Role autonoma tra Jax O'Neill ed Ethan Bielsky

Larry Flynt's Hustler Club

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    La notte si era trascinata stancamente fino a quel momento, nulla di particolarmente interessante aveva rotto la classica routine del locale.
    Me ne ero rimasto nel mio ufficio per i fatti miei fino a quando non avevo deciso di spezzare quella monotonia dedicandomi ad un pasto veloce, sfruttando una delle dipendenti del locale come ormai consuetudine. Uno spuntino rapido, potremmo dire un assaggio, tanto da non compromettere la sua salute e farla tornare al lavoro soddisfatta tanto quanto lo ero io.

    Sazio ed appagato, decisi di prendermi un attimo di tregua dai miei progetti e mi diressi alla grande sala comune, dove mi misi al mio solito tavolo da cui potevo supervisionare tutta la sala in attesa del mio drink. Il barista vedendomi scendere non perse tempo e senza neanche che gli chiedessi nulla verso un buon whiskey irlandese e venne a portarmelo al tavolo.

    Un cenno di apprezzamento col capo fu l'unica risposta che ottenne, mentre si congedava e tornava al suo lavoro.

    Afferrai il bicchiere e lo portai alla bocca, fingendo di prendere un sorso, mentre mi inebriavo del suo aroma. Chiusi gli occhi e lasciai che quel forte odore di alcol mi riportasse indietro ai miei ricordi più lontani e più cari, mentre la musica del locale sovrastava il leggero brusio di fondo della clientela.

    Ulrich Stern a te! 😎
     
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    Larry Flynt’s Hustler Club.

    Così aveva detto Jordan la Lancia, circa ventiquattro ore prima. A cavalcioni sulla moto, Ethan osservava quel pezzo di carta sgualcito, su cui aveva segnato frettolosamente il nome del locale.

    Qui avrebbe incontrato Jax, o alla peggio avrebbe cercato informazioni su ci lui.

    Lo sguardo passò dal foglio all'entrata del locale. Poi di nuovo al foglio, che poco dopo fu riposto nella tasca interna della giacca scura. Eh si, era proprio quello.

    Mentre riavviava la moto, in cerca di un parcheggio nei dintorni, il Brujah ripensò alla notte prima. In realtà il piano era quello di presentarsi agli uomini del Principe, sbrigare le formalità del caso e poi andare a conoscere il suo mentore.

    E invece si era ritrovato invischiato in un caso di omicidio, e poi ad una caccia all'uomo. La serata era andata completamente sprecata, ma alla fine quel verme era stato trovato, ed Ethan stesso si era assicurato che i suoi ultimi minuti a questo mondo fossero... spiacevoli.

    Non era stata una serata da buttare, dopotutto. Ci aveva guadagnato due centoni, ripulendo il covo del killer, e una pistola di riserva.

    Gli venne quasi da sorridere, ma si trattenne. Nuova serata, nuove cose da fare. Sospirò -pur non avendone necessità- e scese dalla moto appena ebbe trovato un buco dove parcheggiare.

    Mani in tasca, si diresse verso il locale. Chissà se avevano un buttafuori all'ingresso ?
     
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    La nottata stava proseguendo nella solita monotonia priva di intoppi quando un nuovo cliente si affacciò alla porta d'ingresso. Ad un primo sguardo apapriva come uno sbarbatello sulla trentina, tanto spaesato da sembrare quasi non sapere neanche perche fosse li.

    Sopraffatto dalla noia, rimasi con lo sguardo su di lui interessato a capire meglio il tipo, curioso di vedere che intenzioni avesse. Portai nuovamente alla bocca il bicchiere fingendo di bere, mentre gli occhi glaciali rimanevano fissi su di lui spranzosi di veder succedere qualcosa di interessante.
     
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    Niente buttafuori con cui discutere. Meglio così. Questo semplificava un pò le cose, anche se non di molto.

    Quando si affacciò nel locale, Perse una decina di secondi ad esaminare l'interno. Non sembrava affatto un locale Brujah. Non come se lo immaginava lui, insomma. Lo sguardo andò ad abbracciare un pò tutti i clienti in vista. Niente gang di motociclisti con le bandane e le giacche di pelle con la bandiera sudista.

    Forse aveva sentito in giro troppi stereotipi sul suo Clan.

    Jax. Non aveva foto, ma cosa sapeva di lui ? Il suo Sire gli aveva detto "Capelli rossi, baffoni, corporatura robusta. Lo trovi in qualche locale Brujah in giro per New Orleans. Trovalo: è il tuo mentore."

    Mentre passava in rassegna i presenti nel locale, lo sguardo si fermò ad un tizio seduto al tavolo, che corrispondeva terribilmente alla descrizione. Quel tizio lo stava fissando a sua volta, ma questo non voleva dire niente. C'erano un sacco di energumeni coi capelli rossi in giro per locali, a quell'ora.

    Aveva voglia di andare a sedersi direttamente a quel tavolo, e chiedere allo sconosciuto "Allora, sei anche tu un Brujah ? Diventiamo amichetti del cuore per sempre ?", ma non fece nulla di simile. La cosa più sensata era andare al bancone e chiedere al barista informazioni.

    Difatti, si mosse verso il bancone. Alla prima occasione, in cui il barista lo degnò di attenzione, chiese senza giri di parole: "Ciao. Sto cercando Jax. Capelli rossi, baffi importanti, grosso di statura. È qui stasera ? Magari è il tipo che mi sta fissando dal tavolo dietro di me sulla destra ?"
     
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    Il barista passò distrattamente una pezza sul bancone per dargli una rinfrescata proprio mentre Ethan si avvicinò per chiedergli infromazioni.

    Questi sollevò lo sguardo con fare amichevole, incontrando quello dell'altro per poi scrutarlo per un paio di secondi come se cercasse di capire che tipo avesse davanti.

    Dopo quell'attesa, che parve sicuramente più lunga di quanto fosse realmente stata, si decise finalmente a rispondere, annuendo.

    Vieni, seguimi..
    Si decise finalmente a rispondere, gettando il canovaccio sul piano ed iniziando a fare il giro per uscire da dietro al bancone.

    Prese quindi la direzione del tavolo del rosso. Arrivati sul posto, riprese la parola.

    Jax... Scusa il disturbo, questo signore ti stava cercando..

    ---

    Stavo seguendo la scena da lontano, quando vidi il barista accompagnare il nuovo arrivato verso di me.

    Grazie, puoi andare..
    Lo congedai, lasciandolo tornare al suo lavoro, per poi dedicarmi al giovane che a quanto pare mi stava cercando.

    Prego, accomodati...
    Esordii amichevole.

    Sono Jax...

    Dunque mi stavi cercando?

    Buttai li la domanda, curioso di scoprire di cosa volesse parlarmi quel tipo mai visto prima.
     
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    Quando il Barman si mise a studiarlo con lo sguardo, il Brujah rimase impassibile. Che facesse pure, si disse. Tanto non aveva niente da nascondere.

    Il fatto stesso che quel tizio SAPESSE di Jax era un progresso. E il fatto che gli stesse chiedendo di seguirlo, era un autentico colpo di fortuna. Quasi non ci sperava, non così in fretta.

    Si lasciò accompagnare al tavolo docilmente, osservando con sguardo impassibile il baffone rossiccio che sedeva al tavolo. Ecco Jax.

    Era stato facile. Esattamente il contrario dell'Hotel dove poltriva il Principe, e dove le Lance avevano dimostrato tutta la loro idiozia. Laggiù il tizio al bancone non aveva neanche idea di cosa fosse una lancia, rendendo complicato (oltre che sgradevole) la presentazione dei nuovi arrivati.

    Quando furono al tavolo, attese che l'altro lo invitasse a sedersi. Non aveva ben presente il rapporto che avrebbe dovuto stabilire con il suo Mentore. Erano alla pari, o lui era un suo superiore ? Questo Ethan non lo aveva mai capito, perchè dipendeva dal tipo di persona.

    Quando si sedette, lo fissò in silenzio per un pò di tempo, come per studiarlo. "Bielsky, Ethan", rispose quando Jax gli disse il proprio nome.

    E poi di nuovo, quando gli fu chiesto se lo stesse cercando: "Ti stavo cercando. Sono stato fuori città per qualche anno, e il mio... Sire" Sibilò sottovoce, avvicinando il busto al tavolo e poggiandoci i gomiti sopra, "Mi ha detto di cercarti e di presentarmi. Mi ha detto che saresti stato il mio Mentore, quindi eccomi qui."

    Incrociò le dita delle mani, sul tavolo, e si chiese per la prima volta come mai il proprio Sire avesse scelto proprio quel tipo dalla faccia poco raccomandabile e dai modi gentili, come Mentore. Non era stata di certo una scelta casuale, ma non gli era stato spiegato niente in proposito. Ethan era partito e basta, abituato a eseguire senza discutere troppo. E di solito non si faceva molte domande... fino a stasera.
     
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    Ethan...

    Mormorai tra me e me mentre lo sguardo si abbassava distratto verso il bicchiere.
    Trascorsero giusto un paio di secondi, prima che tornassi a parlare.

    Certo certo, mi avevano detto che una di queste notti saresti arrivato. Ce ne hai messo di tempo!

    Il folto baffo rosso si distese, scoprendo un sorriso amichevole.

    Sono proprio curioso di conoscerti un pò meglio, Ethan.. Ma prima le cose importanti!
    Ti sei già preoccupato di far sapere a chi di dovere che sei qui?


    Per sentire un pò il ragazzo che tipo era avevamo tutto il tempo d'altronde, mentre per presentarlo al Principe, no.
     
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    Lo sguardo di Ethan cadde sul bicchiere che Jax stava maneggiando come se niente fosse. Interessante... alcuni vampiri, si diceva, avevano conservato abbastanza umanità da riuscire ancora a mangiare o bere qualcosa. Sentire dei sapori. Quando lui ci aveva provato per la prima volta, aveva sputato via una barretta di Snickers. Ci aveva riprovato diverse volte, con acqua e cibo in scatola, ma niente da fare.

    Lui non era uno di quei fortunati cainiti in grado di mangiare, ma forte Jax si.

    Alla preoccupazione del suo mentore, il Brujah si rilassò sulla sedia e alzò le spalle. "Tutto risolto. Sono venuto in moto da Lafayette ieri sera e mi sono fermato al Monteleone. Volevo passare qui subito dopo, ma una Lancia ha mandato me e altri tre a dare la caccia a un killer qui in città. Fatto anche quello, ma ci ha tenuti occupati tutta la notte."

    Poi ci pensò su per un secondo, e abbassando la voce aggiunse "Forse conosci una di loro: Lee, Faith. Leffe. una del nostro clan."

    Lee. In effetti anche lei era una Brujah. Magari i due si conoscevano. Probabilmente era così. Chissà che reputazione aveva lei tra i Brujah ?

    Fece una smorfia, che avrebbe potuto assomigliare anche a un sorriso. Ed aggiunse, sempre con una certa discrezione, "Una tipa sopra le righe, ma ci ha dato una grossa mano. Ho sentito su di lei che si è contrata con una Arpia per una questione sul Principe, tempo fa, e ha perso lo status. Voci di corridoio, forse vere o forse no."
     
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    E'sempre bello veder rispettate le tradizioni, comprese quelle più antiche e solide.. Tipo sfruttare gli ultimi arrivati come manodopoera a buon mercato.

    Risposi con tono ironico al suo racconto circa il modo in cui aveva trascorso la sua prima notte da "regolare" in città.

    Sentendolo parlare di Leffe un sorrisetto divertito condito da un pò di malizia si dipinse sul mio volto.

    Ah! Faith!
    Di tutti i fratelli che potevi incrociare durante la tua prima notte qui, proprio lei...


    Una breve pausa, cercando le parole giuste da usare.

    Le voci che hai sentito sono vere, ma per quanto a quelli del nostro clan piaccia spesso e volentieri porsi come "guerrieri della libertà"..

    Mimai le virgolette con un gesto provocatorio.

    .. la realtà dei fatti è che è stata semplicemente stupida.

    Non è terribile al punto da dirti di starne alla larga, ma, consiglio da amico, non farla avvicinare troppo.
    Sia mai che venissi associato alla prossima puttanata che sputerà fuori!


    Un'alzata di spalle sancì la chiusura di quel punto del discorso. Tutto sommato non ritenevo Leffe un soggetto pericoloso, ma pericoloso poteva diventare lo starle troppo vicino. Semmai i suoi atteggiamenti l'avessero portata ad andare a fondo, l'avrebbe sicuramente trascinato giù con se.
     
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    Annuì, con aria pensosa. "Si, mi sta bene."

    Era più o meno l'impressione che aveva avuto anche lui, sulla collega Brujah. Un tipo a posto, ma solo se tenuta alla giusta distanza. Non troppo lontana, non troppo vicina.

    Anche per lui l'argomento era concluso, e dunque ora poteva puntare dritto al vero argomento per cui era venuto a cercare Jax.

    Poggiando la schiena sulla sedia e accavallando la gamba, decise di dare al baffone qualche informazione su chi era, e su com'era messo in città.

    "Ero un poliziotto qui a New Orleans. Non uno dei migliori, ma facevo la mia parte per tenere a bada la feccia che infestava la città. Una sera stavo mettendo le manette a un tipo, e un suo amico mi ha quasi ucciso prendendomi alle spalle. Quella sera sono stato... reclutato. Sono stato lontano dai giri per qualche anno, e ieri sono tornato."

    Mise una mano nella tasca esterna della giacca scura, e tirò fuori un foglietto spiegazzato, strappato via da un taccuino. Lo poggiò sul tavolo, e tenendolo con due dita lo fece strisciare sulla superficie liscia, fino a poggiarlo davanti al proprio interlocutore.

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    "Questo è per te. Per tenerci in contatto."
     
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    Ottimo, allora consoci molto bene la città, è già un bel vantaggio, credimi..

    Risposi di rimando poco prima di prendere il biglietto e infilarlo in tasca.

    Dunque Ethan..
    Ripresi il discorso con tono smepre amichevole ma più formale.

    Te la faccio semplice, non sono un tipo che fa troppi giri di parole.
    Il tuo sire voleva che qualcuno ti guardasse le spalle qui in città. Sicuramente conosci il posto ma per te, adesso, questo è un mondo del tutto nuovo.
    Un mondo di merda, aggiungerei.

    Come hai avuto modo di vedere la maggior parte dei "fratelli" non perderà occasione di sfruttare una posizione di vantaggio per metterti i piedi in testa ed usarti per i tuoi scopi.


    Allungai leggermente le gambe assumendo una posizione più rilassata sul divanetto.

    Tramite uno scambio di favori, l'incarico di farti da "mentore", usando parole tue, è passato a me.

    Io sono sempre in cerca di gente sveglia, valida ed affidabile, e penso che il tuo sire abbia puntato su questo.


    Feci una breve pausa, come a riorganizzare i pensieri.

    Dunque, ci conosceremo meglio col tempo, per me contano i fatti più delle parole, quindi mi farò un'idea più chiara sul tuo conto quando avrò visto come ti muovi. Per ora, se hai domande falle pure, e se ti dovesse servire aiuto, non esitare a contattarmi. Non ti assicuro nulla ma cercherò di fare il possibile.

    Se tutto andrà bene entrerai "nel giro", diciamo cosi. Sarai aiutato da me e dagli altri in caso di bisogno, ma dovrai anche aiutare, semmai dovesse servire.

    Puoi vederlo come uno scambio di favori, se ti è più semplice da capire cosi..
     
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    Assimilò le informazioni in silenzio, con lo sguardo piantato dritto sugli occhi del suo interlocutore. Erano tutte cose che si aspettava già o che poteva intuire facilmente, ma ciò nonostante per lui erano merce preziosa, che probabilmente presto gli sarebbe tornata utile.

    Perchè Jax aveva ragione su una cosa: Ethan poteva conoscere New Orleans, ma il mondo cainita che vi era nascosto era quasi del tutto ignoto, per lui. In parole povere: non sapeva un accidente di niente.

    Nomi, indirizzi, gerarchie, fazioni. Doveva informarsi in fretta su un mucchio di cose, per capire almeno chi era un amico e chi no.

    A fine discorso, alzò le spalle e rispose "Soldi. Armi. Una macchina. Informazioni. Sto anche cercando una persona, per una questione personale. Ma questa è un'altra storia. Mi servono un sacco di cose, la prima tra tutte è qualche amico. Qualcuno che mi chiami se c'è qualche lavoro interessante da fare, e da chiamare se mi serve una mano."

    Andò dritto al punto: non aveva voglia di girare attorno alle cose, non con un altro Brujah con cui pareva intendersi bene. Dopotutto, la notte era dannatamente breve, e c'erano molte cose da fare quella sera. Non era il caso di perdere più tempo del necessario.

    Si strofinò il mento con le dita, più per abitudine che per necessità, e proseguì. "Quindi mi affido a te. C'è niente che io possa fare per procurarmene qualcuno ?"
     
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    Ascoltando le richieste del giovane il baffo si inarcò leggermente, come se qualcosa in ciò che l'altro stava dicendo, o nel modo in cui lo aveva detto, non mi fosse piaciuto.

    Ti serve un bel miscuglio di roba..
    Borbottai divertito.

    Mi piegai leggermente verso di lui.

    Dunque.. soldi, un'auto... delle armi? E per farci cosa?

    Gli occhi azzurri cercarono per qualche istante quelli di Ethan, come se cercassi di leggere che tipo fosse dal suo sguardo.
     
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    Un sorriso appena accennato gli si dipinse sul volto. "Per risolvere un sacco di problemi, naturalmente."

    Non si sbottonò più di tanto, sulla questione. Aveva scelto di proposito di rimanere il più vago possibile sulle proprie questioni irrisolte in città.

    Trovare quello che gli aveva sparato, per esempio. Oppure dare una sistemata a gente come quella del giorno prima, che si divertiva a uccidere le giornaliste. Sarebbe stato un gran bugiardo se avesse detto di non essersi divertito a braccarlo, e poi a farlo secco come un cane, in mezzo a un parcheggio.

    Fare questo genere di lavori, però, richiedeva un sacco di soldi e un adeguato equipaggiamento. Tutte cose di cui Ethan aveva bisogno.

    Proseguì. "Prendimi pure per uno legato alla sua vecchia vita, ma sono ancora convinto che la maggior parte dei guai di questo mondo si può risolvere con la giusta dose di munizioni. Tutto sta nel farlo nel momento e nel posto giusto, e alle persone giuste."

    Si guardò intorno, distrattamente. "E poi la macchina, certo. Mi serve perchè è più spaziosa della moto."
     
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    Sorrisi genuinamente divertito.

    Si vede che sei giovane...
    Risposi amichevole.

    Anche io una volta ero come te, pensavo di poter risolvere qualsiasi problema con la giusta quantità di piombo.

    Ma questo non è più il tempo della brutale violenza, anche se a quelli che non ci conoscono piace ridurci a questo stereotipo.

    Problemi e faccende private si possono risolvere in modi ben più efficaci e meno appariscenti. Specie quando ti trovi ospite in un dominio già martoriato da cataclismi naturali, attacchi terroristici, povertà e criminalità dilagante.


    Un leggero movimento della mano andò a lisciare il lato destro del baffo color ruggine.

    Siamo in un periodo oscuro, qui a New Orleans. E se vuoi mantenere il permesso di rimanere nel dominio del Principe il primo consiglio che mi sento di darti è di evitare di farti la fama di quello che invece di risolverli i problemi li crea.

    Quà il tono pur rimanendo amichevole, si fece più serio, a sottolineare che la questione era importante.

    Ethan pur essendo stato fuori città per un periodo, sapeva bene in quali gravi condizioni versasse New Orleans, e conosceva l'impatto che avevano avuto sull'economia e sull'ordine pubblico i recenti fatti di cronaca.

    Voglio che tu ti inserisca in città, formando solide relazioni che ti possano aiutare in futuro in caso di bisogno.. Pertanto se dovessi avere per le mani qualche lavoretto da girarti sarò più che felice di raccomandarti. Chissà, magari potrebbe servire anche a me l'aiuto di un giovane volenteroso.

    Ma fino a quando non ti sarai ambientato, ti sconsiglio di intraprendere azioni le cui conseguenze non ti sono note.
    Potresti pestare i piedi a qualcuno senza neanche saperlo.


    Conclusi quindi con fare quasi paterno.
     
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