Galleria Sutton

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    Prenderò il suo silenzio riguardo all'Anziano come un assenso, Lacroix. Un chiocciare scialbo, seguito da un'occhiata al ragazzo davanti all'albero in vetro soffiato che si stava asciugando il viso dalle lacrime, finalmente libero dalla malia. Anche se mi piacerebbe sapere cosa ne pensa un Fratello di Nola sull'argomento. Lo veda come un aiuto per chi è di altri salotti ed è abituato a cose...più grandi. Sembrò voler spingere su quel punto, e ad onor del vero lo stava facendo discretamente bene se non si si contava l'ultimo, amaro commento.

    Ok. Alla proposta. Recuperiamo gli altri e spostiamoci alle sue opere. Un accennato sciabordio della mano verso la sala interna, spingendo il neonato nel ruolo di anfitrione.

    Nel frattempo Stella accolse la proposta di Nicholas con un sorriso e una leggera spintarella sulla spalla, per farlo avanzare. Andiamo, voglio farti conoscere Gaddes.

    Sopra a tutti trillò l'invito di Marianne Sutton, che accortasi di come i presenti si stessero muovendo verso la sala interna riprese il suo ruolo di padrona di casa. Signori e signore, essendo oggi presenti due degli artisti esposti vi inviterei a spostarci all'esposizione interna e lasciare a loro l'onore di presentarvi le opere. Prego, da questa parte.

    Marianne Sutton
    Stella- Avvenente donna in nero
    Gaddes - Giovane afroamericano ammaliato
    Douglas - uomo con quel certo non so che...

    Nel caso vi muoviate tutti contate di avere un altro turno di chiacchiere prima di ritrovarvi davanti alle vostre opere.
     
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    Le ultime parole di Douglas non fecero altro che confermare a Jerome quanto aveva già intuito: l'anziano non solo apprezzava il rispetto, ma lo esigeva. E la cosa non dispiacque all'artista, il quale fece un cenno con le mani per richiamare l'attenzione dei presenti e farsi seguire. Avrebbe comunque dovuto prestare molta attenzione a non lasciarsi affascinare eccessivamente dai lavori esposti, atrimenti non solo sarebbe stato sostituito, ma avrebbe anche fatto una pessima figura.

    Fece una rapida carrellata della sala con lo sguardo e si diresse verso le opere più vicine seguendo la Sutton, adeguando però il passo a quello di Douglas, regolando il tono della voce fino a raggiungere quello confidenziale.

    Mi sembra evidente signor Douglas, che fungere da guida di questa esposizione di miss Sutton con lei al suo fianco non lo considero solo un onore, ma anche una grossa e invidiabile fortuna. Certamente altri fratelli farebbero di tutto per trovarsi al mio posto. Non è certamente cosa da tutti i giorni, o meglio dire notti nel nostro caso. E dicendo questo espose un sorriso che nelle sue intenzioni doveva suscitare simpatia, ma che nella pratica risultò solamente cordiale e cercò con lo sguardo Nicholas, ancora invischiato nella tela della femme fatale. Non aveva nulla contro il collega, ma non si sarebbe lasciato sfuggire dalle mani la possibilità di ben figurare di fronte a personalità influenti.

    Sopra il gruppo si formò un nugolo di mosche impazzite, attirate forse dalla marcescenza di un fratello in particolare o forse semplicemente perchè in generale quegli esseri, proprio come Jerome, sapevano bene come riconoscere il volto della morte.
     
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    Nicholas fece il gesto universale per "dopo di lei" e si incamminò di buon grado dietro a Stella che stava raggiungendo Gaddes.
    Il povero Gaddes si stava faticosamente riprendendo dall'incanto tipico del clan, provato davanti a quel meraviglioso albero di vetro, lacrime gli rigavano il volto ma l'espressione era estatica...una condizione che lui stesso conosceva molto bene per averla sperimentata più volte, ricordava ancora le quasi 2 ore di assoluto smarrimento quando aveva visto per la prima volta dal vivo (dal VIVO? E gli sfuggì un sorrisino) l'Ophelia di John Everett Millais, un opera talmente sublime che rischiava di restare incantato anche solo per il ricordo.
    Con la coda dell'occhio poteva vedere Jerome , cerimonioso e ampolloso come sempre, cercare di accattivarsi i favori del pezzo grosso.
    Quel tipo di comportamento, era più forte di lui, gli procurava sempre una fitta di fastidio ma non poteva davvero biasimarlo, ancora in vita aveva imparato che un artista emergente non può prescindere da una buona dose di PR, soprattutto verso personaggi influenti e, suo malgrado, era dovuto venire a patti col fatto che la società vampirica era ancora più esigente da quel punto di vista e le conseguenze potevano essere incredibilmente più gravi.
    Mancare di mostrare la giusta deferenza a un anziano (in questo caso addirittura un Ancillae del Principato) poteva tramutarsi in una condanna a morte anche solo per sfizio.
    Quindi, fastidio o no, anche lui avrebbe dovuto prepararsi a baciare qualche "nobile chiappa".
    Lo preoccupava solo la presentazione che , sicuramente, avrebbe dovuto fare di Anhedonia, era il genere di cose che gli veniva incredibilmente difficile anche perché detestava le "spiegazioni" dell'arte, ciò nonostante avrebbe dovuto inventarsi qualcosa e...avrebbe dovuto farlo in fretta.
     
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    Spostandosi nell'altra sala i Fratelli ebbero modo di fare le ulteriori conoscenze del caso, con Stella e Douglas che si presentarono rispettivamente a Jerome e Nicholas. In coda si aggiunse Gaddes, il ragazzetto afroamericano ripresosi dalla Malia.

    Ehm...salve. Un po' insicuro, ma dopo aver incassato un cenno da Stella ci riprovò. Lunga notte, molto piacere! Sono Gaddes, Jones! Esagerò con il volume, come durante l'appello a scuola. Scusate se non sono venuto subito a presentarmi ma... Indicò dietro di loro la fonte dei suoi guai, lo stupendo albero in vetro. Troncò di netto la frase per rimestarla in una chiacchiera forse meno pedante.

    Avete creato qualcosa appositamente per questa serata, vero? Io ci metto mesi per creare qualcosa di decente... Dopo tutta quella trafila nervosa abbassò la testa, timidamente.


    Vi lascio campo libero. Se volete parlare con lui, muovervi verso entrambe le vostre opere, decidere di fare a turno, prendere a pugni sulle palle Douglas...contate che questa azione di gaddes è durata a malapena venti secondi, è stata davvero una sparata di chi non sa parlare bene con gli sconosciuti.
    Marianne Sutton
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    Gaddes - Giovane afroamericano ammaliato
    Douglas - uomo con quel certo non so che...
     
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    La voce di Gaddes arrivò sul gruppo con un tono decisamente troppo alto, ma pareva che lui stesso si fosse reso conto del gesto inopportuno, in quanto il suo sguardo malcelava una certa insicurezza. Gli occhi velati e l'alopecia diffusa, non facevano altro che sottolineare l'apparente imbarazzo del fratello.

    Jerome, intento nel tessere la sua tela con l'anziano, si voltò verso l'uomo di colore e si permise il lusso di dedicargli qualche istante.

    Oh signor Gaddes, non si preoccupi: succede spesso anche a me. disse, indicando con un cenno del capo l'albero di vetro ammantato di polvere e non privo di grosse crepe che si diramavano lungo il fusto e i rami. Il tempo non è mai correlato alla qualità di un'opera: sarò quindi lieto di visionare qualche suo lavoro appena possibile. Il mio nome è Jerome Lacroix, per servirla. Mi scusino anche gli altri presenti se non mi sono ancora presentato. E l'accenno di inchino gli venne naturale nel dire quelle parole, mentre cercava un contatto visivo con tutti i presenti.

    In realtà non è che l'idea di vedere i suoi lavori solleticasse la sua curiosità, ma un benvenuto di facciata non avrebbe certo fatto danni, anzi.

    E dopo quella breve divagazione, si dedicò nuovamente al suo illustre compagno di visita, elargendogli l'ennesimo sorriso di circostanza.
     
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    Nicholas Bannister ci ha lasciato e non ritorna più.... 🌬️
    forse si è scordato del suo turno quaggiù... 🗿
    E' proprio difficile fare rime con la u... 🙏
    mannaggia, mannaggia al gran Belzebù.... 🌈
     
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    Scusate scusate scusate. Impicci personali e non mi sono reso conto del tempo. Arrivo subito
     
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    Durante le presentazioni Nicholas si mostrò amichevole con Gaddes ignorando volutamente del tutto il piccolo incidente (E' un piacere Mr. Jones , bla bla bla) e mostrò il dovuto rispetto, ma senza piaggeria a Douglas (E' un onore...per servirla e bla bla bla).
    Doveva fare la sua presentazione e avrebbe preferito fare a botte con un licantropo, era talmente in ansia che pensò perfino di usare la sua capacità di Ascendente per risultare più convincente, naturalmente tra tutte le pessime idee quella sarebbe stata la peggiore e la scartò immediatamente ma, il solo fatto di averci pensato rivelava quanto poco si sentisse a suo agio. Decise che la sincerità avrebbe dovuto lavorare per lui.

    "Chiedo scusa ma non amo parlare dei miei lavori convinto, come sono, che l'arte debba spiegarsi da sola" fece una breve pausa per guardare negli occhi il suo pubblico "Devo inoltre ammettere che Anhedonia, l'opera che state osservando, non nasce esclusivamente per questa serata prestigiosa ma in risposta ad un'esperienza... personale."

    Il dolore e l'empatia provati per Mandy e il rimorso che ancora lo divorava per la morte di Ada, si ripresentarono con violenza e fu costretto a fermarsi un'attimo per ricomporsi ma nonostante lo sforzo, quando riprese a parlare le prime parole furono turbate da un lieve tremolio della voce.

    "...si tratta di...una fotografia. Una fotografia che blocca l'attimo che separa le possibilità. Le esperienze possono produrre risultati diversi, possono distruggere in certi casi o , se affrontati con lo spirito giusto, diventare profondi insegnamenti e occasioni di enorme crescita."

    Il pubblico era imperturbabile, e Nicholas non riusciva a capire quale effetto stessero facendo le sue parole, quindi riprese.

    "La trasparenza del materiale è stata scelta perché, fungesse da prisma che illumini le varie possibilità e le imperfezioni che potete notare in questi punti - e indicò i difetti non voluti che ora sembravano invece funzionali - servono a ricordarci che alcune strade sono e saranno sempre sbagliate"

    Stava forse cogliendo dei mormorii di approvazione, o stava solo cercando di convincersi da solo? Decise per la prima e, leggermente rincuorato continuò e concluse.

    "Per concludere , il rinnovamento o, se preferite, una vera rinascita è quella che attende il vostro umile artista se saprà far tesoro della lezione celata in quest'opera. Grazie"

    e concluse con un breve inchino.

    Non sapeva quanto fosse stato convincente pensò, con un certa ironia che, anche quella era una possibilità tra le tante...
     
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