1671 King Drive

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    1671 King Drive



    1x-1



    Si tratta di una struttura anonima, del tutto simile a molte altre costruite nella prima metà degli anni 60 in tutta Gentilly, Lakeview e Metaire.

    A poche centinaia di metri dalla Stazione di Polizia del quartiere sorge questo edificio residenziale come tanti. È di colore rosso, ha quattro piani più il tetto e un seminterrato. Niente ascensore.

    Al terzo piano della struttura, l'Interno numero 11 è un piccolo appartamento con due camere, due bagni, un soggiorno con angolo cucina, un balcone chiuso da una veranda e uno sgabuzzino. Nel complesso, abbastanza largo da poterci vivere in due o in tre al massimo.

    L'appartamento appartiene a Ethan Bielsky, lo ha ereditato dai genitori nel 2015. Qui ci ha vissuto per diversi anni, apportando alcune piccole migliorie a causa della sua professione.

    La porta d'ingresso è blindata, per esempio, e lo sgabuzzino è dotato di una grossa cassaforte per armi.

    Attualmente, l'appartamento è vuoto e privo di mobili. Le finestre sono chiuse e sprangate, e la cucina è coperta di teli di plastica trasparenti.
    Da cinque anni, infatti, l'appartamento è disabitato.








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    Edited by Ulrich Stern - 25/6/2021, 10:18
     
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    Direi che è meglio se iniziano i conducenti dei mezzi.
     
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    Casa, dolce casa.

    Dopo cinque anni, Gentilly era esattamente come se la ricordava: un anonimo, ripetitivo quartiere residenziale. C'era solo qualche edificio in più o qualche cartello in meno. Con un certo senso di sollievo, notò che non si era abbruttito particolarmente, da quando era andato via.

    Non era male vivere da quelle parti, dopotutto. Non era il massimo, ma c'erano zone della città davvero peggiori. Probabilmente era perchè c'era un ufficio di polizia a diverse centinaia di metri. Non ci aveva mai lavorato, però: lui era assegnato ad un'altra zona. Ci era entrato diverse volte, ma sempre di passaggio.

    Guidò la sua moto, come aveva fatto migliaia di altre volte, lungo le strade. Non si preoccupava di assicurarsi che gli altri nella loro MINI lo stessero seguendo: tanto avevano la posizione segnata sul cellulare.

    Quando entrò su King Drive, un mare di ricordi gli saltarono addosso come una cane affettuoso. Diavolo, se gli era mancata New Orleans. Anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.

    Quando accostò davanti al 1671, il palazzone in cui era cresciuto gli si presentò esattamente come la sera in cui lo aveva lasciato. Aveva appena finito di mettere via i mobili e gli scatoloni, e lasciava dietro di sè il nulla. Un appartamento vuoto, i ponti tagliati con quasi tutti, il congedo dalla NOPD per le ferite permanenti riportate in servizio, una pensione anticipata.

    Ripensò a quella volta, quando partirono in auto per lasciare la città. Non sapeva proprio un cazzo di come funzionasse tutta quella storia dei Cainiti. Non sapeva niente di niente, e si era girato per guardare l'ultima volta quell'edificio che spariva dietro l'angolo.

    Beh, eccolo qui.

    C'era un cancello, dopo una leggera discesa, per accedere ai garages. Era stato riverniciato di recente, se lo ricordava più chiaro, e dal colore antiruggine scrostato.
    Ethan scese dalla moto, e camminò senza fretta fino alla serratura. Aveva ancora il casco in testa, e se non fosse stato solo, si sarebbe potuto sentire un canticchiare sommesso di "Take me up".

    Quando aveva messo via le sue cose, anni prima, c'erano ben cinque scatoloni pieni di CD. Li collezionava, i grandi successi degli anni '80, dei Modern Talking -oh, lui quelli li adorava- o Mike Mareen o gli A-Ha, o appunto gli Scotch.

    Frugò in tasca, davanti al cancello per i garages, e provò a inserire la chiave nella serratura.

    "What you gonna do tomorrow, if you wanna be my star ?"

    La chiave entrava, ma non girava.

    "Fanculo. Lift the rainbow at the mountain..."

    Inserì anche la chiave accanto, anche se probabilmente era quella che apriva il portone. E infatti non entrava nemmeno nella serratura.

    "Fanculo. Stay with me, give me your time. You take me up with anything, You take me up with anything."

    Si allontanò dal cancello, e tornò alla moto. Si era rassegnato all'idea di lasciarla parcheggiata lì vicino, per il momento. Vi ripose il casco, e aprì con un movimento della mano la Zip della giacca.

    Poi, dopo aver rivolto un cenno agli altri che intanto erano arrivati, andò al portone.

    "Eddai, apriti. Almeno tu, apriti. Se rimango chiuso fuori dalla mia stessa casa mi incazzo davvero."


    key-and-lock-for-the-door-in-the-apa700



    Andò fino a ridosso della porta, e per un momento solo, appena mezzo secondo, esitò. Poi inserì la chiave nella serratura.

    Era entrata.

    La girò in senso orario...

    E sentì lo scatto della serratura che si apriva con un CLACK.

    "Oh, Grazie, Signore. Anche se sono un Cainita."

    Attese che anche gli altri entrassero nell'androne, tenendo per loro la porta aperta. Quando c'erano tutti, lasciò che la molla della porta la facesse richiudere, e andò fino alle cassette postali allineate al muro.

    Doveva esserci un mucchio di posta arretrata nella sua cassetta. In realtà se ne sarebbe voluto occupare dopo, senza gli altri tra i piedi... ma dopo avrebbero avuto tutti da fare, quindi andò ad aprirla subito.

    EJJXBA-Copia



    Tirò fuori un sacco di pubblicità e buste degli anni passati, che si erano accumulati fino a praticamente riempirla tutta. Se le mise sotto il braccio, e tornò dagli altri.

    Mentre chiamavano l'ascensore, assaporò senza dire una parola i vecchi odori, e i vecchi rumori che lo facevano sentire tranquillo. Quello, per lui, era l'angolo più familiare e sicuro che conoscesse. Quello dove erano stati i suoi genitori per tanto tempo.

    La cabina arrivava, e le porte metalliche si aprivano cigolando, si chiese che fine avessero fatto i suoi. Se i Vampiri esistevano, e Caino esisteva, e Dio esisteva, allora anche l'Aldilà doveva esserci.
    Da quando gli era capitato di (praticamente) morire ed essere abbracciato dal suo Sire, aveva riscoperto una certa... fede. Non un tipo convenzionale di credenza religiosa, ma qualcosa che ci si avvicinava.

    Pigiò il pulsante nero, rotondo, per il terzo piano, e l'ascensore si mise in moto.

    "Spero che dovunque siate... stiate bene, almeno voi."
     
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    Uscirono dall'ascensore e attesero un momento mentre Ethan armeggiava con la serratura dell'appartamento. Aprì la porta, accese la luce e li fece entrare masticando un "accomodatevi" col suo solito tono burbero.

    Entrando trattenne una smorfia per il forte odore di chiuso da cui furono accolti, con ogni probabilità l'appartamento non veniva usato da anni...niente mobili, finestre sprangate ma tutto sommato un appartamento niente male, sicuramente migliore del buco in cui si era sistemato lui e, come gli capitava spesso, cominciò istintivamente a pensare agli interventi che avrebbe fatto per renderlo "a misura di Nicholas". Un'opera d'arte lì, un nuovo colore la, una lampada...
    riusciva a vedere perfettamente le migliorie nella sua mente e avrebbe continuato a fantasticare se il borbottare dei suoi compagni di avventura non lo avesse risvegliato.

    Per rompere l'imbarazzo decise di prendere l'iniziativa riassumendo i punti cruciali.

    "Allora, io comincerei frugando nel PC della vittima...se davvero stava indagando sui delitti come sembra dai ritagli sulla bacheca, è probabile si possa trovare qualche indizio magari anche il significato di quei simboli. In quanto a Mandy, possiamo provare, ma non garantisco si manifesti ancora o possa dirci qualcosa di utile"

    Aspettò un'attimo e poi aggiunse
    "Mi piacerebbe anche sapere come ha fatto la polizia ad arrivare sul posto, praticamente assieme a noi, voglio dire...chi li ha avvertiti?"
     
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    «Stai calmo.. Non ho alcuna intenzione di picchiare una ragazzina, reale o fantasma che sia.» comunicò a Nicholas una volta saliti sulla vettura.
    Evitò di sottolineare pedantemente l'ovvio -e cioè che probabilmente, in caso di fantasmi non era proprio certa sarebbero riusciti davvero a picchiare qualcosa.

    Aveva poche conoscenze e di base esclusivamente accademiche, niente di pratico, ma soprattutto non aveva mai visto un fantasma.
    Il fatto che contemplasse tutta questa faccenda come possibile e reale, era data dall'unico e inoppugnabile fatto che i vampiri esistevano, come esisteva tutta quella roba legata alal magia. Andava da sè quindi che tutto il proprio scetticismo si sgonfiasse praticamente all'istante. Gli interrogativi però rimanevano: come si presentavano? Come si combatteva qualcosa che tecnicamente non era fisico?
    Si sentiva un po' tesa - e questo di base non era un bene - poichè non sapeva proprio cosa aspettarsi, dunque il resto del viaggio lo trascorse a rimuginare in silenzio guardando le foto che Leffe della scena del crimine che Leffe le aveva mandato sul telefono.

    Ingrandendo i vari macabri particolari della donna squarciata senza scomporsi troppo, indugiando sul simbolo utilizzato, la posizione, le candele adoperate.

    SPOILER (click to view)
    Si può tirare Occultismo? Magari rammenta di aver letto qualcosa di simile?
    Osservando con attenzione le foto poi, possibile noti qualcosa di strano sfuggito in precedenza?



    Si riscosse soltanto una volta che il rombo del motore si spense, guardandosi subito attorno con aria vigile. Spense lo schermo scassato del proprio telefono e lo rinfilò nella tasca interna della giacca di pelle, procedendo per scendere dall'auto, recuperando al volo bacheca e portatile che si sistemò al solito sottobraccio.
    Seguì gli altri verso la palazzina, badando a guardarsi attorno con fare vago ma lo sguardo attento, che nel sentir canticchiare sommessamente dirottò proprio sul padrone di casa, con un sopracciglio inarcato.

    Non commentò, ma un angolo delle labbra non potè fare a meno di incurvarsi in un sorriso obliquo.

    Addocchiò il fascio di posta che l'altro tirò fuori dalla cassetta delle lettere, prima di infilarsi con gli altri nell'ascensore.
    Sollevò gli occhi scuri incerca dei numeretti luminosi che avrebbero scandito il conto alla rovescia che li seprava dal piano di destinazione.

    Manca solo la musica lounge soffusa..

    L'attenzione si spostò dai numeretti luminosi a Nicholas, ascoltandolo.
    Il capo ciondolò appena in una vaga risposta affermativa mentre le porte si aprivano e metteva piede sul pianerottolo del terzo piano.

    «Speriamo ci sia scritta la password in mezzo a tutti questi fogliettini.» borbottò sommessamente.
     
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    Entra nell'appartamento e immediatamente arriccia il naso per l'odore di polvere che permea la stanza. Fruga rapida nella borsetta per estrarre un fazzoletto che maneggia con la sinistra intanto che si addentra tra le stanza già requisiti dai colleghi d'indagine.

    Ok, io controllo gli armadi e i cassetti allora! Qualcuno ha guardato in bagno? C'è sempre qualcosa di strano nei bagni!

    Spiega esuberante aggirandoli fino ad andare oltre il gruppetto in direzione della camera da letto. Ferma sul ciglio della porta, quasi sulle punte. usa l'indice e il fazzoletto per aprire lentamente la porta e scrutare all'interno con fare furtivo. Anche un po' comico.

    C'è nessuno? Siamo qui per un indagine.

    SPiega al vento, intenta a recepire una eventuale quanto improbabile risposta. Così fatto, comincia a perquisire armadi e mobili ella camera da letto.
     
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    Rispetto l'ultima volta che Ethan è stato a casa sua, l'edificio non sembra passarsela bene, la cassetta della posta straripa di bollette, fogli pubblicitari, volantini del kababbaro dietro l'angolo. Insomma, classica amministrazione.

    L'ascensore ha una luce intermittente, per niente creepy, ma i nostri avventori sono tutti vampiri morti e maggiorenni, sicuramente non si fanno impaurire da una luce che sfarfalla di tanto in tanto ed è cosi che senza problemi arrivano all'appartamento del Brujah che.. Ha visto giorni migliori.
    è palese a tutti che nessuno è stato in quella casa per settimane, mesi.. forse anni. Fortunatamente per tutti gli avventori, non c'è cibo presente all'interno dell'appartamento, oppure a quest'ora ci sarebbe un ammasso di muffa e schifo da qualche parte.

    Ed ecco che il quartetto si trova in quell'appartamento, con un portatile ed una bacheca piena di fogli.

    Non c'è bisogno di esere esperti di occulto per sapere che il simbolo sotto la donna è un pentacolo, molto simile a quello che si vede nei media, in film, anime, libri e cultura popolare. Generalmente associato alla magia nera od entità negative, ha tutta l'aria di essere un rito del genere. Difficile dire se il rito stesso abbia funzionato o che tipo di rituale sia, nessuno tra i presenti è esperto in questo tipo di arti ed è impoissibile per loro discernere molto da quelle semplici foto.

    Nel frattempo, però, Leffe si gira l'appartamento alla ricerca di chissà cosa, non sembra aver capito che si tratta di casa di Ethan, ma anzi, la tratta come se fosse l'abitazione di qualche criminale, magari proprio quello che stanno indagando. Non trova nulla nei cassetti del Brujah, tantomeno nel bagno.

    Esattamente come Mylene ha immaginato, il portatile è protetto da password. è uno di quelli relativamente moderni, con windows 10, alla quale la password è stata sostituita da un pin numerico a 4 cifre.

    Come detto in precedenza, sulla bacheca che il gruppo ha prelevato e si è portata appresso, ci sono tutti gli articoli di giornale di un serial killer che non è mai stato trovato, assieme ad alcuni articoli piu recenti di qualche morte avvenuta nelle settimane passate. In uno di questi articoli, si parla di una scena del crimine piena di dettagli grafici che sembrano coincidere con quelli delle vittime trovate dal gruppo, con tanto di circolo 'satanico' sotto il cadavere.

    Il serial killer degli articoli vecchi, però, non presentava questa componente ritualistica. Si trattava però dello stesso tipo di vittime, tutte giovani donne con una carriera nel giornalismo, tanto da ricevere il soprannome di "il censuratore di donne"
     
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    Mentre Leffe andava in cerca di non si sa bene cosa dicendo cose senza senso - Ma ha capito dove siamo? - Nicholas rifletteva sul codice del portatile.

    4 cifre...10.000 possibili combinazioni, forse usando la sua velocità soprannaturale avrebbe potuto riuscirci in 2 o 3 ore ma se l'idea che gli ronzava in testa era esatta, si poteva ridurre a una quarantina di combinazioni...certo, ci voleva una buona dose di fortuna ma valeva la pena tentare.

    "Scusa Mylène, fammi fare un tentativo" e si mise a digitare cifre sulla tastiera mentre spiegava cosa aveva in mente "E' un po' azzardato ma statisticamente il codice più usato è la data di nascita, la nostra vittima era sfigurata ma quell' articolo parla di giovani donne con una carriera nel giornalismo, se ipotizziamo un minimo di 20 e un massimo di 50 anni possiamo provare con le date dal 1970 al 2001, non ci vorrà più di un quarto d'ora a provarle tutte."
    Ovviamente, sta a Pochi decidere se per puro culo c'ho azzeccato ^_^


    Edited by Nicholas Bannister - 6/7/2021, 23:29
     
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    Quando entrarono, non riuscì a trattenersi, e si lasciò sfuggire un sorriso. Era bello essere a casa.

    Tuttavia, durò poco. Con muta rassegnazione, si guardò attorno. Le mani raggiunsero il quadro generale della corrente elettrica, lì vicino, e i pulsanti a levetta vennero sollevati. Gli interruttori vennero premuti, e dopo un sacco di tempo le stanze vuote furono illuminati dalla luce artificiale.

    Beh, quasi tutte: un paio erano fulminate.

    L'ampio spazio centrale dell'appartamento, l'angolo cucina, le due camere da letto, i bagni... era tutto coperto da polvere, ragnatele, qualche sporadico frammento di intonaco. E quell'odore di chiuso, di aria ristagnante... che schifezza.

    Eppure quanto gli sembrava accogliente quel posto ! Si sarebbe dovuto fare il culo, per dargli una pulita, e per rimettere i mobili... ma una volta terminato, sarebbe stato il suo rifugio.

    Andò a chiudere la porta blindata, e lasciò che gli altri facessero come a casa loro. Dovettero sistemarsi per terra, naturalmente, e li lasciò discutere tra loro il da farsi. Accompagnò Lee in giro per casa. Non tanto per controllarla -anzi, la ignorò per tutto il tempo-, quanto piuttosto per assicurarsi che la casa fosse davvero sgombera.

    Tornato il soggiorno, con le mani nella tasca della giacca, sentì Bannister parlare della password del computer. Quattro cifre, un bel palo in culo... quante combinazioni c'erano ? Ricordò vagamente un professore del College che parlava di proporzioni, di numeri esponenziali e quella roba lì. Doveva essere un numero elevato a un altro numero, ma davvero non ricordava altro.

    Per un momento fu sul punto di dire quattro alla quarta, quindi quattro volte quattro. Giusto ?, ma si trattenne. Era probabile che fosse una cazzata.

    Annuì alle parole del Toreador. "Sono d'accordo. Bella pensata. Provaci."
    Aveva senso usare i suoi poteri per provare e riprovare la combinazione fino ad azzeccarne una. Ed era una intuizione interessante quella della data... chissà perchè tutti quelli che devono mettere un codice da quattro cifre finiscono sempre col ficcarci dentro una banalissima data. Tanto valeva scegliere come password "1111".
    Lui ci aveva provato quando era a Fort Polk, in Louisiana. Un sergente istruttore un pomeriggio lo aveva scoperto in qualche modo, ed i suoi effetti personali erano volati giù dalla finestra del dormitorio. Trentacinque giri di campo con sacchi di sabbia nello zaino, quella notte. Terribile. Non aveva usato mai più quella combinazione.


    Si accovacciò assieme a Delaney, subito dopo, e la aiutò a leggere e catalogare tutti quei pezzi di carta. Era in cerca di informazioni, nomi, date, luoghi. Qualcosa di interessante da tenere a mente.

    E alla fine la trovarono, qualcosa... era come aveva detto Bannister: le vittime avevano qualcosa in comune con quel vecchio figlio di puttana di un serial killer.

    Erano tutte di giovane età, sesso femminile e impegnate nel campo giornalistico. Molto interessante.

    A un certo punto, a Ethan balenò un'idea. C'è da precisare che lui era un tipo dallo spiccato senso pratico, molto più bravo a rompere una costola che a scoprire chi aveva rubato la marmellata dalla credenza. Non era stupido, era solo un tipo che ragionava poco sulle cose. Era fatto così, e questo era esattamente il motivo per cui non sarebbe mai diventato sergente o detective.

    Le indagini semplicemente non erano per lui. Ma gli appostamenti si ! Quindi ragionò sulla cosa a modo suo, e si trovò a fissare alternativamente Lee e Delaney in volto.

    "Giovani giornaliste, eh ?"

    Sorrise, lo stesso ghigno cattivo che lasciava di proposito intravedere il canini. Chissà come se la cavavano quelle due a fare le reporter ?
     
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    Entrò dentro l'appartamento con aria guardinga, muovendosi sino a raggiungere quello che aveva tutta l'aria di essere un salotto open space con annessa.. Cos'era? Reclinò il busto lateralmente, come se il gesto fosse un rafforzativo a ragionare meglio per capire cosa c'era sotto i teli plasticosi.
    Una volta compreso che si trattava della cucina, perse automaticamente interesse, e si concedette una lunga occhiata attorno a sè per osservare il resto della sala. Giusto per capire gli spazi, eventuali vie di fuga - nessuna a parte la porta d'ingresso essendo che le finestre sembravano tutte sbarrate.

    Addocchiò il fare di Leffe, sentendone le parole e le riservò un'occhiata interrogativa senza esprimere ad alta voce la propria perplessità.

    Le fatidiche prove erano ancora sotto la sua custodia, quindi nel sentire l'idea di Nicholas gli consegnò il portatile.
    «Non è affatto un'idea da buttare. Quindi non sei solo un bel faccino.» lo canzonò con un vago sorriso, il tono chiaramente scherzoso. «Ma intendi solo l'anno di nascita o tutta la data? Perchè in quel caso, ci sarebbero meno combinazioni ancora, si dovrebbero escludere gli ultimi tre mesi, poichè a doppia cifra. In alternativa.. C'è sempre il buon 1 2 3 4. Non hai idea di quanta gente lo utilizzi..» donando una leggera scrollata di spalle nel dirlo, e una volta incrociate le gambe alle caviglie si lasciò cadere seduta a terra direttamente a gambe incrociate, con la bacheca posata a terra davanti a sè.


    Diede una prima occhiata sommaria ai vari fogli e foglietti, focalizzandosi sui titoli e le cose evidenziate in principio. «Il censuratore di donne» mormora fra sè, assorta, e alle parole dell'ex-collega al proprio fianco, gli rifila una lunga occhiata, che culmina con un sorrisetto irriverente. «Saresti delizioso con un paio di tacchi a spillo e un po' di rossetto.» facendo chiaramente orecchie da mercante alla sua idea che, a dire il vero, è anche buona.
    Ma grazie, no grazie.

    Si concentrò sulle informazioni fornite dalla bacheca e cercò di capire se l'inizio degli omicidi aveva una data simile - anno a parte, chiaramente. Nonchè, la cadenza con cui questi efferati omicidi si compivano. Avendo una componente ritualistica poi, le venne un dubbio.
    Di solito queste cose hanno una qualche attinenza con le fasi lunari, le sembrava di ricordare, quindi basandosi sul giorno di oggi, afferrò il telefono e, un paio di bottarelle sullo schermo più tardi, controllò sfruttando la browser app.

    Nell'immediato la cosa poteva non risultare utile, ma avrebbe potuto esserlo per comprenderne le tempistiche, eventualmente.

    «Quando c'è stato l'altro omicidio, Leffe?» chiese quindi.
     
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    Pochi, puoi darci qualche notizia? Che succede?
     
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    Huitzilopochtli sama

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    mhmm non mi ero reso conto che è passato così tanto tempo, Leffe ha avvertito che mancava 2 settimane ma siamo quasi a 3. Decido che fare tra oggi e domani!
     
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    Ribalta i cassetti e butta in giro tutto, niente, i discorsi degli altri membri del gruppo le sollevano un dubbio e torna da loro.

    Che cazzo! Perché non state cercando?

    Scuote la testa e ascolta i discorsi, dubbiosa circa il proprio operato infine ribatte alla bella motociclista.

    Ieri notte. Al Grey Room. E gradirei capire perchè proprio lì.

    Sbuffa indispettita, la perquisizione e il caos non le hanno dato soddisfazione e non riesce a togliersi dalla testa il delitto al Grey Room. Perchè rovinare un locale di musica?! Gli psicotici sono tutti senza cuore, per lei. Scuote la testa e batte un pugno nel palmo dell'altra mano.

    Avanti, dobbiamo trovare qualcosa!

    Esorta gli altri e cerca di attivare il criceto nel cervello per spremere un'idea.
    Utilizzo Informatica per dare un contributo con la password.
     
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    Ovviamente Leffe non trova molto da ribaltare, e se trova qualcosa il tutto sembra essere molto vuoto, come se la casa fosse stata appundo disabitata da anni.

    La scelta di Bannister non va molto lontana dalla realtà, ci mettono un po di tempo (anche perché ogni tot tentativi errati, il computer va in "blocco" per qualche minuto), ma quando arrivano al 1984 finalmente il pin sembra essere corretto. Sarà un caso, o forse no, ma è la stessa data in cui il Serial Killer è diventato attivo. La giovane donna non era probabilmente ancora nata in quegli anni.

    Le varie date degli assassini del killer sembrano completamente casuali, non sembrano esserci correlazioni temporali, ma il controllo incrociato di Delaney porta degli strani frutti, ossia sembra che i crimini avvengano piu di frequente con la luna piena. Infatti, proprio in questi giorni, ci si sta avvicinando a quella fase lunare.
     
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    Bingo!
    Dopo pochi tentativi la sua intuizione si rivelò corretta o, se non corretta nel senso stretto, almeno funzionale allo scopo.
    Cercò (con ESTREMA fatica) di non sembrare troppo compiaciuto e quasi subito trovò quello che cercavano.
    Non molto in verità, leggeva ad alta voce resoconti di omicidi avvenuti negli anni apparentemente iniziati nel 1984 - Ah, ecco dove ha preso la data... - e sempre apparentemente, senza collegamenti.
    Delaney più analitico o, più probabilmente, con l'istinto dello sbirro trovò invece un collegamento...le fasi lunari.
    Certo, avrebbe anche potuto essere solo una coincidenza ma, a quel punto chi ci credeva più alle coincidenze?

    E doveva anche ammettere che, nonostante tutto, cominciava davvero a divertirsi, insomma a Chicago era tutto politica e intrighi, maldicenze su x, false prove su y, fai un favore a z...che noia mortale.
    Era a N.O. solo da pochi giorni e stava già indagando su "i delitti della luna piena"? Doveva esserci anche un romanzo con quel titolo, pensò divertito.

    Gli venne in mente una battutaccia di un comico che aveva sentito da ragazzo - La vita è più strana della merda- "Solo perchè non sai com'è la NON vita, amico..."
    Insomma, vampiri, spettri e adesso...certo poteva a vere a che fare con i simboli magici ma...

    "Ragazzi, voi sapete niente sui lupi mannari?"
     
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