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Insediatosi nell'abbraccio delle ombre, lo strisciante pachiderma emette in un flebile mugugno un comando. Nasconditi qui. La Scopa come ci si aspetterebbe, dovrebbe ubbidire.
Frugherebbe, quindi, la salma semovente; guarderebbe nelle tasche, cercherebbe di scovare documenti che possano rivelarne l'identità od oggetti di vario genere, che se trovati metterebbe da parte.
A quel punto il Dunsirn si prende qualche momento per cercare un punto nel quale celare del tutto il cadavere; se trovato, un altro comando alla Scopa farà il resto.
Solo allora, faticosamente, si rimetterebbe in piedi, tentando l'avanzata verso la fonte di quello strano rumore.
Edited by Bartholomew Dunsirn - 2/3/2022, 10:16
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Non ti faccio tirare per il nuovo comando ma il ps dovrà essere speso per imprimere l'ordine. -1ps.
Il Cadavere si nascose dove indicato, tra dei bassi e folti cespugli schiariti dalla salsedine. Tra le tasche nulla di molto utile, a parte un pacchetto di sigarette bagnate e uno zippo con il fascio littorio. Probabilmente i suoi compaesani sulla Caio Duilio avevano preso i documenti e i bagagli di quella povera anima.
Fatto ciò il banchiere, solitamente abituato a svicolare tra i meandri dei consigli di amministrazione ma non certo nelle ombre, si avvicinò cauto alla fonte del rumore. La staccionata gli offri copertura, e il rumore della battigia attutì in parte i suoi movimenti; tanto gli bastò per guadagnare -attraverso lo spiraglio tra due vecchie assi di legno dipinte di bianco- uno scorciò di giardino piuttosto banalotto e il retro di una casa, con tettoia spiovente. Sotto la stessa c'era qualcuno stravaccato su un dondolo circondato da tante lattine vuote, che pizzicava malamente le corde di una chitarra.
Impossibile vederlo in volto vista l'angolazione e la penombra, ma ad essere oonesti non gli diede l'idea di essere poi così vigile. Si rese anche conto che il forte respirare era ancora più a destra, non vicino allo sconosciuto come poteva inizialmente aver dedotto.
Per concludere c'era un cancelletto sulla staccionata, di quelli tenuti in posizione da un piolo di legno in orizzontale. Nel caso avrebbe potuto usarlo per sgattaiolare all'interno, evitandosi una prova outdoor di salto della siepe.
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Rigira tra le dita piene l'accendino, un oggetto mondano che potrebbe in seguito tornare utile, e giunto al riparo della staccionata che, malmessa, permette il suo spiare, prende nota dell'ebbro dondolante; l'ansare, d'altra parte, resta avvolto nel mistero.
A prima vista non sembra esserci modo di aggirare la recinzione. Riflette L'unica possibilità di raggiungere la strada è passare all'interno del giardino. Dubito che questi villici abbiano anche solamente un furgone, ma varrebbe la pena controllare.
Prese misure del giardino, delle zone d'ombra e dei possibili punti ciechi che gli permetterebbero il passaggio in sordina, il Dunsirn applicherebbe la sua dubbia grazia per aprire silenziosamente il piccolo cancello.
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Non fu un gran problema aprire silenziosamente il cancello, e così guardar meglio quello che era uno scarno giardino sul retro. Nulla più di un triste manto d'erba e due aiuole di fiori ai lati, in piena infiorescenza.
Sotto la tettoia c'era un uomo dagli occhi chiusi, più di là che di qua. Il tanfo di birra era...indescrivibile. Stupefacente il fatto che riuscisse a tenere in mano il torturato strumento, invece di mollarlo a terra insieme agli altri resti di serata.
La porta finestra per entrare in casa era stata lasciata aperta, la zanzariera come ultimo baluardo.
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La giocata si conclude in vocale.
Fine prima notte. |
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