Billie's

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    Billie’s è una vecchia sala da gioco in un seminterrato di South Harlem, sopra Central Park. Chiuso da anni, tutto è rimasto così com’era al momento della sua chiusura in seguito a un rastrellamento della polizia: due tavoli da biliardo e dei flipper nella sala principale, il tutto dismesso e impolverato, più un piccolo magazzino per le scorte, un bagnetto e una saletta sul retro, con una scrivania e due sofa.

    Al locale si accede dalle scale all’esterno, che dal marciapiede portano sotto il piano della strada. C’è anche un’uscita sul retro, che porta al garage – con uscita sul lato opposto dell’isolato.

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    Nel consegnarvi le chiavi del locale, Raven vi ha detto che il Billie’s sarà la vostra base operativa. Potrete utilizzarlo anche come Rifugio secondario, ma lei vi raccomanda di usarlo solo in caso di necessità e stando sempre attenti. C’è un telefono con segreteria nella sala sul retro, e anche le altre utenze sono state ripristinate – a sue spese.

    Lei non ha i soldi per fare altro, ma se volete rimettere a posto il locale e riaprirlo, siete i benvenuti: avere qualche cliente che va e che viene significherebbe giustificare meglio i vostri spostamenti e quindi proteggere la Masquerade, nonché magari avere avere qualche ritorno economico o di altro tipo.

    South Harlem sarà il vostro territorio di caccia, che condividerete con lei: difendetelo da Anarchici e altri intrusi. Raramente gli Anziani si affacciano a South Harlem ma, se dovessero farlo, lasciateli fare.

    Edited by Ater Pater - 7/4/2021, 17:37
     
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    Capitolo 1. Una notte in città.




    Dalla sera in cui siete stati inseriti nell'Artiglio è passato circa un mese: è stato più che altro un riscaldamento, utile soprattutto per capire in cosa consiste il vostro lavoro, nonché per conoscervi meglio tra di voi.

    Sono da poco passate le undici e l'ultimo di voi è arrivato al Billie's quando il telefono inizia a squillare.

    Una chiamata di Raven, certamente.
     
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  3. Khai
     
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    nome Morris Izambard
    Descrizione fisica Uomo afroamericano sui 40, dal bell'aspetto messo alla prova dai completi casual che indossa. Porta un paio di baffi rigogliosi ed una pratica capigliatura.
    Carattere Pedagogo
    Carisma 3 | Aspetto 2
    Abilità Autorità 2 | Intimidazione 1 Background Prestigio di Clan 1


    Quest Humanity


    Tiene d'occhio la strada da qualche minuto; Raven non è persona che spende parole per nulla, e se pensa che sia bene usare prudenza, devono esserci delle valide ragioni. Il suo è un piccolo rituale, se vogliamo, che si prolunga da qualche notte. Ha imparato a conoscere dagli specchietti e per visione diretta i vicoli che sboccano sulla principale, le finestre dalle quali direttamente si può vedere la colonna di scalini che porta al seminterrato, la vecchia sala da gioco, i portoni, i radi passanti.
    C'è persino un notes, abbandonato sul cruscotto con accanto un lapis.
    Numeri, civici ed orari, dove ha appuntato i ritmi delle abitazioni che danno vista sul Billie's. Nessun indirizzo, nient'altro, d'altra parte è soltanto lui che li legge. Sporge il busto per far sparire gli appunti nel cruscotto, interrompendo l'investigativa staticità, dal quale trae la combat magnum per ficcarsela nella fondina sotto la giacca.
    Mai uscire di casa senza.
    Dalla Oldsmobile nera scende senza pretese, una aggiustata alla giacca ed un'ultima misura alla strada. Le chiavi tintinnano nella tasca esterna quando imprime la forza necessaria a chiudere la portiera, poi la girata di chiave.
    Il parcheggio è studiato; di rimpetto al ritrovo ma mai in vista nei pressi dell'ingresso.

    * * * * *

    All'interno c'è un polveroso e sorprendente silenzio; Siamo a Manhattan, dopotutto. Magari è il primo a passare dalla soglia, oppure l'ultimo; se così fosse, un caloroso saluto ai convenuti sarebbe stato quanto gli altri hanno imparato ad aspettarsi da Morris, un tipo aperto, aspettativa che non sarebbe stata certo disattesa quest'oggi.
    E' nei pressi del biliardo a gingillarsi con una mezza e le sponde, quando suona il telefono. Consulta visiva, poi si avvicina all'apparecchio, alzando la cornetta.
    Pronto?
    La voce dell'uomo è calda e bassa, piacevole da ascoltare.


    In questo mese Morris non ha fatto troppo mistero di sé stesso. Attivista e convinto sostenitore della rinascita di Harlem, si adopera al sostengo di numerose opere sociali e politiche della zona. Gode di un certo rispetto nel proprio Clan, i Brujah, ed è chiaro che sia in buoni rapporti con Raven.
    A meno di non avergliene dato motivo, con i membri dell'Artiglio si sarà dimostrato aperto e piuttosto amichevole, alla mano, nonostante il chiaro disprezzo per mezzi discutibili quali la disonestà, specie quando fine a sé stessa o guidata da scopi prettamente egoistici.
    A dispetto della appartenenza di sangue che da adito a numerosi e spesso veritieri luoghi comuni, Morris appare come una persona ponderata, pronta a condividere le proprie esperienze ed a sostenere chi ha attorno.
    E' tra i membri dell'Artiglio che pensa sia una buona idea sfruttare meglio il Billie's, ed è più che disposto a parlarne ed a confrontarsi in proposito.


     
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    nome cora
    Descrizione fisica donna sui venti, capelli castani e occhi chiari, pelle rosata quasi diafana. veste solitamente di scuro ma indossa sempre una giacca blue jeans. ha il rossetto di un rosso mattone intenso.
    Umanità 6
    Carattere gaudente
    Carisma 2 | Aspetto 3
    Abilità Autorità1 Intimidazione 2 | Background -


    Quest Humanity


    - Io ho finito. Ci pensi tu al signore lì, al 9? - chiesi a Trish mentre mi sfilavo il grembiule e lo piegavo con scarsa cura. Entrambe eravamo dietro il bancone: lei puliva la superficie dalle macchie e i residui di cibo, io avevo appena finito di mettere a posto i bicchieri. Mancavano cinque minuti alle undici e se non volevo sorbirmi una fottuta strigliata da Raven dovevo alzare i tacchi fino al culo e arrivare al Billie's in orario.
    Al suo cenno di assenso le rivolsi un sorriso leggero e mi voltai verso la porta che dava sul retro. Evitai - come la peste, come la morte, con accuratezza estrema - di far cadere gli occhi sulla superficie specchiata della bottiglieria ma nonostante tutto riuscii a vederlo. Era lì, mi guardava e seguiva passo dopo passo dopo passo, senza darmi tregua né pace. Per quella storia a casa mia avevo coperto ogni singola superficie riflettente ma non potevo aspettarmi o pretendere che anche il mondo esterno facesse lo stesso. Riuscii ad ignorarlo chiudendo gli occhi per un istante e dicendomi mentalmente che potevo farcela. Spinsi la porta con entrambe le mani ed ebbi così accesso al retro: lì mi sarei cambiata, avrei recuperato le mie cose e salutato il lavoro almeno fino al giorno successivo. O finché non mi sarebbe venuta fame di nuovo. Mentre tornavo in sala infilai la mano nella borsa per tirarne fuori il cercapersone: avevo preso molto sul serio la storia dell'Artiglio, dopotutto ne andava della mia stessa vita e ci tenevo a sopravvivere. E poi trovavo l'azione divertente. Certo, non quanto una festa sfrenata ma c'erano degli aspetti assai positivi in quella missione. Nessun messaggio da Raven né dagli altri: meglio così.
    - Allora ci vediamo domani - mi congedai ufficialmente da Trish. Lanciai un'occhiata veloce ai clienti ai tavoli, trovavo fossero pochi per la serata e mentre smanettavo - non troppo - col cercapersone pensai dio, che mortorio. Quando alzai lo sguardo dall'oggetto nero mi ritrovai, senza volere, a guardare il vetro della porta d'ingresso prima con fare distratto, poi fisso come se qualcosa avesse attirato la mia attenzione come una calamita. Era lì, poco dietro di me: mi fissava in silenzio e con espressione seria. Rimasi pietrificata e con gli occhi sgranati, manco avessi visto un fantasma. Già. Furono il rumore del campanello e un nuovo provvidenziale cliente a salvarmi da quell'inquietante - e psicologicamente deleterio - loop. Un ghigno distratto e mi fiondai fuori, verso lo scooter. Avevo perso fin troppo tempo.

    * * *


    Parcheggiai nei pressi del Billie's, mi sfilai il casco e solo dopo aver messo il cavalletto mi avviai verso l'ingresso; ne approfittai per guardarmi un po' intorno. Percorso il marciapiede a passo sicuro, scesi di fretta le scale che mi avrebbero portata dagli altri. Il ritmo dei passi scandito da suole e tacchi rumorosi.

    Raven ci aveva consegnato le chiavi di quel posto da nemmeno una trentina di giorni ma non eravamo riusciti a fare molto per rimetterlo a posto o renderlo più comodo/pulito. C'erano almeno quattro dita di polvere sulle tavole da biliardo, sul pavimento ben visibili le nostre impronte (tante). Da sola non mi sarei certo messa a sgobbare per ripulirlo e magari fargli fruttare qualche quattrino... col cazzo. O meglio: se fossi stata sicura che dopo quel posto avrebbe potuto garantirmi del divertimento come cristo comanda l'avrei rimesso a nuovo anche da sola e a mie spese. Ma gli altri, mhm... non avevo ancora ben chiaro il loro concetto di divertimento o quanto fossero disposti ad investire in quella cosa (base operativa, ritrovo, rifugio, potenziale attività). Un anno e un giorno di servizio (per altro obbligato, almeno per me) potevano trascorrere anche senza che c'impegnassimo troppo per rimetterlo a posto o addirittura rilanciarlo. A me non dispiaceva comunque tutta quella polvere: m'impediva di vedere. Aprii la porta in tutta fretta e mi ritrovai subito nella grande stanza. Tutta la fretta che avevo avuto per arrivare lì in orario scomparve nel momento in cui varcai la soglia. Salutai chi c'era già, mi avviai verso la sedia più vicina - una merda di sedia pieghevole - e ci lasciai sopra la borsa.
    - Come siamo allegri stanotte. Che c'è, vi è morto il Sire per caso? - diciamo pure che non conoscessi le buone maniere - manco per il cazzo - e che spesso risultavo inopportuna. Per mettermi comoda in attesa di istruzioni mi accesi una sigaretta - che altro potevo fare, dopotutto? Spalle contro la parete, conservai la posa svogliata anche quando squillò il telefono: non mi mossi nemmeno per rispondere, lasciai tutto il piacere a Morris. Mi piaceva sentirlo parlare. Solo quello ed era già tanto.



    Cora è una Brujah rompicoglioni e questo in trenta giorni i colleghi dell'artiglio l'hanno sicuramente capito. Ha modi duri, quasi rozzi, che cozzano con l'aspetto delicato. Vi ha detto solo il suo nome - Cora, appunto - che lavora part-time come cameriera in un caffè a South Harlem stesso e che è finita in galera da ragazzina. Non le piace parlare del suo passato o in generale della sua vita al di fuori dell'Artiglio ed è pronta a prendere a sberle (o sparare in pieno viso) chi si mostra troppo insistente. E' comunista e sui temi dell'attivismo si trova con Morris. Ha una certa riluttanza - se non proprio paura - a guardare tutte le superfici riflettenti.
    E' molto (molto) riconoscente a Raven, con cui cerca di conservare un buon rapporto, mentre con gli uomini (specie se farfalloni) meh. Fa fatica, ecco.
    Per il resto, è un piccolo petardo tutto da scoprire.

    PS: se ci sono degli errori o incongruenze, fatemelo presente così correggo. grazie :)


    Edited by aquamärine - 18/4/2021, 15:26
     
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    Sic Transit Gloria Mundi

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    nome Jason Mujabbah
    Descrizione fisica Maschio nero sulla quarantina, occhi gialli coperti da vecchi occhiali da sole, fisico spesso coperto di stracci
    Carattere Burbero
    Carisma 2 | Aspetto 2
    Abilità [ Autorità 2 | Intimidazione 2 | Galateo / ]
    Background [ Fama / | Status / | Prestigio di Clan 1 ]


    Quest Humanity


    La città marcisce intorno allo straccione, ma il marciume del cemento è diverso da quello della carne.
    Jason cammina fra vicoli stretti inondati di parassiti più o meno umani, fra ratti gonfi di tumori e barboni addormentati sugli sfoghi del vapore delle case dei ricchi. Teppaglia senza dignità ride del nulla, pestando come scimmie cassonetti ripieni del liquame di un'intera città.
    Central Park, nella sua serafica dignità di immenso oceano verde, è ormai dietro catene di autobus e tratti appiedati che il Fratello ha imparato ormai a memoria durante la sua attività nell'Artiglio. Non gli piace uscire da Central Park.

    Si sbatte la porta del Billie's dietro, facendosi cadere addosso qualche frammento di intonaco che tinge di bianco lo squallido, umidiccio tessuto stracciato dei suoi abiti luridi, nella sua più completa indifferenza. Dedica ai compagni un grugnito, togliendosi gli occhiali da sole e lanciandoli svogliato sul tavolo di fronte a se, dove si accomoda appoggiando gli scarponi rotti e sporchi sulla sedia di fronte. L'odore che emana, per chi si avvicina abbastanza da sentirlo, è simile a quello di un cane bagnato da una pioggia di gin a basso prezzo, che è solito fingere di bere per mescolarsi agli altri clochard.
    Guarda Cora accendersi la sigaretta con i suoi occhi di un giallo innaturale, ignorando la sua domanda e indicandola, sorridendo.


    Fumare uccide, bambolina.

    Il tono di voce è il suo solito basso catarrotico e sprezzante, di chi crede di averne viste abbastanza da non dover temere sorprese. Per qualche motivo, dopo la frase, inizia a ridacchiare fra sé e sé, guardando altrove e ignorando la conversazione che si sta in questo momento svolgendo al telefono.

    Jason è una testa di cazzo, cinico e disilluso, con un passato nell'esercito di cui parla estremamente poco. Non ha il minimo interesse o fiducia nell'opera politica di Cora e Morris, ma non la ostacola ed è devoto all'opera dell'Artiglio come un obbligo che persegue con insospettabile disciplina, anche se del tutto privo di dedizione. Gode di una certa forma di rispetto da parte dei Gangrel locali, con cui condivide la Maledizione, e fino ad oggi si è sempre dimostrato un compagno affidabile, anche se prono a sparire per notti intere quando l'Artiglio non lo richiama ai suoi doveri.




    Edited by Mjölnheim - 19/4/2021, 16:00
     
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    Nome Joshua Clark
    Descrizione fisica Uomo sulla trentina. Veste solitamente in modo elegante.
    Carattere Penitente
    Carisma OOO | Aspetto OOO
    Autorità OOO | Intimidazione OOO | Galateo O
    Status O





    Non ero affatto soddisfatto di quella sistemazione cosi spartana e mediocre, ma cosi ci era stato comandato e cosi sarebbe stato. Quel ritrovo, quel "quartier generale" me lo sarei dovuto far andare bene. Fossi stato da solo avrei anche investito volentieri qualche soldo per migliorarlo, ma a giudicare dal resto della combriccola non pareva proprio valerne la pena. Era passato un mesetto da quando eravamo stati messi insieme a forza ed avevo intuito sin da subito che tipo di persone fossero i miei "colleghi". Gente con cui avrei preferito non lavorare, ma anche in questo, purtroppo, non avevo libertà di scelta.

    Quella sera ero vestito come mio solito in modo elegante. Non erano abiti che si intonavano granche con il posto - o con il quartiere - ma mi sentivo più a mio agio cosi e non avevo intenzione di passare per uno straccione solo per mimetizzarmi meglio in quel tugurio.

    Ascoltai le parole degli altri ma non dissi nulla, isolandomi nella mia piccola ma confortevole bolla. Non c'era molto da fare in quel postaccio, cosi mi avvicinai ad uno dei biliardi ed iniziai a tirare qualche tiro distratto, standomene per i fatti miei.



    In questo mese trascorso Joshua è sempre stato presente quando era richiesto. Preciso, ma di poche parole. Non ha mai cercato attivamente di socializzare con nessuno del gruppo, ed evita i discorsi se non vi viene espressamente tirato dentro. Schivo e riflessivo, non sembra in cerca di nuove conoscenze, ma appare evidente che sia stato tirato nella faccenda dell'Artiglio suo malgrado e si voglia limitare ad onorare i doveri che gli sono stati imposti.


    Edited by Lopensky - 13/4/2021, 17:56
     
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    nome Raven
    Descrizione fisica Appare come una giovane donna di colore tra i venticinque e i trent'anni. Sguardo intenso e modi diretti, porta i capelli raccolti in dreadlocks e veste in modo spartano o paramilitare.
    Carattere Regista
    Carisma 4 | Aspetto 4
    Abilità Autorità 3, Intimidazione 3, Galateo 1 | Background Status 2 (Luogotenente del Principe ad Harlem)


    Quest Humanity


    Morris, bene.

    Accendi il microfono, così non stai a ripetere.



    La voce era quella di Raven. Del resto solo lei aveva quel numero, da quel che era noto ai Fratelli.


    Allora ragazzi, ci siete tutti? statemi a sentire.

    C’è un randagio di troppo, viene da fuori e non si è presentato.

    L'hanno visto al centro, ma finora era sempre riuscito a sfuggire.

    Ora si è spostato a nord: Central Harlem, saranno sì e no due ore.


    Raven si fermò un attimo, per poi riprendere:

    Come sapete è territorio Anarchico*, è territorio di Spider.

    Quindi prima di mettervi a cercare il nostro amico o di fare altro dovete parlare con lui.

    È una questione di rispetto, ma non solo. Magari uno dei suoi ha visto qualcosa.


    Quindi, rivolta al suo pupillo:


    Morris, portali tu. E spiega ai tuoi compagni come devono comportarsi con Spider.

    Per poi concludere, rivolta a tutti:


    Richiamatemi quando avete acciuffato il nostro amico. O comunque quando avete scoperto qualcosa.









    *
    N.B.: nella prima edizione gli Anarchici non sono una Setta a sé, ma sono semplicemente la fazione più ribelle della Camarilla.

    @Mjolnheim: nella tua role code c’è Occhi gialli “con pupilla ferina”, toglilo
     
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    Quest Humanity

    Nome Joshua Clark
    Descrizione fisica Uomo sulla trentina. Veste solitamente in modo elegante.
    Carattere Penitente
    Carisma OOO | Aspetto OOO
    Autorità OOO | Intimidazione OOO | Galateo O
    Status O





    Fantastico...
    Borbottai a bassa voce tra me e me mentre la chiamata con Raven si chiudeva. Se c'era qualcosa che mi andava ancora meno di fare rispetto allo stare in quel tugurio era proprio andarmene in cerca di guai nel territorio anarchico. Lanciai uno sguardo agli altri curioso di coglierne le reazioni, poi mi scostai dal biliardo avvicinandomi a loro.

    Allora, mi sembra di capire che abbiamo le mani legate...

    Si va da Spider...
    Ci vogliamo muovere?


    Allargai le braccia in un gesto contenuto mentre lo sguardo si spostava quasi timoroso tra gli altri membri della squadra.


    Edited by Lopensky - 17/4/2021, 18:21
     
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  9. Khai
     
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    nome Morris Izambard
    Descrizione fisica Uomo afroamericano sui 40, dal bell'aspetto messo alla prova dai completi casual che indossa. Porta un paio di baffi rigogliosi ed una pratica capigliatura.
    Carattere Pedagogo
    Carisma 3 | Aspetto 2
    Abilità Autorità 2 | Intimidazione 1 Background Prestigio di Clan 1


    Quest Humanity


    Quando parla, Raven è come un piccolo treno che va troppo veloce su un binario arrugginito; chiara, diretta, con i suoi bei problemi a fa r funzionare i freni. Quando Morris pigia sul comando dell'apparecchio, attivando l'altoparlante, lo fa con il sorriso. Dopo aver poggiato il ricevitore sulla polvere che copre le solidità, si sposta calmo per la sala del Billie's, in direzione del biliardo; Non ne fanno più come Cora, o forse devono ancora cominciare a fabbricarle sul serio. Sarebbe ora. Facile alla leggerezza, è imprudente collocarla solamente entro quella superficie: guardandola fumare, gli sovviene sempre lo stesso pensiero di sempre Una non se ne sta sempre sulle sue a rimuginare, se è già così convinta del pacchetto. Quella noia è iperattività, energia pura, delicatamente calibrata. Morris guarda l'ora, permeato una volta tanto da una mezza certezza nella sua esistenza, il trovarsi con almeno una spalla coperta. Spera di aver comunicato la stessa cosa, durante gli asciutti confronti con la consanguinea.
    Siamo già al nocciolo del fattaccio in esposizione da parte di Raven quando il professore incrocia lo sguardo ferino di Jason. Lui richiede una lettura diversa, dove le parole valgono poco e molto invece i gesti, ciò che è tangibile. Non potrebbe essere altrimenti con chi ha la propria storia addosso e Morris nutre un certo rispetto a riguardo e nel riguardo. Qualcosa, nel suo modo di fare, glielo fa percepire come vicino.
    Non ha ancora detto una parola dall'inizio della telefonata. I virtuosismi al tavolo di Joshua lo prendono, nemmeno lo aiutassero a discernere dalle parole di Raven i pochi fatti della vicenda. Il giocatore è forse il più difficile dei tre per il professore. La sua presenza è innegabile, come lo stile architettonico può esserlo su una chiesa imponente, eppure mai invasivo, o prodigo all'esporsi. Ma quando l'Artiglio ha bisogno, lui è lì e questo basta. Il tempo dirà quanto l'intuito di Morris tradisce nei confronti dei suoi compagni od è fedele al proprio istinto.

    * * * * *

    Annuisce a Joshua, sì, dovranno fare una chiacchierata con Spider, questo è certo. Non gli andrà giù il nostro arrivare a fare domande, Raven. Potrebbe rendercela più complicata di quello che è. Dice al ricevitore, poco distante. Questua anche gli altri due con un'occhiata, come se dalle sole figure dei cainiti potesse trarre chissà quale verità sul loro pensiero. Ma è tutto chiaro. Non appena abbiamo qualcosa ci facciamo sentire. La chiamata si interrompe, il suono della linea sospesa riempie l'aria rafferma del Billie's. Morris osserva ancora le mezze rotolare piacevolmente sul velluto verde, poggiato con i pugni sul legno velato di scorie a rovinarne il lucido. Saremo tentati di usare una pretesa autoritaria su Spider, e posso assicurarvi che non aspetta altro. Dobbiamo giocarla molto bene. Condivide.
    Jason, cosa ne pensi? Il sincopato tuut telefonico si fa denso ed alienante. Molle, Morris abbandona l'appoggio per riattaccare il telefono. Rispetto, appunto. Ascolterà e non pronuncerà altro sopra alle parole del Gangrel. Quante auto abbiamo? Click. Diretto verso l'uscita cercherebbe di farsi un'idea di come muoversi assieme al resto dell'Artiglio, preannunciando col tintinnio dalla tasca che certamente la sua Oldsmobile è disponibile.


    Lopensky Nessun problema :)

    Aquamarine Mi sono permesso di supporre un minimo grado di comunicazione e complicità pregresse tra i due, visti i punti in comune. Se troverai che mi sono permesso troppo ed a discrezione del master, dimmi così edito u.u

    Lope e Mjölnheim same thing. Mi sto muovendo sulla vostra onda, in caso per particolari aggiuntivi o qualsiasi cosa, ditemi e penseremo a porre i primi punti per muoverci come si trova adeguato.




    Edited by Khai - 14/4/2021, 17:26
     
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    nome cora
    Descrizione fisica donna sui venti, capelli castani e occhi chiari, pelle rosata quasi diafana. veste di scuro ma indossa sempre una giacca blue jeans. labbra di un rosso mattone intenso.
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    Carattere gaudente
    Carisma 2 | Aspetto 3
    Abilità Autorità1 Intimidazione 2 | Background -


    Quest Humanity


    Fumare: un modo come un altro di occupare gli insignificanti secondi vuoti e senza scopo dell'eterna non-vita a cui ero stata condannata. Non mi appagava né calmava, né tanto meno divertiva; delle sensazioni di momentaneo benessere di cui avevo potuto godere da viva non c'era più traccia. Fumavo per fare qualcosa, per reprimere la noia - pesante e insopportabile - che mi affliggeva nelle attese. Io odiavo aspettare, specie poi se si trattava di ordini. Un gran casino essere un'insubordinata di natura che si ritrova reclutata in una cosa grossa come l'Artiglio. Certo, avrei potuto impiegare quegli stessi secondi pulendo il Billie's a dovere e farlo diventare un piccolo gioiellino con sopra scritto il mio nome a caratteri cubitali, avevo addirittura già qualche idea su come l'avrei arredato e la gente che avrei voluto lo frequentasse...
    Quasi sicuramente se avessi aperto le porte del Cora's ad altri come Jason avrei dovuto prima spendere una fottuta fortuna per rinforzare tutta la struttura; per come quel figlio di Caino sbatteva le porte o semplicemente si approcciava agli oggetti, prima o poi l'intero palazzo sarebbe venuto giù. E poi il tanfo... Gli lanciai uno sguardo - i suoi occhi gialli erano innaturali e inquietanti, dopo un mese non mi ero ancora abituata - veloce e superficiale, quasi annoiato.
    - Non mi dire... - sollevai un sopracciglio; il braccio sinistro sotto al seno, quello destro disteso in avanti. La sigaretta ancora accesa e stretta tra indice e medio. Soffiai fuori il fumo. La tentazione di rispondergli con un seccato Breaking News: non c'è uno che sia vivo in questa fottuta stanza fu spenta sul nascere dallo squillare del telefono e la repentina risposta di Morris.

    Mentre il Compagno parlava direttamente con Raven, io portavo gli occhi sulla fonte diretta del mio fastidio: il rumore delle palle colpite al biliardo dall'elegantissimo Joshua, che spiccava nell'ambiente degradato del Billie's come avrebbe fatto un qualsiasi ben vestito nel Bronx (zucchero per le formiche per tipi come la sottoscritta, in pratica). Mi arrivava forte e chiaro, nemmeno le stesse colpendo ad un palmo di naso da me. Già da quello, il livello d'insofferenza stava diventando difficile da gestire. Il damerino non poteva scegliere momento meno opportuno per mettersi a giocare: dovevamo ascoltare lui che si trastullava con le palle o, in linea con la ragione che ci vedeva tutti riuniti ogni fottuta sera (o quasi) da un mese a quella parte, concentrarci sul messaggio di Raven? Eravamo in una fottuta stanza vuota col rimbombo, cazzo. Morsi l'interno della guancia, cercando conforto in Morris. Raven era stata chiara, Morris era stato chiaro: niente guai nell'Artiglio. Niente litigi o sopraffazioni, solo collaborazione. Ops, non è questa la strada giusta, piccolo petardo. Non è qui che devi accendere la miccia... Quando la telefonata si concluse spontaneamente, con ordini precisi da parte del nostro supervisore e nessun'altra scelta che andare da Spider, approfittai del primo momento utile per rivolgermi a Joshua.
    - La prossima volta te le faccio ingoiare. - gli dissi quasi in un sussurro; il tono moderato e l'espressione del viso stonavano col reale messaggio che gli avevo rivolto, perché era tremendamente e orridamente reale. Si era messo per i cazzi suoi ma non aveva considerato che comunque, in una stanza con quell'eco, il rumore del suo gioco avrebbe potuto infastidirmici.
    A parte il reale fastidio, volevo attaccare lui per frenare il brivido di terrore che mi aveva pervasa nel sentire da Raven una specifica frase: "non si è presentato". Risvegliava brutti ricordi ancora freschi.
    Ultimo tiro e poi schiacciai la cicca nell'unico posacenere consunto di tutta la stanza. Io non conoscevo Spider, anzi si poteva dire che non conoscessi nessuno del resto della società vampirica. Stavo cominciando a muovere i miei primi passi proprio attraverso quel gruppo d'azione e per quanto mi irritasse essere quella che non sa purtroppo non potevo fare molto, se non attingere il più possibile da occasioni come quella.
    - Chi è, lo conosci? - chiesi soltanto a Morris mentre lo affiancavo, poi mi feci da parte e ascoltai gli altri. Condividevo con Joshua l'idea che non avessimo molta scelta: prima avremmo trovato Spider, prima avremmo completato la missione.

    - Ho uno scooter - commentai imboccando anch'io l'uscita.



    Khai no, per niente! è semplicemente perfetto :) spero al prossimo giro di riuscire ad avere modo anch'io di approfondire la cosa dal punto di vista di Cora!

    Per il resto spero di non aver commesso errori. In caso, ditemelo che correggo subito.


    Edited by aquamärine - 19/4/2021, 16:02
     
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    Alle parole di Cora risposi con una certa indifferenza. Probabilmente nessuno degli altri percepì il reale disagio in cui mi trovai a causa di quel suo attacco nei miei confronti, tanto gratuito quanto insensato. Lei stava fumando all'interno del locale, appestandoci tutti, eppure si sentiva in diritto di avanzare un qualche tipo di pretesa su cosa io potessi o non potessi fare, come se fosse in qualche modo il capo. Quale che fosse l'intento di quella sua provocazione, non la raccolsi, limitandomi ad annuire col capo e posare la stecca al suo posto mentre muovevo qualche passo verso il resto del gruppo.

    Avrei voluto e potuto dire la mia, ma nessuno mi aveva interpellato, e in mancanza di palesi idiozie da parte degli altri preferii starmene sulle mie ed ascoltare Morris. Stando a quanto aveva detto Raven ne sapeva di certo più di tutti noi su come rapportarci con questo Spider.
     
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    Mjolnheim ha saltato il giro perché non posta da 10 giorni ma può postare adesso.

    Se decidete di andare, specificatemi con quali e quanti mezzi vi muovete.
     
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    Carattere Burbero
    Carisma 2 | Aspetto 2
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    Background [ Fama / | Status / | Prestigio di Clan 1 ]


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    Lo straccione si alza all'improvviso, tornando attento alla situazione come se si fosse appena svegliato da un lungo torpore.

    Raven è stata più chiara di un 7,62 nella nuca e secondo me è meglio sbrigarsi. Se dobbiamo andare a scotennare un altro povero bastardo, sarà il caso che quei bambocci degli Anarchs ci lascino lavorare in pace. Fosse per me non ci parlerei nemmeno: vadano a lamentarsi dai nostri datori.

    Scuote il giaccone, sorridendo a Cora, Joshua e a Morris come fossero vecchi amici.

    A chi mi prende in auto poi gli ripago il lavaggio, eheh... Oppure potete fare senza di me, ma dopo non mi prendo responsabilità se vi fate spaccare tutte le ossa.

    Strizza l'occhio a Cora, qualcosa in quella bianca riesce sempre a farlo sorridere: in questo caso sono le parole inaspettatamente aspre verso il loro compagno, Joshua.

    Ahah, gliele hai dette, bambolina: conserva le unghie anche per il nostro ospite indesiderato!

     
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    nome Morris Izambard
    Descrizione fisica Uomo afroamericano sui 40, dal bell'aspetto messo alla prova dai completi casual che indossa. Porta un paio di baffi rigogliosi ed una pratica capigliatura.
    Carattere Pedagogo
    Carisma 3 | Aspetto 2
    Abilità Autorità 2 | Intimidazione 1 Background Prestigio di Clan 1


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    L'uomo non manca di rispondere a Cora, e per diretta conseguenza, informare gli altri. Uno dei riferimenti anarchici. Siamo stati vicini per un po' di tempo e per varie ragioni, ma quando la Trappola ha cominciato a presentarsi ai miei occhi come molto stretta, promettendo anche taglie più piccole nel prossimo futuro, non ha preso bene la visione che ho in mente tutt'ora. Accenna un assenso a Cora riguardo lo scooter. Da soli i nuclei dei nuovi nati possono poco, nella sua interezza neppure a me fa impazzire l'idea di sottostare nell'immobilità di certe regole ma... Non ho potuto negare che la stessa Raven ha obiettivi simili ai miei, e che quindi condivido. Farebbe per passare la porta del Billie's, ma prima termina un discorso che per forza di cose deve restare indoor. Questo e certi metodi che usa per sostenere la sua causa hanno compiuto per noi la rottura. Od almeno... Da parte sua. La lunga storia breve finisce lì, ed in fondo non c'è molto altro da dire.

    * * * * *

    Un mezzo sorriso a Jason. Ci conto, ma potrei doverti una lavanderia io. Sui sedili posteriori c'è un po' di tutto, sai. Consulta gli altri due. Josh, salti in auto con me e Jason? Domanda. Tu Cora, come preferisci, hai lo scooter o puoi venire con noi. Uscito dal Billie's si fa strada placidamente sulle scale che li riporteranno a livello strada; lascia che gli altri decidano come muoversi, mentre egli stesso va verso la propria auto...


    Chi desidera può salire con lui senza problemi :)



     
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    Nome Joshua Clark
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    Ascoltai lo scambio di battute tra Jason e Morris cercando di mostrarmi interessato, seppur non lo fossi poi più di tanto. Onestamente tutti e tre i miei "compagni d'avventura" per un motivo o per l'altro mi mettevano a disagio, ed avrei sicuramente preferito svolgere quell'incarico da solo. Purtroppo non era possibile, pertanto dovevo trovare il modo di coesistere con il gruppo, superando i miei limiti ma soprattutto evitando che la loro superficialità o la loro spavalderia ci portassero tutti all'inferno.

    Ero un Ventrue, in fondo. Stava a me guidare il gruppo.

    Scrutai per un attimo Morris che pareva fin troppo desideroso di mettersi in movimento. A quanto pareva lui conosceva bene o male questo Spider, quindi il confronto con gli anarchici poteva andare più liscio del previsto. Poteva, perche non era affatto certo.
    Il fatto che l'intruso si fosse rifugiato nel suo territorio poteva significare molte cose, nessuna delle quali poteva essere esclusa a priori.

    Sono in moto. Fate strada.. vi seguo.
    Risposi distrattamente all'invito di Morris. Ignorai quindi del tutto Cora e mi diressi verso l'esterno, raggiungendo il mio mezzo e preparandomi a seguire gli altri verso la nostra destinazione.
     
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