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Brutta testa di cazzo! Aveva sperato fino all'ultimo che Joriah non si fosse lasciato dietro un ricordino, e invece eccolo davanti ad uno strano schema circuitale, attivato molto probabilmente dalla sua apertura del doppio fondo.
Sentiva di avere i secondi contati, per cui prese l'unica decisione per lui sensata: afferrare il diario e correre fuori, senza guardarsi indietro!SPOILER (clicca per visualizzare)Corro fuori con velocità, attivo due pallini, dovrebbero bastare per arrivare al muro e scavalcarlo (se ci arrivo tutto intero, ovvio).
Vorrei -ma solo se è una cosa che non mi fa perdere tempo ma accorpabile all'azione di fuga- dare una botta alla botola per farla chiudere mentre mi allontano. Ciòi ridurrebbe eventuali rumori.
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L'istinto prese il totale sopravvento su Julius, che decise di non sfanculare tutto il suo lavoro di una notte di inferno.
Afferrato il diario fece immediatamente dietro front, riattivando il dono di caino e consumando vitae per essere più veloce. Molto più veloce.
Doveva scappare. qualunque cosa si stesse attivando non poteva essere un buon auspicio.
Julius si lanciò sulle scale, e poco prima che la sua mano raggiungesse la botola per chiuderla, poco prima che il suo stesso corpo si potesse dire al sicuro da un'eventuale, nefasta esplosione, lo stesso avvertì un suono ben distinto.
Un'esplosione, sì. ma di liquido. il tipico suono che gli poteva ricordare l'esplosione di un palloncino d'acqua, o l'impatto dello stesso contro i muri circostanti.SPOILER (clicca per visualizzare)puoi continuare la fuga se vuoi, ma questo è quanto. -
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Appena fuori dalla botola sentì lo spiaccichio di un grosso palloncino, poi il nulla. Si bloccò con la mano sulla botola il tempo di riconoscere l'odore di vernice, poi chiuse il tutto e rimise il lucchetto.
Con il diario al sicuro dentro la giacca nera controllò dalla finestrella a lato del capanno, poi uscì per fare il percorso a ritroso tra le ombre del giardino per uscire dalla villa.. -
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Tutto sembrava essersi compiuto come doveva. E a dispetto della possibile bomba-vernice che avrebbe dipinto Julius e i suoi abiti (oltre che il prezioso reperto) fino alla fine dei suoi maledetti giorni, ora lo stesso si trovava a chiudere tutto, e ad uscire comodamente da dove era entrato.
Il diario, ancora chiuso da un legaccio di cuoio, era saldamente nel suo nascondiglio, e lo stesso poteva andarsene comodamente.
Almeno in teoria.
La paranoia degli auspici non sembrava sopirsi minimamente, mai del tutto. si era solo allentata.
Forse la bomba segnante era solo parte dell'avvertiimento che i suoi innaturali sensi gli comunicavano, ma ora, mentre con poca atleticità scavalcava il muretto, tutto gli dava a pensare che la storia fosse ben lungi dall'essere finita.. -
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Una volta fuori dalla villa si tirò su il passamontagna per usarlo come semplice zuccotto e camminò per la via, come un passante qualsiasi. L'Auspicio non smise di allertarlo, come una pentola che borbotta poco prima del bollore; continuando per la via iniziò a spandere sempre più i sensi, soprattutto dalle parti della macchina.
Aveva ancora il pallino dell'inseguitore ad inizio serata, che poteva anche non essere l'unico. "Forse non puntano a me, ma sono in zona. Devo sbrigarmi e andare via per vedere se cambia qualcosa."SPOILER (clicca per visualizzare)Sensi in allerta per eventuali rumori/gente in avvicinamento. Attivo Vista, udito e olfatto durante il percorso e mi avvicino alla macchina, il piano sarebbe di levarsi elegantemente di culo e andare verso il mio dominio assicurandomi di non essere seguito(in qualunque caso parcheggerei ben lontano). In macchina darò una breve occhiata al diario prima di metterlo sotto il sedile.. -
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Mentre si allontanava dalla villa, scenario di pestaggio e di così tanto mistero, gli ultimi scampoli di angoscia abbandonarono Julius. Ora non era più un ladro sul punto di essere beccato, e la tensione inevitabilmente si allentò leggermente.
Un debole fremito di soddisfazione lo pervase quando raggiungendo la sua auto si rese conto che la situazione attorno alla auto era... straordinariamente cheta.
Forse troppo, ma quel tanto che bastava da fargli tirare un sospiro di sollievo.
Aprì il libro.
una sequela di appunti scribacchiati a mano, molto ordinati a dispetto di quanto sembrassero mere annotazioni personali. sfogliandolo rapidamente, Julius contò una cinquantina di pagine, di cui tre quarti almeno scritte praticamente dalla stessa calligrafia, e nello stesso strano linguaggio di cui lo zelota comprendeva a malapena alcuni termini, e comunque a una prima occhiata non ne capiva il senso.
Compreso comunque id trovarsi di sicuro appunti scritti in franco-spagnolo, lo stesso poggiò il libro sotto il sedile, e quindi diede vita alla propria auto, sparendo nel buio.SPOILER (clicca per visualizzare)continua qui.
Villa di John Padgett |
