French Quarter Parking Lot

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    Oh, finalmente aveva beccato il pasto solitario. Usando il solito suo giochetto era riuscita a portarselo al sicuro nella tana che era la vettura, senza una sola replica. Non che si trattasse di una preda particolarmente complessa. Probabilmente l'aspetto di Vivienne aveva fatto già un quarto dell'opera.
    Ora che erano entrambi accomodati in macchina, si poteva dare il via alle "danze"; e nessuno aveva fatto caso a loro. Ottimo.

    Vivienne, poggiando gli occhiali sul cruscotto per evitare di rovinarli, si prepara a "cenare". Ma prima un piccolo avviso al povero malcapitato. O bencapitato, per uno strano punto di vista.

    -Essendo in pubblico, ti conviene non essere troppo...vocale.-

    Con un movimento fulmineo ma fermo, si china verso il polso della preda, mordendo solo il giusto, per non creare un macello aprendo tagli troppo larghi, e mantenendosi sempre a testa bassa rispetto ai vetrini. Il motivo era semplice, cammuffare la scena. Una giovane donna e un ragazzo nella stessa vettura? Beh, facilmente fraintendibile, ma il succhiare sangue era l'ultima delle possibili opzioni che sarebbero venute in mente ad un passante distratto. E poi non c'era quasi nessuno nei paraggi.

    Non l'avrebbe prosciugato del tutto...diciamo quanto bastava per saziarsi per quella notte. Viziarsi troppo non avrebbe fatto bene.
     
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    Il ragazzo non sembrava molto a suo agio, e nel momento in cui Vivienne si mosse per cercare di raggiungere la sua mano questi di riflesso ritrasse la mano, apparendo via via più intimidito dalla situazione in cui si stava trovando.7

    Ch-chi sei? Che vuoi da me?

    Balbettò spaventato, mentre cercava chiaramente di capire in che diavolo di situazione si stesse trovando.
    Una reazione in fin dei conti prevedibile, che con questo sistema di caccia Vivienne aveva già più volte sperimentato.

    Adesso però, dopo tutta quell'attesa, per Vivienne stava diventando davvero difficile gestire tutto quel tempo perso per una cosa cosi.. di routine.

    2021-12-11 09:43:13 Vivienne rolls 3 dice to Autocontrollo 9,3,3 [1 success]


    Riuscì fortunatamente a controllare la propria istintiva impazienza, e dedicare ancora del tempo all'intenzione di fare le cose per bene piuttosto che in fretta...

    Decidi come intendi procedere.
    Se vuoi passare alle "maniere forti" occorre prima un tiro di iniziativa, altrimenti posta pure la tua prossima azione normalmente. 😉
     
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    Ci era mancato poco, neanche un paio di centimetri e già avrebbe potuto gustare il sangue, se non fosse che alla cena era tornata la voglia di ritrarsi. E dire che prima era venuta senza fare storie.
    Per ovvi motivi.

    I suoi "nervi" si stavano decisamente tendendo: normalmente ci metteva molto di meno per la caccia, e di certo non faceva molti iter per essa. Oggi sembrava proprio che la notte non volesse concedergli uno spuntino.
    Ma ogni spazientire si placò all'istante: sangue freddo era la sua parola d'ordine.
    Forse bisognava forzare le cose una seconda volta. Polso saldo, o meglio, parola salda.

    -Oh, non ti ricordi? Sei salito qui con me, non avevi detto di no.
    Ora ti prego, fai il bravo e resta fermo.-


    Se fosse riuscito a "convincerlo" a rimanere, avrebbe bevuto solo un paio di sorsi. Si era stancata di troppi giochetti.

    Uso Dominazione per non farlo scendere. In caso di esito positivo, bevo pochino, giusto per tenermi sazia.
     
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    2021-12-16 08:13:38 Vivienne rolls 5 dice to Dominazione (Diff 5) 7,7,6,8,6 [5 successes]

    +2 PS


    Gli occhi via via più spaventati del ragazzo incrociarono nuovamente quelli della vampira, la quale sfruttò nuovamente il potere insito nel suo sangue per costringere il giovane a sottostare alla sua volontà.

    Nell'esatto momento in cui Vivienne concluse la frase l'altro sembrò irrigidirsi di colpo, permettendole cosi di poter finalmente agire indisturbata.

    Come poco prima, si abbassò cercando di raggiungere il polso dell'altro. Stavolta non ci furono imprevisti di sorta, ed i canini affondarono nella carne permettendo cosi al sangue di fluire. Il ragazzo pareva sforzarsi di rimanere immobile, ma ciò non gli impedi di avere degli spasmi involontari e dei gemiti di piacere.

    Nella calma del veicolo il bacio andò avanti per qualche secondo, consentendo a Vivienne di assaporare il pasto a pieno, senza causar euno shock fisico alla sua preda.

    Quando finalmente i suoi canini lasciarono andare la presa sul polso, il ragazzo, ancora pietrificato, ansimò pesantemente più volte preda di un letale mix di spossatezza e piacere.

    N.. Non fermarti..
    Riuscì a dirle, mentre i suoi occhi spenti la fissavano quasi imploranti.
     
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    Uh. Stavolta era andata decisamente meglio del solito; solitamente gli effetti del suo trucchetto erano un filo più contenuti, ma fintanto che bastava per sfamarsi...
    Ora quel polso sarebbe stata, metaforicamente parlando, la sua "costoletta" per cena. Carne giovane e fresca; oggi gli era capitata una buona preda.
    Si prese il tempo necessario per fare tutto con dovuta cura, ovvero non imbrattare i sedili della macchina, e a fine pasto chiudere la ferita, come sapevano fare i membri della sua genia.

    A bevuta conclusa, Vivienne poteva vedere il ragazzo in estasi. Guardalo, sembrava che avesse avuto la sua prima volta!
    Be, se si parla di Baci Vampirici, tecnicamente lo era stata.
    Ma non poteva causargli uno schock fisico solo perchè gli sarebbe piaciuto. Anche perchè sarebbe uno spreco di sangue in una sola notte.

    -Mi piacerebbe restare, ma fidati: non ti farebbe bene continuare.
    Adesso scendi, e torna a casa-


    Se era riuscito a convincerlo a entrare nella bocca della tigre, disfarsene senza drammi doveva essere fattibile.
    E sarebbe stato tempo di tornare a casa; dovrà aspettare l'arrivo di certe istruzioni, in questi giorni.
     
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    Il giovane, seppur visibilmente appagato, si voltò per un attimo verso di lei con una strana espressione sul volto. Sicuramente sfiancato dalla mancanza improvvisa di sangue, sembrava comunque spaventato ed incredulo per quanto appena successo.

    Pareva cercare a fatica le parole da usare esprimere quel che gli passava per la mente, ma prima che potesse dire o fare altro l'odine impostogli dalla vampira sortì il suo effetto. Raggiunse con la mano la portiera del veicolo, e pochi istanti dopo uscì, senza aggiungere altro.

    Vivienne potè cosi riprendere i suoi programmi per la serata, puntando verso il suo rifugio in attesa di altri sviluppi...

    A causa di problemi del Supervisore che stava seguendo la tua quest introduttiva, ed in mancanza - almeno per il momento - delle info necessarie a poterla mandare avanti, ho deciso per evitarti ulteriori attese prolungate oltre quanto già successo e di concluderla qui.

    Puoi considerare conclusa la tua quest introduttiva, ti assegnerò alcuni px direttamente in scheda.
    Mi dispiace molto per la situazione creatasi, spero che da ora in poi riuscirai ad avere un'esperienza di gioco migliore. 😉
     
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    Continua da qui.


    Il taxi lo lasciò ad una cinquantina di metri dal parcheggio, che era posto al fianco della doppia corsia centrale del French. Si trattava di un parking libero ma ben tenuto, e piuttosto popolato nonostante l'ora tarda.

    Sulla destra notò la macchina di Elias, quella che aveva visto fuori dal Grey Room. I finestrini scuri non permettevano di vedere all'interno, ed era parcheggiata di sbieco sulle strisce a lisca di pesce.


    sit attuale
    Ps: max-5 WP: max-3
    1 danno letale - X
     
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    Tentennante, e non esatamente felice di essere dov'era, Vardaman si approcciò alla macchina. Era quella da cui aveva preso le granate, non poteva sbagliare.
    Ma per qualche motivo il fatto di non sentire un fiume di stronzate emergere dalla sua bocca non lo faceva stare a suo agio.
    Non vedendo all'interno era difficile teorizzare motivi o situazioni, e all'altezza del finestrino di guida si limitò a bussare al vetro.
     
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    Alla bussata il finestrino si abbassò di qualche centimetro, rivelando una fetta del viso di Elias - gli sembrò cupo, per un attimo - e una bassa Taylor Swift, l'unica donna bianca miliardaria che poteva capire i problemi di un Alastor doppiogiochista, sotto copertura e con irrisolti problemi mentali.

    "Entra."

    Jonathan si accomodò sul sedile del passeggero, dopo aver scalciato via un po' di immondizia. Mozziconi di sigarette, una console portatile, bicchieri e cartoni ancora sporchi di cibo. Chi diavolo mangiava quella roba?

    Nel sedile posteriore c'erano diverse scatole, e sopra a tutte una gabbietta con una cavia color panna.
     
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    che ambiente incredibile.
    Vardaman entrò nell'auto senza fiatare, dando solo un'occhiata perplesso a tutto quel cibo mangiato e alla gabbietta con la cavia.
    traslochi? commentò per rompere il ghiaccio il giusto, cercando di lasciar stemperare la tensione e al contempo di constatare cosa cazzo stesse facendo Elias.

    parrebbe un appostamento, ma che cazzo c'è da vedere nel French? si guardò attorno il giusto, come se potesse esservi un assurdo cartello "roba segreta, non spiare" che potesse trovare il suo sguardo, poi tornò su Elias.
    Agniezska mi ha convocato domani alle 19. credo che abbia convocato tutti, ma non ha detto il perchè.
    una domanda a cui, grazie alla tanner, poteva anche immaginare la risposta. Ma prima di tutto voleva sincerarsi che quell'irrecuperabile fosse in vena di parlare e non fosse in qualche modo bloccato da chissà cosa.

    un po' lo esorto a parlare, e nel contempo cerco di capire la situazione.
     
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    "Eh?"

    "Mhh?"

    "No, lì dentro tengo i miei raccoglitori. Il blocco di Urza."
    Indicò il raccoglitore a destra della cavia. "Lì ho del semtex." Poi quello a sinistra. "Lui è Farkas XVI." Riferito al povero animale. "Il nome viene da uno strano tipo che una volta ha provato ad entrare nella nostra cappella a Vienna...il sedici puoi capirlo da te."

    Guardò avanti, mani strette sul volante. Teneva il tempo della canzone con il dito, ma era chiaramente preso da qualcosa.

    "Ho saputo da poco, Agniezska mi ha chiamato invece di scriverlo. Non voleva che lo sapessi subito." Se ne stava ingobbito, chiaramente teso. Farkas XVI squittì dalla sua gabbietta, cercando di consolare il padrone. "Lo ammazzo."

    Non stava bene. Ad onor del vero non era mai stato sano, ma quando un pazzo chiacchierone inizia a diventare taciturno in quel modo è un brutto segno. Doveva correre ai ripari, oppure godersi lo spettacolo e la rovina che sarebbero seguite.
     
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    Vardaman guardò il plico di Urza, qualsiasi cosa fosse, e il semtex (di cui malauguratamente aveva più idea), e si fissò sulla cavia per qualche istante. sedici, come le volte che il concilio ha riso mentre lo pestavano. gli venne da rispondere, anchse se di divertimento ce ne era davvero poco.
    e comunque è un nome da zingaro.

    Vardaman osservò la figura di Elias mentre stava accumulando smatto. per certi versi gli ricordava il malkavo sparito da poco dopo aver messo a ferro e fuoco Gentilly, e iniziava anche a vedervi una somiglianza nei comportamenti e nelle cagate che lo stesso macinava a nastro.
    Tuttavia era la fase peggiore in cui si assomigliavano, quella dove smettevano di parlare e tiravano fuori ferri pesanti e plastico.
    Lo ammazzi chi? Farkas?
    via, mi pare un tributo esagerato, manco fosse l'originale.
    cercò di risultare il più accomodante possibile, anche perchè temeva le conseguenze di qualsiasi cosa stesse frullando in quella testa distorta.
    A parte tutto, forse è meglio rallentare? chi vuoi ammazzare?

    cerco di capire cosa sta guardando, mentre prendo un attimo di tempo per capire come approcciarlo. In linea di massima però se inizia a fare cose tipo sparare e smattare prendo e me ne vado il più rapido possibile; per oggi ho già dato.
     
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    Elias stava fissando uno dei piani centrali di un palazzo a circa centoventi metri di distanza. Lì le luci erano accese, finestre chiuse.

    "Il prete. Molochia. Quello." Quasi grugnì nel dirlo. "Non so come, ma è in qualche modo riuscito a rintracciare una mia amica...quella che hai visto anche tu al campo, Sarah. Capelli neri, tre dita." Vardaman ricordò facilmente, si trattava della prima Sorella incontrata al suo risveglio dopo l'incidente. Oltre ad avere una mano malformata quella donna aveva dei marchi sui polsi. "E l'ha consegnata. Agniezska ha detto..." Il volante produsse un bruttissimo rumore, vicino com'era a spezzarsi. "Che è un ottimo torturatore. Che dovremo tenerlo in considerazione per il futuro."

    Non si era mosso da lì, a parte per stringere il volante. Occhi fissi in lontananza, zanne estroflesse e un'espressione terribile in viso.

    "Quindi ora vado lì e lo ammazzo. Poi mi darò alla fuga per avvertire il campo, devono fuggire. Ma prima prendo quel cazzo di prete pedofilo e me lo bevo."

    Si mosse verso la scatola di semtex, rimestandoci dentro come un ciccione in ipoglicemia che raspa il fondo del barattolo di biscotti.
     
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    la rabbia, la frustrazione e anche la follia assoluta che traspiravano da Elias gli ricordarono la Tanner e i suoi modi assurdamente violenti, tipici di chi aveva passato DAVVERO qualche notte di merda.
    Solo che la Tanner, almeno Jonathan pensava, poteva gestirla. Elias era su un altro piano, sia come tremere da battaglia sia per tutto il resto.

    la tempesta di cose che stava dicendo erano una più sbagliata dell'altra, e non aveva modo di fermarlo. Non fisicamente.
    Farlo ragionare? doveva sperare in quello, ma doveva dosare decisamente bene le sue parole.
    mi dispiace per la situazione... per la... perdita? o magari è ancora salvabile...? mormorò. Sincero fino a un certo punto, ma comunque in difficoltà. Non era certo che avrebbe reagito allo stesso modo per Martha, o per qualsiasi altro suo legame. sperava tuttavia che Elias dicesse qualcosa.
    beh... è stata comunque capace di non tradire la causa. O non saremmo qui.
    Quello lo credeva davvero. La Tanner gli aveva detto delle cose, altre le aveva intuite da solo. La Lord non avrebbe esitato un istante a spezzare entrambi i cainiti prima di dargli anche solo un secondo per fuggire. Vardaman avrebbe aperto la porta del rifugio e vi avrebbe trovato un gargoyle gigante.
    So cosa pensi... credo di saperlo. Non voglio e non posso impedirti alcunchè... ma se mi dai retta un minuto soltanto ti prometto una retribuzione più grande.

    Avrebbe voluto dirgli tutto immediatamente. non rischiare. Ma la paranoia era troppa, doveva essere sicuro che Elias fosse lì davanti a lui.. e che non fosse qualcun altro. Fece una pausa. doveva farla.
    di eventuali ascoltatori mi occupo più tardi... anche se non credo che qualcuno oserebbe avvicinarsi in questo merdaio.
    ehi, Elias disse poi, come a chi stava venendo qualcosa di divertente in mente. Ma quindi chi è che vince? Musk o Zuckerberg?
    lo guardò a lungo, in attesa di una risposta che solo Elias poteva dare.

    vorrei convincerlo a non scendere subito, a non ammazzare me e a rispondermi a questa importante domanda. se riesco in questa tripletta poi siamo in una botte di ferro.
    vedremo poi se piena di merda.
     
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    "Non lo so." Eruttò furente, senza staccare gli occhi dal suo obiettivo. "Non. lo. so." Scandì, come se ce ne fosse bisogno. "Non lo so...non so un cazzo, Jonathan."

    Abbassò il volume di Taylor Swift. Brutto segno, pessimo.

    "Potrebbe non aver detto niente ed essere riuscita a suicidarsi; potrebbero averla dominata e torturata fino a farle sputare tutto, ma per qualche motivo deciso di aspettare. Non lo so, davvero. Mi mancano dei pezzi, e ho una fottuta paura che sia perché ormai sono fuori dai giochi. Credo sospetti di me."

    Si allungò per aprire il portaoggetti, e rovistare dentro. Ne tirò fuori una granata, uguale a quella regalata a Jonathan.

    Fece per uscire, litigando con la cintura impigliata, rispondendo con rabbioso sconforto alla promessa del repubblicano. Sembrava non volerne sapere, non riuscire ad esprimersi in altro se non con la violenza. Farkas XVI squittì con dolore, empatico nei confronti del padrone. O forse era semplicemente un topo che squittiva perché si stava cagando addosso, impossibile dirlo in quel frangente.

    Elias si bloccò prima di chiudere la portiera, abbassando la testa per guardare bene Jonathan con un'espressione allibita. "Io..." Vederlo così, senza parole, era un bello spettacolo. "...non pensavo mi ascoltassi sul serio. Intendo quando...sono io." Lo fissò a lungo, poi guardò il palazzo che avrebbe probabilmente demolito in un'esplosione di fuga e rottura della Masquerade. "..." Tremò, lottando con se stesso. E alla fine ritornò in macchina, come se fosse la cosa più difficile che avesse mai fatto nella non-vita. "...vai a fare in culo, Vardaman." Una punta di rassegnato divertimento, mentre poggiava la fronte sul volante e gli lanciava in grembo la granata, perché la tenesse.

    "Quel frocietto ha annullato l'incontro, si è rotto qualcosa durante un allenamento con Julian Assange. Però ha avuto il tempo di commercializzare maledetto visore, quel nasone." Era lui, senza dubbio.

     
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