Galleria Sutton

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    "Forse al soggetto manca del mordente...gne gne gne...ti mordo io, stupido emo. Ma pensa ai tuoi disegnucci dark!"
    Questi furono i primi pensieri istintivi, da parte di Nicholas, alle parole di Jerome.
    La cosa che più lo irritava era che Lacroix...aveva perfettamente ragione.
    L'opera, al di la dei problemi in fase di calco, era solo parzialmente riuscita e poteva prendersela solo con se stesso, l'invito al vernissage era piovuto mentre ci stava lavorando e si era affrettato a finirla invece di dedicargli il tempo necessario.
    Il risultato...beh, era stato ben espresso da Jerome... un opera ben realizzata, evocativa MA priva di mordente.
    Intendiamoci, il fatto che Jerome avesse ragione non cambiava il fatto che Nicholas trovasse ESTREMAMENTE scortese quel commento, soprattutto espresso davanti alla Sutton, forse Jerome era una di quelle persone senza filtri, incapace di rendersi conto quando la verità era fuori luogo.
    Se quello era il caso , pensò Nicholas, era inutile prendersela...prima o poi si sarebbe messo nei guai da solo...
     
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    Marianne rimpallò con l'attenzione tra i due, soprattutto dopo il commento di Jerome. E che Rinascita nota, di preciso? Dritta, come una stilettata. Forse dovrebbe discuterne con l'autore. Un sorriso filato, che non nascose. La Sutton non è solo una galleria, ma anche una fucina da cui si impara gli uni dagli altri, e ci si confronta. Attimo di pausa, prima di ammettere un punto fondamentale. Quando non è gremita, ovviamente.

    Tutti e tre udirono dei passi all'ingresso, voci sconosciute. Marianne si girò attirata dai nuovi arrivati e questo la spinse a tagliar corto, anche se entrambi capirono che la donna voleva dir di più, su entrambi. Purtroppo non ho tempo di calcare sul lato tecnico, ma una cosa certa è che non va mai sottovalutato il carico emotivo di un'opera, e quindi la sua presentazione. Il mondo è pieno di artisti dalle doti eccelse, ma ciò che li fa elevare è il significato che danno alle loro opere, e come lo porgono agli osservatori. E' per questo che più tardi vorrei sentirla parlare meglio della sua opera, monsieur Bannister. Sentirla aprirsi.

    Ora scusatemi, penso che stiano arrivando i primi ospiti. A dopo. Detto ciò si allontanò verso l'ingresso, lasciandoli liberi e soli.


    Edited by Shaitan - 6/5/2022, 19:27
     
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    Dall'espressione contratta di Nicholas, Jerome riuscì a carpire un paio di considerazioni: la prima era che il suo commento aperto non era stato apprezzato dal fratello, la seconda che nonostante ciò, l'artista non aveva proferito alcuna parola. Gli piacevano le persone silenziose, anche quando dalle stesse non riusciva a cavare un ragno dal buco. E Bannister non faceva eccezione: il suo era stato un commento chiaramente provocatorio, atto a farlo sbottonare in qualche maniera, ma lui niente, non si era scomposto. Chapeau monsieur, pensò il cainita.

    Ma ora che la Sutton li aveva congedati, non senza aver prima installato il seme del dubbio nel duo, si trovavano nella situazione ideale per aprirsi reciprocamente. La diffidenza era nella natura dei vampiri, soprattutto in circostanze mondane, ma su una cosa la Sutton aveva certamente ragione: nell'arte c'era sempre qualcosa da imparare.

    Ti chiedo scusa se sono stato troppo diretto poco fa: purtroppo non amo le mezze misure e la prima vittima di questo mio difetto solitamente sono proprio io. attaccò il dannato, mentre con nonchalance si rassettava il collo della camicia. A dirla tutta, mi sento preda della mia insoddisfazione: potevo certo fare di meglio, o quantomeno allestire una degna presentazione alla mia opera. disse mentre fissava la sua tela con la mano sotto il mento. Tornò poi sul collega, che lo osservava con quell'inquietante iride color pece Ma vi prego: vogliate dimenticare quanto accaduto ora. Sono davvero curioso di capire quale procedimento avete usato per la creazione della vostra opera. Mostrò i palmi delle mani al fratello Per quanto io mi sforza, non riesco davvero a venirne fuori con l'arte della scultura.
     
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    " Il mondo è pieno di artisti dalle doti eccelse, ma ciò che li fa elevare è il significato che danno alle loro opere", Nicholas ripensava a quella frase e, sinceramente non capiva se la Sutton c'era o ci faceva..."Casomai, il mondo è pieno di artisti mediocri che emergono grazie a descrizioni roboanti e, spesso, prive di senso date alle opere...questa è la verità" pensò Nicholas e la Sutton DOVEVA saperlo, evidentemente il suo scopo era un'altro.
    In ogni caso che fosse dannato se avrebbe spiegato una storia COSI' personale e dolorosa come quella che aveva ispirato Anhedonia a chicchessia, soprattutto per dimostrare qualcosa a un mucchio di cainiti snob.
    Stava rimuginando su quei pensieri quando si rese conto che Lacroix gli stava parlando in quel suo tono pacato ed, eccessivamente, cerimonioso.
    Il commento della Sutton lo aveva talmente innervosito che aveva totalmente "perdonato" la critica di Jerome di poc'anzi, tanto più che si stava anche scusando.
    Nicholas pensò che non doveva essersi sbagliato troppo nella sua analisi di prima, Jerome sembrava davvero un'anima tormentata...distratto dal nuovo ambiente non ci aveva fatto troppo caso da principio ma, riflettendoci, si notava una sorta di "controllo continuo" come se tenesse a bada qualcosa ... forse non si nutriva da un po'?
    Gli sembrava assurdo che un fratello potesse presentarsi a una serata come quella a rischio frenesia ma, dopo gli ultimi avvenimenti, lui era davvero l'ultimo che poteva giudicare.
    Qualunque fosse il problema decise che, in assenza di altre informazioni, la cortesia era comunque la tattica migliore.
    "Mio caro Jerome, niente di male...anche se non fanno mai ( e calcò la voce su quel "mai) piacere, le critiche sono assai più preziose dei complimenti"
    Mentre Nicholas parlava, si avvertivano chiaramente altre voci provenire dall'altro salone, segno evidente che cominciavano ad arrivare altri invitati a quella soirèe, quindi riprese il discorso con Jerome " In quanto alle tecniche che uso...sarò lieto di spiegarle più avanti nella serata ma forse ora, sarà meglio fare la conoscenza degli altri ospiti..." e accompagnò la frase con un ampio gesto della mano a indicare il salone.
     
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    non mi sono scordato di voi eh, sto aspettando il reply di jerome per capire se segue nicholas in direzione dell'ingresso o fa altro.
     
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    Scusate eccomi qui. Non mi ero dimenticato di postare, pensavo solo fossimo a posto così. Comunque si, seguo Nicholas e incontro gli altri.


    Oh ma certo, avete ragione. Meglio presentarsi e conoscere i presenti. disse Jerome toccandosi la fronte con una mano in segno di smemoratezza, mentre per la prima volta da quando era entrato, diede un'occhiata generale al salone che si stava animando.
     
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    I due Neonati si affacciarono al salone principale, dove Marianne Sutton stava dando il benvenuto a tre volti per loro sconosciuti. La prima e di certo più straripante alla vista era una donna slanciata e attraente, con dei gradevoli tratti mediterranei incorniciati da una cascata di capelli mori. La sua bellezza non era meramente fisica ma presente anche nelle piccole gestualità, figlie dell'attimo; un guardarsi attorno e scegliere con cura come trattenere lo sguardo sul disgraziato di turno -Nicholas, in quel caso- ma anche il semplice camminare lungo la sala, affamata di attenzioni. Era vestita con un total black, fine ma forse anche un po' ripetitivo ed informale per una serata simile: dei pantaloni skinny con poche cuciture, un corpetto a bande orizzontali abbastanza basso e stretto da mettere in mostra il tatuaggio sulle curve d'ordinanza e un lungo giaccone d'accompagno, che mollò con espressione distratta ad uno degli addetti all'ingresso.



    Vorrei da bere. E tu, Gaddes? Chiese al ragazzo al suo fianco, che in risposta scrollò le spalle con fare piuttosto impacciato, chiaramente più interessato alle esposizioni che ad un buon calice. Si trattava di un giovanotto di colore dall'apparenza secca ma scattante, propria della tarda gioventù e ben riflessa anche nel suo look. Quell'eleganza casual che mal digeriva i costumi degli alti salotti, preferendo dimostrare il suo buon gusto con abiti "di tutti i giorni": un tre colori ben abbinato il cui pezzo forte era di certo quella giacca di sartoria di un blu scuro, leggermente satinata e priva di cuciture a vista.



    Lo sconosciuto non aveva nemmeno un accenno di barba e questo contribuiva ad affinarne non poco i tratti, che si tesero in un sorriso di meraviglia non appena finì davanti alla scultura in vetro soffiato. Allargò le braccia con sincera devozione e si fece sfuggire un sonoro Oh dio, ma questa...la luce... Strabuzzò gli occhi e cadde in beata contemplazione, preda della Malia propria dei Degenerati. Non si era nemmeno accorto dei vicini Jerome e Nicholas, tanto era perso negli intrecci di quel capolavoro.

    Signore, la prego di non toccare l'opera! E' molto fragile! Immediato l'avviso della gallerista, con quel tono preoccupato che si riserva ai bambini troppo vicini alla cristalleria. Non toccherà nulla, Marianne...ormai è andato, non penso si schioderà da lì... Il commento era del terzo entrato, che la Sutton stava accompagnando all'interno della sala. Almeno fin quando qualcuno non gli darà uno schiaffo su quel faccino da ebete, beninteso. Un sorriso pericoloso incastrato su un bel volto da schiaffi, questa la prima impressione che le due giovani Rose ebbero dell'ultimo della fila. Per quanto l'abbraccio lo avesse ghermito sulla prima quarantina -perché non ci poteva essere altra spiegazione per quel pallore, anche più accentuato di quello degli altri presenti- aveva dalla sua una bellezza semplice e tratteggiata, con quel mento cesellato e un taglio degli occhi studiato per attirare. Poco importava che non avesse scelto degli abiti adatti, perché come i migliori pavoni sapeva tener banco anche senza schiudere la proverbiale ruota. LaCroix e Bannister si scoprirono attirati da quell'uomo, seguendone i movimenti e fissandolo in volto forse un attimo più del dovuto.



    Lo avevano già visto da qualche parte, ma dove? Non a New Orleans, e nemmeno nelle rispettive cerchie di Artisteur.

    Vi lascio qui il codice colore dei png, che d'ora in poi riporterò ad ogni azione. Ho messo i nomi per comodità, ma ovviamente a parte Gaddes che è stato chiamato ad alta voce dalla donna non li sapete, avendo entrambi politica sotto le scarpe. Anche se l'ultimo entrato siete sicuri di averlo già visto, seppur siate sicuri che non operi nel vostro campo.

    Marianne Sutton
    Stella- Avvenente donna in nero
    Gaddes - Giovane afroamericano ammaliato
    Douglas - uomo con quel certo non so che...

    Inoltre ecco i valori visibili di qui, quo e qua.
    Stella- Avvenente donna in nero Aspetto 4 - Carisma 3 - Espressività 1 - galateo 1 - Intimidire 1 - Autorità 1
    Gaddes - Giovane afroamericano ammaliato Aspetto 2 - Carisma 2 - galateo 2 - Espressività 2 - Volto amichevole
    Douglas - uomo con quel certo non so che... Aspetto 4 - Carisma 4 - Galateo 3 - Espressività 4 - Autorità 2- Intimidire 1
     
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    Vedere la Sutton accogliere altre persone (con notevole interesse tra l'altro) e dimenticarsi di loro (ma di lui in particolare) non fu piacevole per un cainita orgoglioso come Jerome. Tuttavia i nuovi arrivati suscitarono un certo interesse anche nel tormentato.

    Risultava evidente che l'ossuta e scarnita mora doveva invero apparire sensuale ed elegante ad una persona o fratello comune. Lo si capiva dai suoi movimenti, così teatrali e sicuri, volutamente studiati per attirare l'attenzione. La classica femme fatale dai tratti mediterranei. Tuttavia a causa della sua maledizione, il povero Jerome faceva persino fatica a tenere lo sguardo su quel viso scavato e quei lineamenti così duri, evidenziati per giunta da una pelle tesa e fina, da sembrare quasi cartapesta, sulla quale andavano e venivano a banchettare le mosche che si portava appresso. Un vero e proprio cadavere ambulante, lasciato essiccare per svariate settimane.

    Fortuna che Gaddes, appena caduto nella trance tipica dei cainiti del suo ceppo, restituiva un pò di normalità alla sua vista. Non fosse stato per gli occhi spenti e la diffusa alopecia che lo affliggeva, ad una prima occhiata sarebbe quasi potuto sembrare vivo (per quanto quell'affermazione non si addicesse a prescindere ad un fratello).

    Ma la figura certamente più interessante era quella dell'ultimo arrivato. Conosceva i due ospiti, così come sembrava essere in confidenza con madame Sutton: evidentemente era un habitue della galleria. Possedeva un carisma naturale e si muoveva per la galleria con fare certo e quasi sfrontato, un pò come un padrone di casa nel suo salotto. Aveva un volto noto, ma al momento non riusciva a capire dove lo avesse già visto.

    Come sempre, gli occhi della morte restituivano a Jerome un'immagine corrotta dell'uomo; le mani erano lunghe e innaturalmente ossute, le vene che facevano capolino dal colletto della camicia erano scure e in evidenza e fungevano da ornamento anche sul suo viso, leggermente livido ma non eccessivamente smunto o incartapecorito.

    Dal portamento e dalla gestualità lo avrebbe associato ad un uomo d'affari oppure ad un politico, ma non aveva appigli per fare deduzioni sensate. Forse era il caso di scoprirlo con la sua proverbiale nonchalance.

    Senza degnare di un'occhiata gli altri presenti, fece qualche passo con le mani giunte dietro la schinea nella direzione dei nuovi arrivati, fingendo di gettare fuglide occhiate interessate alle opere esposte, ma con il chiaro intento di avvicinarsi per tentare di carpire qualche cinguettio.

    SPOILER (click to view)
    Vorrei starmene leggermente defilato, ma tentando di strare vicino quanto basta per sentire le parole dell'uomo e la Sutton.
     
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    Nicholas era ancora irritato per la frase della Sutton e si diresse verso il salone rimuginando ancora tra se.
    I nuovi arrivati erano certamente interessanti.
    Dal portamento e l'atteggiamento sembravano i tipici "alti papaveri" dell'aristocrazia vampiresca, come ne aveva visti mille altri in compagnia di Anneke a Chicago, i tipi da cui aveva sempre cercato di tenersi alla larga.
    Ma qui era in un contesto nuovo e avrebbe dovuto cambiare tante cose.
    La donna probabilmente doveva avere sulla coscienza più vittime per la sua bellezza che per i suoi morsi, poteva immaginare chiaramente schiere di spasimanti di ambo i sessi, ridursi a nullità disposte a qualunque cosa anche solo per ricevere uno sguardo.
    Bella e letale come un falò...si fissò bene in mente questa immagine a futuro memento.
    La sentì chiedere da bere a un ragazzo (se aveva capito bene doveva chiamarsi...Gaddes?) che però era rimasto incantato dalla meravigliosa scultura che anche lui aveva ammirato all'ingresso, lo capiva bene...tutti i Toreador potevano capire bene la sensazione di smarrimento ed estasi assoluta che si poteva provare in presenza di certe opere d'arte, quel tipo di serate si tramutavano sempre in percorsi ad ostacoli con trabocchetti sotto forma di meraviglie che potevano bloccarti in contemplazione e farti perdere il senso del tempo e della realtà, ciò nonostante era il tipo di serata a cui i membri del Clan delle Rose con piglio quasi masochistico, non rinunciavano mai a partecipare.
    La Sutton manifestò preoccupazione per l'opera ma venne, prontamente rassicurata, dal terzo membro di quella compagnia, un'uomo affascinante e carismatico, sobrio ed elegante allo stesso tempo.
    Il modo spiccio ed autorevole con cui si rivolse alla Sutton e, il modo in cui la gallerista abbassò SUBITO le piume parlavano più chiaramente di una completa carta d'identità.
    Quell'uomo aveva certamente una posizione di rilievo nel Clan e, anche senza quel siparietto, si poteva comunque avvertire che si trattava di un fratello di grande potere.
    Come si era ripetuto più volte, sarebbe stata una serata...interessante, dove con "interessante" si intendeva "potenzialmente letale"...stranamente quel pensiero invece di inquietarlo lo mise di buon umore, forse quella serata poteva davvero rappresentare una "rinascita" per lui.
    La cosa più saggia sarebbe stata chiedere alla Sutton di fare le presentazioni, ma la cosa più saggia raramente era la più divertente, quindi senza esitare si diresse verso la donna/falò e chinando appena il capo in un cenno di inchino, disse : " Mi perdoni madame, inavvertitamente ho sentito che voleva qualcosa da bere. Nicholas Bannister, posso avere l'onore?"


    Edited by Nicholas Bannister - 18/5/2022, 13:47
     
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    Jerome fece per avvicinarsi, attenzione alle tante opere esposte ma orecchio ben teso su Marianne e il bell'uomo. Lei non è ancora arrivata? Brontolò appena. Non ancora, ma nel mentre perché non fate conoscenza con gli altri ospiti? Sarei felice di presentarle due nostri speranzosi artisti, nuove Rose di questo Principato. Un dipinto a guazzo rapì per una decina di secondi l'Astro Nascente, che si perse parte del discorso. ...ho già sentito parlare di lei da alcuni Patrizi a Baton Rouge. Alzò il braccio sinistro, sottolineando un chiaro dubbio. Ma che diavolo c'entra con noi quel cane da guardia? ...non ne ho idea, signor Douglas. Ma sa anche che non sono la persona più adatta a cui chiedere certe cose, né mi permetterei di metter bocca.

    Douglas lasciò Marianne senza risponderle, e guardò le opere vicino all'ingresso con un cipiglio non proprio convinto. Poi passò ai presenti, finendo per posarsi proprio sul Lacroix.

    Lunga notte. Mani nelle tasche e un bianco sorriso, gli si avvicinò. Immagino che lei sia uno dei nuovi talenti che esporrà questa sera, si? Retorico, perché non gli diede tempo di rispondere. Mi chiamo Douglas Creed, Ancillae del Principato di Baton Rouge.


    Jerome fece per avvicinarsi, attenzione alle tante opere esposte ma orecchio ben teso su Marianne e il bell'uomo. Lei non è ancora arrivata? Brontolò appena. Non ancora, ma nel mentre perché non fate conoscenza con gli altri ospiti? Sarei felice di presentarle due nostri speranzosi artisti, nuove Rose di questo Principato. Un dipinto a guazzo rapì per una decina di secondi l'Astro Nascente, che si perse parte del discorso. ...ho già sentito parlare di lei da alcuni Patrizi a Baton Rouge. Alzò il braccio sinistro, sottolineando un chiaro dubbio. Ma che diavolo c'entra con noi quel cane da guardia? ...non ne ho idea, signor Douglas. Ma sa anche che non sono la persona più adatta a cui chiedere certe cose, né mi permetterei di metter bocca.

    Douglas lasciò Marianne senza risponderle, e guardò le opere vicino all'ingresso con un cipiglio non proprio convinto. Poi passò ai presenti, finendo per posarsi proprio sul Lacroix.

    Lunga notte. Mani nelle tasche e un bianco sorriso, gli si avvicinò. Immagino che lei sia uno dei nuovi talenti che esporrà questa sera, si? Retorico, perché non gli diede tempo di rispondere. Mi chiamo Douglas Creed, Ancillae del Principato di Baton Rouge.

    Nel frattempo Nicholas puntò la donna del gruppo, e non perse certo tempo. Oh, lunga notte... porse appena la mano, dorso all'insù. Sono Stella Derois, progenie di Willem di Tildburg. Lo disse come se fosse chissà chi, ma il Neonato -di suo non molto ferrato nel maledetto politichese- non aveva mai sentito di un fratello così chiamato. Penso di aver già sentito il suo nome, lo sa? La voce si riempì di un leggero languore, coordinato allo schiudersi del bel sorriso.

    In tutto questo l'ultimo del terzetto stava ancora gorgogliando di fronte all'albero in vetro soffiato, prigioniero della sua bellezza.

    Marianne Sutton
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    Edited by Shaitan - 23/5/2022, 13:35
     
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    Nicholas era un tipo da tenere sott'occhio, ma non sembrava certo scrupoloso e paziente come lui. Non aveva perso tempo e si era diretto verso i nuovi arrivati (e in particolare verso la "probabilmente affascinante" donna) in un batter di ciglia, ancor prima che lui decidesse come comportarsi. Era bramoso di un riflettore, oppure era genuinamente curioso? Non lo aveva ancora capito, sebbene in cuor suo sperasse di non doverlo scoprire a sue spese.

    Tuttavia la fortuna sembrava volerlo assistere quella notte: la voce del signor Creed suonò come la nota di un violino alle orecchie del tormentato. Un attimo prima sembrava lamentarsi dell'arrivo di una figura quantomeno sgradita con madame Sutton e quello dopo si era presentato proprio a lui. Purtroppo si perse parte del dialogo tra i due a causa del dipinto a guazzo che catturò la sua attenzione: non ne aveva viste molte di opere create con tale tecnica. Solitamente era usata su antichi manoscritti e quindi era pressochè sconosciuta alle nuove generazioni.

    Sembrava evidente che il carismatico personaggio fosse in affari con la Sutton in qualche modo e di conseguenza sarebbe potuto tornare utile ben figurare e avere il suo sostegno.

    Lunga notte. E' un piacere conoscerla, signor Creed. Jerome Lacroix, per servirla. rispose con un inchino appena accennato ed elargendo il solito sorrise accogliente, evitando di soffermare la vista sui macabri dettagli del corpo dell'anziano. Non sono un abituè delle esposizioni, ma avendo ricevuto l'invito direttamente da madame Sutton, non ho chiaramente potuto rifiutare e anzi, mi sento decisamente onorato di trovarmi qui oggi. e dicendo questo aprì le braccia guardandosi intorno, sottolineando il fascino della galleria. Lei viene dalla Capitol Area? Forse non mi crederà, ma non ho ancora avuto l'occasione di visitarla. Tutto ciò che so della città è che l'antico Campidoglio è davvero incantevole. In realtà Jerome sapeva benissimo che per gli abitanti di New Orleans, Baton Rouge era la seconda città per importanza nella Louisiana, nonostante il deficit di abitanti causato dall'uragano Katrina. Ma poichè si trovava di fronte ad un anziano che apparentemente era del ramo, finse un sentito interesse e un moderato entusiasmo alle sue parole. Faccio del mio meglio per contribuire alla causa dell'arte. Sono un amante della pittura ad olio, ma all'occorrenza so utilizzare un discreto numero di altre tecniche. Si voltò e indicò lo spazio riservato alla sua opera. Se avrà piacere, là potrà osservare l'opera che ho portato per l'esposizione. Anzi, sarei onorato di potergliela presentare personalmente, magari insieme agli altri ospiti che sono giunti con lei. fece, guardando prima la donna che stava parlando con Nicholas e poi l'uomo ancora in preda al fascino dell'albero di vetro.
     
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    Il baciamano sembra una cosa facilissima in realtà ha regole molto precise e, quando fatto male, smaschera un cafone all'istante.
    Nicholas, per sua fortuna, era stato addestrato da Anneke.
    Guardare negli occhi la dama, un elegante inchino portando il dorso (NON le nocche) della mano verso le labbra, NESSUN bacio, le labbra devono a malapena sfiorare la mano, quindi riaccompagnare la mano in posizione, di nuovo guardando la dama negli occhi.
    "Lunga notte Madame. " una breve pausa " Sono a New Orleans da poco e temo di non conoscere il suo Sire ma mi considerp già suo debitore per aver donato alla notte una creatura così affascinante"
    Accompagnò questa galanteria così sfacciata con un ampio sorriso perchè si capisse che si trattava solo di un complimento senza altri fini.
    "Mi lusinga che abbia già sentito il mio nome, spero abbia sentito solo cose buone"
    Fece un cenno con la mano per invitare l'affascinante Stella verso la zona rinfresco mentre notava Jerome fare la conoscenza del carismatico Cainita che aveva notato prima e gli parve anche di sentire la parola "Ancillae" " Un pezzo grosso eh?Non c'è da stupirsi"
     
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    Lacroix. Ne masticò il nome e annuì. Se non ricordo male è un pittore parigino, giusto? Nient'altro che retorica, visto che continuò a parlare senza lasciare alcun sprazzo all'altro. Un artista che non è prodigo di esposizioni? Su, non prendiamoci in giro. Il sorriso si aprì con nota sghemba, e Jerome si sentì per qualche secondo punto nel vivo. Le credo sul non aver mai visitato Baton Rouge, o ci saremo incontrati in uno degli Elisei. Rispose all'inchino con un accennato movimento di mano, quasi parco. La pittura non è proprio il mio campo, Jerome. Dovrà farmi da guida e farlo bene, ok? Sia lei che il suo amico... Douglas adocchiò Stella e Nicholas proprio nell'attimo del baciamano, cosa che gli strappò un moto ilare che solo Jerome poté notare.

    Quindi. Si allontanò di qualche passo dal centro della sala, fuori dalla portata degli altri presenti. Lei per quale motivo si è alzato stasera? Dare sfoggio alla sua arte o porgere i rispetti dovuti al vostro nuovo Anziano? Calcando appena sul dovuti.

    Dall'altro lato della sala Stella si permise un risolino d'ordinanza, che a Nicholas parve quasi...brevettato. Strano che non lo conosca, è uno molto importante. Ma non gliene faccio una colpa, non se è nuovo dello stato. Lo stringersi della postura, ad affinare l'intera figura. Magari potrei farglielo incontrare al prossimo raduno di Gilda a Baton Rouge, che dice? Ritrasse con grazia la mano, lasciandosi sfuggire un breve e sparso gesticolio. Chissà. Qualche passo attorno al Neonato, sorriso fisso ma occhiata a calare sulla figura intera. Penso che trarrò le mie conclusioni proprio questa sera! Scherzosamente, tono che non abbandonò immediatamente ma affinò piano. Quindi, Nicholas... Schioccò soffusa la lingua, trattenendo per un attimo in più l'ultima sillaba. Assaporandola, giocandoci. Dimmi. Basso, ma staccato. Abbastanza da metterlo sull'attenti. Cosa hai per noi?

    As usual, un bel po' di tiri nascosti per vedere come vi presentate ai due fratelli.

    Nicholas, come avrai già capito dal mio descrittivo inizi a sentirti...attratto da questa bella puledrona. Niente di soprannaturale, tutto genuino DOCG.

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    Jerome non condivideva valori assoluti come il patriottismo e riteneva che il senso di appartenenza fosse un concetto alquanto inutile, per questo quando Douglas gli diede del parigino, l'artista non si scompose più di tanto e passò oltre. Rimase affascinato dal misurato gesticolare dell'anziano e dal tono delle sue parole, atto a sottolineare l'eleganza e una certa dose di autorità niente affatto boriosa ma che esigeva rispetto. Era evidente che a parlare era il più il suo status che la sua bocca, ma non era un atteggiamento che poteva infastidire Lacroix il quale anzi, in quanto a sdegnosa presunziona, sapeva dire la sua. Si sentiva a suo agio con personalità forti e faceva meno fatica a rapportarsi con persone di un certo rango, piuttosto che al fratello comune. In generale, provava un certo senso di ammirazione nei confronti di chi riusciva a valorizzare la propria aura e riteneva giusto e naturale mostrare, anche in maniera sprezzante, le proprie virtù. In fondo le persone più sfacciate e altezzose sono quelle che mettono per prime le carte sul tavolo.

    L'anziano si lasciò persino andare ad un breve quanto poco interpretabile momento di ilarità, quando Nicholas fece il baciamano a Stella. Nonostante il viso dell'Ancillae fosse segnato dalla morte, quest'ultimo si contrasse in una evidente espressione divertita.
    Trovava forse il gesto troppo demodè oppure era un modo per dire "siamo alle solite"?

    Non mi permetterei mai di prenderla in giro... Certo, non posso negare che poter esibire un proprio lavoro sia un onore, ma non creo mai le mie opere in funzione di quello. Io dipingo per me: il fruitore dell'opera ha una funzione poco attiva nella fase di ispirazione. Si fermò un istante e guardò negli occhi Douglas, per assicurarsi che avesse capito. Ma è stato chiaramente un onore rispondere alla chiamata di madame Sutton e avere la fortuna e l'onore di conoscere personalità come la sua, messere. e fece un cenno accondiscendente col capo.

    Chissà per quale motivo si trovava lì e qual'era la funzione degli altri arrivati, pensò. Ma non era quella il momento di scoprirlo.

    Ma la prego: sarei davvero onorato di illustrarle le peculiarità dei vari stili artistici. Visto che mi ha appena detto di non intendersi molto di pittura, quale migliore occasione per apprenderne qualche segreto? disse, mentre con un occhio si mise a seguire anch'egli le mosse del suo "amico" Nicholas.
     
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    Uno scambio di battute che aveva preso meno di due minuti, bastò a Nicholas per consolidare la prima impressione che si era fatto. Quella donna era più pericolosa di una fossa piena di paletti esposta al sole. C'erano brevissimi momenti in cui non cercava coscientemente di ammaliare il suo interlocutore e, in quei momenti, sprigionava uno charme e una sensualità quasi irresistibili, proprio perché inconsapevoli.
    Nicholas non era li per QUEL motivo naturalmente, e poi c'era Anneke (non che sarebbe stato un problema...da entrambe le parti) ma stare un po' al gioco con quella creatura affascinante avrebbe certamente reso quella serata meno noiosa.
    Doveva solo essere MOLTO cauto.
    La vampira lasciò cadere un invito alla prossima riunione della Gilda subito seguito da un "chissà" e da altre condizioni.
    Stava rimarcando la sua posizione, e Nicholas rispose con un cenno del capo e un sorriso a bocca chiusa guardandola negli occhi in un silenzioso "ho capito"
    Il tempo di uno schiocco di lingua "Ooooh" e Stella era già passata dal lei al tu
    "Dubito che la mia modesta opera possa competere, con quanto ho visto stasera... ma sarò comunque lieto di mostrarla a te ( e calcò impercettibilmente sul "TE") e ai tuoi amici"
     
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