Cassone del camion

Direzione...?

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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Si comincia sempre così nella notte. Il sole cala, il cielo diviene scuro, la notte subentra e le creature che vi abitano si risvegliano.
    I cainiti, creature immortali, mostri dannati destinati a camminare sulla terra vivendo nell'oscurità, si riprendono dal sonno maledetto nei loro comodi rifugi, creati accuratamente per recar loro riposo.

    Ma non è questo il caso. Non sono odori familiari o morbidi giacigli quelli che accolgono i protagonisti di questa brutta storiaccia. è il suono sordo di un motore che romba, l'odore di polvere e asfalto bruciato, misto a un leggero odore di alcool. Vi sono pareti e soffitta di metallo, per quel poco di luce che filtra. E sbarre. ingenti fila di sbarre che traviano la già poca vista, e che rende impossibile mettere a fuoco tutto.
    E quando il sangue risveglia le carni non morte, tutto quello che riesci a sentire è il metallo della gabbia in cui ti hanno chiuso. E la consapevolezza di ciò che è successo. i Ricordi, l'impalettamento. essere catturato così, come un animale. intrappolato.

    E mentre sei lì, nel buio, ti rendi conto di non essere solo. Altre quattro sagome condividono il tuo stesso fato, e lentamente prendono la consapevolezza che hai anche tu.
    Qualcuno parla, qualcuno si agita.
    "MA CHE CAZZO, FATECI USCIRE!" urla uno, sbattendo con ferocia le sbarre della gabbia. è forse il rumore più forte che avverti, quando la tua mente ha preso definitivamente consapevolezza.

    Siete in delle gabbie. all'interno di un cassone di camion. un camion in movimento.
    Una leggera musica country gracchia dal fondo, smorzata dalle pareti in metallo e dal suono della strada.

    Benvenuti nella vostra quest :P
    Turni Liberi.
    Stato attuale (vale per tutti)
    -il paletto vi è stato rimosso.
    -le gabbie sono chiuse, e di dimensioni modeste (1mx1mx2m)
    -avete 2 ferite ciascuno
    -2 ps a testa dal pool massimale
    -Willpower: Full
     
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    C'era da aspettarselo: prima o poi, le belve feroci finiscono in gabbia. Fu il primo pensiero che Jerome riuscì a formulare in quella densa oscurità nel quale si trovava. Tentò di accomodarsi spostando il punto di appoggio della schiena sulle sbarre. Una fitta di dolorò si irradiò dal centro delle scapole fino alla punta delle dita. Il cainita emise un gemito soffocato e si convinse che era meglio stare fermi per il momento.
    Caro Jerome, si disse, questo è quello che meritano tutti quelli come te. Non sei forse un assassino affamato di sangue? Non sei forse nato dall' ingordigia e dalla cieca e irrazionale volontà di un figlio delle tenebre? Non sei forse tu stesso parte del male su questa terra? Perchè dovresti ora chiedere perdono e dannarti per ottenere la libertà? Gli venne in mente quella stupida canzone dei New Radicals: You get what you give. Già, chi se lo sarebbe aspettato che quel pezzo spensierato contenesse cotanta ineluttabile verità?

    Ma che lo meritasse o meno, l'innato istinto di sopravvivenza ereditato dalla sua esistenza mortale fece capolino e decise che non sarebbe comunque stata una scelta saggia rimanere lì senza fare nulla, attendendo chissà quale fato.

    SPOILER (click to view)
    Attivo Auspex 1 Amplifico senso vista


    Aguzzò la vista, sperando di riuscire a cogliere un qualsivoglia dettaglio, C'erano altri prigionieri oltre a lui, di questo ne era certo ed erano su un mezzo che sarebbe potuto essere un furgone, diretto verso chissà dove. Ma perchè li stavano portando via come bestie al macello e non li avevano semplicemente uccisi?

    Troppe domande, la situazione non lo permetteva. Doveva inventarsi qualcosa.

    L'istinto, ancora una volta, agì per lui.

    Chi c'è qui dentro? le parole uscirono di getto, come un sasso scagliato in uno stagno di tenebra.
     
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    Dopo l’urlo disperato di un prigioniero e la più calma domanda di Jerome, un inarticolato lamento giunge da un angolo del cassone del camion, immerso in un’oscurità impenetrabile: << Mmm… uhm… fffffr... >> Deve trattarsi di un uomo, difficile per ora prodursi in altre congetture, salvo l’ovvia considerazione che quel tipo non deve passarsela bene…
    Poi una nuova voce, poco a sinistra del tizio: apparentemente quel cassone sta ospitando sei riluttanti passeggeri e non cinque…
    << Otto, svegliati! Dannazione a te! Apri gli occhi, mi servi qui. Ora. >> Una voce autoritaria, fredda e al tempo stesso carica di rabbia. Il timbro è terribilmente suadente… e stranamente nasale. Davvero difficile farsi un’idea di questo secondo uomo.
    << Uhm… mmm… chi c’è? Dove… dove siamo? >>
    << Fra le gambe di tua madre a giudicare da quanti siamo. Otto, concentrati: qui qualcuno vuole farci la festa. >>
    “ Il locale jazz… Quel tipo strano e poi quella… ” inizia a ricordare confusamente Otto von Braun, mentre a stento cerca di muovere la testa a scrutare nella direzione degli altri individui che percepisce nel cassone di quel camion. << E’ un rapimento in piena regola. Accidenti, vengo sempre male in foto… specialmente quando tengo un giornale in mano. Quella donna… chi credi che sia? >>
    Fredda la sentenza del suo compagno: << Una donna che presto soffrirà. Mi assicurerò che scopra una nuova dimensione del dolore, vedrai. >>
    << Non saprei Zoobo… chiunque sia, sta ascoltando musica country. Non soffre già abbastanza? >>
    Nonostante la situazione il tizio chiamato Otto non pare aver perso il suo senso dell’umorismo, così come quel Zoobo non ha smarrito la sua lucidità… e la rabbia.
    << Fai silenzio ora.>>
    E seguirà in effetti un momento di silenzio: nessuno di quei due tizi pare emettere un suono, come se fossero concentrati in ascolto.

    Se è possibile, ricorrerei ad Auspex (sensi amplificati) per cercare di percepire i suoni esterni al cassone: quelli provenienti dalla strada e ciò che eventualmente si riesce a sentire dalla cabina del camion.


    Poi di nuovo la voce ammaliante e in qualche modo artificiosa del tizio con quel nome assurdo: Zoobo.
    << Voi altri. Ci sentite? Qualcuno di voi riesce a muoversi? Tu che hai parlato, sei in una gabbia? >> Domanda infine, in direzione di Jerome e delle altre figure che condividono quello stesso utero di lamiere in movimento, evidentemente intenzionato a prendere in mano la situazione.

    Edited by EnricoPallazzo - 9/3/2021, 11:52
     
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    @ Jerome:
    La luce è poca, ma grazie all'auspicio riesci a usufruire meglio di quel poco che hai. il cassone è largo circa tre metri, e alto più o meno uguale. Punta tutto sulla lunghezza (più di una decina di metri, ma potrebbe essere più lungo e non riesci a vedere oltre. Nella tua immediata vicinanza ci sono Sei gabbie, disposte come la mappa, superbamente disegnata indica:

    Immagine

    Nella fattispecie, tizio è un trentenne dalla faccia tumefatta
    Immagine_Jeremy2
    ed è quello che sta sbattendo la gabbia con vigore.

    Tizia invece è una ragazza più giovane e decisamente meno tumefatta e attraente (per quanto a te non è che cambi molto..)
    av-10513064-1579688277
    Appesa alle sbarre come un animale in gabbia, ma decisamente meno combattivo.

    @ Otto
    Il rumore del motore è l'unica cosa che viene amplificata. e con il tipo che urla comunque è difficile concentrarsi su suoni più lontani senza venire frastornati. riesci solo a capire che l'assenza di suoni esterni potrebbe significare che state in mezzo al nulla. La notte dev'essere sopraggiunta da non più di un'ora, e per andare così speditamente dev'essere una strada ben sgombra... di sicuro non siete in centro. forse nemmeno in città.
     
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    Quell'urlo sveglio Inoue di soprassalto, mentre la mano d'impulso si diresse al petto. Se fosse stato umano, Musashi avrebbe avuto un respiro affannoso e sarebbe stato pallido e sudato in evidente stato di shock. Era confuso mentre trascinandosi al suolo cercava di orientarsi in quel luogo. Aveva concretizzato ciò che gli era successo e, ancora inconsapevole, cercava il cellulare che aveva in tasca per farsi luce o ancora il bastone che portava con se abitualmente.

    Nonostante il suo profilo caratteriale, era un'azione impulsiva più che ben ponderata. Del resto un paletto nel cuore ed essere portato chissà dove non era esperienza di tutti i giorni. I sobbalzi del mezzo e quella musica vennero interrotti da altre tre voci a parte l'urlo sentito. Due di queste sembravano provenire dalla stessa cella e si somigliavano pure se non per un diverso tono e "stile"; almeno questa era l'impressione avuta. Inoue non si era nemmeno ancora accorto che c'era ancora un altro soggetto; la donna.

    Inoue si fece sentire a sua volta, mentre tornava alla sua apparentemente fredda lucidità prendendo parola con volume giusto sufficiente a farsi sentire dai compagni di cella. Ci sono anche io. Voi come siete finiti qui dentro? Musashi cercava di raccogliere qualche informazione al fine di capire quante persone avessero ordito quel rapimento che evidentemente aveva messo sotto scacco altri malcapitati E' buio pesto ma pare siano gabbie distinte. Peccato, nella rara eventualità ci sia il mio "bastone", avrei potuto farmi aiutare a mettere in leva le sbarre con quel sistema se le celle fossero state a contatto... Il massimo d'infrazione di cui si era reso protagonista Inoue era scassinare qualche archivio ospedaliero e poco più ma aveva un infarinatura di fisica e visto qualche film. Sapeva che con la sua arma celata e la giacca, avrebbe almeno potuto provare a mettere in leva le sbarre. Meglio se la giacca fosse stata almeno un po' umida perché ciò gli avrebbe dato maggiore resistenza, evitandole una troppo facile rottura sotto la trazione a cui sarebbe stata sottoposta.

    Mentre continuava a cercare, decise di provare a ristabilirsi dalle ferite riportate. Un corpo sano sarebbe stato più utile in caso fosse stata necessaria una risposta immediata. Se il furgone fosse stato in procinto di fermarsi, avrebbe simulato di essere ancora ferito e incosciente. Del resto stava cercando di farsi sentire solo da chi era li con lui.

    Devo fare pratica del funzionamento ma mi concentro per curarmi dalle ferite con la dovuta calma.


    Per ora decise di non ricorrere alle capacità sensoriali usate a sua insaputa dai compagni. Troppo buio e per gli altri sensi c'era troppo "rummore di fondo" in gergo. Se solo non avesse perso coscienza, avrebbe almeno potuto cercare di capire dove si stesse recando ll furgone ma ora come ora ad attirarne l'attenzione era più quello strano odore. Magari capire cosa fosse poteva rivelare qualche dato sui luoghi battuti da quel mezzo. Una cava? Segatura? Mentre ci pensava, riprese parola

    Qualcuno riconosce questo odore di polvere?

    Se ci avessero voluti morti, sarebbe andata diversamente. Se ci volessero come ostaggi, anche se non so per cosa, il paletto sarebbe rimasto dove era. Presumo che ci vogliano interrogare o portarci ad unirci in modo più o meno obbligato a qualche causa. Che non sia quella setta di cui avevo sentito accennare? Il Sabbat?
     
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    Sei gabbie con dentro sei individui, quasi certamente tutti fratelli, tutti presumibilmente adescati alla stessa maniera. Tutti membri forzati di un circo itinerante, fatto di mostri. C'era chiaramente un disegno ben preciso dietro a quella situazione.

    Più voci risposero al suo appello. Qualcuna portava con sè un'onta di disperazione, qualche altra sembrava più rilassata, nonostante in tutte risultasse evidente lo sgomento. Qualcuno di voi ha fatto qualche sgarro ad un collezionista di cainiti? disse con un'inaspettata vena ironica, senza però troppa convinzione. Riordinò i pensieri e tentò di formulare una frase più articolata. Sono stato adescato mentre ero a caccia, come tutti voi credo. Poi una breve pausa. Odiava il country e lo odiava particolarmente in quel momento. Qualcuno ha la più pallida idea di dove potremmo essere diretti?

    Non si aspettava che tra i presenti ce ne fosse uno in grado di rispondere a quelle domande. Ma cosa avrebbe potuto fare? Era innegabile che in quello spazio angusto, il panico stava montando lentamente e avrebbe preso il sopravvento se non avesse provato a razionalizzare la situazione. La bestia rantolava furiosa dal fondo delle sue viscere e sarebbe stato sempre più difficile domarla.
     
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    @ inoue, ma anche un po' tutti:
    sono sparite le armi palesi (vale a dire che il bastone è rimasto), le eventuali armature (giacche rinforzate eventuali etc) e tutti i mezzi di elettronica dal telefono in sù. tutto il resto dell'equipaggiamento (portafogli, soldi, chiavi,
    provare a forzare la gabbia non è infattibile, ma richiede cinque successi cumulativi in un tiro di Forza + criminalità. per successi cumulativi si intende che puoi tirare più volte fino a ottenere il risultato che vuoi, ma ogni tiro dopo il primo implica almeno 10 minuti di lavoro ulteriori.

    @ Inoue:
    -2 ps, sei a pieno pool di ferite. per seguire l'andamento, segnerò i vostri punteggi nella pagina della quest.


    il tizio irritato per tutta risposta cacciò un secondo ruggito di frustrazione e diede un pugno alla gabbia. questa rimbombò come una campana a martello. Cazzo, allora siamo tutti nella stessa situazione di merda! sbraitò, echeggiando nel cassone no, non ho dato fastidio a nessuno, anche se è vero che la nostra stessa società è un continuo riplasmarsi caotico di faide e sfide tra amici e nemici che invertono i propri "status", per accaparrarsi il nostro pezzetto di qualcosa.

    oddio ricomincia... fece eco la donna, sconsolata, lasciandosi crollare all'indietro.

    Senti, non voglio stare a menare il can per l'aia, non è certo impossibile che sia una cosa casuale, ma possiamo escludere che ci sia un disegno malato per cui siamo tutti invischiati i nqualcosa? siamo vampiri, new orleans è grande: qualcosa potremmo sicuramente aver fatto involontariamente tutti assieme nel grande schema della torre d'avorio, infinita e mastodontica struttura di intrighi....
    avrebbe continuato per ore. l'uomo che urlava sembrava avere solo due modi di ocmunicare, e urlare sembrava forse il meno fastidioso.

    Sentite cercò la donna di sovrastare lo spreco di parole non so se sapete chi sono, mi chiamo Julia Kendall, sono un pezzo da novanta del clan toreador.
    Evidentemente tutto questo è per rapire me, non so bene perchè siate stati coinvolti anche voi: l'importante è che torni a New Orleans.



    Jerome rolls 5 dice to Intelligenza + Galateo 8,4,1,9,5 [1 success]
    Deve essere un "pezzo da novanta" da davvero molto poco, dal momento che non hai mai sentito questo nome all'interno del clan.


    Di fronte a quella improbabile botta di ego, specie data la situazione, anche lo straparlante uomo nell'ultima gabbia aveva smesso il suo monologo Io non sarò un toreador ma non ho idea di chi cazzo tu sia...
    Non mi aspetto che le capre condividano il sapere delle rose!

    ...ssseh. comunque io mi chiamo Jeremy Coleman. Mi sono venuti a prendere mentre lavoravo, bastardi. si è presentato uno che diceva che gli avevano sparato! era coperto di sangue, ma non trovavo il buco e quando mi sono accorto che non c'era ZAC! paletto.
    Carogne.


    Qualcuno sa come aprire queste gabbie? domandò infine speranzosa non ci hanno perquisito proprio bene, se serve ho qualche forcina tra i capelli.
     
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    Anche la voce di Musashi si fa ora sentire, domandando dapprima ai presenti come siano finiti lì.
    << E’ il trattamento che si riceva quando per risparmiare ci si ostina a viaggiare in classe economica. >> “spiega” Otto picchiettando con la mano destra sulle sbarre della sua gabbia.
    Non risponde alla seconda domanda di Inoue, ma ci riflette.
    In quel breve momento di silenzio precedente Otto von Braun (insieme a Zoobo) ha concentrato i suoi sensi acuti per catturare suoni esterni al cassone del camion e l’assenza di essi ha quindi confermato i suoi (loro) sospetti: i prigionieri stanno venendo trasportati in un luogo isolato, probabilmente fuori città.
    Parallelamente Jerome, facendo un uso diverso della medesima disciplina, è riuscito a scrutare l’aspetto dei suoi compagni disavventura e di conseguenza anche di Otto e Zoobo.

    @Jerome:
    Jerome potrà così realizzare quell’assurda realtà che agli altri “passeggeri” chiusi nell’oscurità del cassone del camion sarà probabilmente sfuggita: Otto e Zoobo sono la stessa persona.
    O meglio…
    Otto appare come un uomo fra i 50 e i 60 anni di origini tedesche e con un’acconciatura d’altri tempi: un vistoso paio di baffi e una pettinatura quasi “alla Beatles”. Ha un viso paffutello e un’espressione ingenua… tradita solo dagli occhi azzurri, freddi e vitrei nella fissità della morte.
    A giudicare dall’aspetto il cainita (ferito come gli altri presenti) potrebbe ricordare un cabarettista, con uno di quei fiori di plastica fatti per spruzzare acqua all’occhiello della giacca e appariscenti bretelle rosse al posto della cintura. A confermare tale ipotesi poi, il pupazzetto nella sua mano sinistra… e veniamo così a Zoobo.
    “Zoobo (TM)” è una semplice marionetta ricavata da un vecchio calzino viola, con una coppia di bottoni azzurri come occhi e scampoli sgargianti di tessuto a formarne i capelli.
    Otto von Braun è un ventriloquo e Jerome potrà rendersi conto che almeno in questo è parecchio bravo: quando Zoobo parla, l’uomo non apre bocca e neppure pare muovere le labbra.
    E d’altro canto la zoce di Zoobo, ammaliante, autoritaria e terribile al tempo stesso è carica di un magnetismo personale che mai qualcuno penserebbe di attribuire ad una persona dall’aspetto insignificante come Otto von Braun.

    << Noi non abbiamo fatto niente! >> Esclama Otto quando Jerome domanda se qualcuno dei presenti si sia messo contro all’anziano psicopatico sbagliato.
    << Chiunque sia, per quanto potente, evidentemente non lavora da solo… questa è l’opera di un’organizzazione. >> Una breve pausa di riflessione e quindi fa per aggiungere: << Non si tratterà forse del… >>
    Sarà quell’inquietante pupazzetto ricavato da un calzino a finire la frase per lui. La voce carica di rabbia.
    << Sabbat. Quei fenomeni da baraccone credono di aver guardato negli occhi la Bestia… ma non hanno ancora conosciuto me. >>
    “Fenomeni da baraccone”: curiosa scelta di parole per Zoobo (TM) la marionetta.
    La strana coppia tace mentre un nuovo duetto prende il loro posto sul metaforico palco: Julia Kendall, sedicente pezzo da novanta del clan Toreador - “sedicente è la parola del vocabolario che forse meglio si adatta ad un toreador” - e tale Jeremy Coleman, che riuscirebbe a passare come un isterico teorico della cospirazione anche in un frangente come quello, dove la rete di intrighi nella società dei Fratelli appare come un dato fattuale angoscioso quanto indiscutibile.
    Poi Zoobo si rivolge a Jerome: il tono questa volta è pragmatico, anche se la sua ira non si è affatto placata: << Verosimilmente ci troviamo già fuori città. In quanto alla nostra meta, la logica suppone due possibilità. La prima: giungeremo direttamente nel proverbiale covo dei cattivi...>>
    << E’ dentro il cratere di un vulcano come in 007? >> Prova ad informarsi Otto, ma venendo totalmente ignorato.
    << ...dove verremo reclusi e forse separati, a seconda delle intenzioni dei nostri aguzzini. In questo frangenge saremo totalmente in balia degli eventi. La seconda: chi conduce questo catorcio ci sta portando ad un punto di scambio. Ciò significa più uomini e anche questo non va bene. >>
    Ora Otto von Braun tace, lo sguardo altrove, come quello di un bambino che si è stufato dei discorsi degli adulti.
    << Ciò significa, per dirle in altre parole, che siamo fottuti. Quindi a meno che uno di voi reputi di avere concrete possibilità di liberarsi dalla sua gabbia, il migliore uso che possiamo fare di questo tempo e cercare di capire se abbiamo in comunque qualcosa oltre al desiderio che la scienza farmaceutica produca una crema solare con protezione 1.000.000… >>
    Solo ora Otto pare ridestarti e con quel suo tono gioviale e burlesco esclama: << Sì! Conosciamo in nostri ospiti! Cosa mi dite di voi? Suvvia, bando alla timidezza! >>
    << Il politologo per ultimo. >> precisa infine Zoobo.
     
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    La sensibilità proprioccettiva di Inoue lo pervadeva mentre il suo corpo recuperava le sue piene funzionalità. Nel mentre udì altre persone prendere parola.

    Mentre si alzava, trovò anche il bastone ai suoi piedi. Sebbene non avesse più il cellulare, rimase sorpreso.

    Devono averci sbattuti qui dentro di fretta...forse siamo in qualche modo collegati e non volevano darci il tempo di prendere contromisure? Non credo abbia senso..

    Quel pensiero venne meno, rendendosi conto che vi erano effettivamente altri vampiri assieme a lui. Non che lo avessero scritto in fronte ma anche dai discorsi di alcuni di loro era inevitabile fare 2+2. Ascoltò le storie ma per ora non rispose a sua volta, forse preso dai suoi pensieri.

    Mentre si alzava, controllò meglio le sbarre. Ad occhio e croce poteva farcela. Non aveva con sé la sua giacca "per le occasioni speciali" ne tutti i suoi kit da "boyscout" ma usando la leva del bastone e della sua giacca, valeva la pena provarci a giudicare il diametro delle sbarre

    permetto al Pg to fare queste considerazioni dato il suo punteggio di forza, quello occorrente che dici e l effetto leva. Ovviamente può dire cavolate


    Ad un tratto però lo colpì una delle presenti. Diceva di avere delle forcine. La direzione approssimativa doveva essere successiva a quella dei due tipi dalla voce simile. Musashi le si rivolse dopo un rapido pensiero.

    io potrei provarci..se hai un fazzoletto o un pezzo di abito chiaro, avvolgile li..

    Poi Inoue si rivolse alla cella presente tra lui e la donna di cui effettivamente non sapeva nulla nemmeno lui.

    Scusate i miei modi, ma uno di voi due potrebbe toglierei la giacca e tenendone un estremità, lanciare l altra verso la Toreador? Ridurremo le probabilità di perdere le forcine che lei potrebbe "lanciare" sopra la giacca.. farò poi lo stesso io per recuperare il pezzo di stoffa con il prezioso contenuto

    Musashi, sperando di avere feedback positivi, accui espressamente la sola vista per essere pronto.

    uso auspex a mia volta


    In attesa di risposta cercava la serratura. Se non avesse avuto un riscontro positivo, avrebbe usato il piano iniziale. Si iniziò a togliere il soprabito per guadagnare tempo
     
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    Jerome rimase ad ascoltare con vivo interesse ciò che avevano da dire i malcapitati presenti. Uno di loro aveva una voce sospetta: era autoritaria, ma aveva un qualcosa di innaturale, arcano... l'oscurità non gli permetteva di cogliere distintamente i tratti, ma gli parve di scorgere una corporatura tozza che mal si sposava con quella voce così suadente. Quando poi si accorse che l'altra voce che proveniva dalla sua direzione non era di un altro cainita, ma da quella sorta di marionetta che aveva su una mano che agitava a tempo, l'effetto straniante si acuì ulteriormente. La bizzarria di quel fratello era forse dovuto alla sua presunta natura di malkavian? Chissà, avrebbe certamente avuto il modo di scoprirlo.

    L'uomo che sbraitava cominciava a dare sui nervi anche a lui.

    Una volta udite le parole della donna e quelle dell'altro cainita, Jerome cercò nei cassetti della memoria il nome di Julia, senza trovare nulla.

    Signorina Kendall disse mentre si alzava in piedi, cercando di fare un pò di stretching alle spalle. Il dolore era ancora presente, ma non era una priorità. Sono un Toreador anch'io, ma nonostante io non metta in discussione la sua importanza all'interno del clan, mi sembra assurdo pensare che abbiano avuto una qualche ragione per prelevare altri fratelli. Strinse tra le mani una delle sbarre, tastando il freddo metallo. Temo che le ragioni del nostro sequestro rimarrà all'oscuro, fintanto che rimarremo ingabbiati qui. Poi aggiunse: Il gioco delle forcine non mi sembra un'idea campata in aria: proviamoci. Io credo di essere troppo distante da te... chiunque tu sia. A proposito: mi chiamo Jerome e probabilmente avrei anche il piacere di conoscervi, se queste sbarre non mi impedissero di presentarmi a modo.
     
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    sì beh, ripeto: non so perchè ripetè lei, un pelo troppo a macchinetta ma quasi sicuramente siete vittime di riflesso. ora non ho modo di dire come e quando ma tanto è...

    Tanto è che anche se fosse così non cambia un cazzo. tagliò corto il logorroico tumefatto. Julia fece un lungo silenzio, terminante con un Tsk molto scocciato.
    ad ogni modo sì, ho giusto la tela di questo vestito... sigh, mostri. hanno sgualcito tutta la schiena... tremila dollari di botique! Denuncerò chiunque sia responsabile di questo scempio. e procedette nello strapparsi parte della manica.
    la coordinazione non dava adito a dubbi: anche lei vedeva al buio, forse anche lei risalendo al potere di auspicio tipico del clan delle rose.

    2021-03-10 08:11:51 Julia rolls 4 dice to Passaggio di forcine (Diff 7) 10,5,10,4 [2 successes]

    Avvolse nello "straccio" le forcine, e così facendo le allungò verso la gabbia al suo fianco, dove c'erano Otto e Zoobo.

    ehi tu...cioè voi... insomma, nella gabbia! si incespicò, evidentemente conscia di come Otto parlasse effettivamente. Passale al fianco! per poi dire a voce più alta Laggiù in fondo, ti stanno arrivando le forcine! in direzione di Musashi.

    @ Otto:
    niente di impossibile recuperare quello che ti sta passando Julia e fare i passaggi di mano dovuti, se li vuoi fare ovviamente.


    In tutto questo però vi fù un generale accorgimento da parte degli "ospiti" del cassone. Un qualcosa di percepito, di palpabile all'altezza dello stomaco. Il camion stava rallentando.
    No, non solo stava rallentando, stava proprio fermandosi!
    Una curva leggera a destra e...sì. non aveva spento il motore, ma sicuramente la marcia era stata arrestata.
    E un secondo motore aveva raggiunto il fondo del camion, arrestando la marcia anche lui.

    OCCHI A TERRA E MANI DIETRO LA SCHIENA FIGLI DI PUTTANA! tuonò d'improvviso una voce metallica, femminile ma gracchiante. probabilmente un interfono. ma perchè collegare un interfono al cassone di un camion palesemente per merci? IL PRIMO CHE USA UNA MERDA DI POTERE LO INCENERIAMO! NON ABBIAMO BISOGNO DI TUTTI!
    Julia cercò immediatamente riparo sul fondo della gabbia. Paura, forse istinto di sopravvivenza.
    Cosa che invece Jeremy, lo sproloquiatore seriale, non fece. rimase con le mani appese alla gabbia.

    e così dicendo, si aggiunsero dei rumori oltre le porte del cassone.
    Passarsi le forcine è una cosa che potete ancora fare durante il rallentamento del camion. Tenete conto che avete qualche minuto di azione libero prima che il camion inizi effettivamente a rallentare (potenzialmente troppi pochi per scassinare la gabbia).
    A voi decidere:
    -se eseguire gli ordini o meno
    -se volete spendere un wp per un eventuale tiro di resistenza al Rötschreck da fiamme (magari è un bluff... magari no <3 )
     
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    Quel tentativo di fuga è più un mero sforzo disperato per tenere occupata la mente ed illudersi, fosse anche solo per un istante, di poter avere ancora un minimo controllo sulla propria non-vita: su questo Otto e Zoobo si sarebbero trovati perfettamente d’accordo e ancora prima che irrompesse violentemente quella voce femminile attraverso l’interfono.
    Tuttavia tutto si può dire di Otto von Braun tranne che non sia un tipo capace di fare buon viso a cattivo gioco: senza commentare e con il tacito assenso di Zoobo, il cainita asseconda quell’arrabattato piano per passare le forcine, recuperate da Julia, a Musashi.
    << Suppongo che in vita tu non fossi stato un commercialista. O almeno è ciò che mi auspico.>> dirà il cainita a Inoue mentre riproduce l’operazione atta a fargli infine giungere quel grimaldello di fortuna.
    Il camion sta rallentando e la voce metallica ha appena smesso di gracchiare il suo cupo monito.
    “Occhi a terra… o quella sa il fatto suo o non vuole farsi vedere struccata.”
    Questo il pensiero del cainita che comunque propende per la prima ipotesi. Non è seriamente preoccupato dalla minaccia del fuoco, che gli appare come un'evidente spacconeria: perché darsi tanto da fare e correre tanti rischi per catturare quel gruppo solo per dare loro la morte definitiva?
    Ciò che lo intimorisce ben di più è la probabile verità contenuta in un'altra frase detta dalla donna all'interfono: "non abbiamo bisogno di tutti".
    Non spendo punti volontà per ora.

    << Otto, ora ascoltami molto bene. >> - interviene Zoobo - << Loro sanno di te. Ma non di me: altrimenti alla cattura mi avrebbero incappucciato. Useremo questo a nostro vantaggio, al momento opportuno. Stai fermo e non fare nulla di stupido, ossia non fare assolutamente nulla. >>
    Quindi Otto se ne starà lì mansueto, a capo chino. Zoobo a imitarne la posizione.
    La mano sinistra del cainita, quella che lo muove sta tremando.
    Forse Otto è spaventato.
    O forse è Zoobo che freme di rabbia.

    Edited by EnricoPallazzo - 11/3/2021, 10:33
     
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    Inoue rispose a Jerome, per quanto preso da altro in quel momento.

    Musashi, piacere

    Come lui non voleva essere scortese ne prima né ora, ma era evidente avesse una certa fretta. Prese le forcine da Otto e si accorse solo ora che le due voci appartenessero ad un'unica persona con qualche evidente problema. Tuttavia ne apprezzo la battuta, in linea con il suo stile tra l altro. Gli avrebbe risposto a sua volta chiedendogli se avesse detto così per timore della sua concorrenza o ancora ringraziandolo del complimento; del resto non aveva mai visto di buon occhio tale categoria. La situazione richiedeva concentrazione altrove in quel momento.
    Purtroppo l interfono e la decelerazione del camion non ci volevano.

    chissà se è quella donna. Dalla sua frase credo si tratti di umani. Forse quelle congetture fatte erano errate

    Musashi tra l altro era in prima linea e nessuna copertura da parte degli altri vicini. Anche avesse aperto la cella, avrebbe avuto bisogno di liberare gli altri. Da solo le probabilità non avrebbero giocato a suo favore.

    Speriamo non abbiano sentito / visto niente di quanto fatto con quella forcina

    Guardo in giro in cerca di telecamere; come potesse mai notarle. Ad ogni modo non sapeva quanti gli stessero attendendo la fuori e nemmeno se fosse un bluff. Musashi con un cenno del capo ringraziò Otto ed usò quel poco tempo per nascondere la forcina in mezzo a quella massa di capelli che aveva in capo. Raccolse poi l'arma e la nascose nella lunga giacca che si era rimesso indosso.

    scusate, non credo sia il momento. Da solo non sarei utile disse ai presenti facendo intendere che ora come ora non si sarebbe mosso.

    Fece quanto detto dalla voce, evitando di essere rivolto verso l apertura del cassone in cui erano rinchiusi. Temeva di avere un contatto visivo con un'eventuale fiamma. Concentro tuttavia le sue abilità sensoriali sull udito ed olfatto per capire all apertura del cassone quanti potessero essere alle sue spalle. Si posizionò poi verso un angolo della gabbia, in modo da avere un minimo di vantaggio durante l'apertura della cella qualora avesse voluto agire di sorpresa. La posizione tenuta era tuttavia in linea con quella chiesta e quindi apparentemente remissiva. La maggiore attenzione era rivolta ad osservare eventuali luci di armi a fiamma.

    speriamo non si accorgano tra buio ecc dell' assenza del bastone. Tra forcina e quest' ultimo posso aspettare la situazione più adatta,sperando di presenti

    Se vedo fiamme potenzialmente pericolose spendo wp, sennò niente


    Edited by AlexMu - 10/3/2021, 22:19
     
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    dai a un pirla i poteri da master e otterrai un master pirla.

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    Il disprezzo che ho per voi

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    Dopo qualche momento di trambusto, i portelli del camion si aprirono. una luce abbagliante, fari di una macchina sparati a cannone, si abbattè impietosa su Jerome e Musashi, primi della fila, proseguendo attraverso un gioco di ombre sino in fondo al cassone.
    All'apertura due uomini che reggevano un corpo irrigidito, visibilmente statico, a mo di contrappeso. Assieme a loro, armata di uno zaino a bombola e quello che pareva uno spruzzatore da giardino, una rossa sui tardi vent'anni. Molti riconobbero i volti che gli si paravano davanti. Altri, dalla loro gabbia, videro la tizia che aveva fatto capolino da oltre il cassone, probabilmente spuntata fuori dal vano guidatori. Una tanica rossa di modeste dimensioni nella mancina, che per movimenti e rumori dava l'idea di essere piena.

    LE COSE STANNO COSì tuonò rabbiosa ADESSO NOI METTIAMO QUEST'ALTRA MERDA NELLA SUA GABBIA E VOI NON FATE NIENTE. NIENTE MENATE DI CONTROLLO MENTALE, DI AMMALIAMENTO, O SIMILARI. NIENTE FORZA BRUTA O QUALUNQUE ALTRA COSA, O VI DIAMO FUOCO! CAPITO BASTARDI?! un tono folle, visibilmente alterato, più tipico dell'isteria che dell'autorità. occhiaie scavate tradivano il male che la stava divorando da dentro. una tossica.

    ragazza, stai commettendo un'errore blaterò allora Jeremy, l'uomo tumefatto che più di tutto pareva amare il suono della sua voce noi siamo la camarilla. forse voi non lo sapete ma già ora saranno sulle nostre tracce, e vi prenderanno. perchè vi prenderanno...
    SILENZIO ANIMALE! gli strillò contro per risposta ABBIAMO ABBASTANZA BENZINA DA DARE FUOCO A OGNUNA DELLE VOSTRE CARCASSE DI MERDA! E NON CREDIATE, DI ESSERE PIU VELOCI DI UNA LINGUA DI FUOCO.
    tsk. ci avete rapito per darci fuoco? tutto sto sbattimento e ora vi riducete a terroristi? cosa siete, l'isis della camarilla?
    HO DETTO DI TACERE!
    tsk. scommetto che non c'è nemmeno benzina in quella tanica. tutta sceneggiata. grande anfiteatro, complimenti.

    Jeremy iniziò a battere le mani sarcasticamente.
    Ma la cosa durò poco, quando una zaffata di odore di petrolio raggiunse tutti. la matta aveva tolto il tappo alla tanica, e ne aveva tirata una piccola bordata al tipo, che si ritrovò in parte inzaccherato e decisamente troppo infiammabile.
    ABBIAMO ABBASTANZA BENZINA PER TUTTI. SFIDATEMI, SE OSATE, STOCCAFISSI DEL CAZZO!

    la donna estrasse uno zippo, e lo accese. La fiamma era decisamente troppo lontana e piccola per scatenare chissà che cosa ma... se veramente avesse incendiato il logorroico?

    I due in cima al camion intanto avevano già iniziato a salire. circospetti, molto più composti della donna, ma comunque anch'essi devastati dai segni di una pesante astinenza, presero il corpo del tizio e iniziarono a muoversi verso la gabbia vuota...
     
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    I tizi non scherzavano affatto con le loro minacce, anzi sembrava quasi che la ragazza non aspettasse altro. I suoi occhi sprigionavano un'insana follia e la sua particolare vista gli restituì un essere particolarmente abominevole. Era calva, o meglio fortemente affetta da alopecia e gli occhi erano iniettati di sangue. Il viso era orribilmente sfigurato: la mandibola sembrava sconnessa dal viso e penzolava da una parte. Questo faceva si che parte della dentatura risultava visibile anche con la bocca chiusa e un filo di bava nera fuorisciva da quest'ultima. Un foro, che sembrava essere provocato da un proiettile e da un grosso verme, abbelliva la sua fronte. I vestiti erano logori e soprattutto nella parte inferiore, ridotti a brandelli. Le unghie delle sue mani erano lunghe e ingiallite. In definitiva: non portava certamente bene la sua presunta età.

    Jeremy ti prego, piantala di blaterare. Se proprio devo scegliere che fine fare, proferirei evitare la combustione.

    Osservò gli altri trasportare di peso il corpo inerme del nuovo ospite. Quella gente era organizzata bene e non scherzavano. Si guardò intorno, valutando la situazione e giunse alla conclusione che sarebbe stato meglio stare tranquilli fino a destinazione, qualunque essa fosse. Poi si rivolse proprio alla ragazza.

    Sentite: abbiamo capito di essere nei guai e probabilmente prossimi alla morte. Non sappiamo se dobbiamo stare in queste gabbie per minuti, ore o giorni. Visto che il nostro destino sembra ormai segnato, che ne direste di dirci almeno che intenzioni avete? Almeno avremo qualcosa di cui parlare nell'attesa. E' chiedere troppo?

    Fatto: aveva lanciato il sasso, sperando di non ricevere come risposta una lingua di fuoco in pieno volto.
     
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