglie simili, mentre la porta sulla destra sembra essere un appartamento.
    La porta però, non è chiusa completamente e sembra semplicemente accostata, tanto che può vedere uno spiraglio di luce provenire dall'appartamento stesso.
     
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    Nicholas aspettò immobile che svanisse il rumore di passi che aveva sentito. Gli era già capitato in passato di trovarsi in situazioni in cui la segretezza era vitale e pensò che, in quei momenti, gli avrebbero fatto comodo le capacità tipiche di altri clan. La sua attenzione comunque era fissa sullo spiraglio di luce proveniente dalla porta socchiusa che vedeva. "Ok Nicholas, forse la fortuna ti sta ancora assistendo..." Si rendeva conto che era troppo sperare che fosse proprio quello il posto che cercava ma, in mancanza di altri indizi era un punto di partenza come un altro. Infilò una mano all'interno del soprabito e impugno l'elsa del tanto per essere pronto a usarlo in caso di emergenza e, muovendosi il più silenziosamente possibile si avvicinò alla porta cercando di sbirciare e di sentire qualunque suono proveniente dall'interno.
     
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    Huitzilopochtli sama

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    Il toreador si avvicinò alla porta socchiusa, cercando di sbiciare ed ascoltare attraverso lo spiraglio offerto dalla porta stessa.

    Nicholas tira 4 dadi (percezone + consapevolezza) per ascoltare (Diff 5) 2,10,4,1 [0 successi]


    Non c'era molto da vedere attraverso lo spiraglio, non sono che pochi millimetri e sembra esserci una luce soffusa, non proveniente da una vera e propria lampadina, ma da qualcosa di più flebile.
    Non sente nessun rumore proveniente dall'interno dell'appartamento.
     
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    Niente, non si vedeva e non si sentiva niente ma questo non significava nulla.
    Significava solo che doveva lasciar perdere la prudenza e tentare il tutto per tutto, sarebbe entrato a indagare personalmente e se avesse incontrato solo una casalinga sbadata che aveva dimenticato la porta aperta , avrebbe inventato una scusa qualunque. Sempre tenendo la mano sull'impugnatura della sua spada corta, Nicholas lasciò da parte ogni indugio ed entrò...
     
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    Huitzilopochtli sama

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    Con la mano sulla fredda elsa della propria arma, pronta ad essere sfoderata, Nicholas aprì la porta.
    Si trovò subito in quello che era un piccolissimo atrio, non più grande di un metro per un metro. Una porta in entrambi i lati.

    La porta alla sua sinistra è una piccola porta a scomparsa, il che gli può tranquillamente far capire che si tratta del bagno. La porta alla sua destra è socchiusa, ma non c'è una fonte di luce, sembra tutto spento.

    Davanti a lui, può arrivare direttamente in quello che sarebbe il soggiorno, presumibilmente con un angolo cottura. Senza camminare ed entrare non può vedere molto.
    Praticamente poggiato al muro c'è un tavolo che può presupporre sia il tavolo da cena dell'appartamento. Sopra, c'è una ciotola con della frutta, mezza rovesciata ed una bottiglia d'acqua semivuota è rovesciata sul tavolo e può notare che dell'acqua è spillata sul tavolo e sul pavimento attorno alle gambe del tavolino.

    La fonte di luce che ha potuto notare dall'esterno adesso è palese. Si tratta di una candela spessa, di quelle da cerimonia. Quello che salta all'occhio è il colore nero della cera.


    Nicholas tira 4 dadi (percezone + consapevolezza) per osservare 8,7,7,7 [4 successes]


    Il Toreador venne colpito da una rivelazione, notando istantaneamente quello che c'era al di sotto della candela, anche se la luce è molto flebile. Quello che sermbava essere il "lato" di un cerchio, collegato da altre linee che sembravano essere la punta di un triangolo. Non poteva vedere molto di piu dalla sua posizione, e sarebbe dovuto entrare per poter vedere meglio in quanto la visuale era occupata dal muro del bagno.



    Le linee al di sotto della candela sono di colore scuro, difficile dirlo per via della scarsa illuminazione, ma sembrano essere rosse scure.
     
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    Non poteva certo definirsi un esperto ma, anche solo da quel pochissimo che aveva visto, tutto in quel luogo urlava "riti magici" e Nicholas ebbe la netta sensazione di avere fatto centro. Doveva comunque essere prudente, non sapeva se avrebbe trovato uno di quei pazzi umani invasati con la mania del satanismo o qualcosa di più mortalmente serio...un tremere per esempio o qualcosa di ancora più sinistro. In ogni caso se voleva mantenere la promessa fatta a Mandy, non poteva più indugiare, forse era ancora in tempo per scongiurare un altro delitto. Avrebbe esplorato la stanza che aveva di fronte e se non avesse trovato niente, avrebbe fatto irruzione nella stanza alla sua destra. Sfoderando la sua lama fece un passo avanti pronto ad affrontare qualunque cosa avrebbe trovato...
    Non so bene il funzionamento delle discipline. Se volessi usare "Soggezione" o " Velocità" per affrontare la potenziale minaccia (ammesso che ci sia), devo annunciarlo adesso?
     
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    Huitzilopochtli sama

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    Per Nicholas

    Entrando nella stanza, Nicholas vede quello che effettivamente si aspettava di trovare. Le candele e i cerchi per terra si completano andando a costruire un vero e proprio pentacolo a 5 punte, all'interno di un cerchio. Ci sono in totale 5 candele cerimoniali, una su ogni punta del pentacolo.
    Le linee che disegnano il pentacolo sono di un rosso scuro. L'illuminazione è scarsa, ma il suo olfatto gli fa capire bene che si tratta di sangue. Al centro del pentacolo, c'è un cadavere. Si tratta di una donna dai capelli scuri. Difficile darle un'età specifica in quanto la faccia, il collo e gli arti sono completamente ricoperti di sangue. Il collo è lacerato, un taglio di grosse dimensioni, mancano proprio dei brandelli di pelle. Sembra che sia stato strappato via, piu che esportato chirurgicamente. La donna è vestita, non c'è niente di anormale nel suo vestiario casual.



    Per Ethan e Mylène

    continua da qua

    I due vampiri arrivano al condominio indicato in circa 15 minuti, con la moto del Brujah.

    Durante la notte la strada è illuminata alla bene è meglio. C'è sul retro l'ingresso a quello che è un semplice garage condominiale, mentre l'entrata principale è un semplice portone cigolante. Sulla porta principale ci sono diversi fogli attaccati con il nastro adesivo, con i classici messaggi che si possono trovare in un condominio.
    "Non fate rumore dopo le 18.00"
    "Vietato fumare"
    "Fare attenzione a chiudere bene il portone"

    Ed infatti, i due possono notare anche dalla distanza che il portone era solamente socchiuso. Potrebbe essere la loro via veloce di ingresso all'edificio.


    Per tutti e tre

    CITAZIONE
    Per favore, mantenete la stessa turnazione, con l'aggiunta di Nicholas che aziona per prima. L'ordine è quindi
    Pochi -> Nicholas -> Ethan -> Mylène.

    Inoltre, tenete a mente le tempistiche e il luogo, anche se siete nello stesso topic, al momento la coppia in moto sta davanti all'ingresso e ancora non può interagire con Nicholas e viceversa, lui non sa chi o cosa sta arrivando.
     
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    Una rapida occhiata alla scena procurò a Nicholas una fitta di rimorso, se solo fosse arrivato prima... ma non poteva pensarci adesso.
    Forse l'assassino era ancora nell'appartamento, doveva decidere in fretta. Rapidamente decise di fare irruzione nella stanza ancora chiusa, pronto a usare i suoi poteri contro qualunque minaccia avrebbe potuto trovare. Contando sul fattore sorpresa spalancò la porta.
    Vorrei usare SGUARDO TERRIFICANTE entrando nella stanza. E' possibile?
     
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    La moto rallentò in vista dell'edificio. Ethan era l'unico con il casco, e dietro di lui c'era Delaney rannicchiata alla meglio, con i capelli devastati dal frettoloso viaggio in moto.

    Ci avevano messo leggermente più del previsto, ma erano ancora entro il tempo limite. Cinque minuti, era quello che rimaneva della loro finestra temporale.

    Sempre che tutto si fosse svolto secondo la media nazionale del Response Time del 911. Sempre che qualcuno avesse effettivamente chiamato la polizia, come gli era stato suggerito all'hotel.

    Era tutto un grosso SE, ma era sua abitudine considerare prima lo scenario peggiore, e regolarsi di conseguenza.

    Il veicolo non si fermò davanti l'ingresso, ma almeno trenta metri oltre, in un punto più discreto dove non avrebbe attirato troppo l'attenzione. Abbastanza lontana da non essere nitida in una Dashcam sul cruscotto di una volante, ma non abbastanza da essere difficile da raggiungere di corsa.

    Mentalmente, si maledisse per aver lasciato a casa il nastro adesivo argentato: sarebbe stato dannatamente utile per coprire o cambiare alla meglio i numeri di targa. Beh, a questo punto spero solo che non ci venga dietro nessuno. Meglio mettere le ali al culo.

    Una volta parcheggiato e sceso, si tolse il casco, e lo mise praticamente in grembo a Delaney. "Controlla sul cellulare, cinque minuti da adesso. Appena squilla la sveglia molliamo tutto e ce ne andiamo. Non ho intenzione di farmi sparare da un collega troppo nervoso, e io non tocco i poliziotti."

    Mentre camminava a passo spedito verso l'ingresso, tirò su il cappuccio della felpa nera, e lo strinse per quanto possibile. Anche a costo di sembrare un idiota, era importante non lasciare tracce. Senza guardarsi indietro, disse alla sua nuova amica "Tieni il casco in testa, serve a non farti riconoscere e a non perdere capelli sulla scena. Se hai dei guanti mettili. Se hai un'arma tienila dove puoi prenderla in tempo zero."

    Una volta raggiunto il portone, prima di spingerlo delicatamente con la mano guantata, si girò verso di lei. "Se qualcosa va storto e vado fuori combattimento e devi squagliartela in fretta, le chiavi della moto sono nella tasca sinistra dei pantaloni."

    Anche se poteva sembrarlo, non era cavalleria, in realtà. Non c'era nessuna distinzione tra maschi e femmine per quanto riguardava diritti e doveri, secondo lui. Però era sempre meglio togliere la moto di lì se fosse andata male: avrebbe potuto recuperarla da qualche parte, dopo. In più, era sempre bene coprire le spalle ai propri compagni... magari prima o poi gli avrebbero restituito il favore, just in case.

    Con un sospiro -inutile, visto che non respirava se non per una mera abitudine-, aprì il portone, e con la mano sinistra impugnò la torcia tascabile che portava con sè.

    La tenne spenta, ma in mano, con il cordino attorno al polso.

    Quattro minuti e cinquanta secondi. La sveglia sul suo cellulare lo avrebbe fatto vibrare entro poco. Chissà se avrebbero trovato sul posto quel bastardo ? Chissà come era armato, e cosa avrebbe fatto, lassù al settimo piano ?

    Stiamo venendo per te, stronzo.

    Se glielo avessero chiesto ad alta voce, Ethan non avrebbe mai, MAI ammesso di avere paura. Non era paura nel senso stretto della parola. Tensione, ecco. L'avrebbe chiamata così. Il nervosismo di quando sai di stare entrando nei guai, e speri di uscirne ridotto non troppo male. Era un'emozione molto comune nel suo ex lavoro, in realtà.

    Se il suo cuore fosse stato in grado di battere, ora sarebbe stato accelerato, pronto a pompare ossigeno e adrenalina nel sangue. Il carburante che il corpo usava per la reazione "Combattere o fuggire". Ora questa sensazione era meno fisica e più... istintiva. Emotiva. Era tutto nella sua testa.

    Era normale. Anzi, era una cosa buona. Troppa serenità portava a fare errori. E questo loro due non potevano permetterselo.

    Edited by Ulrich Stern - 16/3/2021, 01:18
     
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    Una volta fermatasi, scavallò la moto usando la schiena di Ethan come punto d'appoggio.
    Si guardò intorno, addocchiando possibili passanti e mentre ascoltava il piano del Brujah si risistemò la chioma sfatta dal breve viaggio, riavviando e pettinando i capelli con le dita per rilegarli in una coda.

    «Ecco, bravo.» annuì, prendendo il casco altrui per sistemarselo sul capo. «Grazie» con la voce resa ovattata da quella protezione. «Stiamo attenti alle telecamere. E.. Sì, esatto. Noto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.» socchiuse appena gli occhi - forse stava sorridendo ma difficile dirlo. «Anche se dei guanti non ne abbiamo bisogno in realtà.» lo informò, seguendolo con il medesimo passo spedito verso il portone.

    «Non fare il melodrammatico..» commentò pacata, roteando appena lo sguardo al cielo. «Con tutta probabilità chiunque abbia fatto qualcosa se ne è già andato. Quanto ci abbiamo messo per arrivare sin qui, 10? 20 minuti?» ipotizzò, e nel farlo andò in cerca del suo smartphone, sfilandolo dalla sua giacca di pelle, approfittando anche per guardare l'ora e segnarsela mentalmente.
    «Tutto il tempo del mondo per uccidere qualcuno e svignarsela. Magari dal garage o dal retro.» picchiettò brevemente sullo schermo scassato del cellulare, impostò il silenzioso - ci mancava solo doversi nascondere da qualche parte e sentir partire nel silenzio più totale "Shake It Off" a tutto volume per colpa dell'ennesimo call center che cercava di propinarle un cambio di tariffa.

    Risistemò il telefono nella tasca del giubbotto e strinse la cinghietta d'aggancio sotto la mandibola, guardando la schiena del suo compagno di disavventure per la nottata mentre s'intrufolava all'interno del condominio.
    «Ad ogni modo.. Ricevuto. Tu invece non fare l'eroe se dovesse succedere a me qualcosa. In qualche modo me la cavo sempre.» gli riservò un'occhiata divertita e il tono ovattato seguiva il brillio sicuro negli occhi scuri, l'unica parte del suo viso che attualmente era visibile. Se voleva essere onesta con se stessa, in realtà non le sembrava affatto il tipo; le dava l'idea di essere qualcuno di affidabile ma molto pragmatico, il che le andava più che bene, ma tanto valeva puntualizzare la questione.

    Si sorprese di constatare che non avvertiva chissà quale tensione; al massimo eccitazione, curiosità - quella maledetta curiosità che l'aveva spinta davvero fin troppo a fondo in un mondo che, a dirla tutta e con il senno di poi, avrebbe dovuto starsene ben rintanato dietro il cosiddetto Velo di Maya. Forse era un filo troppo sicura di sè e del proprio essere vampira, in un connubio interessante fra il sentirsi a volte troppo legata alla propria passata umanità e il fatto che ora di umano aveva solamente l'aspetto. Questo non la rendeva di certo meno cauta o meno paranoica: certe abitudini non muoiono mai, nemmeno quando muori davvero a quanto pare.

    Alle sue spalle, lo seguì d'appresso dando ancora una volta un'occhiata attorno a loro, osservando per mera abitudine l'androne d'ingresso in cerca di possibili telecamere, porte per accedere a eventuali scale e un l'ascensore. Non sapeva cosa aspettarsi, per quel che ne sapeva poteva pure esserci una portineria con un custode notturno - il che avrebbe reso preferibile passare dal retro in effetti. Ma tant'è.

    «Abbiamo ora un bel dilemma: ascensore o scale?» domandò rivolgendosi all'altro, tornando a osservarlo per studiarne la reazione e valutarne i ragionamenti.
    «Inoltre..» abbassò sensibilmente il tono della voce in un sussurro «se abbiamo a che fare con ciò che ha detto Jordan.. Tu te ne intendi?» chiese - perchè appunto era il caso di organizzare la loro prossima fase. Lei dal canto suo qualcosa ne capiva - nulla di troppo approfondito, ma chissà, magari avrebbe compreso cosa si doveva cercare nello specifico, il che probabilmente sarebbe stato un punto di partenza per future indagini.

    Le sembrava davvero di essere tornata indietro di qualche anno, con la differenza che ora stava dall'altro lato della barricata e che il tutto rischiava magicamente di assumere contorni più oscuri e meno altruistici. Ora c'era una Masquerade da proteggere, non degli umani da salvare dalle false promesse di un qualche tipo di setta visionaria. Non s'illudeva nemmeno per un attimo riguardo alle motivazioni che li aveva portati lì dunque, ma forse avrebbe potuto fare ancora la differenza, pur rimanendo nell'ombra e dannata per l'eternità. Di nuovo quel dannato dualismo: una vampira ancora troppo giovane e ancora troppo legata a ciò che era prima, alla propria umanità, ma con la consapevolezza di essere una creatura maledetta, un cadavere ambulante.

    Balto mi fa un baffo.. realizzò con una certa confusione.
     
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    Per Nicholas
    Il vampiro non ebbe nessun problema ad aprire la porta di quella che era una camera da letto / studio. Non c'era nessuno all'interno della stanza su cui usare il suo Sguardo Terrificante.
    La stanza non aveva niente che non fosse a posto, è la camera da letto di una donna single, il letto è mezzo sfatto. Sul letto ci sono degli abiti, con tanto di stampella ancora attaccata. Si tratta di un semplice blazer e una gonna lunga "formale", dello stesso colore, un grigio antracite. Poggiato su di essi, quello che sembra essere un cartellino identificativo.
    Oltre al letto, ci sono un paio di comodini, uno per ogni lato del letto, un armadio semi aperto e una piccola scrivania con un portatile.
    Dietro la scrivania, sul muro, c'è una grossa bacheca di sughero, con sopra attaccati brandelli di giornale, foto in bianco e nero, documenti. Sembra che la donna stesse lavorando su qualcosa, alcune cose sono cerchiate a pennarello, altre hanno un grosso ? sopra. Magari si tratta di un'indagine di qualche tipo?



    Per Ethan e Myléne
    I due non trovarono nessuna difficioltà nell'entrare nell'edificio. All'interno della 'hall', c'è un muro che è strapieno di cassette della posta. Nessun cognome, ma solo i numeri degli appartamenti, come è tipico nei condomini americani.
    La luce all'interno si accende quando entrano, ma le lampadine non sembrano completamente funzionali, in quanto alcune ogni tanto lampeggiano, mentre altre sono direttamente spente.
    Non hanno difficoltà a vedere l'ascensore, cosi come vedono anche le scale che portano ai piani superiori e al garage. In giro non sembra essrci un'anima, data l'ora, probabilmente sono tutti gia chiusi dentro casa a dormire o a guardare la tv nel comfort delle proprie abitazioni.
     
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    Nicholas era pronto a uno scontro e la stanza vuota lo fece rimanere interdetto per un paio di secondi. "Mi spiace Mandy, ho fallito" pensò mentre rinfoderava il tanto nel fodero. E ora? Per un momento fece capolino una traccia del suo vecchio io, l'idea di mollare tutto e ritornare a dedicarsi alle sue cose, ma fu solo un'attimo. Forse stava solo invecchiando, forse il rapporto con Anneke o forse entrambe le cose ma, di fatto, era cambiato da quando era rinato come vampiro e non sarebbe più riuscito a far finta di niente come un tempo. Mentre esaminava la stanza in cerca di indizi, tornò bruciante il senso di colpa per Ada, nella sua testa quella "missione" doveva servire come espiazione per la sua morte e ora si sentiva in colpa anche per quella poveretta nell'altra stanza.
    Queste riflessioni occuparono, in realtà, solo pochi secondi e non aveva dimenticato dove si trovava. Per quanto ne sapeva sarebbe potuto arrivare qualcuno da un momento all'altro e non voleva farsi trovare sul teatro di un delitto, doveva agire rapidamente. I documenti sulla bacheca di sughero potevano contenere qualche indizio così come il portatile che aveva visto nella stanza, velocemente raccolse tutto per ogni evenienza. Data la presenza del cadavere doveva anche essere molto più prudente rispetto a quando era arrivato, era vitale che nessuno lo vedesse. Usando la sua velocità innaturale avrebbe potuto scendere le scale e lasciare l'edificio in pochi secondi, si, avrebbe fatto così ... "Te la farò pagare, brutto figlio di puttana!"
    Se riesco uso VELOCITA' per scendere le scale e lasciare l'edificio
     
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    Un attimo prima di entrare, si girò verso la collega per guardarla negli occhi, e farle un cenno di assenso. Probabilmente l'avrebbe tirata fuori lo stesso, se fosse andata KO, ma questo poteva dipendere da molte cose.

    Non si erano ancora conosciuti abbastanza bene per rischiare più dello stretto necessario.

    Il portone fu aperto, e l'androne era vuoto. L'illuminazione non era delle migliori, e per questo Ethan accese la torcia tascabile. Meglio consumare un quarto di batteria a vuoto che vederci anche solo leggermente di meno.

    La mano libera entrò nella tasca sinistra della giacca, quella interna, e ne uscì che stringeva la Glock, con il dito indice fuori dal ponticello, steso nella stessa direzione della canna. Si assicurò con uno sguardo di aver disinserito la sicura, due piccoli perni rettangolari sotto il carrello, al centro. Ore prima, aveva personalmente caricato quindici proiettili da 9mm nel caricatore.

    Alla domanda di lei, sull'ascensore, sussurrò telegraficamente"No, troppo rumore. Scale. Resta due metri dietro di me. Dritti al settimo piano."

    Detto questo, iniziò a salire le scale, con una certa cautela. Gli anfibi neri scalavano gradino dopo gradino, cercando di non fare rumore, mentre le braccia erano protese in avanti in quella che era nota come "Tecnica Harris." Il braccio con la torcia stava sotto, quello con l'arma sopra. I polsi si toccavano e sia la luce che la canna puntavano nella stessa direzione.

    Ethan percorse le prime rampe di scale tenendosi rasente al muro. Il Brujah andava a coprire davanti a sè, in alto sulla sommità delle scale. Poi si girava su se stesso, percorrendo gli ultimi gradini all'indietro, per puntare verso l'alto e assicurarsi che nessuno li aspettasse in agguato per colpirli dal pianerottolo successivo.

    Una volta, anni prima, erano stati chiamati per per violenza domestica, nel sobborgo Kenner. Erano in quattro, tra cui un Rookie arrivato da una settimana. Il novellino non aveva controllato in alto, mentre faceva le scale, e una donna di colore che pesava 120 Kg gli lanciò addosso un secchio di mollette per il bucato, dritte su di lui, mentre strillava come un'ossessa al fidanzato -che l'aveva picchiata due volte quella sera- di scappare.
    Il Rookie si spaventò a morte quando gli piovve addosso il secchio, e gli partì un colpo accidentale dalla pistola in dotazione. Un vero miracolo che il muro fu l'unica cosa a rimetterci, ma il ragazzo passò un mare di guai e fu trasferito.

    Se non altro, almeno aveva imparato qualcosa di importante quando si salgono delle scale.

    Ora Ethan restava in silenzio per tutto il tempo, il dito lontano dal grilletto e la torcia puntata davanti o in alto, muovendola con una leggera torsione del polso. Pianerottolo dopo pianerottolo, avrebbe continuato fino ad aver contato sette piani.

    Edited by Ulrich Stern - 19/3/2021, 23:24
     
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