Night Owl

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    Jacob, Valery, Jon, Arthur e Corey arrivarono al Night Owl quando ormai erano passate da poco le due di notte.

    Con loro Wesley Sanders, presunto colpevole di aver messo a rischio la Masquerade cittadina.

    Scesi dall’auto, la pioggia torrenziale era cessata: c’era solo una goccia di tanto in tanto, e odore di asfalto bagnato.

    Di fronte a loro, l’ingresso posteriore del locale.
     
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    Chiusi l'ombrello solo quando salii definitivamente in auto e lo misi in mezzo alle gambe. Lunghe ed affusolate, reggevano il lungo bastone in modo peccaminoso, anche se io non lo davo a vedere. Forse non era nemmeno fatto a posta, ma solo come riflesso condizionato dell'essere una seduttrice. Prima di partire ed anche durante il viaggio, usai lo specchietto presente nel parasole del sedile davanti per aggiustarmi meglio il trucco. Spostavo la matita sotto la palpebra assecondando la guida. Una donna sa bene quanto uno specchietto in macchina sia un amico insostituibile quando si è di fretta. Poi cominciai a picchiettarmi i capelli con le dita, cercando di dar loro una sistemata ouuuu... possibile che non possiamo chiamare un parrucchiere? domandai con un lamento accentuato dal broncetto. Avrei dovuto chiedere a Clarence quella possibilità, anche se soffriva di due patologie molto limitanti: era una persona pelata ed era maschio. Certo un bell'uomo, ma pur sempre pelato. Ovviamente avevo anche qualche pensiero per la faccenda appena portata a termine, ma non andavo più in là dell'eventuale premio. Forse altri si sarebbero potuti interrogare sui vari chi, perchè o percome, ma a me che poteva importarmene? Se proprio il regno mi avesse voluto chiedere un nuovo favore, consistente nel trovare la persona che aveva abbracciato Sanders, allora avrei risposto alla chiamata. Ma quella sera avevo dato il massimo. Avevo recitato a braccio, cosa per cui il mio insegnante mi avrebbe di certo elogiata. Avevo corso sotto l'acqua e avevo usato il mio potere adeguatamente. Ero stata bravissima. Forse anche il cielo mi voleva premiare, dato che aveva smesso di diluviare. Era stata una scena teatrale del resto quella di pochi minuti addietro: una corsa sotto la pioggia per inseguire un fuggiasco, un bellissimo clichè! Guardai gli altri e soprattutto il prigioniero. Vedi di darti una sistemata. Ora entrerai in un locale di classe e quindi dovrai avere un contegno migliore di quello che ti ho visto portare fino adesso. Seguici e avrai risposte oltre che un vero futuro. Ah! Per quanto mi riguarda mi sei debitore di un favore, ma ti verrà spiegato dopo che cosa significa dissi sicura di me, prendendo la scena quel tanto che bastava per essere considerata una Rossella O'Hara da venerare. Non ero interessata se quella storia del favore fosse o meno vera o fattibile. Per me lo era, al di là che stavamo svolgendo un incarico dato da altri. Sanders mi aveva procurato un danno e queste cose si pagano
     
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    Nome Jacob
    Descrizione fisica E’ un individuo sulla trentina. Magro e longilineo. Una folta chioma nera come la pece gli incornicia il volto squadrato. Due folte sopracciglia sovrastano i suoi occhi, anch’essi neri. Labbra carnose risaltano sul suo pallido viso, sovente increspate in un accennato sorriso talvolta beffardo. E’ solito vestirsi con completi eleganti d’alta sartoria ma non disdegna nemmeno abbigliamento più’ sportivo ma sempre griffato. Sul suo braccio sinistro risalta un Rolex. Un anello di liscio metallo brunito gli cinge l’anulare della mano destra.
    Carattere Fanatico | Umanità 6
    Carisma 3 | Aspetto 4
    Autorità 2 | Intimidazione 3 | Galateo 2
    ~ Scheda ~



    Quest Humanity



    Scese dalla macchina e si guardò attorno con finta noncuranza cercando qualcosa che potesse destare la sua attenzione mentre abbottonava la giacca. Nel mentre Valery faceva capire a Sanders che avrebbe pagato caro ogni boccolo fuori posto. Un grande classico. "Andiamo" disse al termine di quest'ultima, qualora non avesse scorto nulla di strano, e in tal caso sarebbe entrato con Sanders nel locale. "Siediti qui" disse all'uomo voltandosi per la prima volta verso di lui e indicandogli con il mento una sedia "Ora ascolta..." sguardo fisso su di lui "So bene che sei spaventato, che non hai la minima idea di cosa ti sia capitato e cosa stia accadendo ora. Ma devi capire una cosa... noi siamo i buoni qui." disse indicandosi con il pollice per poi ruotare l'indice in senso antiorario come a voler indicare tutti "dobbiamo capire cosa ti è successo, chi ti ha fatto questo e come tutto ciò è avvenuto per poter far si che nessun altro debba vivere quello che hai vissuto tu." e si azzittì un attimo lasciando all'uomo di metabolizzare quanto gli stava dicendo. Si voltò verso il telefono e compose il numero di Clarence per poi avvicinare la cornetta all'orecchio.
     
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    nome Wesley Sanders
    Descrizione fisica Appare come un trentenne dall'aspetto curato. L'espressione corrucciata e lo sguardo assorto danno l'idea di un individuo preoccupato o afflitto da qualcosa.
    Umanità 7
    Carattere Confidente
    Carisma 2 | Aspetto 3
    Abilità | Background


    Quest Humanity





    Sanders guardò Valery come un’aliena, ignaro o indifferente alle sue parole.

    Ebbe il coraggio di balbettare distrattamente, con una punta di amarezza:

    Favore? Tsk.

    Per poi ritornare nel suo stato di apatia.

    Per il resto, scortato dalla compagnia della Maschera, Sanders ubbidì agli ordini che gli venivano impartiti da Jacob: una volta giunto nella stanza che costituiva la base operativa del gruppo, si spogliò, si sedette e lì restò, annuendo alle spiegazioni del Sangue blu.

    Prima però che potesse dire alcunché, e proprio mentre Jacob era al telefono, la porta della stanza si aprì e la figura ingombrante del padrone del Night Owl fece la sua comparsa.



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    nome Clarence
    Descrizione fisica Un uomo dalla stazza imponente, apparentemente sui quaranta. Stempiato e dagli occhi porcini, è solito studiare chi ha di fronte, spesso senza farlo notare. Dietro lo sguardo duro e a tratti ferale affiora, a volte, un guizzo di ingenuità, perfino di stupore.
    Umanità 6
    Carattere Burbero
    Carisma 5 | Aspetto 3
    Abilità Autorità 5, Intimidazione 5, Galateo 3 | Background Fama 1, Status 3 (Braccio destro del Principe)


    Quest Humanity


    Clarence era già sul posto, evidentemente.

    L'imponente figura torreggiava su tutti i presenti.

    Lo sguardo, però - uno sguardo serio e perfino adirato come non l'avevano mai visto - era centrato su Sanders.

    Era uno dei rari casi in cui Clarence non dissimulò i suoi sguardi indagatori, evidentemente perché non ce n'era bisogno.

    Dopo attimi di silenzio teso, l'uomo domandò, senza distogliere lo sguardo dal Novellino:

    E’ lui?

    E ancora:

    Vi sono state violazioni della Quinta Tradizione?

    O siete riusciti a coprirle?




    Edited by Ater Pater - 9/1/2022, 10:05
     
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    Non mi curai della risposta di Sanders, non la sentii nemmeno. Non dissi quelle cose per intimidirlo, non era nel mio stile farlo e non mi serviva. Avevo ragione, come sempre e come ogni donna che si confronta con un uomo, e quindi l'avevo già onorato abbastanza della mia attenzione. Quello però che successe non appena entrai assieme agli altri era fuori da ogni mia aspettativa! Clarence stava al Night Owl ad attenderci. Mi impietrii, il suo sguardo era rovente e, se da un lato quella mascolina brutalità avrebbe reso felice il mio cuore di donna, dall'altro mi destabilizzò. Pure se la sua attenzione non era rivolta verso di me, comunque aveva un'aura che lasciava trasparire la stessa furia di un uragano in lontananza: sta laggiù, ma potrebbe pur sempre avvicinarsi in poco tempo. Inoltre la cosa che tra tutte mi preoccupava di più era un'altra, vale a dire che stavo in sua presenza in quello stato! Era quella un'umiliazione per cui lanciai uno sguardo rovente verso Sanders, fino a quel momento muto. Ripeto, non avevo sentito le sue parole, non mi importava di lui, quindi per me era stato muto e non s'era mai beffato del fatto che avrei reclamato il mio favore in futuro...ammesso fosse rimasto vivo si intende. Ciò non di meno sentii dentro di me qualcosa di disumano che voleva uscir fuori per fargliela pagare cara. Ero a dir poco indignata, più che arrabbiata. Quando mi girai nuovamente verso Clarence, lui aveva appena finito di parlare e questo ebbe l'effetto di calmarmi quel tanto che bastava da lasciarmi pieno controllo di me. Alle sue domande però non risposi. Certo, solitamente mi sarei messa in mostra e avrei preso il palco per me come è giusto che sia, ma in quelle condizioni...no, decisamente in quelle condizioni non avrei fatto la degna figura che ci si aspetta da me. Dovevo andare a sistemarmi meglio e quindi lasciai la parola a Jacob, spostando l'attenzione su di lui e invitandolo, in modo silente e con uno sguardo gentile, a relazionarsi con il Braccio destro del Principe.
     
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    Nome Jacob
    Descrizione fisica E’ un individuo sulla trentina. Magro e longilineo. Una folta chioma nera come la pece gli incornicia il volto squadrato. Due folte sopracciglia sovrastano i suoi occhi, anch’essi neri. Labbra carnose risaltano sul suo pallido viso, sovente increspate in un accennato sorriso talvolta beffardo. E’ solito vestirsi con completi eleganti d’alta sartoria ma non disdegna nemmeno abbigliamento più’ sportivo ma sempre griffato. Sul suo braccio sinistro risalta un Rolex. Un anello di liscio metallo brunito gli cinge l’anulare della mano destra.
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    Carisma 3 | Aspetto 4
    Autorità 2 | Intimidazione 3 | Galateo 2
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    Il rumore della porta che si apriva e il rumoroso silenzio che ne conseguì, smosse l'attenzione di Jacob dalla chiamata. Si voltò lentamente fino a vedere l'uomo torreggiare nella stanza. Si irrigidì appena spiazzato dalla sorpresa e dall'aura intimidatoria che l'uomo palesava più che da un reale senso di pericolo. Dilatò appena le narici e si rilassò andando a riportare la cornetta al proprio posto sul telefono. "E' lui" disse in risposta all'uomo "si chiama Wesley Sanders. Un designer. Un figlio della buona borghesia, per intenderci. Vive in un bell'appartamento dell'Upper East Side che fa supporre bei soldi, bella vita." riportò lo sguardo sull'uomo "lo abbiamo recuperato in palese stato confusionale. Un novellino appena abbracciato che non pare aver idea di quel che gli sia accaduto. E' stata paura ed ignoranza a far prevalere l'irrazionalità della bestia." riportò lo sguardo su Clarence "quanto accaduto stanotte poteva essere un reale pericolo per la Tradizione ma il nostro operato tempestivo ha fatto sì che tutto venisse acquietato. Abbiamo all'attivo due morti e un aggredito. I morti sono stati fatti sparire grazie all'aiuto di Reyes. L'aggredito è stato interrogato e non sospetta nulla che possa mettere a rischio la Tradizione." si azzittì un attimo per poi aggiungere "a quanto pare c'è in giro un papà davvero sconsiderato"
     
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    nome Clarence
    Descrizione fisica Un uomo dalla stazza imponente, apparentemente sui quaranta. Stempiato e dagli occhi porcini, è solito studiare chi ha di fronte, spesso senza farlo notare. Dietro lo sguardo duro e a tratti ferale affiora, a volte, un guizzo di ingenuità, perfino di stupore.
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    Abilità Autorità 5, Intimidazione 5, Galateo 3 | Background Fama 1, Status 3 (Braccio destro del Principe)


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    Clarence fece segno a Jacob di fermarsi un attimo, componendo un numero al telefono.

    Dopo qualche secondo qualcuno prese la chiamata e lui disse:

    Puoi raggiungerci al Night Owl, per quella cosa?

    A tra poco.


    Impossibile capire chi stesse dall’altra parte della cornetta, si udì appena una voce ma né Jacob né Valery la riconobbero.

    Quindi Clarence tornò a prestare attenzione a Jacob: lui parlava e il braccio destro del Principe, di tanto in tanto, annuiva.

    Finito il racconto, Clarence disse semplicemente:

    Avete fatto un buon lavoro.

    E poi iniziò con le domande:

    Dove all’Upper East Side? Bisognerà ripulire anche lì.

    La domanda suggeriva l’idea che Sanders non sarebbe tornato nel suo appartamento, non nell’immediato almeno.

    Valery si ricordò in quel momento di aver tralasciato alcune cose viste prima di lanciarsi all’inseguimento del Novellino: in camera da letto c’erano infatti un portafogli, un comodino con cassetti, una segreteria telefonica, oggetti vari sparsi per terra e un letto contenitore.

    Clarence continuò con le domande:

    Cosa sappiamo sulle vittime?

    E infine, in tono più grave a sottolineare l’importanza della questione:

    Per caso siete riusciti a scoprire chi è il Sire?

    Clarence stava guardando tutti i presenti. Si soffermò però in particolare su Valery, rimasta zitta fino a questo momento, chiedendole:

    Tu non hai nulla da dire su questa storia?

     
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    Non gioii del fatto che Clarence avesse portato la sua attenzione su di me. Jacob aveva detto tutto e io non ero in ordine per parlare con un'autorità quale quella di Clarence. Ciò acuì il mio fastidio verso l'infante. Mi aggiustai un po' il vestito, sapendo di dover rispondere non tanto per galateo, ma più che altro per ruolo Ho preferito far parlare il Fratello Jacob, che è stato molto esaustivo e chiaro nel riportare i fatti, così da non creare confusione. Ad ogni modo, qualche nozione ulteriore posso aggiungerla. La casa del qui presente Wesley Sanders, si trova a Yorkville, una zona poco blasonata dell’Upper East Side al numero 272. L'appartamento è in un grattacielo dagli esterni in vetro e di una trentina di piani. Quello di nostro interesse era il 26esimo al cui piano sono presenti solo due porte: una targata “Bashir” l'altra “Sanders”.
    Prima di entrare nell'edificio io mi sono interessata, risolvendo la situazione, dell'ultima aggressione perpetrata dal novellino ai danni di una ragazza. Sostanzialmente Sanders ha provato a morderla al collo pubblicamente, ma lei si è salvata spruzzandogli negli occhi uno spray al peperoncino e costringendolo alla fuga. Grazie alle mie invidiabili doti da attrice, ho evitato chiamassero la polizia facendo loro credere che si trattasse di una persona disturbata mentalmente che avevo in cura. Sono così riuscita ad evitare l'intervento della polizia. Non so però se è arrivata un'ambulanza perchè sono dovuta andare con gli altri dentro il grattacielo. Posso comunque affermare che la donna non dovrebbe farsi analisi del sangue perchè le ho detto che il suo aggressore soffriva per una separazione e quindi non era gay e, di conseguenza, non aveva l'AIDS. Tutti assieme siamo dunque arrivati al piano, dove abbiamo notato un cornicione molto stretto, ma ci era preclusa la vista di una scala antincendio. Non potevamo comunque aprire la finestra perchè sigillata. Abbiamo trovato, sulla maniglia della porta e un po' anche sulla porta stessa, qualche traccia di sangue fresco. Si trattava di una quantità, appena percepibile e per cui mi sono dovuta molto sforzare. Chiaramente la maniglia era stata girata da qualcuno che aveva la mano insanguinata. Jon ha scassinato la serratura, permettendoci di entrare in un appartamento davvero disgustoso
    ebbi un brivido lungo la schiena e lanciai un'occhiata di biasimo e disgusto verso il novellino. Poi ripresi a parlare, ricacciando a fatica quella sensazione di schifo in cui, mio malgrado, mi ero dovuta immergere per adempiere ai miei doveri di Maschera. Oltre al lerciume di chi ha aspettato parecchio cercando una risposta al perchè ora non ama più il suo cheesburger con patatine; qui o lì era ancora visibile qualche traccia di sangue. In particolare tavolo o pavimento. Ci siamo divisi. Io sono andata in un piccolo corridoio dove c'era il bagno e la camera da letto. Da lì proveniva uno spiffero d'aria e mi sono subito precipitata a capire perchè. Ho trovato la famosa scala antincendio che non era visibile dall'esterno e visto qualcuno percorrerla. Come potete notare dal mio stato... lo dissi vergognandomi non ho badato a nulla se non al mio dovere. Ho quindi iniziato a salire quelle scale, indossando le mie Yves Saint Laurent e rischiando che si rovinassero. Non ho potuto fare nulla per salvare invece vestiti e trucco... a quando quell'ultima parola uscì fuori dalla mia bocca per raggiungere le mie orecchie, un pensiero si fece largo. Erano morte persone, altre ferite, c'era un nuovo vampiro ignorante di tutto in stanza, ma di tutto questo la mia tristezza andava al mio abbigliamento e al mio trucco. Quando mi resi conto della cosa mi immobilizzai per qualche istante, come se sul VHS, durante la mia scena, qualcuno avesse premuto pausa. Ero sul serio così malvagia da dare importanza a suppellettili e non al vero dramma che si era consumato quella sera? Ero sempre stata così, oppure lo ero diventata? Non mi ero mai accorta di questo mio passaggio, ma, quella sera, era già la seconda volta che la testa mi iniziava a girare a seguito di certe dichiarazioni non propriamente umane. Guardai tutti. Ero smarrita, avevo perso il filo del discorso e ci misi un po' a riprendermi. Però sapevo che comunque avrei dovuto continuare! Show must go on!! Io... scusate... balbettai, sentendomi un'esordiente che aveva perso la sua battuta appena arrivata sul palco. Strinsi le mani a pugno e quindi ripresi ecc... ecco noi, sì... io sono salita su per quelle scale e sono riuscita a bloccarlo... Sanders intendo. dissi fissandolo per qualche secondo. Il copione, chiamiamolo così per comodità, mi iniziò a comparire di nuovo nella mente Ok Val! Riprenditi! Devi continuare a parlare a Clarence! Questo è il tuo pubblico! Ricorda che sei la più grande attrice di tutti i tempi! mi incoraggiai Grazie al potere della mia nobile famiglia sono riuscita a bloccarlo e quindi è arrivato anche Jacob ad ordinargli di tornare dentro perchè lo avremmo dovuto portare via. Ero bagnata e in pessime condizioni, quindi mi sono dovuta rendere di nuovo presentabile. Non so cosa abbiano fatto gli altri in quel momento, ma rammento che nella in camera da letto c’erano infatti un portafogli, un camera da letto di Sanders erano presenti un comodino con cassetti, una segreteria telefonica, oggetti vari sparsi per terra e un letto contenitore. Abbiamo deciso di portare Sanders qui, per poi chiamarla, signore, ma, a quanto pare, non ce ne è stato bisogno. Prima di ogni altra cosa, incerti di come si sarebbe comportato il pivello, abbiamo preferito portarlo qui, cercandovi. dissi per far capire come mai non ci siamo preoccupati di qualsiasi altra cosa si trovasse lì. In realtà speravo lo facesse Arthur, o Jon, o Corey, visto che io e Jacob eravamo impegnati su un altro fronte, ma non potevo esprimermi a riguardo. Volevo però puntualizzare che innanzitutto avevamo cercato di mettere in sicurezza quel pazzo di Sanders. Per l'appartamento c'era sempre tempo, anche se io non ci volevo tornare: non era ambiente per una star come me! Mi preme però fare un paio di analisi della faccenda che noi come gruppo abbiamo seguito. Allora Sanders è stato trasformato e, a giudicare dalle condizioni del suo appartamento, non di recente. Almeno una settimana. Per la rinascita in vampiro c'è prima bisogno della morte e poi di nutrire il cadavere con la propria vitae. Ipotizzo che Sanders conoscesse la persona che lo ha trasformato, altrimenti avrebbe quanto meno dovuto denunciare un'aggressione. Secondo me ha cercato di ricontattarla, ma, non sapendo come, ha speso qualche giorno, forse una settimana affamandosi. Quando gli è arrivato l'invito a cena da Alex, la donna morta e mia amica, al 305, 22th Street West ok, era più una conoscente con cui mi trovavo occasionalmente a lavorare, ma la conoscevo quanto bastava per considerare lei più mia amica di molte altre con cui in vita uscivo quotidianamente. Quando si è belle come me è difficile avere vere amiche. ha sperato di scendere a patti con sè stesso concedendosi una serata tra amici. Inizialmente aveva detto di no perchè si sentiva scombussolato, poi però ha deciso di muoversi lo stesso, prendendo troppo poco sul serio la sua condizione, già annunciando però che non ci sarebbe stato per cena. Infatti il primo messaggio, lasciato quando Alex non lo poteva ascoltare, dava responso negativo, mentre il secondo, magari ascoltato proprio al rientro a casa in diretta e con ancora la chiave nella serratura, diceva l'esatto opposto. Quindi lui era già conscio che qualcosa in lui era mutato, ma probabilmente non voleva accettarlo pur se il senso di fame lo aveva! Alex si è tagliata con il coltello mentre affettava le carote. La bestia ha preso il sopravvento e Sanders ha dissanguato prima lei, bevendo più del dovuto seppur non completamente, e poi Robert James Gurski, l'uomo che abbiamo provato a salvare, purtroppo senza successo. Non a caso proprio Gurski ha provato a colpire Sanders con una statuetta, ma il tentativo è stato vano. Forse era inorridito da quanto aveva fatto ed ha chiamato lui il 911. Del resto il vicinato, interrogato da Corey, non sapeva cosa fosse successo in quella casa. Forse non era sufficientemente sazio, o forse ha usato il suo sngue per guarire le proprie ferite, o forse ha usato il proprio sangue senza saperlo, però di certo aveva ancora la necessità di nutrirsi. Per questo si è fiondato sull'umana, che si è rivelata capace di difendersi. Quindi, concludendo, credo che Sanders conosca chi lo ha vampirizzato. Abbia provato a mangiare e dormire come al solito, subendo gli effetti di un'ira incontrollabile quando il suo organismo rifiutava cibo e riposo notturno. Sia andato al 305, 22th Street West affamato e abbia aggredito per una serie di sfortunati eventi. Ancora affamato ha provato a nutrirsi di una passante, senza successo, e poi abbia costretto noi cinque a recuperarlo sotto la pioggia. non ero appassionata di Matlock o Perry Mason, ma qualche puntata l'avevo vista soprattutto di quest'ultimo in quanto William Moses era davvero carino e atletico ed i suoi inseguimenti erano adrenalinici. Senza contare i baci che dava alle varie attricette che si susseguivano sullo schermo. Ah! Quelle labbra erano molto focose! Ad ogni modo quella cultura cinematografica mi aveva insegnato qualche cosa anche sull'arte della deduzione.
     
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    Carattere Fanatico | Umanità 6
    Carisma 3 | Aspetto 4
    Autorità 2 | Intimidazione 3 | Galateo 2
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    Quest Humanity



    "Mia cara sorella, questa si che è accuratezza e amore per il dettaglio" disse voltandosi verso la donna e annuendo di rimando con fare compiaciuto. Ritornò poi su Clarence "L'appartamento l'abbiamo chiuso. La priorità era uscire dall'appartamento con Sanders. Non avevamo la certezza che l'emergenza per strada fosse rientrata. Cosa che fortuntamente era. Abbiamo chiuso la porta preparandola all'arrivo di Reyes." piccola pausa per lasciare il tempo a Clarence di soppesare le informazioni poi aggiunse "Nell'appartamento, come diceva Valery, abbiamo trovato la cucina con diverso cibo scaduto o in decomposizione. Fa pensare che Sanders non sia stato abbracciato ieri ma nemmeno molto tempo addietro. Ipotizzo un 15-20 giorni" sguardo che si spostò sull'uomo seduto "nessuna notizia la momento dello sconsiderato Sire. In tutta sincerità non abbiamo fatto domande perché era evidente che fosse ancora molto scosso e inizialmente davvero poco collaborativo. Pensavamo che il Night fosse il posto giusto per porre le giuste domande e ottenere le giuste risposte..."
     
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    nome Clarence
    Descrizione fisica Un uomo dalla stazza imponente, apparentemente sui quaranta. Stempiato e dali occhi porcini, è solito studiare chi ha di fronte, spesso senza farlo notare. Dietro lo sguardo duro e a tratti ferale affiora, a volte, un guizzo di ingenuità, perfino di stupore.
    Umanità 6
    Carattere Burbero
    Carisma 5 | Aspetto 3
    Abilità Autorità 5, Intimidazione 5, Galateo 3 | Background Fama 1, Status 3 (Braccio destro del Principe)


    Quest Humanity


    Clarence ascoltò pazientemente il lungo racconto di Valery, una smorfia e qualche alzata di sopracciglio per i ripetuti autoelogi della Ventrue.

    Una volta che anche Jacob ebbe finito di parlare, il braccio destro del Principe commentò:

    Molto bene. Sono soddisfatto.

    Il complimento era rivolto anche a Jon, Corey e Arthur che non erano intervenuti direttamente ma che adesso annuirono.

    Clarence continuò, fissando Sanders:

    Penserò io a scoprire chi l’ha creato.

    Per quanto riguarda gli oggetti nell’appartamento…


    Disse, riferendosi a quanto riportato da Valery.

    …Non credo sarà necessario recuperarli.

    C’erano dei sottintesi in quella conclusione?

    Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta e Clarence rispose:

    Avanti.



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    nome Ward
    Descrizione fisica Appare come un uomo sulla cinquantina dai capelli brizzolati e dall'abbligliamento spartano e incospicuo. Sguardo duro e inespressivo, parla pochissimo. Non lo si vede mai piangere, ridere o dar segno di qualche emozione.
    Umanità 4
    Carattere Solitario
    Carisma 2 | Aspetto 2
    Abilità Autorità 2, Intimidazione 3, Galateo 1 | Background Status 1 (Boia)


    Quest Humanity


    La porta si aprì e sull’uscio si palesò la figura di un uomo di mezz’età, pallido e dallo sguardo freddo.

    L’uomo chiuse la porta dietro sé e fece un cenno di saluto ai presenti, senza però proferir parola.

    Prese posizione alle spalle di Clarence, appoggiandosi al muro e incrociando le braccia.





    41e0f5043905006443d858c7d69c41da

    nome Clarence
    Descrizione fisica Un uomo dalla stazza imponente, apparentemente sui quaranta. Stempiato e dali occhi porcini, è solito studiare chi ha di fronte, spesso senza farlo notare. Dietro lo sguardo duro e a tratti ferale affiora, a volte, un guizzo di ingenuità, perfino di stupore.
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    Carattere Burbero
    Carisma 5 | Aspetto 3
    Abilità Autorità 5, Intimidazione 5, Galateo 3 | Background Fama 1, Status 3 (Braccio destro del Principe)


    Quest Humanity


    Fu Clarence a fare le presentazioni:

    Ward. Il nostro…

    Clarence si prese un attimo per studiare un termine appropriato e proseguì:

    Interrogatore ufficiale.

    Disse soltanto, a favore di Jacob, Valery e gli altri.

    E questi sono i membri della Maschera. Forse ne hai già incrociato qualcuno.


    cbcff04887ad81368bc5c669884f726f

    nome Ward
    Descrizione fisica Appare come un uomo sulla cinquantina dai capelli brizzolati e dall'abbligliamento spartano e incospicuo. Sguardo duro e inespressivo, parla pochissimo. Non lo si vede mai piangere, ridere o dar segno di qualche emozione.
    Umanità 4
    Carattere Solitario
    Carisma 2 | Aspetto 2
    Abilità Autorità 2, Intimidazione 3, Galateo 1 | Background Status 1 (Boia)


    Quest Humanity


    Dopo le presentazioni di Clarence, l'uomo grigio scandagliò con lo sguardo i presenti.

    Si soffermò un secondo di più su Jon e poi su Corey, per poi tornare alla sua indifferenza.

    Non aveva parlato, ma non ce n’era bisogno: il suo sguardo – uno sguardo difficile da sostenere – era eloquente nella sua glacialità.





    nome Corey Hart
    Descrizione fisica Giovane teenager, biondo e riccioluto con capigliature anni '80. Ray-ban neri spesso indossati, camice sgargianti, fisico molto magrolino
    Umanità 7
    Carattere Buffone
    Carisma 4
    Aspetto 4
    Abilità /
    Background Status 1
    Punti Sangue 11


    Quest Humanity


    Corey, che fino a quel momento era stato pressoché invisibile, trasalì letteralmente alla vista di Ward.

    Quando costui lo fissò, si fece piccolo piccolo.

    Non riuscì a trattenersi dal mormorare, a voce appena udibile:

    E mo so’ cazzi.






    97eb1e44738d1344758e075ab400ca63

    nome Wesley Sanders
    Descrizione fisica Appare come un trentenne dall'aspetto curato. L'espressione corrucciata e lo sguardo assorto danno l'idea di un individuo preoccupato o afflitto da qualcosa.
    Umanità 7
    Carattere Confidente
    Carisma 2 | Aspetto 3
    Abilità | Background


    Quest Humanity





    Quella frase non sfuggì a Sanders, che si girò verso Corey con uno sguardo terrorizzato: stava iniziando a capire, solo adesso e comunque troppo tardi, la situazione in cui si era andato a cacciare.

    Con tono piagnucolante, il Novellino implorò i presenti con un semplice:

    Vi prego!

    A differenza di poco fa, adesso Sanders non sembrava affatto deciso a voler morire.





    41e0f5043905006443d858c7d69c41da

    nome Clarence
    Descrizione fisica Un uomo dalla stazza imponente, apparentemente sui quaranta. Stempiato e dali occhi porcini, è solito studiare chi ha di fronte, spesso senza farlo notare. Dietro lo sguardo duro e a tratti ferale affiora, a volte, un guizzo di ingenuità, perfino di stupore.
    Umanità 6
    Carattere Burbero
    Carisma 5 | Aspetto 3
    Abilità Autorità 5, Intimidazione 5, Galateo 3 | Background Fama 1, Status 3 (Braccio destro del Principe)


    Quest Humanity


    Clarence lo zittì brutalmente:

    Chiudi la bocca tu. Parlerai se e quando te lo chiederò.


    Per poi tornare più calmo, alzarsi e fare segno ai membri della Maschera di avvicinarsi.

    Una volta averli presi in disparte, domandò loro mestamente:

    Cosa devo farne di questo Sanders, secondo voi?

    Era difficile in quel frangente capire il perché di quella domanda.

    Tutti i presenti, escluso forse il solo imputato, sapevano che un Novellino non poteva vantare diritti su nulla, nemmeno sulla propria vita, fino a quando non fosse stato presentato al Principe e liberato dal proprio Sire – sempre ammesso avesse prima richiesto al Principe il permesso per l’Abbraccio, cosa che in questo caso probabilmente non era avvenuta.

    Forse Clarence voleva saggiare il loro carattere, le loro motivazioni. O forse voleva davvero un loro parere per decidere meglio sulla questione.

    Jon, Arthur e Corey si guardarono tra loro ma rimasero in silenzio. La palla stava a Valery e Jacob.





    Rispondete con calma, gradirei un post ragionato, articolato se necessario ma soprattutto "sentito".

    Poi ci avvieremo alla conclusione della Quest.


    Edited by Ater Pater - 10/1/2022, 08:52
     
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    Nonostante tutte le difficoltà, mi ero dimostrata brava e avevo meritato quei complimenti. Anzi, più che un complimento, le parole di Clarence erano un dato di fatto che lui riconosceva pubblicamente a me. Misi le dita nei capelli dietro la nuca, spostando poi le mani in alto e basso con movimenti continui, ma non troppo veloci, per poi portarle verso fuori. Avevo cercato di dare aria alla mia chioma, così che prendesse un tono più vaporoso e meno soggiogato agli effetti della pioggia e dell'umidità. Dovevo tenerli a bada perchè si sa che i capelli sono il primo biglietto da visita di noi donne. Ciò nonostante la mia espressione non faceva trasparire nulla di che. Non sarebbe stato utile per me darmi aree o mi avrebbero considerato vanesia ed egocentrica, due aspetti che non mi appartenevano. Poi le successive parole di Clarence lasciarono sulla mia espressione gentile una ruga di perplessità. Non avevo capito se il braccio destro del Principe avesse voluto dire altro sugli oggetti presenti nell'appartamento. Magari voleva un'indagine sul momento, invece di andare al Night Owl e mettere in sicurezza il pivello? Però era Reyes quello che si occupava di fare certi tipi di pulizie! Io non avrei nemmeno saputo come comportarmi senza creare disastro e, cosa ben più importante, senza rovinarmi le unghie. Da viva sarei dovuta diventare una grande star, quindi da morta non avevo alcuna intenzione di indossare l'abito della sguattera! Non ebbi però il tempo di ragionare su questa flusso di pensieri che dalla porta sbucò un individuo inquietante. Era evidentemente uno di quelli di poche parole, capaci di far scrivere sui suoi silenzi pagine e pagine di copioni. Non volli sopportare il suo sguardo, non era il caso di farlo. Certo avrei potuto, ma era chiaro che non mi sarebbe servito a nulla. Guardai verso le mie scarpe, anche per controllarne i danni subiti a causa dell'uso inidoneo che ne avevo fatto. Era di certo più importante. Quelle eleganti meraviglie non erano fatte per corse sotto l'acqua su scale di ferro. Fortunatamente avevano resistito bene e ciò era tutto quello che mi interessava, almeno finchè non sentii il lavoro di cui Ward si occupava. Interrogatore? mi chiesi, spostando i miei occhi da cerbiatta più ad altezza d'uomo. Corey, però, a quanto pare aveva capito meglio di me l'antifona. Girai di pochi gradi il capo prima verso di lui e poi verso Ward, quindi a Clarence. Cosa?...cosa sta succedendo qui? mi chiesi prima di capire appieno la situazione che, alla fine, divenne fin troppo cristallina e terrificante. La supplica di Wesley mi fece tentennare. Per qualche strano motivo ogni mio ragionamento non fu di interesse o empatia verso il morituro (?), ma di egoismo. Ciò mi infastidì moltissimo perchè solo un secondo prima avevo notato il mio disinteresse per questioni umanamente importanti ed ora di nuovo mi si presentava questa apatia! Mi morsi l'unghia del pollice, rovinandone inevitabilmente lo smalto e macchiandomi i denti. Ero nervosa e, in un certo qual modo, frustrata. Perchè mi sentivo colpevole di essere l'unica in quella stanza a non avvertire come mia responsabilità l'esistenza di Sanders? Guardai i presenti. Sentii i respiri che non stavano emettendo; percepii il movimento dello sguardo su di me, anche se non mi stavano dando attenzione; catturai i giudizi, più immaginati che realmente dati. Era come stare sott'acqua. Tutto si faceva attufato e io dovevo reagire per non soccombere. Non verso i miei compagni, era chiaro che loro non potevano eccepire nulla dalla mia condotta. Clarence e Ward, per quanto facessero timore, non mi preoccupavano dato che mi ero comportata in modo impeccabile. Però c'era l'altra me che...dannazione non riuscivo nemmeno a pensarci! Cosa voleva? Cosa volevo?!? Un po' come se fossi tra angelo e diavolo, ma incapace di distinguere chi fosse l'uno e chi l'altro, i dubbi erano molti. Dovevo difendere Sanders, accogliendo la sua supplica? Oppure potevo lasciar perdere perchè tanto non era un mio problema e comunque la legge del regno quella è? Non ero io ad aver messo in pericolo la Masquerade! Non ero io ad aver causato danni e morti! Non ero io responsabile nemmeno di quella nuova esistenza in cui mi trovavo. Erano tutte decisioni di altri, in cui ero stata messo in mezzo senza che mi fosse stato chiesto un parere. Perchè (anche) nella mia vita ricoprivo la parte di comparsa e non di protagonista? Guardai Sanders a lungo. Era disperato, era... come me? Avevamo forse in comune quel lato di coercizione e di esistenza non richiesta, ma obbligata? Mi tornarono alla mente i vari discorsi fatti quella sera. Arthur in particolare, pareva essergli legato. No, non a lui. Arthur era legato a qualcosa che anche uno zotico al pari di Jon era riuscito a provare. Entrambi erano legati alla vita o all'esistenza. Si erano espressi con verdetti favorevoli a Sanders ancor prima di aver fisicamente incontrato l'architetto ormai dannato. Tolsi il pollice dalla bocca, misi quella stessa mano sul fianco, lasciando l'altro braccio lungo sul corpo ed il peso solo su un'anca. Inspirai prima di parlare ed espirai con le narici tutto il carico dell'aria. Sanders è colpevole di molte cose. dissi lapidaria, scandendo bene ogni parola perchè la frase fosse chiusa. La prima è di averci messo tutti quanti in pericolo. La seconda è la morte di persone innocenti. osservai i presenti e poi terminai sul reo ma Sanders è anche una persona lasciata sola, che non ha chiesto di essere ciò che è. Una persona che ha dimostrato carattere, perchè ha resistito alla fame e alla necessità di gridare aiuto per molte notti; e ingegno, perchè ha cercato ogni sera di comprendersi. Quanti neonati le prime notti, vagando assieme ai propri siri, genitori amati tanto disperatamente da cercarne parole di elogio in ogni momento, sono stati ripresi per bravate e fermati prima di compiere atti gravi? Quanti neonati si sono trovati a tu per tu con la Fame, quella sensazione che porta a volersi sfamare del sangue altrui, e hanno avuto bisogno di un mentore che gli spiegasse come entrarci a patti senza perdere la propria umanità? alzai di poco il tono, esortando i presenti alla memoria del proprio passato affinchè agissero con cognizione anche di questo aspetto. Ero certa solo di una cosa, quando si vive troppo a lungo una situazione, si da solitamente per scontata l'ignoranza altrui che irrita soltanto. Io, ad esempio, le prime volte che avevo calcato il palco ero spurita, ma, quando invece mi misi a fare i film, ero disgustata da chi non aveva le mie stesse doti dando molto per sconatato Io, devo essere sincera, ho letto nei suoi sguardi e nel suo desiderio di farla finita tutta la colpa di ciò che ha commesso. Tutta la disperazione di una nave in mezzo all'oceano in bonaccia.
    Cosa ne dovremmo fare di lui? Io penso che la risposta ce la può dare solo Sanders. Se davvero il regno avrà bisogno delle capacità del signor Ward per scoprire ciò che il pivello qui presente non ci ha ancora rivelato, allora avremo davanti a noi immondizia di cui disfarci. Se però Sanders smetterà la sua maschera di superbia, capirà di dover fare ammenda, vorrà inizare a seguire le leggi della nostra società, vorrà ottenere una Famiglia di appartenenza... in quel caso sarà giusto punirlo per le sue colpe e permettergli di non compierne più. Questo è ciò che almeno io credo
    smisi di parlare. Avevo tolto dal mio cuore il grave peso dell'apatia, di quella sensazione di cinica indifferenza verso l'altrui vita e, al contempo, avendo assunto quello di essermi esposta. Avevo fatto bene? Avevo parlato troppo? Non volevo passare per una che sta dando un giudizio, volevo invece si capisse che era solo il mio punto di vista. Un punto di vista forte, degno di essere ascoltato, capace e coriaceo. Però pur sempre un punto di vista che non voleva ledere l'altrui maestà.
     
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    Nome Jacob
    Descrizione fisica E’ un individuo sulla trentina. Magro e longilineo. Una folta chioma nera come la pece gli incornicia il volto squadrato. Due folte sopracciglia sovrastano i suoi occhi, anch’essi neri. Labbra carnose risaltano sul suo pallido viso, sovente increspate in un accennato sorriso talvolta beffardo. E’ solito vestirsi con completi eleganti d’alta sartoria ma non disdegna nemmeno abbigliamento più’ sportivo ma sempre griffato. Sul suo braccio sinistro risalta un Rolex. Un anello di liscio metallo brunito gli cinge l’anulare della mano destra.
    Carattere Fanatico | Umanità 6
    Carisma 3 | Aspetto 4
    Autorità 2 | Intimidazione 3 | Galateo 2
    ~ Scheda ~



    Quest Humanity



    Jacob ascoltò con attenzione il dire di Valery processando velocemente il dire della stessa e le numerose variabili che andavano a crearsi e incrociarsi nella sua mente. Un fremente vorticare di pensieri. Quando ella concluse, si schiarì la voce appena e andò ad abbottonarsi la giacca, quasi a voler formalizzare quel momento. "Quel che Sanders voleva o non voleva fare non sono di rilevanza qui. Non oggi. Non ora. L'unica cosa che conta è la Legge, espressione della Volontà di Sua Eccellenza il nostro amato Principe." sguardo che fu spostato solenne su tutti i presenti "Andiamo dunque a processare l'accaduto: Sanders ha messo a rischio la Tradizione. E' un fatto innegabile. Ma altresì Sanders non ha violato la stessa, per merito dell'operato della Maschera. La sua prima fortuna in questa notte. Teniamolo a mente." si avvicinò poi all'infante seduto "Abbiamo poche risposte certe a chiarezza di quanto accaduto ma sicuramente sappiamo che Sanders era spaventato, smarrito. Abbandonato. Non è stato istruito su come muoversi. Non è stato istruito su nulla. E questo ci porta ad una domanda essenziale: chi è il suo Sire?" indice e medio della mano destra che vennero alzati "vi sono solo due opzioni possibili: la prima, che auspico, è che il sire sia morto o che gli sia accaduto qualcosa che ha portato Sander a ritrovarsi solo. Opzione ahimè non molto plausibile visto la sua assoluta mancanza di consapevolezza e di raziocinio. In questo caso affiderei all'Anziano del Clan di appartenenza la responsabilità del neonato." sguardo che venne mosso sull'uomo per poi ritornare su Clarence abbassando il dito medio "e l'altra è che ci troviamo di fronte ad una violazione delle Tradizioni da parte di un idiota. Uno sfregio alla Pace che il nostro Principe ci garantisce con le sue Leggi. Un gesto di anarchia se non proprio di sfida al Governo di questa città" abbassando anche l'indice. Silenzio per dei lunghi istanti, meditabondo. "Quello che consiglierei io in primis è capire a quale clan Sanders appartiene. Di riflesso chiedere se l'anziano di quel clan abbia o meno avallato un abbraccio recentemente in modo da capire se Sanders è il frutto di qualcosa di legale o meno. Qualora lo fosse dovremmo muoverci per capire cosa è accaduto al suo sire." si interruppe e lasciò scorrere lo sguardo sui presenti per poi ritornare su Clarence "qualora non lo fosse, cosa molto più probabile, è mia opinione che caccia di sangue dovrebbe essere mossa contro questo Sire e dovrebbe essere distrutta anche la sua progenie affinché sia fulgido esempio per tutti di quello che significa trasgredire la Legge. Darei inoltre l'opportunità e l'onore al clan a cui apparterrebbe il Sire di collaborare in prima persona nella ricerca dell'Infame in modo tale da poter dimostrare assoluta dedizione alle Leggi e a questo Governo." si interruppe nuovamente "...MA..." alzò nuovamente l'indice della mano destra "arriviamo alla seconda fortuna di Sanders, questa notte. Egli è un rinomato artista moderno e Arthur potrà confermare quanto sia famoso nel suo campo." indicando con un gesto della mano aperta, palmo all'insù, Arthur. "Questo potrebbe porre l'infante sotto la protezione di una delle Leggi del Principe, quella che tutela gli Artisti del dominio. La classica eccezione che conferma la regola. Sappiamo bene quanto Sua Eccellenza ci tenga agli artisti che rendono la nostra big Apple così bella e lucente, ed è per questo presenterei il caso di Sanders a Sua Eccellenza accompagnato da un book fotografico di suoi lavori e lascerei a Lui valutazione di questa particolare casistica in base non solo ai fatti e ma anche alla valutazione dell'operato artistico di Sanders." si azzittì un attimo per poi aggiungere in conclusione "Faccio tuttavia presente l'ovvio e cioè che la scomparsa improvvisa di un uomo così famoso nel suo settore potrebbe sicuramente destare dubbi o domande inopportune da parte di terzi quindi, qualsiasi sia la decisione che verrà presa, mi offro per gestire gli affari del Sanders a suo nome in modo tale da dare una certa continuità nella gestione dei suoi affari e limitare sospetti e problematiche di sorta."
     
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    nome Clarence
    Descrizione fisica Un uomo dalla stazza imponente, apparentemente sui quaranta. Stempiato e dali occhi porcini, è solito studiare chi ha di fronte, spesso senza farlo notare. Dietro lo sguardo duro e a tratti ferale affiora, a volte, un guizzo di ingenuità, perfino di stupore.
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    Carattere Burbero
    Carisma 5 | Aspetto 3
    Abilità Autorità 5, Intimidazione 5, Galateo 3 | Background Fama 1, Status 3 (Braccio destro del Principe)


    Quest Humanity


    Mentre Sanders stava chiuso nel proprio dolore e Ward, indifferente, a guardare nel vuoto, Clarence e i membri della Maschera restarono diversi minuti in disparte, a parlare tra loro.

    Il braccio destro del Principe ascoltò pazientemente le ragioni di Valery e di Jacob – gli altri membri della Maschera si limitarono ad assentire ma non replicarono nulla – per poi grattarsi il mento e dondolare la testa, incerto.

    A Valery rispose:

    Tutto giusto, eppure ci sono delle grosse violazioni delle nostre Leggi, soprattutto da parte del Sire.

    Non è roba che possiamo lasciar perdere così.


    A Jacob:

    Sollevi alcuni punti importanti.

    In particolare è vero che al Principe gli artisti sono particolarmente cari.

    Forse…


    Clarence non si curò di completare la frase, ma era evidente che il pensiero di Jacob aveva fatto breccia nel cuore raggrinzito di Clarence.

    In effetti sia Valery che Jacob avevano sentito dire – la cosa non era mai stata confermata, però – come l’omone fosse stato, in tempi ormai lontani, un musicista di qualche tipo.

    Vediamo innanzitutto se un Sire ce l’ha o no.

    Concluse, per poi girarsi e porre così fine alla consultazione riservata, e tornare quindi a sedere dietro la scrivania, pronto a iniziare l’interrogatorio.

    Clarence si aggiustò la giacca e si rivolse molto direttamente a Sanders, chiedendogli:

    Chi è il tuo Sire? Chi ti ha creato?




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    nome Wesley Sanders
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    Carattere Confidente
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    Abilità | Background


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    Sanders non rispose subito, ci mise qualche secondo per elaborare la domanda e rispondere in tono malfermo:

    Vuoi dire chi mi ha trasformato in…?







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    Descrizione fisica Un uomo dalla stazza imponente, apparentemente sui quaranta. Stempiato e dali occhi porcini, è solito studiare chi ha di fronte, spesso senza farlo notare. Dietro lo sguardo duro e a tratti ferale affiora, a volte, un guizzo di ingenuità, perfino di stupore.
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    Abilità Autorità 5, Intimidazione 5, Galateo 3 | Background Fama 1, Status 3 (Braccio destro del Principe)


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    Sì.

    Tagliò Clarence, facendo segno a Ward – che già era pronto per muoversi – di star fermo.





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    Carisma 2 | Aspetto 3
    Abilità | Background


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    Sanders scosse il capo e iniziò a parlare, in tono via via più calmo:

    Immagino che a questo punto non abbia senso nasconderlo.

    Si chiama Caroline.


    E subito aggiunse:

    O almeno, io la conosco con questo nome.

    Il nome di Caroline non fece squillare nessun campanello né a Valery né a Jacob e, a quanto pareva, nemmeno agli altri presenti.




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    Clarence studiò un attimo gli altri membri della Maschera, come a saggiare se il nome di Caroline dicesse loro qualcosa, per poi continuare a incalzare il Novellino:

    Dove sta Caroline?

    Dov’è che ti vedi di solito con lei?









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    Carisma 2 | Aspetto 3
    Abilità | Background


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    Anche in questo caso l’intervento di Ward non fu necessario, Sanders rispose spontaneamente (adesso il suo tono di voce era tornato normale):

    Nei bar dell’Upper East Side, nelle gallerie d’arte.

    Alla Caviard Art Gallery in particolare, sulla 77a.










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    Abilità Autorità 2, Intimidazione 3, Galateo 1 | Background Status 1 (Boia)


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    A un cenno di Clarence, Ward si staccò dal muro.

    Salutati i presenti con un gesto della mano, l’ “interrogatore” uscì dalla stanza, presumibilmente diretto a dar la caccia a Caroline.

    Per questa volta non erano riusciti a vederlo all’opera, ma Valery e Jacob erano sicuri che l’avrebbero reincontrato, prima o poi.





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    Clarence lasciò per un momento Sanders e si alzò, rivolgendosi ai membri della Maschera:

    Potete andare, per questa notte siete liberi. Qui continuo io.

    L’omone li accompagnò alla porta, dicendo loro:

    Dirò al Principe di quello che avete fatto, ne sarà contento.

    E li salutò così:

    Ci vediamo domani notte, solito orario.




    La notte successiva ci sarebbe stato ancora Sanders? O Caroline, o altri? Avrebbero ancora avuto a che fare con questa faccenda?

    A giudicare dalla piega che stavano prendendo gli eventi – Ward mandato a cacciare Caroline, Clarence convinto a non giustiziare subito il Novellino – c’era una buona possibilità.

    Forse Sanders, dopo tutto, sarebbe riuscita a scamparla.

    E forse la Maschera, almeno per quella notte, era riuscita a spezzare l’oscura catena delle morti che la maledizione vampirica si portava dietro.


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    The end.

    Valery e Jacob acquisiscono 1 punto di Umanità.

    Se volete, potete anche fare un ultimo post in ruolo (poi chiuderò discussione).

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    Ce l'avevo fatta? Avevo allontanato quella strana idea che mi rendeva tanto incapace di essere una persona per bene? Forse sì, forse ero riuscita a creare una distanza da quella parte di me che non conoscevo o...che non volevo conoscere! Quella sera, nonostante all'inizio avrei voluto vedere Sanders andare in cenere per quello che mi aveva costretto a fare ed i danni che mi aveva causato, avevo dato più importanza alla vita di un non morto che alla mia carriera di futura Arpia e ciò, in un certo senso, sentivo che mi aveva premiato. Eppure tremai. Fu un tentennare impossibile da evitare, nato da una sensazione che una parte di me trovava aliena eppure così vicina da essere imminente. Era qualcosa che nasceva nel cervello, ma gridava con il cuore. Quasi sentivo quella scossa e li dita, agili e veloci, si avvicinarono subito verso la testa. Spostai le dita dall'orecchio alla mandibola, sfiorando il collo e raggiungendo la clavicola in modo lento. Quando raggiunsi il bottone sopra il seno della mia camicetta, il gesto fu praticamente involontario. La mano si fermò lì, a mezzaria. La mia espressione, un misto di attonito smarrimento che cerca di non trasparire su un viso incapace di essere indifferente alla scena, riprendeva coscienza di sè lentamente. Ero eterea e avevo bisogno di un contatto con quella persona in carne ed ossa al momento presente nella stanza, pur se non per me. Mi percepivo di più, mi sentivo di più...ero "più" io! Eppure in me la dicotomia era presente Asso...lui mi potrà...dovrà (!) spiegare!. Il mio sire mi avrebbe dovuto spiegare questa sensazione, far capire meglio cosa ancora mi dovevo aspettare da quello che mi aveva fatto! Perchè non ero più umana come un tempo, anche mentalmente oltre che moralmente? Volevo sapere come mai ero diventata giorno e notte, nubi e sereno, tempesta e bonaccia. Mi sentivo divisa, in pace e serena, ma, al contempo, terrorizzata oltre la paura. Stavo bene per quel che avevo fatto, ma il futuro mi bussava malignamente contro. Era un po' come quando, da viva, mi destavo un po' prima del suono della sveglia. Stavo nel letto, osservando ancora assonnata i vetri appannati dal gelo dalle righe bianche tanto vicine da apparire un unico velo. Nel freddo di quella stanza dal termosifone fuori uso, ero riscaldato appieno dal morbido futon di piuma d'oca che mi ero regalata. Pensavo al mondo di fuori, già caotico e pronto a cercare di prevaricarmi, ma il tepore di quella posizione era una dolce coccola. I miei piedi giocavano strusciandosi sul cotone del coprimaterasso. Le gambe, lunghe ed affusolate, rumoreggiavano sfiorandosi pelle contro pelle. Tutto il mio corpo si stringeva affamato dell'abbraccio caldo delle coperte, ma la mente, purtroppo ed inesorabilmente, portava gli occhi a guardare la sveglia digitale che stava per scoccare la fatidica ora. Già le orecchie percepivano lo sgraziato starnzzare metallico del maledetto cubo digitale dai molti tasti. Nella mente la sensazione che tutto quel benessere sarebbe stato lungo come un battito di ciglia, mentre il cuore diceva solo carpe diem, consigliandomi di non pensare al futuro, ma, bensì, di godermi il presente. Ecco io ora mi sentivo così: felice per quel che avevo fatto, ma spaventata pensando che quell'evento non fosse altro che un momento passeggero. Clarence aveva parlato, Sanders si era arreso, Ward si era avviato per agire. Io e Jacob ora cosa avremmo dovuto fare? Lo guardai in tutta la sua elegante bellezza. Ora facevo gruppo con lui, non potendo contare sugli assertivi altri tre. Mi avvicinai, facendo finire il mio braccio attorno al suo per poi guardarlo e cercarne l'attenzione. Forse è meglio che andiamo gli dissi gli dissi cercando di ottenere in dono quella stessa sicurezza che gli aveva permesso una così mirabile ed acuta arringa.
     
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    Nome Jacob
    Descrizione fisica E’ un individuo sulla trentina. Magro e longilineo. Una folta chioma nera come la pece gli incornicia il volto squadrato. Due folte sopracciglia sovrastano i suoi occhi, anch’essi neri. Labbra carnose risaltano sul suo pallido viso, sovente increspate in un accennato sorriso talvolta beffardo. E’ solito vestirsi con completi eleganti d’alta sartoria ma non disdegna nemmeno abbigliamento più’ sportivo ma sempre griffato. Sul suo braccio sinistro risalta un Rolex. Un anello di liscio metallo brunito gli cinge l’anulare della mano destra.
    Carattere Fanatico | Umanità 6
    Carisma 3 | Aspetto 4
    Autorità 2 | Intimidazione 3 | Galateo 2
    ~ Scheda ~



    Quest Humanity



    Ascoltò silente Clarence. Sguardo che si poggiò distrattamente sull'uomo seduto, squadrandolo, per poi ritornare sul suo interlocutore. I giochi si eranno avviati e Ward il pezzo successivo a muoversi in quell'articolato ingranaggio politico. Erano riusciti ad aprire una finestra su un vasto campo di interrogativi con i propri risvolti più o meno crudi. La legge non ammette ignoranza, dopotutto. Jacob si sentì più rilassato ripensando a quanto fatto e quanto valore sentiva aver dato al raggiungimento della Verità e della Giustizia. E quanto lustro aveva ottenuto il Clan Ventrue in quella notte d'orrori. Annuì a se stesso, appena. Braccio sinistro che venne alzato offrendolo alla sorella Ventrue mentre volgeva lo sguardo su di lei distendendo la bocca in un tiepido sorriso "Certamente. Buona notte a tutti e a domani." e senza aggiunger altro si allontanò con Valery in direzione della berlina nera dove un autista lo stava aspettando.
     
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