Rifugio di Jonathan Vardaman

Palazzina sulla O'Keeffe Ave

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    Entrò in uffico e accese la luce, ritrovandosi un buon malloppo di carta che dal fax arrivava fino a terra; l'apparecchio era ancora in funzione, vomitava fogli con cadenza a dir poco logorroica.

    Ogni foglio era un diverso messaggio, ripetuto senza spazi: il suo indirizzo, quello di Martha, quello di Benjamin e di tutti gli appartenenti al cerchio del bastone rosso. C'erano anche gli indirizzi di luoghi strategici per lui e la sua azienda.

    L'unico foglio che non sembrava scritto da un maniaco sotto anfetamine era il primo, su cui erano stampate delle solitarie coordinate al centro della pagina.

     
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    non vuoi mica cominciare l'anno con una minaccia?
    l'osservazione della cosa lasciò un istante vardaman interdetto, che si apprestò a raccogliere la risma di carta mentre già ne aveva colto il contenuto per sommi capi.
    Una lista della sua rubrica, una chiara minaccia alla sua persona, alla sua non vita, al suo essere un cainita di spicco in città.
    perlomeno qualcuno ha fatto i compiti proseguì nel suo ragionamento risalendo infine alla prima pagina.
    il commento era abbastanza evocativo, le cordinate potevano essere un luogo di incontro... o un messaggio specifico. forse entrambe le cose.

    controllo le coordinate, ma non su internet. mi avvalgo di uno stradario/ di una mappa geografica della regione.
    fatto questo, indipendentemente dal risultato, vado a sedermi sul divano e nella privacy della mia casa apro lo mnemosyne
     
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    Armato di mappa, stradario e pazienza riuscì a farsi un'idea sommaria del posto indicato da quelle coordinate. Un ponte su W Esplanade Avenue a Metairie, più precisamente uno di quelli che saltava i canaloni artificiali.

    Le coordinate danno un luogo preciso, ma andando di cartaceo non puoi essere preciso al metro.


    Decise poi di sedersi e prendere l'amuleto. Dopo averlo studiato brevemente si punse il dito con una delle parti più appuntite del cristallo per sporcarlo leggermente di Vitae.

    Poi chiuse gli occhi...



    ...riaprendoli su una pacchiana camera d'albergo, sconosciuta. Era seduto sulla classica sedia posta di fronte al letto, su cui erano state lasciate tre valigie. Guardando alla sua destra una finestra chiusa, oltre la quale notò le luci dell'aeroporto Louis Armstrong. Era notte, ovviamente, con un cielo limpido tracciato da un unico mezzo in pieno decollo.

    Non c'era nessuno in camera con lui, se non la televisione accesa su un dibattito politico riguardo alle scelte di Obama sulla sanità.

     
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    Obamacare. 2009? 2010? la mente di Vardaman cercò immediatamente un'ancora, un lazo temporale a cui aggrapparsi nel momento in cui si trovò così lontano da casa, all'infuori del suo corpo.

    l'istinto lo guidò verso un pensiero immediato. il bagno. lo specchio. quasi volesse accertarsi di essere veramente Maundrell. Quasi ne dovesse fare un tesoro.
    Incerto sui limiti della riproduzione, conscio che lo mnemosyne di Maundrell comunque forniva più possibilità di uno normale, pensò di dirigersi verso le valigie, anche per cogliere i dettami della situazione.

    cerco di capire in che anno siamo e dove si colloca temporalmente questo momento nella camarilla (se prima o dopo la detronizzazione di harriet, se con la venuta al potere di artemisia, se e quanto prima del rapimento iniziale di Maundrell.
    questo ammesso e non concesso che in realtà non stia guardando l'obama Senatore, in quel caso siamo più indietro, ma credo comunque di potermi aggiustare.
    provo a fare un check allo specchio del bagno per sincerarmi di essere Maundrell
    provo a guardare cosa c'è nelle valigie, e di chi sono in base a quello che c'è dentro.
     
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    Una fugace occhiata al calendarietto con il nome dell'hotel - Hampton Inn - lo rassicurò sull'anno, il 2010. Dicembre, ad essere pignoli. Harriet era morta da poco e Artemisia stava consolidando il suo potere, sfruttando le prime notti di caos per mettere a tacere voci terze. Maundrell era ben lontano dall'essere rapito dalla Spada, evento che sarebbe intercorso entro qualche anno.

    Sappiamo entrambi che le tempistiche temporali precedenti alla mia ascesa sono fatte con il culo, per cui da oggi ci baseremo su questa timeline:

    Harriet sale al potere nel 2006 post katrina e cade nel Settembre 2010.
    Artemisia consolida il suo potere a fine Ottobre.
    L'attacco alla cappella avviene a Agosto 2012, mese conosciuto dai mortali per via dell'empio attacco terroristico a Terrytown.


    La stanza presentava le stesse ritualistiche viste nella precedente visione, a cui finalmente riuscì a dare un senso: Maundrell usava tanto la Taumaturgia Ermetica che quella degli Anarchici, con quelle strane simbologie viste nel bosco fuori città. Alcuni segni ricordavano alla lontana anche alcune cose viste nello studio di Milosh, blandi rimandi che la sua mente da studioso non mancò.

    Riuscì ad alzarsi, ma prima fu costretto ad un lungo sguardo fuori dalla finestra. Sentì l'attesa, ma non l'urgenza. Poi venne il turno delle valigie, un'occhiata che gli fu permessa anche se sentiva...che fosse un po' fuori tono rispetto al copione.

    Ogni valigia aveva, in mezzo alla coltre di vestiti, una cassetta in legno uguale alle altre. Quando poi pensò di andarsi a guardare allo specchio la scena fluì più vivida, ricalcando i fatti avvenuti.

    Nel bagno c'erano due specchi, quello piccolo sopra al lavello e uno a muro, su cui erano stati tracciati dei simboli. Milosh, così Jonathan, fissarono con occhio critico il loro operato: il rituale comunemente chiamato "Passeggiata attraverso lo specchio".


    Mirror walk in inglese, tradotto a sentimento perché così suona meglio.
     
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    cassette di legno. ricordi di ricordi. non ha fatto questo, ma ricorda di averlo fatto. Nuovamente vardaman si stupì di come la scena stesse proseguendo davanti ai suoi occhi, e di come Maundrell avesse introdotto nel suo lavoro elementi che anche a tremere anziani sfuggivano.
    Un esempio, per quanto raffazzonato, non solo di memoria statica, ma di intelligenza tridimensionale.

    ravvedutosi nello specchio, riconosciutosi come maundrell, come creatore e autore degli mnemosyne stessi e non come vittima di un'estrapolazione forzosa di sorta, si trovò a domandarsi i perchè e i percome.Artemisia è già sul trono. Cosa stai facendo, milosh?
    Abbandonò tuttavia le idee abbastanza in fretta. non aveva senso teorizzare.
    l'avrebbe visto.
    cercò quindi di arrendersi al flusso, e di guardare con attenzione la scena, fermandosi solo a fronte di necessità.
     
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    Milosh si guardò allo specchio per un altro po', lisciandosi quei maledetti baffetti che teneva da chissà quanti secoli. All'improvviso borbottò qualcosa e sorrise a se stesso:

    "Ma guardaci, in due non avevamo il minimo senso di lealtà. Io non l'ho mai trovata, spero che per te possa essere diverso. Non è male avere qualcosa in cui credere, ragazzino."

    Poi andò di nuovo a sedersi, e nulla di quanto Jonathan potesse provare riuscì a far slittare i binari della narrazione.

    Milosh guardò l'orologio e tornò allo specchio, la superficie riflettente che si increspò per permettere il passaggio di due figure conosciute: Christine, la ghoul a capo della sicurezza della vecchia cappella e Elin, la nuova responsabile della Biblioteca.

    Christine, che aveva ancora tutte e due gli occhi, si prostrò con un ginocchio a terra non appena uscita dal bagno. "Maestro, l'ho portata."

    "Danke schön per avermi scortata, Christine. Ma insomma, non sono un pacco!" Disse la formosa bionda, che teneva stretto a sé un raccoglitore.

    Maundrell indicò alla ghoul di fare due passi indietro e andò a stringere la mano alla tedesca, offrendole una sedia. Elin si sedette, e attese qualche attimo che il padrone di casa prendesse la parola.

    "Grazie per questo incontro, Elin. Siete in una posizione molto scomoda, in cui è difficile riporre fiducia in qualcuno. Eppure eccoti qui, a scommettere insieme a me la tua vita, e tutto il lavoro della tua maestra e dei tuoi compagni." Jonathan percepì come le parole di Milosh fossero del tutto vere, e si sentì un po' spinto verso i suoi pareri, quella fiducia ancora inspiegata.

    "Signor Maundrell...Milosh." Chinò il capo. "La maestra Carna ti manda i suoi saluti, e si scusa per non essere potuta venire qui di persona. E' osservata, come ben sai. Io dispongo di più mobilità e fiducia dalla Lord."

    Elin sorrise, e continuò. "Tutti noi vogliamo complimentarci con te per la formula dell'estratto...è incompleta, dolorosa...ma funziona!"

    "Ci credo, visto quanto mi è costata. Una consistente parte di me, e un intero Clan fondatore che ho spedito volontariamente gambe all'aria." Chiocciò divertito, ma non stava scherzando. Jonathan si immerse nolente nelle rimembranze dell'Anziano: patti erano stati sanciti, con cose che avevano quasi distrutto il Principato. Milosh aveva venduto ad Harriet poteri che lei non comprendeva e controllava appieno, e nel farlo aveva promesso la nomea Nosferatu ad uno Spirito malevolo, proveniente dalle fosse più buie del passato. I dettagli completi non gli erano chiari, trattandosi di pensieri fugaci, ma il risultato era un chiaro, quanto incredibile passo in avanti verso la libertà.

    "Io vi ho dato la base, Elin. Adesso sta a voi, alla tua maestra completare la formula."

    "Perché a noi, Maundrell? Di certo vorrà mantenere la sua posizione qui, lo capisco e sono d'accordo, ma potrebbe continuare ad aiutarci di nascosto."

    "No, non posso."

    Elin lo guardò interrogativo, e Christine all'angolo della stanza digrignò apertamente i denti. Le sfuggì anche una lacrima, singolo rivolo sul viso colmo d'ira.

    "L'akathartoi che ho richiamato per Harriet, e alla quale l'ho venduto mi ha fatto dono di una visione." Le labbra dell'uomo si piegarono in un riso arrendevole. "Milosh, milosh, milosh. Tre volte traditore, il mio caro amico Milosh. Che i tuoi compagni possano godere della libertà, perché tu finirai in catene. Trafitto da una spada di sangue."

    Silenzio. Nessuno parlò per un lungo minuto. Christine stava immobile all'angolo, pugni serrati. Elin guardava a terra, e stava chiaramente pensando a cosa dire. Ad una soluzione, un'alternativa. Ad un certo punto bofonchiò qualcosa di appena udibile: "non è possibile", "non possiamo esserne sicuri" e altro ancora, ma niente riusciva a bucare l'atmosfera di sicurezza creata dalla confessione di Milosh.

    Lui se ne stava girato, guardando l'aeroporto oltre la finestra.

    "Vorrei passare i miei ultimi anni preparandomi alla morte, Elin. Passare qualche limite, provare cose nuove. E sperare, via."

    E Jonathan sentì come l'uomo che era, quello strano Anziano che nessuno aveva veramente capito, gli lasciava il palco. "Prego Jonathan, se vuoi aggiungere qualcosa..." Un pensiero il suo, solo per lui.



    L'akathartoi = antico nome per una particolare tipologia di demoni, assai antichi.
    Il parlato in corsivo è in realtà pensato, penso si capisca ma preferisco specificarlo.
     
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    la comprensione di insieme di quell'oggetto non era solamente spaventosamente dettagliata, ma permetteva all'utilizzatore di fare un confronto diretto con colui che aveva ricordato.
    non era uno mnemosyne, non un semplice mnemosyne. era qualcosa di più insidioso, probabilmente più prodigioso e contorto di quanto vardaman avrebbe anche solo mai potuto sperare di trovare.
    Quando allo specchio sentì una frase rivolta a LUI, a Jonathan, lo stesso proruppe in una bestemmia. forse lo fece con la bocca, la bocca di maundrell, incapacitato a trattenere la propria sorpresa e stupore.
    cosa stava guardando?
    quanta consapevolezza c'era realmente in questo frammento di anima?

    impietrito, come uno spettatore al cinema durante una scena di tensione, Vardaman approfittò passivamente del tutto per ascoltare, incapace di farcire il tutto con sarcasmo, con commenti, anche solo con annotazioni mentali.
    Linea piatta. ascoltava e basta, mentre la sua mente di tanto in tanto gli raccontava quello che già aveva colto.
    l'altro non era così.

    sapeva, o forse sospettava che Christine fosse una fedelista di Maundrell. così come quando quella mano di rutor lo ha guardato con il suo vispo occhio azzurro.
    Ma Elin non se l'aspettava.
    così come il resto del discorso, che vedeva un'alleanza tra Maundrell e la Lord. Agnieszka forse? no.... Carna?
    presumo di sapere chi sia carna in questo contesto. Non siamo ancora in v5 quindi è solo un reggente di spicco a Milwaukee?


    ...
    Maundrell aiutava la causa anarchica? quella sbobba che gli aveva spezzato la mente aveva radice nel male? nel demoniaco?
    Tutto quello che percepiva era così distorto. Anche solo con l'informazione su Carna Vardaman poteva fare una carriera sfolgorante. poteva demolirla in un istante.
    E nonostante quello le cose che stava ricevendo erano ancora più straordinariamente folli ed importanti da distoglierlo dalla sua sete politica. Maundrell sapeva di morire, Elin aveva qualche livello di coinvolgimento con questa cosa, tutto lasciava intendere che tutte le fazioni seguissero la causa anarchica.
    Anche Elias. Anche Maundrell. Forse anche la Tanner? un'arpia così strana, ma così devota al primogenito e reggente...?

    la trance era tale che quasi non si rese conto, non immediatamente, che la cosa... che Maundrell lo stava coinvolgendo. apertamente.

    fu' come una secchiata gelida in faccia. non d'acqua. proprio un secchio. pieno.
    ...Elin, per sicurezza: domandò alla donna, ma più probabilmente a Maundrell, alla conoscenza che lo stesso aveva della cosa. dove vi posso trovare, se cambiassi idea?

    poi non credo che chiederò alcunchè. sono un pelo confuso. ma tenterò di usare il passaggio attraverso lo specchio.
     
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    "...per qualsiasi cosa può contattarmi con il solito iter. Undicesima pagina dell'Advocate, inserzione in basso a destra. Cambio il numero ogni tanto, ma la parola di sblocco è sempre il nome del portiere della prima classificata nella Bundesliga." Maundrell confermò mentalmente, immaginando la donna con la maglia del Bayern. Un pensiero che Jonathan fu costretto a condividere, anche se dovette ammettere che la Tremere in calzoncini corti era una gioia per gli occhi.

    "Non voglio insistere..." Anche i morti mostravano rispetto per la dipartita di una persona che evidentemente rispettavano. "...ma sappia che tutti noi saremo al suo fianco, per ogni evenienza. Non dimenticheremo."

    "Grazie, cara."

    Attimi di silenzio.

    Elin si schiarì la voce. "Dunque, quanto ci ha chiesto." Gli porse il raccoglitore che teneva in grembo. "Gli studi di David Witz, senza le censure degli Astor." Maundrell/Vardaman accettò lieto il peso, senza peraltro nascondere la sorpresa. "Avete qualcuno dentro, eh?"

    La bionda sorrise, complice.

    "Questo mi terrà impegnato per un po'." Sfogliò alcune pagine, disegni anatomici fatti a mano. "Il carico per voi è tutto qui, ho dato fondo alle mie scorte e alla camera alchemica. Vi permetterà di andare avanti fin quando non riuscirete a produrla da soli."

    La donna ringraziò e iniziò a chiudere le valigie, cosa che lasciò Vardaman libero di aggirarsi verso il bagno e provare a toccare lo specchio. Solido, reale. "Noi rimaniamo qui." Lo avvertì l'Anziano con cui condivideva quell'esperienza. "Ci sono dei limiti."

    Rimasero per qualche altro secondo nel bagno, a guardarsi allo specchio. "E' strano sapere di essere morto, ma poter parlare. Un fantasma mnemonico incastrato in pezzi di minerale e sangue, che balla il tango sugli altrui cervelli morti." Si grattarono all'unisono la barbetta. "Vorrei chiederti un favore, Jonathan."

    Continuando solo nel caso in cui Jonathan avesse risposto, anche solo con un cenno mentale. "Aiuta questa gente. Hanno volontà, ma contro hanno un leone. E a breve verranno sbranati, tutti quanti..."

    Maundrell abbassò la testa.

    "Non sarà una strada facile, ma a lungo andare...potreste creare qualcosa."

    Il controllo tornò di nuovo a Jonathan, proprio in tempo per notare Christine e Elin sull'uscio del bagno.

    "Maestro, tutto ok? Stava parlando da solo."


    Si, sai che Carna è una riverita anziana di Milwaukee. Una di quelle che viene dal vecchio mondo, una leggenda per i poveri gradini bassi della Piramide.

     
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    Si aspetta un certo livello di interattività. Come si aspetta che lo stesso sappia la risposta, e di conseguenza riesca a farla fluire attraverso la bocca di Elin e di tutto quello che concerne la stessa.
    L'immagine mentale della stessa tremere lascia quel momento di smarrimento nella mente di Vardaman, che mai probabilmente avrebbe pensato a un interesse nella fisicità fuoriuscire dalla mente di Maundrell, ma non lo distoglie abbastanza dal prendere appunti mentali.
    Undicesima pagina dell'Advocate. inserzione in basso a destra. Parola di sblocco: portiere della prima classificata nella Bundesliga.
    Controllare classifica attuale.


    Witz. dove cazzo l'ho già sentito, witz?! il pensiero cercò di andare alla sua formazione, forse a qualche meeting? difficile ricordare tutti i tremere incontrati, ma di sicuro non era una carica, non era Carna.
    un altro tassello di carta in questo puzzle infinito. cosa cazzo studiavi, Witz? Cercò di leggere stime e dettagli su quei fogli, di carpire almeno il macroargomento, sul perchè Maundrell li riteneva interessanti.

    si aspetta di non riuscire a usare lo specchio. ci prova, nell'eventualità che lo stesso gli riveli parte delle macchinazioni di Maundrell, che gli faccia capire la posizione di un altro rifugio segreto, forse di una biblioteca. Ma è un'ingenuità a cui in realtà sa che non troverà risposta, e lancia uno sguardo sarcastico allo specchio, a se stesso.

    Quello che Vardaman non si aspetta però è che il simulacro gli parli di conto suo. Che interagisca. Che lo riconosca.
    Una serie di emozioni divampanti prendono il sopravvento nuovamente nella mente di Jonathan. Prima si è sentito chiamare dall'amuleto. Era già difficile concepire quello.
    Ora l'amuleto stava argomentando con lui. Cose ben più elaborate di un preregistrato messaggio per i postumi, a cui sarebbe forse stato semplice aggiungere il nome dell'utilizzatore.
    No. Maundrell sapeva con chi stava parlando. quella scintilla, per quanto limitata nei tempi e nei pensieri, era cosciente.
    Il tutto era cosciente, ben più di quanto prodigioso Vardaman si aspettasse, e al punto da scadere nel terrificante.
    Milosh. il pensiero quasi gli si strozza in gola, come se stesse effettivamente vocalizzando. ...io non ho una cazzo di idea di cosa stia succedendo. sbotta. Sclera forse. Cosa sta succedendo?! perchè un maledetto demone?! Eloise che cazzo centra ora?? COSA VUOLE DA TE AGNIESZKA?! sono solo le prime domande a cui pensa, a cui non aspetta neanche una risposta.
    ne vomita altre, almeno mentalmente. Sfoga quel principio di esaurimento mentale che evidentemente lo sta prendendo in pieno, senza dare tempo alle risposte -qualora ce ne fossero- di uscire. Elias, gli Mnemosyne, quel titano di metallo, il rifugio nel bayou, tutto. Urla, nella sua testa. Urla perchè non capisce, perchè le radici stesse della torre sono state scosse da uno psicopatico con manie di grandezza, e a quanto pare in realtà lo deve pure ringraziare. Urla perchè il gioco delle trame, a lui così chiaro e limpido, è divenuto improvvisamente torbido e marcio.

    Ma esaurito il momento interminabile, riprende quell'aplombe che lo caratterizza. La fredda logica che lo vede incastrato in una situazione dal quale non può uscire, non senza pagare bne più di quanto già non paghi al clan.
    Non è una vera scelta, del resto. Anche decidesse di voltare le spalle a tutto, non potrebbe mai fidarsi di agniezska. Non ci sarebbe alcuna certezza che la stessa lo lasci a NOLA, meno che mai che non gli infili un braccio nel culo.

    Che altre scelte ci sono, se non tuffarsi nel buio e sperare in un mondo migliore?
    ...
    Se me lo permetteranno.


    Risponde a Milosh, per poi voltarsi e guardare l'interlocutrice.
    Tutto bene, christine. Solo pensieri.
     
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    "Piano, piano." Lo redarguì con quel suo fare da maestrino altezzoso, che tutte le vecchie guardie del clan conoscevano ed avevano imparato a sopportare. "Non ti abbiamo insegnato a dar di matto, oppure nel tempo sei segretamente diventato in parte Feccia?"

    Si fissarono a vicenda.

    "In ordine: i principi insegnano che le forze non vanno per forza prodotte, ma spesso veicolate. Ho dovuto prendere in prestito facoltà da piani superiori, cosa che facciamo più spesso di quanto credono i più; non ho idea, se agisce per ordini li ha avuti da me dopo che ho installato questo seme nell'amuleto...chiedi a lei, o ad altri semi. Ognuno ha una parte."

    Stava effettivamente rispondendo ad ogni dubbio, anche se era chiaro che le sue risposte erano limitate.

    "Perseguiva i miei stessi obiettivi, ma per scopi più personali. Siamo legati ad ogni livello, e lei non fa eccezione. Inoltre più il nostro sangue è puro più ci sono pericoli, o spauracchi, che infestano i piani alti della piramide e risalgono fin dalla nostra creazione."

    "Libertà e purificazione. Forse vuole questo, i miei studi." Guardò il libro su witz. "O semplicemente distruggere i dissidenti e far sue le loro arti, nuove vie e rituali adattati ai tempi moderni. Un potere che, se presentato da un Lord e non da un nessuno, verrebbe accolto come un traguardo e non come un abominio."

    "Non posso esserne sicuro, è passato tanto tempo...in che anno sei?"


    sono da cell, metto stasera colori e font.

    Il tomo di witz è diviso in Roba scientifica di cui capisci solo che è tipo genetica, altra che è occulta e si addentra in studi sulla creazione di nuovi homunculi, basati su tracce genetiche precise e dotati di autosostentazione. I dettagli sono tantissimi, ma comprendi che è uno studio, seppur incompleto, per la creazione di un clone. Come li definisce l'autore, "crisalidi perfette, da cui può uscire tanto una farfalla quanto una falena. Ma sono vuote, sono tutte vuote..."


    "Non ti credere, Jonathan. Molti vedono solo la risposta più facile...vendere gli altri per un gradino in più su una scala senza meta. Dipende tutto dal valore che uno da agli altri, ma anche alle sue credenze. Metterle su un piatto, dove dall'altra parte c'è lo scontato potere."

    Milosh ridacchiò.

    "Il che, detto da un Anziano di stratum, gloria, intelletto e umiltà quale sono io, risulta ridicolo. Me ne rendo conto."


    Edited by Shaitan - 19/1/2024, 21:21
     
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    si eh? Vardaman dovette, mentalmente, mordersi la lingua per non mandarlo al diavolo, per non sbottargli contro che anche lui era libero, anche libero di strafregarsene dei modi di quel ricordo pensante.
    Ma, come diceva sempre la stoica figura di Jared Kushner tra un fallimento e l'altro, a volte è meglio il silenzio per far sembrare di essere in controllo.
    Per questo trump parlava a tutta carica.

    Ascoltò, anche in parte aggrappandosi in modo deliberato a ricordi e interventi della politica repubblicana locale e nazionale per il solo gusto di riportare tutta quella magnifica pomposità a qualcosa di più vicino. di più mortale.
    Il massimo della ribellione per un inquadrato come lui.
    Ma comunque ascoltò. ogni frammento di quella assurda situazione poteva essere interessante. più interessante se usato con conoscenza.
    Così come sapere che Witz lavorava su simulacri...
    qualche pensiero andò a formarsi, paranoicamente, nella mente di Vardaman, ma li mise in secondo piano.

    duemilaventidue, Maundrell. gli confessò. e l'altro seme in mio possesso è decisamente molto meno ciarliero.
    non ho la più pallida idea di cosa sappia o non sappia quello che ha in mano la Lord... e considerando che sta apertamente cacciando la tua pupilla, confida da quella di avere più informazioni.
    o di sopprimerne alcune, considerando come è scappata.
     
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    Prima di continuare a parlare Milosh e Jonathan furono costretti ad avvicinarsi al bagno, e salutare le due donne. Uno scambio breve, su cui aleggiavano ancora le parole di Milosh sulla sua futura dipartita. Prima la ghoul e poi Elin oltrepassarono lo specchio, che divenne così inerte.

    "E' passato un po'..." Mugolò alla data, boccone indigesto. "Al mio tempo Eloise non aveva molti agganci con i dissidenti, ma forse ai tuoi tempi è diverso. Potrebbe cercare riparo da loro, o fare la testa dura e rimanere in città fin quando non avrà terminato con il suo compito. Quale esso sia."

    "Non ti posso dare una mano a cercarla. Ma sicuramente lei vi starà tenendo tutti sott'occhio, cosa che potresti usare a tuo vant..."


    Le ultime parole troncate, mentre la stanza si disfaceva tutt'attorno a Jonathan.

    "..."

    I colori, le forme vennero meno.

    "...niscili, così li ho idea..."

    Infine il ricordo si infranse, e Jonathan riaprì gli occhi nel suo bel rifugio di lusso.
     
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    districarsi dai propri pensieri per giungere da quelli di Maundrell alla dura realtà non è un trasferimento facile, e quando Vardaman riapre gli occhi ha quei venti, trenta secondi di smarrimento iniziale in cui prendere metaforicamente fiato.
    la sua percezione scivola eppure inesorabile nella realtà, senza afferrare il senso delle ultime parole.
    dovrebbe aiutare gli anarchici e trovare la tanner? e il fatto che probabilmente le sue macchine tutte sono sotto la sua stretta osservazione come avrebbe dovuto aiutarlo?
    perchè, soprattutto?

    troppo casino.

    ci sarebbe stato un tempo e un luogo per risolvere più questioni. avrebbe anche potuto perdere altri cinque minuti per riaprire lo mnemosyne e chiedere a Maundrell che cazzo avesse detto un secondo prima.
    ma non era cosa. c'era un "invito" che pendeva sulla sua persona, e avrebbe dovuto giocare bene le sue carte.

    si alzò, andò a scrivere sulla data del 1 luglio dell'anno corrente il metodo per contattare Elin. un appunto, di cui non voleva dimenticarsi. non ancora.
    lo contrassegnò come "contratto bundesliga" e lo abbandonò li.
    Quindi procedette a nascondere gli mnemosyne sulla sua persona. E considerando la serie di "regali" fattagli da Elias, ne approfittò per farsene uno lui.
    uso Translocation of the Vessel su una granata al fosforo.


    domani avrò un botto di sete. forse anche stasera.
    nella mente di Jonathan si paventò l'idea di una caccia, ma la lasciò in secondo piano. Sapeva che non era esattamente accontentabile, avrebbe valutato la cosa a tempo debito.
    Tornò quindi sulla fiaschetta. il dolore della stessa, il segno della dipendenza.
    per la libertà.
    sapeva che doveva saggiarne un solo sorso, e che doveva essere determinato. ricordava il dolore che non riusciva a ignorare.
    la consapevolezza della radice infernale lo fece rabbrividire.
    ma che altro poteva fare, per sfuggire al giogo del clan?
    senza pensarci due volte, tracannò un piccolo sorso, turandosi il naso.

    valuto gli effetti sul mio corpo, finisco di vomitare e poi eventualmente continuo.
     
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    Leggi bene, semplifica la vita.

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    Il rituale riuscì appieno, con la granata in un cassetto adoro di glifi; il sangue usato per il cerchio e cosparso sullo strumento di morte si seccó appena, e la connessione divenne effettiva.

    Fu poi la volta della boccetta, da cui prese appena un sorso. Riuscì a richiuderla prima di cascare a terra, preda di spasmi.

    Passò un brutto quarto d'ora, anche se rivelatorio.


    1 letale non assorbibile e - 1 fdv, la pozione sta agendo contro il tuo stesso sangue e non è una bella esperienza.

    Il legame con il clan è ogni altro con appartenenti al clan tremere è spezzato, fino all'alba di domani.


    Edited by Shaitan - 26/1/2024, 23:41
     
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