Galleria Sutton

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    jerome, fai attenzione. Ho descritto che le opere sono coperte da dei drappi. Non vedi alcunché.

    Modifica la tua azione!
     
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    Quindi, il Vermillion è davvero un privilegio per pochissimi, pensò compiaciuto alla risposta della donna e un flebile sorriso prese forma sulle sue labbra. Si immaginò Forrester che osservava deliziato la sua opera e quel pensiero lo fece sentire tronfio per qualche istante, poi vide che la Sutton e Bannister si erano già incamminati verso l'altra parte della sala, ben delimitata da un telone.

    Oh, la ringrazio signora Sutton, è un onore e un prvilegio per me. Mi perdoni ancora se ho ignorato le vostre procedure, ma come può certamente intuire, non ho mai visitato la sua galleria come espositore. disse riprendendo la teca in mano e seguendo i due verso il cuore dell'esposizione.

    L'artista si fece largo tra il tessuto e una volta attraversato il confine sottile ma netto della sala d'esposizione. All'interno vi erano dei teli color borgogna. Alcuni nascondevano delle tele, altri ancora delle sculture. Per un istante provò ad immaginarsi cosa sarebbe accaduto se quelle coperture fossero state spazzate via magicamente: si sarebbe trovato lì, in mezza alla bellezza dell'arte e non sarebbe certo rimasto indifferente. Il solo pensiero gli fece provare un ceto senso di impotenza: molto probabilmente avrebbe fatto fatica a restare in piedi. E quello era uno dei motivi per cui non era solito frequentare con assiduità gallerie.
    Le luci puntavano a sottolineare ogni singola opera nell'intento dell'organizzatrice, ma le luci alla sua vista riusltavano perlopiù pallide e fioche, se non completamente guaste.

    Certo: la polvere era ovunque e il zampettare degli insetti sui muri era fastidioso, ma era certo che la purezza dell'arte sarebbe stato in grado di far passare in secondo piano qualunque orrore.

    Posò con un movimento lento la teca ai suoi piedi, continuando a voltare lo sguardo da destra a sinistra, visibilmente e ansioso e eccitato. Madame, mi permetta di dirle che vista la mole di opere esposte, sono certo che saprà suscitare la curiosità degli ospiti.
     
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    Nicholas riconobbe immediatamente la sua scultura nonostante fosse ancora coperta da un telo (come le altre opere nella sala, del resto) e, per un attimo, provò una fitta di fastidio istintiva.
    Non gli piaceva "esporre" con altri, era una cosa con cui aveva dovuto scontrarsi spesso e che non gli piaceva ammettere ma...era così, voleva che le sue opere venissero ammirate e magari anche giudicate negativamente ma per il loro intrinseco valore , non perché "in competizione".
    Non andava fiero di quelle sensazioni, diavolo, non erano nemmeno tanto originali...facile che ogni artista o presunto tale provasse sensazioni simili , quindi cercò di reprimerle subito.
    Era ben conscio di quale era il suo ruolo in quella serata, non si trattava di lui, ma del CLAN, anche se era sempre stato refrattario a quei concetti, Anneke gli aveva fatto ben capire le dinamiche di quella società ristretta e l'importanza della fedeltà al clan e tanto bastava.
    Quindi con una sincerità che sorprese lui per primo, rispose "No. Sono da poco in questa città e non avevo ancora avuto il piacere di visitare la galleria. Ma considererei un vero onore potervi esporre altre opere se verranno ritenute meritevoli"
     
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    Metta lì il quadro, farò alcuni controlli con il fotometro. Disse a Jerome, indicandogli i supporti vuoti sulla parete. Se le vostre opere attireranno le giuste attenzioni non avrete problemi, la galleria nasce con il preciso obiettivo di far risplendere i novelli artisti. Da lì rispose a Jerome, accodandosi con tono leggermente flemmatico. E' ciò che spero, signori. Questa sera ci saranno diversi esponenti provenienti da altre città, e non solo Rose. Il tutto potrebbe avere risvolti certamente...interessanti.

    Aziona prima Nicholas, poi Jerome a cui chiedo di descrivere visivamente il suo quadro.
     
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    SPOILER (click to view)
    Scusa Nicholas, potresti farmi vedere di che opera si tratta così integro la mia reazione nella mia azione?
     
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    ma ad onor del vero l'opera di nicholas è ancora coperta, come molte. L'unica scoperta è quella di jerome, che per quello ho chiesto fosse ultimo in turnazione. Così da far i dovuti tiri per il difetto toreador.
     
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    Chiedo scusa. Quell "aziona" mi ha mandato un po' in confusione. Cancello il post precedente.
    Per Jerome , quando le opere verranno scoperte ti copioincollo la descrizione che ne avevo dato mentre ci lavoravo nel rifugio ;)


    "Interessanti...senza dubbio" rispose Nicholas, incrociando per un'attimo lo sguardo con la Sutton, con un tono da "io so che tu sai, che io so" che si pentì immediatamente di aver usato.
    Non che avesse detto niente di eccezionale ma, sapeva che ogni parola e ogni atteggiamento di quella serata sarebbero stati scrutinati fino allo spasimo
    e i "novellini", come lui certamente era, avrebbero dovuto prestare doppia attenzione.
    Molte volte Anneke lo aveva avvertito di essere meno impulsivo in determinati ambienti, ma era più forte di lui, c'erano situazioni in cui la bocca precedeva il cervello e un giorno o l'altro si sarebbe messo in guai molti seri per questo.
    Per adesso poteva solo sperare che il tutto fosse caduto come un semplice commento e che la sua fosse solo un po' di paranoia.
     
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    In Jerome stava montando un forte desiderio di dare una sbirciata alle opere coperte da quei teli logori e polverosi. Nicholas fissava con indulgenza quella che doveva essere la sua opera: interessante, deve trattarsi di una scultura di qualche tipo, pensò. Provava una certa invidia per gli scultori, poichè riteneva che dare forma e vita a pezzi di marmo o argilla fosse un talento più raro di quello del saper dipingere. Nonostante ciò, il cainita non si fece pregare dalla richiesta della Sutton. Prese la teca e la aprì, estraendo delicatamente la tela per poi posarla nel luogo indicatogli. La cornice gli appariva ingrigita e crepata, ma chi glie l'aveva venduta lo aveva rassicurato sulla qualità della stessa.

    Fece due passi indietro per assicurarsi che fosse tutto a posto, si diede la consueta rassettata alla camicia e ai pantaloni e rivolgendosi ad entrambi i presenti cominciò a presentare il suo lavoro.

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    Se mi permettete vorrei fare una premessa: io sono nato e cresciuto con la pittura ad olio. Il mio maestro diceva ai tempi, che era l'unico modo per dare un peso alle opere e infatti tutte i mie migliori lavori sono stati creati utilizzando quella tecnica. Vi confesso che ormai era qualche anno che non tentavo altri approcci. Ma vista l'occasione particolare, ho pensato che sarebbe stato interessante proporre qualcosa di diverso. Oltre a ciò, il soggetto scelto necessitava di certi accorgimenti per quanto riguarda l'illuminazione che non avrebbero reso con altre tecniche. Per questo ho scelto una semplice pittura ad acquerello ma seguendo il procedimento di pittura per velature sovrapposte, in modo di dare un certo contrasto alle ombre e riportare una certa verosimiglianza dei volumi. Tra l'altro credo che questa sia una tecnica sottovalutata, in quanto richiede una certa attenzione nella stesura, poichè non è possibile celare le stesure sottostanti in caso di errore.

    Mentre illustrava con dovizia di particolari la sua ultima fatica, il tormentato fu improvvisamente colto da un'ondata d'ansia che cominciò a comprimergli la cassa toracica. Dando un'occhiata alla tela, esposta com'era agli occhi critici di una gallerista, ebbe la netta sensazione che non fosse all'altezza. Forse era il chiaroscuro o forse ancora il tratto di pennellata utilizzato... ma qualcosa non andava, ne era quasi certo.
    Dannazione pensò, è troppo tardi ormai. Rimase pietrificato così per qualche secondo, poi degluttendo nervosamente riprese a parlare, ma la voce era più meccanica e gli occhi erano spenti e fissi su un punto indefinito del telone.

    Mi era stato chiesto di mostrare cosa significasse la parola rinascita e ho pensato che in realtà fosse un tema ad ampio respiro che ognuno poteva interpretare in mille maniere, così ho deciso di rappresentare la rinascita di un cainita. Spero... che la ritenga degna di essere esposta, madame. Detto questo fece un cenno di inchino in direzione della Sutton e fece altri due passi indietro con le mani giunte ad altezza del bacino, covando negli occhi un timore difficile da nascondere.
     
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    Nicholas, ho fatto un tiro per vedere se il difetto toreador entra in gioco, e hai avuto successo. Quindi puoi essere obiettivo sull'opera di Jerome, conta che facendola semplice è un 7/10.

    Ah, non ve l'ho detto ma prima perché mi sono scordato ma quando avete visto l'albero in vetro soffiato ho fatto per entrambi il tiro del difetto Toreador ma siete riusciti anche lì a resistere!

    Segue un tiro di espressività per Jerome, che tenta di spiegare la sua opera. Ho tenuto conto del difetto "Tortured Artist", che ti rende difficile mettere enfasi sulla presentazione. Non risulti molto convincente, avendo usato leitmotiv che artisti navigati come la Sutton e Bannister hanno sentito decine e decine di volte.


    Marianne non sembrò reagire in chissà quale modo alle parole di Nicholas, forse ritenendole di circostanza. Sembrava più interessata al quadro che Jerome stava appendendo, soprattutto perché non appena il pittore si allontanò dalla sua Opus la gallerista incrociò le braccia al petto, con la leggerezza di chi sta ragionando e non ha interesse a nasconderlo. Un soggetto veramente particolare, che in parte mi ricorda alcune idee proposte da Franz von Bayros ad un certo punto della sua carriera. Dove però lui preferiva la semplicità illustrativa della grafite in contrasto con la tela lei ha preferito...caricare, come si farebbe con un sentimento. Si avvicinò al quadro dal lato sinistro, per osservare le pennellate sotto diversa luce. Che potrebbe spiegare alcuni tratti leggermente più inspessiti su capelli e colonna, vigorosi nel loro troppo ricalcare l'ombra. Probabilmente è dipeso dall'effetto di velatura che voleva raggiungere, capita spesso che non si dia la stessa importanza alle luci quando si tenta di raggiungere una maggiore profondità nelle parti più scure di un'opera. Curiosa la presenza di ali ma l'assenza di gambe nella creatura, è dovuto a qualche motivo in particolare?

    La presentazione di Jerome non sembrava aver convinto pienamente la gallerista, che però non ci stava andando pesante. Di questo se ne accorse soprattutto Bannister: la donna aveva ragione su tutta la linea, e al netto delle parole dell'artista avevano davanti una buona opera, una base su cui Jerome avrebbe potuto lavorare per future opere.

    Lei cosa ne pensa dell'opera, signor Nicholas? Che tipo di rinascita le suggerisce?
     
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    L'opera di Jerome non faceva impazzire Nicholas, non aveva niente da dire sull'esecuzione tecnica di ottimo livello ma era stufo di quelle tematiche.
    Era un tema ricorrente negli artisti vampiri, sembrava che dopo l'abbraccio riuscissero solo a creare opere da film dell'orrore...teschi, predominanza di rosso, morte...
    L'opera di Jerome non sfuggiva a quei clichès, anzi, sarebbe stata un ottima copertina per un disco di black metal. Questione di gusti in ogni caso, l'opera non era brutta in se, tutt'altro, e esprimeva al meglio l'idea che si era fatto di Jerome di artista tormentato ma...semplicemente non era il suo genere.
    Il povero Lacroix non aveva brillato nella sua esposizione ma , ancora una volta, questo rientrava nell'immagine che si era fatto di lui...un indicibile tormento esistenziale, una visione cupa esasperata del mondo e un'eccessiva sensibilità che , in un occasione come quella doveva procurargli grande ansia.
    Non era d'accordo con quanto aveva detto la Sutton su Von Bayros. Cosa centrava l'opera di Jerome con le incisioni erotiche di quel vecchio austriaco decadente? Dal canto suo, se proprio doveva trovare similitudini o ispirazioni, gli veniva più in mente il ciclo dei dragoni di William Blake, pensò per un attimo di correggere la Sutton ma decise che non era una buona idea, anche perchè stava evidentemente cercando di metterlo in difficoltà... chiedere a un artista di commentare L'INTENZIONE di un opera davanti all'autore era una cosa che andava contro il "galateo non scritto per gli artisti" e si cercava sempre di evitare per non creare momenti di imbarazzo.
    Ma qualunque fosse l'intenzione reale della Sutton, ormai era in ballo e doveva ballare, incrociò per un'attimo lo sguardo di Jerome sperando che capisse il suo disagio e poi, decise di giocarsela di diplomazia.
    "Madame, ogni volta che un artista crea ed espone rinasce, si potrebbe dire che la rinascita sia il leitmotiv alla base della creatività stessa. In quanto all'opera del Sig. Lacroix..." si fermò un attimo a raccogliere le idee "...il Buddismo indica la nascita come una delle 4 sofferenze principali dell'esistenza. Un cainita la affronta di nuovo al momento dell'abbraccio e ogni notte al risveglio. Credo che il sig. Lacroix abbia bene espresso questi sentimenti nella sua opera." e poi rivolgendosi a Jerome "Se ho male interpretato, me ne scuso"

    Edited by Nicholas Bannister - 3/4/2022, 23:13
     
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    Jerome si prese qualche istante per analizzare i complimenti di Nicholas: probabilmente dal suo punto di vista la sua opera era piena di clichès, ma poichè certamente ignorava la sua maledizione, non poteva biasimarlo. Ma per lui che viveva costantemente attorniato dalla morte, quello che era impresso su quella tela non era altro che uno scorcio della sua realtà, nè più nè meno. Ma ciò che gli importava di più era la reazione della Sutton e quest'ultima sembrava non tentare nemmeno di celare un qualche tipo di interesse verso la sua opera, contrariamente a ciò che temeva.

    Vede madame, aldilà delle sue acute analisi tecniche, le chiederei di non soffermarsi troppo sulla banale dicotomia falena-rinascita intervenne l'artista in un istante di silenzio tra le parole della Sutton a Nicholasciò che mi era prefissato di fare era illustrare la nascita nella rinascita: per questo ad un occhio attento non sfuggirà il fatto che l'opera nasconde invero un motivo floreale. La scelta della mancanza delle gambe era funzionale al progetto, di conseguenza ho preferito unire il soggetto con una sorta di macabro cordone ombelicale allo sfondo, con lo scopo di fungere da stelo.

    Jerome gettò un'occhiata prima ai due presenti e poi alla sua opera, Ma vi prego di perdonarmi disse in tono cordiale, facendo un ampio cenno con i palmi delle mani rivolti in alto Proseguiamo pure, sono quantomeno curioso di scoprire l'opera del signor Bannister. E dicendo ciò indietreggiò in maniera teatrale di un paio di passi tenendo il capo chino, come era solito fare quando faticava a reggere la pressione.
     
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    Marianne Sutton ascoltò la disamina di Nicholas con un breve assenso del capo, - una rinascita dalla e nella condizione - e dopo questo lieve ed utilitario commento ascoltò bene l'artista sotto esame che illustrava dettagli sulla sua opera, uniti dal tracciato proprio della simbologia.

    Qualcosa nella sua spiegazione sembrò non convincere la gallerista, ma fu una cosa di cui si accorse il solo Nicholas. Un semplice inarcare del sopracciglio, che poteva voler dire tutto o nulla. Sono certa che la sua opera farà parlare di sé, monsieur. Concluse così, senza sbilanciarsi ancora sul quadro.

    Marianne guardò il fine orologio da polso. I primi ospiti stanno per arrivare, ma se il signor Bannister è d'accordo si, potremmo svelare già la sua opera. E guardò quest'ultimo, invitandolo ad avvicinarsi alla sua opera, levare il drappo e presentarla ai due artisti.



    NIcholas, se accetti di svelarla aziona per primo e descrivi pure la tua opera, poi PRIMA che jerome intervenga farò dei velocissimi tiri e un intervento.
    Dell'espressione di Marianne in merito allo stelo e al cordone si accorge solo Nicholas, ma non sa dire se sia con accezione positiva o negativa. Di certo quella donna è molto critica, ma riesce a velare bene i suoi modi come ogni critico degno di tal nomea.
     
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    No, certo che NON voleva scoprire l'opera.
    Nicholas, in cuor suo, adorava sentirsi al centro dell'attenzione ma odiava con tutte le sue forze sentirsi sotto esame e quella era la tipica occasione, ma cosa poteva fare? Sarebbe stato molto scortese, soprattutto nei confronti di Lacroix che era stato così attentamente scrutinato, quindi sfoggiò il suo miglior sorriso falso di circostanza e disse "Ma naturalmente. Se Madame mi vuole aiutare"
    Si fece aiutare dalla Sutton a togliere il drappo, in modo che non rimanesse impigliato nei punti più sporgenti della scultura.

    La scultura, che aveva deciso di intitolare "Anhedonia", raffigurava un uomo elegantemente vestito e dallo sguardo immensamente triste che cercava di emergere dall'acqua ma veniva trattenuto dalle figure di una ragazza e una bambina immensamente felici. Il calco finale era stato realizzato in resina poliuretanica trasparente miscelata con una piccolissima dose di smalto (anch'esso trasparente) color perla.
    Nelle intenzioni, avrebbe dovuto risultare estremamente realistica per quanto riguardava i dettagli; ogni poro della pelle ogni ciglio, ogni piega dei vestiti avevano richiesto grande cura.
    Contrariamente alle sue intenzioni, alcuni punti dell'opera qui e la - alcuni riccioli di una delle ragazze, due dita di una mano dell'uomo, alcune pieghe dei vestiti- presentavano un effetto "spugnoso" dovuto a un problema in fase di catalisi della resina.
    Dopo lo sconcerto iniziale aveva comunque pensato che, probabilmente la storia dell'arte era piena di capolavori nati da "errori" di cui era a conoscenza solo l'artista e, nessuno a parte lui avrebbe mai saputo se si trattava di un effetto voluto.

    Quello che era certo era che la Sutton sapeva davvero il fatto suo, non avrebbe potuto sperare in un'illuminazione migliore nemmeno se l'avesse decisa lui.

    Nicholas girò attorno all'opera rimirandola in silenzio per quasi un minuto intero poi si fermò davanti alla Sutton e disse "Madame, devo farle i miei complimenti" , osservò i giochi di luce sul modellato ancora per qualche secondo e poi senza guardare nessuno in particolare aggiunse.

    "Vi chiedo scusa ma non amo parlare dei significati dei miei lavori, tantopiù che spesso neanch'io ne sono pienamente consapevole. Preferisco di gran lunga che sia il pubblico a trarre il suo significato dalle emozioni provocate. Anzi, spesso mi vengono suggerite chiavi di interpretazione a cui io stesso non avevo pensato"

    Fece una breve pausa e aggiunse "Ma se mi chiedete dov'è la rinascita, vi risponderò che questo..." e indicò la scultura "...è l'attimo che la precede, e non è dato sapere se avverrà o meno"
     
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    La scultura svelata era un'opera dalla fine esecuzione, in cui l'artista aveva sublimato diversi materiali alla ricerca di diverse rese, e di un connubio delle stesse. Illuminata da due diversi tipi di faretti -uno neutro per lo smalto, mentre uno leggermente adombrato per la parte in poliuretano-, Anhedonia si presentava come una scena plurima a seconda dello sguardo e della concentrazione dell'osservatore, che poteva trovare nei tre soggetti rappresentati punti di fuoco, di interesse collegati.

    Jerome, conta che l'esecuzione dell'opera è circa un 7/10, come nel tuo caso. Si tratta di una buona scultura, un connubio di diverse tecniche fuse in un soggetto alquanto particolare, ma non abbastanza ammaliante da farti cadere nel vizio di clan, forse grazie alla tua particolare vista. Degna di nota è l'allestimento, il che ti fa rendere conto di quanto la tua opera sarebbe potuta essere valorizzata se la avessi portata prima in galleria.

    In questo caso non ho fatto tiri per la presentazione, visto che il pg stesso ha evitato. Quindi le impressioni sono tutte in mano tua.

    Vi azionerò di nuovo venerdì sera, per cui avete tutto il tempo di parlare tra voi nel caso lo vogliate.


    Marianne osservò l'opera, ascoltò le parole dell'artista. Ma lasciò all'Astro Nascente la parola, l'onere della critica.
     
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    Jerome non riuscì a comprendere pienamente quali fossero i pensieri di Nicholas alla sua richiesta, ma gli parve di non vedere nei suoi occhi alcun segno di entusiasmo. Di certo non era nelle intenzioni del maledetto mettere in difficoltà il collega e in cuor suo sperò di non averlo infastidito. La sua richiesta era stata dettata da mera curiosità e non certo da turpi scopi.

    Tuttavia quando il fratello scoprì il telo logoro dall'opera, Jerome ebbe un sussulto. Non tanto per il lavoro svolto che avrebbe necessitato di un'attenta valutazione, quanto per come veniva valorizzata la scultura: posta su un elegante piedistallo e illuminata sapientemente, risultava più che evidente quanto una giusta preparazione all'esposizione potesse fare la differenza e il nero cuore dell'artista cominciò a struggersi al pensiero di non aver consegnato la sua opera nei tempi previsti. La polvere e le ragnatele, nonchè le piccole crepe che apparivano alla sua vista, non scalfivano minimamente l'impatto del lavoro e anzi, forse lo valorizzavano, creando una sorta di elegante omaggio alla decadenza.

    Il soggetto era altresì interessante ed originale e lasciava in bocca un retrogusto straniante. Gli sguardi sorridenti di quelle bambine erano inquietanti e fuori luogo, ma probabilmente era proprio quello che l'autore si era profissato di ottenere, immaginò. Apprezzò anche il fatto che la presentazione fosse stata stringata e che avesse lasciato agli osservatori la facoltà di coglierne il significato. Quella era una qualità che a lui mancava completamente, introspettivo e analitico com'era.

    La realizzazione tecnica della scultura in resina gli parve comunque buona. Sapeva benissimo quanto lavoro e dedizione richiedesse la lavorazione di un'opera del genere e rimase ammirato dal coraggio e la dedizione di Bannister, anche perchè lui non si era mai cimentato con la lavorazione di materiali dalle proprietà termo-indurenti. Tuttavia c'era un qualcosa che rovinava quell'idillio: Jerome infatti non aveva subito il suo fascino, ma giusto un piccolo tremore nell'animo, il che poteva significare che a quel lavoro mancava qualcosa. Era tutto svolto a regola d'arte, ma forse mancava qualcosa. Probabilmente averla battezzata "anedonia" aveva davvero una ragione d'essere, pensò maliziosamente. E comunque, nonostante fossero di natura diversa, nessuna delle due opere eclissava l'altra.

    Lacroix rimase a circa un paio di metri di distanza con la mano sotto al mento, facendo qualche passo attorno all'opera con fare meditabondo e talvolta avvicinandosi per ammirare da più vicino i particolari. Poi si rivolse al fratello elargendo un sorriso e facendo un segno affermativo con il capo. Complimenti signor Bannister: la mia stima verso gli scultori è cresciuta ulteriormente osservando il suo lavoro. Sono sinceramente ammirato.

    Poi volse lo sguardo verso quello putrescente della Sutton, la quale non sembrava voler far trasparire alcuna sensazione.

    Posso solo fare un piccolo appunto, se me lo permettete. Si prese giusto un paio di secondi di attesa e riprese: la sua non voleva essere una vera domanda. Quando la presentazione di un'opera di questo tipo, realizzata in maniera pressochè impeccabile, risalta quasi più dell'opera stessa, forse al soggetto manca del mordente. Io riesco a vedere la rinascita in questo progetto, nonostante il signor Bannister l'abbia sapientemente celata, ma la trovo vagamente priva di impatto. Si fermò per qualche altro istante, decifrando lo sguardo dei presenti. Ma naturalmente questa è solo la mia umile considerazione e poichè mi pare di capire che io e il qui presente signor Bannister siamo artisti alquanto diversi, certamente sono condizionato dalla mia visione delle cose. A tal proposito gradirei sapere, se non le chiedo troppo, di dirmi cosa ne pensa lei, madame.

    Jerome rimase in attesa di una risposta della gallerista e nel frattempo si sorprese di aver espresso pari pari quello che gli passava per la testa, cosa che gli accadeva molto raramente. Sperava di non aver ferito l'orgoglio del collega, anche perchè non era minimamente il suo scopo. Semplicemente per una volta, era stato sincero. Il che a volte può forse tornare utile, pensò.
     
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